Umberto BOSSI - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 130 - seduta del 03-02-1993
Concernente la sfiducia al Governo
1993 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 130
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevole presidente del Consiglio , fin dall' inizio, quando insieme alla delegazione della Lega Nord ci incontrammo e lei mi espose i punti essenziali del suo programma, io le dissi che non poteva considerarsi uno schema ragionevole un' elencazione di carattere generico sulla immensità dei problemi irrisolti e sempre più acuti, generatori della spaventosa crisi italiana. all' epoca del nostro colloquio ancora non era scoppiato l' immenso bubbone di Tangentopoli, anche se si facevano sempre più pressanti gli allarmi. le previsioni erano non solo che il ciclone stava rapidamente avvicinandosi, ma che si sarebbe prestissimo trasformato in un tornado. era necessario non tanto elencare i problemi pressanti, ben conosciuti, ma predisporre subito soluzioni valide e consistenti. prioritarie in assoluto erano le questioni riguardanti sia la parte finanziaria e strutturalmente produttiva che quella costituzionale, partendo dalle autonomie regionali , oltre, bene inteso, la parte sociale e la lotta ad oltranza contro la corruzione politica e la criminalità organizzata . ricevetti successivamente una lunga relazione, certamente simile a quella che lei, onorevole Amato, avrà trasmesso a tutti gli altri gruppi politici interpellati. nel mio intervento del 30 giugno sulla fiducia, esprimendo il mio giudizio e riferendomi al documento trasmessomi dal presidente del Consiglio , iniziai affermando testualmente che la montagna aveva partorito il topolino. infatti, dopo ottantaquattro giorni di gestazione nasceva un governicchio che avevo definito focomelico, un cerotto per tenere insieme l' attuale risicatissima maggioranza, nella speranza — questa fu l' impressione generale — che nel frattempo pateracchi, papocchi, transazioni sotto banco o eventuali transfughi da altri gruppi nel segreto dell' urna consentissero a questa fittizia maggioranza di comprare qualche altro voto. era chiaro che in quel momento l' interesse maggiore di tutti i gruppi politici era orientato verso l' atteggiamento della Lega; e qualcuno nutriva la stolida speranza che alla fine, in qualche modo, la Lega — come era avvenuto per altri partiti — si sarebbe lasciata integrare ed avrebbe potuto decidersi almeno per l' astensione. sottolineai anche al capo del governo che si era verificato un grande evento, cioè le elezioni del 5 aprile e quindi la presenza della Lega in Parlamento con 55 deputati e 25 senatori, ciò che doveva portare alla tanto attesa ed auspicata stagione delle riforme. una vittoria, quella della Lega, che significava soprattutto la fine del regime e della evangelizzazione — la definirei — da manuale Cencelli . dissi anche — e lo ripetei negli incontri che ebbi con le delegazioni di tutti gli altri partiti politici — che il Governo Amato avrebbe potuto tentare di concludere qualcosa solo se avesse realizzato un autentico programma di forti riforme democratiche, ripudiando pubblicamente con i fatti ogni ulteriore connivenza con le clientele del palazzo. certo, noi della Lega, fedeli al nostro programma di limpidezza e di trasparenza, sapevamo di chiedere all' onorevole Amato una cosa impossibile; ma siccome il Governo dell' onorevole Amato era pronto al varo, la Lega, per il bene del paese, non lesinò i suoi consigli. fu inutile, perché l' onorevole Amato ha ritenuto, invece, di ricostruire l' Italia con il suo Governo, riempiendo alcune cartelle di premesse e di buone intenzioni che nella sostanza erano semplicemente una serie di parole in libertà, largamente utilizzate nei comizi durante le campagne elettorali . oggi, mentre l' onorevole Occhetto presenta la sua mozione di sfiducia , ritengo necessario soffermarmi su alcuni dei titoli nei quali è suddivisa l' iniziale relazione programmatica dell' onorevole Amato per dimostrare i motivi per cui la Lega considera questo non solo un Governo che non ha mantenuto le sue promesse, ma un Governo morto. nel punto 2, riguardante le riforme, per una totale revisione economica e finanziaria, il programma Amato relativo al fisco diceva testualmente che il Governo « dovrà operare per il recupero della base imponibile evasa ed erosa attraverso un' azione di tipo preventivo, volta a produrre un apporto di conveniente collaborazione tra il fisco ed il contribuente. l' intervento normativo sarà finalizzato alla semplificazione... di quella che appare sempre più una giungla fiscale, al superamento delle disparità di trattamento tra diversi comparti economici, alla riduzione delle agevolazioni..., alle necessarie correzioni della progressività dell' Irpef..., alla maggiore responsabilizzazione di regioni ed enti locali sotto il profilo delle entrate. le regioni in particolare — nel contesto della progressiva acquisizione di maggiori competenza — potranno essere delegate all' esercizio delle funzioni amministrative statali in materia di catasto » . vediamo oggi come siano stati invece realizzati questi impegni precisi assunti dal presidente del Consiglio nel suo documento programmatico . non solo la pressione fiscale è in continuo aumento (e di qui l' opposizione della Lega all' Isi, ad esempio); non solo vi è stato e continua ad esservi lo stillicidio dell' aumento delle imposte dirette ed indirette; ma anche il complesso della politica economica-finanziaria del Governo, invece che verso la ripresa, sta spingendo l' Italia verso un baratro sempre più profondo. non voglio soffermarmi sulle cifre del debito pubblico e neppure voglio insistere sui concreti pericoli di una politica finanziaria che ritiene di tappare gli immensi buchi del bilancio continuando ad emettere titoli pubblici, perché ripeterei soltanto cose largamente risapute. però non posso non sottolineare che il famoso prestito internazionale di 14 mila miliardi, annunciato con grandi squilli di tromba dall' onorevole Amato, è tuttora sub iudice . neppure posso tacere la responsabilità della Banca d'Italia quando, dimostrando una preoccupante miopia, ha bruciato 68 mila miliardi in un' operazione da bancarotta che avrebbe dovuto invece, secondo l' istituto, salvare e proteggere la lira dalla speculazione internazionale. è un' operazione che non solo ha ulteriormente indebolito la nostra moneta, non solo non ha evitato la svalutazione e l' uscita della lira dallo Sme, ma anzi ha contribuito all' aumento dell' inflazione, soprattutto all' aumento degli indici di disoccupazione e di depressione generale in tutto il settore produttivo, specie in quello basilare delle piccole e medie imprese . se dunque questi sono i grandi provvedimenti tecnici presi dal Governo Amato per tentare di rimettere in sesto la gravissima situazione finanziaria italiana, a noi sembra che egli sia riuscito persino a liquidare lo stellone d' Italia. gli italiani, infatti, stanno adesso continuando a pagare, e non sappiamo quando questa soffocante spirale potrà allentarsi. eppure alcuni rimedi di pronto soccorso esistono: per esempio un decentramento della Borsa in Borse locali, per avvicinare i risparmiatori e gli investitori istituzionali alla media e piccola impresa che ora è costretta a pagare per una errata politica economica dei governi partitocratici di questo paese. si tratta di fare un' operazione inversa alle scelte che in quindici anni hanno distrutto la Borsa per dirigere il risparmio verso banche, titoli di Stato , blue chips, consentendo finalmente la raccolta di finanziamenti anche da parte delle piccole e medie imprese . bisogna prevedere l' emissione di prestiti obbligazionari da parte degli enti locali , comuni in testa, andando oltre l' attuale limite rappresentato dalla capacità di indebitamento dei comuni, che oggi viene valutato sui flussi finanziari, anziché sulla ricchezza vera dei comuni medesimi, sui beni immobili, che potrebbero essere dati in garanzia. sarebbe così possibile sostenere con gli investimenti la depressione economica del paese ed ottenere che una parte degli interessi venga restituita ai cittadini anche in termini di servizi. quando si vedono in ogni città d' Italia le sfilate degli operai licenziati, delle grandi masse di lavoratori e di colletti bianchi in cassa integrazione guadagni o in prepensionamento, quando si valutano nella realtà gli indici della disoccupazione, specie nel sud, appare chiaro che all' immensa rovina provocata da Tangentopoli deve aggiungersi l' irresponsabilità assoluta dei governanti. tutto il paese deve essere considerato una zona depressa e la colpa del disastro non esclude l' ultimo arrivato, ossia questo Governo, che ha continuato nella condotta irresponsabile di quelli che lo hanno preceduto. per dimostrare la sua efficienza, il Governo sta elaborando un vastissimo programma di lavori pubblici , nel tentativo di tamponare il flusso crescente della disoccupazione. non è certo inopportuna la preoccupazione riguardo a come avverranno i controlli nell' assegnare gli appalti, a quali saranno e in che modo verranno scelte le ditte, a come sarà possibile scongiurare ed a quali misure prenderà il Governo per impedire un' altra spettacolosa Tangentopoli. suggerisco ad Amato di studiare bene la proposta di legge numero 1784, primo firmatario onorevole Balocchi, concernente la disciplina dei rapporti tra Pubblica Amministrazione e appaltatori d' opera. intanto, e questo va sottolineato, la famosa relazione Scalfaro sulla ricostruzione nelle zone terremotate dell' Irpinia è diventata un reperto di archivio. indubbiamente Tangentopoli è l' espressione tipica di un regime centralistico e partitocratico, ma accanto ad essa vi è l' incompetenza dei massimi dirigenti, le colpe gravissime dei partiti che hanno fatto man bassa servendosi di un clientelismo famelico, arrogante e ladro. in pieno dispregio dell' articolo 49 della Costituzione, i partiti, oltraggiando i valori della Resistenza, hanno fatto a gara per procurarsi potere e arricchimenti illeciti per i propri vertici e la propria nomenklatura. ciò spiega anche perché ogni italiano che nasce ha sulle spalle un debito di 31 milioni; ciò spiega perché non è in crisi solo questo Governo, sul quale si accumulano vertiginosamente i frutti delle ruberie, delle incompetenze, delle omertà tra politica e criminalità organizzata , ma tutto il regime. il Governo Amato è purtroppo la conferma che l' Italia è divenuta oggi un paese a rischio, ridotto in coma irreversibile, intorno al quale gli avvoltoi del palazzo continuano a volteggiare. nel suo appunto programmatico, l' onorevole Amato ha dedicato un capitolo al mercato finanziario e alle privatizzazione, scrivendo, fra l' altro, che il Governo avrebbe operato con decisione per la disintermediazione del bilancio dello Stato e per la crescita delle piccole e medie imprese . il fisco dovrà quindi superare la vigente discriminazione del capitale di rischio a favore del capitale di credito anche attraverso la reintroduzione di disposizioni incentivanti le nuove quotazioni in funzione dell' ampliamento di listino. le privatizzazioni possono peraltro assolvere — sono parole del suo documento — ad un molo essenziale nella creazione di nuovo mercato, sempre che non si risolvano nella mera distribuzione guidata dei relativi pacchetti azionari a beneficio di pochi acquirenti e di pochi intermediari. particolare favore potranno meritare le privatizzazioni realizzate attraverso i nuovi investitori istituzionali, puntando alle public companies ispirate al modello del capitalismo partecipativo. mi consenta, allora, il presidente del Consiglio , di chiedergli a che punto si trovi il programma di privatizzazione e perché l' Efim, uno dei maggiori esempi di socialismo reale , ente pubblico creato appositamente in funzione della spartizione partitocratica per finanziare il partito socialdemocratico prima e quello socialista dopo, sia ancora in vita e perché se ne discuta ancora in Parlamento. sappiamo quali opposizioni violente stiano incontrando i cosiddetti tentativi di privatizzazione, così come oggi abbiamo la piena dimostrazione dell' interconnessione spartitoria del denaro pubblico , dalle spese per le cattedrali nel deserto , simbolo del socialismo reale , alle erogazioni a fondo perduto destinate a sostegno del grande capitale privato, con l' assenso e il placet di un sindacalismo roboante e stradaiolo, ma pur sempre cinghia di trasmissione della partitocrazia. veniamo ora al capitolo del programma di Amato riguardante il Mezzogiorno. nella relazione iniziale si legge che la nuova politica per il Mezzogiorno dovrà privilegiare il rafforzamento di tutte le strutture ordinarie, dalle regioni ai poteri locali, al sistema formativo , alle attività bancarie. non sembra certo eccessivo affermare che questa è solo aria fritta . purtroppo, e lo confermano i sopralluoghi della Commissione antimafia nel Mezzogiorno, lo Stato ha ceduto da molto tempo tutto il suo potere alle cosche. inutile insistere sulle indubbie difficoltà determinate dalla presenza della mafia e delle sue filiazioni in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania: non voglio essere troppo pessimista. ritengo tuttavia che l' impotenza specifica dello Stato nel combattere la mafia ed associazioni consanguinee sia deliberatamente bloccata da alcune di quelle forze politiche e parapolitiche (e non solo queste) operanti nell' ambito dello Stato, negli enti locali , ma anche nella magistratura e nel Parlamento. si tratta di una catena di interessi, oggi smascherata da Tangentopoli, che collega la criminalità e la politica. anche se in questi ultimi tempi, attraverso i pentiti, si è ottenuto qualche successo, il blocco compatto politico-mafioso ha subito soltanto qualche scalfittura. tanto più deprecabile è l' azione del governo dopo che abbiamo letto, sempre nel documento programmatico iniziale del presidente del Consiglio , il capitolo dedicato a misure per la lotta alla criminalità organizzata e per l' ammodernamento dello stato sociale . con tono addirittura evangelico il presidente del Consiglio parla di maggiore giustizia, migliore efficienza e più saldi equilibri finanziari; ciò significa ordinare una buona volta gli interventi in relazione all' effettivo bisogno, dando spazio alla vocazione solidaristica ed alla crescita del volontariato, mettendo altresì in campo le preferenze per la responsabilità e la stessa capacità a negoziare dei cittadini per migliorare l' efficienza dei servizi. sono in questa logica le riforme già prospettate per la sanità e per la previdenza. chiediamo allora, signor presidente del Consiglio , quali risultati possano concretamente dare, a proposito di efficienza dei servizi, le cosiddette innovazioni rivoluzionarie nel settore sanitario prospettate dal ministro della Sanità De Lorenzo ; oppure la presunta riforma della previdenza ideata dal ministro Cristofori. il presidente del Consiglio avrebbe invece dovuto darci subito, dopo il suo insediamento, l' annuncio della fine totale di quell' assistenzialismo che costituisce non solo la piaga maggiore per il Mezzogiorno, ma soprattutto il metodo scelto dal regime per mantenere tutta l' Italia del sud in uno stato semicoloniale, perché nei disegni del palazzo il Mezzogiorno è sempre stato — e deve restare — la Vandea, intesa come riserva di voti di scambio , soprattutto per la Democrazia Cristiana e per i suoi soci. farò un accenno anche al problema degli immigrati. la Lega è stata accusata in maniera non solo vituperevole, ma addirittura ignobile, di sollecitare il razzismo tra nord e sud ma, soprattutto, nei confronti degli immigrati extracomunitari. sarebbe per me inutile insistere su questa pretestuosa e provocatoria polemica. la realtà ha fatto giustizia di tale ennesima forma di diffamazione obliqua. il fatto è che noi abbiamo chiesto per gli extracomunitari la fissazione di quote, un contratto di lavoro , una casa per quanti ne hanno diritto ed assistenza sociale. ribadiamo di essere contrari a perpetuare la scelta dell' immigrazione così come fatta dal liberismo (che sta fallendo) che, invece di pensare in termini di sviluppo globale, ha preferito — e continua a farlo — la scelta di spostare mano d'opera dai luoghi in cui risulta in eccesso ad altri in cui ve n' è carenza, non risolvendo in tal modo i problemi del sottosviluppo e creando contemporaneamente tensione e disgregazione nelle aree industrializzate. il federalismo si impegna (e va ben oltre il liberismo) e pone il problema della cooperazione dei popoli. riteniamo che cooperazione debba significare non vantaggio, peraltro molto teorico, soltanto del paese ricevente, ma vantaggio per il paese che dona e per quello che riceve gli aiuti. ciò significa che i finanziamenti per i paesi in via di sviluppo vanno assegnati non al dittatore di turno, ma alle nostre imprese, soprattutto a quelle piccole e medie, che si impegnano a spostare una parte della loro attività nei paesi da aiutare. solo in questo modo i finanziamenti non agiranno come una semplice traslazione in uscita e riusciranno finalmente a circolare all' interno di questa società, creando posti di lavoro e quindi sviluppo. nel contempo, le nostre imprese, grazie al basso costo della mano d'opera dei paesi in via di sviluppo , potranno essere più competitive sui mercati internazionali . l' immigrazione è quindi una scelta che si oppone alla cooperazione tra i popoli: un concetto, questo, su cui le forze politiche dovranno confrontarsi. per tornare alla mozione di sfiducia al Governo presentata dal Pds, indubbiamente molti punti in essa indicati appaiono congrui. ma per la Lega il Governo in carica deve essere sfiduciato perché è completamente al di fuori dei principi costituzionali, sui quali si basa lo stato di diritto , e anzi opera contro di essi. la Lega si batte e continuerà a battersi per l' avvento di un autentico stato di diritto , espressione di democrazia compiuta e base di un sistema federalistico, nell' ambito di un grande circuito unitario federale, che solo gli ignoranti considerano in funzione disgregante e secessionista, in cui l' Italia potrà veramente riconquistare tutto quel prestigio nazionale ed internazionale che è andato perso. se passiamo al settore giustiziario, sempre in rapporto al programma iniziale del Governo Amato, la Lega chiede che la magistratura continui ad operare secondo i compiti costituzionali che le sono stati affidati e che oggi vengono puntualmente eseguiti. abbiamo però delle riserve, condivise anche da molti giuristi e magistrati, nei confronti delle leggi contro la delinquenza, ed in particolare di alcuni principi inseriti non solo nella Costituzione, ma anche nel codice di procedura penale . la legge deve essere uguale per tutti: questo è un principio inderogabile! nel documento del presidente del Consiglio si legge: « occorre introdurre nel codice penale fattispecie criminose coerenti con la sensibilità del nostro tempo, sulla base delle importanti risultanze dell' apposita commissione ministeriale. andrà quindi sicuramente inaugurata un' opera di coordinamento della legislazione penale, oggi sofferente di elefantiasi. altrettanto importante è promuovere un' opera di omogeneizzazione delle norme pensili e processuali a livello europeo » . c' è da chiedersi, allora, se, allo stato attuale, il Governo in carica abbia provveduto in qualche modo a rendere operanti tali indicazioni. e c' è da chiedersi, inoltre, perché una proposta di legge costituzionale, presentata nel giugno dell' anno scorso dalla Lega, per l' abolizione del secondo capoverso dell' articolo 27 della Costituzione (che recita: « l' imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva » ), non sia stata ancora discussa. la proposta è volutamente provocatoria; essa sottintende che la libertà provvisoria, la sospensione della pena, debba essere impossibile per i reati più gravi, subito dopo la prima sentenza e fino alla sentenza definitiva, spingendo per una forte accelerazione dell' iter processuale. per quel che riguarda poi le riforme costituzionali , la Lega, che pure aveva indicato per prima la strada della bicamerale per la revisione costituzionale, ora è scettica e delusa. tale commissione, nella strategia del regime centralistico e partitocratico, svolge solo una funzione di vetrina, sprecando — o, speriamo, rischiando solo di sprecare — l' ultima occasione possibile per cambiare le regole del gioco , senza sconvolgimenti politici. per questo motivo, i rappresentanti della Lega nella bicamerale hanno condotto una battaglia serrata soprattutto perché — come è scritto nella Costituzione — fossero finalmente confermate, nell' ambito della auspicata seconda Repubblica federalista italiana, le autonomie regionali . attorno a tale problema si sono svolti lunghi, logorroici e sostanzialmente ostili discorsi da parte della maggioranza. l' onorevole De Mita , dibattendosi tra le nostre richieste e la difesa del regime, in particolare della Democrazia Cristiana , ha fatto perdere oltre nove mesi di tempo alla Commissione bicamerale, soprattutto bloccando arbitrariamente la materia precipua della Commissione stessa — ossia le riforme costituzionali — sul dibattito circa la scelta del sistema elettorale , che è invece materia parlamentare. così, siamo adesso « in secca » : non si profila una buona legge sui sindaci e un buon sistema elettorale che sappia porre termine alla frammentazione del tessuto politico italiano, determinata dalla proporzionale quasi pura. una formula di Governo, questa, che ostacola notevolmente la governabilità. nel documento del presidente del Consiglio riguardante la riforma istituzionale , con il sottotitolo « regionalismo » , si legge fra l' altro: « ciò implica l' acquisizione del fondamentale principio democratico secondo il quale l' uguaglianza non richiede in ogni caso regole simili per tutti stabilite dall' alto da una burocrazia centrale, ma al contrario è e deve essere ovunque possibile, quale diritto di ciascuna comunità, di organizzarsi secondo le proprie esigenze » . ciò dovrebbe significare una larga apertura per l' avvio di un programma non dico federalista, ma per lo meno regionalista. ma non si spiega perché nella bicamerale, mentre è stata accettata la revisione del principio espresso dall' articolo 117, sia stata bloccata mediante artifici dialettici secondo noi inaccettabili la modifica dell' articolo 132, il quale prevede la fusione delle regioni esistenti o la creazione di nuove regioni con un minimo di un milione di abitanti. un articolo che, così come è ora non ha mai potuto essere utilizzato. evidentemente è così complesso perché è nato per non essere mai utilizzato: è solo uno specchietto per le allodole, un orpello per poter dire che la nostra Costituzione è la più democratica del mondo. l' ultimo argomento inserito nella citata relazione del presidente del Consiglio aveva come titolo: « moralizzazione della vita pubblica » . non credo che sia necessario spendere troppe parole sull' argomento: Tangentopoli infuria e sta rapidamente rotolando verso sud. in un altro capitolo del programma il presidente del Consiglio auspica una revisione dei costi elettorali, la nuova disciplina del finanziamento dei partiti, una nuova disciplina degli appalti, delle nomine negli enti pubblici nazionali e locali, dei contratti privati a termine. anche per tutti questi problemi il nostro giudizio è assolutamente negativo, giacché — ed i fatti lo confermano — l' onorevole Amato non ne ha risolto nessuno. il suo Governo ha potuto sopravvivere, e sopravvive oggi, abusando della decretazione d' urgenza e dello strumento della fiducia. per quanto riguarda la politica estera , con grande rammarico la Lega deve riconoscere che su questo tema, soprattutto in Europa, l' Italia è oggi ridotta al rango di espressione geografica. non si può certo affermare, come sostiene il presidente del Consiglio , che « a Maastricht l' Italia ha contribuito ad imprimere una spinta decisiva al processo di integrazione comunitaria e si adopererà perché esso non subisca ripensamenti. l' Unione Europea è una grande opportunità di sviluppo e di integrazione per tutti gli stati membri » . una sola considerazione: per due anni abbiamo dovuto sopportare come ministro degli Esteri l' onorevole De Michelis , socialista oggi pesantemente inquinato. abbiamo occupato il semestre di Presidenza della Cee, abbiamo recitato la parte dei convitati di pietra all' Onu: ci dica allora l' onorevole Amato quali risultati il suo Governo ha ottenuto in questo settore. nulli, su tutta la linea! resta ora da vedere, se cadrà questo Governo, quale altro governo potrà sostituirlo. il Capo dello Stato non vuole crisi al buio o extraparlamentari, ma arrivati a questo punto non solo noi in Parlamento, ma tutta l' Italia si chiede dove sarà scelto e chi sarà il successore di Amato per il nuovo Governo. intendiamoci bene: non è affatto un problema incandescente. noi riteniamo che la soluzione sia dar vita ad un Governo di tecnici, cioè ad un Governo di programma che ponga nel suo mirino la riforma elettorale , l' organizzazione dello Stato ed il problema del debito pubblico . perfino le elezioni anticipate sono meglio del protrarsi della palude attuale. richiamo l' attenzione delle forze politiche perché non sottovalutino il grave rischio che il paese correrebbe mantenendo al Governo un presidente del Consiglio e ministri della Repubblica espressi da un partito che è morto. la disaffezione dei cittadini a questo punto non andrà solo verso i partiti, ma si estenderà alle stesse istituzioni democratiche, che sono comunque l' unico quadro nel quale possa configurarsi un cambiamento, una trasformazione, una transizione verso un sistema regionalista e federalista. Segni oscuri emergono dalle viscere del regime. ora non si possono più imputare alla Lega le tendenze alla disgregazione dello Stato unitario , che in realtà sono la conseguenza di 40 anni di malgoverno. è un' accusa che era mirata a fornire un alibi giuridico formale non irrilevante oggi per la motivazione psicologica, domani per l' utilizzo — magari — delle forze dell'ordine contro di noi. che l' accusa di secessionismo fosse strumentale e finalizzata a creare astio contro la Lega lo si capiva; che fosse anche destinata a motivare psicologicamente le forze dell'ordine contro di noi lo si è compreso in questi ultimi giorni, dopo che la Digos di Novara ha denunciato che avrei paragonato l' intero corpo ad una specie di cupola mafiosa. l' accusa innanzitutto è falsa e si basa probabilmente sulla storpiatura di una frase che qualche volta pronuncio nei miei comizi, allorché richiamo l' attenzione degli agenti presenti dichiarando di avere un' importante confessione da fare in merito alla mia conoscenza della localizzazione della più potente cupola mafiosa che agisce nel nostro paese, cioè piazza del Gesù , cioè la Democrazia Cristiana . la Digos non c' entra niente, quindi! che significano, allora, le accuse nel miei confronti e come sostenerle in tribunale (ci saranno diverse registrazioni del comizio)? temo che si stia tentando di motivare psicologicamente contro di noi gli agenti che, per lo meno al nord, notoriamente non sono ostili alla Lega. a queste considerazioni — è una domanda che mi faccio e che rivolgo al Parlamento — non è per caso collegabile l' episodio accadutomi due notti fa sull' autostrada Milano-Varese che — guarda caso — porta a Novara? un' autovettura di grossa cilindrata si è affiancata in sorpasso alla mia, restando in tale posizione per qualche chilometro, finendo per tagliarmi la strada e addirittura tentando di fermarmi: il tutto alle 2 di notte, sotto gli occhi di tre agenti della Digos di Milano in servizio di scorta su un' automobile che procedeva subito dietro la mia. vi è qualcuno, onorevole Amato, che ha paura della Lega? queste non sono solo le reazioni dei grandi gruppi industriali e finanziari i cui interessi economici compenetrati all' attuale regime verrebbero messi in difficoltà dalla vittoria federalista. non sono solo le reazioni delle alte gerarchie dello Stato e dei suoi corpi separati, minacciati nei loro interessi personali e privati. onorevole Amato, sono soprattutto, temo, i prodromi inequivocabili dello sbocco in una crisi antidemocratica di questo regime. onorevole Amato, se lei persevera a restare presidente del Consiglio , stante l' oggettiva incapacità dell' attuale formula di Governo di dare risposta efficace ai problemi drammatici dell' economia del paese, si assume la responsabilità di estendere la disaffezione dei cittadini alle stesse istituzioni democratiche! il suo rimanere abbarbicato alla poltrona è un vero e proprio golpe. passi la mano; verrà un Governo di tecnici sostenuto da tutte le forze politiche , prima che sia troppo tardi per il paese e per la democrazia. logicamente, la Lega voterà a favore della mozione di sfiducia .