Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 155 - seduta del 16-03-1993
sulla politica estera del governo
1993 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 145
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , signori rappresentanti del Governo, il gruppo del Pds voterà a favore della mozione Occhetto ed altri numero 1-00154, nonché della risoluzione D'Alema ed altri numero 6-00023 e della risoluzione Biricotti Guerrieri ed altri numero 6-00025, proposta da un gruppo di parlamentari donne. ci asterremo sui documenti del gruppo di Rifondazione comunista , del gruppo dei Verdi e del gruppo repubblicano, che pure apprezziamo in parte o in tutto e voteremo contro la risoluzione Gerardo Bianco ed altri numero 6-00026, presentata dai gruppi di maggioranza, e le altre risoluzioni. noi non chiederemo votazioni per parti separate dei documenti proposti, anche perché siamo contrari ad una conclusione della discussione che possa apparire confusa e perché riteniamo che debbano emergere con chiarezza le nette distinzioni di giudizio, di posizioni è di responsabilità; innanzitutto di giudizio su ciò che abbiamo di fronte. noi, onorevole Sgarbi, non discutiamo della moralità di singoli uomini politici né di reati che singoli abbiano potuto compiere, problema questo di cui si occupa la magistratura. noi discutiamo di un sistema di governo, di un rapporto fra politica ed economia, di un sistema che ha profondamente condizionato ed inquinato la vita del nostro paese. ci occupiamo di politica, quindi, come è nostro dovere. il presidente del Consiglio ha voluto far riferimento, nella sua replica, alla storia del nostro paese, nella quale la questione morale , così come oggi si presenta, affonderebbe le sue radici. è stato un riferimento assai sommario. avremmo preferito che egli si fosse soffermato in modo particolare sugli anni Ottanta , e precisamente sugli anni nei quali si è venuto formando quel sistema che oggi viene alla luce con i suoi guasti così gravi. di questo ci ha parlato stamattina in un discorso lucido, forte, l' onorevole Stefano Rodotà, sottolineando le responsabilità politiche e personali, le responsabilità non dei partiti, ma di certi partiti e di certi gruppi dirigenti, ricordando anche in modo documentato, con atti del Parlamento, la vicenda di chi ha denunciato gli scandali e di chi li ha coperti, di chi ha difeso l' indipendenza ed il ruolo della magistratura e di chi ha cercato invece di soffocare tutto ciò per coprire reati e malgoverno. è mancata in questa discussione — voglio dirlo — una seria ed approfondita riflessione autocritica, è mancato un discorso di verità, anche se qualche cenno vi è stato, ma non in modo sufficiente ed organico. e noi non chiediamo questo per una cerimonia di autopurificazione, ma perché solo una riflessione approfondita su ciò che è accaduto e su come è potuto accadere è premessa per una via di risanamento. vi sono stati certamente spunti apprezzabili ed anche vi sono, leggendo i documenti presentati, convergenze su singole questioni. ne misureremo la consistenza, la serietà nel lavoro parlamentare, nel quale non mancherà il nostro impegno riformatore di proposta e di elaborazione sulla questione degli appalti, dei controlli, contro gli illeciti arricchimenti, per ridefinire uno statuto giuridico dei rappresentanti politici. ma vi sono punti nettissimi, qualificanti, di contrasto, innanzitutto sulla depenalizzazione del reato di illecito finanziamento dei partiti che la maggioranza ha votato al Senato, che il Governo ha voluto testardamente recepire nel decreto legge che ha avuto quell' esito infausto e che noi riteniamo non perseguibile, non accettabile, non giusta. e un serio, netto contrasto vi è intorno al tema della riforma dell' articolo 68 della Costituzione. al Senato è stato approvato un testo che noi consideriamo in modo negativo perché peggiorativo di quello della Camera, già per noi insufficiente, mentre ci muoviamo, come è stato ricordato, nel senso di una sostanziale abrogazione del comma terzo. ci vogliono decisioni forti e radicali, condizione per ristabilire un rapporto di consenso con i cittadini e per ricreare rispetto verso le istituzioni. io vorrei ricordare che la Camera dei Deputati , nel 1990, di fronte al pericolo di inquinamento mafioso delle assemblee elettive locali, decise misure straordinarie, ivi compresa la decadenza dal mandato e l' ineleggibilità per gli amministratori inquisiti per reati di mafia o per reati gravi contro la Pubblica Amministrazione . mi domando quindi se noi non dobbiamo varare, per una fase eccezionale, misure analoghe per i parlamentari almeno condannati in primo grado per reati di questa gravità, se non dobbiamo cioè dare un segnale forte al paese. io sono contrario alla parola d'ordine « via il Parlamento degli inquisiti » , ma a questo si risponde anche con il coraggio di operare perché escano i corrotti dal Parlamento, restituendo così pienezza di legittimità alle istituzioni. noi vogliamo difendere il cammino delle riforme necessarie, di riforme che hanno bisogno del Parlamento, per giungere con nuove regole ad elezioni tali da gettare basi rinnovate per il sistema democratico. per questo siamo contro il precipitare della crisi. non siamo tra quanti chiedono elezioni anticipate , magari per evitare il referendum, in merito al quale riteniamo necessario un nostro impegno per il « sì » , perché poi il Parlamento faccia il suo dovere, che non è — voglio dirlo — quello di trascrivere l' esito referendario, bensì di operare nei limiti indicati dalla sentenza della Corte costituzionale , con la possibilità di integrare e correggere ciò che dal referendum verrà fuori e con l' unico vincolo della proibizione del formale o sostanziale ripristino del vecchio meccanismo. a me fa piacere che il presidente del Consiglio abbia fatto un cenno alla necessità di un sistema elettorale maggioritario a doppio turno ed anche che egli si sia accorto, durante il suo viaggio in Inghilterra, che sarebbe bene ridurre il numero dei parlamentari. noi lo proponiamo da lunghissimo tempo qui in Italia, e lo si sarebbe anche potuto fare se nella scorsa legislatura la maggioranza democristiana e socialista non si fosse opposta alla proposta di ridurre il numero dei parlamentari. riteniamo si debba andare ad un armonica ed equilibrata riforma del sistema elettorale del Senato e della Camera, una riforma — per noi — volta a realizzare un meccanismo che favorisca l' alternanza e il ricambio delle classi dirigenti ; un impegno riformatore, il nostro, che si lega all' impegno per l' unità della sinistra e dei progressisti al fine di dare al paese la prospettiva di un nuovo Governo. questo è il cammino della vera soluzione politica alla crisi che si è aperta, cioè della ricostruzione della democrazia, dei suoi soggetti e delle sue regole. noi vediamo bene il rischio della disgregazione e vediamo che prende forza una destra vecchia e nuova, forcaiola e qualunquista. onorevole Formentoni, lei ha avuto parole di difesa del ruolo del Parlamento, ma voglio dirle con molta chiarezza che queste parole mal si conciliano con il gesto indecente di chi ha alzato il cappio in quest' Aula questa mattina. c' è una destra che cerca una rivincita non contro la corruzione, ma contro la democrazia. ed è bene non dimenticare che in questo Parlamento non ci sono soltanto... in questo Parlamento — dicevo — non ci sono soltanto inquisiti per corruzione, ai quali non va la mia simpatia, ma ci sono purtroppo anche squadristi e inquisiti per strage, cosa non meno grave! ma se questo accade, signori della maggioranza, se la destra riprende fiato...... è anche perché questo spazio è stato aperto da chi ha inquinato e corrotto la democrazia,...... da chi ancora resiste e non capisce la necessità del cambiamento. anche questa gazzarra porta il segno di una responsabilità delle forze del vecchio regime politico ! allora è importante che il paese sappia che nel Parlamento, nel paese, tra un vecchio sistema che declina con tutte le sue responsabilità e la gazzarra qualunquista non c' è una terra di nessuno: c' è un' opposizione democratica forte e consapevole, che vuole risanare con intransigenza e che vuole anche dare una prospettiva e una speranza all' Italia.