Massimo D'ALEMA - Deputato Opposizione
XI Legislatura - Assemblea n. 101 - seduta del 03-12-1992
1992 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 14
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , noi voteremo a favore di questa proposta di legge costituzionale, che consideriamo un passo in avanti nel cammino difficile delle riforme istituzionali e che consideriamo anche utile per dare una risposta positiva al paese e alla sua domanda di cambiamento. questa legge delinea un percorso delle riforme incentrato sulla funzione del Parlamento. essa in questo senso non è né inutile né pericolosa. con questa legge noi conferiamo alla Commissione bicamerale un potere referente in deroga all' articolo 72 della Costituzione e lo facciamo senza toccare in nulla le prerogative e i poteri delle assemblee parlamentari, dei gruppi e dei singoli parlamentari. ma certamente facciamo della Commissione bicamerale uno strumento essenziale nel processo delle riforme per evitare che essa sia soltanto un luogo di studio, di dibattiti o, peggio, di opposte dichiarazioni propagandistiche. per far sì che essa sia la sede per definire proposte concrete, per mettere a confronto disegni di legge e per produrre un organico progetto di innovazione istituzionale e costituzionale. ritengo che questa proposta di legge costituzionale lasci sostanzialmente intatto il quadro delle garanzie previste dall' articolo 138 della Costituzione. non credo, infatti, che tali garanzie siano scardinate dalla previsione di un referendum obbligatorio , dato che la facoltà di ricorso a referendum per avversare riforme costituzionali decise dal Parlamento è già prevista dall' articolo 138 della Costituzione. ben diverso sarebbe stato — voglio dirlo — con un referendum alternativo, che avrebbe, sì, introdotto una figura di referendum non prevista dalla Carta Costituzionale e che avrebbe in sostanza liquidato il processo parlamentare delle riforme costituzionali , riservando al Parlamento soltanto il compito di delineare proposte e conferendo al corpo elettorale la scelta effettiva tra gli indirizzi contrapposti. ritengo che sia stato giusto respingere questa ipotesi e rimanere nell' ambito di un processo parlamentare di riforma della Costituzione, di un processo rafforzato dal referendum conclusivo, che in questo quadro si presenta come un rafforzamento di garanzie e non come un loro scardinamento. gli argomenti portati in questo dibattito da compagni ed amici che hanno sollevato nei confronti della proposta di legge obiezioni nel senso della difesa dell' articolo 138 davvero non mi sono sembrati persuasivi. al contrario, questi argomenti hanno finito per svalutare il modo in cui il Parlamento ha lavorato per giungere ad un risultato che mi sembra equilibrato e positivo. io vorrei darne qui atto alla Commissione affari costituzionali ed anche al presidente di turno, che è stato il relatore per la maggioranza sul provvedimento. abbiamo avuto un confronto aperto, un dialogo vero, non maggioranze blindate o oscuri patti partitocratici, che esistono soltanto nello scenario di cartapesta che viene costruito da una parte del sistema dell' informazione. siamo stati mossi da una preoccupazione comune a correggere un testo, quello proveniente dal Senato, che certamente era assai limitativo — io ritengo — dei poteri delle assemblee e che finiva per determinare un eccessiva concentrazione di poteri e di funzioni nella Commissione bicamerale. essa, non dimentichiamolo, non è un' Assemblea costituente , ma uno strumento di questo Parlamento. da più parti, quindi, è stata fatta valere la preoccupazione di ricostruire un quadro di garanzie, di correggere la legge in modo equilibrato, di rimettere in questo provvedimento l' insieme delle garanzie previste dall' articolo 138 della Costituzione. tutto ciò avrebbe dovuto essere compreso e dovrebbe essere valutato in modo meno propagandistico da chi questa preoccupazione aveva avanzato anche prima di altri. ora comincia il cammino razionale — io spero — delle riforme, che chiede a questo Parlamento il coraggio di cambiare e che richiede una lotta su due fronti: contro posizioni conservatrici — più comprensibili, diciamo, in chi difende un proprio potere e meno comprensibili in chi difende soltanto il proprio diritto a fare l' opposizione (in fondo, in buona sostanza, quando da una parte vi è chi vuole continuare a comandare e dall' altra chi vuole continuare ad opporsi, credo sia fin troppo facile raggiungere un compromesso di questo tipo; ma vorrei dire che la sinistra italiana, forse, potrebbe avere ambizioni più alte) — ed anche contro forze che vogliono distruggere e disgregare il sistema democratico. questo Parlamento ha un' altissima responsabilità: nessuno più di noi è consapevole della crisi drammatica vissuta dal paese e dal nostro sistema democratico; una crisi che ha la sua radice nel consumarsi di un sistema di potere e che viene alla luce in modo acutissimo nell' esplodere della questione morale e nell' intreccio fra politica e mafia. per chi come noi questo potere lo ha sempre combattuto ed ha cercato di far valere anche nei momenti più difficili le ragioni della democrazia ed una visione della politica che ha le sue radici nell' etica, oggi vi è la necessità di evitare che il collasso del vecchio sistema di potere finisca per travolgere la democrazia stessa. questo noi non lo vogliamo e vi è un solo modo di evitarlo: attraverso il coraggio di cambiare ed attraverso un' opera di rigenerazione, che certamente non sarà condotta solo con le riforme istituzionali ; essa richiede un processo politico e sociale, anche se certamente avrà un proprio momento essenziale anche in Parlamento e nelle riforme istituzionali . bisogna riscrivere le regole del gioco : occorre farlo — noi riteniamo (e lo ha qui ricordato in un intervento di grande impegno la compagna Iotti) — nel rispetto dei valori e dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione del 1948 ed, anzi, per ritrovare quei valori nelle condizioni di oggi e per restituire loro un senso di verità. è questo l' impegno al quale ci accingiamo. riteniamo che questa legge apra concretamente il cammino delle riforme. per questo ci esprimeremo a favore e per questo lavoreremo: perché le riforme che il paese attende diventino realtà.