Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 28 - seduta del 21-07-1992
Sulla situazione della giustizia
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 41
  • Attività legislativa

signor presidente , in modo sereno, ma anche convinto, vorrei esprimere la persuasione che nel momento in cui si tenta di rendere più accettabile una riforma costituzionale in materia di immunità parlamentare, più si cerca con senno, buona fede , accanimento e tolleranza di migliorare il testo, più si peggiora la situazione. in realtà ci stiamo muovendo — diciamolo pure — come vittime di un complesso di colpa che questa Camera e questo Parlamento hanno il dovere di respingere. esiste certamente la continuità dei parlamenti repubblicani; vi è stato, tuttavia, un inizio di legislatura nel corso del quale, da questo punto di vista , abbiamo dato rapidamente risposte positive. d' altro canto, il Parlamento, organo politico, ha dimostrato che se in passato le cose non sono andate come avrebbero dovuto ciò era imputabile non ad un vizio della Costituzione e ad un conseguente obbligo del Parlamento, bensì ad un contesto politico che oggi anche i partiti che ne sono stati i principali soggetti dichiarano, velleitariamente o no (questo non importa), di voler superare. attualmente, abbiamo di fronte un' acquisizione opinabile; in materia di riforme costituzionali , tuttavia, non ci si può muovere sul terreno dell' opinabile. nell' emendamento in esame si legge: « di ogni procedimento a carico di un membro del Parlamento l' autorità giudiziaria procedente, terminate le indagini e prima dell' esercizio dell' azione penale, dà comunicazione alla Camera alla quale egli appartiene » . mentre in precedenza l' obbligo di informazione scattava appena inviato l' avviso di garanzia , ora invece le indagini possono svolgersi, per esempio, per un anno o più prima che giunga l' avviso di garanzia , precludendo in tal modo la possibilità di difesa. nel frattempo, l' avviso di garanzia può essersi trasformato in avviso di colpevolezza e ad un certo punto ci verranno presentati, magari per reati associativi, fascicoli di 40 o 60 mila pagine che dovremo analizzare rischiando di dare un giudizio di merito. d' altra parte, intendevo soltanto ricordare, signor presidente ed amici repubblicani, che personalmente ho espresso il mio voto contrario sul vostro subemendamento — in dissenso dal collega Cicciomessere — perché il nostro compito è quello di tutelare i parlamentari dal fumus persecutionis ; in quel caso si passa invece all' accertamento di un fatto penalmente rilevante. ma se dalle carte risulta che un giudice ha voluto intenzionalmente perseguitare uno di noi, deve essere messo in galera! in questo caso, siamo tutelati dal codice penale , non dalla norma che gli amici repubblicani hanno proposto! come vedete, il discorso sembrava molto assennato. in realtà, avremmo fatto un salto dal fumus persecutionis all' accertamento di un gravissimo illecito penale persecutorio. sotto questo profilo, non riesco a comprendere le considerazioni svolte al riguardo dal collega Biondi. ritengo che, allo stato dei fatti, il procedere ad una innovazione costituzionale per effetto della quale rischiamo di avere decine di migliaia di pagine di documenti, per cui comunque si creerebbe una situazione ulteriormente complicata e dannosa... e poi, con tutte le leggi che stiamo per approvare...! stiamo arrivando ad indagini « a fisarmonica » , che possono essere svolte in 30 giorni, 30 mesi, 3 anni. no! noi dobbiamo avere una Costituzione limpida, dura, che non dipenda dall' impazzimento legislativo di un regime che, per il momento, si difende non difendendo le leggi, ma modificandole continuamente, proprio perché incapace di difenderle. è per tali ragioni che, dinanzi a questa non azione, rappresentata dallo spostamento della richiesta dell' autorità giudiziaria al momento in cui siano « terminate le indagini e prima dell' esercizio dell' azione penale » , considero imprudente la disposizione proposta. si tratterebbe, a mio avviso, di un' innovazione non necessaria. pertanto, raccomando ai colleghi, nel pieno rispetto delle buone intenzioni della commissione, di votare serenamente un « no » , seppur opinabile, ad una proposta di innovazione che mi pare non necessaria e rischiosa da affrontare. no, no! chiedo di parlare contro. signor presidente , non ho difficoltà a dichiarare che se io avessi avuto dalla Camera l' incarico di relatore, che il collega Casini ha cercato di assicurare ed ha assicurato con tanto impegno, credo che avrei reagito come lui dinanzi a questo voto. tuttavia, ritengo anche che a questo punto ciò sia innaturale e sia una difesa oltre il richiesto, oltre il compito istituzionale che gli è stato affidato. lo ha svolto in modo egregio; abbiamo tutti ascoltato la ricchezza delle opinioni diverse. credo che la Camera a questo punto abbia maturato un suo orientamento. pertanto, ringraziando il collega Casini perché mostra ancora una volta con quanto rigore assume la sua funzione, dico però che occorre non eccedere, e che credo sia giusto, proprio per semplice moralità parlamentare, passare adesso al voto. possiamo andare avanti all' infinito! chiedo di parlare. chiedo di parlare per un richiamo al regolamento . signor presidente , la prima osservazione che intendo fare è che la Presidenza dell' Assemblea, che ha una continuità sul piano istituzionale ha deciso venti minuti fa di seguire una delle procedure regolamentari previste. il presidente di turno, onorevole Gitti, ha detto che sulla questione avrebbe dato la parola ad un oratore a favore e ad uno contro, e che eventualmente avrebbe allargato il dibattito, dopo di che avrebbe posto in votazione la proposta di sospensione della discussione sul provvedimento. è una delle procedure che si possono seguire. quindi c' è una premessa in tal senso e la continuità della Presidenza dell' Assemblea è un punto fermo del nostro regolamento. capisco che ci trovavamo in una situazione di grande confusione; infatti, molto opportunamente il presidente della Camera è venuto in Aula per aiutarci. la ringrazio anche per il suo invito alla prudenza, alla doverosa prudenza. vi è poi una seconda questione che attiene al merito. presidente, è vero che, non essendo stato approvato l' emendamento 1.34 della commissione, rimangono al nostro esame degli emendamenti che altrimenti sarebbero decaduti, ma è anche vero che su quegli emendamenti il Comitato dei nove e tutti noi abbiamo avuto ampiamente il tempo di formarci la nostra opinione. di conseguenza, riunire nuovamente il Comitato dei nove per ridiscutere un punto che quel comitato aveva ritenuto di poter superare attraverso la presentazione dell' emendamento 1.34 della commissione, è inutile: non ce l' hanno fatta; si è già cercato un escamotage, ma l' Assemblea non lo ha accettato. quindi, dal momento che siamo stati convocati per una seduta pomeridiana e notturna — il che non è frequente, nemmeno in periodi di ostruzionismo, perché in quei casi la seduta è unica — mi auguro che proprio per prudenza, per non avvitarci troppo nelle eccessive ricerche di saggezza di coloro che si innamorano del loro lavoro nel Comitato dei nove, e tenendo conto della maturità dell' Assemblea, si prosegua. chiedo di parlare per una precisazione in qualità di deputato, potevo augurarmi che il presidente, nella sua saggezza, non ritenesse opportuno e necessario entrare nel merito della questione. nel momento in cui lo ha fatto, ritiro la mia opposizione, perché non intendo minimamente logorare qualcosa che è patrimonio della nostra Assemblea, ossia la possibilità da parte del presidente di interferire in alcuni momenti delle nostre decisioni. accetto, quindi, il suggerimento del presidente. siamo in votazione! signor presidente , dal momento che non ho studiato molto il decreto legge in esame, ho seguito con attenzione i diversi interventi; ho ascoltato, in particolare, il compagno e collega D'Amato , nonché il presidente della Commissione bilancio, il quale ha confermato la puntualità delle osservazioni dello stesso collega D'Amato . ho ascoltato, altresì, le osservazioni del relatore, onorevole Botta, ad avviso del quale ci troviamo in un brutto guaio. giustamente il presidente della Commissione bilancio sostiene che forse potremmo tentare noi di mettervi d' accordo! la verità è che siete d' accordo, siamo d' accordo: dobbiamo sempre più andare a votare per appartenenza, magari per appartenenza ad un campo che mi è caro, come quello della responsabilità generosa, anche quando questa responsabilità non corrisponda alle appartenenze a partiti o a gruppi di elezione e di interesse. signor ministro Facchiano, quando lei era ministro dei beni culturali — debbo dargliene atto — è intervenuto a Teramo proprio nella direzione auspicata dagli ambientalisti: da Gianni Di Pietro , che è sicuramente un ambientalista, da me, da Piuccio Rapagnà e da tanti altri. quindi, che non vi sia da parte nostra, e soprattutto da parte mia, un malanimo o una sensazione di felicità di cui gode l' oppositore in presenza delle difficoltà della maggioranza, è un fatto che risponde a verità. vorrei fare una guasconata, se non un' « abruzzosata » , e dire: « bene, sono nemico, sono oppositore, ritengo che sia bene che Giuliano Amato se ne vada via di corsa e che sia aiutato ad andarsene, per il bene suo e nostro; ritengo che si debba lavorare seriamente in queste ore per preparare prospettive più adeguate ma, in fondo, vorrei votare... » . mi convince invece a votare contro, oltre alle argomentazioni giustissime illustrate dal compagno e collega Rapagnà, proprio quello che ha detto la collega repubblicana un momento fa. la collega ha parlato di « partito » , non di « gruppo » repubblicano ed ha asserito che il partito repubblicano non vuol far pagare alla gente... questa è proprio l' immagine del moralismo del partito repubblicano e del suo segretario, il quale dà lezioni a tutti, di opposizione e di Governo, di rigore, di intransigenza e poi, alla fine, una sua rappresentante è l' unica che si è espressa di fatto sostenendo: « siamo d' accordo, spendiamo, così potremo dire agli elettori di essere stati determinanti ai fini dell' attribuzione dei fondi » . prima ancora di Rapagnà, all' epoca del terremoto dell' Irpinia mi pronunciai — badate bene, a quell' epoca! — contro gli stanziamenti previsti, sostenendo che avevo terrore di quello che avrebbe rappresentato per l' Irpinia, per il Mezzogiorno e per la politica italiana un consistente finanziamento a favore di queste nostre terre, che mi sono vicine. tra l' altro, sono eletto al Parlamento europeo nella circoscrizione meridionale. credo che anche i colleghi britannici all' epoca si stupirono, abituati come sono a difendere la loro circoscrizione. io chiarii che difendevo la mia circoscrizione. poi abbiamo avuto la Commissione Scalfaro... vorrei dire all' onorevole Tancredi che l' apologia di se stesso ... io voto contro questo decreto e mi assumo la responsabilità rispetto alle donne, agli uomini, ai paesi, agli elettori, di spiegare perché è più onesto votare contro! non sono un repubblicano della serie La Malfa junior e non dico certe cose senza poi pagarne le conseguenze. di alcune cose, a questo punto, devo darvi il vantaggio, devo darvi almeno la possibilità di andare a dire — come dirà Tancredi e, forse un po' meno, Gaspari — : « sti soldi qua ve li ho fatti avere io! » . nell' immediato si tratta di un confronto difficile da sopportare; ma se noi non saremo i primi a cominciare a pagare tutto questo ed a sostenere che a nostro avviso certo denaro è « male » (non per moralismo o falso puritanesimo, ma perché crediamo davvero che il nostro sistema così com' è, partitocratico e colabrodo, in realtà difficilmente farebbe altro che costringere Rino Nicolosi, me ed altri ad avere a che fare con una realtà ancora più corrotta, che ci « fa » , invece che essere fatta e mutata da noi...), se io non pagassi questo prezzo, davvero sarei ridotto ad un certo tipo di sinistra storica , trasformista, moralista, crispina che, di volta in volta, è molto amata dal Tg3 e da tutti i moralisti di sinistra e di destra, privi di moralità politica. quindi voteremo contro. vorrei solo dire, rispetto all' apologia di se stesso e delle male opere, che se avessi sentito dire certe cose (negli anni Cinquanta avevamo tutti una cultura un po' diversa e se poi negli anni Sessanta abbiamo fatto alcune cose — non le abbiamo fatte — era perché quella era la cultura del nostro tempo, tranne piccole minoranze), allora avrei rispetto di tale ragionamento. ne avrei un rispetto profondo, anche se dovrei poi magari rivendicare che non io personalmente, ma che radicali erano quelle minoranze che quegli avvisi lanciavano dalle colonne de Il Mondo , o di altre componenti culturali e politiche del nostro paese inascoltate. onorevole, amico e collega Tancredi (Gianni di Pietro mi ha aiutato ma esitavo perché stavo dicendo: « onorevole e amico » : è veramente tale il collega Tancredi), ti risponderò facendomi carico di inviare a tutti i colleghi, nelle rispettive cassette postali, la fotocopia di uno splendido articolo del democratico, del democratico cristiano , del parlamentare europeo democratico cristiano , del grandissimo scrittore meridionale e anche abruzzese che risponde al nome di Mario Pomilio (amico suo e amico mio!). egli, proprio un anno prima di scomparire e due mesi prima di morire — questo suo scritto comparve su una rivista che Tancredi conosce bene — ebbe a scrivere testualmente che « quando rientro a Teramo, tornavo e torno in quest' Abruzzo, sento d' un tratto un vuoto, un orrore, un' angoscia perché vedo che noi abbiamo fatto quello che nemmeno la borghesia fascista aveva fatto culturalmente e politicamente delle nostre città, delle nostre terre, sul piano del vilipendio, sul piano della distruzione dell' anima e dell' animo stesso della città di Teramo e delle altre nostre città » . quindi, risponderò in questo modo a quella apologia. devo dare atto che in quei banchi rappresentate in fondo non solo due generazioni, ma anche due diverse tendenze. devo dire che « zio Remo » (è il ministro Gaspari) è un antifaraonico: si è mosso con le scarpe grosse ed il cervello fino, diffidente — caro Tancredi — rispetto alle eccessive voglie di cementificare, di lasciare grandi opere dietro di noi. solo che « zio Remo » , se non ha fatto quel disastro lì, ne ha fatto un altro: ha cementato un gruppo dirigente che dopo di lui arriverà e che credo non sia all' altezza di rinnovare un bel niente! signor presidente , la ringrazio della pazienza con la quale mi ha ascoltato e ribadisco che voterò contro questo decreto per i motivi che ho detto. ringrazio inoltre Pio Rapagnà per il fatto di riuscire a coniugare, in modo e o a chiaro, coraggioso e responsabile, la sua anima di lottatore, di organizzatore sociale e di compagno che continua a lottare anche nella strada, pur stando qui, con il rigore della destra storica e di colui che a questo punto sa che il danaro dello Stato non può essere speso illusoriamente a fini sociali nel momento in cui invece questi non sono tali. c' è il grande insegnamento che ci portò a rivendicare quei banchi nel 1976, dicendo proprio: poiché la destra storica è per noi un elemento di grande attualità, rivendichiamo di sederci sui banchi di Romolo Murri e della Estrema! Tancredi, ti rivolgo anche da qui l' invito: basta; a Teramo possiamo assieme edificare alcune cose se smetterete di volere imporre ai ministri, che non le accettano, (né il nuovo ministro dell' Ambiente , né gli altri) delle testarde aberrazioni da « costruttori Solnes » di periferia. Ibsen non è abruzzese (lo è Silone), e quindi tu da « ibseniano » vuoi fare il « costruttore Solnes » di non so che cosa e farai finire Teramo e anche noi (ha ragione Rapagnà) come finisce il costruttore Solnes, in una civiltà luterana e puritana che non è la nostra. quindi, voto contro e devo dire che capisco la richiesta di rinvio del relatore. scusate, stiamo parlando di questo decreto perché abbiamo rinviato l' altra questione e l' abbiamo fatto, in regime di calendario, perché ne avevamo già rinviata un' altra! dico anche ai colleghi del Pds che sarei più esigente rispetto alla richiesta del mero rinvio. perché su questa storia che sui decreti di spesa alla fine non riuscite mai, da 20-25 anni, a trovare la forza di dire « c' è un costo, ma ci chiamiamo fuori, votiamo contro la costituzionalità » — non l' avete fatto. ma dovevate farlo l' altro giorno — , forse c' è da riflettere insieme. può darsi che abbiate avuto sempre ragione voi e che quindi noi dobbiamo tornare sulle vostre posizioni. può darsi che invece abbiate avuto torto e sarebbe il caso, sui decreti di spesa, di avere qualche volta il coraggio di votare contro. chiedo di parlare per un richiamo al regolamento . signor presidente , colleghi, a me spiace se la seduta termina in questo modo... se riconosco bene le voci, mi pare che il collega Bossi per una volta perda l' occasione di tacere, perché se mi lascia parlare... dicevo che la seduta termina: ho utilizzato il presente, non ho detto « è terminata » ! Bossi, se vuoi avere ragione per forza, va bene , però ci sono gli stenografi, che hanno senz' altro riportato la frase « la seduta termina » . intendevo proprio esprimere un tempo indeterminato , per questo ho utilizzato il presente. la seduta termina sicuramente in un modo che non rende soddisfazione a nessuno, 10 immagino. volevo sottolineare, signor presidente , che con la sua decisione (a mio avviso legittima, ma fortemente inopportuna — e chiedo scusa — ) per la seconda volta la Presidenza dell' Assemblea si pronuncia in un determinato modo. una prima volta è accaduto ad opera del presidente della Camera . adesso ci troviamo di fronte per la seconda volta ad un intervento, frutto della saggezza presidenziale, che entra in realtà nel perimetro del merito dei provvedimenti. mi auguro, presidente, che lei si renda conto che ciò può accadere tre-quattro volte in una legislatura, non due volte nella stessa seduta! proprio perché noi vogliamo nutrire il dovuto rispetto, si debbono evitare le incursioni della saggezza e della prudenza presidenziale in un settore che ad essa non è proprio. se poi l' Assemblea protesta, lei deve anche comprendere che tale fatto non può essere attribuito a malanimo né ad immaturità, ma che si tratta di dissenso politico. me lo consenta. presidente, ma si è verificata una strana vicenda. ci troviamo di fronte ad un decreto legge del Governo che da uno stanziamento di oltre 400 miliardi passa ad uno di più di 600, e si tratta sempre del testo del Governo. a questo punto abbiamo sentito il ministro dire, io credo per la prima volta in vent' anni , che siccome si era registrato un incremento nell' esborso, che passava da 400 a 600 miliardi, egli era contrario. ho ben inteso, ministro? è un fatto nuovo! è chiaro, ministro, che lei non poteva dire di essere contro. lei può dire di voler approfondire, ma quando si capisce che il Governo è contro, dobbiamo ricominciare il lavoro da zero per tornare da 600 e rotti miliardi a 400. presidente, ecco perché credo che i colleghi della Lega Nord tutelino i nostri diritti o i doveri di tutti nel momento in cui non accettano facilmente questa decisione. ci troviamo dinanzi ad un atteggiamento del Governo di tale natura, dinanzi al fatto che viene a cadere la contestualità del voto prevista dal regolamento. certo, lo ripeto, a mio avviso lei ha in proposito una prerogativa presidenziale, e l' ha usata; ma non bisogna logorarla! comunque, esprimo davvero vivo rammarico, perché questa sera abbiamo assistito a due fatti: un certo logoramento della giusta autorevolezza della Presidenza attraverso due atti successivi e la perdita di un' occasione politica importante. infatti, se avessimo votato, avremmo semplicemente riscontrato la mancanza del numero legale . signor presidente , volevo semplicemente dire che mi è sfuggita la prudenza di tutto questo, perché i colleghi della Lega Nord , che cominciano a lavorare bene con il nostro regolamento, si sono assunti la responsabilità di avanzare la richiesta di votazione qualificata anche sugli emendamenti. quindi, se non si fosse intervenuti, fra cinque minuti avremmo votato e, in base alla richiesta della Lega Nord — che è opportuna e rappresenta l' esercizio di un diritto — avremmo constatato la mancanza del numero legale . di conseguenza, la seduta sarebbe stata rinviata alla giornata di domani, come si voleva. ecco perché mi sono permesso di esprimere il mio rammarico per quanto è accaduto. scusatemi la presunzione, ma ho voluto chiarire meglio alcuni punti perché mi pare che nel vostro lavoro vi siate mossi su un piano di attiva responsabilità procedurale. volevo però sottolineare che a questo punto, dopo quello che ha detto il relatore. ripetendo tra l' altro affermazioni già fatte ieri, e avendo ascoltato altri interventi, nonché le affermazioni del collega D'Amato e del presidente della Commissione bilancio, forse la saggezza e la prudenza, presidente, avrebbero suggerito di tagliare corto e di andare ai voti.