Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 285 - seduta del 07-12-1993
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1993 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 265
  • Attività legislativa

signor presidente , signori ministri, colleghi, non credo valga la pena di sottolineare ancora una volta come questi momenti, che sarebbero fondamentali nella vita dello Stato e delle istituzioni, siano organizzati e presentati ed abbiano un' immagine nel paese tale che ci costringono da moltissimi anni a lavorare in modo intimista, con tutto quello che ciò comporta. ancora una volta i mass media sono responsabili di questo. la loro cultura è cultura di un regime partitocratico, non democratico, non istituzionale; e non sanno, anche se vogliono, trasmettere il valore di quest' opera delle istituzioni. non lo sanno perché non sono stati formati per questo, perché il giornalismo italiano è stato formato su altri valori di comunicazione e, anche se oggi volessero (e probabilmente lo vorrebbero), non sarebbero in condizioni di farlo. a questo però si aggiunge un altro elemento, che forse è bene si tenga presente. noi giungiamo, mi sembra, ad una approvazione di tipo obbligato della finanziaria, per riconoscimento di quasi tutte le forze politiche . ebbene, ancora una volta devo dire che bisognava accorgersene un po' prima. fummo quasi criminalizzati da tutte le parti (ed anche dal Pds) quando questo decidemmo di fare con realismo e, adoperando praticamente gli stessi concetti e le parole che ieri ha usato nel suo ottimo intervento il collega Fabio Mussi, evidenziammo la necessità di approvare un provvedimento (allora quello del Governo Amato) che affrontava nei termini realmente possibili, cioè attraverso il mantenimento di iniquità non a quel punto attaccabili, per la prima volta una gestione da curatore fallimentare in una situazione di bancarotta fraudolenta , che avevamo dinanzi. dunque, ci si arriva. con l' intervento di Elio Vito ieri abbiamo sottolineato quali fossero i nostri motivi specifici di adesione a questa finanziaria; abbiamo sottolineato quanto apprezziamo che l' occasione della finanziaria abbia dato, a mio avviso, maggior forza di radicarsi a quella impostazione di lavoro e al lavoro e alle proposte concrete che il ministro Cassese ha rappresentato nella situazione del Governo (e rappresentava culturalmente da più tempo). abbiamo espresso il nostro consenso su una serie di interventi; direi, piuttosto, sulla capacità di gestire con la diligenza del buon padre di famiglia situazioni straordinarie che avrebbero potuto portarci, senza quella diligenza, ad essere vittime di congiunture, di situazioni, che abbiamo tutti indubbiamente vissuto, molto gravi. ciò detto, però, vorremo a questo punto cogliere l' occasione per parlare un tantino, almeno fra di noi, di politica. e voglio dire che se il 21 dicembre avremo finito di compiere la nostra opera, come è stato deciso, e ci troveremo a consentire con una maggioranza, a questo punto, molto più ampia, formata anche da coloro che in fondo cercano di cavalcare la protesta degli studenti, dei pensionati e degli altri, continuando a praticare nel paese la politica del doppio binario , come viene fatto in modo particolare dai compagni ed amici del Pds... certo, interventi come quello dello stesso Fabio Mussi sono per molti versi ineccepibili; quel che è eccepibile, invece, è la confermata incapacità del Pds, della sinistra sociale e della sinistra politica del nostro paese, di fare delle loro espressioni parlamentari ed istituzionali, di tattica od ispirate a convinzioni, l' elemento di una politica nel paese, di una caratterizzazione sociale di se stessi , consistente nello scegliere prima quello che poi promettono di scegliere qualora dovessero governare pienamente le istituzioni. ma è un problema già annotato, sul quale sono intervenuto in questa Camera almeno dieci volte nel corso dell' anno. le cose rotolano nella direzione prevista, la logica stessa delle cose prevale. vi è chi ha realizzato il massimo di profitti di regime e non esce da questa situazione di regime trentennale con le pezze nei pantaloni, con una situazione ufficialmente fallimentare, come accade alla Dc o al Psi o, ancora, ai partiti laici, che hanno bilanci fallimentari; il Pds esce con un patrimonio immobiliare di almeno 2 mila miliardi e con un radicamento — è questa l' espressione che si usa — sul territorio. si dice che le mafie hanno il controllo del territorio di intere regioni: ebbene vi è chi, sul piano politico, ha il pieno controllo del territorio nel 90 per cento delle nostre regioni. è normale, quindi, che in assenza della politica ed in una realtà di buona gestione — con la diligenza del buon padre di famiglia — dei compiti istituzionali, prevalga poi nel confronto politico o chi occupa effettivamente il territorio e chi è ricco, chi esce dal precedente regime in una situazione di forza, o chi riesce a dare, di sé questa immagine di partito vincente. il problema dell' immagine diversa dall' identità si è presentato già da domenica scorsa. il Partito Democratico della Sinistra , che ancora oggi è indicato come trionfatore, al punto che si parla del trionfo del Pds, ha vinto a Napoli con Bassolino, e su questo non vi è alcun dubbio; ma è millantato credito o colpa dell' imbecillità degli avversari che si sia detto che il nostro Francesco Rutelli — voi lo conoscete da quasi un decennio — è, chissà perché, un comunista o un postcomunista, mentre tutta la sua storia è un' altra. è stato eletto un radicale, ambientalista laico, con questa storia netta e dura. l' imbecillità politica degli avversari ha concorso all' operazione di presentare il Pds, che ha avuto quasi il suo minimo storico di voti a Roma, ottenendo diciotto consiglieri comunali su sessanta — ivi compreso l' attore Montesano e via dicendo, mentre il capolista Bettini ha avuto 4 mila voti di preferenza su 300 mila voti — , come il trionfatore. sansa, uomo totalmente estraneo ad un certo mondo, che ha fatto una campagna politica onestissima, manifestando nella campagna elettorale la sua totale estraneità, per non dire altro, al mondo comunista e alle sue tradizioni, ha addirittura raccontato la sua realtà non solo culturale, ma anche storica e familiare. ma l' immagine che viene data è un' altra. arrivano poi degli « abatini » comunisti come Gianni Riotta, che amministra le tribune politiche alla faccia del Parlamento italiano e della scurrile pretesa di vigilanza che offriamo attraverso la Commissione di vigilanza istituita proprio per vigilare sul rispetto delle leggi; scurrilmente si continua a parlare di tribune politiche , mentre le vere tribune vengono gestite da questo abatino comunista con la sua aria da minutante della segreteria di Stato e dal sorriso perbene che, appunto, amministra in modo feroce il suo spazio con grande abilita. ieri sera c' erano tutti tranne me, l' unico che avesse contestato in privato — perché tutto quello che faccio politicamente diventa clandestino — alle ore 20 di domenica la lettura dei risultati, unico in Italia a farlo; da quel momento non ho avuto diritto ad un secondo di telegiornale, giornale-radio, contenitori. e parliamo della situazione del nostro paese, quella per la quale il Pds può questa volta, senza costi, annunciare il suo passaggio dall' astensione al voto favorevole. fuori i ragazzi saranno « pantere » o « panterizzabili » fino al momento delle elezioni, e qui dentro si danno indicazioni molto positive di responsabilità. io dico benvenuti ai compagni ex comunisti, benvenuti al ragionamento per il quale mi criminalizzarono, quando forse valeva la pena di essere criminalizzato, all' inizio della discussione della legge finanziaria di Amato, quando le piazze « bullonavano » ed io li invitavo ad autobullonarsi, perché era il loro primo dovere. signor presidente , signori ministri, richiamandomi all' intervento di ieri di Elio Vito, proclamando il mio totale accordo, per una volta, con quelle parti degli interventi di Scalia e di Mattioli che esprimono riserve fortissime sulla politica di rilancio dei cantieri e sulle scelte di investimento che vengono compiute — nutriamo fortissime riserve, e le faremo valere, su alcune proposte che il ministro Merloni continua a portare avanti su un capitolo della vita dello Stato, della società, che è estremamente importante per tutti — , condividendo al novanta per cento l' intervento del collega repubblicano Lavaggi, mi limito a dire che il 21 si arriva lì. ma a questo punto comincia la politica, signor ministro Spaventa, signori ministri, signor presidente ; stanno accadendo alcune cose che solo facendo economia di politica, come stiamo facendo, e non solo politica economica , sono divenute possibili. l' Italia, in assenza di un Parlamento e di forze politiche che pongano al Governo questi problemi, sta fuoriuscendo sempre più dall' Europa, ne sta fuoriuscendo in modo strutturale. è una vera e propria rivoluzione: l' Italia, per uscire dalla propria crisi, si disancora sempre di più dalla struttura europea. quando il Governo Ciampi si è formato, vi era un dogma: non si esce dal sistema monetario europeo né da Maastricht. questo perché Ciampi ci spiegò benissimo quali fossero, nel medio e lungo termine, i disastri che potevamo attenderci da una fuoriuscita dal sistema monetario , politico e istituzionale europeo. abbiamo un Governo che governa come io speravo che facesse, un Governo, cioè, che, malgrado tutto, ha lasciato disoccupati, però col massimo di stipendio, tutti i ministri giuridici e giuristi di La Repubblica e dintorni, che avrebbero dovuto occuparsi delle riforme elettorali ed istituzionali, che non si capisce cosa stiano a fare: sono dei disoccupati che onerano il Governo e lo indeboliscono politicamente. noi abbiamo oggi bisogno di un Governo, questo, seriamente riformato, nel quale i ministri disoccupati ed inutili siano mandati in pensione. mi riferisco a quelli non economici, Spaventa; non siete voi — mi dispiace perché so che tu, se potessi, torneresti a coltivare l' orto ma non credo, con tutta l' amicizia, che tu possa essere « esentasse » — ; possono esserlo invece quei colleghi imbarcati nel Governo sulla base del presupposto al quale il Pds voleva costringerlo: un Governo che si occupasse solo delle leggi elettorali , e non parlasse di economia né di altro, per poi andare alle elezioni (Occhetto una volta aveva parlato dell' estate, un' altra volta dell' autunno). voi avete governato, voi state governando. ma stiamo parlando di arrivare al giugno del 1994 con un Governo di ordinaria amministrazione , che farà comunque straordinaria amministrazione, perché come disbrigo degli affari correnti avrà a che fare con l' insorgere quotidiano di gravi pericoli di ripercussione di crisi internazionali , da noi, e di ripercussioni delle doppiezze politiche e sociali in momenti elettorali. dal 21 dicembre si aprirà il problema delle elezioni politiche anticipate, ma anche quello di « attrezzare » politicamente meglio l' Esecutivo per governare da ora fino a giugno — perché prima di giugno non avremo un nuovo Governo — aspetti quale la potenziale fuoriuscita del nostro paese dalla struttura e dal sistema europeo. e questo vale sia per il ministro degli Esteri sia per quella gestione della nostra economia che per il momento sfrutta al massimo — e fa bene — i vantaggi dell' essere esterni ed estranei al sistema europeo ma che, non ponendo le premesse per un rapido rientro, crea quelle possibili e gravi di un disastro. nel momento in cui non dovessimo più poter usufruire della svalutazione della lira, con gli indotti che questo provoca, si profilerebbe di nuovo il rischio della ripresa di un processo inflativo, suscitando comunque la reazione degli altri mercati europei non governati dal sistema monetario europeo . rischiamo quindi di trovarci, ad aprile o a maggio, in situazioni assolutamente non previste né dai programmi di Governo né dalle forze politiche . per questo motivo il presidente della Repubblica ci consentirà dopo il 21 dicembre un' ora, un giorno o un mese di dibattito; mi sembra infatti urgente che nel momento stesso in cui si licenzia la legge finanziaria — troveremo gli strumenti parlamentari per farlo — si apra un dibattito immediato perché questo Governo, così come è composto (non c' è bisogno di soluzioni di continuità), ci dica quale sarà la sua direzione di marcia , nelle dinamiche dei prossimi cento, centoventi, centocinquanta giorni (tanti ce ne vorranno, se va bene ), sul piano della politica estera e su quello della politica economica , in connessione con la realtà europea, nonché sullo specifico rapporto (in crisi) tra noi e Maastricht, tra noi e il sistema monetario europeo . né il ministro degli Esteri né quello per le politiche comunitarie si occupano di questo problema ed i ministri economici sono stati costretti alla dura scadenza della legge finanziaria ; siamo, pertanto, obbligati a muoverci in modo autoctono ed a tener presente, non i termini strutturali e sistemici, ma unicamente congiunturali, che quello che accade nel mondo, in particolare nella Comunità Europea , si ripercuoterà nel nostro paese. la politica e la realtà comunitaria, sul piano politico ed istituzionale, economico e produttivo nonché, sotto un certo punto di vista , già più nel medio termine, sotto il profilo del mercato del lavoro , è un elemento che deve essere assunto formalmente dal Governo del nostro paese. questa formula di Governo, che si basava su due volani — economico ed istituzionale — , a questo punto deve irrobustire la sua caratteristica politica perché — lo ripeto — l' ordinaria amministrazione alla quale dovrà far fronte sarà, in realtà, straordinaria amministrazione. chiederemo perciò alle presidenze della Camera e del Senato che si sciolga il nodo che anche il presidente Scalfaro, quando era nostro collega, sottolineava con noi: è necessario che durante questi sei mesi l' attività di vigilanza, di indirizzo e di controllo del Parlamento venga consentita ed, anzi, abbia pieno ingresso. è necessario, cioè, che in questi sei mesi le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni siano attivate da parte dei parlamentari e non negate (solo secondo prassi e non secondo legge), limitando le convocazioni del Parlamento per la conversione in legge dei decreti legge . non intendevo dire molte altre cose se non dare una spiegazione di quanto altrove ho detto in privato, ovviamente senza che divenisse pubblico. noi riteniamo che questo Parlamento, il quale negli ultimi mesi ha adempiuto così male ai propri compiti, debba essere chiamato — esattamente un' ora dopo l' approvazione del bilancio — a porsi il problema di chiedere al Governo come intenda governare nei prossimi sei mesi. anche in caso di elezioni anticipate , infatti, esso governerà per il periodo che ho detto, in relazione soprattutto ai termini sui quali ho brevemente fermato la mia attenzione. per concludere il mio intervento, signor presidente di turno (mi rivolgo anche al presidente della Camera ), vorrei rilevare che noi stiamo assistendo ed abbiamo assistito in questo anno ad un degrado dell' immagine del Parlamento e dei suoi diritti-doveri in termini di informazione — è un nostro dovere — senza pari. non abbiamo più, ad esempio, realizzato il question time , che era acquisito e che avremmo dovuto realizzare. non abbiamo espresso altro che doglianze. e sempre di più la commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi (della quale non mi onoro di far parte, pur essendo uno dei suoi membri) sta trattando in modo risibile delle tribune politiche . tutto ciò avviene proprio quando il sistema informativo è divenuto una sola Tribuna politica , dalla mattina alla sera, nella quale l' egemonia ideologica (badate: non vi è calcolo, magari ci fosse!) è totalmente, diciamo, ex comunista, ex pidiessina o pidiessina! è sufficiente vedere come viene trattata Rifondazione comunista : in qualche momento, il Tg3 gli consente un minimo di spazio, dal momento che essa — come d' altra parte noi, per dislocazione — non può essere liquidata come fascista; ma viene nella sostanza abrogata, viene abolita! ieri sera, a « Milano Italia » , era presenta Cossutta; l' « abatino » , però, non ha avuto il coraggio di invitare anche me. ha invitato Cossutta, ma si è trattato di una eccezione! assistiamo ad un rovesciarsi di falsità: « il trionfo del Pds... » . ma non c' è stato! è questa la verità che è passata anche sulla stampa internazionale con riferimento agli avvenimenti del paese. vogliamo ci si renda conto che tra tutti coloro i quali sono stati invitati a quella trasmissione nessuno ha contestato tale interpretazione. la verità e invece opposta. vi è da riflettere sulle ragioni per cui, in alcuni casi, avendo avversari di « estrema destra » — lo dico tra virgolette — , si sia rischiata — e in quarantasette comuni si è realizzata — l' affermazione della destra estrema (non del centro, del centrosinistra o del centrodestra). come mai Dly a Trieste è stato eletto sindaco, pur non avendo mai avuto nulla di comunista in tutta la sua vita, né mai ne avrà? è stato eletto perché non è comunista, né pidiessino, altrimenti non sarebbe stato eletto. lo stesso discorso può valere per Sansa e per Rutelli. è certo, però, che vi è una responsabilità da parte di costoro, i quali non hanno saputo — forse neanch' essi abbastanza — precisare la verità. quando un paese deve fare continuamente i conti con un' informazione nella quale l' immagine è il contrario dell' identità, esso vive in un regime di menzogna, nel quale l' informazione non si traduce mai in conoscenza, ma in ignoranza! in questo, pertanto, la continuità di un regime rischia di essere pienamente realizzata, con una sola correzione... vi è quindi la cattiva coscienza democratico cristiana , del quadripartito e del pentapartito, molto a lungo, e la buona coscienza, a buon mercato, di virtuosi giacobini i quali, appunto, saranno sicuri di salvare con il proprio potere il bene e mobiliteranno, attraverso le televisioni, le piazze e via dicendo, per dire che Rifondazione comunista o il nostro gruppo, se avremo delle critiche da avanzare, sono composti da cattivi patrioti e non da persone che perseguono posizioni politiche. arriverà il Termidoro, ma devo dire che certe cose vengono da parte di un compagno che interveniva spesso su Radio Radicale (quando ancora esisteva), facendo opposizione, e che, nelle fasi precedenti alla « rivoluzione » — lo dico tra virgolette — , si è assunto responsabilità che portano poi ai Termidori, ma anche ad alcune soluzioni che è forse opportuno non dimenticare... c' è il ricorso buonapartista, il quale, nel secolo attuale, non sarebbe presumibilmente un ricorso d' ordine, ma avrebbe un altro valore, un altro significato. presidente, signori ministri, grazie e buon lavoro.