Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 108 - seduta del 16-12-1992
Sull'accordo programmatico tra il Governo con i sei partiti
1992 - Governo III Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 162
  • Attività legislativa

signor presidente , colleghi, se uno solo dei gruppi politici che qui annunceranno di non votare la fiducia al Governo si dichiarasse disposto e convinto a farlo rischiando una crisi, se cioè uno solo dei gruppi che rifiuteranno di votare la fiducia per cavalcare la demagogia e la protesta (che molto spesso sono conseguenza dell' opera di coloro che oggi pensano di cavalcarle) potesse veramente fare questo, sarei molto lieto di riflettere profondamente. la verità è un' altra, signor presidente . noi sappiamo che non esiste un' alternativa di Governo nell' immediato e che le fasce deboli della popolazione, i disoccupati, i pensionati, i salariati, i malati, tutti costoro pagherebbero l' eventuale successo di coloro che oggi negano la fiducia al Governo, indipendentemente dall' argomento specifico sul quale ci si pronuncia. mi sembra importante dire questo nel vuoto di stampa (o quasi) delle nostre tribune, con una stampa che domani continuerà a parlare solo di fatti extraparlamentari, di attività giudiziaria, di aspetti criminali o criminosi della politica del nostro sistema partitocratico tuttora al potere, anche se in frantumi. noi abbiamo questo primo motivo di onestà politica, di onestà intellettuale, di rispetto dell' elettorato italiano, un rispetto che non sempre sarebbe ad esso dovuto, perché questo paese è intellettualmente corrotto almeno tanto quanto la sua classe dirigente , che non è solo la classe politica o la classe di Governo. questo paese nello stesso tempo è stato a lungo legato a posizioni dogmatiche di destra o di sinistra, ed è lassista come chiunque sia dogmatico nelle sue posizioni; corrotto e corruttore anch' esso. oggi questo paese si ribella, si rivolta, ma per il momento non ha né l' intelligenza né la forza di proporsi un Governo che sia in grado di governare una delle fasi più gravi non solo della vita politica del nostro Stato e della nostra società, ma della vita politica dell' Europa e del mondo. forse potremmo essere, signor presidente e colleghi, un tantino meno allarmati se avessimo un contesto europeo che fosse diverso da quello che è. ritengo, tra l' altro, che la politica estera del nostro Governo sia totalmente, spaventosamente sbagliata. anche l' Europa sta andando in frantumi. se questo è il contesto, allora il testo, frantumato, straziato, il testo fatto appunto di rivolte che riescono solamente in parte nel nostro paese, dovrebbe e forse potrebbe portarci a posizioni diverse. noi oggi prendiamo comunque atto che i quesiti referendari del professor Giannini, per quello che riguarda il Mezzogiorno, le partecipazioni statali , le nomine bancarie, con la richiesta di fiducia e con la politica che il Governo ha elaborato nel settore sono stati sicuramente superati sul piano formale e, mi pare, anche sul piano sostanziale da questo Governo e con questo decreto legge , anche se poi dovremo vedere come saranno usate le deleghe. la delega che va al Governo — d' accordo il Governo — è quella di studiare possibilità di interventi a sostegno delle zone depresse , siano esse del nord o del sud; cessa quindi l' intervento straordinario nei confronti del Mezzogiorno e bisognerà vigilare affinché esso, cacciato dalla porta, non rientri dalla finestra. ma onestamente non ritengo di poter fare un processo di questo genere alle intenzioni del Governo, nonostante le pressioni comprensibili che si scateneranno e che molto probabilmente sono anch' esse la rivolta di un ceto dirigente che ha dovuto, in modo mafioso e camorristico, distribuire o usare tali fondi in questi trent' anni . sarebbe il caso di ricordare a noi stessi che sociologicamente, culturalmente e storicamente, camorra, mafia e ndrangheta sono fatti sottoproletari; è a livello del sottoproletariato che si è riusciti a volte per decenni a mantenere questo ordine alternativo allo Stato. non è riuscita alla sinistra italiana quell' opera che in altri tempi si sarebbe detta di promozione da sottoproletariato a proletariato. è indubbio, quindi, che una lettura appropriata dovrebbe ormai convincerci che le parole « camorra » e « mafia » non sono adeguate per denunciare e colpire quello che realmente si è storicamente determinato nel nostro paese grazie a Roma, ma in particolare nel sud. è un' alleanza interclassista, profondamente interclassista, nella quale ogni senso democratico di classe è stato superato ed abbandonato, nella quale giacobinismi, ribellismi, demagogie e « ciceruacchi » scesi più giù si muovono e pensano di raccogliere l' eredità del regime all' interno del quale sono cresciuti. vorrei dire con molta franchezza, signor presidente , che, per esempio, quando sento a Monza la Rete rimproverare noi di scarsa durezza nei confronti del regime — e due dei tre eletti della Rete a Monza sono consiglieri democristiani uscenti — ritengo che si perda il senso del pudore e il senso dell' oscenità, che pure nella vita politica non dovrebbe essere praticata con tanta disinvoltura da questi nuovi santi e da questi nuovi angeli sterminatori che abbiamo nel nostro paese, anche se naturalmente all' inizio essa riscuote, come ogni demagogia, la sua fetta di consenso. siamo qui per dire che, nel momento in cui frana questo regime, noi possiamo ancora fare un tentativo, grazie al fatto che siamo stati i soli per trent' anni , con l' esempio, pagando con l' isolamento, l' ostracismo, pagando con sconfitte politiche quotidiane ma mai con la sconfitta, siamo stati i soli a testimoniare che non vi era nessuna necessità delle pratiche consociative, della mafiosità della politica e di quelle che sono state le scelte univoche, a lungo, della destra, del centro e della sinistra nel nostro paese, che in parte riaffiorano in fondo ideologicamente anche oggi nei compagni, nei colleghi di Rifondazione comunista . noi quindi votiamo oggi questa fiducia, dicendo però al Governo che ci rammarichiamo moltissimo che abbia posto la fiducia su quel testo, e non su quello che aveva presentato alle Camere. ci rammarichiamo, signor sottosegretario (e la prego di riferirlo d' urgenza), profondissimamente che non sia stato rispettato un impegno del Governo, con se stesso ma anche con noi, che era quello di ristabilire di nuovo in questa occasione e in quest' Aula ciò che con un emendamento del famigerato De Vito , senatore ex ministro De Vito , al Senato è stato tolto, cioè la norma relativa alla valutazione degli impatti e al rispetto delle condizioni ambientali in tutti i lavori pubblici , che noi abbiamo sostenuto, portato avanti e realizzato. ci rammarichiamo molto che il Governo non sia stato puntuale, invocando alibi e ragioni di tempo. ma gli alibi e le ragioni di tempo non possono minimamente intaccare la volontà politica del Governo, perché il Governo aveva tutti gli strumenti per reinserire quella norma e porre la fiducia poi anche su questa parte appunto reintrodotta. il Senato troppo spesso ha votato e ha fatto in un' ora quello che doveva fare, come noi, quando i governi e le maggioranze lo richiedevano. signor presidente , credo di aver esaurito il tempo a mia disposizione. la ringrazio della tolleranza con la quale ha lasciato trascorrere un ulteriore minuto. è per i motivi che ho esposto che, con profonda serenità interiore e proprio nella tormenta nella quale il nostro paese oggi si trova, noi confermiamo le ragioni del nostro voto sulla richiesta di fiducia del Governo, senza riserve anche se con le critiche che un momento fa ho accennato.