Massimo D'ALEMA - Ministro della Difesa Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 16 - seduta del 04-07-1992
Sulla partecipazione italiana alla Iniziativa di difesa strategica
1992 - Governo II Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 546
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , onorevoli colleghi , il gruppo del Pds voterà contro la mozione di fiducia al Governo presieduto dall' onorevole Giuliano Amato non per una pregiudiziale ostilità o per volontà ideologica di autoesclusione, ma per un argomentato giudizio negativo sul programma, sulla composizione, sulle basi politiche del suo Governo, un Governo che consideriamo inadeguato alla crisi del paese e alla necessità di riforma, di rinnovamento politico e morale. abbiamo assistito in questo dibattito, e ancora adesso da ultimo, a un curioso tentativo di rovesciare le responsabilità. si è cercato di porre a carico delle indecisioni o preclusioni dell' opposizione democratica, di chi sarebbe in attesa, come si è detto, di un improbabile Messia, la ragione di una maggioranza così esigua. è vero, signor presidente : noi abbiamo sperato che il voto del 5 aprile, l' esplodere della questione morale , la crisi di un sistema politico e di potere spingessero le maggiori forze della vecchia maggioranza ad una scelta coraggiosa di rinnovamento. in particolare, abbiamo sperato che fosse il partito socialista italiano a compiere una coraggiosa e netta svolta politica, per la quale, pure, si sono levate e si levano voci significative anche all' interno di quel partito. così non è stato. e le sollecitazioni, gli inviti, a noi o al partito repubblicano , si sono ridotti alla richiesta di venire a colmare i vuoti che il 5 aprile aveva creato nelle file della vecchia governabilità, di collaborare a puntellare quell' asse fra Dc e Psi che viene riproposto come nucleo del Governo del paese. una richiesta che non poteva che essere respinta, nell' interesse non di un partito, ma della sinistra e della democrazia italiana. noi vorremmo essere intesi: non abbiamo fondato questo partito nuovo per essere ammessi a collaborare. lo abbiamo fondato per dare al paese la speranza e la possibilità di una sinistra rinnovata e unita, di un' alternativa di Governo, di un ricambio di classi dirigenti . noi non possiamo che registrare con rammarico che ancora qui, in questo dibattito, il segretario del partito socialista ha mostrato di non intendere la necessità di una prospettiva nuova per la sinistra italiana. e lo hanno dimostrato anche — mi sia consentito — le battute superficiali ed ostili che egli ha dedicato al discorso del compagno Achille Occhetto, tutto volto a questa prospettiva. ma l' incomprensione deriva, io ritengo, anche da un giudizio errato sui caratteri e sulla natura della crisi che viviamo, a partire dalla questione morale . vedete, compagni socialisti, non solo non è accettabile una chiamata di correità ai partiti, che cancella rozzamente un diverso grado di responsabilità e di coinvolgimento, che nasconde la differenza tra chi si mette in gioco in un processo reale, coraggioso e doloroso di autoriforma e chi difende in modo testardo e miope la vecchia politica; ma sembra a me sbagliato in radice ridurre la questione morale semplicemente al tema del finanziamento illecito dei partiti. era difficile — mi sia consentito — , oltretutto, fornire un più robusto argomento a quelle forze, che si dice di voler combattere, che puntano a sfasciare il sistema dei partiti ed i caratteri della nostra democrazia. la questione è un' altra o, per lo meno, è soprattutto un' altra. essa sta nell' intreccio tra politica, amministrazione, affari, economia, che ha caratterizzato lo sviluppo distorto non solo del sistema politico , ma della società italiana e della nostra economia; nel prevalere della logica dello scambio e della mediazione, di interessi corporativi rispetto all' interesse generale; nella distorsione a fini di dominio e di consenso nell' uso degli apparati dello Stato e delle risorse dello Stato. la questione dei costi e dei finanziamenti dei partiti e della politica fa parte — ma è solo parte — di tutto ciò. e la risposta politica deve avere ben altra forza e respiro. essa sta in una linea di rinnovamento dello Stato, di separazione tra amministrazione e politica, in un processo di rinnovamento della politica che ne combatta la riduzione a gestione del potere, che ne riscopra le ragioni alte di indirizzo, di guida. mi sia consentito di dire che la risposta sta anche, per le forze di sinistra, nell' impegno per una nuova etica civile, per affermare un sistema di valori che abbia al centro il lavoro, la cultura, la scienza, e non la rendita, il clientelismo, la frammentazione corporativa, il « rampantismo » . solo in questo progetto, così, si ricostruiscono le ragioni forti di una sinistra nuova. ed è questo il senso della nostra sfida. mi sembra una disputa antica ed anche un po' vacua, vorrei dire, quella sull' opposizione dura o molle, quella sulle disponibilità. l' opposizione nostra sarà commisurata alle scelte del Governo. se il Governo si farà sospingere su una linea di rivalsa sui ceti più deboli e sui lavoratori; se il Governo si farà interprete di una volontà di restaurazione della vecchia governabilità e delle sue logiche, la nostra opposizione sarà dura, molto dura, qui e nel paese (vorrei rassicurare il compagno Magri). ma la forza dell' opposizione si misura anche e soprattutto dalla capacità di mettere in campo un progetto positivo di fronte alla crisi del paese. e il nostro progetto si racchiude, come ha detto Occhetto, nell' intento di batterci insieme per costruire le istituzioni dell' alternativa e per dare vita ad una sinistra che possa essere in grado di rappresentare l' alternativa di Governo. e quando dico le istituzioni dell' alternativa, voglio dire che anche sul tema delle riforme istituzionali ed elettorali si scontreranno qui diverse impostazioni e proposte. in questo momento così difficile, in cui la sinistra italiana appare frammentata e dominata, ancora una volta, dai suoi mali antichi di un ministerialismo trasformista e di un massimalismo inconcludente, noi lavoriamo al progetto di una sinistra unita, aperta ben oltre i suoi tradizionali confini, forte delle sue ragioni e capace di candidarsi a rifondare lo Stato democratico ed a governare il paese. anche su questo la misureremo, onorevole Amato, mi consenta, come dirigente socialista, non solo come presidente del Consiglio . ci sarà certamente chi cercherà di spingerla su una linea di scontro per approfondire e rendere invalicabile il fossato che divide le maggiori forze della sinistra italiana. noi speriamo che ella sappia resistere, e che per lo meno lavori per tenere aperta la possibilità di un dialogo e di un incontro.