Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 273 - seduta del 09-11-1993
Adesione dell'Italia al patto atlantico
1993 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 197
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , ministri, voglio condividere anch' io la speranza, la certezza che il presidente del Consiglio ha voluto esprimere, secondo cui l' aspirazione diffusa, profonda di rinnovamento politico, morale e civile prevarrà contro ogni rigurgito del passato, anche se certamente in questi ultimi giorni ancora una volta abbiamo visto quanto aspro e rischioso sia il cammino se è vero che ci siamo trovati di fronte al tentativo di colpire la più alta autorità dello Stato, di fronte alla doverosa, ferma reazione del Capo dello Stato ; doverosa, dico io, ma anche drammatica, così come è stata vissuta da milioni di cittadini. non so se si possa parlare di un' occulta regia o di una manovra volta deliberatamente a destabilizzare le istituzioni. per parte sua la magistratura intende accertarlo e mi sembra che sia stata scelta giusta aprire un' indagine in questo senso distinta da quella, egualmente necessaria, per condurre in profondità la ricerca della verità sui fenomeni di corruzione e di peculato che hanno riguardato il servizio segreto civile. ripeto, non so se si possa parlare di un « partito del non-voto » che agisce nell' ombra; con il che comunque non si vorrebbe dire che tutti quelli che non vogliono votare presto tramino contro la Repubblica; è un sillogismo imperfetto onorevole Bianco. non lo so; però è ben certo che gli uomini dei quali parliamo, che ella ha definito malfattori, non sono un gruppo di sprovveduti: sono alti funzionari che hanno ricoperto responsabilità rilevantissime nella Pubblica Amministrazione , in apparati dello Stato. credo che essi conoscano assai bene le leggi (magari per violarle) e la Costituzione, e non li vedo ignari delle conseguenze di quelle accuse, neppure della conseguenza più devastante, quella di una delegittimazione del Capo dello Stato proprio nel momento delicatissimo nel quale il presidente della Repubblica ritiene — non per volontà di alcuni partiti, ma per la propria volontà, così come è stata annunciata — che si avvicini il momento di attuare quella riforma elettorale che gli italiani hanno voluto con un referendum, che il Parlamento ha varato, nel bene o nel male (noi ne volevamo un' altra, ma le Camere sono state sovrane), e che, come ha detto l' onorevole Scalfaro, è stata fatta non per essere tenuta in un cassetto, ritenendo egli che il processo che si è aperto con il referendum non sia compiuto con l' approvazione della legge, ma con le libere elezioni. queste ultime debbono garantire, attraverso la formazione di una nuova rappresentanza con le nuove regole volute dai cittadini, quel passaggio democratico che è essenziale non per avere un Parlamento legittimato (questo argomento non ci appartiene), ma certamente per restituire vigore e credibilità alle istituzioni e per colmare quel fossato che si è creato tra istituzioni e cittadini che pure è una realtà politica, della quale nessun democratico può non tenere conto. abbiamo messo e mettiamo in primo piano l' esigenza di una garanzia istituzionale per aprire una nuova stagione democratica, di combattere contro tentativi volti ad ostruire, facendo cadere le macerie del vecchio sistema, l' unico cammino, quello delle elezioni presto per ridare forza alla democrazia. l' avere tuttavia posto innanzitutto questa esigenza non ci impedisce affatto di sottolineare l' altra, essenziale necessità, quella di fare chiarezza, di accertare le responsabilità (quelle penali in sede giudiziaria, quelle politiche delle sedi proprie) per quei fenomeni di corruzione, deviazione ed inquinamento che hanno riguardato i nostri servizi di sicurezza . non è la prima volta nella storia del nostro paese che ci troviamo di fronte a fenomeni di questo tipo né penso che questo episodio di corruzione, sia pure così rilevante, sia stata la più grave deviazione dei nostri servizi. tuttavia, anche in questo caso occorre accertare le responsabilità politiche . è vero, come hanno sottolineato alcuni colleghi e poc' anzi l' onorevole Piro, che qualche aspetto merita di essere chiarito anche dopo il suo intervento, signor presidente del Consiglio , in particolare in relazione a possibili interventi politici per consigliare un occultamento della verità di fronte ai magistrati. vi sono poi responsabilità politiche da comprendere meglio, per lo meno in ordine al rapporto fiduciario con quella che qui è stata giudicata una banda di malfattori, rapporto fiduciario che è proseguito anche oltre la responsabilità occupata da questi signori nel Governo del servizio segreto civile. la mia convinzione è che vi sia qualcosa di più profondo, di più radicato, di più antico. questo episodio di corruzione è, appunto, solo un episodio. all' origine di queste deviazioni, però — sottolineo questo aspetto, perché mi sembra un problema essenziale della riforma — , vi è stata per decenni una malintesa concezione dell' interesse nazionale . lo ha detto qualche sera fa, in modo acuto, l' onorevole D'Onofrio , nel corso di un dibattito televisivo al quale partecipavo. i servizi di sicurezza , cioè, hanno avuto un rapporto non limpido con il ceto politico dominante, pure perché, nel clima e nella logica della guerra fredda , loro funzione è stata anche quella di contrastare un nemico interno, di vigilare contro la possibilità di un cambiamento democratico e di un mutamento di assetti politici del paese. ed è questa concezione, questa mentalità, questa idea della funzione dei servizi che sono state all' origine di tanti fenomeni di deviazione e di collusione con trame eversive. oggi la questione ci appare soprattutto come una grande questione politica, non perché non si debbano accertare le responsabilità del passato, sotto il profilo sia storico, sia — per quanto abbia ancora rilevanza penale — delle responsabilità personali. certamente, però, ciò che è essenziale è voltare pagina, è — prima ancora di una riforma di moduli organizzativi — una radicale riforma di mentalità sulla funzione di questi apparati, che non possono che essere al servizio di una nuova stagione democratica del paese, anziché rappresentare un residuo del passato. anche per questo, ritengo che la vicenda dei servizi sottolinei con molta chiarezza l' esigenza di introdurre nella vita politica italiana quel passaggio, quella cesura, quella soluzione di continuità che può essere rappresentata dal voto, dal dare ai cittadini la possibilità di esprimere una nuova classe dirigente . lo dico con serenità; e certamente in nulla vogliamo confonderci con le minacce, con la demagogia che viene da altre parti politiche, la cui cultura antidemocratica non ci appartiene. noi non abbiamo delegazioni da ritirare: sappiamo che questo è un libero Parlamento eletto dai cittadini e non una somma di delegazioni di partito. e stupisce che espressioni di questo genere vengano dai campioni della lotta antipartitocratica. non abbiamo delegazioni da ritirare: dobbiamo, però, ribadire con serenità e con fermezza che ogni giorno che passa ci rafforziamo nella nostra convinzione, secondo cui quel compito gravoso e difficile di transizione che il suo Governo si è assunto finisce il 21 dicembre. dopo non ci sono altri governi, non ci può essere spazio per manovre; dopo ci sono le elezioni! quello che i cittadini vogliono è poter votare e dare all' Italia una nuova classe dirigente . garantire questo svolgimento è anche compito del suo Governo: se comprendo che esula dalle sue possibilità costituzionali annunciare una data, è anche compito suo garantire questo svolgimento, nell' interesse della democrazia italiana.