Bettino CRAXI - Ministro della Difesa Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 174 - seduta del 29-04-1993
Su notizie relative all'invio di componenti missilistiche Cruise alla base di Sigonella
1993 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 42
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , circa dieci mesi or sono, prendendo la parola di fronte alla Camera, dissi con franchezza ciò che un ex presidente della Repubblica definì poi l' apertura di quella grande confessione verso la quale avrebbe dovuto aprirsi o dovrebbe aprirsi con la sincerità necessaria tutto, o gran parte almeno, del mondo politico. i giudici che mi accusano l' hanno considerata, invece, come una confessione extragiudiziale elevandola subito e senz' altro a prova di primo grado contro di me. quella, per la verità, era ed è rimasta la sola prova dell' accusa, sempre che una dichiarazione, un' analisi ed una riflessione fatte di fronte al Parlamento possano essere considerate alla stregua di una prova penale. ricordo che ancor prima di allora, commentando a caldo le prime esplosioni scandalistiche milanesi che spalancavano il libro dagli inesauribili capitoli apertosi poi un po' dovunque, mi ero permesso semplicemente di dire: « su quanto sta accadendo la classe politica ha di che riflettere » . ebbene, questa affermazione fu allora maltrattata come espressione di un atteggiamento intimidatorio, provocatorio e si disse financo ricattatorio. in realtà non era difficile avvertire già da allora, in quel momento, tutta la dimensione del problema che si era aperto, tutta la sua gravità e tutta la sua complessità. non era difficile cogliere l' inutilità e l' errore di una difesa e di una giustificazione che non fossero improntate al linguaggio della verità. io non ho negato la realtà, non ho minimizzato, non ho sottovalutato il significato morale, politico e istituzionale della questione che veniva clamorosamente alla luce, riguardante il finanziamento irregolare ed illegale ai partiti ed alle attività politiche ed anche il vasto intreccio degenerativo che ad esso si collegava o poteva, anche a nostra insaputa, essersi collegato. osservavo nel luglio 1992: « c' è un problema di moralizzazione della vita pubblica che deve essere affrontato con serietà e con rigore, senza infingimenti, ipocrisie, ingiustizie, processi sommari e gride spagnolesche. « è tornato alla ribalta, in modo devastante, il problema del finanziamento dei partiti, meglio del finanziamento del sistema politico nel suo complesso, delle sue degenerazioni, degli abusi che si compiono in suo nome, delle illegalità che si verificano da tempo, forse da tempo immemorabile. « bisogna innanzitutto dire la verità delle cose e non nascondersi dietro nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso e in certi casi hanno tutto il sapore della menzogna. si è diffusa nel paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni una rete di corruttele grandi e piccole che segnalano uno stato di crescente degrado della vita pubblica . uno stato di cose che suscita la più viva indignazione, legittimando un vero e proprio allarme sociale, ponendo l' urgenza di una rete di contrasto che riesca ad operare con rapidità e con efficacia. i casi sono della più diversa natura, spesso confinano con il racket malavitoso e talvolta si presentano con caratteri particolarmente odiosi di immoralità e di asocialità. purtroppo anche nella vita dei partiti molto spesso è difficile individuare, prevenire, tagliare aree infette sia per l' impossibilità oggettiva di un controllo adeguato sia talvolta per l' esistenza ed il prevalere di logiche perverse. e così » — continuavo — « all' ombra di un finanziamento irregolare ai partiti e, ripeto, al sistema politico , fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati. e tuttavia, d' altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. « i partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con esse molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all' uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale. se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. non credo ci sia nessuno in quest' Aula » — dicevo allora — « responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro. e del resto, andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali. per esempio, nella materia tanto scottante dei finanziamenti dall' estero, sarebbe solo il caso di ripetere l' arcinoto: « tutti sapevano e nessuno parlava » . concludendo, a questa situazione va posto un rimedio, anzi più di un rimedio. mi dispiace, signor presidente , che tutto questo sia stato allora sottovalutato; tante verità negate o sottaciute sono venute una dopo l' altra a galla e tante altre ne verranno, ne possono e ne dovranno venire ancora. e mentre molti si considerano tuttora al riparo, dietro una regola di reticenza e di menzogna, non si è posto mano ad alcun rimedio ragionevole e costruttivo. si è invece fatto strada, con la forza di una valanga, un processo di criminalizzazione dei partiti e della classe politica , un processo generalizzato e indiscriminato, che ha investito in particolare la classe politica e i partiti di Governo, anche se, per la parte che ha cominciato ad emergere, non ha risparmiato altri, come era e come sarà prima o poi inevitabile. era del tutto evidente che, scavando e risalendo negli anni, e persino nei decenni, nella sfera delle forme di finanziamento illegale dell' attività politica, delle sue articolazioni, delle organizzazioni e competizioni elettorali, ogni giorno si sarebbe incontrato un episodio, un caso, uno scandalo. così è stato e cosi sarà. la lista delle indagini, delle investigazioni e poi delle controinvestigazioni, dei pentiti, dei pentiti a scoppio ritardato e dei contropentiti, delle rivelazioni vere o false, mirate o sapientemente mutilate, e dei rei confessi per amore o per forza, è destinata a farsi interminabile. a questi si sono poi aggiunti i fatti di corruzione personale, del tutto estranei alla responsabilità dei partiti, anche se pesano egualmente in tutta la loro gravità. ma consentitemi di dire che di tutte le erbe si è fatto un fascio, tutto si è ridotto ad un' unica accusa sovente generalizzata. le campagne propagandistiche hanno ruotato intorno a slogans ed a brutali semplificazioni. di questo si è incaricata, infatti, parte almeno della stampa e dell' informazione, andando ben al di là dei diritti e dei doveri propri dell' informazione, deformando spesso oltre misura, esaltando le ragioni dell' accusa e mettendo in un canto quelle della difesa, travolgendo senza alcun rispetto diritti costituzionalmente garantiti con difese divenute praticamente impossibili, creando sovente un clima infame che ha distrutto persone e famiglie e generato tragedie. la criminalizzazione della classe politica , giunta ormai al suo apice, si spinge verso le accuse più estreme, formula accuse per i crimini più gravi, più infamanti e socialmente più pericolosi. un processo che quasi non sembra riguardare più le singole persone, ma insieme ad esse tutto un tratto di storia, marchiato nel suo insieme; un vero e proprio processo storico e politico ai partiti che per lungo tempo hanno governato il paese. ebbene io mi chiedo come e quanto tutto questo si concili con la verità; che rapporto abbia con la verità storica, con gli avvenimenti e le fasi diverse e travagliate che abbiamo attraversato e nelle quali molti di noi hanno avuto responsabilità politiche e di Governo di primo piano . davvero, onorevoli colleghi , siamo stati protagonisti, testimoni o complici di un dominio criminale? davvero la politica e le maggioranze politiche si sono imposte ai cittadini attraverso l' attuazione ed il sostegno di disegni criminosi? davvero gli anni Ottanta , di cui soprattutto si parla (senza risparmiare naturalmente i precedenti), sono stati gli anni bui della regressione, della repressione, della malavita politica che scrivono e cantano in prima fila tanti reduci dell' eversione, delle rivoluzioni mancate, delle rotture traumatiche che sono state contrastate ed impedite? questa non è altro che una lettura falsa, rovesciata, mistificata della realtà e della storia! chi ha condotto per anni un' opposizione democratica ha da far valere in ben altro modo tutte le sue ragioni. per parte mia, non dimentico che negli anni Ottanta l' Italia ha rimontato la china della regressione, della stagnazione e dell' inflazione. è uscita dalla crisi economico-produttiva per entrare in un ciclo di espansione e di sviluppo senza precedenti, toccando le punte di sviluppo più alte tra i paesi dell' Europa industrializzata. si è trattato di un progresso forte, intenso, diffuso, che ha ridotto tante diseguaglianze e che poneva le basi per ridurne tante altre che ancora esistono, dividevano e dividono la nostra società. sono gli anni in cui venne posto fine al capitolo dell' eversione militante, del terrorismo e delle sue code sanguinose; sono anche gli anni di un nuovo prestigio internazionale, con l' Europa comunitaria che si amplia e si consolida e con l' Italia che entra a far parte del club economico, ma anche politico, delle maggiori nazioni industrializzate del mondo occidentale. naturalmente tutti i cicli passano, entrano in contraddizione, si esauriscono e degenerano. e sono così subentrati gli anni delle difficoltà e della crisi che stiamo ancora attraversando. ma gli effetti e le conseguenze di un periodo critico sarebbero state ben diverse e ben più onerose, se non avessimo avuto alle spalle un solido sviluppo realizzato nel corso degli anni Ottanta ed un retroterra conquistato con un balzo in avanti poderoso. ebbene, i finanziamenti illegali ai partiti ed alle attività politiche non sono stati un' invenzione ed una creazione degli anni Ottanta : essi hanno radici — come si sa — ben più antiche e ben ripartite tra forze che si contrapponevano, in lotta tra loro e sovente senza esclusione di colpi; così come nella vita della nostra società non è nata negli anni Ottanta la corruzione nella Pubblica Amministrazione e nella vita pubblica . non c' è dubbio che un troppo prolungato esercizio del potere da parte delle più o meno medesime coalizioni di partiti ha finito con il creare per loro un terreno più facilmente praticabile per abusi e distorsioni che si sono verificati; ma onestà e verità vorrebbero che, in luogo di un processo falsato, forzato ed esasperato, condotto prevalentemente in una direzione, si desse il via ad una ricostruzione per quanto possibile obiettiva ed appropriata di tutto l' insieme di ciò che è accaduto. onorevole presidente , trovo per lo meno singolare che sia stata liquidata con poche battute di circostanza, qualche pretesto e qualche falsa riverenza la proposta di un' inchiesta parlamentare che abbracciasse l' arco di almeno un quindicennio della nostra storia politica. il Parlamento avrebbe il dovere di farlo avendo esso stesso, nella sua storia, una montagna di dichiarazioni di bilanci di partiti certamente falsi, di organi di controllo che non hanno controllato e di revisori di conti che non hanno rivisto. e, d' altra parte, questo è un sistema cui hanno partecipato e concorso, in forme varie e diverse, tutti i maggiori gruppi industriali del paese, privati e pubblici. gruppi e società importanti nel loro settore e nell' economia nazionale e, in molti casi, presenti ed influenti anche sui mercati internazionali ; gruppi potenti, in grado di influire e di condizionare i poteri della politica e dello Stato. di questo si può dire tutto salvo che siano state vittime di una prepotenza, di una imposizione, di un sistema vessatorio ed oppressivo di cui non vedevano l' ora di liberarsi! si tratta di tutti i maggiori gruppi del paese: quelli che sono stati chiamati in causa e quelli che ancora possono esservi chiamati — anch' essi fornitori dello Stato, tributari dello Stato di sostegni di varia natura, tributari di appalti pubblici, esportatori, proprietari di catene giornalistiche, speculatori a vario titolo — se la verità, anche per loro — come c' è da augurarsi — finirà prima o poi per farsi strada. si tratta di illegalità, di condotte illegali del mondo imprenditoriale, attuate con piena consapevolezza e responsabilità e con finalità di molteplice natura: di ordine economico, aziendale, commerciale ed anche di ordine politico, a sostegno di un sistema, dei suoi diversi equilibri, della sua stabilità complessiva ed anche a sostegno più diretto di singoli membri di un personale politico con il quale mantenere rapporti amichevoli più impegnativi. illegalità nel mondo politico, dunque, ed illegalità nel mondo imprenditoriale; ad esse si sono venute aggiungendo illegalità nel mondo giudiziario. un' inchiesta giudiziaria è tanto più forte, accettata, rispettata, quanto più forte, rigoroso e lineare è il rispetto della legge che essa stessa si impone, senza prevaricazioni, arbitri, forzature ed eccessi di sorta. si è verificato, purtroppo, e ripetutamente, tutto il contrario! non c' è fine che possa giustificare il ricorso a mezzi illegali, a violazioni sistematiche, clamorose e persino esaltate della legge, dei diritti dei cittadini, dei diritti umani . non c' è consenso popolare, sostegno politico, campagna di stampa, che possa giustificare un qualsiasi distacco dai principi garantiti dalla Costituzione e dalle regole fissate dalla legge. non la giustifica neppure l' assenza, l' insensibilità o il ritardo degli organi di controllo, la debolezza o il disorientamento delle difese, la barriera del pregiudizio negativo. ebbene, chi non ha visto le forzature macroscopiche e strumentali nell' interpretazione delle leggi per giungere ad usare impropriamente i poteri giudiziari ? da quattro secoli in Inghilterra è stato scritto nel Leviatano: « se il giudice usa con arroganza un potere di interpretare le leggi, tutto diventa arbitrio imprevedibile. di fronte ad un metodo del genere ogni sicurezza viene meno » . chi non ha visto, allora, gli arresti illegali, facili, collettivi, spettacolari e finanche capricciosi, di fronte ad una civiltà del diritto e ad una normativa di legge che anche nel nostro paese considerava l' arresto una extrema ratio ? chi non ha visto le detenzioni illegali che fanno impallidire la civiltà dell' habeas corpus , le detenzioni a scopo di confessione che sono tutto il contrario di ciò che è riconosciuto ed accertato? chi non ha visto le perquisizioni a scoppio ritardato, quelle — in particolare — delle sedi di partito, manifestamente inutili, ma utili per la messa in scena predisposta e per lo spettacolo denigratorio assicurato? sono all' ordine del giorno , del resto, le sistematiche violazioni del segreto istruttorio , ormai praticamente vanificato ed inesistente, o esistente solo in ragione di criteri discriminatori o criteri arbitrari, dettati da interessi ed opportunità di varia natura, ivi comprese quelle politiche. c' è forse qualcuno che non ha visto la esemplare tempistica politica di determinate operazioni? ebbene, quando la giustizia funziona ad orologeria politica, essa contiene già in sé qualcosa di aberrante. purtroppo vi è anche materia per scrivere un capitolo sui diritti umani e sulle loro violazioni. affacciandosi già mesi or sono sulla realtà italiana, una missione internazionale composta di alti magistrati ed esponenti del foro di Parigi annotava, prudentemente e rispettosamente, in un suo primo rapporto che « i magistrati, incaricati delle inchieste sulla corruzione, applicano le disposizioni di legge relative alla detenzione preventiva in modo particolarmente estensivo. senza arrivare ad espressioni quali tortura o inquisizione — pur usate da diverse personalità — , non sembra si possa dubitare del fatto che la carcerazione preventiva sistematica di numerosi indiziati — molti dei quali presentano evidenti qualifiche di notorietà — e che è ufficialmente motivata dalla preoccupazione di un possibile inquinamento delle prove, ha in realtà lo scopo di esercitare delle pressioni per ottenere confessioni di colpevolezza, o la denuncia di complici. ciò che numerosi magistrati hanno ammesso pubblicamente, sottolineando l' efficacia di questo metodo. questa pratica, di carattere chiaramente repressivo, appare in contraddizione sia con il disposto dell' articolo 275 del nuovo codice di procedura penale italiano, che indica la detenzione preventiva come una misura coercitiva di natura eccezionale, sia con i testi internazionali esistenti in materia di tutela dei diritti dell' uomo » . spiace doverlo dire, ma le ripetute affermazioni di magistrati — non « dei » magistrati: « di » magistrati — , talvolta solenni, talvolta sdegnate, che vogliono suonare come una proclamazione di indipendenza e di indifferenza rispetto alla politica, agli effetti politici, agli obiettivi politici, in molti e troppi casi non convincono affatto e non possono convincere: penso agli arresti alla vigilia della formazione di governi locali o dopo la loro formazione, alle retate di interi corpi amministrativi; alle operazioni di marca preelettorale, agli scoop in vista di precise scadenze politiche; alle disparità di trattamento (che meriterebbero tutto un approfondimento a parte), alle oculate selezioni, all' accanimento con il quale ci si è mossi soprattutto in certe direzioni, ma non allo stesso modo in altre. un grande processo politico era preconizzato dagli ideologi, magistrati e non, della rottura traumatica, che sui loro giornali scrivevano: il sistema politico è la culla più ospitale e al tempo stesso la più formidabile difesa del crimine organizzato, della violenza mafiosa e camorristica, delle lobbies illegali. leggiamo oggi una pubblicistica che si muove ad un passo financo dai testi della letteratura terroristica, quando questa si scagliava contro il regime politico mafioso DC-PSI e contro l' « americano » Craxi, che si adopera per accelerare il processo di edificazione del Sim (Stato imperialista delle multinazionali), contro il gangster Craxi che si propone come baricentro dello scenario politico. contro un demone di questa natura allora tutto era possibile, lecito, tutto era giustificato. può capitare nella storia che la violenza nell' uso di un potere sia necessaria e sia inevitabile. ma allora è necessario che essa sia chiamata con il suo nome, sia riconosciuta ed esaltata come tale e non mistificata e proclamata in nome delle leggi o degli ordinamenti in vigore . in questo caso sapremmo senza possibilità di equivoci di essere di fronte ad una nuova forza, ad una nuova legge, ad un nuovo potere. una rivoluzione: così sono stati definiti e così molti concepiscono gli avvenimenti di casa nostra. una rivoluzione; può darsi. però allora è bene essere consapevoli che una rivoluzione è di per sé sempre una grande incognita ed una grande avventura. ma soprattutto una rivoluzione senza un ceto organico di rivoluzionari è destinata solo a distruggere ed a preparare un fallimento certo. c' è stata violenza nell' uso del potere giudiziario , nell' uso dei sempre più potenti mezzi di comunicazione. c' è stato un eccesso di violenza nella polemica politica, nella critica, nel linguaggio e nei comportamenti. e la violenza non può far altro che generare violenza nei giudizi, nei sentimenti, nelle passioni, negli animi. in quale democrazia del mondo a memoria del secolo inchieste giudiziarie ed il clima esasperato che attorno ad esse è stato creato hanno potuto provocare tanti suicidi, tentati suicidi e morti improvvise? in quale paese libero e civile del mondo si sono celebrati in piazza tanti processi sommari, si è assistito a tanti pubblici linciaggi e si sono consacrate tante sentenze di condanna prima ancora che sia stato pronunciato un rinvio a giudizio ? tutto questo non può non far riflettere, signor presidente della Camera; doveva far riflettere e mi auguro che faccia riflettere. non credo del resto che la moralizzazione della vita pubblica italiana possa esaurirsi con la denuncia ed il superamento del sistema di finanziamento illegale dei partiti e delle attività politiche e con la condanna di tutte le forme degenerative che ne sono derivate. non credo che solo in ciò consista la questione della corruzione della vita pubblica . non credo che il procedere in modo violento, con l' inevitabile inasprimento dei traumi e dei conflitti che ne scaturirà, potrà aprire un periodo ordinato della vita democratica della nazione. c' è un problema democratico di rinnovamento e di ricambio della classe politica dirigente; c' è un problema di alternanza delle forze e delle responsabilità di guida e di Governo. è un problema che deve essere risolto democraticamente, nel modo più trasparente e diretto, senza soffocare o provocare il soffocamento del pluralismo politico e senza fare ricorso alla barbarie della giustizia politica. una politica che fosse intrisa di demagogia e di ipocrisia non sarebbe destinata a fare lunga strada, così come non è destinato a farla chi ancora oggi continua a non usare il linguaggio della verità. per non parlare di chi si presenta di fronte al paese con l' aria smemorata, con i tratti di chi non sapeva anche ciò che avrebbe dovuto inevitabilmente conoscere; di chi è vissuto fino a ieri in preda a superficiali distrazioni; di chi denuncia nomenklature ignorando la propria, della quale continua a portare tutti i caratteri; di chi addirittura giudica dall' alto delle sue frequentazioni malavitose. il 2 novembre dello scorso anno moriva improvvisamente Vincenzo Balzamo, deputato al Parlamento, segretario amministrativo nazionale del partito socialista italiano. dopo settimane di tensioni e di angosce, un infarto ne aveva stroncato l' esistenza. solo pochi giorni prima aveva ricevuto un avviso di garanzia per gravi reati. da quel momento, dopo la sua morte, nel giudizio degli inquirenti io vengo considerato come una sorta di successore universale di tutte le condotte addebitate all' onorevole Balzamo. vengo quindi investito da una raffica di avvisi di garanzia per concorso in fatti, veri o presunti, attribuiti ai responsabili dell' amministrazione del partito socialista . purtroppo la scomparsa immatura dell' onorevole Balzamo, lasciando un vuoto doloroso, ci ha privato anche di un testimone essenziale e decisivo per tante vicende che costituiscono oggetto di indagine. sta di fatto che fino alla sua morte gli inquirenti concludono con l' onorevole Balzamo il rapporto concorsuale nei reati che vengono individuati. alla sua morte coprono il vuoto con me; coprono con me il posto rimasto vuoto. in assenza di qualsiasi elemento probatorio che possa legarmi agli atti ritenuti criminalizzabili, la traslazione di condotte altrui sotto la responsabilità mia personale in forza della carica che rivestivo e del vantaggio economico che il partito ne ha tratto è un fatto del tutto arbitrario e inammissibile dal diritto penal-processualistico. a meno che, data la straordinarietà del mio caso, non sia stato sospeso, e soltanto nei miei confronti, il principio di diritto della responsabilità personale sancito dalla Costituzione. la verità è che sin dall' inizio si è mossa contro di me un' azione ispirata da un intento persecutorio evidente, che numerosi fatti, che emergono dalla semplice lettura degli atti, provano e confermano in modo chiaro e inequivocabile. l' obiettivo Craxi era un obiettivo politico primario e per tentare di colpirlo si è agito con la più grande determinazione e talvolta anche con la più grande spregiudicatezza, violando ripetutamente la legge e le stesse prerogative dell' immunità e dell' inviolabilità del parlamentare. l' esistenza del fumus persecutionis , onorevoli colleghi , per un principio di diritto che non può essere ignorato e cancellato da nessuna considerazione politica, risulta confermata ogni qualvolta il magistrato giunga a compiere atti di indagine preliminare a carico del deputato prima dell' informazione di garanzia e prima della concessione dell' autorizzazione a procedere . ebbene, nel caso Craxi, i magistrati incaricati dell' indagine, senza la spedizione dell' informazione di garanzia e senza l' autorizzazione a procedere , hanno con insistenza, con accanimento crescente ed anche, a più riprese, con sotteso atteggiamento di coartazione, richiesto e ricercato elementi probatori da porre a base delle accuse contro di me, presupposte in un teorema già elaborato e per un obiettivo già ben delineato. tutto questo è avvenuto in modo sistematico, a partire dai primi atti dell' inchiesta; ne è scaturita in tal modo una massa ingente di indagini che sono state svolte su di me illegittimamente attraverso interrogatori, perquisizioni, sequestri, accertamenti patrimoniali, deposizioni testimoniali, acquisizioni di atti. si è proceduto ad accertamenti trasversali per violare il divieto di indagine in mancanza di autorizzazione a procedere , al fine di costruire un' ipotesi accusatoria irrimediabilmente viziata, perché costruita dalla sommatoria di una notizia di reato artefatta e da dati di riscontro formati e selezionati per sorreggerla. scendendo solo per un attimo nel particolare, ricordo che si è giunti persino a sequestrare il conto del mio ufficio di Milano, amministrato dalla mia segretaria, che è a tutt' oggi privata della libertà. i giornali ne diedero — lo ricorderete — subito notizia con grande risalto, sparando i titoli: « otto miliardi trovati sul conto della segretaria di Craxi » ! in realtà, il conto in quel momento era praticamente in rosso; gli otto miliardi trovati sul conto della segretaria di Craxi non erano altro che i movimenti che su di esso erano stati fatti nel corso degli otto anni precedenti. si trattava delle spese generali dell' ufficio, dei rimborsi spese fatti a collaboratori, di contributi versati a centri culturali, a centri politici, sociali ed assistenziali, di spese elettorali e di spese personali; entrate e spese documentabili e perfettamente legittime. sta di fatto che in questo modo si è andati a spulciare l' attività che era passata per quasi un decennio attraverso il mio ufficio di Milano e la sua amministrazione, nella perfetta consapevolezza che si trattava di attività politiche e personali, risalenti alla responsabilità di un parlamentare contro il quale non si poteva procedere. del resto, onorevoli colleghi , onorevole presidente , i « lei conosce Craxi » , « quali rapporti ha avuto con Craxi » , « dica che ha versato a Craxi » ; e ancora, « quale ruolo aveva Craxi » , « chi incontrava » , rappresentano una litania lunga, che si snoda insistentemente attraverso gli interrogatori di indagati ed anche di testi che, come avrete visto, sono stati scelti a bella posta fra persone dichiaratamente e notoriamente ostili. si è così indagato su di me, sulla mia famiglia, sulle mie proprietà; si è trovato il modo di indagare sui miei figli ed anche sui miei parenti! ma vi è qualcosa di ancor più grave. contro il principio generale ed indiscusso, secondo il quale la magistratura può indagare su un cittadino solo in presenza di una notizia di reato che essa apprende direttamente ovvero attraverso denuncia, querela o informativa della polizia giudiziaria , con riferimento alla vicenda che mi riguarda i pubblici ministeri di Milano hanno pervicacemente fatto ricerca di una pretesa notizia di reato sulla quale poter costruire il teorema già prescelto. siffatta metodologia la dice lunga di per sé sola sulla presenza del fumus persecutionis ; se in tutto questo non è ravvisabile neppure l' ombra di un intento persecutorio, allora diciamo pure che il fumus persecutionis è un qualcosa di indefinibile, di inaccertabile e di inavvistabile, e cioè che è un qualcosa che praticamente non esiste. anche questo, naturalmente, lo si può decidere per ragioni politiche, le più diverse, ma non per ragioni di verità e di giustizia. aggiungo che non saprei dire, almeno allo stato delle cose , che uso sia stato fatto delle intercettazioni telefoniche e di altri metodi di ascolto. è ben possibile che tutto sia perfettamente regolare: lo vedremo. tuttavia, non sono il solo ad aver avvertito la presenza come di una mano invisibile, irresponsabile, illegale, che, come spesso avviene nelle situazioni confuse e traumatiche, si è mossa e si muove allo scopo di intorbidire le acque e di rendere più agevole l' organizzazione e lo svolgimento di manovre di varia natura. sta di fatto, comunque, che una mano invisibile, in questi mesi trascorsi, simulando furti, ha provveduto a perquisire il mio ufficio, gli uffici di mia moglie e di mio figlio, i locali della famiglia della mia segretaria e, nella stessa notte, la casa dove abitava mia figlia, a Milano, ed il suo ufficio di Roma. il fumus persecutionis ritorna ancora ben visibile quando l' indagine viene sistematicamente sottratta alla riservatezza e al segreto istruttorio e consegnata, attività per attività, e sempre con grande e singolarissima (come del resto avete constatato) tempestività oraria e con dovizia di particolari e di indiscrezioni di varia natura, all' informazione e alla stampa, dalla quale poi sono derivate, molto spesso — non sempre, per fortuna — ed in molteplici casi, deformazioni e distorsioni di portata e di genere vario e variopinto. questo riguarda non solo i verbali degli interrogatori o spezzoni degli stessi, subito diffusi quando contenevano riferimenti ed accuse, dirette o indirette, contro di me, ma riguarda persino le deposizioni testimoniali, la cui lettura è vietata anche al difensore della persona indagata e che invece, in alcuni casi, sono state integralmente riferite alla stampa e da questa puntualmente pubblicate. così, contro di me, sono state deliberatamente alimentate, nei mesi scorsi, violente campagne denigratorie, di tale brutalità e di tale natura da non avere precedenti, almeno fino a quel momento, in tutta la storia della nazione. io ho retto le responsabilità maggiori del partito socialista per sedici anni, guidandolo in dieci campagne elettorali ; ed egualmente per un lungo periodo ho partecipato e ho sorretto le responsabilità di Governo. delle attività della struttura nazionale del partito, ivi comprese quelle amministrative, mi sono assunto tutte le responsabilità politiche e morali di fronte al Parlamento ed al paese, come era mio dovere. ho respinto e torno a respingere accuse che considero assolutamente infondate, pretestuose e strumentali, ed una campagna di aggressione personale e politica che tutti hanno potuto vedere e valutare. le accuse partono dal presupposto che il segretario politico del Psi sia non il percettore materiale (indicato, questo, nell' amministratore e in suoi collaboratori o fiduciari), ma uno che alla fine (leggo testualmente) « riceve » . a tutte le attività che vengono descritte, iniziali e finali, rispetto alle quali vengono elevate gravi imputazioni, il segretario politico nazionale del partito socialista non ha invece mai partecipato in nessuna forma; e in nessuna forma, né diretta né indiretta, è intervenuto in tutti i casi citati per favorire l' appalto di lavori, l' assegnazione di forniture, l' acquisto di mobili, immobili e quant' altro. a un certo punto vengono complessivamente elencati nelle accuse i nomi di quarantuno imprenditori e dirigenti di società private con i quali avrei concorso in azioni esecutive di disegni criminosi. di questi quarantino imprenditori e dirigenti d' azienda, trentotto non li ho mai né visti né conosciuti, e con uno solo di essi ho intrattenuto nel tempo rapporti di amicizia. vengono poi elencate quarantaquattro società di diversi settori produttivi, in favore delle quali sarei intervenuto in concorso di attuazione di disegni criminosi. non sono mai intervenuto, in tutti i casi citati ed in nessuna occasione, in favore di nessuna di queste quarantaquattro società, né ho intrattenuto rapporti con alcuna di esse, i loro uffici, le loro strutture, e per nessuna ragione, né per questo motivo, con i pubblici ufficiali citati, anche se spesso non nominati. rispetto alla mia posizione, i pubblici ministeri non hanno ricostruito fatti, ma solo presupposto un teorema che hanno tentato di supportare con atti di indagine adempiuti nell' ambito complessivo dell' intera inchiesta. ma in tutto l' insieme non è stato avvicinato neppure il livello minimo della garanzia di fondatezza. la sostanza delle accuse che mi vengono rivolte si basa solo su congetture e su falsi sillogismi. soprattutto, una serie di condotte, di miei comportamenti che il Pubblico ministero si è preoccupato di evidenziare, non raggiungono in nessun modo il livello della rilevanza penale come attività di partecipazione, e quindi non possono costituire il fondamento di una responsabilità per concorso, ciò che rappresenta l' aspetto essenziale dell' intera impostazione accusatoria. dei reati per i quali è stata formulata richiesta di autorizzazione a procedere io dovrei rispondere non quale autore materiale, ma come concorrente, alla stregua dell' articolo 110 del codice penale . l' argomento merita qualche approfondimento, perché anche a voler tenere ferme le coordinate postulate dal teorema che viene designato, la fattispecie concorsuale non può dirsi realizzata, in base a regole di buon senso ancor prima che giuridiche. la responsabilità penale a titolo di concorso in fatti è rigorosamente legata al principio della personalità di cui al comma 1 dell' articolo 27 della Costituzione. dal lato del cosiddetto concorso morale, si ritiene principio univocamente acquisito che non possa essere mai la mera posizione occupata da un soggetto a determinarne il coinvolgimento. il presidente o l' amministratore delegato di una società per azioni , il capo di un' amministrazione pubblica e via dicendo non possono rispondere penalmente del fatto degli altri organi o persone in cui si articola l' organizzazione, nemmeno in materia contravvenzionale o colposa, secondo l' insegnamento giurisdizionale comunemente ricevuto, quando siano individuabili gli estremi della delega. la tesi dei pubblici ministeri, se fondata, dovrebbe di per sé sola infatti giustificare la sistematica chiamata in causa di tanti altri segretari politici dei partiti, perché secondo quella tesi il segretario politico di quel partito, in ragione della sua carica, sapeva o doveva supporre che finanziamenti illegali o irregolari erano diventati una fonte consistente di sostegno economico dei partiti. la verità è che tecnicamente è impraticabile ogni fattispecie concorsuale a mio carico, per il titolo morale immaginato dalla magistratura milanese; in punto di diritto, giurisprudenza, dottrina e prassi giuridica depongono univocamente in questa direzione. prima di compiere il tragico gesto di togliersi la vita, Sergio Moroni, deputato socialista, aveva dichiarato, scrivendo una lettera indirizzata al presidente della Camera : « è indubbio che stiamo vivendo mesi che segneranno un cambiamento radicale nel modo di essere del nostro paese, della sua democrazia, delle sue istituzioni che ne sono l' espressione. al centro sta la crisi dei partiti (di tutti i partiti), che devono modificare sostanza e natura del loro ruolo. « eppure non è giusto che ciò avvenga attraverso un processo sommario e violento, per cui la ruota della fortuna assegna a singoli il compito di vittime sacrificali. né mi è estranea la convinzione che forze oscure coltivino disegni che nulla hanno a che fare con il rinnovamento e la pulizia. « un grande velo di ipocrisia » — scrive ancora Moroni — « (condivisa da tutti) ha coperto per lunghi anni i modi di vita dei partiti e i loro sistemi di finanziamento. c' è una cultura tutta italiana nel definire regole e leggi che si sa non potranno essere rispettate, muovendo dalla tacita intesa che insieme si definiranno solidarietà nel costruire le procedure e i comportamenti che violano queste stesse regole. né mi pare giusto che una vicenda tanto importante e delicata si consumi quotidianamente sulla base di cronache giornalistiche e televisive, a cui è consentito di distruggere immagine e dignità personale di uomini solo riportando dichiarazioni e affermazioni di altri. mi rendo conto che esiste un diritto all' informazione, ma esistono anche i diritti delle persone e delle loro famiglie. « a ciò si aggiunge la propensione allo sciacallaggio di soggetti politici che, ricercando un utile meschino, dimenticano di essere stati per molti versi protagonisti di un sistema rispetto al quale oggi si ergono a censori » . « non credo » — diceva infine Moroni — « che questo nostro paese costruirà il futuro che si merita coltivando un clima da pogrom nei confronti della classe politica , i cui limiti sono noti ma che pure ha fatto dell' Italia uno dei paesi più liberi » . quando Sergio Moroni si uccise, un magistrato inquirente sentenziò, con parole ignobili: « si può morire anche di vergogna! » . dopo aver letto alla Camera la sua lettera testamento il presidente rivolse a tutti un invito alla riflessione. ebbene, io penso che questa riflessione dovrebbe ricondurre direttamente ed essenzialmente al valore della giustizia, che deve essere rigorosa, ma anche sempre serena, equilibrata, obiettiva, umana. nel mio caso la Camera può concedere o negare l' autorizzazione a procedere dopo aver accertato nei miei confronti se è stata violata una norma o sono state violate più norme che proteggono i miei diritti di parlamentare e i miei diritti di cittadino. mi auguro che gli onorevoli Deputati vorranno farlo nel modo più franco e libero, con tutto il senso di giustizia di cui sono capaci.