Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 756 - seduta del 30-01-1992
1992 - Governo VII Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 756
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli Deputati , il Governo che ho l' onore di presiedere è nato, nell' aprile dello scorso anno , dalla concorde volontà di utilizzare al meglio la parte residua della legislatura, assolvendo ad un duplice compito: da una parte, di proseguire nell' opera intrapresa per consentirci di fronteggiare la difficile sfida che ci derivava, e tuttora ci deriva, per la nostra piena partecipazione al processo di unificazione europea e per le radicali evoluzioni del quadro internazionale; dall' altra, di dare risposte concrete ad emergenze che rischiano di inquinare profondamente, specie in alcune zone della nazione, la convivenza civile. si trattava, inoltre, di favorire il maturare delle condizioni perché l' undicesima legislatura potesse impegnarsi, almeno nella sua fase iniziale, in una rinnovata azione costituente nella direzione di interventi di riforma concertati con un ampio consenso. una realistica considerazione delle scadenze che abbiamo di fronte — e prime fra tutte l' imminente completamento del mercato interno europeo e l' inizio dell' unione economica e monetaria — convince della necessità che il processo che dovrà condurci al concreto avvio dell' azione riformatrice si svolga secondo un calendario compatibile con l' urgenza, ampiamente riconosciuta, di ammodernamento delle nostre strutture istituzionali. in questa materia, è già stato dispiegato qualche sforzo significativo. sul piano parlamentare, mi riferisco ai lavori per la riforma del bicameralismo nonché alla modifica dell' articolo 88 della Costituzione sul cosiddetto « semestre bianco » , che assume un particolare significato nella prospettiva delle prossime scadenze costituzionali e della quale il Governo ha favorito l' approvazione nella convinzione che si trattasse di una riforma molto opportuna per eliminare possibili momenti di incertezza nello svolgimento di delicati passaggi nella vita delle istituzioni rappresentative. per quanto riguarda l' iniziativa del Governo, ricordo le proposte di riforma degli articoli 77, 79 (quest' ultima già parzialmente acquisita) ed 81 della Costituzione, sulla quale mi soffermerò più appresso. nonostante l' azione del governo e l' impegno personale del ministro Martinazzoli per cercare punti di incontro per ulteriori interventi, è peraltro ormai chiaro che, oltre a quello che è stato fin qui realizzato, non esisteva la possibilità di conseguire nel residuo scorcio di questa legislatura risultati di rilievo sulla via delle riforme istituzionali . in queste condizioni, solo il passaggio elettorale potrà consentire di rimettere in movimento una situazione che su alcuni temi di fondo appare bloccata su posizioni pregiudiziali che già nel passato avevano reso inattuale la prospettiva di modificare, stabilmente o una tantum , l' articolo 138 della Costituzione per spianare la strada ad un rinnovato periodo costituente. occorre, in altre parole, che le forze politiche confrontino al più presto le rispettive posizioni — auspicabilmente enunciate in modo chiaro — con il giudizio dell' elettorato, in modo da rendere successivamente più agevole la necessaria ricerca delle convergenze possibili in materia di riforme istituzionali . l' anticipo di qualche settimana delle elezioni presenta inoltre il vantaggio di consentire di completare le operazioni di rodaggio della nuova legislatura prima dell' estate, in modo che alla ripresa possa darsi senza indugio e con vigore l' avvio ad anni costruttivi di riforma, di irrobustimento strutturale, di rafforzamento dell' azione di risanamento finanziario e di preparazione al nostro ingresso nel sistema del grande mercato interno e della moneta unica europea. è mia intenzione sottoporre le considerazioni che ho testé svolto dinanzi a quest' Aula ed i vostri commenti alla responsabile valutazione del presidente della Repubblica per le determinazioni che rientrano nelle competenze che in materia la Costituzione attribuisce al Capo dello Stato , sentiti i presidenti delle due Camere e con la controfirma del Governo. nel maturare la convinzione della opportunità di procedere in questa direzione che ho confrontato con le forze politiche che compongono la maggioranza parlamentare — sono stato guidato dalla serena coscienza che un anticipo temporalmente modesto nella conclusione di questa legislatura rispetto alla scadenza ordinaria potrà tradursi nella conquista di mesi preziosi per il futuro della nazione. esso, inoltre, non inciderà sulla sostanza del programma del Governo — al quale non è venuta meno la solidarietà delle forze politiche che lo sostengono né la fiducia del Parlamento — , un programma che è stato in massima parte realizzato, mercé un impegno serrato del Senato e della Camera dei Deputati così autorevolmente presieduti — e che non sempre è all' esterno adeguatamente conosciuto. nel momento della sua costituzione nell' aprile dello scorso anno , il Governo aveva annunciato che avrebbe privilegiato le scelte concrete e plausibili da realizzare entro scadenze precise, avendo a mente l' esigenza di assicurare la continuità della nostra presenza sulla scena europea, nonché quella di contrastare con grande fermezza gli assalti della criminalità alla civile convivenza. desidero sottolineare che non si è trattato di impegni facili, né tanto meno di attività di basso profilo o, come da qualche parte si è voluto sostenere e propagandare, di pura e semplice sopravvivenza. pur comprendendo le esigenze della dialettica politica, non posso, in omaggio anche all' impegno di quanti hanno contribuito all' azione del governo e l' hanno approvata, accettare un' interpretazione così ingenerosamente riduttiva del nostro operato. la lotta contro l' emergenza criminale è stata e rimane un impegno assolutamente prioritario rispetto al quale abbiamo il diritto di chiedere il leale riconoscimento delle misure adottate, il sostegno — anche critico — di tutte le forze politiche , il superamento di ogni ingiusto contenzioso polemico, che non soltanto fa velo al sacrificio ed al personale rischio nell' abnegazione di quanti si battono ogni giorno e nelle più avanzate trincee per la tutela della legalità democratica, ma corrode l' immagine dello Stato, consolidando il mito della invulnerabilità dell' organizzazione criminale su cui largamente riposa l' « autorità » intimidatoria delle cosche. il Governo, applicando gli indirizzi del Parlamento, sta compiendo un eccezionale sforzo per ripristinare l' essenziale rapporto di fiducia tra lo Stato e il cittadino. l' impegno del Governo si è in particolare indirizzato verso gli obiettivi prioritari del potenziamento dell' efficienza delle strutture, dell' attuazione di forme sempre più incisive di coordinamento nella lotta alla criminalità organizzata , del controllo di talune manifestazioni dell' attività economica, della lotta all' inquinamento mafioso delle strutture locali di Governo, dell' ammodernamento costante dell' impianto normativo. nuove, ampie e penetranti sono state le iniziative per conferire accresciuta efficienza alla macchina della giustizia. quanto al personale della magistratura, sono ben note le conseguenze negative del costante divario fra gli organici nominali e quelli reali sulla copertura di numerosi uffici giudiziari , ed in particolare di quelli situati nelle aree maggiormente esposte agli attacchi del crimine organizzato. di qui l' esigenza di meccanismi normativi idonei a realizzare — nel rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione per l' ordine giudiziario — la copertura di sedi vacanti, anche mediante trasferimenti di ufficio di magistrati quando non vi siano domande volontarie. in proposito, il Governo è intervenuto con un provvedimento d' urgenza: il decreto legge 31 maggio 1991, numero 163, poi convertito dal Parlamento che ne ha accorpato il contenuto ad altre innovazioni normative. quanto all' altro personale degli uffici giudiziari , la legge 16 ottobre 1991, numero 321, consente di superare molte delle norme limitative delle assunzioni ed introduce rilevanti innovazioni che permettono un adeguato potenziamento dei ruoli delle varie carriere, che va ad aggiungersi a quello del ruolo specifico dei dirigenti delle cancellerie e delle segreterie, cui aveva già provveduto la legge 8 agosto 1991, numero 263. circa, infine, l' ammodernamento delle attrezzature, merita di essere segnalato il decreto legge del 18 novembre scorso, che prevede una spesa di 254 miliardi di lire nel triennio 1991-1993, esclusivamente, ed in aggiunta agli stanziamenti ordinari, destinata all' aggiornamento del sistema informativo e all' adeguamento dei servizi dell' amministrazione della giustizia . per quanto riguarda le forze dell'ordine , il potenziamento strutturale già da tempo avviato ha trovato significativa realizzazione nel provvedimento approvato il 28 dicembre scorso, che completa l' adeguamento degli organici del personale della Polizia di Stato , dell' Arma dei carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza e prevede la realizzazione di un programma pluriennale di sviluppo ed ammodernamento delle infrastrutture, degli impianti e delle attrezzature tecnico-logistiche. oltre che sul rafforzamento strutturale, l' efficacia dell' azione di contrasto della minaccia criminale riposa in larga misura sull' utilizzazione ottimale delle risorse disponibili. si tratta di un' esigenza che impone a tutti gli interessati di rinunciare a qualsiasi visione particolaristica del proprio ruolo e della propria funzione e di accettare, nell' interesse generale della comunità nazionale, forme di coordinamento sempre più accentuate. in questa direzione l' azione del governo si è tradotta in due importanti provvedimenti, entrambi approvati dal Parlamento. il primo è quello che ha istituito la direzione investigativa antimafia. ricordo che questa struttura innovativa dell' attività investigativa era stata preceduta dall' istituzione dei servizi centrali ed interprovinciali della Polizia di Stato , dell' Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza , intesi anch' essi a potenziare il collegamento delle attività investigative relative ai delitti di criminalità organizzata . su questa strada occorre procedere con determinazione e con impegno per porre rimedio alle conseguenze, che hanno recentemente assunto un connotato tragico, dell' insufficiente coordinamento tra le forze dell'ordine . il secondo provvedimento, relativo all' organizzazione giudiziaria, ha riguardato la creazione delle direzioni distrettuali antimafia e della direzione centrale istituita allo stesso fine presso la procura generale della Corte di cassazione . all' obiettivo di contrastare le infiltrazioni mafiose nelle attività produttive e di opporsi ai fenomeni di inquinamento delle strutture di governo delle collettività locali rispondono altri importanti provvedimenti approvati dal Parlamento durante il mandato dell' attuale Governo. mi riferisco alla legge mirante a contrastare il fenomeno del riciclaggio di denaro derivante da attività illecite, nonché alle disposizioni, introdotte in attuazione della normativa comunitaria, in tema di aggiudicazione e di controllo degli appalti pubblici. mi riferisco, inoltre, alla legge che ha reso possibile lo scioglimento ed il commissariamento dei consigli comunali e provinciali e degli organi di altri enti locali per un periodo di diciotto mesi, ove esistano situazioni di collusione con la criminalità organizzata . ricordo che, sulla base di questa normativa, sono state finora sciolte 24 amministrazioni comunali, nelle regioni in cui più accentuati sono i fenomeni di inquinamento mafioso delle assemblee locali. si tratta quindi di uno strumento importante per il controllo delle situazioni locali maggiormente a rischio, che si affianca, completandole, alle modifiche che sono state introdotte nei procedimenti elettorali, finalizzate alla maggiore trasparenza delle consultazioni, per evitare brogli anche collegati ad interessi criminosi, nonché alla fissazione di regole più severe in materia di eleggibilità e di titolarità di cariche negli enti locali . per quanto riguarda l' aggiornamento dell' impianto normativo, esso è stato perseguito attraverso rilevanti interventi sia nel campo del diritto sostanziale sia nel settore delle misure di prevenzione e con riferimento allo svolgimento del processo penale . sotto il primo profilo, ed a tacere della già parzialmente acquisita riforma dell' articolo 79 della Costituzione per maggiore severità nella concessione di amnistia e indulto, rileva innanzitutto la legge 12 luglio 1991, numero 203, di conversione del decreto legge emanato nel maggio precedente in materia di lotta alla criminalità organizzata . l' articolato ventaglio di interventi e di misure contenuti in questo provvedimento, tra i quali occorre ricordare anche l' istituzione dei comitati provinciali della Pubblica Amministrazione , con compiti di coordinamento delle attività statali in ambito provinciale, ne fa una delle iniziative più significative intraprese dal Governo in tema di lotta alla criminalità organizzata , dalla quale è lecito attendersi positivi risultati anche a breve termine . improntate a particolare rigore sono anche le norme introdotte dal decreto legge istitutivo del fondo di sostegno per le vittime dell' estorsione, che, oltre a prevedere speciali interventi a favore delle categorie produttive che subiscano darmi patrimoniali conseguenti al rifiuto di sottomettersi a richieste estorsive, introduce specifiche disposizioni volte a garantire la prevenzione dei reati in questione ed un inasprimento delle pene conseguenti. in tema di prevenzione, ricordo la già citata legge numero 203 del 1991, che pone una serie di presupposti più rigorosi per l' applicabilità di vari istituti che incidono sullo stato di libertà dei condannati, tra i quali i permessi-premio, la semilibertà e le misure alternative alla detenzione. si tratta di aggiustamenti importanti della normativa in vigore , che danno risposta alle crescenti inquietudini dell' opinione pubblica per il moltiplicarsi di fenomeni di recidiva nella commissione di atti criminosi da parte di persone rivelatesi incapaci o non intenzionate a mantenere, fuori dalle mura del carcere, la soddisfacente condotta messa in mostra durante la detenzione. la stessa legge, inoltre, ha aggiornato il regime delle misure di prevenzione, « localizzandone » ulteriormente la fase attuativa, così da evitare fenomeni di « esportazione » della criminalità. nell' attività di prevenzione generale s' inquadra anche il già ricordato decreto limitativo dell' uso del contante e dei titoli al portatore; allo stesso modo, tocca in alcuni punti il sistema di prevenzione il già citato decreto istitutivo del fondo di solidarietà per le vittime di richieste estorsive. nella materia del processo penale è proseguita da parte del Governo l' adozione di interventi correttivi e semplificativi dell' attività processuale, sulla base dell' esperienza acquisita nella prima fase applicativa del nuovo codice di procedura penale , nonché di provvedimenti volti ad eliminare le difficoltà giuridiche ed operative via via emerse e ad assicurare al contrasto della criminalità organizzata incisività ed efficienza, quanto meno pari all' accresciuta potenzialità dell' azione criminosa. sono personalmente convinto, a questo proposito, che rimane molto lavoro da compiere nella revisione di certa normativa e — di certi comportamenti ispirati ad un garantismo talvolta eccessivo. in questa materia dobbiamo proseguire nella ricerca del giusto punto di equilibrio fra il rispetto delle garanzie individuali e la tutela del sacrosanto diritto della gente perbene di essere e di sentirsi difesa dall' ordinamento. l' evoluzione della nostra società ed il radicarsi in essa dei valori di libertà, di democrazia e dell' ordinata convivenza civile, dovrebbero consentire di affrontare questo problema in un' ottica più ampia di quella che, all' inizio della nostra storia repubblicana, ci fece concentrare piuttosto, e giustamente, sul pieno recupero di principi dolorosamente conculcati dalla dittatura. in questo quadro, l' obiettivo prioritario che dobbiamo prefiggerci è quello di contemperare l' impianto normativo ispirato a doverosi principi di garanzia, con la necessità di conseguire risultati efficaci specie quando la pericolosità dei soggetti sottoposti a procedure giudiziarie risulta sufficientemente provata. ciò vale anche in materia di custodia cautelare , sia per quanto riguarda l' uniformità di interpretazione delle disposizioni relative al computo dei termini ed alla loro sospensione, sia in relazione alla sua durata massima, in merito alla quale il Governo ha introdotto norme più rigorose con il decreto legge numero 356 dell' 8 novembre scorso. ho inteso soffermarmi con una certa dovizia di particolari su questo aspetto dell' attività del Governo non solo perché, insieme con quella del risanamento finanziario, essa attiene ad una materia di assoluta priorità, ma anche perché sono convinto che, nella loro ampiezza e articolazione, le misure adottate costituiscono un insieme di provvedimenti che, se sostenuti dalla doverosa collaborazione di coloro che dovranno assicurarne nei fatti l' attuazione, potranno consentirci di contrastare la minaccia della criminalità — tuttora grave — nel rispetto dei principi di fondo del nostro ordinamento democratico al di fuori di ogni ipotesi di regimi eccezionali. così come è avvenuto per il terrorismo, la criminalità organizzata deve essere combattuta e vinta innanzitutto sul piano del rafforzamento della coscienza civile. non mancano — ed io spero che aumenteranno sempre più — gli esempi della volontà delle forze sane della società di contrastare la minaccia. di questa stessa volontà devono dar prova i partiti, iniziando dalla loro vita interna la riforma dei comportamenti politici. è un compito al quale non è possibile sottrarsi se si vuole assicurare la sopravvivenza di un sistema che ha dato contenuto ad una più che quarantennale esperienza democratica ed è comunque il solo in grado di garantire che non vi sia assunzione di autorità senza il voto e il controllo del popolo. e vengo all' opera di risanamento economico. l' anno appena trascorso ha visto la conclusione dei negoziati per il passaggio dalla Comunità Europea ad una Unione Europea caratterizzata in senso marcatamente federale. un passaggio — l' ho detto spesso, ma ritengo di doverlo sottolineare ancora in questa sede — particolarmente impegnativo sia per i suoi contenuti specifici che per le prospettive di sviluppo ulteriore che dischiude, ed al quale proprio la nostra nazione, nel secondo semestre del 1990, aveva dato un contributo determinante nell' esercizio della Presidenza di turno del Consiglio dei ministri della Comunità. un passaggio, inoltre, al quale era impensabile che l' Italia si presentasse senza un Governo nel pieno esercizio dei suoi poteri e senza avere imboccato con fermezza la strada del risanamento dei conti pubblici. uno degli elementi imprescindibili del sistema che, da qui al 1998, ci condurrà alla instaurazione di una moneta unica in Europa, è la convergenza delle economie dei paesi membri della Comunità. in questo senso, è stata da tempo riconosciuta la necessità, sul piano comunitario, di una procedura di sorveglianza multilaterale delle economie, nella prospettiva dell' avvio delle fasi seconda e terza dell' unione economica e monetaria. a questa procedura l' Italia si è disciplinatamente sottoposta — primo fra i paesi della comunità — , legittimando così ulteriormente la propria costruttiva partecipazione ai processi di integrazione in corso in ambito comunitario tanto sul piano economico e monetario quanto su quello politico. la rilevanza degli impegni che l' Italia è chiamata a fronteggiare in questa prospettiva e l' ampiezza delle possibilità di ulteriore sviluppo che anche a noi sono offerte dalla progressiva e sempre più stretta integrazione delle economie dei paesi europei rendono indifferibile la prosecuzione dello sforzo che, già da qualche anno, è stato iniziato per avvicinare il sistema italia alle condizioni operative esistenti negli altri paesi della Cee . e se decisivi progressi in questa direzione sono stati compiuti con la totale liberalizzazione dei movimenti di capitale, con l' inserimento della lira nella banda stretta di fluttuazione del sistema monetario europeo , con il mantenimento della stabilità del cambio e, sul piano della politica di bilancio, con la progressiva riduzione del fabbisogno primario del settore statale, occorre ancora procedere con decisione sulla via della riduzione del disavanzo pubblico, dell' alleggerimento del peso del debito pubblico rispetto al prodotto interno lordo e della discesa del tasso di inflazione . in questo quadro si è collocata l' azione del governo per l' adozione delle manovre necessarie per contenere, entro il limite più ristretto possibile, lo scarto fra l' obiettivo di fabbisogno per il 1991, indicato nel relativo documento di programmazione economica e finanziaria, e l' effettivo fabbisogno di cassa del settore statale, e per proseguire anche nel 1992 e negli anni successivi nell' opera di risanamento intrapresa. per quanto riguarda il 1991, esso ha risentito pesantemente del rallentamento dell' attività produttiva verificatosi nel paesi maggiormente industrializzati in conseguenza della crisi del Golfo, rallentamento che è risultato più lungo e più intenso di quanto sembrava originariamente lecito attendersi. ciò ha comportato una crescita, nell' anno appena trascorso, del prodotto interno nel nostro paese di poco più dell' 1 per cento , sensibilmente inferiore quindi alla stima del 2,7 per cento effettuata nell' autunno del 1990 e condivisa all' epoca dagli organismi internazionali. a fronte di questa modesta ed insoddisfacente crescita si è peraltro registrato un aumento dell'occupazione globale pari a 0,9 punti percentuali, grazie soprattutto alla crescita del settore dei servizi, compensando la dolorosa perdita di posti di lavori verificatasi nel settore industriale. quest' ultima, peraltro, è fonte di grave preoccupazione per tutti noi e non dobbiamo sottrarci alla verifica con le parti sociali per adottare le misure possibili e necessarie per evitare un ulteriore aggravamento della situazione. anche in conseguenza della crisi del Golfo, l' aumento dei prezzi si è attestato su base annua al 6,4 per cento invece del 5 per cento programmato. pur se ancora troppo consistente, il differenziale della nostra inflazione rispetto a quella degli altri paesi europei è rimasto comunque sostanzialmente invariato. i dati consuntivi dei conti pubblici fanno ascendere a circa 152 mila miliardi il fabbisogno del settore statale, con uno scostamento rispetto all' obiettivo iniziale di circa 20 mila miliardi, attribuibile in massima parte alla minore crescita dell' economia. a queste difficoltà si sono aggiunti « vuoti » creatisi nella manovra di finanza pubblica che perciò è stata integrata due volte nel corso del 1991, a maggio ed a settembre. in questo quadro non si può peraltro mancare di rilevare che, anche se l' incidenza sul prodotto interno del fabbisogno complessivo è rimasta pressoché invariata rispetto al 1990, il fabbisogno primario ha continuato invece a ridursi, passando dai 15 mila miliardi del 1990 ai 7 mila miliardi circa del 1991. anche il debito pubblico , che tra il 1980 e il 1985 si era triplicato in termini nominali e tra il 1980 e il 1988 si era quasi quintuplicato, elevandosi dal 54,9 per cento al 92,7 per cento in rapporto al prodotto interno, ha continuato nel rallentamento della sua dinamica espansiva, attestandosi a poco più del 3 per cento annuo nell' arco del triennio 1989-1991. ricordo, a questo proposito, che l' incidenza percentuale del debito pubblico sul prodotto interno lordo era cresciuta con un ritmo ben più intenso nella prima parte del decennio appena trascorso, sperimentando punte massime di aumento del 5,1 per cento tra il 1981 ed il 1982, del 5,7 per cento tra il 1982 ed il 1983, del 4,9 per cento tra il 1983 ed il 1984, del 7,7 per cento tra il 1984 ed il 1985, del 4,3 per cento tra il 1985 ed il 1986 e del 4,6 per cento tra il 1986 ed il 1987. per quanto riguarda l' anno in corso , l' azione del governo si è tradotta nella definizione di un manovra finanziaria caratterizzata da elementi di natura strutturale che aprono la strada a più incisivi interventi per l' ulteriore consolidamento negli anni a venire di un' azione di risanamento finanziario sempre più ineludibile. desidero, in questa sede, sottolineare l' importanza che il Parlamento abbia approvato nei termini ordinari la legge finanziaria , evitando il ricorso all' esercizio provvisorio, che avrebbe provocato quest' anno guasti notevoli sul piano psicologico anche europeo. la legge finanziaria che abbiamo disegnato con il concorso determinante del Parlamento e che ha fissato in 127.800 miliardi il fabbisogno del settore statale per il 1992 sulla base di una crescita del prodotto interno del 2,5 per cento e di un aumento dei prezzi del 4,5 per cento , si compone di un complesso di misure dalle quali è lecito attendersi una serie di effetti positivi, soprattutto in una prospettiva di più lungo periodo. si può discutere — ed in effetti si è discusso — sulla maggiore o minore validità relativa di un certo intervento rispetto ad altri che si sarebbe potuto forse ipotizzare (e posso anche accettare la possibilità teorica di interventi alternativi), ma quello che ormai sembra definitivamente acquisito è che la manovra di bilancio deve svolgersi in un quadro di grande rigore e serietà. certo, la sua operatività è condizionata da una serie di fattori esogeni, primi fra tutti quelli relativi alla evoluzione del ciclo economico internazionale, che presenta ancora incertezze per il ritardo della ripresa economica negli USA e per il rallentamento delle economie tedesca e giapponese. queste incertezze ci hanno imposto recentemente di ritoccare il tasso di sconto , a seguito dell' analoga misura adottata dalla Germania per contrastare quella di segno inverso assunta dagli USA. è noto, per inciso, che proprio la opportunità manifesta di impedire siffatte rincorse in questo settore convince ancora di più — ove ve ne fosse bisogno — della necessità di una gestione unitaria a livello europeo delle politiche monetarie dei Dodici. poiché quelli che ho appena citato sono condizionamenti solo parzialmente controllabili, con i quali dobbiamo essere pronti a fare i conti in ogni momento, è soprattutto sul piano interno che si gioca, negli anni a venire, la nostra capacità di realizzare il necessario risanamento finanziario. bisognerà quindi impegnarsi a fondo perché gli aspetti strutturali della manovra di bilancio per il 1992 producano i risultati attesi. a questo scopo tendono le misure adottate dal Governo, ed approvate dal Parlamento, per attuare con realismo, ma anche con determinazione, una politica di trasformazione degli enti pubblici economici, di dismissione di quote di proprietà delle partecipazioni statali e di alienazione di beni patrimoniali dello Stato. questo provvedimento non può e non deve essere considerato come volto solo a reperire risorse aggiuntive per il bilancio dello Stato ; esso costituisce anche il concreto avvio della tendenza alla razionalizzazione delle partecipazioni possedute dagli enti pubblici di gestione, che dovrà caratterizzare le tappe del nostro avvicinamento all' Europa per quanto riguarda le modalità della presenza e dell' intervento pubblico nel sistema economico nazionale, e che troverà ulteriore realizzazione nella proposta soppressione del ministero delle partecipazioni statali . quest' ultima misura — desidero dirlo con chiarezza — non può però essere presa a pretesto per una acritica demolizione di un sistema che ha svolto una importante funzione nello sviluppo economico e che spesso ha funzionato da ammortizzatore sociale di errori e di fallimenti altrui. anche in questa prospettiva, la creazione di un azionariato capillarmente diffuso costituirà il migliore strumento per assicurare il coinvolgimento diretto dei cittadini nella conduzione delle attività economiche di pubblica rilevanza. nella stessa direzione, il Governo, oltre a porre vincoli rigorosi alle spese correnti del settore pubblico , ha inteso tenere sotto rigido controllo l' evoluzione del costo del lavoro e la dinamica dei salari pubblici. sul primo punto, un risultato importante è stato conseguito con l' accordo siglato lo scorso dicembre tra imprenditori, sindacati e Governo che persegue la riduzione del costo del lavoro attraverso l' ulteriore fiscalizzazione di parte degli oneri impropri che gravano sulle imprese; la desensibilizzazione dei meccanismi di indicizzazione dei salari ed una politica dei prezzi amministrati coerente con il tasso di inflazione programmato. per quanto riguarda il settore pubblico , Governo e sindacati hanno convenuto di contenere la crescita complessiva dei salari unitari dei dipendenti pubblici entro i tassi di inflazione programmati per il 1992 e per il 1993. questa regola costituisce il logico presupposto di un' azione più vasta, da concretizzare con la ripresa delle trattative, capace di incidere su tutti i redditi, in modo da imprimere un impulso vigoroso verso l' azzeramento del differenziale di inflazione tuttora esistente rispetto agli altri principali paesi europei . con le misure adottate in materia di regolarizzazione del contenzioso fiscale e per l' attenuazione del segreto bancario, il Governo ritiene infine di aver posto le premesse per un forte recupero della coscienza contributiva dei cittadini, fondando su basi nuove il rapporto fra il contribuente e lo Stato, che occorrerà rendere sempre più trasparente ed ispirato a reciproca fiducia, proseguendo nell' opera intrapresa di ammodernamento e, per quanto possibile, di semplificazione del nostro sistema tributario . in conclusione, l' azione avviata con la legge finanziaria e con i relativi provvedimenti di accompagnamento tende ad evitare nell' immediato il prodursi dei riflessi negativi che deriverebbero da ulteriori, crescenti squilibri di bilancio e dall' accumulo del debito pubblico . nei prossimi mesi saranno, comunque, necessari ulteriori sforzi diretti a consolidare i risultati degli interventi una tantum , rafforzando l' azione volta a ridurre in maniera permanente il tasso di crescita della spesa pubblica e proseguendo nell' azione intrapresa per l' allargamento della base imponibile attraverso la lotta all' evasione, all' elusione e all' erosione fiscale. all' azione di risanamento dei conti pubblici occorrerà inoltre affiancare interventi diretti a realizzare una politica dei redditi che leghi la dinamica delle remunerazioni di tutti i fattori produttivi al tasso programmato di inflazione. le correzioni che l' Italia deve ancora attuare per superare gli attuali squilibri e per avvicinarsi agli altri paesi europei non sono né più incisive né più profonde di quelle realizzate in tempi brevi da altri nostri partners che si trovavano in condizioni anche peggiori delle nostre. alla luce di queste considerazioni, colpiscono ancor più dolorosamente ed appaiono per molti versi difficili da comprendere ed impossibili da giustificare ricorrenti preannunci di sventure incombenti o di catastrofici declassamenti agitati in maniera indiscriminata dinanzi all' opinione pubblica . in una situazione come quella attuale, in cui occorrerebbe invece favorire il diffondersi di una serena consapevolezza che l' importanza della posta in gioco richiede e giustifica sacrifici ben indirizzati ed equamente ripartiti, di questi atteggiamenti non si sente proprio la necessità. come ebbi già a sottolineare nell' aprile scorso dinanzi alla Camera dei Deputati , il risanamento finanziario che dobbiamo continuare a perseguire con determinazione passa anche per una revisione del percorso attraverso il quale, tra Governo e Parlamento, viene presentato, esaminato, discusso e finalmente approvato il bilancio dello Stato . è ormai diffusa la consapevolezza della necessità di fare in modo che il bilancio e la legge finanziaria , che rientrano tra le espressioni più qualificanti della responsabilità dell' Esecutivo, non siano snaturati da emendamenti o da iniziative legislative in corso d' anno, non coerenti con gli obiettivi fissati dal documento di programmazione economico-finanziaria . certo, per raggiungere questo obiettivo assume particolare importanza anche la compattezza delle forze politiche e parlamentari che sostengono il Governo; ed in questo senso ci siamo particolarmente impegnati durante tutto l' iter dell' approvazione della legge finanziaria , con risultati che non possono essere sottovalutati. ciò per altro non elimina, anzi rafforza ulteriormente la necessità di interventi sul piano normativo. con l' approvazione nell' agosto dello scorso anno del disegno di legge costituzionale per la modifica del terzo e del quarto comma dell' articolo 81 della Costituzione, il Governo ha tenuto fede ad un impegno particolarmente qualificante che aveva assunto all' atto della presentazione del proprio programma, sottoponendo all' esame del Parlamento alcune innovazioni che, partendo dalle esperienze sin qui maturate, si propongono di innalzare a livello costituzionale taluni vincoli in materia di bilancio che, seppure in qualche misura già desumibili dalla volontà del costituente, si erano andati via via affievolendo nel corso dell' esperienza politico-legislativa. come tappa significativa nel cammino di un assetto istituzionale rinnovato e rispondente alle esigenze reali dei cittadini, il Governo aveva inoltre indicato, nell' aprile scorso, l' adeguamento delle strutture dell' apparato amministrativo. si tratta di un aspetto al quale è stata dedicata grande attenzione, nella consapevolezza che sul piano delle strutture amministrative si gioca, per uno Stato moderno, una duplice e impegnativa partita. la prima, alla quale mi sono già in parte riferito, è quella del recupero della fiducia dei cittadini nello Stato. quanto più si precisa e diventa forte la domanda di efficienza che viene dai cittadini, tanto più si pone la responsabilità di fornire risposte adeguate ed efficaci. la seconda sfida è quella con la quale ci mettono a confronto le nuove, incombenti realtà del mercato unico europeo e dell' unione economica e monetaria. si tratta, per entrambe, di appuntamenti particolarmente impegnativi, ai quali è imperativo giungere molto preparati anche sul versante strutturale. a queste due esigenze il Governo ha inteso dare risposte concrete. alla prima, proseguendo innanzitutto nel complesso lavoro propedeutico all' applicazione della legge 7 agosto 1990, numero 241, che ha introdotto nel nostro ordinamento nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, in funzione dell' esigenza di rafforzare e rendere sempre più trasparente il rapporto fra il cittadino e l' amministrazione. progressi significativi sono stati realizzati, in questo quadro, nella messa a punto dei regolamenti per l' individuazione dei responsabili dei singoli procedimenti amministrativi e per la fissazione dei termini entro i quali gli stessi devono essere conclusi, nonché nell' azione volta a consentire la conoscibilità da parte dei cittadini dell' attività svolta dalla Pubblica Amministrazione anche a livello locale. si è inoltre intervenuti con appositi provvedimenti di riforma su importanti strutture dell' amministrazione centrale , quali i ministeri delle Finanze, del Tesoro e dei lavori pubblici , mentre è proseguita, anche sulla base di un progetto di legge , la riflessione e il confronto con i settori interessati per una nuova regolamentazione del pubblico impiego . anche alla seconda sfida il Governo ha risposto con impegno: virtualmente conclusa l' attività di recepimento derivante dalla delega contenuta nella legge comunitaria del 1990, l' avvenuta approvazione della nuova legge comunitaria per il 1991 consentirà di dare attuazione alle direttive adottate dalla Comunità con termine 30 giugno 1992. per quanto riguarda l' azione volta a consentire alla nostra struttura produttiva di reggere meglio alle sollecitazioni che proverranno dal mercato unificato europeo, devono innanzitutto essere ricordati il provvedimento che prevede una serie di interventi mirati all' innovazione ed allo sviluppo delle medie imprese e la legge pluriennale per l' attuazione di interventi programmati in agricoltura, affiancata da provvedimenti di grande rilievo, come la nuova legge sulle calamità atmosferiche e l' ampliamento dei meccanismi assicurativi e la nuova disciplina della denominazione di origine dei vini. una menzione particolare merita poi il provvedimento che ha prorogato il regime di sgravi contributivi in favore delle imprese ubicate nel Mezzogiorno e ha disposto l' ulteriore finanziamento degli incentivi alle attività produttive nell' area meridionale in settori strategici. il merito di questo provvedimento consiste, nell' ottica del Governo, nel suo porsi come elemento di rilievo nel superamento del regime dell' intervento straordinario nel Mezzogiorno. e chiaro infatti che, superata ormai la fase degli interventi a tutto campo necessari per dotare le zone in maggior ritardo di sviluppo delle infrastrutture minime, la direzione verso la quale ci si muove è ora quella della definizione di precise linee di sviluppo strategico da perseguire attraverso interventi mirati, svincolati dalla logica della straordinarietà. particolare rilievo assume inoltre la legge per la ristrutturazione del settore dell' autotrasporto, finalizzata ad un riassetto del settore allo scopo di adeguarlo alle nuove dimensioni europee, nonché l' istituzione del comitato interministeriale per la programmazione economica del trasporto, con funzioni di informazione, programmazione e coordinamento. con la riforma delle telecomunicazioni dopo molti anni di attesa e con l' adozione del piano nazionale di assegnazione delle radio frequenze per l' emittenza televisiva, il Governo si è proposto di razionalizzare settori di importanza strategica, con l' obiettivo di potenziarne la competitività in vista delle sfide future sul piano internazionale. la necessità di dare impulso allo sviluppo delle nuove tecnologie, che costituiscono un banco di prova particolarmente importante per la vitalità di una moderna struttura economica, ha guidato il Governo nella messa a punto della riforma dell' Enea, di cui sono stati radicalmente modificati il ruolo e la funzione, potenziandone tra l' altro il collegamento con le problematiche ambientali. risultati di rilievo sono stati infine raggiunti nella regolamentazione dei mercati mobiliari con l' approvazione in via definitiva della legge relativa all' uso di informazioni riservate nelle operazioni in valori mobiliari, che va ad aggiungersi agli altri importanti provvedimenti adottati in precedenza in materia di società di intermediazione mobiliare, di banche pubbliche e di riforma dell' Isvap. adeguare le strutture portanti del paese alle realtà indotte dall' evoluzione tecnologica e dalle nuove dinamiche del mercato del lavoro integrato a livello europeo significa anche farsi carico del problema della migliore formazione delle future classi dirigenti . oltre che con l' elaborazione della proposta di legge per l' autonomia delle università e degli enti di ricerca, intesa a dare attuazione all' articolo 33 della Costituzione (purtroppo arenatasi negli ultimi giorni), il Governo è intervenuto in questo settore con le norme in materia di diritto agli studi universitari, nonché con il piano triennale di sviluppo per le università, che si propone, tra l' altro, di decongestionare i « mega-atenei » , disciplinando l' attivazione dei diplomi universitari di primo livello e istituendo nuove facoltà e corsi di laurea. gli interventi in questo importante settore possono considerarsi, infine, completati dalla regolamentazione delle università non statali legalmente riconosciute, con la quale il Governo, a somiglianza di quanto già avviene nel settore della ricerca, ha voluto riconoscere la validità del contributo che anche i privati debbono poter fornire alla formazione dei quadri e della classe dirigente del paese. anche se nell' economia generale di questo intervento non posso compiere un esame più dettagliato di quanto realizzato dal Governo in altri importanti settori, desidero comunque fare esplicito riferimento ad una tematica che sempre più occorrerà affrontare nella sua globalità e nella molteplicità delle sue articolazioni. mi riferisco alla qualità della vita , che è problema complesso e multiforme, che presenta collegamenti, tra gli altri, sul piano sociale, su quello della tutela ambientale, su quello della funzionalità dei servizi e su quello della vivibilità delle grandi aree urbane. credo che queste problematiche siano destinate ad acquistare una collocazione centrale nelle società ad alto sviluppo tecnologico, e che dobbiamo pertanto cominciare ad abituarci ad affrontarle in una visione complessiva. per quanto riguarda le politiche sociali , desidero anche ricordare l' istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri , formalizzata con legge, della Commissione di indagine sulla povertà e l' emarginazione. tale istituzione sta a segnare l' impegno preciso di realizzare, attraverso le politiche sociali , livelli umani di vita per tutta la popolazione con una attenzione particolare per le fasce deboli, e di tenere sotto costante monitoraggio le cosiddette « nuove povertà » che caratterizzano le società a sviluppo avanzato. sono state inoltre portate a termine leggi da lungo tempo attese (quella relativa ai portatori di handicap era in discussione dalla VII legislatura e quella sul volontariato da più di dieci armi), ed altre, come quella sull' obiezione di coscienza , sono state perfezionate. tutto ciò consentirà di mobilitare in una nuova, moderna progettualità energie che finora non avevano trovato nelle istituzioni una sponda valida per incentivare e sostenere il loro operato. ed in questo senso occorrerà proseguire ed approfondire la riflessione sulla migliore articolazione istituzionale di un settore di importanza e di rilievo sempre crescenti. la legge quadro sul volontariato ha una vera e propria valenza istituzionale. riconoscendo ai gruppi operanti nella realtà sociale senza scopi di lucro ed in nome della solidarietà il diritto di operare accanto alle istituzioni per lo sviluppo sociale e culturale dell' Italia, essa inserisce un soggetto nuovo nel nostro ordinamento giuridico , realizzando anche in questa materia il principio costituzionale del pluralismo. e certamente fatto positivo che, intorno a questa scelta di valore, in Parlamento si sia registrata l' unanimità dei consensi, così come è positivo che, in un momento nel quale sembrano prevalere violenze ed individualismo, deresponsabilizzazione e campanilismi, la nazione trovi nei gruppi di volontariato espressioni di una solidarietà quotidianamente testimoniata e realizzata, un valore unificante. l' approvazione, accanto alla legge quadro sul volontariato, della legge sulle cooperative sociali è anch' essa fatto di grande importanza istituzionale e culturale, i cui risultati saranno, a medio e lungo termine, più incisivi di quanto non appaiano oggi. un altro dei problemi di notevole gravità di fronte al quale si è trovato il Governo è quello dei minori coinvolti, in modo sempre più ampio, in situazioni di difficoltà e di disagio e spesso usati come esecutori di piani criminosi. l' Italia è stata tra i promotori della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei minori e fra i primi Stati a ratificarla. sul piano normativo, lo strumento per immediate e concrete risposte operative è costituito dalla legge numero 216 del 19 luglio 1991 che prevede la realizzazione, da parte degli enti locali e di gruppi del privato sociale, di interventi a favore dei minori a rischio. i fondi per il 1991 sono stati già erogati, ed il numero di interventi predisposti a livello locale ha dimostrato ampiamente che la legge ha colto un' esigenza impellente e sentita. lo stesso iter di attuazione della legge per la prevenzione ed il recupero delle tossicodipendenze ha mostrato poi la capacità di quello strumento giuridico di attivare nuove e significative progettualità. nei primi diciotto mesi di attuazione della legge sono stati finanziati — a parte i piani di formazione degli operatori redatti dalle regioni e quelli presentati dalle Usl — numerosi piani predisposti da comuni e consorzi di comuni, intesi ad incidere, al fine di superarli, sul disagio e sulla marginalità. ho parlato poc' anzi della funzionalità dei servizi pubblici come di un elemento importante della qualità della vita . ed in questo contesto desidero riferirmi in particolare a quello che può essere annoverato fra i servizi pubblici per eccellenza, e cioè il servizio sanitario nazionale. credo che si compirebbe un errore di prospettiva se si valutasse la pur indifferibile riforma del sistema sanitario nazionale esclusivamente alla luce di una esigenza contabile, dimenticando che l' obiettivo fondamentale è e rimane quello di offrire al cittadino strutture adeguate alle sue esigenze, anche se gestite con doverosi criteri di efficienza e di economicità. in questo senso, ed anticipando in parte i contenuti del disegno di legge per il riordinamento complessivo del servizio, il Governo ha inteso innanzi tutto recuperare alla gestione dei presìdi sanitari quel grado di professionalità che costituisce la migliore garanzia di un servizio efficiente. con la legge numero 121 dell' aprile 1991 è stata imboccata quindi la strada della netta separazione tra la gestione amministrativa e l' attività di indirizzo, affidate rispettivamente, in attesa della definitiva aziendalizzazione delle Usl, all' amministratore straordinario in sostituzione del comitato di gestione, e al comitato dei garanti. nelle disposizioni di accompagnamento alla legge finanziaria sono state dettate inoltre norme sui livelli di assistenza, sul finanziamento della spesa sanitaria, sulle incompatibilità per i medici e sul regime di controllo regionale sugli atti di maggiore importanza adottati dagli amministratori straordinari. il Governo è consapevole... credo sia utile non tanto e non solo per il Governo, ma anche per il Parlamento e per ognuno di noi parlamentari che vi sia un momento in cui si riconosca il lavoro effettivo svolto in questi anni; altrimenti, molta gente non se ne accorgerebbe. stiamo vedendo — consultando i gruppi parlamentari — se alle decisioni già maturate... il lavoro, colleghi, non è solo della maggioranza, ma di tutto il Parlamento! io me ne sono accorto da oltre quarant' anni ...... e spero di accorgermene ancora! come dicevo, stiamo vedendo — consultando i gruppi parlamentari — se alle decisioni già maturate nell' iter incompiuto della riforma sanitaria sia possibile dare immediata attuazione con un provvedimento d' urgenza, che del resto completerebbe la manovra finanziaria globale di risparmio. sul terreno della tutela ambientale, mi limiterò a ricordare, per il suo valore emblematico, la nuova legge quadro sulle aree protette, che sottopone a forte prevenzione una parte considerevole del nostro territorio. anche in questa materia occorrerà sviluppare al massimo le sinergie, con l' obiettivo del costante miglioramento delle condizioni ambientali e socio-culturali del vivere quotidiano. in questa direzione il Governo ha inteso muoversi attraverso il conferimento dei necessari poteri ad un ministro appositamente delegato per affrontare, in un quadro di accentuato coordinamento interdisciplinare, i problemi delle aree urbane, tra i quali in particolare quelli legati all' inquinamento ed alle carenze infrastrutturali. gli atti generali di coordinamento adottati in materia di miglioramento della qualità dei carburanti e di razionalizzazione degli interventi diretti a contrastare l' inquinamento da traffico costituiscono l' anticipo di un' azione che occorrerà ulteriormente intensificare per perseguire l' obiettivo del complessivo miglioramento della qualità della vita nelle stesse aree urbane. signor presidente , onorevoli Deputati , sul piano internazionale, al momento della sua assunzione in carica il Governo si è trovato a fronteggiare evoluzioni storiche di segno talvolta contrastante. nell' Europa centrale ed orientale, avvenimenti di straordinaria incidenza, susseguitisi a ritmo serrato e con una sequenza che è parsa inarrestabile, hanno segnato la volontà di ritorno e di conquista di democrazia, la scomparsa dei blocchi contrapposti, la riunificazione della Germania, il tentativo di Gorbaciov di rigenerare il sistema dell' Unione Sovietica . si è avuta l' impressione che eventi di importanza storica si fossero dati appuntamento in quell' area nell' arco di pochi mesi e che fosse ormai tempo di realizzare il sogno di libertà e di dignità nutrito nei lunghi anni della guerra fredda da milioni di europei vissuti sotto il regime dispotico del cosiddetto socialismo reale . a distanza di qualche tempo da tali eventi, possiamo affermare che le speranze allora suscitate appaiono ancora giustificate, perché basate su mutamenti profondi e positivi per il futuro del nostro continente e del resto del mondo. ma nonostante il segno marcatamente favorevole che si addice alla recente evoluzione storica nel suo complesso, nel corso del 1991 abbiamo dovuto prendere coscienza delle difficoltà di canalizzazione del tumultuoso succedersi delle vicende: ostilità tra etnie e fra Stati e minoranze, recrudescenze di atteggiamenti aggressivi fra vecchi e nuovi Stati, crisi economiche e situazioni di povertà generalizzata non favoriscono certo la ricostruzione democratica. tali sviluppi hanno fortemente impegnato il Governo a fornire — direttamente e attraverso la Comunità Europea ogni contributo utile a superare le difficoltà ed a stemperare i contrasti. queste preoccupazioni sono state da noi ancora più avvertite in presenza del difficile trapasso dal vecchio al nuovo ordine che ha segnato la situazione interna di due paesi adriatici a noi vicini. con un primo riferimento, in ordine cronologico, alla situazione venutasi a creare in Albania, va osservato che il processo di rinnovamento avviato nel 1991 ha messo a nudo una crisi economica , o meglio un quasi collasso delle strutture statali, che ancora oggi si manifesta in modo gravissimo. il doloroso esodo verso i porti italiani di migliaia di cittadini albanesi non ci è mai parso un rimedio, neppure sussidiario: pur prodigandoci al massimo, grazie allo sforzo coordinato delle amministrazioni competenti, nel fronteggiare le emergenze, talvolta drammatiche, che tale esodo ha prodotto, ci siamo pertanto impegnati a fondo per alleviare in loco i disagi della popolazione albanese. con l' encomiabile contributo delle nostre forze armate sono stati creati a Valona e a Durazzo due centri di assistenza per la raccolta e la distribuzione degli aiuti italiani e di quelli provenienti da altri paesi della comunità . in Jugoslavia la spinta degli avvenimenti ha posto drammaticamente in luce l' inadeguatezza degli strumenti offerti dall' ordinamento dello Stato federale di fronte alla crescente domanda di democrazia interna ed alle aspirazioni, nutrite soprattutto in Slovenia e Croazia, di giungere all' autogoverno e alla sovranità. davanti all' acuirsi dei contrasti politici, sfociati presto in scontri aperti ed in azioni militari, la preoccupazione del governo italiano è stata quella di creare, insieme ai partners europei, le condizioni per imbrigliare la crisi lungo il doppio registro della cessazione delle violenze e della ricerca di una soluzione negoziata. questa linea di politica ci ha portato ad impegnarci sul terreno, con la partecipazione di nostro personale civile e militare in seno alla missione europea di monitoraggio. sul piano politico-negoziale abbiamo innanzi tutto contribuito alla definizione della posizione comunitaria, in modo da evitare divaricazione fra i Dodici. abbiamo poi esteso la nostra azione ai paesi dell' iniziativa Esagonale, per incoraggiarli a rendersi disponibili per la ricerca di una soluzione possibile. restiamo convinti che si debba giungere ad una soluzione globale del problema jugoslavo, nel cui ambito sia realizzato il pieno riconoscimento internazionale delle repubbliche che lo desiderano e sia compiutamente garantita la tutela di tutti i diritti delle minoranze. in questa prospettiva abbiamo riconosciuto l' indipendenza e la sovranità di Croazia e Slovenia, che ne avevano fatto richiesta, impegnandosi nel contempo a rispettare i criteri posti dai Dodici e specie quelli relativi alla tutela delle minoranze. ai governanti sloveni e croati e ai loro popoli desideriamo qui rinnovare il messaggio di amicizia e di collaborazione recato dal presidente della Repubblica nel corso della sua visita a Zagabria e a Lubiana, con la certezza che, nel momento in cui un distorto spirito nazionalistico e di rivalsa sembra albergare in tante repubbliche di nuova costituzione, essi vorranno rendersi garanti del futuro delle proprie minoranze giudicandole per quello che possono rappresentare: un ponte naturale per una migliore intesa con gli Stati e le nazioni vicine. e con questo spirito che il Governo guarda al ruolo che può svolgere la minoranza italiana, ridotta nel numero dai drammatici eventi conseguenti alla seconda guerra mondiale , storicamente stanziata soprattutto in Istria e nel Quarnaro, cioè, attualmente, in Slovenia e in Croazia. è con analogo spirito che guardiamo anche al ruolo della minoranza slovena in Italia, che ha fruito di cinquant' anni di regime democratico e di sviluppo economico . a Belgrado, alla Serbia e alle rimanenti repubbliche jugoslave riconfermiamo l' intendimento di mantenere e rafforzare rapporti di stretta collaborazione. tale nostra disponibilità, che formuliamo nel modo più aperto ed amichevole, deve trovare però riscontro, soprattutto a Belgrado, in atteggiamenti concreti che servano a rasserenare gli animi ed a creare le premesse per la ripresa di una pacifica convivenza tra i popoli dello spazio jugoslavo. circa sei mesi fa, al vertice dei sette di Londra ci rallegrammo per la prospettiva che andava maturando di una rinnovata Unione Sovietica , suscettibile di ricongiungersi alla comunità internazionale malgrado l' acuirsi dei suoi problemi. manifestammo anche, in quella sede, il nostro parere sulla opportunità che la comunità internazionale favorisse concretamente questo processo. la storia ha tuttavia imboccato una strada diversa, a seguito del fallito colpo di stato dell' agosto scorso. dopo la secessione delle repubbliche baltiche, le intese di Minsk e il trattato di Alma Ata hanno definitivamente sancito il fallimento degli illuminati sforzi del presidente Gorbaciov, ai quali l' Italia aveva dato, più di altri, il necessario sostegno politico ed economico. di fronte a questi eventi è doveroso affermare che i sei anni della leadership politica di Gorbaciov non sono trascorsi senza incidere profondamente sulla società sovietica: il desiderio di libertà di cui Eltsin si è reso interprete e il rifiuto della popolazione di accettare il ritorno ai sistemi del passato hanno palesato una radicata aspirazione al rispetto dei diritti umani ed alla democrazia, premesse necessarie al reinserimento della Russia di oggi nel contesto europeo. l' Italia, in stretto raccordo con gli altri partners della Comunità Europea , ha proceduto a formalizzare i suoi rapporti con la federazione russa e, subito dopo, al riconoscimento delle altre repubbliche già facenti parte della nuova Comunità degli Stati indipendenti che hanno fornito assicurazioni di voler uniformare il loro atteggiamento ai criteri indicati nella dichiarazione dei Dodici. il Governo ha ispirato la propria condotta sul piano nazionale, comunitario ed atlantico al perseguimento di un duplice obiettivo: consolidare le forze riformiste e salvaguardare un quadro di stabilità ancorato ai principi della Csce. la fitta serie di incontri bilaterali ad alto livello con i dirigenti delle nuove democrazie dell' est, tra cui spicca la visita del presidente della Repubblica in Cecoslovacchia e in Ungheria, si inquadrano in tale linea politica. ma oggi è soprattutto sul piano della stabilità e della sicurezza che gli eventi costituzionali dello spazio ex-sovietico proiettano interrogativi. gli eredi della potenza militare dell' Urss dovranno chiarire come intendono applicare le disposizioni dell' accordo in materia di disarmo nucleare e le intese sull' accordo riguardante le armi convenzionali. resta inoltre aperto per il momento il problema del controllo degli armamenti nucleari e della non proliferazione nucleare nell' area ex-sovietica. per parte nostra, incoraggiamo tali chiarimenti, mentre sul piano generale ci siamo espressi a favore di ulteriori riduzioni di armamenti e di strutture a carattere marcatamente cooperativo, nel quadro del negoziato tra tutti i paesi membri della Csce che dovrà seguire il nuovo vertice di Helsinki, da tenersi nel corso del 1992. in questo senso, accogliamo con speranza le proposte dei presidenti Bush e Eltsin per una sostanziale riduzione dei rispettivi arsenali nucleari, che ci sembrano costituire la migliore testimonianza del profondo cambiamento del clima politico internazionale. con un rapido richiamo al vertice atlantico di Roma dello scorso novembre, mi sia consentito sottolineare che il ruolo dell' alleanza è risultato valorizzato non solo come tradizionale strumento a presidio dei valori e della sicurezza comuni, ma anche come struttura destinata a garantire la pace, la sicurezza e la stabilità. del resto, ciò è stato significativamente riconosciuto dai ministri degli Esteri dei paesi ex-comunisti nella riunione di dicembre del neo-costituito Consiglio di cooperazione nord-atlantico. gli avvenimenti europei che ho riepilogato mettono chiaramente in luce la singolare asimmetria che è venuta a crearsi tra Oriente ed Occidente: da un lato constatiamo l' affermarsi di forze nazionalistiche e disgregatrici e la rapida frantumazione, e financo lacerazione, dell' Unione Sovietica ; dall' altro siamo in presenza di una forte accelerazione impressa al processo di integrazione europea dai due consigli europei di Roma dell' ottobre e dicembre 1990 e, grazie a questo impulso, dai trattati adottati a Maastricht lo scorso dicembre. per quanto riguarda il trattato sull' unione politica, il Governo ritiene — compatibilmente con il non facile contesto negoziale in cui si è trovato ad operare — di essersi mosso in costante raccordo con il Parlamento nazionale e con l' Assemblea di Strasburgo . l' impegno italiano si è rivelato particolarmente proficuo in quanto ha contribuito a favorire l' avvicinamento delle posizioni in funzione di ulteriori progressi verso l' Unione Europea , anche se avremmo voluto di più. passando all' area mediterranea — agitata da evoluzioni politiche e socio-economiche molto delicate, come dimostra da ultimo il caso dell' Algeria — è stata costante preoccupazione del Governo di contribuire a creare in tutto il bacino e nell' adiacente scacchiere mediorientale condizioni di accresciuta stabilità e sicurezza. ciò per agevolare la realizzazione degli obiettivi di progresso e di benessere materiale, capaci di attenuare il divario tra nord e sud e rafforzare la democrazia e la tolleranza....... nonché il dialogo su basi paritarie tra l' Occidente ed i paesi arabi. abbiamo inoltre assicurato e continueremo a dare, sul piano nazionale e d' intesa con i nostri partners europei, il più convinto appoggio agli sforzi degli USA volti ad avviare un' iniziativa di pace diretta a sanare la controversia arabo-israeliana. ancora un riferimento desidero fare, in particolare, agli eventi verificatisi nel Corno d' Africa ... il testo sarà distribuito nella versione integrale, se qualcuno ha desiderio di leggerlo. forse a qualcuno dispiace di vedere riepilogare fatti che preferirebbe non vedere messi a consuntivo, ma non posso farci nulla! signor presidente , onorevoli Deputati , tenendo fede agli impegni programmatici, il Governo ha proseguito anche nell' adozione dei provvedimenti di attuazione dello statuto del Trentino Alto Adige . dopo le norme approvate in precedenza, il Consiglio dei ministri di questa mattina ha deliberato sulle misure residue, completando così gli adempimenti di sua competenza per la realizzazione normativa delle « misure in favore delle popolazioni altoatesine » approvate dal Parlamento nel dicembre del 1969. dei provvedimenti approvati da quella data ad oggi dal Parlamento e dai governi che si sono succeduti do conto con una sintesi che chiedo sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna. sono provvedimenti che, seguendo le procedure statutarie, hanno visto impegnate e compartecipi nelle varie sedi le rappresentanze delle popolazioni interessate e, in particolare, quelle delle minoranze tedesche e ladina: i lunghi tempi della loro realizzazione sono in buona parte indicativi della cura avuta — anche con l' apprezzato quanto difficile impegno delle Commissioni paritetiche nel ricercare un costante e collaborativo rapporto. esso ha assicurato un consenso che di per sé costituisce e deve rimanere — garanzia di stabilità dell' attuale ordinamento istituzionale delle province autonome di Trento e Bolzano nonché della regione Trentino Alto Adige . per la serenità e lo sviluppo di quelle popolazioni, la stabilità realizzata deve rimanere in coerenza con i sistemi democratici che reggono le istituzioni. consapevolmente aperti alla prospettiva europea, dobbiamo concorrervi tutti nell' interesse particolare e generale; così la corresponsabilità e il consenso politico conseguiti sinora tra i poteri centrali e le popolazioni interessate dovranno continuare anche per l' eventuale necessità di modifiche normative. ciò perché l' esperienza di questi decenni è stata in termini di arricchimento reciproco, sicché il suo valore, anche nell' interesse nazionale , è irrinunciabile. sono in corso i contatti politici e diplomatici necessari per avviare le procedure previste sul piano internazionale per addivenire alla chiusura della controversia. signor presidente , questa esposizione, lunga, ma necessariamente parziale, dell' attività del Governo dalla sua formazione ad oggi...... sarebbe ancora più incompleta se non fosse accompagnata dall' espressione del sincero omaggio per l' opera del Parlamento, che, del resto, è stata particolarmente fruttuosa nell' arco dell' intera legislatura,....... durante la quale sono stati approvati molti ed importanti provvedimenti. non potendo citarli tutti, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna di un elenco dei provvedimenti più significativi approvati nella X legislatura, che tornano ad onore di una legislatura particolarmente proficua, nonché dei già richiamati provvedimenti di attuazione delle misure a favore delle popolazioni altoatesine. signor presidente , onorevoli Deputati , concludo dicendo che all' inizio del mio intervento ho espresso la convinzione dell' opportunità di guadagnare tempo prezioso al concreto avvio di un costruttivo processo di riforma, anticipando di qualche mese una consultazione elettorale che, a cagione dell' importanza della posta in gioco , si pone come un passaggio cruciale per il futuro della nazione e richiama pertanto ciascun cittadino al senso più profondo delle sue responsabilità di elettore. il Governo dispiegherà la massima attenzione perché la preparazione e lo svolgimento delle elezioni avvengano nel rispetto pieno della libertà di tutti. per conseguire questo è necessario che la dialettica fra le forze politiche non sia turbata da alcuna interferenza e che i mezzi di informazione rispecchino correttamente posizioni ed opinioni. non voglio certo sopravvalutare la portata di isolati gesti di intolleranza che si sono avuti negli ultimi tempi, ma un clima di tensione che dovesse rattristare le prossime settimane potrebbe alimentare pericolosamente queste tendenze, con danni gravissimi che dobbiamo e possiamo evitare. le istituzioni dello Stato, mentre si prepara la XI legislatura repubblicana, devono sentirsi mobilitate per svolgere in modo esemplare e nel rigoroso ambito delle rispettive competenze la propria attività nella delicata fase del rinnovo della rappresentanza parlamentare. e ciò tanto più in quanto un lavoro impegnativo e complesso attende il nuovo Parlamento. si tratterà, infatti, di aggiornare il nostro sistema politico-istituzionale, senza con questo disattendere i principi generali di una Carta Costituzionale che ancora oggi si impone al rispetto per l' avanzato equilibrio delle sue soluzioni. in questo quadro, occorrerà definire con maggior precisione le regole che devono sovraintendere ai rapporti tra le istituzioni ed i poteri dello Stato e rivitalizzare il ruolo delle regioni, alle quali bisognerà, tra l' altro, assicurare una più efficace autonomia finanziaria. occorrerà, inoltre, por mano alla riforma dei meccanismi elettorali con l' obiettivo di contemperare la salvaguardia del pluralismo politico della nostra società civile con l' esigenza di efficacia e di concretezza dell' azione del governo . il tutto nel rigoroso rispetto del ruolo delle istituzioni rappresentative che devono restare il centro ed il presidio della vita democratica e che, in una società complessa ed articolata come quella italiana alle soglie degli anni 2000, non possiamo assolutamente permetterci il lusso di deprimere, se vogliamo che le spinte, talvolta confuse, che provengono da situazioni obiettivamente in movimento trovino sempre un foro nel quale sia possibile attuarne la reductio ad unitatem nell' interesse comune. è in questa fiducia totale nel Parlamento che dobbiamo preparare con serenità e grande chiarezza la XI legislatura della Repubblica italiana .