Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 226 - seduta del 28-07-1993
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1993 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 265
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, devo ribadire l' attestazione di stima e di apprezzamento per la serietà del lavoro svolto dal relatore. devo farlo perché poc' anzi il collega Mattarella mi ha rimproverato di essere stato troppo severo e di aver attribuito a questa legge, partendo dall' interpretazione crociana del barocco italiano meridionale, quella tormentata e spesso mal riuscita ricerca di compensazioni esteriori alla mancanza di tensione, e a volte anche di fede interiore, che ha caratterizzato il rococò e non solo il barocco, soprattutto quello meridionale. ebbene, siamo più leggeri: possiamo esserlo. vi è stato un momento nella vita della nostra società e della nostra cultura nel quale il trovar nuovo mondo o affogare — in un secolo con il seicentismo e con il marinismo — è stata una ricerca stilistica ancora una volta vuota e non riuscita. oggi, colleghi tutti, se dovessimo spiegare quali sono i principi ispiratori semplici, storici, classici delle scelte che compiamo, quale sia il fondamento delle regole e delle scelte democratiche che con questa riforma siamo andati a fornire in termini di diritto positivo in questo paese, cosa diremmo? c' è il rifiuto netto, duro, nascosto ed ideologico (nel senso di camicia troppo stretta) della concezione anglosassone della democrazia e del gioco democratico. c' è il rifiuto di quella concezione che mette l' uomo, la donna, cioè la persona, da una parte, ed il territorio e l' ambiente dall' altra, a fondamento del gioco democratico e delle istituzioni. avete ricordato l' atteggiamento del cattolico italiano all' EUR; avete ricordato Monticone ed altri, lo Stato da intendere come nemico, come usurpatore in certi casi. ebbene, proprio nella concezione del diritto anglosassone, puritano, non cattolico controriformistico... lì si è realizzato, con il rispetto della common law , con il rispetto di un certo tipo di diritto e di gioco democratico, di Stato di regole, quello che Mino Martinazzoli indicava, in questo congresso della parola e non più del potere, come il cammino necessariamente e drammaticamente incompiuto del liberalismo cattolico in Italia, da Rosmini a Manzoni, assassinati — dobbiamo dire la verità — dalla realtà vaticana e pontificia, fino a Leone XIII (in parte incluso e in parte, evidentemente, escluso). voi avete fatto una grande scelta, vi ho sentiti. ma scelta di che cosa? come potete spiegare come funziona se voi stessi, colleghi, non lo sapete spiegare nella stragrande maggioranza? queste cimici, come il distintivo fascista: cinque o sei attorno al nome; questa alchimia non sapiente che viene realizzata...! non è la scelta francese. la società francese è distrutta per la terza volta anche dalle sue regole elettorali. allora, in questa situazione io dico che, da un certo punto di vista , abbiamo bisogno di miti; da quando un certo modello nel mondo è scomparso, il ragionamento per modelli sembra cattivo. no! il ragionamento per modelli è il migliore; il ragionamento per approssimazioni successive e per modelli. nel nostro paese si ha paura di dire... perché? perché cattolico comunista, perché cattolico controriformista, cattolico barocco, perché la grande religiosità della libertà si è dovuta interrompere per il temporalismo costantiniano. oggi, come portato storico, cosa abbiamo? abbiamo appunto questa ostilità di fondo rispetto a La Fayette , l' unica rivoluzione non violenta e liberale compita nel mondo. il modello anglosassone è l' unico che non ha prodotto mostri perché mette, con umiltà ma anche con saggezza, di fronte alla sacertà pretesa del diritto, dello Stato, del partito e della legge, il valore della persona, il valore dell' ambiente e del territorio della circoscrizione. voi avete distrutto tutto questo novismo, questo secentismo, questo rococò. quanto durerà? una volta, una elezione. vi crollerà e ci crollerà addosso. come spiegheremo laicamente la bellezza del gioco al quale chiediamo alle donne, agli uomini, ai bambini ed ai ragazzi di partecipare? un gioco appassionante del quale ognuno possegga la regola e nel quale alla base di tutto vi sia la conoscenza dell' uomo, della donna, della persona, conoscenza storica dei suoi antecedenti, il giudizio e l' affidamento, malgrado idee diverse, all' uomo ed alla donna più saggi, che possono commettere errori. è un' altra civiltà contro lo Stato etico , il partito etico, contro l' eticità del diritto. non è un caso che, se non vi fosse stata Radio Radicale , il congresso della parola (invece che del potere) sarebbe rimasto un congresso della parola non pronunciata, della parola pronunciata nell' acqua. se centinaia di migliaia di italiani hanno raccolto la parola che lì si è pronunciata, ciò è avvenuto grazie alla struttura radicale. non si è avuta nemmeno l' accortezza, se volete, di un ringraziamento esplicito o di affidare a Radio Radicale un invito a chi ascoltava ad inviare del danaro, ad inviare qualcosa per sostenere quella scelta che voi avete fatto. signor presidente , apparentemente questa dichiarazione non è del tutto pertinente; lo dico ai colleghi del Msi ed a quelli della sinistra che con i doppi turni hanno cercato sapienti alchimie per sottrarsi a questa regola limpida, feroce, nuova per noi, quella per la quale nella società anglosassone, soprattutto in alcuni momenti della sua storia ed ancora oggi, ciò che viene giudicato è la saggezza dell' individuo, della persona, proprio perché i carismi non sono pericolosi quando vengono messi in votazione e vengono giudicati nella loro storicità. tutto questo scompare, e dovremo trovare dei candidati capaci di andare ad accattare cimici in più o in meno, candidati che dovranno non essere indipendenti o che per esserlo dovranno creare i propri partiti e le proprie liste regionali. ma non importa entrare nel merito, amici, colleghi, signor presidente , signori del Governo, che avete avuto un accenno nei giorni scorsi che forse non avreste dovuto avere. voteremo « no » con convinzione, perché già nel linguaggio, nella forma, nel lessico questa è l' ultima legge del regime partitocratico; questa è l' ultima legge della confusione continentale, non annuncia nulla; questo è quello che al passato ci ha legato ed al quale ci legate. questa è la grande occasione mancata da questo Parlamento nel quale io ho sperato rivolgendomi alla persona di ciascuno di voi affinché dimostrasse che quanto più ci hanno tolto gli averi e le speranze di averi, tanto più nell' essere potevamo essere liberi noi, proprio i più sospetti di concepire con maggiore libertà il nuovo, con maggiore radicalità. questa era la speranza che avevo negli autoconvocati, laddove voi ritenevate vi fosse solo l' avere dei bottini. l' avere dei bottini è del Governo, quando a fondamento nel nostro paese sono state poste le leggi ladre e che la sinistra ha voluto, le leggi che hanno dissipato il patrimonio sociale e nazionale. quando noi oggi dobbiamo constatare questo, ebbene siamo certi che il nostro « no » sia il primo « sì » alle nuove formazioni. do atto alla Lega di essere stata l' unica negli ultimi sette mesi ad aver coerentemente testimoniato questa intelligenza storica e questa scelta per il suo stesso sviluppo, anche se non ci troviamo d' accordo per molte cose. signor presidente , colleghi, auguri! votatela! siamo convinti... siamo convinti che sia un errore; voglia Dio che l' errore sia il nostro e che ancora una volta non siamo noi qui dentro ad avere previsto con precisione... avete tanto tentato di far funzionare il « basta » che avete dovuto cambiare nome, modificare tradizioni, eccetera. forse quel « basta » non servirà per altro!