Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 152 - seduta del 11-03-1993
Concernenti la moralizzazione della vita pubblica
1993 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 152
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , desidero anzitutto manifestare la mia meraviglia per il fatto che l' onorevole presidente del Consiglio non si sia presentato dimissionario dopo il blocco del decreto legge che era stato predisposto da questo Governo per passare un colpo di spugna su Tangentopoli, blocco compiuto dal Capo dello Stato nella sua alta funzione di custode della Costituzione e quindi dello stato di diritto . la decisione che si voleva imporre al Parlamento nel tentativo scoperto di salvare i maggiori colpevoli, soprattutto politici, implicati in Tangentopoli si configura, e non a mezze parole, in un pronunciamento anticostituzionale tipico di una dittatura sudamericana. ma l' Italia ha una Costituzione e, soprattutto, gode della garanzia di forze politiche come la Lega che, nel modo più determinato, sono pronte a scendere in campo a difendere la democrazia e la libertà. dalle comunicazioni che l' onorevole Amato ha fatto ieri al Senato si evince, oltre al tentativo di trovare una giustificazione valida per un comportamento addirittura offensivo nei confronti delle istituzioni, che l' onorevole Amato sta cercando di offrirsi quale difensore d' ufficio di una situazione la cui responsabilità ricade esclusivamente sul Governo e sul regime che oggi l' onorevole Amato rappresenta e che sta portando l' Italia alla rovina. l' onorevole Amato ha parlato di turbamento psicologico e di un bisogno di giustizia, ma accanto ad esso anche di un bisogno di uscirne, di ritrovare la fiducia, sempre attraverso azioni di giustizia. insomma, l' onorevole Amato ritiene inadeguato il giudizio del popolo italiano sul suo Governo e su questo regime fino al punto da chiedere di non essere più assillato dal continuo bollettino di macerie che dobbiamo, secondo criteri di giustizia, rimuovere aprendo un futuro migliore e con la responsabilità di tutti noi (conclude l' onorevole Amato, coinvolgendo evidentemente tutte le forze politiche , anche la Lega, nel disastro provocato proprio da è quella partitocrazia della quale l' onorevole Amato, non soltanto oggi, è rappresentante ufficiale ma alla quale ha largamente partecipato in passato). la Lega, sia ben chiaro, è oggi in forze in Parlamento proprio per rovesciare quel regime in favore del quale parla l' onorevole Amato. il nostro coinvolgimento nel disastro non è affatto nel ruolo di corresponsabili o di correi, ma semmai di salvatori, di chi sta aprendo un varco nelle macerie. dal suo discorso, dove chiama in causa i giornalisti, i giudici, i magistrati che lo avrebbero incoraggiato a procedere nella direzione imboccata dal suo Governo, posso trarre solo una conclusione: questo Governo ha sempre proceduto usando metodi che non esito personalmente a definire dittatoriali e qualche volta anche golpisti. ha abusato delle leggi delega , della decretazione d' urgenza , dei voti di fiducia , ma mai, in nessun momento della sua attività, ha dato la sensazione di voler affrontare, approfondire i terribili problemi nei quali si dibatte il paese. e, soprattutto, non si è impegnato nell' indicare ed attuare soluzioni idonee, a meno che non si considerino tali le stangate fiscali, la minimum tax , la falsificazione continua dei bilanci dello Stato, la protezione sostanziale della nomenklatura, specialmente in favore di determinati personaggi politici e delle clientele inserite nelle partecipazioni statali e negli enti di Stato, fino all' improntitudine di chiedere agli italiani lacrime e sangue . l' onorevole Amato, quindi, non può ribellarsi a quelle che definisce — con arroganza, direi — le grida che salgono da tutto il popolo italiano . ma c' è di più: il suo Governo ritiene di rimettere in sesto l' Italia con i rimpasti, scroccando i voti di fiducia , con i pannicelli caldi , chiamando in causa anche la Corte dei conti , e con talune semplificazioni procedurali delle quali si gioverebbero in misura sempre maggiore i ladri, i concussori, i corruttori, i ricettatori ed i mediatori politici della criminalità organizzata . l' onorevole Amato, a proposito del provvedimento che il Capo dello Stato si è rifiutato di firmare, ha detto al Senato che esso modifica radicalmente il sistema di finanziamento precedente e prevede un cambiamento del sistema sanzionatorio per il futuro, poiché si passa dall' illecito penale a quello amministrativo. è parso al Governo che dare certezza per il futuro anche sul finanziamento della politica facesse parte di un disegno organico, « quale quello che intendevamo varare » . sono parole dell' onorevole Amato. per noi invece e per tutto il popolo italiano ha rappresentato un chiaro tentativo di passare su tutta la situazione pregressa un colpo di spugna . l' onorevole Amato non può quindi affermare sulla base delle sue personali considerazioni che questo sia un modo di fare giustizia. Amato ha detto tra l' altro di essersi smarrito in una terra di nessuno quando ha varato l' infausta serie di provvedimenti in favore dei protagonisti di Tangentopoli. per la sua preparazione giuridica e per la sua militanza politica, Amato non può affermare di essersi sperduto in una terra di nessuno. « terra di nessuno » è un' espressione terribile che condanna senza attenuanti sia l' onorevole Amato, sia i suoi predecessori, perché soltanto questi signori negli ultimi quarant' anni hanno scientemente trasformato l' Italia in una terra di nessuno. per questo oggi la Lega vi sta tallonando in tutta Italia! per questo la Lega si batte per la seconda Repubblica federalista! prendiamo atto che l' onorevole Amato ritiene necessario, come è giusto, arrivare al traguardo della nuova legge elettorale . ma non si creda, affermando questo principio essenziale per restituire all' Italia i suoi diritti costituzionali , di porre il paese davanti all' eventuale ricatto: o accettare il Governo Amato, oppure andare a nuove elezioni senza che siano state prima approvate le nuove leggi elettorali ora in gestazione. né, quando si parla di ricambio essenziale, l' onorevole Amato può atteggiarsi ad unico protagonista, perché dopo il suo Governo possono farsene altri, in grado di garantire al popolo italiano una guida per il periodo necessario per svolgere le elezioni. morto un Papa se ne fa un altro, onorevole Amato! onorevole Amato, ella ha concluso il suo intervento dicendo: « fino a quando occuperò questo posto, anche se mi si urla accanto, io mi batterò con tutte le mie forze perché rimangano il senso della verità, il rispetto delle istituzioni e del loro equilibrio, il rispetto della dignità di ciascuno e dell' immagine di un paese che sa liberarsi dai bubboni del suo passato mantenendo vive le ragioni della sua profonda civiltà » . io dico che non è l' onorevole Amato che può permettersi di usare queste espressioni. glielo vietano in primo luogo il bilancio assolutamente negativo del suo Governo, erede in solido dei governi che lo hanno preceduto. l' onorevole Amato pretende troppo quando afferma in sostanza di essere insostituibile. fortunatamente per l' Italia esistono altri uomini che possono formare un Governo dalle Mani Pulite e che, approvata la nuova legge elettorale , distruggano il regime. deve finire il tempo delle truffe, delle Commissioni bicamerali trasformate in serragli di gattopardi! l' Italia ha diritto alla propria rinascita, al ripudio in massa di tutta la nomenklatura — della quale anche l' onorevole Amato fa parte — che ha ridotto il paese nella condizione attuale. passate la mano, onorevole Amato, onorevole Mancino! lasciate che il Parlamento con un nuovo Governo di tecnici o istituzionale approvi le nuove leggi elettorali ! onorevole Amato, lasci che i giudici di Tangentopoli compiano il loro lavoro fino in fondo, e dimostri così di possedere la dignità necessaria per riconoscere il suo fallimento! fatte queste precisazioni, entro nel vivo dell' argomento di cui dobbiamo trattare. quando nacque questo Governo io dissi che la montagna aveva partorito un topolino. mi sbagliavo (ed oggi non esito a confessarlo): non si trattava di un topolino, ma di un mostro, che sta travolgendo non solo le regole naturali della democrazia, ma addirittura tutto il sistema giuridico costituzionale secondo il quale la legge è uguale per tutti. per questo invio, dal mio banco al Parlamento, la mia completa solidarietà e quella del mio gruppo alla protesta dei magistrati che, richiamandosi al rispetto delle loro funzioni, si sono ribellati all' inaudita prepotenza di questo Esecutivo. e se noi oggi in quest' Aula vogliamo affrontare la questione morale , dobbiamo farlo con il massimo impegno e senza solidarizzare con un Governo e con un neoministro guardasigilli impegnato non a fare giustizia, ma esclusivamente a difendere il palazzo e la nomenklatura. qui, onorevoli colleghi , siamo riuniti per difendere diritti del popolo italiano ed i principi della Costituzione, il rispetto assoluto della legalità e della democrazia. ecco perché la Lega, in questa particolare occasione, chiama alla sbarra questo Governo, in ordine di tempo soltanto ultima espressione di Tangentopoli, che ha praticamente distrutto la dignità del nostro paese e che continua a distruggerla con arroganza. questo Governo sta comportandosi come un' autentica dittatura, anzi come la peggiore delle dittatore. siamo infatti al paradosso che gli italiani derubati, truffati e vittime sarebbero i colpevoli, mentre i banditi e i ladri accusano addirittura di lesa patria chi ne chiede la condanna...! io affermo, invece, che i provvedimenti elaborati da questo Governo, alcuni come decreto legge altri come disegni di legge garantiti da corsia preferenziale , rappresentano l' espressione di un autentico colpo di stato . e lo dico con estrema convinzione perché lo avevo previsto fin dall' inizio: siamo di fronte ad un golpe che questo Governo ha deciso freddamente, dopo affannose riunioni nel Consiglio dei ministri , senza considerare che in questo modo non soltanto si uccideva la democrazia, ma si sconvolgeva tutto il nostro sistema costituzionale ed istituzionale. questo Governo deliberatamente continua a delegittimare non solo il Parlamento ed il potere legislativo , ma anche il potere giudiziario . i provvedimenti collegiali, avallati dal neoguardasigilli Conso, vorrebbero eliminare con un colpo di spugna tutti i reati gravissimi collegati ai personaggi che affollano Tangentopoli. questa infatti è il simbolo di quarant' anni di malgoverno, dei reati più gravi commessi, sotto la copertura di un' aberrante impunità, da una classe politica che ha condotto l' Italia alla bancarotta. il presidente del Consiglio , sconvolgendo ogni procedura penale , annullando ogni delitto, pretenderebbe di assolvere, mediante una mostruosa amnistia, gli innumerevoli responsabili che i magistrati individuano e colpiscono giornalmente. certamente il giudice Di Pietro , quando sosteneva che bisognava uscire da Tangentopoli elaborando anche una soluzione politica, non intendeva parlare del colpo di spugna che il Governo vorrebbe imporre al paese, sollecitando la complicità del Parlamento; una complicità che la Lega rifiuta decisamente e che si augura sarà rifiutata anche dagli altri gruppi parlamentari . Di Pietro ed i suoi collaboratori, come hanno confermato nel loro ultimo documento, intendono che per uscire da Tangentopoli si debbano approvare nuove norme giuridiche le quali, nel pieno rispetto del diritto, della Costituzione e della giustizia penale, consentano maggior rapidità alle procedure. né Di Pietro né alcun magistrato hanno mai chiesto che la soluzione politica fosse « tutti a casa e tutti liberi » . del caso Carra si è fatto un episodio di illegittimità addirittura trogloditica: se ne è discusso per ben sei ore. è vero che la dignità umana deve essere sempre e comunque tutelata, soprattutto in uno stato di diritto ; e pertanto il caso Carra è stato inserito con intenzione, specialmente dalla Democrazia Cristiana , nella questione morale . ma nessuno può negare, soprattutto coloro che si sono stracciati le vesti per aver visto Carra in manette alla televisione, che tutto questo pandemonio non sarebbe mai accaduto se si fosse trattato di un personaggio qualsiasi, e non di uno collegato ai sommi vertici della politica e della Democrazia Cristiana in particolare. si tratta di un episodio indubbiamente spiacevole, sgradevole e riprovevole, ma che non può diventare un capo di accusa determinante nei confronti dei giudici che, compiendo il loro dovere, stanno scavando nel pozzo senza fine di Tangentopoli. a causa di tale episodio sono stati puniti alcuni carabinieri che, probabilmente senza alcuna malizia, hanno ritenuto di compiere il loro dovere. ho voluto fare questo riferimento al caso Carra perché mi auguro che esso non sia ulteriormente strumentalizzato mentre proseguono le inchieste e gli arresti per Tangentopoli. ecco perché anche le giustificazioni del neoguardasigilli Conso in appoggio al Governo non solo non convincono ma, al contrario, rendono più aspra, più grave e più incisiva la nostra accusa nei confronti di questo ennesimo tentativo di frode. onorevoli colleghi , stiamo discutendo di questione morale . ebbene, ci troviamo di fronte ad una serie di reati che non sono immaginari, né espressione di quel fumus persecutionis dietro al quale molti parlamentari inquisiti si nascondono abusando dell' articolo 68 della Costituzione, relativo all' immunità parlamentare. di tale articolo la Lega — unica forza politica a farlo — chiese la completa abolizione (vi fu in proposito un lungo ed effervescente dibattito in Assemblea). tale articolo, infatti, rappresenta una prevaricazione inaccettabile rispetto all' eguaglianza di diritti e doveri tra i cittadini. a prescindere da tale problema, sul quale la Lega tornerà ad insistere quando si provvederà ad un' autentica riforma della Costituzione, senza ridurre tutto alla beffa della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali , esiste, con riferimento a Tangentopoli, una lista di reati gravissimi per i quali, secondo le procedure, non sono stati emessi semplici avvisi di garanzia , ma avvisi di custodia cautelare e, addirittura, mandati di cattura. ci troviamo in presenza del reato di concussione, per il quale in base all' articolo 317 del codice penale , è prevista la reclusione da 4 a 12 anni, salvo le pene accessorie; di corruzione, (articolo 318 del codice penale ), per il quale è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni; di ricettazione (articolo 648 del codice penale ), con reclusione da 2 a 8 anni; di peculato, previsto nel titolo III del codice penale , dedicato ai delitti contro la Pubblica Amministrazione e quindi ai delitti dei pubblici ufficiali , punibili con la reclusione dai 3 ai 10 anni; di malversazione (previsto all' articolo 416-bis del codice penale ), punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni; di associazione per delinquere, nei confronti di certe forze politiche — la Lega sarebbe disposta a sostenere una posizione di questo tipo della magistratura — (articolo 416 del codice penale ) che prevede per gli associati non armati la reclusione da 3 a 7 anni, aumentabile a10 anni se comporta pericoli per l' ordine pubblico . ho voluto elencare tutti i reati contestati dai giudici agli inquisiti per Tangentopoli ad memoriam , per sottolinearli con la matita rossa della nostra memoria. ma esiste anche — ed il Parlamento deve essere sensibilizzato su tale questione — il voto di scambio , uno dei punti di forza delle omertà politiche e mafiose o, comunque, dei rapporti fra politica e criminalità organizzata , soprattutto nel sud. l' articolo 416-ter del codice penale si occupa specificamente dello scambio elettorale politico-mafioso. venendo all' attività dei partiti così come essa si inquadra nell' ambito costituzionale, sottolineo che l' articolo 49 della Costituzione recita: « tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale » . vorrei sottolineare le parole « metodo democratico » . ebbene, l' articolo 287 del codice penale stabilisce che chiunque usurpi un potere politico , ovvero persista nell' esercitarlo indebitamente, è punito con la reclusione da 6 a 15 anni. certo, è essenziale la funzione dei partiti per il collegamento, in un sistema democratico, tra la base, i cittadini, e gli organi di vertice; ma è proprio sulle parole « metodo democratico » che insisto. nell' Assemblea costituente si svolse un lungo dibattito ed in sede di Sottocommissione si pose il problema se per metodo democratico si dovesse intendere un' attività esterna riguardo alla competizione dei partiti da svolgersi, appunto, secondo tale metodo; oppure se tale principio dovesse essere affermato nell' ambito della vita dei partiti come un principio imprescindibile, destinato a giustificare costituzionalmente la presenza di un partito, ma soprattutto la funzione e l' attività interna in ogni partito. gli onorevoli Togliatti e Marchesi si opposero a questo secondo principio adducendo a motivazione che « non si può indagare sulla ideologia interna espressa da un partito; semmai, occorre combatterne i programmi con argomenti di base per la difesa della democrazia » . ma l' onorevole Ruggiero controbatté decisamente tale interpretazione, rilevando che se un' associazione ha fini antisociali o antigiuridici o contrari ai principi dell' etica essa non ha diritto di esistere. quindi, si riconosce il principio secondo cui una formazione politica è di per se stessa antidemocratica quando costituisce una minaccia immanente per l' apparato democratico della vita nazionale e non persegue un fine legittimo, giuridicamente legittimato. per questa ragione, l' eventuale soppressione di formazioni partitiche o associazioni di tal genere, antidemocratiche al loro interno, non costituisce in alcun modo una lesione del diritto. la tesi di Ruggiero fu accolta con una schiacciante maggioranza, ed anzi l' onorevole Bellavista presentò un emendamento aggiuntivo: « le leggi della Repubblica vietano la costituzione di partiti che abbiano come mira l' instaurazione della dittatura di un uomo, di una classe, di un Governo, di un gruppo sociale , che organizzino formazioni militari o paramilitari » . e nel testo esplicativo dell' articolo approvato dalla Commissione si legge tra l' altro: « i partiti dovranno, nel confronto delle idee, seguire il metodo della democrazia e del rispetto delle leggi sulle quali esse si fondano » . « ciò significa » — fu aggiunto ancora — « che quelle associazioni le quali con organizzazione antidemocratica perseguissero fini non leciti verrebbero colpite a norma del codice penale nel momento stesso in cui l' azione antidemocratica da interna divenisse esterna » . sono più che certo che tali principi siano stati profondamente lesi dal comportamento della nomenklatura che ha governato all' interno dei partiti e quindi all' esterno dei partiti il nostro paese, l' Italia, da quarant' anni a questa parte. Tangentopoli direi che è innanzitutto la crisi democratica delle organizzazioni politiche tradizionali; e chi democratico non è più come può sedere in un Parlamento e, più in generale, nelle istituzioni a difendere la democrazia? come possono farlo questi partiti se non sono più democratici, neppure per organizzazione interna? ho voluto e dovuto soffermarmi su tali riferimenti specifici perché — come ho detto all' inizio del mio intervento — noi qui non stiamo svolgendo soltanto un discorso politico, non stiamo dibattendo attorno ad un confronto di idee e di programmi; noi siamo qui, in questa specialissima seduta, perché questo Governo — con la consulenza specifica del neoguardasigilli Conso — e il presidente del Consiglio sono chiamati in causa per subire un legittimo processo per abuso di potere. insisto su tale concetto perché questo Governo pretende di chiedere a noi la ratifica di dispositivi aberranti, che esso ha già predisposto come sentenze assolutorie, prima che si siano conclusi tutti i riti processuali e siano state comminate le pene in rapporto ai reati commessi; e questo con efficacia non solo presente, ma anche futura, perché la vicenda di Tangentopoli è ben lungi dall' essere conclusa. se il Governo in carica insiste nel suo tentativo di nascondere l' abuso di autorità, se il Governo e il neoministro guardasigilli mentono affermando che non si tratterebbe di un colpo di spugna perché i reati restano, noi chiediamo all' onorevole Amato ed ai suoi collaboratori come mai e per quale motivo i corruttori, i concussori, gli estorsori e i ricettatori inclusi nella lista, sempre più lunga, di Tangentopoli, debbano fruire di un trattamento privilegiato, che oltraggia la giustizia penale e che pretende di creare distinzioni aberranti tra cittadino e cittadino! certo, trattandosi di giudizi penali potrebbe farsi sentire la presenza del secondo capoverso dell' articolo 27 della Costituzione, basato sulla cosiddetta presunzione di innocenza, uno degli elementi che ritardano paurosamente la conclusione degli itinera giudiziari. ma nel caso di Tangentopoli non esiste neppure la presunzione di innocenza: esistono i fatti, esistono i corpora delicti , ed è quindi inammissibile tentare attraverso colpi di spugna la decapitazione della legittima attività dei giudici. vale la pena di ricordare che conclusioni come quelle a cui è arrivato il ministro Conso — escluse le persecuzioni di carattere politico, magari — , non furono accolte neanche dal fascismo: perfino sotto il fascismo per i reati comuni la legge era uguale per tutti! la nostra Costituzione sancisce al primo capoverso dell' articolo 27, che la responsabilità penale è personale; e personale significa — mi riferisco sempre agli atti dell' Assemblea costituente — « per fatto proprio » ossia per responsabilità diretta sul piano penale, nel senso di rapporto stretto con il fine delittuoso che si vuole conseguire, anche se su istigazione o per ordine di altri. ecco perché sul piano penale prevale sempre il principio della correità. in proposito, onorevole presidente del Consiglio , ricordo testualmente le parole che lei ha pronunciato in quest' Aula il 4 febbraio 1993 durante il dibattito sulla mozione di sfiducia . mi spiace dovermi dilungare, ma il tema è troppo importante e pregnante per limitarsi ad una semplice citazione riassuntiva. in quell' occasione lei disse: « abbiamo bisogno di cambiare le nostre istituzioni; abbiamo tanti guai e difetti » . riferendosi alle critiche del mio movimento, la Lega, circa l' uso spregiudicato dei BOT e dei titoli di Stato l' onorevole Amato ha aggiunto — direi con spregiudicatezza e con presunzione — che il risparmio degli italiani « è tornato ad avere un valore » . quindi, il risparmio degli italiani non si era pietrificato nei titoli di Stato : era tornato ad avere un valore. vien fatto di chiedersi un valore per chi: per coloro che hanno rubato migliaia e migliaia di miliardi e che pullulano sempre più numerosi nella vicenda di Tangentopoli? su questa strada di autoesaltazione Amato aveva aggiunto: « non abbiamo vinto la guerra — è una guerra lunga, questa — , ma abbiamo vinto più di una battaglia in questi mesi » . noi contestiamo una simile affermazione. infatti non si vincono le battaglie lasciando liberi — ed anzi premiandoli — i traditori, i ladri, i concussori, i corruttori, i correi della criminalità organizzata . non solo, ma l' onorevole Amato ha aggiunto addirittura parole enfatiche sullo stato sociale , sostenendo la certezza della ricostituzione di esso ad opera del suo Governo. mi astengo da ogni commento: non è il caso di commentare un' affermazione del genere. continuerò invece con le parole di Amato, che diceva: « questione morale ed istituzionale le assunsi nel programma del Governo solo in parte e credo che fosse giusto così, perché vi erano tanti aspetti che investivano e continuano ad investire delicate regole del gioco , che è bene siano valutate, discusse e condivise da tutti i giocatori » . proprio così: « giocatori » . queste sono affermazioni a dir poco irresponsabili. chi sono questi giocatori, che secondo Amato avrebbero dovuto essere d' accordo sulla questione morale ed istituzionale? quelli seduti attorno all' onorevole Amato nella stanza del bottoni, dove bivaccano da oltre quarant' anni , e che l' onorevole Amato si appresta ora a restituire — emanando i suoi decreti liberatori — anche alla vita normale e civile, con un certificato di amnistia che ne ripristina l' integrità politica e morale? evidentemente l' onorevole Amato — con una visione dantesca — sente di avere il ruolo del barcaiolo che traghetta i dannati all' altra sponda del fiume Lete, liberandoli da ogni colpa o da ogni ricordo del passato. se questo non è vero, vi è da chiedersi come abbia osato dire, sempre in quell' occasione: « l' Italia ha bisogno di un codice deontologico. se ne parla poco da noi; ne hanno parlato molto i francesi, ne parlano e lo praticano negli USA: è qualcosa a cui anche noi dobbiamo pensare per i funzionari amministrativi, per i rappresentanti politici, per gli stessi titolari delle imprese pubbliche e private » . e qui mi piace tornare ancora più indietro: la questione morale non è un' opinione, ma una crudele realtà, sulla quale ormai da troppi anni per l' arroganza del palazzo si è rinviato ogni dibattito serio ed approfondito. però, finalmente, l' occasione è arrivata. il 4 luglio 1992, in sede di replica al dibattito sulla fiducia al suo Governo, l' onorevole Amato disse: « questo paese pieno di debiti, è guardato dal resto del mondo come un vigilato speciale. da mesi se ne osserva l' inerzia sul terreno delle politiche economiche e finanziarie, un' inerzia che possiamo spiegare con le nostre vicende di politica interna anche se in questo modo, comunque, non si modifica la sostanza del problema » . sulla base di questa considerazione l' onorevole Amato aggiunse che intendeva legiferare per indirizzi e principi e, in nome anche dell' unità nazionale , che la solidarietà nei confronti delle regioni meno sviluppate deve attuarsi in modo da rendere trasparenti, effettivi ed efficaci i risultati che si raggiungono, perché a quel punto nessuna ragione valida potrà essere opposta allo sforzo nazionale che un paese deve compiere per risolvere la perdurante situazione del Mezzogiorno. è qui il nocciolo della questione nazionale; è qui la prova del totale fallimento della politica dell' onorevole Amato! se il Mezzogiorno è tuttora una colonia del palazzo, che pur vuole riacquistare la sua piena indipendenza; se rimane comunque la Vandea per i voti di scambio necessari e, soprattutto alla cricca partitica e centralistica che lei onorevole Amato, e il suo Governo ancora oggi rappresentano qui dentro, allora, onorevole presidente , lei è l' ultimo ad avere il diritto di parlare su tale argomento, che pure angoscia tutti gli italiani. infatti, sempre esponendo il suo programma, lei, onorevole Amato, disse: « si tratta di identificare quelle opere irrinunciabili ed essenziali che servono a modernizzare il paese, dandogli quelle infrastrutture di cui hanno bisogno le imprese e chi lavora. si tratta comunque di un interesse generale irrinunciabile. questi temi prioritari » — sono le sue parole — « per non apparire l' ennesimo indice di un libro dei sogni, debbono potersi tradurre, nell' azione di un Governo, in alcune priorità specifiche di intervento » . ecco un' altra intima connessione con la questione morale . sempre in quel discorso, evidentemente nel tentativo di sondare l' impossibile illusione di chiedere alla Lega un' integrazione nel vostro sistema partitocratico e centralistico, lei onorevole Amato, tirò in ballo il regionalismo. parlò dell' autonomia regionale , uno dei temi programmatici della Lega, ammettendo: « abbiamo fatto convivere conati di regionalismo non realizzato con un centralismo che non ha mai smesso di esistere e che ha riprodotto, dai propri moncherini, mani e braccia spesso mostruose, che hanno continuato a ficcarsi in tutti gli affari di competenza locale, in nome dell' interesse nazionale e dei poteri sostitutivi estesisi al di là di quanto la Costituzione consentisse, in nome di un potere di indirizzo e di coordinamento che è arrivato ad essere illegittimo anche quando forse, in linea di principio , avrebbe potuto essere legittimo. ciò che noi abbiamo creato è un autentico mostro, » — ha confermato lei, onorevole Amato — « (...) è un errore che non dobbiamo più commettere! vi sembra possibile, colleghi, che un' Italia come la nostra, con le diversità che ormai ha, con il bisogno di partecipazione diretta che manifesta, sia ancora governata dal centro? » erano, queste, parole dell' onorevole Amato. e sempre l' onorevole Amato concludeva il suo discorso programmatico: « sappiamo (...) che il nostro Governo avrà compiuto il suo dovere se avrà cambiato molto del vecchio che ancora ci attarda e se sarà riuscito ad agganciare, a canalizzare, a rendere proficuo il nuovo in cui abbiamo » — sentite bene — « incominciato a vivere » . ma il nuovo, caro Amato, è una parola che ha un solo significato per la Lega: puntare verso l' avvenire, non verso il passato, distruggere tutte le radici e le conseguenze degli immensi mali prodotti nel passato, guardare avanti. i traguardi della Lega non sono elucubrazioni fantasiose bensì realtà, certo difficili da raggiungere, tuttavia ormai non solo dentro la nostra storia nazionale ma anche dentro quella europea e, addirittura, planetaria. parlo di quel nuovo dal quale il suo Governo non solo si è sempre più allontanato, ma che vuole distruggere attraverso il colpo di spugna che dovrebbe cancellare Tangentopoli! in verità, bisognerebbe dire che il nuovo è federalista. la questione morale — ci tengo a sottolinearlo — è oggi la questione del Governo e, più in generale, è la possibilità di dare uno sbocco alla crisi attuale che è soprattutto crisi politica , di regime. una crisi che si affronta anche — ma non solo — con la magistratura, evidentemente anche con la cabina elettorale . i giudici veri, se si vuole uscire dalla situazione attuale, debbono essere i cittadini, gli elettori. il tribunale vero è sicuramente la cabina elettorale , anche se la Lega vorrà arrivarci senza il Governo Amato ma con un Governo di tecnici, un governo istituzionale ; vorrà arrivarci con una legge elettorale nuova di tipo maggioritario. sia ben chiaro: noi siamo oppositori del regime, ma se il regime è il passato prossimo la Lega non rappresenta l' opposizione del trapassato remoto (come 10 sono formazioni politiche in quest' Aula), bensì l' opposizione del futuro. non si può negare l' esistenza della questione morale chiudendo alla magistratura e, contemporaneamente, cercando di congelare le elezioni politiche . chi nutre tali illusioni non si è accorto che è cambiato il mondo; la filosofia di fondo su cui si muove il mondo è profondamente mutata. da quindici o venti anni stanno tramontando le filosofie materialistiche e stanno avanzando quelle idealistiche con tutta una serie di valori. la libertà è diventata il motore della storia! vi è la nemesi storica di chi è rimasto intrappolato nelle filosofie idealistiche e non si è accorto del grande cambiamento che è avvenuto; ha ritenuto, conseguentemente, che potessero esistere sistemi sociali in grado di decidere per il bene e per il male quasi automaticamente, dimenticando che bene e male — cari colleghi — sono scelte che siamo chiamati a compiere individualmente e quotidianamente. Tangentopoli ha questo significato: è una nemesi storica, innanzitutto in senso filosofico, la crisi di una cultura generale che trova impreparata la classe politica che pensava di essere eterna, di sopravvivere anche ai grandi cambiamenti culturali del mondo. è una distorsione di marca iperpositivista. quindi « Mani Pulite » rappresenta la nemesi storica e filosofica, in particolare, di una classe politica salita al potere per garantire la democrazia, per modernizzare lo Stato giolittiano ereditato dal fascismo. in fondo il fascismo non ha compiuto alcuno sforzo per cambiare l' organizzazione dello Stato e ha trasferito tale struttura a voi, ai partiti storici che dal dopoguerra governano il nostro paese. eravate venuti per cambiare l' organizzazione dello Stato; addirittura, eravate nati verso gli anni Venti gridando che era prioritario cambiare l' organizzazione dello Stato per romperne la logica corporativa. e invece lo Stato è rimasto quello che era prima. la nemesi, oggi, è quella di essere corporativi. partiti nati per superare la logica corporativa dello Stato non hanno saputo o non hanno voluto farlo, perché sull' inefficienza si basa la massima forza del potere. si è, dunque, mantenuto uno Stato corporativo ed inefficiente per avere il massimo del potere. ebbene, questi partiti oggi finiscono a Tangentopoli, che quindi rappresenta la nemesi storica per chi è diventato corporativo non avendo avuto la forza e la volontà di cambiare lo Stato corporativo . è lo Stato che cambia voi! il federalismo, quindi, è la nemesi storica. va sottolineato e ricordato che la questione morale significa delegittimazione delle istituzioni, disprezzo delle norme costituzionali, arroganza del potere che ha ritenuto possibile trasformare il palazzo in un mitico Olimpo, in cui la nomenklatura assumeva poteri quasi divini, diventando quindi intangibile, al di sopra di ogni legge, unica dispensatrice del vostro verbo canonizzato nel manuale Cencelli . non è certo una manifestazione di giacobinismo pregiudiziale ad affermarsi qui, in questo dibattito sulla questione morale , perché i boiardi e la nomenklatura non solo hanno distrutto con cinica volontà lo spirito della democrazia e lo stato di diritto , ma sono decisi — mi sembra sia così, visti i fatti — a continuare come prima e peggio di prima, con minime mascherature. siamo alla logica della vecchia favola di Esopo, per la quale superior stabat lupus , e la colpa dell' intorbidimento delle acque del ruscello non è mai del lupo che beve alla sorgente ma dell' agnello che è costretto a bere l' acqua inquinata in basso. questa volta, però, gli agnelli, i cittadini diventano più forti dei lupi: io non so per quanto tempo si possa contenere la rabbia del popolo italiano , ma non basteranno certo a restituire un minimo di dignità alle giaculatorie del guardasigilli Conso la sua forza o la dialettica del presidente del Consiglio Amato. né basterà la tecnica dei rimpasti ad impedire che il destino si compia e che ci sia un profondo cambiamento ed adeguamento politico nel paese. ho l' impressione che gli uomini della partitocrazia, della decretazione d' urgenza , delle richieste di fiducia prefabbricate per sfuggire alle crisi extraparlamentari , stiano diventando o siano già diventati degli zombies. e siamo lieti di constatare che il Capo dello Stato ha rifiutato di apporre la sua firma a quei decreti che avrebbero dovuto garantire l' impunità ad individui che hanno commesso delitti di ogni genere, solo perché si tratta di personaggi appartenenti alle rapaci oligarchie del palazzo. per questi motivi, il gruppo della Lega Nord anticipa che esprimerà un voto contrario su qualunque documento riguardante la questione morale presentato da questo Governo.