Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
X Legislatura - Assemblea n. 85 - seduta del 28-01-1988
1988 - Governo VII Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 757
  • Attività legislativa

signora presidente e colleghi, credo che per tutti noi — in quanto parlamentari (parlamentari che, mi sembra, sempre più, purtroppo con i limiti del voto segreto , testimoniano di voler essere tali oltre che responsabili verso i propri elettori ed i propri partiti) — l' intervento del collega Natta possa difficilmente essere contestato da qualsiasi parte politica venga ascoltato. e un intervento non settario, non partigiano, è un intervento che esprime preoccupazioni che devono essere innanzitutto, se mi è consentito dirlo, della maggioranza, di chi cioè ha la prima responsabilità — compagni socialisti, amici democratici cristiani , compagni socialdemocratici e amici liberali — di quello che sta accadendo. personalmente, con i compagni e i colleghi del mio gruppo, non ho ad esempio mai condiviso (e nemmeno oggi, signora presidente, noi ci sentiremo di condividere) una sorta di rifiuto, di rinvio al mittente e di denuncia di antidemocraticità della questione di fiducia che l' Esecutivo pone in Parlamento. fin dal 1977 dicemmo che le maggioranze pongono la questione di fiducia contro se stesse e non contro l' opposizione. quando un Governo pone la questione di fiducia nelle nostre Camere, la pone contro i rischi di abbandono dall' interno della maggioranza, non perché l' opposizione sta creando qualcosa. quando i governi pongono questioni di fiducia , esercitano legittimamente una loro facoltà, onorano il Parlamento, ma poi pagano politicamente. per me è pienamente legittimo che questo avvenga tutti i minuti o tutte le ore, ma il problema politico vero adesso mi sembra quello della insostenibilità delle decisioni che state prendendo. noi avevamo tentato di dire — ma inutilmente — , in sede pubblica e in contatti bilaterali, al compagno Craxi, ai compagni socialisti, ai compagni socialdemocratici e agli amici liberali (cui dobbiamo l' atto positivo del 17 novembre, purtroppo rimangiato l' indomani), che era grave (ai fini di qualsiasi strategia politica) la responsabilità per quello che si era fatto, dando vita ad un Governo deliberatamente debole e di basso profilo. da una simile situazione discendono anche le caricature nei confronti del presidente del Consiglio dipinto come il presidente inesistente, anzi come la persona inesistente, caricature ingenerose e che, come tutte le ingenerosità, tolgono intelligenza e forza alla lotta politica. il presidente del Consiglio non è autorizzato dalla politica del suo partito, dalla politica del partito socialista , dalla politica così com' è, ad alzare il tiro. l' attuale fase della lotta politica, in cui l' unico problema vero è quello di sapere se la « corrente del Golfo » , che non è più del Golfo, sia qualcosa d' altro, quella di Forlani, di Piccoli, come può consentire veramente quel senso di tensione nella lotta e di responsabilità nei confronti della propria parte e dei propri programmi? abbiamo questo vizio di origine, sentiamo la vergogna di quello che è accaduto qui a marzo e ad aprile dell' anno scorso : la vergogna! abbiamo dinanzi agli occhi gli attori di quella vergogna antiparlamentare e antidemocratica, che ricade tutta su una parte politica , e non su tutte. la vergogna di quello che è accaduto la paghiamo ancora adesso! sono quegli stessi attori che impongono i presidenti del Consiglio , ma poi non li votano; costringono allo scioglimento delle Camere , i presidenti della Repubblica a inchinarsi, pur di piegarli a calcoli, non a strategie ma a sentimenti, a risentimenti e a tattiche. a questo punto, credo che il continuare da parte dei laici (perché a nome di quel 20 per cento si è cantato alla vittoria, dopo essere andati alle elezioni) ad appoggiare realtà di questo genere, un metodo come questo, una situazione di impossibilità anche propositiva, sia insostenibile ed intollerabile, nei confronti del paese ma anche nei confronti di se stessi . credo — lo dico ai compagni comunisti, a Natta e ad altri — che il dovere di tutti i deputati, in quest' Assemblea e in questo momento, sia quello di immaginare qualcosa di preciso per far cadere questo Governo, come atto doveroso nei confronti di tutti, per non costringere sempre di più i deputati democristiani a « leggersi » , magari arbitrariamente, all' indomani, come gruppo di 100, o di 80, o di 70 cecchini che sparano alle spalle (con un moralismo, tra l' altro, intollerabile nei confronti dei franchi tiratori ). Dio sa se non siamo culturalmente capaci di metterci in quella condizione. ma l' articolo di fondo di oggi di Montanelli va respinto, come vanno e andavano respinti gli articoli di Scalfari e di altri! dobbiamo pur dire che se sapremo e se sappiamo muoverci con il tono e nel modo con cui si è agito (così diversi da quelli di fine marzo), potremo rivendicare, dinanzi al quarto potere (per me anche dinanzi al terzo), che ormai siamo il « meno peggio » in questo paese. dobbiamo assumerci la responsabilità di affermarlo, dinanzi a un quarto potere che fa strame; che nei suoi direttori, nei suoi capipartito (come Scalfari ed altri) dimostra ogni giorno la ignoranza più bieca dell' « abc » del diritto costituzionale e parlamentare, con i dati di potere reale, grezzo, assurdo che portano avanti! vi è un terzo potere che si dilania (e vedete come), dopo averci imposto quella vergognosa legge attualmente in discussione al Senato, che cassa la responsabilità civile prevista dai nostri codici, nonostante l' esito dei referendum in una situazione nella quale, se si vuole fare la scelta di Montalto di Castro in base agli argomenti del ministro Battaglia, non la si può fare in nome dell' assenza del Governo e in nome di saggi che non esistono e che non meritano una simile qualificazione. credo sia tempo che le forze che sono d' accordo si riuniscano nelle prossime ore per verificare la possibilità che, nel paese oltre che in sede parlamentare, si assumano iniziative per far cadere il Governo o per ottenere dalle forze della maggioranza garanzie politiche di fondo sui giorni che sono davanti a noi, per arrivare al voto sulla legge finanziaria , e poi alle dimissioni del Governo . altrimenti, si riprenda, in televisione e, se non è possibile in televisione, nelle piazze, a fare qualche manifestazione di democrazia e di lotta, che non si esaurisca qui dentro. questo crediamo di dover affermare come radicali e come federalisti europei, di fronte anche all' assenza del nostro paese in una situazione internazionale gravissima, in cui sta andando all' aria la costruzione europea ed in cui possiamo soltanto fare il controcanto ai lamenti sul Medio Oriente . in questa situazione complessiva, mi auguro che tutti noi — e innanzi tutto la maggioranza — sapremo assumerci responsabilità nuove, se necessario anche con incontri dei segretari dei partiti di opposizione, per salvare i diritti del Parlamento e per far sì che le maggioranze che possono essere tali esprimano adesso, e non in funzione dei congressi di questo o quel partito, il governo forte cui noi opposizioni abbiamo il diritto di far fronte, o nuovi governi con nuove formule, come avevamo già proposto nel mese di luglio. adesso tutto ciò si dimostra, non per fregole, ma per senso di responsabilità , una previsione giusta. nell' ultimo incontro tra radicali e socialisti — credo ci siano numerosi testimoni — mi trovai isolato nel sostenere che la scadenza della legge finanziaria sarebbe stata pestifera, un colabrodo da cui non saremmo usciti. in quella situazione mi trovai solo. anche il segretario Craxi affermò che sarebbe stata una passeggiata. con queste sbagliate convinzioni, il 17 novembre si lasciò cadere la grande occasione che gli amici liberali avevano offerto a tutti quanti. signora presidente, la ringrazio e ringrazio i colleghi per l' attenzione. mi auguro che la maggioranza sappia finalmente compiere un atto di Governo delle circostanze politiche o che, altrimenti, si sia capaci di obbligare subito il « quarto potere » , che non vuole, a comunicare al paese che vi è una mobilitazione, una opposizione che è nuova perché fatta in nome dei diritti di tutti e non delle pur comprensibili esigenze di una parte. signor presidente , è inutile sottolineare ancora là situazione che si è venuta a creare nel corso dell' esame di questa legge finanziaria , dal contingentamento dei tempi alle difficoltà che sono via via emerse e che hanno fatto slittare sempre di più proprio quei tempi che si erano voluti contingentare. tutto questo per costante iniziativa « disordinante » del Governo, o della maggioranza, o della commissione, di ciò investita dalla maggioranza. quando il presidente della V Commissione, onorevole Cirino Pomicino , ha proposto di riprendere la seduta alle 16, mi sono permesso di interromperlo e di suggerire le 16,30, in considerazione della complessità dei problemi da valutare. adesso si propone una sospensione fino alle 17. sicuramente i nostri lavori possono essere ripresi anche alle 18, alle 19 o alle 20, ma a questo punto, mi rivolgo alla saggezza della Presidenza per sottoporle una considerazione: se veramente la Commissione è stata investita di nuove proposte sostanziali del Governo, sicuramente alle 17 essa non avrà ancora concluso i propri lavori. per questo, senza entrare nel merito della motivazione che è alla base della richiesta di una ulteriore sospensione della seduta, ci rivolgiamo alla saggezza della Presidenza della Camera affinché faccia sapere al Governo (e, di conseguenza, alla maggioranza e alla commissione) che alle ore 17 precise l' Assemblea dovrà poter riprendere il dibattito, partendo dalle situazioni politiche e parlamentari maturate fino a quel momento. il mio è un appello ed un sostegno alla Presidenza della Camera, perché non si trovi a dover costantemente prendere atto, ed avallare, il disordinamento continuo e progressivo dei lavori, che erano stati organizzati con il concorso delle opposizioni, ed anzi con un grande sacrificio dei diritti delle opposizioni, nelle scorse settimane. subito! è un auspicio, signor presidente . sì, signora presidente. signora presidente, mi consenta di ringraziarla poiché lei ci ha dimostrato che una Presidenza (ed un presidente) consapevole e forte può, come manifestazione di tolleranza e di forza, tornare su un' opinione già espressa e su un suggerimento già formulato. infatti, ci aveva spiegato, con un argomento d' altra parte anche accettabile, perché non riteneva opportuno convocare subito la Giunta per il regolamento: aveva affermato che, essendo i precedenti solo relativamente evocabili, sentiva comunque la gravità di quanto si stava compiendo e che non intendeva convocare immediatamente la Giunta il regolamento poiché questa partita era di già iniziata. mi consenta, quindi, di darle atto — e di ringraziarla — di questa prova di tolleranza attiva e di forza nell' accettare poi le ragionevoli insistenze dei nostri compagni e colleghi comunisti, che sono anche nostre. ciò detto, signora presidente, resta un problema di dialogo con il Governo e con le forze della maggioranza: con i compagni socialisti, certo, con i compagni socialdemocratici, con gli amici liberali, ma anche con i colleghi democratici cristiani . dobbiamo continuare, colleghi, la strada percorsa in precedenza innanzitutto per responsabilità della Democrazia Cristiana , che ci ha portato, per raggiungere un risultato contingente, ad assistere alle scene incredibili (quegli affreschi strani ed inconcepibili, da non ripetere) del marzo e dell' aprile dello scorso anno ? vogliamo anche dimenticare (ma non possiamo, compagni socialisti) l' errore, oggi evidente, commesso quanto non abbiamo offerto alla Democrazia Cristiana la difesa della nostra vittoria elettorale, la difesa della vittoria della politica del 20 e del 25 per cento , malgrado il tributo grave che hanno dovuto pagare per essa gli amici liberali e i compagni socialdemocratici? siete andati in fretta in vacanza, mentre avremmo dovuto, innanzitutto per noi stessi, difendere il risultato politico di quelle elezioni, non consentendo la formazione di un Governo condannato alla mediocrità! si è preferito invece puntare su un Governo mediocre. e non parlo di mediocrità soggettiva del presidente del Consiglio o dei suoi ministri, ma di un Governo mediocre perché senza respiro, perché caratterizzato da una formula che aveva paura del proprio nome e che era stata indicata come quella da abbattere anche dall' onorevole De Mita durante la campagna elettorale ( « mai più pentapartito! » ). la responsabilità allora avrebbe dovuto essere di chi aveva politicamente vinto le elezioni. e le avevamo vinte noi, tutti insieme! politicamente avevano vinto gli amici liberali, i compagni socialdemocratici, anche se avevano finito col pagare un costo elettorale per quella vittoria politica. abbiamo quindi la dimostrazione che l' astuzia, quando non è profonda e strategica ma segue invece la logica del « tanto poi si vedrà » , produce risultati sterili. e quell' astuzia abbiamo ripetuto successivamente in maniera gravissima, liquidando anche la vittoria referendaria con una legge sulla responsabilità civile dei magistrati che grida vendetta, perché, in opposizione a ciò che i referendum avevano indicato, elimina la responsabilità civile che era invece presente in certe forme nei nostri codici! tutto questo dimostra che se la politica condotta all' esterno è di scarso livello, in quest' Aula essa non può tradursi in tensioni, anche di lotta e di contrapposizione, in grado di mobilitare, nobilitare e giustificare! la facilità del ricorso alla fisionomia di un presidente del Consiglio , non dico dimezzata, ma (come la mostra Forattini) solo apparente, inesistente (non trasparente in modo gorbacioviano, ma trasparente per inconsistenza) è un segnale della realtà. questo è un Governo condannato a non alzare il tiro, condannato alla mediocrità, perché le strategie (a questo punto inutilmente troppo interne alle strategie dei partiti) della Democrazia Cristiana e del partito socialista condannano il paese, il Parlamento, noi, voi, compagni socialisti e socialdemocratici, voi, amici liberali, ma anche voi, colleghi democristiani, a dover essere qui non sapendo se dovete, in coscienza, essere franchi tiratori o no, a seconda del calcolo sui vostri congressi e sull' accorpamento degli articoli qui e delle correnti lì! accorpamenti di un giorno che si scorporano un altro giorno, come in quest' Aula! quando noi radicali abbiamo posto il problema di un eptapartito che rispettasse i risultati elettorali e referendari, abbiamo dato il contributo di metodo che ritenevamo necessario e possibile, perché sapevamo che una indicazione diversa fatalmente avrebbe comportato un perimetro circoscritto per l' azione di governo , anziché un perimetro vasto per la preparazione di riforme istituzionali attraverso le quali esprimere nuovi schieramenti nel paese, con il superamento di quelle storie parallele, nate nel 1945, che hanno condannato la nostra generazione e le nostre politiche al fallimento di oggi. ecco perché come gruppo federalista europeo, come radicali, rivolgiamo oggi un appello: state attenti, compagne e compagni socialisti e socialdemocratici! ci sono ancora alcune ore di tempo (lo dico a Zanone ed agli altri amici): non avete il diritto, in questo momento, di ritenere poco importanti le vostre ore e le vostre decisioni, come avete fatto il 17 novembre. noi domani non possiamo nemmeno votare la sfiducia; consentitemi di riflettere, amici liberali, colleghi e compagni socialisti e socialdemocratici. noi domani, ripeto, non possiamo votare. il pudore, che rispetto (lo ha già detto Mellini), evidentemente non ha consentito al giurista Giuliano Amato di essere presente nella fase nella quale proprio lui avrebbe dovuto esserlo. si dice che c' era un precedente (chi di spada ferisce...). sapete quale? il precedente del Governo Spadolini, che ha accorpato due articoli. come diceva Mellini, si tratta di un emendamento accorpativo, questo monstrum — anzi no, perché monstrum può anche voler dire una cosa meravigliosa — questo mostriciattolo: un emendamento accorpativo di 12 articoli, quando l' intera legge finanziaria l' anno scorso era di 8. tutto ciò non ci consente domani di votare; e credo che non saremo gli unici in questa situazione. il Governo Spadolini agì nello stesso modo — ecco il precedente — in relazione alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti; e questo è sintomatico. il Governo Spadolini, che non aveva nulla a che vedere, come Governo, con questa sorta di interna corporis del finanziamento pubblico dei partiti, venne in Aula e pose la fiducia sull' accorpamento e su una simile interferenza. compagni comunisti, siccome allora il gruppo degli ostruzionisti e dei radicali difendeva la legalità, forse un tantino foste lieti di questa anomalia. dobbiamo uscire da questa emergenza delle tattiche di fronte alle leggi! compagni socialisti, parlo soprattutto a voi, anche se non so se ci sia almeno il compagno De Michelis , visto che gli altri. scusami Testa, per quanto grande sia l' affetto e la stima che ho per te, per quanto ritenga che tu meriti molto più di quanto non abbia, evocando gli altri evocavo Lui, con la elle maiuscola, ed il vice Lui con l' altra elle maiuscola, che noi vediamo poco e voi vedete meno di noi. devo dare atto che sicuramente noi, compagni radicali, vediamo Lui ed il vice Lui più di quanto non li vedano i compagni socialisti! ma qui non c' è nemmeno il compagno De Michelis ! io dico: state attenti, non possiamo rischiare, amico Del Pennino , (spero che Giorgio La Malfa lo senta) che domani il partito comunista , la sinistra indipendente, i radicali e i Verdi vi lascino soli a votare, disconoscendo la legalità di questo voto. per fare che cosa? non era necessarie per ottenere quel risultato. né commetterò l' ipocrisia di ringraziarvi per quello che oggi è finalmente accaduto. lunedì pomeriggio, per la prima volta da 26 anni perché non era accaduto nemmeno in occasione del divorzio — partito comunista , partito radicale , democrazia proletaria e gli amici Verdi terranno una pubblica manifestazione nel paese non per dire « via il Governo » , ma a favore di un Parlamento e di un Governo democratici e democraticamente operanti. vogliamo che questa giornata sia un' occasione di unità anche con voi. noi ci auguriamo che domani mattina ci sia detto che prima del termine dell' esame della finanziaria il Governo non si dimette ma che dopo ci sarà una chiarificazione: così ha detto il presidente Martinazzoli, in un linguaggio democratico cristiano . cosa volete che significhi necessità di una chiarificazione di fondo? noi tuttavia abbiamo problemi di linguaggio laico. non lasciamo che, con una situazione ulteriormente deteriorata, sia La Malfa , che sia Craxi, che sia Nicolazzi: è da voi, e non da noi, che deve venire questo contributo contro la putrefazione, per cui un giorno casca una falange, un giorno ne casca un' altra, senza che apparentemente cada nulla. colui che ripeterà, mantenendolo, il gesto del 17 novembre compiuto dal partito liberale sarà benemerito per tutta la Camera e per tutta la nostra democrazia. per fortuna domani non potranno esserci franchi tiratori , perché potrà esserci la franca dichiarazione di una laica constatazione di un errore e di una impossibilità. si potrà così tornare molto presto ad alzare il tiro e ad offrire al paese, al Parlamento e a tutti noi un Governo che meriti tale nome, che meriti opposizione e sostegno, che meriti il consenso vero anche negli scrutini segreti (ove dovessero restare) da parte di ciascuno di coloro che dovrebbero votare a favore. credo che sappiate, amici e colleghi, che questa non è una predica fittizia, ma che siamo convinti di quanto affermiamo. ci auguriamo che si interrompano queste ore di logoramento per i partiti della maggioranza che non si traducono in forza per nessuno. ci auguriamo che qualcuno ci venga a dire: si voti la finanziaria; subito dopo vi sarà la crisi di Governo . in tal caso potremmo immediatamente lavorare meglio insieme.