Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 141 - seduta del 25-02-1993
Sulla situazione dell'ordine pubblico. con particolare riferimento ah citta di Roma
1993 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 244
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signor presidente del Consiglio , colleghi, compito di un Governo, anche secondo una visione, credo, costituzionalmente corretta, è quello di guidare la vita delle istituzioni anche nella dialettica con il legislativo e con i nostri poteri. in politica estera sicuramente il Parlamento non dà contributi al Governo di questo aspetto fondamentale della vita, non solo dei popoli e degli Stati, ma dei cittadini e delle istituzioni italiane. i soggetti politici presenti in questa Camera e nel nostro Parlamento sono tutti partiti di nazionalismo democratico in genere e, nella loro concreta vita, hanno magari anche la targa dell' una o dell' altra Internazionale, ma di internazionalismo non vivono un solo istante della loro vita militante e della loro vita istituzionale. questo è tanto più grave, signor presidente del Consiglio , se tale carenza v' è da parte di questa istituzione legislativa, che è anche di indirizzo, di vigilanza e di controllo. credo che un Governo della Repubblica abbia il dovere, per suo conto, di arricchire il problema della politica estera , del Governo dei rapporti, delle realtà e delle strutture comunitarie. per quel che ci riguarda, credo di non esagerare se dico, oggi, che la politica estera del Governo, innanzitutto nello stile, nei modi, nei tempi e nelle strutture, è, rispetto ai grandi problemi che abbiamo, assolutamente inadeguata, persino arretrata rispetto alla inadeguata attenzione delle forze politiche e parlamentari. credo che, per quel che ci riguarda, un « no » dovrebbe venire, non foss' altro che su questo punto, con durezza, anche se (spero lei vorrà darmene atto) con l' amarezza di chi ha tentato, quotidianamente ed in ogni modo, di consentire al governo istituzionale del nostro paese di andare al di là di quello che era forse inizialmente previsto nei programmi di Governo. abbiamo bene inteso, certo, poiché anche lo stile, dicevo, è importante. per quanto riguarda il sindaco di Sarajevo (credo che nemmeno la Repubblica di San Marino avrebbe accettato quanto abbiamo subito da questo punto di vista ) lei, signor presidente , ha detto che un aereo italiano e — penso e spero — forze armate italiane (ci sono!) lo porteranno dove ha chiesto di essere portato da tempo e dove è atteso da tempo. mi auguro che ciò voglia dire che questo accadrà nelle prossime ventiquattr' ore . posso dire in quest' Aula, credo anche a nome del sindaco di Sarajevo, che è per rispetto verso di noi che egli non è già arrivato qui con altri mezzi; mezzi che, tra l' altro, noi del partito radicale pratichiamo per essere, come siamo, a Sarajevo, perché vi entriamo e ne usciamo, con le forze di sicurezza serbe che cominciano a conoscere i percorsi e le persone. le diamo fiducia, signor presidente . lei non ha detto oggi né nelle prossime ore; personalmente, ritengo di dover intendere così la sua dichiarazione su questo aspetto puntuale, sicuramente marginale, ma comunque anch' esso importante. sulla Macedonia ritengo che, francamente, sia stato deludente, signor presidente . lei, a più riprese, ha annunciato a chiare lettere per la settimana prossima la sua intenzione di procedere, se l' Onu non decide, al riconoscimento formale ed ufficiale. adesso, che si mandi il carissimo amico Fabio Fabbri per scopi, devo dire, di nessuna rilevanza... ci vada lei! Fabbri può andare, e ne siamo molto felici: ma ci vada lei! no, ti sbagli, tra il sindaco di Sarajevo e quello di Skopje; ma non importa, perché l' internazionalismo non è molto praticato, per il momento. sono equivoci che si fanno! occorre, soprattutto, che si riconosca la Macedonia. noi abbiamo avvelenato la vita greca, macedone, degli altri undici paesi, un po' quella dell' Onu, annunciando che volevamo fare certe cose. mi auguro che nelle prossime ore, anche per un problema di stile e di immagine del nostro paese, avendo esperito tentativi addirittura, mi pare, oltre il legittimo, e non nell' ambito del doveroso, io possa applaudire, come tanta parte del mondo non ufficiale farebbe, questa assunzione di responsabilità del governo italiano . ancora: rispetto alla presidenza danese io ho fatto un accenno. la presidenza danese sta preparando il peggio rispetto alla presidenza britannica. gli atti che noi registriamo nelle varie riunioni e anche il diradarsi delle riunioni comunitarie sui diversi temi ci preoccupano moltissimo. devo dire, quindi, che naturalmente il nostro voto dovrebbe, a questo riguardo, sciogliersi in senso negativo anziché con l' astensione. lei, signor presidente del Consiglio , ha avuto la gentilezza, l' attenzione e la serietà di voler subito chiarire alcuni aspetti che non erano di secondario momento. lei aveva affacciato un' ipotesi, che abbiamo letto sui giornali essere anche di altri: due tempi referendari diversi. mi sembra che il Governo abbia scartato tale ipotesi: avremo ben presto da quello che comprendo, i referendum nel loro insieme. di questo le diamo atto; è sicuramente una decisione positiva, coraggiosa, che ci rende in qualche misura sereni sul passaggio di queste settimane e sull' avvio di una campagna di chiarificazione politica che sarà, nel paese, drammatica. per quanto riguarda la politica economica , ecologica e le altre, ancora una volta, con gli eventi che abbiamo dinanzi, non abbiamo potuto compiere passi avanti. e non fare passi avanti significa, in concreto, restare sempre più indietro rispetto all' incalzare drammatico delle realtà all' interno del nostro paese e all' esterno. a questo punto vorrei dire quanto segue, amiche ed amici, colleghe e colleghi. potenzialmente noi vogliamo — ripeto, vogliamo — una responsabilità che ancora assumiamo; anche in una visione un po' anglosassone che abbiamo e pratichiamo della vita politica, noi potenzialmente riteniamo che il presidente del Consiglio Amato possa dare a sé, al Governo e a noi altro e più e meglio di quello che le circostanze e se stesso gli hanno consentito di dare nelle ultime dieci settimane. potrei quindi rispondere che, potenzialmente, il nostro voto è di astensione o favorevole... no; le dirò, che con il massimo di senso di responsabilità noi oggi ci asteniamo dalla votazione perché crediamo di doverci assumere la responsabilità — appunto — di ritenere che quel « potenzialmente » applicato a lei, signor presidente del Consiglio , sia già in atto. mi auguro che, da questo punto di vista , non dovremo lamentarci di aver compiuto un errore politico. questa è pertanto la nostra dichiarazione di voto : ci asterremo.