Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 26 - seduta del 20-07-1992
1992 - Governo I Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 106
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , non è il momento delle recriminazioni e delle accuse violente nelle quali l' estremismo delle parole è destinato a coprire il vuoto di progetto e di azione. tuttavia, questo atroce assassinio del giudice Borsellino e della sua scorta, a poche settimane dalla strage di Capaci, ci dice che siamo assai vicini al collasso dello Stato. la crisi morale, il deficit finanziario, le volontà di rottura dell' unità nazionale che si manifestano in alcune forze politiche , la forza militare di Cosa nostra che sottrae interi territori al controllo dello Stato, tutti questi fattori intrecciati insieme mettono in discussione la struttura della nostra democrazia. siamo ad un bivio. il riflesso autoritario può essere sconfitto, la crisi può essere superata, ma ad una condizione: che la democrazia cessi di presentarsi come imbelle formulario di regole e di progetti destinati a navigare nel vuoto. Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, la donna e gli uomini delle loro scorte non saranno caduti invano solo se la democrazia diventerà in breve tempo — perché non abbiamo molto tempo davanti a noi — forte, determinata ed efficace. il maggior partito di opposizione chiede al Governo comportamenti adeguati alla drammaticità del momento. la mappa delle famiglie mafiose è conosciuta, gli aderenti anche; bene, arrestateli e date mezzi ai giudici perché possano processarli e condannarli. la Guardia di Finanza sequestri i loro beni, i loro patrimoni, si chieda aiuto alle autorità bancarie internazionali perché le loro ricchezze vengano individuate e bloccate dovunque siano custodite. è inammissibile, signor ministro, che la DIA, che avrebbe dovuto costituire il cervello investigativo della nostra strategia antimafia, sia ancora bloccata per le gelosie dei diversi corpi di polizia, gelosie che i ministri dell' Interno non scoraggiano. il momento è duro per tutti; carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza devono mettere da parte le loro rivalità: costituiscono un lusso che non possiamo permetterci. chiediamo che entro tempi rapidi i tremila uomini che sono necessari per il funzionamento della DIA, prelevati tra i quadri migliori delle altre polizie, così come stabilisce la legge, vengano assegnati a questo organismo. si nomini con pari rapidità il procuratore nazionale antimafia. ora che la legge c' è, avete il dovere di applicarla. delle rivalità fra ministro della Giustizia e Csm si occuperanno, se del caso, i manuali giuridici. agli italiani interessa che le leggi vengano applicate e che rivalità tra corpi, istituzioni o persone cedano il campo al doveroso senso di responsabilità nazionale. non è il momento della retorica: occorre capire che siamo di fronte a una guerra e a una forza di occupazione che controlla una parte del territorio. lo Stato deve decidere se questa guerra vuole vincerla, facendo finalmente sul serio. chi grida a leggi straordinarie, chi parla di pena di morte inganna l' opinione pubblica . occorre invece combattere, in modo implacabile e straordinario, questa guerra contro nemici che ormai sono tutti noti. siamo fermamente convinti che la democrazia possieda i mezzi per difendersi, quando decide di difendersi. siamo fermamente convinti che le leggi vadano applicate fino in fondo, con la durezza che il momento esige. nessuna legge vieta di arrestare i latitanti, nessuna legge vieta di controllare il territorio. siamo disponibili ad un esame rapido del decreto del Governo. il Parlamento si doti anche in questa legislatura di suoi strumenti di indagine e di proposta approvando, entro i prossimi giorni, l' istituzione della commissione parlamentare antimafia. ma noi non crediamo — voglio dirlo esplicitamente — in una strategia fatta solo di leggi; occorrono anche atti amministrativi e comportamenti politici chiari ed esemplari. ci troviamo di fronte ad un disegno di destabilizzazione; allora, combattiamolo senza esitazioni e con tutti i mezzi necessari. ci sono mafiosi noti nei confronti dei quali occorre trovare il modo di agire subito; e pur essendo all' opposizione, noi sosterremo, signor ministro, ogni misura che si muoverà con rapidità, coerenza e durezza in questa direzione. ma sentiamo che il paese ha bisogno di ben altro. l' attuale quadro politico in cui agite è inadeguato, com' è inadeguato l' intervento che qui ha fatto il ministro, che a mio avviso è privo di decisioni immediate ed incisive. noi siamo pronti ad assumerci tutte le nostre responsabilità per difendere la democrazia; ma siamo pronti a farlo sul terreno di una incisiva strategia, capace di misurarsi su tutti i settori investiti dalla crisi. respingiamo i richiami fuorvianti a riflessi di vaga solidarietà che confondono le responsabilità e che non consentirebbero a nessuno di fare un passo in avanti. ma una cosa deve essere chiara: noi non siamo disposti a guardare inermi la distruzione della nostra democrazia; noi siamo pronti — e so di dire parole importanti — , sulla base di una seria ed innovativa terapia d' urto , ad assumerci tutte le responsabilità, oggi dall' opposizione e domani dal Governo. ma vogliamo una reale svolta morale e programmatica, e non l' inefficienza da cui siete attanagliati.