Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 16 - seduta del 04-07-1992
In vista della Conferenza intergovernativa di Nizza
1992 - Governo II Amato - Legislatura n. 13 - Seduta n. 815
  • Comunicazioni del governo

... e se i patti sono patti con un contenuto o, come io ritenevo, hanno in realtà un contenuto eludibile! anche se è andata molto bene per creare miti e personaggi su tutta la stampa nazionale! questo è l' argomento. spero che gli amici del Movimento Sociale Italiano e gli altri firmatari vogliano darmi atto che chiedere la discussione per il 4 settembre non è serio; semmai si dimostri poi che si sa lavorare affinché, entro la data stabilita, sia terminato il lavoro di quella commissione; ma la maggioranza di questa Assemblea non ha mai rispettato in passato i tempi stabiliti se non su leggi di spesa di un certo tipo. sulle forme istituzionali mai! semel in anno, semel... in legislatura! no, presidente, no! a meno che sia richiesta la votazione nominale : articolo 51, comma 1, presidente! al collo e non al callo! pare che qui abbiamo una casistica, ormai! presidente, io userò le mie prerogative e, stante quanto è accaduto questa mattina, parlerò per 60 minuti, come è mio diritto. ciò detto, presidente, vorrei dirle anche che il caso fa molto bene le cose. il fatto che questo Governo, in questo momento, sia rappresentato dal ministro dell' Ambiente , e non da altri, sicuramente è cosa che ci fa molto piacere. il volto, la storia, le capacità, le intenzioni, l' impegno civile di Carlo Ripa di Meana rappresentano una di quelle eccezioni che confermano la regola per quello che riguarda questo Governo. la sua presenza in quest' Aula non solo ci onora — come ovviamente qualsiasi rappresentante dell' Esecutivo in quanto tale — ma ci conforta, anche perché evidentemente sta accadendo qualcosa di nuovo e di diverso. certo, dirò « signor ministro dell' Ambiente » , non dirò « signor presidente del Consiglio » , né « signor vicepresidente » , né « signor ministro degli Esteri » , né « signor ministro di grazia e Giustizia » , né « signor ministro del Tesoro » , né « signor ministro delle Finanze » , perché mi pare che la latitanza sia completa! e lo capisco. credo che vi sia una sorta di pudore nei nostri confronti da parte di questo Governo, del quale abbiamo — e lo sottolineo — scelto di esigere di far parte per logica programmatica e per le stesse cose che in parte il presidente del Consiglio ha detto di voler fare. il fatto dunque che noi abbiamo scelto di esigere di far parte di questo Governo e che non ci sia stata fatta nemmeno una telefonata (prima prova di pudore!), il fatto che in questo momento parliamo in presenza solo del ministro dell' Ambiente e (saluto anche il suo arrivo) del ministro delle Finanze , li prendo come una giusta manifestazione di pudore da parte del presidente incaricato , che ha già avuto, come sappiamo, la fiducia del Senato. signor presidente , qual era il compito del primo Governo di questa legislatura? il compito del primo Governo di questa legislatura era ovviamente quello di fornire un Esecutivo (questo è l' incarico che non poteva non aver avuto Giuliano Amato) all' altezza dei problemi che nel nostro paese stanno maturando. noi oggi leggiamo sui giornali (e per una volta l' allarmismo non è da criticare) che senza l' intervento della Banca d'Italia , costosissimo, e che probabilmente in otto giorni possiamo cifrare in migliaia di miliardi, comportando... se i colleghi della Lega preferiscono che io non parli, non ho molti problemi...! grazie. allora, signor presidente , stavo tentando di dire che da parte di questo Governo e da parte del suo presidente non si è fatto fronte a quello che la moralità politica richiedeva. e di altra moralità io non parlo qui dentro, da laico. le questioni morali sono sempre pericolose quando vengono poste in quanto tali in un contesto politico, perché sono manifestazioni schizofreniche di integrismi e di fanatismi. ma il problema della moralità politica è chiaro. questo presidente del Consiglio aveva l' incarico di fornire al nostro paese un governo delle istituzioni e delle cose all' altezza dei tremendi problemi che abbiamo. già adesso le circostanze di questi giorni dimostrano, ad esempio, che il rifiuto opposto alla richiesta del mio gruppo di inserire nel Governo, come vicepresidente del Consiglio titolare dei ministeri del Tesoro, del Bilancio e delle partecipazioni statali il governatore della Banca d'Italia è stato atto di sufficienza, di irresponsabilità. mi è stato detto che il governatore della Banca d'Italia , signor presidente , non voleva fare questo perché altrimenti il signor Dini, o un altro, avrebbe preso il suo posto. mi è stato riferito che diceva: « signore, non sono degno! » . ma un incaricato a formare il Governo, dinanzi a questa nostra specifica richiesta, di inserire cioè nel Governo del paese chi politicamente, a torto, rappresenta all' estero e anche in Italia un momento al di sopra di ogni sospetto... sottolineo: a torto! la Banca d'Italia è stata infatti una componente determinante del regime partitocratico. le relazioni della Banca d'Italia sono una cosa ed il sepolcro imbiancato che è stato ed è per la sinistra... la Banca d'Italia è stata tenuta in questo modo ed io volevo snidarla per un motivo molto semplice, perché nel degrado partitocratico delle banche (del Banco di Sicilia , del Banco di Napoli , di tutto il sistema creditizio italiano) la Banca d'Italia ha rappresentato quello che la Corte costituzionale ha rappresentato su un altro piano: uno strumento di regime partitocratico di violazione della legalità e di istituzioni fuorilegge per reati omissivi e di altro tipo. dunque, avevamo suggerito il governatore della Banca d'Italia . perché? lo avevo anche spiegato al presidente incaricato . quindici giorni fa ho dichiarato, ma l' avevo già detto pubblicamente da due mesi: noi dovremo fare i conti con attacchi di Borsa internazionali e nazionali gravissimi, in parte fondati, in parte speculativi; se avremo come vicepresidente del Consiglio italiano il governatore della Banca d'Italia , avremo, innanzi tutto, un' eco sulle Borse internazionali italiane e, in secondo luogo, nelle fondamentali riunioni dei governatori — mi pare del 20 luglio e del 20 settembre: Ripa di Meana ricorda senz' altro meglio di me il calendario europeo — potremo contare, certo, sull' influenza di questa riforma delle presenze nel nostro Governo. niente! nemmeno un commento, nemmeno una risposta! la seconda cosa è più grave, signor presidente e colleghi. avevamo chiesto e suggerito di incalzare il Partito Democratico della Sinistra per fargli assumere in modo più chiaro e netto la responsabilità dell' opposizione o quella della partecipazione al Governo. è possibile per chierici che sanno tutto — e tale è il nostro presidente del Consiglio — confermare che ci attendono ore tremende (il dissesto dell' amministrazione pubblica e dello Stato a tutti i livelli); è possibile fare questo e non sentire il dovere storico e politico di tener conto che se il presidente del Consiglio incaricato fosse stato altro — Claudio Martelli, che era della rosa del Pds, il Partito Democratico della Sinistra avrebbe potuto assumere una posizione diversa, ma che, essendo Giuliano Amato estraneo alla rosa sia nostra che del Pds, allora non se ne parlava? questa assenza di verità, questo interesse ai ruoli: non disturbare eccessivamente il Pds... io avevo suggerito di parlare ufficialmente e Forlani ha voluto ieri ricordare che, in realtà, la Dc era d' accordo con queste aperture. l' ha ricordato quando l' ho interrotto. quindi, il presidente del Consiglio incaricato non è stato costretto dalla Democrazia Cristiana , Partito di maggioranza relativa, ma dall' obbedienza alla sua estrazione, dal fatto che il presidente del Consiglio non è tale per i suoi indubbi meriti e per le sue caratteristiche, ma è presidente del Consiglio — lo sappiamo tutti e lo sa, innanzi tutto, lui — come surrogato, come cicoria rispetto al caffè Craxi, che non è stato fatto bere al nostro paese...! in una situazione di debolezza era possibile porsi il problema di fare presto, invece che quello di fare bene, ed incalzare i Verdi? ma come è possibile? i nostri amici Verdi, con stile — devo riconoscerlo — prettamente radicale, hanno insistito al massimo sulla loro collaborazione teorica ed hanno fatto otto richieste. e poi hanno detto, da radicali ma come Verdi italiani: però, se anche ci deste tutte le otto cose che chiediamo, noi non voteremmo la fiducia al Governo della maggioranza. questo francamente non me l' aspettavo da quella componente che oggi mi pare sia di grande prestigio. non voglio dire altro del gruppo parlamentare verde, i cui carati radicali sono pari ai miei, se non magari superiori. fare presto. fare presto cosa? adesso cosa si fa per quanto riguarda la Banca d'Italia ? se ci fosse stato Ciampi al Governo, il Governo del nostro Stato avrebbe avuto un elemento di contrasto rispetto agli assalti alla lira che vengono effettuati; assalti che non sono dettati da malafede o da volontà di destabilizzazione del Kgb, della Cia o dei servizi italiani, ma dalla logica speculativa che potevamo ben individuare con tutte le sue componenti psicologiche. non una parola, non una risposta, non un cenno di stima pubblica, non una motivazione, signor presidente . ci soffermeremo in seguito sulle ragioni che vi hanno indotto a fare finta di nulla dinanzi al fatto o che il nostro gruppo aveva dichiarato in pubblico che esigeva di far parte del governo delle istituzioni, in un momento così drammaticamente difficile, in un momento in cui, se non si vuole essere antipopolari, occorre essere impopolari e prendere la propria razione di sputi, come abbiamo fatto noi per tutta la nostra esistenza, per realizzare riforme alle quali oggi poi tutti si richiamano come riforme di civiltà e di tolleranza. signor presidente del Consiglio , abbiamo avanzato tale proposta per dirottare da lei, da voi, storicamente esponenti della partitocrazia, e per prendere su di noi le caterve di sputi e di insulti che per le intolleranze, certo, ma anche per le disperazioni contro l' ingiustizia, sarebbero venute e verranno dal nostro paese. abbiamo avanzato tale proposta per cercare di offrire e di dare corpo alla speranza che, per una volta, i sacrifici che comunque saranno sopportati dai ceti più umili, oppressi e beffeggiati, troveranno esito. o ricorriamo ad una soluzione da palazzo d' inverno, o abbiamo una soluzione « rivoluzionista » — e nessuno oggi vi crede — , oppure dobbiamo sapere, e mi rivolgo con dolore ad Azzolina... quando Azzolina parla, come ha fatto ieri, del minor tempo di lavoro, e quando altri propongono certe soluzioni di fronte al ricorso alla cassa integrazione guadagni , devo rispondere ad Azzolina che con Edmond Maire e la CFDT, con il Rocard di allora, con il PSU di allora, con Huguette Buchardeau, ai tempi della fabbrica Lip e via dicendo, in Francia sono stato al centro di questa rivendicazione e di questa richiesta: « meno lavoro » ! oggi voi sapete che, tecnicamente, nessun ministro di Rifondazione comunista e del Pds potrebbe realizzare tale obiettivo a meno che non crediamo possibile — e ciò fa parte della moralità politica, se lo si crede — una gestione rivoluzionaria e dittatoriale di classe, legittima. ma perché ritenere che ciò sia perduto? non è vero, amici, le candidature di una gestione efficientistica ed autoritaria della storia sono sempre più presenti nel mondo della tecnologia e delle multinazionali! perché allora a sinistra non avete il coraggio nel rifondare il comunismo? in quel caso, sì, si potrà dire per legge: « meno lavoro » , per situazioni di dittatura di classe. ci sono le classi, c' è il terzo Stato. per dittatura di questo noi vogliamo quindi realizzare la soppressione di alcune libertà che comunque altrimenti — potreste dire — ci sarebbero. tutto questo, signor presidente del Consiglio , volevamo condividere con voi. ma chi altri voleva condividerlo? signor presidente del Consiglio , dovremmo tornare ad un serio Regolamento parlamentare classico, in cui si preveda per i dibattiti sulla fiducia al Governo e soprattutto per l' inizio delle legislature l' assenza di limiti di tempo per gli interventi. all' inizio della legislatura, con un Governo che ci propone il suo programma che è di legislatura, è necessario che il dibattito entri nel vivo dei problemi, che si soffermi sui vari dicasteri, sulle riforme annunciate, sulla politica del diritto, sulla politica del diritto alla vita. bene fanno, Bompiani e gli altri a porre questa esigenza nei confronti del Governo del paese! la mia risposta è opposta alla loro, ma la domanda ci unisce! sono ormai vent' anni che diciamo che la Chiesa e il partito radicale sono USA dal fatto di avvertire l' urgenza delle stesse domande storiche, umane e umanistiche, anche se si sono divisi nelle risposte. diversa è la posizione degli indifferenti e dei falsi agnostici. quando comparve nella storia, l' agnosticismo era bestemmia, eresia e posizione rivoluzionaria. gli agnostici di oggi, invece, sono come liberali del partito liberale di oggi, i repubblicani del partito repubblicano di oggi ed i laici di oggi: mercanti nel tempio della laicità e dell' agnosticismo come la Democrazia Cristiana lo è stata dei valori evangelici e della « democrazia » cristiana. allora, come dicevo, noi vi offrivamo, signor presidente del Consiglio , un' assunzione di responsabilità in un cammino « antirivoluzionista » , riformatore e democratico. vi offrivamo di assumerci l' onere della continuità per garantire che questo Governo di inizio legislatura fosse diverso; e vi abbiamo posto non la condizione che il Pds fosse presente, ma vi abbiamo chiesto di secondare quel partito e tutti noi, pubblicamente, agli occhi del paese. essere presidente del Consiglio in democrazia non è una carica di palazzo, è un incarico pubblico. mentre il suo amico presidente della Repubblica Cossiga non poteva farlo, lei avrebbe potuto presentarsi dinanzi alle tre reti televisive e chiedere al Pds, dinanzi al paese, di non far mancare il suo sostegno nella chiarezza, quel sostegno che invece è stato dato nell' oscurità torbida degli anni di piombo e dell' unità nazionale per realizzare gli attentati alla Costituzione che sono stati compiuti, per sopprimere i diritti del Parlamento. tutto ciò ci ha portato a gestire insieme, come « Gran Consiglio » dei partiti uniti, l' assassinio di Moro e la lotta contro la P2 e la P38, la lotta contro lo Stato fuorilegge e contro lo stato di diritto , perché se il rapimento Moro fosse stato gestito in termini di diritto, egli — ne sono certo — sarebbe ancora vivo. l' intera questione, infatti, fu gestita in termini di emergenza: da qui l' istigazione ad assassinarlo che il presidente Cossiga, nelle sue sincerità profonde, tragiche ed intermittenti, ha chiaramente ricordato. la responsabilità prima che imputiamo a lei, signor presidente , lei che non è arrogante e presuntuoso nei tratti e nello stile, è di aver portato a termine con arroganza, precipitazione e sufficienza l' incarico che le era stato affidato, evitando il passaggio democratico pubblico, agendo con fretta, e negando così l' urgenza nella sua qualità... tomo a chiedere: perché noi no? io non ho i problemi che, magari, hanno Francesco Rutelli ed altri nel paese, i quali ci dicono: « volevate entrare e non vi hanno preso! » . è dal 1976 che ripetiamo che vogliamo entrare nel Governo, ma voi non ci volete; io sono fiero dei vostri dinieghi, anche se dolente per me, per voi e per il paese. se avessimo avuto il tempo che il Regolamento parlamentare deve riconquistare per questo dibattito, avrei voluto mostrarle una serie di documenti riguardanti, signor presidente , non i problemi dei diritti, ma quelli del debito pubblico . nel 1982 noi proponevamo il rientro del debito pubblico consolidato; Calderisi già nel 1981 parlava di bancarotta fraudolenta . le fornirò tutti i nomi ed i documenti di cui disponiamo. eravamo arrivati a 350 mila miliardi di debito consolidato: già nel 1986 noi proponemmo un metodo per colmarlo. ho con me tutti i documenti che abbiamo presentato come forza di opposizione dal 1986 in qualunque fase del procedimento, signor presidente del Consiglio : sono tutti compensativi, propongono riduzioni di spesa o aumento di entrate. certamente, siamo un' opposizione cui non eravate abituati. oggi sentite gli amici della Lega Nord , che sono istigati da voi; le vostre chiusure e la vostra mancanza di respiro in qualche misura ne istigano le espressioni di demagogia e di rabbia. volevo far parte della maggioranza, lo rivendico, perché avrei rivendicato l' onore di rappresentare questa maggioranza in dialettica drammatica e feroce con gli amici della Lega Nord . io ritengo, infatti, che votare oggi a Milano significhi precipitare nel dramma e nella tragedia, tutti insieme! è un' opinione diversa dalla vostra, ma avremmo potuto comunque ragionare senza sospetto! certo, se a nome anche del Pds e di una certa maggioranza avessi potuto parlare su Milano, rispetto alle faziosità relative a Borghini (frutto di faziosità!), all' opposizione a Borghini (frutto di faziosità!), agli atteggiamenti di La Malfa , che piglia e corre e dice « no » , alla repubblicana (frutto di faziosità, suicida, ma non solo suicida!), credo che avremmo offerto, signor presidente del Consiglio , almeno la possibilità del rispetto reciproco a questa maggioranza, nello scontro drammatico che noi dobbiamo scongiurare. lo avete rifiutato! per quanto riguarda il debito pubblico , ricordo che nel 1980 un nostro vecchio collega già del Movimento Sociale , Angelo Nicosia — che voglio ringraziare — incontrandomi nei corridoi di questo palazzo, mi mise sull' avviso. mi disse: « si sta discutendo di tutto. il livello del debito pubblico consolidato è già arrivato a 350-400 mila miliardi; eppure, nessuno ne parla » . ebbi il dubbio che il collega Nicosia avesse ragione. nel gennaio 1986 ho scritto su Avanti! che in mancanza di una riforma in senso anglosassone della vita politica, i problemi che a quell' epoca comportavano un debito pubblico consolidato pari a 600 mila miliardi — come già prevedeva allora — non sarebbero stati affrontati. una cosa è infatti prevedere due partiti di Governo che si confrontano e che non possono eludere la risposta al problema (risposta che, probabilmente, sarebbe stata identica); altra, è la presenza di dodici partiti del grande monopartitismo imperfetto che non possono permettersi di rinunciare — a sinistra, a destra e al centro — ai frutti del dissesto, senza i quali muoiono. signor presidente del Consiglio , vorrei dirle che lei pagherà — e noi la difenderemo, come si sta facendo in questo momento — un eccesso di indegnità che si imputa al ceto politico e alle istituzioni esecutive e parlamentari. nel corso della seduta di ieri ho interrotto Ugo La Malfa ... le nostalgie sono a volte immotivatamente ed assolutamente insuperabili...! dicevo che ieri ascoltavo l' intervento dell' attuale leader repubblicano, il quale rivendicava come alternativa di democrazia un Governo di competenti, senza deputati, senza politici. l' avesse ascoltato Conti o chiunque della grande tradizione repubblicana e democratica del politique d' abord , che consideravano la politica come il momento nel quale il diritto e la politica del diritto possono prendere corpo nella storia...! la grande tradizione repubblicana sosteneva che la pregiudiziale repubblicana fosse pregiudiziale di diritto, non morale o unicamente politica. per questo giustificava la sua presenza nell' « estrema » , rifiutando in certi momenti la collaborazione con l' « estrema » radicale e con quella socialista e democratica. dobbiamo, signor presidente del Consiglio , rispondere ad alcune cose con urgenza. perché lei non ha preteso, da se stesso , dalla sua maggioranza, di fare quello che la Dc la sollecitava a fare? sembra che qualcuno le abbia detto — e lei ha ritenuto suo interesse crederci — che il nostro problema fosse quello dell' attribuzione di un sottosegretariato a Emma Bonino. la cosa era così fessa — le chiedo scusa se non utilizzo termini parlamentari — che se lei ci ha creduto è perché proprio voleva crederci. la nostra rivendicazione riguardava responsabilità di prima linea , non posti... magari anche quelli, perché avremmo potuto garantire noi quello che voi non potevate garantire. dicevo che sono mosse accuse di indegnità al ceto politico. tutti sanno che noi abbiamo sostenuto come, sotto il profilo tecnico-giuridico, la partitocrazia ed il regime partitocratico rappresentino un regime letteralmente fuorilegge, oltre ad avere indicato che il monopartitismo imperfetto , e non il bipartitismo imperfetto, caratterizza la gestione del paese. ma, presidente del Consiglio , è irrilevante nella storia di un paese o nella storia privata il fatto che qualcuno debba affrontare e risolvere un problema sul quale per vent' anni ha praticato ed anticipato la risposta giusta o che a farlo sia un convertito dell' ultima ora per necessità? vorrei ricordarle, signor presidente del Consiglio , che noi ci opponemmo alla derubricazione, anzi a sopprimere la previsione del mandato di arresto obbligatorio nei confronti di peculato, che decideste per salvare Cefis, Girotti e compagni (con la sinistra ampiamente d' accordo). in quell' occasione, dicemmo che la Repubblica si fondava sempre più sul peculato! quelle riforme le avete realizzate e noi le combattemmo! ricordo di essere stato accanto a Montanelli, quando ciò voleva dire prendersi sputi, essere oggetto di sospetti e di accuse di indegnità; ora che egli è diventato un sant' uomo sugli altari del Tg3, come del Tg1 e del Tg2, devo pur dire al mio amico — « ex Montanelli » , direttore dell' « ex Il Giornale » — che è stato un cattivo maestro, ben più di Toni Negri . infatti, chi ha insegnato al paese a votare « turandosi il naso » come ragione di moralità, chi ha invitato il paese a convivere con il guano e a votare per il guano? si tratta di una moralità di tipo schizofrenico e controriformistico, in cui non c' è l' autonomia del politico e del morale, ma vi è invece l' invadenza continua di una morale di conservazione e di fronda, rispetto alla moralità politica di alternativa e di opposizione di diritto. da questo punto di vista , le connivenze si sono registrate da tutte le parti. signor presidente del Consiglio , la verità è che voi avete tutti nel subconscio — e non ve ne rendete conto — una sorta di convinzione che vi è un solo servizio pubblico , gratuito, che funzioni in Italia: è quello radicale, a sostegno di coloro che sono ingiustamente perseguitati e delle vittime delle intolleranze. colleghi democristiani, quante volte ho sentito dire in quest' Aula, da una parte e dall' altra, che a difendere i doveri di decidere la maggioranza o a difendere la gestione secondo regolamento, contro le esigenze contrapposte della maggioranza, eravamo soprattutto noi radicali! quante volte in passato, facendo una battuta, avete però riconosciuto (a noi che dicevamo, non per insulto, che eravate al centro di un sistema tipico, sul piano tecnico-giuridico, di associazione per delinquere) che non tolleravamo nei vostri confronti le intolleranze, le ingiustizie e le forme di demagogia e che, col passare del tempo, abbiamo pagato tale atteggiamento! mi pare che qui siano state sottovalutate le tremende responsabilità dell' ordine giudiziario italiano (mi rivolgo agli amici della Rete, ad una parte degli amici Verdi e a quelli del Pds). tali responsabilità non sono quelle che Sciascia aveva individuato, ma sono altre, signor presidente del Consiglio ! nel nostro paese si è mancato rispetto al danaro e quando Bettino Craxi dice « siamo tutti colpevoli » , non gli rispondo come gli altri, ma mi limito a dirgli perché è vero, e che mi auguro che la sua sia una coraggiosa autodenuncia penale. a questo punto, sono disposto ad essergli accanto, contro verità. ma se quella di Craxi non è un' autodenuncia penale, che cosa è...?! perché Craxi ha detto che tutti i partiti hanno violato e violano la legge? c' è un' eco di La Malfa Ugo, di La Malfa il grande...! non mi riferisco a La Malfa le petit , che, a mio avviso, si comporta rispetto ai Del Pennino e agli altri inquisiti in un modo che farebbe rivoltare La Malfa il grande! La Malfa il grande, dinanzi al tesoriere Battaglia e agli altri, scrisse — ingiustamente, arrogantemente — alla magistratura: « Battaglia non c' entra, c' entro io » (anche se egli non sapeva esattamente come fossero andate le cose). invece, un onestissimo uomo — ci metterei la mano sul fuoco! — come Antonio Del Pennino è stato liquidato in quella maniera...: « se non avranno i soldi loro, pagheremo noi » ; « non ho mai saputo nulla...! » farisei! farisei, nella migliore delle ipotesi: perché sapevano tutto! e lo han saputo tutti! perché ha ragione Bettino: « lo sapete tutti, lo avete vissuto tutti » ! ma quando noi, tredici anni fa, abbiamo proposto, signor presidente del Consiglio , l' abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, avevamo ragione o no? mi pare di poter dire che, per gli effetti e i fatti che si sono verificati, la risposta non possa non essere positiva. allora, si scontrarono — come sempre — il partito radicale e il partito comunista : il resto era marmellata! ricordo che nelle piazze, nello scontro, vinse il partito comunista , grazie al voto di regime. non al voto di regime all' 85-90 per cento dell' Appennino tosco-emiliano, dove il controllo sociale era quello che era. a Torino la classe operaia votò in ragione del 70 per cento , con l' 1 per cento del partito radicale . noi, però, proponevamo una legge sui servizi: grandi servizi democratici ai partiti. e chi, amici e compagni del Pds, ha impedito la trasparenza dei bilanci, se non la presidente Iotti, con un nostro sconto annuale, in quanto dicevano che si coprivano l' associazione per delinquere ed i bilanci falsi? io qui dico cose scritte, anno dopo anno, e contestate! ecco il monopartitismo perfetto, anche sul piano del diritto! signor presidente del Consiglio , il paese, noi, io, abbiamo bisogno a qualsiasi prezzo della partecipazione del Pds e quindi la richiesta andava esaltata, resa pubblica, non amministrata da chierici che si intendono con segnali loro, dicendo « non volevate » « non potevate » , « non vogliamo disturbarvi » , « avreste altre scissioni » ...! questo è un modo di ragionare da chierici di regime; non è un modo di costruire, ma di consumare. perché questo? perché dal 1958 voi, dal Msi al Pds (ecco dove c' è il monopartitismo imperfetto !), avete votato nelle Commissioni, in sede legislativa , in modo tale che l' 83 per cento della miriade di leggi della nostra Repubblica sono state approvate all' unanimità dal monopartitismo perfetto, producendo quello cui lei deve tentare di porre rimedio adesso; ed è impresa tremenda, tanto che sotto questa angolazione lei non l' ha troppo sottolineata, dandola per implicita. producendo che cosa? la giungla delle categorie, la giungla delle retribuzioni; la maggior parte delle leggi, le meno pericolose, se vuole, venivano da sinistra, dal populismo, dal rivendicazionismo; le altre erano più mirate. lei ha ricevuto i rappresentanti della Confesercenti. se mi avesse chiamato a far parte del Governo l' avrei avvisata prima, caro presidente: il problema della liberalizzazione — in questo campo sì, non della droga — delle licenze, degli orari dei negozi è l' unica misura sana di mercato contro una macroeconomia di multinazionali che distrugge il mercato, toglie occupazione, toglie mercato all' agricoltura. si torni alla dimensione familiare delle aziende, quella che poi consente al secondo o al terzo di andare magari ad Harvard o in altri posti. c' è più bisogno da voi di Antonio Martino e di Sergio Ricossa di quanto non dubitiate, nella vostra sufficienza assistenzialistica, che scambiate per sociale. nel 1982 noi citavamo Reviglio per alcune cose che scriveva (non era ministro, in quel momento) sulla dinamica dei prezzi ed anche sulla dinamica delle categorie. e vale la pena di ricordare qui il meridionalismo non solo di Manlio Rossi Doria, perché la sua attività, che è stata anche di operatore, si presta a volte a strumentalizzazione, ma tutto il meridionalismo che ingiustamente viene chiamato solamente liberale. da De Viti De Marco , fino a Zanotti Bianco... ma vi è soprattutto un nome che è un tabù, compagni di Rifondazione, quello di Salvemini (i motivi della rottura storica di Salvemini con il movimento operaio italiano accusato di industrialismo e di storica commistione con il ceto industriale) che, ben prima di Gramsci e, a mio avviso, ben meglio di Gramsci, pone i problemi dei cattolici e dei comunisti e quelli del Mezzogiorno. si tratta della rottura liberista di Salvemini e di Ernesto Rossi . e vi è il nostro attacco, innanzi tutto, alle bardature corporative condotto dal nostro gruppo. presidente del Consiglio , dopo il suo arrivo, le ho riservato una notizia che è importante (persino in tribuna stampa, forse, se la ricorderanno come battuta!) devo però dichiarare, qui, che in questa Camera saranno più numerosi i parlamentari iscritti al partito radicale che voteranno la fiducia al suo Governo di quelli che non la voteranno. questa è una cosa che va tenuta presente. mi riferisco ai federalisti europei ed agli eletti nella lista Marco Pannella; ma noi abbiamo qui circa trenta iscritti al partito radicale (Buttitta, Piro...). io i conti li faccio: si vede che tu non conosci le iscrizioni dei rappresentanti del gruppo socialista negli ultimi quindici giorni. le cose o sono aperte o non lo sono. perché quelle aperte un po' di più o un po' di meno sono solo le case di tolleranza. in realtà, il partito radicale è grande casa di tolleranza. vorrei dire a La Malfa , le petit , per esempio, cosa abbia significato l' iscrizione al partito radicale di Andraus o di Concutelli. bisognerebbe chiamare Nicolò Amato per raccontare che cosa ciò abbia significato nelle carceri italiane e nella storia del costume del nostro paese! le aperture a metà, a condizione che abbiano il naso buono o che le analisi del sangue, Gianni, dimostrino un quoziente verde sul piano della razza, puoi pretenderle — le esigi e te le concedono — nel gruppo verde, ma non puoi pretenderle dal partito radicale ! quindi, ho parlato della maggioranza; e ne sono lieto e fiero. qui abbiamo i rappresentanti del mio piccolo gruppo, buona parte del gruppo verde, qualche eccezione — per il momento — nel Pds. giustamente da Rifondazione comunista si dice: « noi esenti » . è vero. come un sol uomo o una sola donna, l' unico gruppo che non ha dato una sola firma alla mozione sulla ex Jugoslavia, presentata dalla stragrande maggioranza della Camera, è stato il vostro; con una prova adamantina e di altri tempi — ve lo riconosco — di unità e di monolitismo. mi auguro che manteniate lo stesso atteggiamento quando occorrerà rispondere ai problemi della cassa integrazione guadagni , senza l' aiuto del Governo, in modo non corporativo ed irresponsabile. non basta che Azzolina dica quello che ha detto: la cassa integrazione guadagni è un problema che riguarda i magistrati della Corte dei conti ed, in generale, la magistratura italiana. ecco dove volevo arrivare: l' ordine giudiziario italiano non ha mai perseguito le violazioni di diritto e di libertà. signor presidente del Consiglio , lei lo ricorderà: abbiamo fatto il centro Calamandrei per cercare di esaltare con Alpa e con i suoi colleghi il diritto; persone che si sono dedicate alla costruzione anche in Italia del diritto all' identità ed all' immagine, un diritto imprescrittibile nella democrazia, come fondamento della vita sociale. non ci siamo riusciti. in Gran Bretagna gli editori pagano 200 miliardi all' anno per diffamazioni e per lesioni dell' individualità; in Italia pagano uno o due miliardi, se ledono i magistrati. se, invece, ledono fino alla morte o al suicidio i cittadini, non vi è nulla. ecco il problema: la magistratura, che non ha contestato sulla Rai-TV, sui fondi dell' Iri, sui reati associativi, è stata una delle maggiori componenti del disordine partitocratico. non siete stati aiutati e noi abbiamo dovuto fare supplenza nei confronti dell' ordine giudiziario nel suo insieme. la questione dell' informazione, signor presidente del Consiglio : lei crede che sia possibile contare su un paese consapevole, invece che su un paese consegnato alle demagogie, senza il « conoscere per deliberare » ? il suo Tg2, signor presidente del Consiglio ... dico « suo » perché lei è stato designato dalla rosa del partito socialista (per questo è presidente del Consiglio ). vorrei poterle riconoscere, con un mio omaggio, che lei ha rotto con la maggioranza del suo partito o con il suo leader su questo punto specifico: dicendo — da cittadino, per carità! — che è una vergogna di stampo fascista, retrogrado e suicida che il Tg1 e il Tg2 siano quelli che sono. Vespa e gli altri devono far parte di uno stato di diritto , e non di uno Stato da quei processi speciali che non vorremmo mai... proprio come cultori del diritto, contro qualsiasi retrodatazione del diritto, riteniamo sia indispensabile un' alta autorità contro i profitti di regime ed un' alta autorità contro le lesioni della Costituzione e delle leggi, applicate in obbedienza al sistema partitocratico. tutto questo per recuperare le mancate applicazioni del diritto. ma lei crede che io ritenga prescritti i reati omissivi, vergognosi, del grande procuratore generale Spagnuolo o di Gallucci? vent' anni gridano vendetta. e quando l' ordine giudiziario si fa scudo dei tantissimi — troppi, ahimè, numericamente, decine — magistrati caduti, come altri sono caduti, compie un abuso. in realtà, la magistratura italiana. in termini di potere e di cultura, è servita al regime partitocratico come nessun altro ceto è riuscito a fare per mancanza di cultura. e ancora, signor presidente del Consiglio , non sarebbe forse bene essere un tantino più attenti agli avi, ai penati, non giudicandoli con sufficienza, peggio di quanto lei faccia nei nostri confronti? storicamente, non nella sua vita privata. anche qui la sufficienza politica, presidente... le ho detto che noi ufficialmente, per un mese, abbiamo affermato che eravamo a totale disposizione, per il Governo, ed abbiamo dato alcuni suggerimenti, che ho qui ricordato, che sicuramente non erano rivendicazioni personali (tutti li riconoscerebbero come punti di forza ). da altri ho saputo che Dini non era gradito e via dicendo. ho saputo cose, se mi consente, poco degne, perché un grande servitore dello Stato se gli si chiede con volontà... tra l' altro lei ha scelto al posto di Ciampi — e adesso vi spaventate tutti — un mio vecchissimo amico e compagno dell' UGI, anche lui dell' unione goliardica italiana. è uno che sa pagare le tasse; mi pare che abbia denunciato 480 milioni prima di venire a fare la miseria da lei. sul piano personale conosco quindi le vicende. ma la sufficienza politica... devo chiederle; cosa crede sarebbe successo se non aveste trattato taluno con snobismo, con lo stesso con cui trattate noi, i Salvemini e gli Einaudi... il mite Einaudi, diceva: « via i prefetti! » e poteva. invece voi vi muovete istituendo superprefetti e ripiegando sempre di più su una concezione altra. meritate, allora, la rabbia e la rivolta delle leghe. siete disattenti perfino a quello che la storia vi fornisce come manuale, come l' abbiccì, in fondo, della nostra comune storia. la richiedete dimessa, oligarchica, invece dell' aristocrazia e della democrazia, mentre il terzo stato o i suoi presunti rappresentanti dimenticano Gobetti nella sua specificità. ci sarà rivoluzione se sarà liberale, e la rivoluzione liberale vi sarà solo il giorno in cui, sulle gambe del terzo stato sapranno camminare i valori dello stato di diritto e della libertà. trattare come gente di sinistra certi economisti, trattare come fascista Friedman... è lo stesso motivo che vi porta a trattare come inesistente Salvemini nella sua specificità ed a dimenticare Il Mondo di Pannunzio. noi radicali eravamo gli unici, contro la Confindustria, a difendere il mercato (i grandi scontri fra Ernesto Rossi e il presidente della Confindustria Costa), mentre voi eravate alleati dell' industrialismo di Stato a sua volta alleato di quello privato. era questo che noi ci auguravamo di poter riprendere a fare. e ancora questo dissennato cammino. a parte Carlo Ripa di Meana , voglio dare un riconoscimento: sono veramente molto interessato a come farà il ministro Costa. credo che sia un liberale che si ignora: sa di avere la testa da liberale ma penso non sappia di esserlo davvero; voglio vederlo. ci sono due personaggi Enzo Scotti e Claudio Martelli, con i quali — forse è noto — ho molto o mi auguro di avere molto da dividere. questi due amici, se mi consentite, sono stati totalmente assenti dal dibattito, non si sono fatti vedere, se non per un secondo. anche in questo caso, giusto pudore; saluto l' assenza di Enzo Scotti come manifestazione di pudore e quella di Claudio Martelli, per difficoltà umane e politiche ben chiare e anche comprensibili. ebbene, essi hanno prodotto quel decreto che grida vendetta. il presidente del Consiglio ci disse che non l' avrebbe riproposto se non l' avessero approvato; ma quel decreto, con fermo di polizia e confino, è un monumento all' impotenza che diventa violenta. ad ogni innovazione giuridica che voi fate, sospendete la costruzione lenta, rigorosa e duratura della forza organizzata e strutturata del diritto e dell' ordine nel nostro paese. non vi è passato per la mente, nemmeno per un istante, di parlare della nostra volontà di unificazione delle forze di polizia e poi di creazione della polizia giudiziaria secondo Costituzione, per sottrarre ai magistrati la tentazione di giocare su quattro pedali e a cinque mani, in concorrenza a volte con finanzieri, carabinieri e via dicendo. tutte cose che avviliscono le varie armi! non una parola su questo! poi si parla di garantismo. ma cosa vuol dire? noi vogliamo la garanzia che, una volta che avete adottato una legge, la difendiate nel momento della difficoltà. il vostro è il costume di una classe politica che ha cattiva coscienza di sé. ogni volta che le vostre leggi devono far fronte ad un fallimento, ad un dramma, ad una tragedia, non reagite come in Gran Bretagna o nei paesi di vecchia tradizione democratica, che sanno convivere con la morte, con la tragedia e con l' ingiustizia; perché è propria delle democrazie l' umiltà, senza pensare che si possa dare felicità o bontà alla specie umana per decreto o per governo, in un determinato momento della sua evoluzione. voi invece cambiate le leggi, distruggete quello che stavate facendo, fate venir meno la « durevolezza » , la durata bergsoniana, la durata e la forma delle cose che non possono essere ignorate da chi governa. non avete creduto a voi stessi, altrimenti non avreste avuto fretta, avreste risposto all' urgenza, avreste pregato il Pds e noi di essere con voi. « noi vi diamo otto cose, perché non venite? » . « ma noi le otto cose non ve le possiamo dare » . metodologicamente cercate di essere sempre così « belli! » belli rispetto al Governo, belli rispetto a Ripa di Meana , belli rispetto all' opposizione, belli rispetto a Rifondazione. sta diventando un mestiere, oltre che una fotografia che va su tutti i giornali, quello della bellezza verde. invece occorre scegliere; occorreva dire in modo più chiaro che non ci basta Carlo Ripa di Meana all' ambiente. ma se non ci basta, andiamo al Governo per trattare le altre questioni! siamo pronti, perché non si può non esserlo. l' amico e compagno Occhetto ha detto ieri testualmente — chiedo scusa, ma come si fa a dire certe cose! — che il Pds non è una forza che possa entrare in un Governo vecchio. non vedo né Achille né altri; vorrà dire che gli riferirete le mie parole. scusate, ma un grande partito che ha coscienza della sua grandezza, se entra in un Governo come fa poi a dire che è vecchio? la verità è che anche voi dovevate guadagnare tempo; ci sono scadenze interne, poi deciderete. la Dc ha visto giusto, con la mollezza che le è tipica quando vede giusto. la Dc è molle quando vede giusto ed è poi esasperata e violenta quando vede sbagliato, perché la cattiva coscienza porta a liberarsi presto delle cose. a questo punto dovrei concludere. avrei voluto onorare, se il regolamento non fosse divenuto antiparlamentare, il dibattito, ma mi è stata imposta un' ora di intervento. certo, in un' ora si può dire tutto, ma non si può dire il « poco » (che è il tutto) che dobbiamo esprimere su un programma di Governo , analizzandolo punto per punto, chiedendo conto agli amici della Sudtiroler Volkspartei del loro voto facile, e anche agli amici della Union Valdôtaine . io sono più d' accordo con la posizione di un altro radicale, l' amico sardista che siede in questa Camera. così come questa mattina ho detto il fatto nostro all' amico Mariotto Segni: è l' ora di smettere di giocare alle riforme che non sono tali;, di far passare demagogicamente per riforme quelle che non lo sono; è l' ora di smettere di edificare la propria immagine su patti, pattucci, pattini e minacce che poi si spuntano sempre; è l' ora di dire che l' Italia, con quei 27 milioni dell' 8 giugno, meritava una grande riforma, e invece fu costretta a votare « sì » dagli errori di Bettino Craxi e di altri, per una riforma che ha tolto molte donne, molti intellettuali, molti giovani dal nostro Parlamento. certo, è stata una spallata al regime, ma siccome al peggio non c' è mai fine, ancora adesso la questione è sugli altari del cammino riformista e riformatore! è una « balla » , così come — a mio giudizio, di membro del COREL — il progetto, arbitrariamente presentato adesso, sulla riforma dell' elezione dei rappresentanti degli enti locali è cosa controriformistica. a questo punto devo fare una considerazione che non farà certo piacere agli amici della Lega; ma credo che qui non siamo per farci piaceri, semmai per stimarci nei rispettivi punti di vista . qui vi è una sola riforma certamente democratica: è quella che elimina l' attuale numero di partiti e gli attuali partiti fondati sulla concezione proporzionalistica che è faziosa, settaria e non democratica. ebbene, contrariamente a quello che Miglio per sette anni ha predicato con me e con altri, voi della Lega avete scelto, invece del passaggio uninominalistico e anglosassone, con l' altro mio amico addetto a queste cose, deputato europeo e vostro presidente al Senato, un « papocchio » di legge elettorale uguale a quella del Pds, della Dc e via dicendo: un tipo di legge di cui la gente non capisce nulla (primo turno, secondo turno, quarto avallo, eccetera...)! no! voi sapete che la laicità è quella che la base comprende; non è quella che fa dire che il primo che risulta eletto prende tutto e l' altro controlla tutto! oggi c' è bisogno di un certo tipo di laicità per costringere gli Occhetto e i Craxi, che ieri — poverini tutti e due! — non potevano fare a meno di beccarsi a fare la loro unità. certo, ha cominciato Bettino, ma l' altro, figurarsi se ha aspettato per rispondergli... non ha risposto? forse si vedeva che rispondesse ancora di più? io vorrei, invece, che Occhetto e Craxi fossero costretti a fare la loro unità. e con il sistema uninominale , sono costretti a farla. non a caso, invece, viene fuori il sistema dei due turni che moltiplica i numeri di partito e moltiplica la qualità del mercato boario (fra i due turni, quindici giorni). non a caso è così il progetto del Pds, il progetto della Dc, il progetto vostro... perché si dice: altrimenti scompariamo; e vi si dice di votare a Milano con questa legge, perché potrete vincere voi come partito! un tale ragionamento non risponde ad un criterio partitocratico? e se io vi dicessi invece che, se si fosse votato con il sistema uninominale , potevate essere a Milano al centro di un' alternativa più ragionevole? e se io fossi venuto a fare il candidato in una delle due liste, federalista e di riforma, insieme a tanti altri di noi, per tentare di avere il 51 per cento , o quel 37 per cento che diventa maggioranza sugli altri? questa è la via pericolosa che state imboccando e nella quale non a caso siete tutti uniti: Rutelli, Bossi, Fini, il Pds; e non parliamo di Rifondazione comunista , che ha il dogma della proporzionale, che io capisco; per chi crede ad un cammino rivoluzionario — che però deve meglio chiarire a se stesso e agli altri — è giusto difendere questo sistema di rappresentanza delle fazioni, nel senso anche nobile della parola, delle classi, dei ceti e delle aggregazioni. questo per chi non crede nella possibilità di un cammino di gestione democratico-liberale delle crisi... no, in certi momenti io penso che la proporzionale, per esempio negli USA, per dieci anni farebbe bene! in Italia la proporzionale farà ben presto di voi un partito come gli altri! noi abbiamo dovuto mettere in causa noi stessi e trasformare continuamente il partito radicale , ma abbiamo avuto la capacità, presidente del Consiglio , di farlo per tempo. noi, a nome di un Governo e di una maggioranza, potevamo andare a Milano o parlare alla televisione per dire non quello che dice Craxi, e cioè che siamo tutti costretti, ancora oggi, a violare la legge! e allora lei, onorevole Amato, che deve governare secondo la legge, nel suo programma qualcosa dovrebbe inserire. mi pare che il tempo a mia disposizione scada fra quattro minuti; vorrei quindi limitarmi a concludere in questo modo. gli assalti alla lira saranno potenziati e resi ancora più facili, signor presidente del Consiglio , dal fatto che lei non ha accolto a consiglio (non lo ha fatto politicamente, per carità!) il nostro contributo. a settembre ci troveremo sicuramente con le piazze piene di gente che scenderà a protestare contro il Governo della fame e del freddo (perché si avvicinerà, tra l' altro), e vedremo sicuramente il Pds secondato ad andare avanti in questa direzione. lei dovrebbe superare la giungla delle categorie, ma non può farlo se non raccoglie attorno a sé, in un rinnovamento democratico, coloro che ne sono gli interessati partecipi. la giungla delle categorie, la giungla delle retribuzioni, la giungla delle pensioni: tutto questo è armamentario legislativo vostro, in corrispondenza di interessi che si sono aggregati su questa giungla di leggi. superare tutto questo significa un fatto traumatico. ricondurre ad un uso penalmente non rilevante la cassa integrazione guadagni , che è mero strumento di accumulazione del lavoro per il capitale e mero strumento, oggi, di privatizzazione dei profitti e di socializzazione delle perdite: le dico subito, signor presidente del Consiglio (con lei ci intendiamo), che su questo, sulle bardature commerciali sono totalmente d' accordo con Antonio Martino e con Ricossa. la sinistra ha una sua componente liberista, che deve ritrovare, perché in questo ritroverà anche la sua forza contrattuale storica, la sua forza contrattuale politica, non quella corporativa. se quindi noi ci troviamo, signor presidente del Consiglio , a dover oggi votare contro, è con grande dolore. pensate quanto potrete dire (penso a chi vuole ancora dedicarsi a questo sport, dal 1976): Pannella vuole un posto, i radicali sono così perché... ho capito che i radicali sono addirittura in un altro modo rispetto a me! ma la nostra fierezza è stata quella di avere proposto cose che oggi ritenete giuste; il nostro dolore è che non ci avete consentito di aiutarvi con quelle cose, ed avete messo il bavaglio all' informazione e agli ideali che avevamo in comune con voi, direi con tutti voi. voi sapete che se molte cose dette qui, a difesa degli ideali, avessimo potuto dirle noi a difesa di ideali comuni e vostri, oggi il paese forse sarebbe in un ascolto diverso e nella Lega vi sarebbero sollecitazioni interne diverse di fiducia, rispetto alle scelte che si possono fare. la Lega vede torvamente assenti di forza, di vera capacità di rinnovamento i suoi avversari, ed è portata, naturalmente, ad esaltare in sé l' accettazione delle prospettive più drammaticamente e necessariamente violente, disperate, più ludiche, più da « curva » non so se nord o sud. questo è quello che temo, mentre penso che nella Lega vi siano un tesoro ed una riserva (una volta lo si diceva per il Mezzogiorno!) di saggezza e di ragionevolezza, di cui sarebbe stato possibile, con rigore e presto, far tesoro comune. a questo non intendo rinunciare, anche se il modo per farne tesoro, amici della Lega, sarà quello di trovare una sede nella quale qualcuno mi consenta di dire perché riterrei catastrofico (ma, infatti, questa catastrofe ve la preparano) andare presto alle elezioni a Milano, con questa legge. perché si seconderebbero riflessi da « curva sud » , cominciando dalla contestazione rispetto allo Stato; si seconderebbero — devo dirlo — anche alcuni riflessi non di intransigente, ma di disperata fazione, contro uno Stato che riterreste perso per sempre. il che sarebbe un grosso guaio per noi. ci avete cacciato fuori, presidente, e questa è la nostra fierezza. di nessun altro potete dirlo; lo fate dal 1976! la mia fierezza è il « no » che avete ripetuto con sufficienza, senza nemmeno motivarlo. la nostra fierezza è il sapere che, anche se voi non lo sapete, in realtà con questa gente, con Pio Rapagnà, con Emma Bonino, con me, non avete bisogno di contrattare o di concedere nulla, perché nel momento delle massime ingiustizie, delle massime violenze e del massimo pericolo, per amore delle nostre idee, della tolleranza e delle funzioni che devono essere vostre, ci troverete probabilmente efficaci nel dar corpo e spessore per interporci tra voi e coloro che tireranno — quanto comprensibilmente e quanto pericolosamente! — contro di voi. e accadrà ancora una volta che, così pochi come siamo, tra alcuni anni potremo constatare che tutti voi, anche gli avversari, riconosceranno al nostro passato una funzione di dignità, che ci si riconosce in genere per meglio negare nel presente quello che noi siamo.