Gianfranco FINI - Ministro degli Affari Esteri - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
XI Legislatura - Assemblea n. 16 - seduta del 04-07-1992
Sulla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione
1992 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 79
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, il Governo che sta per nascere altro non è che il risultato dello stato di necessità in cui si è venuto a trovare il sistema dei partiti. nessuno, infatti, può ragionevolmente sostenere che per affrontare le tre emergenze nazionali rappresentate dalla recessione economica, dal dissesto finanziario e dell' assalto mafioso, un Governo che dispone soltanto di una manciata di voti di maggioranza possa costituire uno strumento efficace e duraturo. tutti, anche i padrini che da qui a qualche istante terranno a battesimo il Governo Amato, sanno che sta per nascere un Governo debole che, come ha detto ieri l' onorevole Craxi, è venuto alla luce soltanto per riempire un vuoto pericoloso. l' onorevole Amato ha potuto formare il Governo perché tutto il sistema politico italiano è oggi così debole e screditato di fronte alla pubblica opinione da non potersi neppure permettere di bocciarne il tentativo, utilizzando così qualche altra settimana per incontri e consultazioni tra i partiti o tra le correnti. tra i garanti della partitocrazia, anche tra i più ostinati, si è infatti diffusa la convinzione che dopo il 5 aprile, dopo il mortificante spettacolo offerto dal Parlamento in occasione dell' elezione del presidente della Repubblica , ma soprattutto dopo l' ondata di sacrosanta indignazione popolare seguita alla scoperta delle tante Tangentopoli italiane, non fosse più possibile ricorrere ad una delle mille formule dilatorie con cui, in passato, il sistema ha superato le difficoltà ed ha definito i nuovi assetti ed i nuovi equilibri del potere. nella Democrazia Cristiana , per esempio, credo che nessuno se la sia sentita di dire « no » all' onorevole Amato invocando pause di riflessione, ricerche di più larghe intese o mandati esplorativi . con i conti dello Stato sempre più in rosso, i criminali sempre più spavaldi e gli italiani sempre più indignati per la corruzione dei politici, anche i più strenui assertori delle maggioranze allargate hanno capito che non era il caso, hanno capito che dovevano prendere tempo e hanno dovuto fare di necessità virtù. così è nato il Governo Amato, il primo Governo — forse l' unico — possibile, ma comunque pur sempre un Governo, anche se debole ed inadeguato. più che « amato » , il Governo è quindi, per coloro che da qui a qualche istante ad esso accorderanno la fiducia, un Governo « sopportato » , inevitabile parentesi tra il vecchio e improponibile assetto andato in frantumi il 5 aprile ed il nuovo assetto politico ancora tutto da definire e comunque teso, per molti degli uomini della Democrazia Cristiana , ad allargare al partito repubblicano ed al Pds l' area governativa. il Governo Amato, insomma, è un governo parentesi, resosi necessario per far passare tutto il tempo che servirà per dar vita ad un nuovo Governo a sei, senza che questo sia subito bollato con lo spregevole ma veritiero appellativo di « governissimo della tangente » . ha scritto giustamente Sergio Romano : « il Governo è un reggimento di volontari mandati allo sbaraglio da generali che rimangono nelle retrovie e rischiano di fargli mancare, da un momento all' altro, le munizioni necessarie » . i generali della partitocrazia sono gli stessi che in queste ore stanno tentando di nobilitare in qualche modo la loro scelta presentando il Governo Amato come un Governo innovatore. non saremo certo noi, signor presidente , a protestare per il fatto che finalmente l' Italia avrà un numero di ministri e di sottosegretari consono ad uno Stato europeo e non simile a quello riscontrabile presso la corte di un sultano orientale. ma non possiamo non mettere in evidenza come questo sia uno dei pochissimi pregi del Governo e, per giunta, come esso sia più apparente che reale. è certamente vero che molte sono le facce nuove, ma è altrettanto vero che il criterio partitocratico e correntizio con il quale queste facce sono state scelte è rimasto lo stesso del passato, con l' aggravante che al posto dei titolari sono state mandate in campo molte riserve, pur perdurando le vergogne. penso, per esempio, al ministero dell'Interno : nonostante cambino le facce, e perfino le correnti di appartenenza delle stesse, esso continua ad essere inspiegabilmente appaltato ad uomini politici democristiani, tutti rigorosamente della Campania, forse perché eletti in una regione dove notoriamente il crimine è stato debellato e dove nessuno può sospettare collusioni tra camorra e politica...! analogamente, ci pare del tutto fuori luogo l' entusiasmo di chi ha salutato la composizione del Governo come la riprova che il sistema vuole affrontare veramente la questione morale e, quindi, escludere i ministri chiacchierati. a rendere impossibile la ripresentazione di alcuni ministri e sottosegretari non è stato l' articolo 92 della Costituzione e nemmeno — lo dico con il massimo rispetto — il presidente della Repubblica . semmai, sono stati i numerosi articoli del codice penale richiamati dai magistrati che in queste settimane stanno facendo un po' di pulizia per l' Italia. una verità amara, una verità incontestabile, una verità a cui dovrebbe attenersi anche l' onorevole Goria, per il quale quest' oggi, nella replica, il presidente del Consiglio ha inventato non già la richiesta di autorizzazione a procedere , ma la richiesta di autorizzazione a procedere alla assoluzione, dando per scontato, e sostituendosi quindi ai magistrati, che il procedimento pendente nei confronti del ministro Goria, debba avere un' ovvia, scontata e naturale soluzione. a proposito della questione morale , credo che essa sia il vero discrimine tra il vecchio e il nuovo. e, con altrettanta fermezza, ritengo (rivolgendomi all' onorevole Craxi) che mai, fino ad oggi, una chiamata di correità ha contribuito all' assoluzione dell' imputato. quando, come ha fatto l' onorevole Craxi, si chiamano in causa altri correi, tutt' al più si porta ad altre condanne: condanne che non possono essere generalizzate, ma che, con altrettanto vigore, non possono essere rivolte a tutti coloro che sono in quest' Aula. hanno infatti perfettamente ragione coloro che dicono che non si può anticipare il verdetto della magistratura, ma non si può nemmeno politicamente insinuare che tutti i partiti abbiano rubato o che tutti i segretari di partito siano fuori dalla legalità. sfido l' onorevole Craxi a dimostrare che questa menzogna possa essere riferita al Movimento Sociale Italiano e ad altre forze politiche oneste e di opposizione! se la richiesta dell' onorevole Pannella — come mi auguro — supererà il muro dell' omertà che in certi tribunali, in particolare quello romano, pare voler proteggere ancora i residui della partitocrazia, troverà certamente, da parte nostra, tutta la volontà possibile di contribuire all' accertamento della verità. quindi, anche nel Governo Amato tutto ciò che appare innovatore è in realtà imposto. mi sembra che sia questo il caso anche della propagandistica proposta, divenuta decisione — salvo vedere poi se sarà rispettata — , con cui la Democrazia Cristiana chiede ai suoi ministri di uscire dal Parlamento. credo che qui siamo veramente al paradosso, onorevoli colleghi della Democrazia Cristiana , perché se l' onorevole Scotti vuol fanre il ministro, si deve dimettere dal Parlamento, ma se l' onorevole Fontana vuol fare il ministro, deve dichiarare di essere iscritto a Forze nuove , altrimenti qualcuno gli contesta la legittimità politica per entrare nel dicastero. siamo ad un paradosso che non offende soltanto la politica, ma che dimostra anche come la partitocrazia continui, e continui soprattutto ad ingannare la pubblica opinione . ed allora il Governo Amato mi richiama alla mente un verso famoso che dice: « vi è qualcosa di nuovo, anzi d' antico » . credo che l' antico sia proprio questa partitocrazia dura a morire, che nel Governo Amato ha visto una zattera: una zattera per scampare al naufragio, una zattera che credo destinata ad andare alla deriva non appena i naufraghi avranno la possibilità di salire in cinque o in sei, e non più in quattro, su un' imbarcazione più comoda. ecco perché, alla luce di tali considerazioni sul contesto politico in cui nasce il nuovo Governo, il programma (su cui si sono diffusamente intrattenuti i colleghi Valensise, Nania e Tatarella, che ringrazio) diviene quasi un elemento secondario per emettere un giudizio. abbiamo infatti molti dubbi, onorevole presidente del Consiglio , che i generali nascosti nelle retrovie (che hanno mandato allo sbaraglio il suo Governo e che, probabilmente, decideranno di togliere le munizioni quando lo riterranno opportuno) le consentiranno di portare a buon fine qualche utile provvedimento come l' elezione diretta del sindaco, il voto per gli italiani all' estero, la lotta serrata ai criminali e ai ladri di regime, la riduzione degli sprechi. la storia italiana purtroppo ci ha insegnato che a nessun generale, specie quando è un generale imboscato, piace che le battaglie vittoriose e che portano consenso popolare siano combattute dai colonnelli. riteniamo sia più facile prevedere che i generali le lasceranno, signor presidente del Consiglio , il compito ingrato di varare i molti provvedimenti impopolari che il suo programma prefigura. credo che ella, signor presidente del Consiglio , sia consapevole che questo è un rischio reale e che quindi il suo Governo, a ben vedere, ha poche possibilità di costruire il nuovo e di mietere successi. a meno che — ed è l' auspicio finale — ella non riesca in un' impresa ardua per qualsiasi condottiero, e credo per qualsiasi colonnello: vale a dire volgere le armi del suo esercito di volontari mandati allo sbaraglio contro i generali felloni che dalle retrovie meditano di farle venir meno le munizioni. se ciò dovesse accadere, e se il suo Governo dovesse per davvero sparare contro la partitocrazia, il Movimento Sociale Italiano , che oggi non le accorda la fiducia, potrà rivedere il suo atteggiamento.