Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 226 - seduta del 28-07-1993
1993 - Governo III Rumor - Legislatura n. 5 - Seduta n. 264
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , ancora una volta piangiamo vittime innocenti, sacrificate da una violenza barbara, le nostre città sfigurate, i valori civili e religiosi del nostro popolo oltraggiati. ci troviamo di fronte — è del tutto evidente — ad un' unica mano criminale, al disegno di chi, colpendo così crudelmente Milano e Roma, persegue una strategia della tensione e del terrore. nello stesso tempo assistiamo ad un attacco all' Italia, alla sua indipendenza nazionale, ai luoghi simbolo della nostra civiltà. lo sappiamo bene: ciò avviene in Italia ogni volta che ci si trova di fronte alla prospettiva di un mutamento reale e profondo. mai come in questo momento il nostro paese e la coscienza democratica sono stati tanto vicini a conoscere registi e attori di un potere nascosto e spartitorio che ha pesantemente condizionato la vita dell' Italia. e non ci sfugge il fatto che queste bombe esplodano a Milano e a Roma proprio mentre davanti ai magistrati si fanno i nomi di corrotti e di corruttori dell' affare Enimont. le bombe vengono messe proprio mentre qualcuno teme che le inchieste in corso possano portare oltre Tangentopoli e collegare tra loro affari e poteri occulti , sistema spartitorio e riciclaggio del denaro sporco . ciò può mettere in campo simultaneamente l' intervento criminale dell' insieme dei poteri occulti , dalla mafia alla massoneria piduista, fino ad arrivare a spezzoni di vecchi servizi deviati rimasti impuniti e tuttora in collegamento con i potenti di ieri. per questo non basta parlare di mafia; occorre, onorevole Mancino, aggredire il potere occulto nel suo insieme che lega terrorismo, mafia, criminalità, nella direzione di intrecci più complessi. per fare questo bisogna guardare lontano, ma anche molto vicino; anzi, più si guarda vicino e più si riesce a vedere l' intreccio complessivo. ho parlato di poteri occulti e di doppio Stato, e voglio essere chiaro fino in fondo. il dramma del nostro paese sta proprio nel fatto che l' impotenza di oggi, che riaffiora tutta intera nelle sue parole, onorevole ministro dell'Interno , ha le sue radici nell' impunità e nella connivenza di ieri. in questo senso, onorevole Mancino, non posso nascondere che non ho apprezzato il modo acritico con il quale, parlando, lei è riuscito sostanzialmente a difendere tutto l' operato dei servizi segreti ; e non ho potuto non rilevare la differenza tra i suoi accenti e quelli ben più netti e persuasivi del presidente del Consiglio . il dramma del nostro paese sta nel fatto che la connivenza di ieri non è stata spezzata e quindi i poteri dello Stato brancolano nel buio, perché accanto, ed oggi contro, un Governo ufficiale continua ad operare un governo occulto e criminale. non è un caso che le voci della strada dicano che si vuole fermare il rinnovamento, si vogliono fermare le inchieste. domandiamoci perché ormai è diventato senso comune una simile e giusta reazione. ormai una cosa è certa per tutti: la strategia della tensione nel recente passato è stata messa in atto non per destabilizzare, ma al contrario per stabilizzare il vecchio regime. e noi sentiamo il dovere di chiedere di fronte al Parlamento e al paese perché gli apparati dello Stato, a cominciare dai servizi segreti , non siano in grado di difendere efficacemente la nostra democrazia. non solo; noi nutriamo seri dubbi sull' efficienza dei nostri apparati, dominati per troppo tempo da vertici inquisiti. per non parlare poi dell' evidente carenza di prevenzione da parte dei servizi. dobbiamo quindi capire in tempo che occorre fronteggiare un attacco mosso da ispirazioni reazionarie e volto a ricattare l' insieme della comunità nazionale. nessuna funzione democratica, a cominciare da quella decisiva del Governo del paese, può essere pienamente esercitata sotto il peso di un simile ricatto. ecco il problema che abbiamo di fronte, e lo diciamo in primo luogo al Governo, al presidente del Consiglio , il quale — dobbiamo dargliene atto — ha subito e significativamente dichiarato di voler garantire il cambiamento e respingere il ricatto del gioco perverso della destabilizzazione-stabilizzazione. il momento è grave perché si vuole accelerare una fase di rottura reazionaria, volta anche a favorire una risposta meramente distruttiva ed antiunitaria. qui sta la novità di oggi rispetto alla mera volontà di restaurazione. oggi si vuole accelerare un nuovo processo reazionario e non solo stabilizzare; in questo senso sono d' accordo con alcune notazioni che venivano fatte da Lucio Magri. pertanto, o si rompe con il passato dei poteri occulti , o la democrazia di questo paese sarà sempre malata, e chi opera nelle istituzioni rappresenterà solo una parte del potere reale. allora bisogna uscire dal vuoto, cioè dalla mancanza di fiducia, che può diventare a questo punto il baratro nel quale sprofonda la nazione. oggi viviamo una profonda crisi di autorità; il paese non può rimanere a lungo imbottigliato nel tunnel dell' incertezza e della paura. bisogna mettere il popolo italiano nelle condizioni di aprire una pagina nuova, di farsi responsabile diretto degli indirizzi e della natura delle proprie istituzioni. solo così non vi saranno più alibi per i governanti, ma secondo me anche per i governati, che saranno chiamati a disegnare consapevolmente nelle nuove condizioni, che sono lontanissime da quelle del 5 aprile dell' anno scorso , il proprio destino. ecco perché va immediatamente definita la riforma elettorale e occorre andare al voto, per spazzare via un clima malsano che rischia di portare il paese alla rovina. per questo occorre fissare una data certa e garantire il massimo di accelerazione delle procedure di attuazione della nuova legge. non vi devono essere (e sarebbe da sciagurati il solo pensarlo) vuoti di potere; il Governo deve garantire la transizione nell' unico modo possibile, che consiste nel fissare un traguardo certo. dico questo perché la lotta va condotta su due fronti: contro gli esponenti di un vecchio regime, che si ostinano a non voler comprendere le dure repliche della storia e strumentalizzano eventi drammatici per impedire alla giustizia di fare il suo corso; e contro la violenza morale della nuova destra, la disumana reincarnazione degli spettri di un irrazionalismo insieme spavaldo e squallido. vi è chi vuole far pagare le colpe di un' intera classe dirigente a tutto il popolo italiano ; vi è chi vorrebbe farci vivere nell' angoscia, in una spietata incertezza, nell' impossibilità di ricreare anche solo le più elementari possibilità di una convivenza comune, al solo scopo di sostituire i padroni di ieri con nuovi, ignoti padroni. per questo occorre che entri in campo il più rapidamente possibile un combattivo polo progressista, capace di costruire nuove ed ampie aggregazioni e di candidarsi concretamente alla direzione del paese. ma, lo ripeto, per sbarrare la strada ai vecchi poteri, e insieme alla nuova destra, per creare le vere condizioni di una pacificazione storica, occorre mettere in campo un' autentica rottura democratica con il passato. il Capo dello Stato ha pronunciato una frase importante, che suona come un alto avvertimento e nello stesso tempo ci indica da quale parte dobbiamo volgere lo sguardo e da che cosa dobbiamo guardarci. egli ha detto che non si ferma il ristabilimento della legalità e della giustizia; che il paese non teme l' uscita di nomi di qualsiasi levatura. sono parole forti e responsabili. ma allora deve essere chiaro che solo a queste condizioni possiamo essere uniti nel rinnovamento; solo così si può mettere in campo un nuovo inizio nazionale, che sappia rianimare con determinazione consapevole e solenne il rapporto di fiducia verso le istituzioni. occorre una chiara rottura democratica con il passato regime, e le forze democratiche devono tutte misurarsi con questo compito. è decisivo, oggi, operare perché il popolo italiano sia chiamato a dettare le condizioni dell' investitura democratica della seconda fase della Repubblica, affinché gli stessi cittadini possano stipulare le regole del nuovo patto di convivenza nazionale. come vedete, onorevoli colleghi , si tratta di qualcosa di ben più alto della semplice richiesta di elezioni anticipate ; si tratta di volere una rinascita democratica prima di una nuova notte autoritaria. raccogliamo quindi il severo monito del Capo dello Stato ; e tutta la forza e la determinazione di cui saremo capaci saranno impegnate nell' assolvimento di questo compito, al servizio della democrazia italiana.