Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 231 - seduta del 04-08-1993
1993 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 195
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

ritengo necessario approfittare — mi sia perdonato, ma lo hanno fatto anche altri colleghi — in modo improprio di questa occasione di dichiarazione di voto per svolgere talune considerazioni, che vanno al di là della questione specifica sulla quale l' Assemblea è chiamata a pronunciarsi. si tratta di considerazioni che riprendono affermazioni svolte in quest' Aula e problemi che sono stati posti, anche di ordine più generale rispetto alla limitata vicenda giudiziaria sulla quale siamo oggi interrogati. interverrò molto brevemente, senza riprendere il complesso delle considerazioni che sono state fatte nel discorso dell' onorevole Craxi; in modo particolare non ritengo necessario rispondere a quella parte del discorso dell' onorevole Craxi in cui egli ha lungamente insistito nell' attacco verso la sinistra, verso di noi, verso il partito comunista prima ed il Pds poi. si tratta — devo dirlo — di un fatto che non mi ha stupito. penso che l' odio verso di noi abbia costituito l' unica autentica passione politica che l' onorevole Craxi ha nutrito e che ha illuminato tutta la sua azione nel corso degli ultimi quindici anni! abbiamo ascoltato con molto rispetto, forse persino eccessivo. quel che sinceramente non trovo giusto è il tornare a pronunciare minacce ed allusioni. noi riteniamo si debba accertare tutta la verità sulle vicende della corruzione e dei finanziamenti illeciti. non pretendiamo trattamenti di favore ed abbiamo affrontato con grande serenità anche quelle vicende — in verità molto limitate, per ragioni di fatto — che hanno riguardato o riguardano esponenti del nostro partito, ritenendo comunque prioritario in questo momento per un partito democratico il rispetto verso la magistratura ed il non unirsi a campagne di delegittimazione della stessa. se l' onorevole Craxi è a conoscenza di fatti ed episodi che possono arricchire un quadro di verità sulle vicende di corruzione, di finanziamento illecito, penso che egli avrà modo di riferirne a qualche procura della Repubblica . allo stato delle cose , io guardo alle inchieste ed al loro svolgimento con serenità. vorrei ricordare che per quanto attiene ai finanziamenti stranieri ai partiti politici italiani vi è stata una lunga ed approfondita inchiesta della procura della Repubblica di Roma, che per ciò che concerne il Pci si è conclusa con un' archiviazione del caso...... dopo che i magistrati italiani hanno potuto, come ricorderanno i colleghi, sulla base... vedo che si è determinata una vasta unità! dicevo che i magistrati italiani, sulla base di una rogatoria internazionale, hanno potuto consultare anche i documenti più riservati che erano conservati a Mosca. si è accertato che tali finanziamenti vi erano stati, come noi stessi avevamo detto, fino al 1979, e che non costituivano un reato perché la legge che li proibisce è del 1981. l' archiviazione riguarda anche la Democrazia Cristiana , per la quale sussistevano tali finanziamenti da parte della Cia; questa valutazione dovrebbe essere di interesse comune! si è accertato inoltre che a partire dal 1979 non esistono finanziamenti sovietici al partito comunista italiano. lo dico per ricordare una notizia di cronaca. quello che risulta ormai... vedo che come nei momenti di difficoltà gli ascari della destra accorrono... presidente, io la rispetto, ma lei dovrebbe rivolgersi ad altri, non a me. io taccio di tanto in tanto per rispetto verso i colleghi, per ascoltare le loro obiezioni. quel che appare ormai chiaro dopo oltre un anno di indagini, che sono penetrate nel vivo del sistema economico e finanziario, è che a quel sistema di potere — sul quale l' onorevole Craxi ha detto delle verità molto parziali — che ha caratterizzato la vicenda italiana degli ultimi dodici-tredici anni, a quella complicità sistematica fra centri di potere economico e finanziario e ceto politico, a quel sistema di corruzione, la più grande forza di opposizione era estranea. l' onorevole Craxi ha voluto ricordare qui un altro dei suoi nemici, insultando l' ingegner De Benedetti e chiamandolo « principe della corruzione » . tuttavia egli ha omesso un interessante dato di cronaca, cioè che l' ingegner De Benedetti ha confessato, sì, ai magistrati di aver pagato molti miliardi, ma di aver pagato la gran parte di questi all' onorevole Craxi, non al nostro partito! quindi se da una parte vi è un « principe della corruzione » , dall' altra vi era un « principe dei corrotti » , che riceveva quei finanziamenti. non c' era verità nel discorso di Craxi. negli anni 80 in questo paese non vi sono stati soltanto episodi di finanziamento illecito ai partiti; vi è stato un sistema di corruzione diffuso, incoraggiato dall' alto; una classe dirigente alla quale e dalla quale è venuto un messaggio di cinismo, di spregiudicatezza, di potere per il potere. c' è stata la logica che ha piegato l' interesse pubblico, le grandi scelte di investimenti agli interessi particolari di partito, di gruppi e di persone, provocando guasti profondissimi nella macchina dello Stato, nell' economia e nello spirito pubblico. perché, se di questo non si fosse trattato, se si fosse trattato di qualche episodio di finanziamento illecito dei partiti, noi non ci troveremmo oggi di fronte ad una così drammatica crisi della democrazia e del rapporto fra i cittadini e le istituzioni. non c' è verità in quei discorsi. e una classe dirigente deve guardarsi dal rischio di parlare soltanto a se stessa . vedete, io qui spesso corro il rischio di essere fischiato, ma sono fra quelli che possono dire queste cose nelle piazze. voi vi applaudite, ma fuori di qui non potete più parlare. e non dovreste meditare su questo. noi non ci uniamo — ho finito — a nessuno spirito forcaiolo, perché fortunatamente questo sistema di potere noi lo abbiamo combattuto quando era potente e abbiamo denunciato questo modo di governare quando ciò è costato un isolamento politico. voglio fare un' ultima osservazione. ho detto più volte, e voglio ripeterlo, che noi siamo persuasi che da una crisi democratica non si esca per effetto dell' azione della magistratura. e abbiamo più volte espresso la preoccupazione di un alterarsi dell' equilibrio tra i poteri, che nasce soprattutto, a voler essere onesti, dalla grande debolezza del potere democratico. e in una società complessa i vuoti di potere non sono ammessi: sono riempiti, di fatto, da altri. alla magistratura chiediamo di fare presto, di accertare la verità, di fare giustizia e di rispettare le garanzie verso le persone. questo è sempre stato il nostro atteggiamento. mai abbiamo chiesto giustizia sommaria , naturalmente rispettando il ruolo che la magistratura svolge, così importante per il paese perché ha portato alla luce un sistema di illegalità diffuso e penetrante. ma, allora, se il problema è quello di una risposta democratica ad una crisi del sistema politico , tanto più appare velleitario e inquietante il messaggio politico del discorso dell' onorevole Craxi, e cioè l' appello, la chiamata di correità di una classe dirigente , di una maggioranza, per stringersi intorno ad una maggioranza politica che non è delegittimata dal fatto che ci sono gli inquisiti (l' espressione « parlamento degli inquisiti » non mi piace e non l' ho mai usata), ma dal fatto che l' Italia di oggi in gran parte, per gli eventi accaduti, non si riconosce più in questa classe dirigente . questa è una delegittimazione molto più sostanziale...... ed è un problema. guai se si dovesse seguire quella strada: l' arroccarsi di una classe dirigente che non ha più la fiducia del paese! sarebbe una sfida senza sbocchi. e questo contribuirebbe ancora di più ad alterare il rapporto fra i poteri e a far vedere ai cittadini, nei giudici, l' unica speranza di cambiamento. noi vogliamo un cambiamento democratico di regole e una classe dirigente che ritrovi la sua legittimazione nel consenso popolare. e speriamo che prevalga la consapevolezza che questa è l' unica strada ragionevole per salvare e rinnovare la nostra democrazia.