Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 176 - seduta del 07-05-1993
1993 - Governo Ciampi - Legislatura n. 11 - Seduta n. 176
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , non c' è dubbio che la scelta del Capo dello Stato rientri nei suoi diritti, sanciti dal secondo comma dell' articolo 92 della Costituzione; tuttavia, sia pure paradossalmente, questa decisione, legittima sul piano giuridico, rappresenta una profonda anomalia sul piano politico. certamente, in una situazione tanto particolare e difficile come quella attuale, possono considerarsi obbligatorie simili scelte di carattere eccezionale, o comunque si possono considerare le meno peggiori. dico ciò, sebbene io non sia un sostenitore convinto della formula politique d' abord . in ogni caso, signor presidente , adesso, mentre lei si accinge a salire a Palazzo Chigi , io sostengo con realismo che cosa fatta capo ha, pur sottolineando che l' attuale Costituzione non consente la formazione di alcun Governo del presidente, secondo la definizione formulata in merito al suo Governo dal senatore Spadolini. d' altra parte, proprio sull' articolo 92 della Costituzione, durante la discussione nell' Assemblea costituente , vi fu un dibattito molto lungo e molto acceso; e il Capo dello Stato , che fu tra i costituenti, non può non ricordarlo. anzitutto fu confermato il principio che il diritto di nomina del Capo dello Stato non poteva mai prescindere dall' interpretazione della sovranità popolare , sancita dal secondo comma dell' articolo 1 della nostra Costituzione, che afferma che « la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione » . ebbene, sono indubbiamente numerose le cose che accadono al di fuori dei limiti della Costituzione! tuttavia, in questo momento così difficile era prevedibile che ciò avvenisse. noi della Lega Nord ritenevamo che fosse necessario collegare queste scelte eccezionali alle esatte ispirazioni costituzionali; per questo pensavamo ad una scelta specifica, quella dell' onorevole Segni, indirizzata dall' esito stesso dei referenda. questa non voleva certo essere riaffermazione di un nostro diritto di prelazione né tanto meno di una diffidenza preconcetta nei confronti della sua persona, presidente Ciampi. d' altra parte, ribadendo la volontà di porre quale obiettivo prioritario del suo Governo la riforma della legge elettorale , e ponendo la stessa come metro di misura della durata della legislatura in corso , lei oggi smentisce e manda a vuoto ogni tentativo di prolungare, contro ogni volontà popolare , l' agonia dell' attuale legislatura. il suo, signor presidente , è un « no » all' accettazione passiva dei veti incrociati dei partiti della vecchia nomenklatura; è un « no » , quindi, all' avallo del tentativo gattopardesco di fare finta di cambiare per non cambiare nulla! certamente, con queste mie affermazioni non intendo polemizzare pretestuosamente neppure con il Capo dello Stato ; ribadisco invece con franchezza che la Lega è sempre mobilitata per sventare le manovre dei gattopardi. prendiamo quindi atto con soddisfazione di quanto lei ha affermato nelle sue dichiarazioni programmatiche , e cioè che il suo Governo dovrà soprattutto redigere un progetto di legge elettorale , tanto per la Camera quanto per il Senato, sulla base degli esiti referendari. è assolutamente necessaria una profonda revisione dei meccanismi elettorali, ma dobbiamo prevedere che l' abilità ostruzionistica di quanti, contro il popolo, non vogliono lo scioglimento anticipato delle Camere si farà sentire. mi pare già di ascoltare le lunghe e sterili dissertazioni che si sono ripetute nella Commissione bicamerale, le quali serviranno solo ed esclusivamente a creare maggiore confusione e ad aumentare di intensità la tattica dei gattopardi. a mio parere, l' obiettivo essenziale ed immediato della nuova legge elettorale è quello di impedire la frammentazione eccessiva della rappresentanza parlamentare. tale obiettivo può essere ottenuto nel modo migliore con la riforma elettorale di tipo maggioritario ad un turno, eventualmente lavorando sulla quota di proporzionale. l' introduzione di un sistema maggioritario a doppio turno , invece, rappresenterebbe praticamente il rovescio della medaglia del cosiddetto voto di scambio , il quale comporta soprattutto, come abbiamo visto in Francia, il difficile ed ambiguo fenomeno della coabitazione. occorre aggiungere che tale sistema fu introdotto in Francia nella V Repubblica, direi su misura, perché doveva consentire a De Gaulle di battere la partitocrazia e di avviare un modello di repubblica presidenziale per lui stesso. non solo, quindi, vi è la necessità di varare presto una riforma elettorale per garantire al popolo italiano che il suo Governo, signor presidente del Consiglio , non sia un espediente per un rinvio sine die delle autentiche riforme e per consentire all' attuale legislatura di continuare a mantenere in coma il paese; ma vi è anche la necessità di sottolineare che un sistema maggioritario a doppio turno non sarebbe altro che un tentativo di cambiare solo formalmente il sistema politico . nella sostanza, invece, tutto resterebbe come è adesso, con il trionfo della partitocrazia. debbo rivendicare che la reazione forte, popolana del mio movimento politico nell' ultima settimana è riuscita a scongiurare una manovra a tenaglia, che mirava a portare avanti, attraverso il ricatto al suo Governo, la riforma elettorale maggioritaria a doppio turno . abbiamo assistito alla collusione tra le due più vecchie forze politiche partitocratiche del Parlamento, la Democrazia Cristiana ed il Pds, cioè tra i due maggiori responsabili del disastro nazionale. il baratto avveniva in modo tale che la Democrazia Cristiana otteneva di dare vita ad uno schieramento compatto, di natura non solo politica, ma anche economica e sindacale contro la Lega, ed inoltre otteneva di allontanare sine die la data delle elezioni. il Pds, invece, guadagnava dal patto scellerato consumato contro la Lega e contro il popolo una riforma elettorale maggioritaria a doppio turno . un patto scellerato e, per certi versi, naturale, che dimostra come questa nomenklatura costituisca una casta incline all' autoriproduzione. la classe politica più vecchia è pietrificata rispetto ai mutamenti intervenuti in ogni paese del mondo, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino ; e vi è la pretesa arrogante, rabbiosa di chi vuole mantenere a tutti i costi il suo potere e quindi si oppone ad ogni vera riforma. è il chiaro ostruzionismo del vecchio che vuole proteggere le legioni di boiardi che non intendono in alcun modo lasciare le stanze dei bottoni ! è questa la fonte della grande crisi italiana ed è su tale debolezza che cinicamente speculano i protagonisti dello sfascio. sulla consapevolezza che il rinnovamento è comunque irreversibile si saldano i timori, le paure, le ansie, direi i terrori della Democrazia Cristiana , dei socialisti e del Pds nei confronti del nuovo e del futuro, quindi della volontà popolare , che ha espresso la necessità inderogabile di una immediata riforma elettorale e di altrettanto immediate elezioni politiche . questo vuole il popolo e questo non vogliono i partiti, in cima a tutti i democristiani ed i socialisti, le bande maggiormente responsabili di Tangentopoli, del voto di scambio di mafia. ma il verdetto dei referenda è ineludibile. anche se all' articolo 75 della Costituzione si afferma che il referendum è soltanto abrogativo, nessuno potrà negare che la massiccia adesione popolare sia diretta soprattutto e senza alcun dubbio alla richiesta di abrogare tutto l' attuale sistema politico italiano, giustamente definito « regime » nel senso più dispregiativo della parola. in autunno vi è l' obbligo di andare a votare in base alle nuove regole non soltanto per cancellare la consorteria di Tangentopoli, ma anche perché è cominciata l' era della grande rivoluzione democratica federalista, avviata a Pontida dalla Lega. le decrepite strutture centralistiche crollano dovunque fragorosamente: vengono spazzati via ministeri, clientele, strutture dominate dallo Stato-padrone, catechismi settoriali, il manuale Cencelli . siamo entrati in una fase considerata da Barile definitiva, di democrazia dinamica e definita da Duverger di democrazia immediata. è finito il voto di scambio ai partiti del regime. è finita l' epoca delle omertà politico-mafiose. dopo l' esito travolgente dei referenda viene restituito integralmente il voto ai cittadini. d' altra parte, sta a noi uscire dalla difficile situazione in cui versiamo; ma i « noi » non sono certo i boiardi e la popolazione di Tangentopoli: « noi » vuol dire il popolo italiano , che pretende, senza ulteriori ritardi, un capovolgimento totale del regime; il popolo italiano che attende con estrema impazienza una spinta che faccia crollare le ultime rovine del palazzo. le forze della conservazione non devono prevalere. signor presidente , a questo punto devo sottolineare che i miei giudizi di carattere politico e costituzionale sul suo Governo non intendono sminuire il restante programma del suo Esecutivo, quello che lei cercherà di concretizzare durante la definizione e l' approvazione della legge elettorale . voglio però ricordare quello che disse il senatore Carli in un suo discorso a Palazzo Madama , e cioè che « non si può governare un paese servendosi solo della leva economica e finanziaria; un tale comportamento diventa ancora più difficile e non producente ove si volesse regolare la strategia generale di un paese manovrando esclusivamente il volano della moneta » . certo nella situazione attuale preminente è la necessità di un accorto finanziere del Governo e di un espertissimo ministro del Tesoro . purtroppo però la situazione politica italiana è troppo complessa perché la si possa restringere esclusivamente nell' ambito dei parametri di carattere economico e finanziario. è in ballo tutto il nostro sistema politico , che chiede grandi riforme e le chiede subito (e sottolineo subito), perché ogni giorno che passa si accumulano rovine spaventose ed ogni dilazione diversiva assume carattere ricattatorio e favorisce così solo i ladri ed i mafiosi. i numeri che confermano la gravità della nostra situazione economica e finanziaria (mi riferisco all' enorme voragine del debito pubblico , all' inflazione, alla disoccupazione in aumento, alla recessione nel suo complesso) non hanno soltanto un significato bancario o comunque limitato alle equazioni di bilancio e borsistiche. questi numeri, che pesano come montagne, hanno soprattutto un significato altamente politico. quel che mi sento di augurare al suo Governo è soprattutto di saper evitare che crisi economica e crisi politica si saldino assieme, creando una situazione eversiva a cui palesemente mirano quei partiti che solo a questo alto prezzo per il paese possono sperare di salvarsi. il suo Governo nasce con una condizione parlamentare migliore di quella del Governo Amato, con una serie di astensioni che potrebbero anche trasformarsi in voti favorevoli, perché è un Governo a termine, così come impone la drammatica situazione attuale e così come vuole il popolo. la Lega Nord , in segno di condivisione della priorità programmatica del suo Governo, presidente Ciampi, ha deciso di astenersi; ed è la prima volta che la Lega Nord , nella sua pur breve storia parlamentare, non è contro un Governo. grazie presidente, e auguri.