Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 140 - seduta del 24-02-1993
Sulla politica estera
1993 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 229
  • Comunicazioni del governo

chiedo di parlare sull' ordine dei lavori . intervengo molto brevemente, presidente, per un richiamo alla Costituzione, sia pure in un modo improprio e sorridente. presidente, sappiamo che la figura dei sottosegretari fu inventata perché allora le nostre Camere erano ermeticamente chiuse a chiunque non appartenesse all' una o all' altra. e avendo molti ministri che non erano parlamentari, si escogitò questo sistema. oggi abbiamo un problema nuovo e penso che forse occorrerà rifletterci. investiamone qualche sede. oggi c' era un ministro, non più deputato, che è stato a lungo in piedi perché non aveva trovato posto nei banchi del Governo . il caso poi fa bene le cose, e ci ha fatto sorridere: il ministro che non trovava posto e che era in piedi, che stava lì e che non poteva venire a sedersi nei nostri banchi era Guarino, il ministro dell' Industria . dopo di che, proprio un momento fa, c' era la carissima nostra ex collega ed ex senatrice, oltre che ministro della pubblica istruzione , che era seduta nei nostri banchi. io spero che tornerà presto tra di noi. ma resta comunque un problema. i ministri che non sono deputati, dove si piazzano, se non stanno al banco del Governo ? bisogna trovare qualche soluzione: pensiamoci. non possiamo ignorare il divieto assoluto che segga nei nostri banchi chi non è parlamentare o chi appartiene all' altra Camera. ho sollevato questo problema solo perché ritengo che alcune cose apparentemente antiquate, forse in minima parte (se non ci costa molto sacrificio) occorre salvaguardarle. mi riferivo al ministro Rosa Jervolino Russo . tradito! no, ascoltava! ascoltava Tortora, invece di te, che facevi il presidente dell' Associazione magistrati! signor presidente , signor presidente del Consiglio , l' intervento del presidente del gruppo socialdemocratico — il caro collega ed amico Ferri — mi induce nella tentazione di parlare d' altro rispetto a ciò di cui devo parlare: ma non ci cado. vorrei comunque ribadire subito nella presente occasione che, se questo è il crollo di un regime — e lo è — (in senso proprio, senza demagogia: vi è stato un regime e tale regime sta crollando); se questo è il crollo di una classe dirigente che deve pagare le responsabilità politiche — ed altre — che ha avuto, io rifiuto qui nel modo più assoluto lo schema corrente del nostro paese, cioè l' equiparazione fra ceto politico e classe dirigente . la giurisdizione è stata in questo trentennio, com' è giusto — per la quasi sacralità che anche per un laico è il momento della giurisdizione — , elemento centrale del peggio del regime, elemento di convivenza, di complicità ed in definitiva di istigazione a delinquere per il regime. quest' ultimo si è fondato su nozioni nate soprattutto nelle aule di giustizia e nell' interpretazione della giurisdizione: per esempio, perentorio è stato e divenuto tutto quello che delle leggi riguarda il cittadino, mentre ordinatorio è stato tutto quello che riguarda le istituzioni e l' amministrazione dello Stato (ed in primo luogo della giustizia, con vergognose dismissioni del rispetto non solo della Costituzione, ma del fatto concreto, del cittadino innocente o imputato). vorrei sottolineare il gravissimo dato di anomalia anche rispetto ad un giudice come Di Pietro , al quale continuo a guardare con stima e fiducia. fino a quando non cominceranno ad essere notificati ed avvisati quasi tutti i procuratori della Repubblica a Roma, dal 1940 al 1990; fino a quando non saranno avvisati ed indagati i procuratori della Repubblica, i giudici istruttori, a volte la magistratura giudicante, con riguardo all' Agip dall' inizio degli anni Sessanta , ed a quella pseudogiurisprudenza visibile e grottesca che veniva affermata anche con il gioco degli atti preliminari inventati come nuova forma istruttoria (ai tempi dei presidenti Spagnuolo ed altri); fino a quando non verranno riconosciuti i caratteri della complicità e del sistematico regime omissivo nei confronti della violazione della fondamentale legge dello Stato e nei confronti dell' obbligo all' indagine, dinanzi ad episodi che tutti sapevamo essere — rispetto alla legge — criminali, con riferimento, per esempio, alla Rai-TV, od a quelle « sentenzine » in base alle quali anche per società, come l' Agip, che avevano il 99,99 per cento di capitale pubblico ed uno 0,1, che era pubblico anch' esso, vi era il non luogo a procedere; fino a quando non saremo andati fino in fondo (non c' è prescrizione!) sul piano dell' obbligatorietà dell' esercizio dell' azione penale, rischieremo di avere una riforma monca e mostruosa dell' amministrazione della giustizia , ma anche della vita della nostra società e delle nostre istituzioni. signor presidente , amico Ferri, presidente del Consiglio , accuso qui con fermezza, con convinzione, quasi con stanchezza (l' ho fatto per iscritto e in ogni luogo), l' ordine giudiziario, in quanto tale, di aver vilipeso la giustizia e i codici su punti nodali dello sviluppo della nostra società, su qualcosa su cui adesso, forse, colleghi, sarete tutti più sensibili (siete stati tutti di un' insensibilità suicida): il diritto all' immagine, all' identità, all' onore. l' ordine giudiziario per tre decenni, per due in modo sempre più incattivito, al servizio di una certa maniera di fare politica nel nostro paese, si è pronunciato al di fuori e contro i codici, non giudicando secondo il rito direttissimo, con la sua economia e la sua filosofia, importantissima e civilissima, che fa dei codici pregressi, dello Zanardelli ma anche del codice Rocco , un monumento di civiltà rispetto alla Costituzione materiale e alla legge materiale. non dico i magistrati, non l' Anm... parlo sapendo quello che dico. ed esisterà ancora il vilipendio in questo paese! l' ordine giudiziario ha proceduto al di fuori del rispetto delle leggi su tutto il tema, centrale nella vita di una società e di uno Stato, che riguarda il diritto all' identità, all' immagine e alla vita delle persone, delle associazioni. l' ha fatto per motivi profondi, strutturali, culturali ed ideologici, che lo rendevano potente e ricattatore nei confronti di tutti i poteri di questo Stato. non si giudicava secondo codici del rito direttissimo, non si giudicava secondo la residua procedura che il codice conosceva, il rito ordinario; si giudicava, quindi, secondo l' arbitrio assoluto. abbiamo avuto delle vergogne; vi è stata diseducazione anche culturale. si sono formate generazioni di giornalisti e di politici che hanno sostituito la polemica politica e la debolezza politica con l' insulto, con il ricatto. giornali come La Repubblica e L'Unità sono stati al centro di sistematiche pratiche omissive di giustizia, perché si sapeva che alcune querele non avrebbero mai funzionato. avete consentito tutto ciò all' editoria italiana, unica nel mondo della stampa libera, con sentenze dell' ordine giudiziario ignobili, insostenibili. l' onore di un magistrato è l' unico che valga 100 o 200 milioni. pensate ad un cittadino che per due anni stia in galera per il tradimento da parte di queste Camere della Costituzione e per la vergognosa degenerazione di una sinistra pseudogiacobina, che tradiscono il referendum con la legge Vassalli (e adesso, compagni socialisti, purtroppo siamo alla nemesi, che incalza). in realtà avete distrutto il tessuto civile della tolleranza che era garantita dalle leggi. si è consentito ad opposizioni sfasciste di gettare tonnellate di guano nei confronti di chi non era gradito al potere, mentre si è consentito al potere neocorporativista, della partitocrazia, della magistratura, dell' ordine giudiziario nel suo insieme, del sindacato — e di quel sindacato — e, ovviamente, a fortiori al potere economico e finanziario ciò di cui oggi abbiamo pallidi annunci, ma non ancora annunci, con arresti di magistrati collaudatori nel contesto del caso Cirillo, nel contesto del disastro che ha distrutto Napoli e che ha avuto bisogno del caso Tortora. infatti un procuratore della Repubblica come Cedrangolo (mi dispiace che, in quanto rappresentante della nazione, in questo momento non mi sia consentito di praticare qui il parce sepulto ) ha agito in modo camorristico costituendo con una parte della magistratura, della sinistra, del giornalismo napoletano — ancora adesso — una associazione per delinquere che continua a negare giustizia e ad amministrare processi, che fa nominare a presidente o a procuratore speciale (non so che cosa siano) nei nuovi organigrammi regionali il Di Pietro non di Milano ma quell' altro, quello del caso Tortora. lo fa nominare grazie al fatto che egli ha ritenuto di poter inchiodare in Italia, come capo della camorra, Enzo Tortora. grazie a quel merito oggi dovrebbe garantire allo Stato l' efficacia dell' azione anticamorristica e antimafiosa, come suprema autorità campana in tale settore. vede, presidente, la tentazione era forte! aggiungo alla mancata responsabilità civile del magistrato, con quell' ignobile legge Vassalli, le ignobili promozioni che sono scaturite con riferimento a persone che avevamo rispettato e quasi adorato per la loro immagine, con il rischio di proporle come triste premio di quel tradimento al diritto, alla giustizia e al paese. vi è stato il tentativo di far diventare presidente della Repubblica colui che , ridotto ormai uno zerbino, è stato buttato ora alla Corte costituzionale . sicuramente magistrati irresponsabili e incapaci sono premiati dalla mancata possibilità per responsabilità civile del buon magistrato come del cattivo magistrato. non conosco Di Pietro , non l' ho mai visto, contrariamente a molti altri, anche ad attuali segretari di partito; non ne ho alcun bisogno. ma è una persona il cui onore per me è innanzitutto quello di essere stato crumiro nei confronti degli scioperi sfascisti che sono stati una determinazione della dialettica anticostituzionale instauratasi fra un presidente della Repubblica che compiva ogni giorno attentato contro la Costituzione (e sul quale ancora tutti tacete, avendo bloccato la giustizia parlamentare) e un Csm delle associazioni golpiste, di fatto, rispetto all' ideale costituzionale. il titolo d' onore di quell' altro, appunto, Di Pietro è sicuramente quello di aver votato, anche nel referendum, nel modo in cui ha votato, facendo il crumiro nei confronti di quegli scioperi che erano uno degli aspetti della simbiosi anticostituzionale tra Quirinale e magistratura. voglio gli arresti! io non amo, non credo agli arresti, ma se siamo a questo punto, voglio che si indaghi sulla funzione avuta a Napoli dai magistrati collaudatori, perché nel contesto nel quale li denunciavamo... e c' era bisogno di inventare! ti ricordi, Ferri, che ti portavo, supplicante, quei verbali, non credendo ai miei occhi, e ti supplicavo di leggerli, tu che allora eri presidente dell' Associazione nazionale magistrati ? e sono andato in tutta Italia con quella roba che pagavamo con i pochi soldi del partito radicale di allora perché fosse letta. e allora, questo teniamolo presente, quando registriamo l' impunità, garantita per legge, con tradimenti della Costituzione, con tradimenti degli impegni, con una stampa che in Italia ha potuto far sì, grazie alla giurisprudenza anche civile, che il capo del partito detto La Repubblica scrivesse un editoriale, sostenendo che in Italia cadeva la libertà di stampa perché egli era stato condannato al pagamento di 80 milioni... ed era una calunnia o una diffamazione che valeva molti miliardi! ebbene, questi pseudoborghesi di oggi — ignorando come sanno bene ignorare, attenti solo al sottopotere, alle proprie ambizioni e soprattutto alle proprie tasche, perché credo che costoro, a cominciare da Eugenio Scalfari, possano misurare solo in miliardi il loro successo — urlavano, in una situazione nella quale in Italia qualsiasi editore sa di poter distruggere in maniera assolutamente impunita l' onore, la famiglia, l' immagine, l' identità delle persone, condannandole in modo tale che lo svolgimento dei processi penali diventi poi irrilevante. e devo dire che per fare questo, sul piano non del dolo ma della colpa, della colpa grave, in Gran Bretagna gli editori iscrivono ogni anno in bilancio l' equivalente di 350 miliardi di lire che spendono per gli errori non dolosi, ma per colpe, colpe gravi. in Italia, non una lira...! questa è una conseguenza dell' apporto sfascista, dell' apporto di intolleranza, dell' insegnamento del non rispetto delle leggi, dal processo Braibanti via via, fino ai mancati processi, al modo in cui — al momento di Pecorelli e dell' assassinio di Pecorelli — venivano affidati gli incarichi. e poi sento dire, come è avvenuto un anno e mezzo fa nel programma di Costanzo, che si faceva fuori l' antimafia perché altrimenti il giudice Sica sarebbe arrivato fino all' attico! no! si faceva fuori l' antimafia probabilmente perché Sica non era arrivato al primo piano al quale qualcuno voleva che arrivasse e non perché vi era il rischio che salisse all' attico! e allora rimettiamo al centro dei guai del ceto politico, del Parlamento, dei governi della Repubblica e di questo Governo il fatto che i procuratori generali della Repubblica, i procuratori della Repubblica italiana sono passati per decenni, nelle loro attività quotidiane, con le loro scorte, attraverso regioni e strade — e nascevano intere città di quaranta, cinquanta, sessantamila abitanti, grazie all' assistenza necessaria della mafia che garantiva l' edificabilità e dava un minimo di ordine, con gli allacciamenti elettrici ed altro — senza esercitare l' azione penale e frenare la distruzione del territorio. pensiamo a quella splendida avventura del nostro compagno Monello a Vittoria, alternativa di classe democratica! andate a Vittoria a vedere! andate a vedere dove e perché si è instaurato l' abusivismo! andate a vedere dov' erano quei procuratori! e tutti i reati fiscali? c' erano anche prima! quando mai si è perseguito... le leggi di questo Parlamento sono state consociative, sono state postfasciste, non sono state democratiche! nel 1957, nelle Commissioni avete votato migliaia e migliaia di leggi all' unanimità, dal Msi fino al PSIUP; migliaia di leggi e di leggine che hanno distrutto la capacità fiscale ed anche la capacità sindacale di questo Stato, che hanno spezzato tutto! si davano prerogative al direttore generale , al disoccupato e ad altri. adesso vi è la vergogna, presidente del Consiglio , del silenzio del Governo e della maggioranza dinanzi al fatto che si mostra all' Italia lo spettacolo dei sette minatori del Sulcis, disperati e aiutati alla disperazione, con la dinamite sotto, le mogli e gli altri! e si dice: guardate quanto è cattivo il Governo! vi invito, allora, a ripercorrere le pagine che quarant' anni fa Ernesto Rossi scriveva sul Sulcis: le decine di migliaia di miliardi su Ottana, le decine di migliaia di miliardi di una sinistra petrolifera, in cui i sindacati dell' Eni e dell' Agip erano sconfessati e scomunicati da botteghe oscure e, se si scioperava, V L'Unità non poteva pubblicare neppure una parola. è allora indegno ed indecoroso da parte del partito di Tg3 sparare contro il nostro Governo di oggi. quei sette minatori, quelle donne, quel disastro...! io voglio governare, signor presidente del Consiglio , voglio governare questo paese nella povertà, ma anche nell' ostracismo dal peso delle migliaia o delle decine o centinaia di migliaia di miliardi, scatenate perché le idee non contassero, perché la conoscenza non fosse alla base del decidere, che ci avete buttato addosso. oggi quindi è grande il dolore per aver visto inutilmente quel che era male e quel che era bene, per la sinistra, per il paese, per la destra, per ciascuno di noi, e per avere fatto silenzio, per essere stati incapaci di aiutare non tanto noi stessi, ma ciascuno di noi ad andare avanti nella direzione in cui avrebbe portato l' ideologia di ciascuno se si fosse stati più fedeli alle idee per le quali si era entrati in un partito, anziché rimanere fedeli ad esso od all' apparato, alle ragioni di partito, di setta e alla proporzionale. oggi si difende la proporzionale perché si crede che la logica delle fazioni possa meglio garantire la circolazione delle idee. la circolazione delle idee è come la circolazione delle élites; è nelle società in cui le fazioni non sono riconosciute che circolano sia le élites sia le idee, e si creano le premesse delle grandi rivoluzioni sociali. in un secolo, due o tre, se avessero avuto la proporzionale, il movimento fabiano, Simone Weil , sarebbero stati un partituccio radicaluccio, una DP o una rifondazione qualsiasi, immediatamente parastatalizzati! invece, il fermento di quelle parole e di quelle vite ha creato le premesse, in alleanza con i liberali, che giustamente in quel momento scompaiono, del welfare state . mi restano pochi minuti per dire ancora una cosa. ci arriverò, collega Tatarella. siamo abbastanza amici per poterti dire che forse sei fra i pochissimi a sapere che da questi banchi... è uno dei rari casi in cui Andreotti ha torto. Andreotti dice: se si pensa male è un peccato, però si ha spesso ragione. tu sai che con noi, se si pensa male, non sarà un peccato, ma si ha torto. ti ringrazio di avermi aiutato. non cammina uno stato di diritto nel quale i magistrati più responsabili non siano già indagati per omissione. l' Eni-Petromin: dov' erano? Ustica: dov' erano? voglio fare i nomi. il magistrato D'Angelo dov' è? e Alberato? non gli va dato un avviso? e per il caso di Giorgiana Masi al giudice Santacroce e al magistrato D'Angelo non vanno dati degli avvisi? e per quanto riguarda la Commissione d' inchiesta che ha detto quelle vergognose falsità sull' assassinio del generale Mino non va forse ricercato qualcosa? o importa non la strage di legalità, di diritto e di legge, ma solo il peculato e l' acquisizione del denaro, quello che noi con Tangentopoli denunciamo come grave? certo anche quello, senatore Agnelli, certo anche la falsificazione del valore del mercato. io appartengo ad una tradizione di sinistra che era perfino liberista; Ernesto Rossi , Salvemini, con dei dubbi addirittura di liberismo. ma ricordo anche che la sinistra, quando si opponeva alla tassa sul macinato e ad altre cose, non lo faceva unicamente per ragioni di ceto, ma per visione. Salvemini ruppe con l' industrialismo dell' alleanza del nord, già allora. un sindacato, un socialismo e ceti industriali che uniti rischiano di provocare quello che poi Gramsci appena intuisce e che noi abbiamo vissuto. l' unità fra cattolici e comunisti, fra contadini e operai si fa quando tutti noi ci trasferiamo e diveniamo sub-cittadini nelle grandi metropoli operaie, con il resto che va via. Salvemini aveva visto giusto, i liberali avevano visto giusto; aveva visto male la cultura e la tradizione dell' altra sinistra. signor presidente , anche per questo ritengo che sia stato serio il nostro atteggiamento nel rivoltarci contro la criminalizzazione di questo Governo ed il tentativo che la sinistra faceva. la Lega — il peccato è veniale — è appena arrivata. ma attribuire a questo Governo nel settembre, ottobre, novembre delle responsabilità di scelte che erano obbligate...! tanto obbligate che non le avevamo mai nemmeno sollecitate per paure elettorali, a volte, da sinistra e da altrove. fare questo evidentemente poi mi consentì di andare a dire — Piuccio Rapagnà, poi ci costa — nelle piazze: autobullonatevi prima di bullonare, perché le responsabilità sono quelle che sono. però, signor presidente del Consiglio , fino al 31 dicembre, fino alla finanziaria, l' attività c' è stata e corrispondeva non solo ad un dato oggettivo ma anche ad un dato soggettivo. il Governo fino ad allora ha tirato per carità, con errori, certamente; ma l' essenziale non era l' errore. qual è l' errore adesso sul Sulcis, amici? che si deve fare? si deve tenere ancora aperto? l' errore, quello dei 30, 40, 50 mila miliardi su Ottana e tutte le altre cose, è anche di non avere accettato i consigli della Comunità Europea , della Comunità Europea del carbone e dell' acciaio venti o venticinque anni fa. allora devo dire che se la rappresentazione è il mondo come volontà e rappresentazione, poi alla fine è bene condividere il pessimismo di Schopenhauer nell' individuare, appunto, il mondo come volontà e rappresentazione di questo tipo. ci siamo astenuti poi con rammarico. abbiamo tentato la strada del preparare governi più forti, innanzitutto individuando obiettivi più forti di Governo nel nostro paese e poi mettendo i nomi semmai, ma nel frattempo rendendo omaggio a quel tanto di insuperabile che vi è nella responsabilità formale ed istituzionale del governare le realtà. da gennaio purtroppo le cose stanno andando male. lei è un po' come un' isola all' interno dell' Esecutivo, signor presidente , e temo che le sia stato rimproverato. è da noi come un' isola fra coloro che una certa innocenza forse possono vantarla, per carità; non altro, non verginità, ma innocenza conquistata rispetto a questi problemi di Governo, di dialogo e di forze del Parlamento. abbiamo cercato di intervenire sull' economia, sull' ecologia; non c' è stato tempo. eppure lei del tempo ufficialmente ce l' ha dedicato e noi l' abbiamo dedicato a lei, forse meno meritoriamente, nel senso che un presidente del Consiglio ha responsabilità più gravi nei confronti del proprio tempo rispetto ad un rappresentante di un gruppo parlamentare , piccolo o grande che sia. mi pare tuttavia che in questi giorni stiano accadendo, in modo accelerato, cose che devono indurci a riflettere. e noi affidiamo alla sua replica il nostro comportamento, da scegliere fra l' astensione, con cui confermeremmo il nostro atteggiamento ultimo, o il voto contrario, escludendo ovviamente (e come lei immagina) il ritorno, in queste condizioni, al sostegno, per altro forse non necessario se non in termini di dialogo e anche di richiamo affettuoso, fraterno (sapete quanto è vero) ai compagni del gruppo socialista, ai compagni critici o impazienti. io non credo che le parzialità di partito debbano avere ingresso più di altre forme di interesse qui dentro; però, francamente, l' impazienza con la quale certuni sembrerebbero volere che il presidente del Consiglio socialista se ne vada via presto, in cambio di non so quali altre cose, per lasciare poi prevedibilmente le prime pagine socialiste solo alle notizie deplorabili e dolorose di arresti ed altro, a me sembra un tantino incomprensibile. vorrei dirlo ai miei vecchi compagni e amici, Enrico Manca, Claudio Signorile, agli altri, anche ai miei amici — pare — martelliani (se ce ne fossero e se usassero della loro autonomia, obbligata a questo punto, in tal modo). e vorrei dire qualcosa anche alla Democrazia Cristiana . insomma, in privato, sulle caratteristiche del ministro Guarino io ho sempre riscontrato l' unanimità nel gruppo democratico cristiano . che cosa succede di nuovo, per cui ho sentito... io, mica te, Claudio! si vede che tu frequenti le persone giuste o quelle altre. ma personalmente, sin dall' inizio, ho sentito esprimere alcune preoccupazioni sulla limpidità politica di quella presenza, da tutte le parti, ivi compresi moltissimi (mi succede ancora) compagni del Pds, con i quali di questo ho parlato. ma il problema qual è? siamo usciti dallo Sme. la Banca d'Italia è in crisi, e io temo che vi siano stati anche alcuni piccoli errori tattici, che in una situazione così grave poi non si possono proprio sopportare. la stanno sospingendo, signor presidente del Consiglio . ieri, al Senato, avete di fatto ritirato il decreto sulla droga. la stanno sospingendo. certo, pare che la nostra amica (credo che sia anche compagna del partito radicale ) Mariapia Garavaglia sia stata bravissima a raccogliere alcune migliaia di firme di senatori (anche se i senatori democristiani sono poco più di cento). ma lei poteva benissimo, a questo punto, scegliere al riguardo, signor presidente del Consiglio , l' amplissimo sostegno che veniva da tutto il resto del Senato alla depenalizzazione del consumo di droga, in particolare dal Pds e da Rifondazione comunista , ma anche da quasi tutti gli altri gruppi. invece, si è subito tornati indietro. mi auguro che non sia vero. benissimo. però il Governo ha detto che vuole un tempo di ripensamento... se è una cosa positiva, si riservi di dirla nella replica. così magari io, che muoio dalla voglia di astenermi invece che di votare contro, potrò dire: « non l' avevo capito » . comunque, ho capito. poi si dice che il Governo varerà il decreto sulle elezioni. io mi auguro che lei mantenga le sue vecchie posizioni. il Parlamento non è stato capace di fare una legge, che una maggioranza voleva, sulle elezioni del 28 marzo. mi auguro che il Governo non venga a decretare, come pretendono da lei. non ne sono stati capaci loro e pretendono che sia il Governo a varare quelle norme! per noi questo sarebbe da solo (anche se in pratica non ce ne importa nulla) elemento sufficiente per passare ad un giudizio diverso. un cedimento del genere al ricatto di una parte della maggioranza credo infatti sarebbe, a questo punto, una breccia. non ci è piaciuto (e aspettiamo nella replica chiarimenti) il richiamo al referendum e alla doppia data. facciamo pure il referendum elettorale relativamente presto, si dice (ma a me interessa l' altro), e diamo più tempo al Parlamento per decidere come sbloccare la vicenda relativa al referendum sul finanziamento pubblico ai partiti. due turni referendari non sono accettabili. a mio avviso è una pura follia! e poi vi sono i turni amministrativi. comunque ci opponiamo in modo assoluto. le firme sono state raccolte contemporaneamente su tutti i referendum. pare che ci fosse un comitato radicale per i nove referendum...! su questo quindi la nostra contrarietà è assoluta: « no » alla doppia data. e devo dire che forse, nella sua sensibilità di giurista (senza arrivare alla posizione di Mellini o mia), anche a lei sembrerà indecoroso che il Parlamento, a referendum convocati, a campagna referendaria scatenata, fino all' ultimo secondo tenti di arrivare ad un papocchio per impedire l' effettuazione di referendum appunto già convocati. per quanto riguarda la politica estera , non abbiamo ancora in Italia il sindaco di Sarajevo; credo che neppure la Repubblica di San Marino potrebbe continuare ad accettare una cosa simile. il riconoscimento della Macedonia ancora non c' è ed abbiamo messo in allarme la Grecia, la Macedonia stessa e tutte le cancellerie, perché forse l' avremmo attuato. le dissi a novembre che il riconoscimento si fa, e poi si dice: ci impiccano in effigie per tre giorni ad Atene e poi lavoreremo insieme con Atene stessa e con Skopje. per quanto riguarda la presidenza danese, che sta facendo già molto peggio di quella britannica, non esistiamo. insomma, sulla politica estera le nostre ragioni sarebbero quasi feroci, se non fosse — lo sa anche lei — per l' amicizia nei confronti del ministro degli Esteri , amicizia che nei suoi confronti è anche di tipo politico. su tutto ciò aspettiamo risposte; le porti domani, magari ai Beati costruttori di pace . sul sindaco di Sarajevo le ripeto che perfino la Repubblica di San Marino avrebbe ottenuto, in due mesi e mezzo, il riconoscimento di questo diritto umano e civile che non viene riconosciuto ad una città gemellata con Milano, Roma e Ferrara. riconosca la Macedonia domani mattina: il riconoscimento è stato annunciato come imminente, per la settimana successiva, fin da dicembre. chiamatela Repubblica della Macedonia del nord, o come volete, ma fatelo domani. aspetto la replica. per il resto, credo che potremmo rispondere al moto del cuore di chi è sempre stato molto più all' opposizione delle opposizioni, perché erano più forti di certi governi quando essi sono numericamente deboli; potremmo forse dare più peso e valore al suo Governo in queste dodici ore, a livello di questa politica estera e sulle questioni istituzionali (il Governo continua a non occuparsi di referendum e di Tangentopoli in modo diretto, né di quei decreti che non devono essere approvati), e saremmo felici di non annunciare il voto contrario, ma ancora una volta la fiducia, se lei ci incoraggerà, dicendo che il negoziato continuerà più intenso. penso che questo gruppo può essere l' aggregazione, nelle prossime settimane, di un numero parlamentare molto più alto, se lei ne darà l' occasione.