Emma BONINO - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 104 - seduta del 10-12-1992
Sull'invio di forze armate in Somalia
1992 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 104
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , signori rappresentanti del Governo e signori ministri, così per l' ennesima volta la vostra politica estera , ondeggiante tra la rapina (per alcuni anni) e l' inerzia colpevole (per altri), vi costringe e sfortunatamente ci costringe ad accettare l' intervento militare, da altri proposto come ultima risorsa. un intervento tardivo e soprattutto costoso, non tanto per noi ma, credo, per le centinaia di migliaia di vittime le cui immagini per molti mesi sono entrate nelle nostre case attraverso la televisione. ci costringete ad accettare questa decisione proprio perché nulla è cambiato rispetto alla rimessa in discussione degli elementi e delle basi della politica estera dopo la fine dell' ordine (o del disordine) di Yalta e dell' « ordine » del terrore. tutti andate ripetendo (scusate se non mi accodo anch' io) che la fine del bipolarismo ci costringe o ci dovrebbe costringere ad inventare un nuovo ordine internazionale, basato su un nuovo diritto internazionale e soprattutto su istituzioni che possano rendere quest' ultimo efficace. si tratta di strumenti di monitoraggio e sanzionatoli delle Nazioni Unite , oltre e al di là del Consiglio di sicurezza . ma dopo aver fatto questa enunciazione tutto continua come prima. in tale atteggiamento ondeggiante, per cui durante la settimana gli affari sono affari e la domenica mattina si fa il comizio sui diritti umani , un atteggiamento ondeggiante e quasi schizofrenico della politica estera non solo del nostro paese (siamo in buona compagnia!) ma dell' intera comunità internazionale , voi siete sostenuti anche da alcuni settori del Parlamento. credo che sia ormai diventato chiaro (ma evidentemente non lo è ancora del tutto) che sostenere e foraggiare dittatori di vario tipo, in varie parti del mondo, di destra o di sinistra, religiosi o non religiosi, è una politica miope, costosa, e che a medio termine ci porta a dover intervenire contro gli ex alleati dittatori, che pure abbiamo foraggiato e sostenuto per molto tempo, con la scusa degli affari e quindi del sostegno ad industrie e/o a partiti italiani o europei. su questo il governo italiano è in buona compagnia, quella della comunità internazionale e dei dati ondeggianti del Parlamento. in quest' Aula, non più tardi di qualche settimana fa, hanno risuonato interventi di colleghi della Democrazia Cristiana che chiedevano, ad esempio, di togliere l' embargo all' Iraq; questo stesso Parlamento si accinge evidentemente a sostenere nuovi accordi con l' Iran. altre parti politiche in Parlamento ritengono invece che occorra togliere embargo verso Cuba. insomma, credo che da molto tempo sia arrivato il momento di individuare una politica coerente. infatti, o la democrazia, i diritti civili , politici e umani sono posti alla base dei nostri rapporti internazionali, oltre che interni, oppure, se volete continuare con la schizofrenia dal lunedì al venerdì — quando si fanno affari con chiunque (con la Cina, con l' Iraq, con l' Iran) mentre poi si deve intervenire contro alleati infidi che dopo un certo tempo decidono di giocare in proprio — credo che seguirete una politica miope e costosissima a medio termine . il secondo problema, che mi interessa sempre evidenziare in dibattiti di questo tipo, è di cercare — un millimetro per volta, se possibile — di costruire il nuovo. è indubbio che non può sfuggire a nessuno, neanche a lei, signor ministro, un dato incredibile. il Parlamento, la comunità internazionale , per iniziativa degli USA, pongono in essere un intervento in Somalia (oggi si discute della Somalia, e mi piace sottolineare che il governo italiano non solo interviene — tardivamente — sulla Somalia, ma nelle sue dichiarazioni pone il problema ed annuncia una disponibilità fattiva verso il Mozambico allo scopo di prevenire una guerra civile ). ebbene, non può sfuggire a nessuno la schizofrenia, per non dire l' ipocrisia, insite in un' attenzione oggi fortunatamente rivolta alla Somalia e al Mozambico e — immagino — alla riunione di Edimburgo o del Consiglio europeo , dove temo, l' Europa fingerà nuovamente che il problema dell' ex Jugoslavia e quello della Bosnia non esistono e che comunque non sono di sua competenza. quindi essa non li tratterà, oppure li affronterà con documenti pietosi e sostanzialmente ipocriti. a fronte di questo dato di fatto , per cui su iniziativa altrui tardivamente prendiamo atto della situazione della Somalia probabilmente, io temo, per l' atteggiamento che l' Europa continua ad avere, ci ritroveremo in quest' Aula fra tre o quattro mesi (con altri costi altissimi, pagati da altri) a discutere di intervento tardivo in Serbia ed in Montenegro... ciò è preoccupante, se i diritti umani , civili e politici non hanno latitudine, com' è pensabile, signor ministro degli Esteri , che il vertice di Edimburgo non prenda una posizione forte e fattiva sulla situazione dell' ex Jugoslavia? com' è pensabile che non chieda, con una posizione comune, un intervento al Consiglio di sicurezza ? dovremo aspettare forse anche in quel caso un' iniziativa americana alla quale accodarci? si consente a qualcuno di fare il poliziotto del mondo perché altri non intendono assumersi le proprie responsabilità. in questo nuovo ordine da creare, la mia convinzione è che l' Europa non riesca ad uscire dalla sua posizione di gigante economico, di nano politico e di verme militare, da altri così ben descritto, in cui continua ad operare. vede, signor ministro, io sono convinta che la moneta unica , il passaporto unico, la banca europea, il mercato unico siano cose auspicabili e importanti; ma questo non basta a cementare una nuova federazione e a porne alla base il dato ideale. le federazioni si basano proprio sul cemento delle grandi speranze comuni, dei grandi ideali e delle grandi iniziative comuni. e infatti, alla fine, abbiamo preferito aspettare che in Somalia ci andassero gli USA, appunto una vera federazione di Stati. mi preoccupo quando Stati e giganti economici assumono come linea politica un atteggiamento di pacifismo neutrale. tra una tregua e l' altra siamo ormai arrivati forse — non ricordo bene — a cinquanta tregue, non rispettate da nessuno! al riguardo occorre un chiarimento. io non sono per la pace a tutti i costi, specie quando questi costi li pagano gli altri. sono per il diritto a tutti i costi. l' Europa non può più ritenere che i costi della pace e della sicurezza collettiva non le competano, come era comodo fare e così come ha fatto nel periodo dei due blocchi contrapposti. tutto questo è finito! ma oltre a dirlo bisogna trarne le conseguenze. tardivamente, quindi, ci si è posti la questione della Somalia. e io mi auguro, come altri hanno già detto, che non ci si occupi adesso solo della parte militare, perché il problema che si pone per la comunità internazionale è quello della riorganizzazione di uno Stato e del relativo processo di democratizzazione. questi sono i problemi che dobbiamo risolvere. dobbiamo decidere quale politica coerente vogliamo seguire, se una politica basata sugli affari o una politica basata sul sostegno ai processi democratici. qui bisogna scegliere: non esiste politica, signor ministro, cari colleghi — come sapete bene — , se non si fanno scelte di campo e se non le si fanno appunto in tempo utile. detto questo, nell' accettare ovviamente le comunicazioni del Governo, sottolineo però come la risoluzione che noi presentiamo e che è firmata anche da altri gruppi ponga il problema della responsabilità europea per quanto riguarda la ex Jugoslavia, a partire dal vertice di Edimburgo. altrimenti (e rimarrà scritto nella storia, a nostra vergogna), tra quattro mesi ci troveremo qui, accodandoci magari — speriamo — agli USA, per trovare una soluzione alle vicende di altri martoriati paesi.