Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 132 - seduta del 05-02-1993
Sul libro bianco presentato dal gruppo radicale alla magistratura sugli incidenti del 12 maggio a Roma
1993 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 204
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, signor presidente del Consiglio , è indubbio che se dovessimo presentare un cahier de doléances di questo paese nei confronti delle istituzioni e delle forze politiche , avremmo non solo qualche titolo, ma qualche capacità. basterebbe, alla mia età, acquistare le caratteristiche degli arteriosclerotici che, come si sa, bene ricordano il passato, per fare qui un discorso di attacco contro la classe dirigente ancora pienamente aggiornato ed attuale. su molti dei temi (bisognerebbe forse che vi fosse una scuola diversa, non solo una stampa diversa, perché molti italiani questo comprendessero) mi basterebbe, a proposito dei minatori del Sulcis, amici della sinistra, riprendere Ernesto Rossi e le sue polemiche della fine degli anni 50, a proposito di qualcosa della quale poco si è parlato, della crisi della Federconsorzi e della realtà che è venuta alla luce in questi anni, ma con un certo silenzio da parte delle forze politiche , anche di sinistra, e delle forze sociali (tranne questo o quel parlamentare). mi basterebbe riprendere i nostri convegni degli « amici del Mondo » e le ragioni costitutive della fondazione del partito radicale di allora. mi basterebbe vedere che cosa abbia comportato nel nostro paese l' avvenuta prima riforma della società per azioni , che noi studiammo, su cui tenemmo pubblici convegni e mettemmo all' ordine del giorno dei problemi di riforma non statalista, ma di riforma del diritto, del diritto pubblico applicato ai vari settori anche dell' economia. lo abbiamo fatto allora, ma non è servito alla sua attivazione, anche per quella giusta — sul piano teorico, non sul piano astratto — indicazione (e qui uso il termine con simpatia, non con polemica) del professor Amato, che ieri ci ha ricordato la dilatazione del momento penalistico e criminale, dell' intervento per la tutela delle regole e delle sanzioni, rispetto alla paralisi del momento amministrativo, del controllo e della sanzione amministrativa, che potremmo ulteriormente estendere. c' è infatti un altro « passo » che è bloccato, prima di arrivare al penale, e cioè il civile, quello che più propriamente è il momento del codice civile . dicevo che se dovessimo oggi formulare filippiche, arringhe di parte civile, requisitorie, non ci troveremmo certo in imbarazzo. oggi credo sia giusto che noi, supposti nella storicità del nostro gruppo (non nell' attualità del partito radicale , che qui non rappresento, ed ho la fierezza di non poter rappresentare, per la vastità delle presenze e delle storie che esso interpreta oggi qui, con i centoquaranta parlamentari che oggi vi aderiscono), per una parte di radicali storici, per una certa storia, operiamo determinate scelte. vorrei rispondere con questo agli amici del Pds, che ieri sembravano notare con scandalo come Pannella, al solito, non facesse che criticare la sinistra e lasciasse perdere gli speculatori e gli altri. no, io guardo ai problemi con l' occhio dei democratici, che vogliono alternative di regime e non fasulle alternative delle fasulle opposizioni e maggioranze della realtà consociativa di questo Governo. parlo a voi, compagni del Pds, che con i compagni di Rifondazione siete storicamente gli eredi di una delle due gambe su cui il regime consociativo ha camminato, e camminando ha distrutto la prateria della libertà e del diritto nel nostro paese, da tutti i punti di vista ! quindi, signor presidente del Consiglio , se ad ottobre, come lei ha avuto la bontà di ricordare, noi abbandonammo, nel momento di un' emergenza oggettiva che in qualche misura faceva premio anche sulla valutazione delle azioni del Governo, il voto naturale di opposizione — nostra, cioè di opposizione al Governo e di opposizione alle opposizioni tradizionali — per passare al voto favorevole; oggi, rientrati per il momento nella nostra naturale condizione di opposizione alle due componenti di questa storia che ancora non si chiude, che ha i suoi onori e i suoi oneri (non la evoco come indegnità), di opposizione quindi a quel testo di quella mozione di sfiducia , di opposizione alla esiguità, alla esilità oggettiva ed anche soggettiva del Governo, noi oggi però, dopo aver ascoltato la sua replica, abbiamo deciso di passare dal naturale voto di opposizione ad una astensione, perché riteniamo che vadano sottolineati ancora una volta più i passi avanti, della cui difficoltà abbiamo la consapevolezza, compiuti da parte del Governo, che non quelli contenuti nell' annunciato grande documento di svolta per un nuovo Governo, che da questo punto di vista è sicuramente incommensurabilmente più lontano dalla realtà e dall' obiettivo di quanto non sia la situazione del Governo stesso. il nostro invito allora, signor presidente del Consiglio , è quello di procedere con maggiore rapidità, con un calendario serrato. questo è il metodo rischioso, ma responsabile, che le chiediamo di adottare per mandare all' aria quel che Ernesto Rossi , e prima Gaetano Salvemini, e prima ancora tutta l' analisi democratica e non di un certo riformismo socialista, avevano denunciato. anche a tale riguardo, tra i grandi guai che abbiamo avuto vi è stato un recupero strumentale, che è restato poi nel linguaggio politico, di una pagina nobile e sconfitta della storia del nostro paese. riformatori sì, ma il riformismo appartiene alla storia nobile delle sconfitte e delle inadeguatezze della storia italiana. chi legge il carteggio Turati-Kuliscioff e chi legge anche la realtà delle varie « isole » riuscite del riformismo ne ricava la testimonianza di una inadeguatezza storica. possiamo ben tornare a quei criteri, ricordandone la nobiltà e gli interessi, ma oggi, nel momento in cui si affacciano veramente i problemi di questo nostro mondo, non mi pare sia sufficiente e adeguato invocare il riformismo. no, le posizioni riformatrici devono essere puntuali, perché anche nel riformismo un certo afflato marxiano, marxista, una certa schizofrenia, da un certo punto di vista ... e nel riformismo vi era storicamente un gradualismo temporale, non la gradualità di chi sa che la rivoluzione è un millimetro nella direzione giusta ogni giorno e non andare eventualmente indietro, con un incedere ben diverso, per fare poi salti in avanti. come dicevo, l' attacco è alla realtà corporativista del nostro paese. l' ho già detto: noi dobbiamo liberare nuovamente — secondo le testimonianze operaie che vengono da Rifondazione comunista , dalla base e da altri — gli operai italiani, perché riconquistino il loro diritto al voto, la loro responsabilità. dobbiamo fare sì che le quote di associazione ai sindacati non siano un tributo, una tassazione. se uno vuole parlare di classe operaia , oltre che di ceto operaio, bisogna che un presidente del Consiglio , che si onora di ricordare nel momento difficile che lui è socialista, si alzi contro questa antica presenza di arroganza giacobina, stalinista, di arroganza partitocratica, statolatra e direi consociativa che c' è qui da noi; bisogna che il Governo si alzi, prenda iniziative concrete anche in convergenza con le iniziative parlamentari di Pizzinato, di Rifondazione comunista e con alcuni documenti che circolano ufficialmente all' interno della Cgil. per quanto riguarda poi le bardature del terziario, noi potremmo recuperare centinaia di migliaia di famiglie ad un occupazione che sarebbe di grande equilibrio ecologico, anche sul piano dell' economia moderna di consumo, mandando all' aria l' eredità fascista degli ordini, non solo dei giornalisti, ma anche di quelli dei commercianti e degli altri, che rappresentano appunto la bardatura corporativa, l' ossificazione, da cui deriva l' impossibilità per l' economia di ottenere davvero risultati positivi. i negozi potrebbero restare aperti giorno e notte, se lo credono. nelle città i negozi alimentari potrebbero restare aperti, se vogliono, con gli ortaggi presi a cinque o a quindici chilometri dal centro, ad iniziativa familiare. saranno di turchi, di algerini o di tunisini, se non saranno di abruzzesi o di pugliesi, come a Bruxelles o a Londra. ma significa rendere di nuovo agibile la vita di interi quartieri della metropoli, soccorrere l' esercito dei drogati, delle vittime mobilitate dal proibizionismo, con un disastro immenso, ideologico e ideale, sul piano del diritto positivo , dell' economia e della qualità della vita . coraggio, signor presidente del Consiglio . come numeri siete una piccola maggioranza, ma nessuno vi costringe storicamente a restare tale o ad esserlo sul piano dell' iniziativa politica e di Governo. vi accade soprattutto per lascito dei precedenti governi Andreotti, perché negarlo? negare la forza della storia è una necessità per chi non è tranquillo, ma è indubbio che dietro agli arresti maturati, vi è pure qualche ministro dell'Interno che deve onorevolmente aver trasmesso al ministro Mancino, del suo Governo, una situazione non del tutto sfasciata ma migliorata... così come devo dire in questa Camera, in cui la sinistra ufficiale, il partito comunista , di Rifondazione e del Pds, ha salvato per ben tre volte da inchieste giudiziarie avviate su nostra iniziativa il collega Giulio Andreotti, che il livello di azione formale di Governo e le iniziative legislative rispetto al Parlamento, fino ad alcuni dubbi di costituzionalità che serbo in merito alla legislazione emergenziale antimafia, vengono, signor presidente del Consiglio , dal Governo che l' ha preceduta, rispetto al quale non abbiamo avuto nessuna tolleranza o amicizia. la nostra astensione è positiva; essa va confrontata non con il nostro voto favorevole alla manovra finanziaria di dicembre, ma al nostro voto che avrebbe dovuto essere strutturalmente negativo. è, quindi, lo ripeto, un' astensione positiva. mi auguro sia possibile, signor presidente , dimostrare che questo Stato riesce a funzionare anche a proposito del sindaco di Sarajevo e mi auguro che il nostro ministro della Difesa , senza inviare le cannoniere perché siamo in montagna, riesca a dare al mondo la dimostrazione dell' assenza, del superamento della complicità vile delle truppe dell' Onu e del generale Morillon in corrispondenza con il vile tentativo di spartizione... signor presidente , l' unica critica che posso rivolgerle riguarda la generosità che l' ha portata a non richiamarmi prima. la ringrazio, e le chiedo scusa se, forse, quell' oncia — grande — di amicizia che unisce due parlamentari, entrambi liberali da un certo punto di vista , l' ha portata a fare un' eccezione, che non gradisco mai, nel dirigere la nostra Assemblea.