Emma BONINO - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 210 - seduta del 05-07-1993
Concernenti gli sviluppi della situazione in Somalia e sull'uccisione di militari italiani
1993 - Governo Ciampi - Legislatura n. 11 - Seduta n. 210
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, signor rappresentante del Governo, a me pare che il costo delle vite italiane pagato in questi giorni sia dolorosissimo ma anche ineluttabile. è il prezzo drammatico di una operazione, imputabile anche all' indecisione, durata molti mesi, che ha paralizzato la comunità internazionale prima della decisione delle Nazioni Unite . credo che nel dibattito odierno, e più in generale negli ultimi giorni, abbiamo ricevuto una serie di informazioni in ordine agli avvenimenti che si stanno verificando di cui leggiamo il testo, ma non il contesto. non si fanno leggere all' opinione pubblica internazionale gli orrori patiti dai somali proprio per responsabilità dei signori della guerra. non si fa leggere il contesto nel quale si è deciso di intervenire, sia pure in ritardo e in conseguenza della decisione americana. sicché si lascia sospettare che il mondo sia tanto perfido perché ha deciso di intervenire in Somalia. questa è una tesi sostenuta pure da autorevoli politologi, ma non ci trova d' accordo. noi ribadiamo il nostro favore all' intervento in Somalia. il Governo ci consentirà tuttavia di svolgere anche talune riflessioni. la prima è che la motivazione che porta alla richiesta di un maggior coinvolgimento nel comando militare dell' operazione somala non ci convince: o è un problema di puro prestigio nazionale, e allora la ragione non ci soddisfa, oppure si sottintende una riserva vera rispetto alla gestione del comandante turco; ma allora la si dica espressamente, perché forse la sincerità può aiutare a capire meglio ed anche ad assumere decisioni in futuro. c' è un altro elemento che non ci convince e che anzi ci preoccupa moltissimo, quello di scambiare il dialogo — sempre necessario, ma che può assumere spesso accenti duri — con le trattative. noi siamo tutti molto preoccupati per il fatto che nel suo intervento il ministro Andreatta abbia ribadito a più riprese che, in fondo, bisogna trattare con i signori della guerra, con i responsabili del massacro di milioni di somali. a me questo sembra un déjà-vu, ovvero una Bosnia-bis: credo che l' atteggiamento per il quale con i macellai, i dittatori e gli oppressori si debba trattare, quasi cercando di calmarli e di arginare le loro pretese e gli orrori che compiono, non porti da nessuna parte. non vorrei che questo si ripetesse in Somalia, cioè che si dicesse anche per il generale Aidid quello che nei mesi scorsi ho sentito ripetere dal Governo, in molte sedi, a proposito di Karadzic, poi di Milosevic, di Seselj, di Boban, vale a dire che con gente di questo tipo si deve trattare. mi pare che l' intervento del sottosegretario per la difesa abbia avuto una sfumatura diversa. se non ho capito male, lei ha affermato che si sarebbe dovuto procedere al disarmo di questi signori della guerra: non si è fatto quando erano presenti 28 mila americani e oggi, nella situazione in cui ci troviamo, diventa più difficile, ma forse quella era la strada da seguire. questo, del resto, era scritto nella risoluzione numero 814 delle Nazioni Unite la quale, al di là della protezione e dell' aiuto umanitario, parlava chiaramente del disarmo delle bande e dei signori della guerra. per questo faccio mie le proposte avanzate anche da altri colleghi relativamente all' applicazione degli articoli 43 e seguenti della Carta delle Nazioni Unite , richiamate da Boutros Ghali nella nota Agenda for peace . è questo un dato che ci sembra monco nella risposta del Governo. certo, vi è la ricostruzione degli avvenimenti, ma ci sembra manchi una proposta politica non episodica sia relativamente al caso Somalia, sia per quanto riguarda il quadro complessivo. signor sottosegretario, dal 1945 al 1987 le Nazioni Unite sono intervenute in tredici missioni di peacekeeping e dal 1987 al 1993 sono intervenute altrettante volte (vi è stata quindi una escalation quasi esponenziale), cinque delle quali solo nel 1992. questo vuol dire che, dalla fine della guerra fredda , ci troviamo di fronte ad una modifica del ruolo delle Nazioni Unite . proprio per questo il problema non può essere affrontato di volta in volta in modo episodico; credo che, al di là degli avvenimenti specifici, si imponga una riflessione di fondo sull' esigenza di una modifica nella struttura e nell' applicazione della Carta, ma anche nel finanziamento e nell' adeguamento dei reparti, altrimenti rischiamo di rincorrere di volta in volta le varie missioni di peacekeeping, magari chiedendo di volta in volta una parte del comando militare. tutto questo non mi convince anche perché, considerando che i paesi partecipanti a questa spedizione sono ventisei, non credo sia proponibile che il comando venga assunto da ventisei persone. nel ribadire il nostro favore all' intervento Onu in Somalia, vorremmo che il Governo tenesse conto delle nostre indicazioni e delle nostre riserve.