Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 273 - seduta del 09-11-1993
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1993 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 265
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , signori ministri, dico subito che metto nel conto di una dimenticanza o di una lettura inadeguata, facilitata però dalla debolezza del testo, se quanto evocato nel finale dell' intervento del collega Piro non sarà in questa sede o in altra equipollente immediatamente ripreso e chiarito. è indubbio cioè che, se si fosse realmente tenuta la riunione cui alludeva Franco Piro, nella quale si sarebbe tentato di condizionare le future ricerche della verità oltre a quelle attuali, si tratterebbe di un fatto straordinariamente grave, anche se ritengo che questo regime sia stato sul piano tecnico-giuridico assolutamente criminale e che abbia operato all' 80 o al 90 per cento all' interno del crimine, della violazione di legge, sul piano tecnico. la mia non è mai stata una criminalizzazione morale. mille volte in quest' Aula, con Melega ed altri, abbiamo sottolineato che il regime aveva finito per acquisire, di sua propria necessità, il carattere di una serie di associazioni a delinquere che dovevano sostenersi l' un l' altra, perché non era possibile farlo rifacendosi ai valori, alle scelte di Riccardo Lombardi, di Ugo La Malfa , di Lelio Basso, dei migliori e non alle degenerazioni degli eredi. sono scelte che si pagano, nella storia, e che possono rivelarsi buone o cattive. allora non mi meraviglierei affatto che, una volta operate quelle scelte, questo fosse — e ritengo che probabilmente tale tipo di riunioni sia stato, sotto presidenze socialiste, democristiane e di ogni genere — affare di tutti i luoghi e di tutti i giorni. ciò non toglie che, se riusciamo a mettere le mani su una di tali riunioni, dobbiamo fare l' impossibile per tirare anche questo bandolo della matassa e punire i responsabili. personalmente non ritengo sia vero, ma questa mia personale opinione vale la diversa opinione degli altri. è vero, infatti, che le cose si sono sviluppate in modo tale che voi, in questo Parlamento, in questa istituzione, anche in quest' ultimo anno e mezzo... qui mi permisi un garbato richiamo perfino al Capo dello Stato quando, durante il Governo Amato, si accettò il principio che fosse sufficiente l' invio di un avviso di garanzia ad un ministro perché questo ministro dovesse andar via. allora dissi in quest' Aula che, se si fosse convalidato questo principio, prima o poi si sarebbe arrivati ad avere tre persone che avrebbero chiamato in causa il Capo dello Stato o altri... approvai invece l' atteggiamento — diverso da quell' infausta tendenza, richiesta dalla demagogia sfascista delle opposizioni, ma con profonda connivenza e debolezza morale da parte di tutti — tenuto relativamente ad un caso verificatosi nell' ultimo periodo del Governo Amato e ad un altro dell' inizio del Governo Ciampi. quanto immaginavo è accaduto, ed era facile prevedere che questo si sarebbe verificato in un luogo nel quale vi è l' aberrazione provinciale (che stiamo pagando in modo chiarissimo, poiché il provincialismo fa ritenere che l' Italia sia all' avanguardia della storia) dell' obbligatorietà dell' azione penale, per cui basta una denuncia anonima alla procura che si sceglie, al sostituto procuratore di turno quel giorno, perché immediatamente diventi un atto dovuto l' invio di un avviso di garanzia . mi auguro si tenga presente che negli ultimi due anni tutti vi siete comportati in modo tale che la parola di un assassino, di un pentito... eravamo molto soli, un tempo, e l' allora presidente Ingrao un giorno, a proposito di tale questione, disse che noi quattro eravamo più pericolosi delle Brigate Rosse , perché rischiavamo di assestare allo Stato colpi ancora più intimi e definitivi quando affermavamo che si assestavano appunto colpi mortali allo Stato nel momento in cui — invece di recepire in modo anglosassone l' istituto relativo al ravvedimento operoso , che noi già avevamo nei nostri codici — , si introduceva, come è stato fatto — con esempi clamorosi, irrintracciabili nella civiltà anglosassone — , il principio secondo il quale potevano usufruire delle « premialità » solo coloro che avevano commesso o che millantavano decine e decine di assassini. questi, infatti, erano privilegiati e potevano presto tornare ad essere donne e uomini liberi! scusate se ho voluto ricordare il contesto: non ho mai messo sullo stesso piano il caso Tortora ed altri, ma voi lo avete fatto, le istituzioni lo hanno fatto. allora, se queste sono la giurisprudenza e la prassi, è evidente che non può bastare al paese — può bastare a me personalmente, ma non in quanto deputato — che si dica che da una parte c' è il mestiere di uno spione e dall' altra la parola, la limpidità, la storia, nella fattispecie addirittura del Capo dello Stato oltre che di altri ministri e di altre persone. non lo si può dare per scontato, anche se dobbiamo lottare perché si torni a poter dare per scontato che la parola di qualcuno che per sessant' anni ha dimostrato di saperla onorare non possa a priori essere messa sullo stesso piano, come si fa in Italia, di quella di qualcuno la cui professionalità consiste proprio nel saper mentire, saper provocare, saper destabilizzare. di qualcuno il cui giuramento di fedeltà, nella pratica, è un giuramento doppio o triplo (nell' ambito del quale lui stesso non potrebbe che impazzire, ove volesse avere chiarezza). perché? perché, signor presidente del Consiglio , a parte questa specifica attesa che confesso, che ammetto e che si aggiunge, quindi, alla richiesta avanzata dai compagni del gruppo socialista, i quali, attraverso Franco Piro, hanno sollecitato maggiori informazioni e maggiori valutazioni in proposito, vorrei dire, quanto al resto, qualcosa di così banale da non aver avuto ingresso nel nostro dibattito. noi non abbiamo venti o trent' anni di degenerazioni dei servizi segreti , ma un periodo ben più lungo. senza soluzione di continuità, dallo Stato fascista a quello che ne è stato l' erede in nome dell' antifascismo — che ne è stato non l' alternativa, ma l' erede storico per mezzo secolo — è continuata la storia per la quale i fratelli Rosselli sono stati assassinati grazie ai servizi segreti italiani, alleati nella ricerca a quelli francesi, agli uomini della Cagoule. se ne sono sempre occupati, risultando i più efficaci; molto più efficaci nell' assassinare, i propri compatrioti, i propri compatrioti nel distruggere ed ammazzare nella propria terra, che altrove o di fronte ad un nemico esterno. abbiamo, poi, un' altra caratteristica. nel nostro paese, in questi trent' anni di storia, la sinistra italiana è stata almeno altrettanto tributaria della corruzione dei servizi e se ne è almeno altrettanto « avvantaggiata » quanto il centro e la destra. signor presidente del Consiglio , è possibile che tutta la stampa italiana — lei di tali questioni era poco appassionato, anche per ragioni di mestiere — non ricordi che cosa è accaduto, come salto di qualità — si fa per dire — , nel nostro paese, con Enrico Mattei, e poi con Cefis, l' Agip e via dicendo? in quel caso il salto è stato immenso; per il bene della patria si è cominciato ad acquistare partiti o a prenderli come taxi, si è ideologizzato. da quel momento, d' un tratto, bastava guardare ai concessionari magari dell' Agip, in Lombardia, o a quelli della FIAT a Roma e nel Lazio, con riferimento ai quali si sarebbe potuto riscontrare la presenza di congiunti immediati e di nomi di copertura di generali come Allavena. e questa, negli anni 60, ha rappresentato una regola furibonda: mi riferisco non solo al congresso repubblicano di Ravenna, non solo, per anni, alla pubblicità redazionale — cioè alla forma di corruzione più aperta ed evidente sotto quella voce — che voleva 180 milioni (annuali, cioè clandestini) di pubblicità redazionale al solo Paese Sera , 150 milioni all' anno per Lo Specchio di Nelson Page, 170 milioni di allora al La Voce Repubblicana ... per anni si è avuta l' impossibilità di lotte sindacali nelle aziende pubbliche attraverso la mobilitazione dei servizi contro i sindacalisti del SILP! ad esempio, Bracale ed altri: fatti che risalgono a trent' anni fa, ma sono pur sempre appuntamenti che vengono, nella storia. mi riferisco a quando l' Eni e l' Agip erano al centro delle vicende di De Lorenzo e tutto il resto. d' un tratto, adesso, quando si va in Canada e si trovano alcune cose — come si sente all' antimafia ed altrove — , nessuno ricorda che magari lì, ha operato benissimo Cefis e che probabilmente Verzotto è passato di là. tutto questo è rimosso perché la sinistra, quanto il centro e la destra... di più: l' operazione Milazzo, la nascita del PSIUP, i rapporti di certi compagni personalmente con Cefis e gli altri, ed i finanziamenti mensili e straordinari (assieme a quelli di Praga sui carri armati ...), l' inquinamento, alla fine degli anni 60, e quindi il gioco composito della realtà dei ministeri dell' Interno di allora con gli uffici affari riservati e quel gastronomo già allora raffinatissimo, collaboratore de L'Espresso , mi pare, il D'Amato , che era abilissimo sin da allora a « cucinare » stragi e non stragi e le verità: e c' erano poi molti altri. vedete, mi pare che in ogni ricostruzione giornalistica, settimanale, politica, tutto questo manchi: come nasce Peteano. e quante decine e centinaia di magistrati siano stati necessari. non parlo dei cinque o sei di cui facemmo i nomi che conoscevamo, della procura della Repubblica di Roma, che riuscirono poi grazie alla loro immunità ed impunità, facendo cause civili ai giornalisti, ad avere 700-800 milioni di danni quindici anni dopo. decine e centinaia di magistrati, i più alti, oggi (perché si fa carriera in questo modo), sono coloro che non hanno visto e non potevano vedere nelle stragi, nei denari e nelle Tangentopoli! se vi è una massoneria è certamente questa, nel caso Cirillo ed in tutti gli altri. ma la lettura di ciò come forza controllata... scusate, ma dal 1976 al 1979 tutto questo avrebbe dovuto essere controllato dal carissimo amico Pennacchini, della Dc, e dal carissimo nemico o compagno Pecchioli, quale vicepresidente in quegli anni. già allora dicevo che ci veniva da ridere: Pennacchini che cercava di capire che cosa facessero gli spioni! ma la gestione militare, con i suoi compiti di controllo da parte di Pecchioli, fu da noi denunciata allora e vi fu lucidità dinanzi ad una P2 che era anche accolta di patrioti (tutti i massimi generali dell' esercito). c' era una volontà di compromesso storico non con la « marmellata borghese » , ma con le forze interne al regime che erano capaci di razionalizzarle: si trattava di militari, di imprenditori e di altri. quindi, in quel momento, Pci, P2, « P-Scalfari » , come costantemente avvenne sulla vicenda D'Urso ...! credo, presidente, di essere ormai giunto al termine del tempo che mi è dato. chiedo scusa se ancora una volta l' unico pertinente contributo che ritengo debba essere offerto per conoscere noi stessi ed i fatti è dire che non a caso oggi la magistratura italiana, l' ordine giudiziario unanime — tranne rarissime eccezioni — , come fa da trent' anni , non persegue i reati politici in senso tecnico (non quelli che sono politici e che non può perseguire). mi riferisco agli attentati ai diritti civili e politici dei cittadini, alle attività sovversive, a tutta quella gamma di reati che costituiscono, per le repubbliche democratiche, il momento più sacro della difesa della legge e della legalità delle istituzioni: mai una volta! altrimenti si tratterebbe di reati da ergastolo. non so se i nostri presidenti delle assemblee e le nostre assemblee stesse, di fronte al caso Moro, non siano stati responsabili in sede tecnico-giuridica di alto tradimento, sottraendo allora al Parlamento il diritto dovere di esercitare il controllo, l' indirizzo e la vigilanza mentre il collega Moro, per cinquanta giorni, uno dopo l' altro, era condannato a morte e all' agonia, mentre si erano sciolte le Camere a favore di quel direttorio di partito, quel Gran Consiglio dei partiti nel quale gli altri erano presenti solo come echi, ma che erano costituiti da grandi galantuomini come Zaccagnini e soprattutto, poi, Berlinguer e gli altri. la gestione morale, tattica e politica dei servizi è venuta attraverso quell' unità nazionale , nella quale la capacità di controllo e di influsso di una forza come il partito comunista era l' unica che ciò potesse assicurare ed assicurò, con profondi errori strategici sul piano storico. queste cose dovranno pur venir fuori! signor presidente del Consiglio , alcune delle riforme qui prospettate saranno discusse nella sede acconcia, ma vorrei sottolineare che le misure che ci ha preannunciato vanno almeno in parte nella direzione delle nostre richieste tradizionali: ritenere che la segretezza è pericolosa allo Stato oltre che ai cittadini, ritenere che le zone franche da regole scritte o da controlli sono pericolose ai fini dell' efficienza della stessa funzione che in quel modo ci si è illusi di tutelare. come per mille altre cose, cari colleghi , la verità è che non si può sperare che accada nel nostro paese qualcosa di nuovo — e non di peggio — fino a quando sarà occultata la verità storica. Cossiga minaccia costantemente di « aprire gli armadi » , ma non lo fa; naturalmente poi sono tutti legati uno ad uno: Cossiga, Pecchioli... tutti gli attori di quei periodi, dei decenni precedenti, degli anni in cui si poteva indifferentemente chiedere magari che il Kgb nella sua componente « buona » ci aiutasse contro « i cattivi » interni. la sera si andava a cena a Trastevere con i tre capi di Stato maggiore delle forze armate e con i tre capi dei servizi, la mattina invece ci si tutelava chiedendo se sette o otto nostri ragazzi non avrebbero potuto essere istruiti un po' meglio dal Kgb. cose da ridere, cose da piangere, ma che devono venire fuori! vi è dunque la necessità di riforme. ma il problema è anche il rischio di un rilancio della partitocrazia attraverso quell' insulsa legge che avete voluto imporre al paese una legge di « mammozzi e poliponi » (né uninominale né altro), destinata a distruggere il prossimo Parlamento. nel paese gli unici che nell' assenza di politica possono assicurare un minimo di continuità e di ordine — per radicamento nel territorio — sono il Pds ed i magistrati: proprio il tandem di coloro che hanno il massimo da voler nascondere sulle cose che in buona fede , per salvare la patria, hanno realizzato fra il 1975-1976 ed il 1982-1983. questi richiami servono anche a sottolineare che oggi vi è il terrore di fare la storia degli anni Sessanta e dell' inizio degli anni Settanta : si sa che una volta Eugenio Cefis è stato dieci ore a Milano, poi non si sa più nulla; degli altri (Romiti e così via ) non si sa niente: sono stati dieci ore a Milano, ma niente risulta su cosa si siano detti. niente fughe istruttorie, niente seconde convocazioni, tutto a posto! Cagliari e gli altri, in realtà, si sono trovati vittime di un sistema edificato dall' ordine giudiziario, grazie a quella giurisprudenza profondamente illegale secondo la quale tutti gli enti (che ho già richiamato) dovevano rispondere in sede di diritto civile come società private per azioni e non come società pubbliche, con riferimento alle norme in rapporto alle quali si è sviluppata Tangentopoli. balbetto ancora, signor presidente del Consiglio , ciò che vado sostenendo per l' economia e per gli altri impegni di altro tipo: occorre alzare il tiro, scegliere le rivolte sociali, fare cose impopolari per non essere antipopolari — certo mettendoci nelle mani non solo del popolo, ma anche dei demagoghi e degli sfascisti — ; occorre alzare molto di più il tiro, che si tratti dei servizi, dell' economia o dell' accertamento delle leggi criminali (e non solo dell' uso criminale delle leggi che sono state votate). certo, noi non siamo badogliani del regime; siamo stati opposizione. partitocrazia, regime e via dicendo; abbiamo avuto un' intelligenza storica che ci ha aiutato a vedere le cose, e quindi oggi possiamo dire, signor presidente , presidente del Consiglio , che avevamo visto tanto bene che ritenevamo essenziale che in questo paese le istituzioni per un minimo avessero un loro organo, una radio. « radio istituzioni » , radio democratica, l' unica che conosce l' Italia, « radio Parlamento » è spenta in quanto tale; chiude alzando il tiro, ma il fatto è che chiude Radio Radicale , e la Rai-TV riporta ancora meno del dibattito: nessuna garanzia, nulla, a nessun livello. anche se questi dibattiti fanno audience, il riflesso è niente; che cosa abbia detto Ciampi lo si deve leggere attraverso una mediazione di giornali i cui direttori o i cui servizi giudiziari erano già presenti nel 1976 o al tempo dei casi Cirillo, D'Urso , Giorgiana Masi , e comunque sono legati a quelle storie. termino dicendo che forse l' unica cosa che sta diventando segreta è la vita delle istituzioni, del nostro Parlamento e anche del Governo. mi auguro che vi facciate carico — non saremo noi a farlo — di « radio Parlamento » . oggi è arrivata a 13 giorni « radio gente » con uno sforzo tecnologico e di lavoro enorme. con oggi più di 100 mila messaggi-minuto sono stati registrati e sono patrimonio di guano, ma anche di popolo, e piuttosto fertile e importante. può darsi che arriveremo a 200 mila e poi avremo ottenuto quello che i servizi segreti molto spesso hanno voluto ottenere: che tacessero le voci libere e pericolose. credo che « radio Parlamento » fosse più libera e pericolosa di chiunque altra. chiedo al Governo di dedicare anche qualche pensiero e qualche tempo di attività, senza che noi si faccia questue, a riaprire « radio Parlamento » .