Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 174 - seduta del 29-04-1993
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1993 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 264
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, può darsi che talvolta valga la pena spendere qualche minuto di stanchezza o di attesa in più per affidare in misura ancora maggiore alla ragionevolezza ed alla responsabilità decisioni altissime ed importanti quali sono non solamente quelle del legislatore, ma anche quelle del deputato in momenti come questi. vorrei innanzitutto dire che mai come nel momento attuale io sento il dovere di prendere la parola, e non a titolo strettissimamente personale, ma perché la mia responsabilità personale, non di gruppo, è quella che mi ingiunge, contro ogni sentimento, di prendere appunto la parola. e ciò perché sia iscritto qui — spero per quasi tutti voi — che l' intervento di Bettino Craxi onora profondamente quest' Assemblea; onora chi concorda, onora chi non è in concordia e d' accordo con lui; onora chi è stato convinto a votare in un modo o in un altro! sarebbe stato più facile, a scarico di coscienza, nella pretesa che ho di conoscere l' Assemblea, di lasciare libero corso alla naturale conseguenza dell' ascolto attento, profondo, spesso frutto di amicizia e in parte di ammirazione, con cui l' Assemblea stessa ha seguito l' intervento. ma poiché quella denuncia non mi ha convinto e poiché ritengo che sarebbe un errore grave seguire il sentimento comprensibile di rivolta e di reazione contro il giornalismo infame che l' ordine giudiziario ha consentito dilagasse nel nostro paese, contro il giornalismo di regime, infame, del più venduto — pare — o del più prestigioso dei nostri giornali, La Repubblica , che ha costituito nel nostro paese e costituisce... cari amici della Lega, quando virgoletteranno — come usano fare ed hanno fatto con quasi tutti noi e con Craxi — le cose che non avrete detto, ma che sarà verosimile che qualcuno abbia pronunciato o che voi abbiate detto, allora forse troverete in quest' Assemblea — come accade da trent' anni — chi oggi interrompete a difendervi, magari con qualche capacità di farlo. signor presidente della Camera, amici, non sono convinto di alcuni aspetti. innanzitutto, il fumo di persecuzione comporta il dolo del voler perseguitare qualcuno. io ritengo che l' accanimento che ho denunciato — cosa diversa dalla volontà di persecuzione — , la mancanza di serenità e le indagini che sono state condotte di per sé non consentano di affermare che una volontà dolosa di persecuzione abbia caratterizzato l' azione della procura della Repubblica . mai come in questo momento, amici, il frapporsi — come vi è stato chiesto — fra questa fase torbida ed il processo penale in base ad una prerogativa che è solo nostra e che è negata ai cittadini, cercando in fondo di attribuire a noi quell' impunità vergognosa e storica della quale gode un certo ceto di magistrati — che gode dell' impunità, lo ripeto, mentre noi dovremmo godere dell' immunità — , sarebbe un errore tecnico ed un errore politico. l' insieme delle cose che abbiamo udito sono nulla rispetto a quello che avete ascoltato talvolta in Transatlantico, quando vi raccontavamo il processo Tortora: non v' è confronto. non vi è confronto con quel processo! non vi è confronto, Galante, con il processo del 7 aprile! non vi è confronto con le ignominie, le bestemmie contro la giustizia che sono state lanciate in quelle occasioni! eppure si è taciuto o ci si è uniformati, al prezzo dell' arresto di qualcuno per cui il Parlamento europeo all' unanimità aveva negato l' autorizzazione, qualcuno che per poter avere il processo è andato in galera ed ha fatto trionfare la giustizia. insomma, se noi oggi compissimo un errore di questo genere, in base ad una persecuzione che non è nel modo più assoluto provata, nemmeno come fumo di persecuzione, credo che questo Parlamento — che è organo politico — avrebbe politicamente contribuito in modo evidente a perpetuare l' incapacità di governare i grandi problemi e le grandi passioni che attraversano il nostro paese. facciamo giustizia, dunque: passiamo al processo. non a questo processo, ma a tutti i processi che debbono essere celebrati. altrimenti, con l' alibi di un errore, questa sera potremmo pagare ad un prezzo assai più caro tutto quanto di torbido e di violento si è accumulato in trent' anni di mancanza di rispetto della legge, in trent' anni in cui spesso le istituzioni sono state fuori legge.