Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 645 - seduta del 20-06-1991
Sfiducia al governo
1991 - Governo VII Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 645
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole presidente , onorevoli Deputati , vi è un punto centrale attorno al quale vorrei costruire la risposta alle due mozioni di sfiducia , che il Governo pregherà ovviamente la Camera di respingere. quando, avvalendoci di una facoltà regolamentare, comunicammo la decisione di non voler rispondere alle quattro interpellanze che chiamavano in causa il presidente della Repubblica , tenemmo a chiarire che non ci volevamo davvero sottrarre a un dibattito sui temi importanti di attualità e di indirizzo, aggiungendo che, per questo, l' occasione sarebbe presto venuta a seguito del preannunciato messaggio alle Camere, entro i binari del quale sarebbe stato possibile confrontare tesi e verificare convergenze e divergenze, senza le complicazioni e lei inibizioni di un discorso preliminare sui rapporti fra organi costituzionali, sempre difficile e di ardua enucleazione in un momento psicologicamente molto caldo come l' attuale. la stringata concisione delle norme scritte sui vertici dello Stato non rende agevoli interpretazioni univoche né spetta al Governo di inoltrarsi nel labirinto delle varie tesi sostenute in dottrina. meglio è fare affidamento, in questa sede di alta politica, sull' esperienza di quasi cinquant' anni di prassi repubblicana, variegata notevolmente in relazione alle circostanze ed anche al temperamento ed alla personalità dei diversi titolari delle massime responsabilità nazionali. ho avuto già l' opportunità di reagire in Parlamento ad attacchi e manovre messi in atto contro il Capo dello Stato che, rappresentando come tale un patrimonio ed un valore comune della nazione, dovrebbe essere sempre tenuto fuori dalle mischie politiche. che vi siano state improvvide iniziative in proposito — ieri l' onorevole Forlani ha ricordato persino chiassosi ed ingiuriosi cortei — è fuori di dubbio; anche se è giusto ricordare la pronta e quasi unanime reiezione dell' iniziativa incriminatoria, presa dall' onorevole Russo Spena contro il presidente Cossiga. e oggi da valutarsi positivamente che la discussione sulle mozioni abbia di regola spostato l' obiettivo sul Governo, che è l' interlocutore naturale del Parlamento. per gli atti del presidente che richiedono proposta e controfirma governativa non sorgono problemi; ma, a mio avviso, anche per i documenti presidenziali autonomi è il Governo che, con la controfirma, ne assume la responsabilità ed ha il diritto dovere di spiegarli e di difenderli. è un problema né semplice né nuovo. più volte, ora con mano delicata e con il garbo dovuto, ora con malcelati sottintesi e desiderio ostentato di confusione, abbiamo visto politici e giornalisti vivisezionare le norme della Costituzione per presentare gli argomenti di una tesi ampia o di una tesi restrittiva delle prerogative del Capo dello Stato . trentacinque anni fa io stesso intervenni a difesa del presidente Gronchi, accusato di aver detto pubblicamente durante una crisi ministeriale « di dovere » — cito — « collaborare alla formazione del Governo per farlo corrispondere alle esigenze del paese e per far rispettare l' autorità ed il prestigio del Parlamento » . ritenni di scrivere in quella circostanza che non può configurarsi l' obbligo per il presidente di firmare un atto senza riconoscergli l' esercizio — autonomo o stimolato, esclusivo o concorrente — di una valutazione e di una volontà. valore della firma — aggiungevo — che si applica anche al presidente del Consiglio e ai ministri. ma il modo con cui la volontà dei proponenti e quella presidenziale si devono incontrare rientra nella gamma di procedure, di contatti e di intese che, all' insegna del riserbo e della scrupolosa lealtà mutua, formano lentamente il prezioso corredo della prassi costituzionale. evidentemente, l' avverbio « lentamente » era difettoso, se ancora oggi in materia il discorso rimane apertissimo. ma voglio sgomberare il terreno da un argomento che è riecheggiato nell' illustrazione dell' onorevole Occhetto ed è stato ripreso da altri colleghi; più di tutti dall' onorevole Tortorella, che, per far parte del comitato parlamentare sui servizi di informazione e sicurezza, conosce molto bene le situazioni. in piena sintonia con il presidente della Repubblica , il Governo ha dichiarato e conferma di essere non meno di altri interessato a far luce integrale su tutta la vicenda, che deve essere comunque esaminata e valutata collocandone l' origine ed i comportamenti nelle fasi storiche tanto diverse lungo il tempo: dal quotidiano e fondato timore di un' invasione militare sovietica al felice superamento della minaccia, dovuto congiuntamente alla perestrojka dell' est europeo ed alla congrua dissuasione creata dalle strutture difensive dell' Alleanza occidentale. la storia non può essere cancellata e non sono consentite retrodatazioni di rasserenamento e di autocritica. la collaborazione con le Commissioni e le magistrature che si occupano della questione è piena. nel fissare alcuni punti fermi di carattere giuridico il Governo — che si sente, ripeto, dalla stessa parte degli indaganti nel voler far luce — aveva pensato ad un verdetto in un certo senso preliminare di un collegio di saggi, individuandoli negli ex presidenti della Corte costituzionale . la ritenuta impossibilità ad aderirvi di uno degli ex presidenti impedì che si potesse realizzare questo altissimo parere pro veritate . si chiese allora e si ebbe un chiaro documento dell' Avvocato generale dello Stato che, mi consentirà l' onorevole Tortorella, è più importante di certe affermazioni o pretese rivelazioni di qualche appartenente ai servizi, in qualche caso di sospetta obiettività per la sua storia personale. attendiamo senza alcuna apprensione l' esito di tutti gli approfondimenti e respingiamo con forza ogni insinuazione circa propositi di ostacolarli e abusi nell' apposizione del segreto. la materia è senza dubbio rientrante in parte nell' ambito della pianificazione militare dell' Alleanza e come tale comporta alcuni obblighi sui temi di esclusiva natura strategico-operativa. ma abbiamo offerto a tutti, commissioni e giudici, il mezzo per poter conoscere tutto, superando — è vero — anche qualche resistenza professionale dei servizi. il 28 febbraio scorso scrivevo al presidente Gualtieri: « nel nostro incontro successivo alla tua lettera del 19 dicembre ti confermai la inequivoca volontà del Governo di mettere a disposizione della tua Commissione ogni documento comunque utile a perseguire l' approfondimento del compito che vi è assegnato. e dissi che nel caso alcune carte avessero contenuto anche elementi internazionali di riservatezza, si doveva trovare il modo di conciliare la conoscenza da parte vostra con il necessario riserbo esterno. a questo fine — continuavo — confortato da tutte le necessarie sedi giuridiche, ritengo che venga incontro la disciplina prevista dal codice penale (articoli 256, 30 comma, e 262) e dal codice di procedura penale (articoli 114, 5° comma, e 472, 1° comma). in questa cornice — proseguivo — ti rimetto l' accordo SIFAR-CIA del 1956, il cui testo è stato già inviato al comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato fin dal 15 novembre 1990. il comitato, avendo l' obbligo assoluto del segreto, non comportava infatti le difficoltà che abbiamo dovuto analizzare, nei riguardi sia dell' autorità giudiziaria che delle commissioni aventi le prerogative della stessa autorità » . così concludevo la mia lettera: « comunque il testo è allegato e sarebbe opportuno, oltre che utile in questa occasione, che studiaste ed adottaste il meccanismo per salvaguardare l' esigenza di evitare la pubblicità nei casi del genere. analoga procedura io richiedo alla magistratura » . ma ritorniamo all' argomento principale del nostro dibattito. nella riunione della conferenza dei presidenti di gruppo alla quale fui gentilmente invitato, accennando al proposito del presidente di inviare un messaggio alle Camere, mi permisi di chiedere che la Giunta per il regolamento studiasse e suggerisse una procedura per dar seguito a questo tipo di autorevolissime iniziative; e sono lieto di apprendere che la Giunta ha iniziato ad occuparsene. la prassi sin qui seguita è infatti deludente: non vi sono precedenti di dibattito parlamentare su messaggi ricevuti dal Capo dello Stato ; solo nel 1975 si registrò una discussione su tale punto presso entrambe le Camere che fu risolta in sede di conferenza dei presidenti di gruppo con il diniego di discussione. la questione fu riproposta sia alla Camera che al Senato in Assemblea ad opera del MSI-Destra Nazionale , ma la proposta di inserire nel calendario dei lavori la discussione del messaggio fu respinta in entrambe le Camere. soltanto in riferimento al recente messaggio del febbraio 1991 del presidente Cossiga sui problemi di funzionalità del Consiglio superiore della magistratura le Commissioni I e II della Camera dei Deputati — alle quali detto messaggio era stato trasmesso — iniziarono un esame dei problemi relativi ai temi in questione, dicendo di farlo « anche in riferimento al messaggio del presidente della Repubblica del 6 febbraio 1991 » . rilevo che detto messaggio era stato dal presidente fatto esaminare dal Governo, prima della controfirma del ministro Vassalli. in quanto alla capziosa interpretazione — non si sa bene di quale fonte — dell' esito del referendum sulla preferenza unica come delegittimazione politica dell' attuale Camera dei Deputati , non possiamo non rilevare, per troncare ogni polemica, che nella lettera alla Presidenza Iotti del 16 giugno il Capo dello Stato non solo non esprime un avviso diverso, ma prende atto « con viva soddisfazione » dell' opinione espressa dalla presidente, concordemente al parere del presidente del Senato Spadolini e del Governo, che le norme della legge elettorale cancellate con il referendum non hanno creato motivi — cito — « né di convenienza, né di necessità etico-politica che autorizzino lo scioglimento dell' Assemblea » . per quanto riguarda la parte della lettera che concerne — in via generale — il ruolo del Governo nell' ipotesi di scioglimento, occorre discuterne serenamente al di fuori dell' attuale fase politica carica di emotività e di polemiche, non dimenticando, peraltro, che la Costituzione della Repubblica legittima solo il Parlamento, attraverso l' approvazione di una mozione di sfiducia , a poter porre fine ad un Governo indipendentemente dalla sua volontà. alcune norme recenti ostili alle crisi extraparlamentari hanno, ove ve ne fosse stato bisogno, rafforzato questa precisa garanzia istituzionale. ritengo, altresì, che non mancherà sede e momento per valutare con serenità quanto il presidente della Repubblica , nell' intento generoso di riconoscere al Governo una totale libertà nei dibattiti con il Parlamento, ha scritto circa un ambito di « competenze disgiunte tra presidente della Repubblica e Governo » nel quale ognuno debba rispondere in via di principio dei propri atti. potrebbe anche risultare comoda per il Governo questa affrancazione da corresponsabilità, ma, opinando ed agendo fino ad ora diversamente, noi abbiamo inteso salvaguardare la massima istituzione dello Stato come tale ed anche allontanare dal presidente Francesco Cossiga critiche e censure che preferiamo prendere a nostro carico, rispondendo al Parlamento. in quanto al discorso sulle riforme, che è obiettivamente aperto (basti pensare alle differenze profonde dell' Italia del 1946 da quella di oggi e alla sopravvenuta realtà sempre più condizionante della Comunità Europea ), dobbiamo affrontarlo in modo politicamente valido, senza mai dimenticare che la Costituzione, fino a che non verrà cambiata, si deve rispettare senza eccezione alcuna, compreso l' articolo che fissa con gelosa precisione le procedure per il suo aggiornamento. non a caso in quarantatré anni sono state apportate soltanto quattro modifiche: per rendere fisso il numero dei parlamentari ed equiparare la durata della Camera e del Senato, per regolare la vita della Corte costituzionale ; per i procedimenti ministeriali d' accusa; e per l' istituzione della regione Molise. l' esperienza globale del funzionamento dello Stato in tutte le sue accezioni suggerisce da tempo una revisione, per orientare la quale potemmo contare anche sul prezioso lavoro svolto dalla Commissione Bozzi, dalla quale lo stesso caro e rimpianto nostro collega trasse una serie di proposte legislative, rimaste però in archivio. si può prevedere una tantum una stagione costituente che consenta di predisporre e di votare una organica risistemazione delle strutture repubblicane per renderle più idonee alla realtà attuale ed a quella prevedibile del futuro? in tale direzione mi ero mosso nel predispone il programma di Governo , con il proposito — presentando subito la legge costituente autorizzativa ad hoc — di dare un chiaro segnale di volontà riformatrice, da attuarsi nel primo biennio dell' XI legislatura con procedure più snelle di quelle saggiamente fissate come norma stabile. avevo anche aggiunto, per venire incontro ad una legittima tendenza di associare direttamente il popolo in questo disegno così importante e delicato, che doveva prevedersi la sottoposizione finale a referendum anche se le Camere avessero votato la riforma con una maggioranza superiore ai due terzi , che secondo l' articolo 138 in vigore esclude il ricorso al referendum stesso. l' accordo tra i partiti di Governo non si trovò perché i colleghi socialisti — lo ha accennato ieri l' onorevole Di Donato — vorrebbero salvaguardare la possibilità di sottopone a referendum anche un testo, per così dire, risultato minoritario in Parlamento, il che potrebbe forse essere accolto per l' ipotesi di una mancata approvazione di un testo, ma non in alternativa ad una maggioranza realizzatasi. resterebbe sempre la possibilità, per chi ritenesse che il testo approvato non fosse corrispondente alle alte esigenze della nazione, di propone agli elettori di respingerlo, creando così la base politica per un nuovo corso, anche senza la ghigliottina suggerita dall' onorevole Pazzaglia. e un discorso aperto, nel quale dobbiamo però non dimenticare mai che la Costituzione del 1948 ha resistito e ha dato buoni frutti proprio perché i costituenti seppero trovare giorno dopo giorno punti di mediazione e di intesa, non impediti neppure dalle profonde lacerazioni politiche nel frattempo intervenute. i colleghi che auspicano l' introduzione di nuovi tipi di referendum non sono davvero eversivi, ma non dimentichino che per crearli, prima della eventuale ipotizzata stagione costituente, occorre passare per la strada rigorosamente prevista dalla Costituzione, e cioè per il Parlamento. mi si lasci dire che io provo un intimo disagio quando sento contrappone il « popolo sovrano » alle assemblee rappresentative legittimamente elette. senza accorgercene, potremmo generare tossine che — la storia ci insegna — hanno corroso altrove le istituzioni aprendo la strada alle avventure. in quanto alla legge elettorale , il ministro dell'Interno sta raccogliendo l' avviso delle varie forze politiche per vedere se e come debba farsi, dopo il referendum, una proposta governativa. sembra che sulla riduzione territoriale delle circoscrizioni a seguito della preferenza unica e su una modesta riserva di mandati per le liste nazionali vi sia un certo consenso, mentre restano, sembra sino ad ora, divergenti le linee di riforme più incisive anche in seno alla maggioranza. ma su questo il ministro Scotti sarà in grado di riferire al più presto alle Camere. onorevoli colleghi , in alcuni interventi è stato attaccato il Governo perché non sarebbero stati conseguiti i risultati programmati per la lotta alla criminalità e per il riassetto della finanza pubblica . non possiamo, davvero, dire che la situazione sia assestata ma le critiche indiscriminate sono ingiuste e vanno respinte. alcune misure correttive di punti fragili del nostro sistema si sono finalmente potute proporre e cominciare ad attuare. la magistratura ha compreso che nessuno vuole toccare le garanzie di inamovibilità, ma che un ordinamento che preveda la paralisi degli organi inquirenti e giudicanti quando nessuno faccia domanda per andare a coprire le vacanze è poco meno che folle. eppure era così. in quanto ai pubblici ministeri, nessuna iniziativa è stata presa per modificarne la dipendenza, mentre sono in corso disegni di coordinamento, sui quali vi sono tesi diverse nell' ambito degli stessi magistrati. la chiamata al ministero di uno dei procuratori più coraggiosi nella lotta alla criminalità organizzata , la normativa contro il denaro sporco ed il proposito di rivedere la mappa dei soggiorni obbligati che, senza che lo si volesse, invece di isolare i mafiosi, ne ha fatto lungo gli anni una rete di espansione e di moltiplicata influenza, non sono che tre dei non pochi provvedimenti che i ministri della giustizia, dell' Interno e del Tesoro stanno adottando con fermezza. non perdiamo, intanto, di vista le necessità primarie della prevenzione, nell' ottica della quale si inquadra l' azione economica e sociale per il Mezzogiorno e la cura perché le necessarie ristrutturazioni industriali non arrechino colpi insopportabili alle aree più fragili della nazione. sotto questo profilo, vorrei invitare qualche collega, che sembra preoccupato di un eccesso di intervento governativo sulle aziende pubbliche, a documentarsi meglio e ad essere per di più coerente quando lamenta scarsezza di indirizzo politico . quanto al risanamento finanziario, è già in atto e non mancherà ulteriormente nelle Commissioni ed in Aula l' occasione per chiarire ogni punto, spiegando i fatti nuovi verificatisi, come il mancato utilizzo consistente delle norme sulle rivalutazioni dei cespiti aziendali, che erano state adottate come volontarie per venire incontro alla categoria, ma che ora per i beni immobili dovranno essere obbligatorie. certe prediche, però, qualcuno può anche risparmiarcele, perché i limiti presenti del debito pubblico non sono il frutto perverso di una volontà di pochi, ma il risultato fatale di un indirizzo generale di spesa che è di lunga data. è intanto urgente che si completino l' iter della riforma del contenzioso tributario (per recuperare cespiti e restituire funzionalità agli uffici) e quello per la finanza locale . qui il discorso deve rivolgerlo prevalentemente ai colleghi della maggioranza. purtroppo siamo ancora incapaci di realizzare un contatto quadrangolare stabile tra gruppi parlamentari , membri delle Commissioni, segreterie ed uffici tecnici dei partiti ed, infine, il Governo, per dare alla nostra azione comune coordinamento, serietà e slancio. certi personalismi e troppe assenze disorientano e danneggiano, rischiando davvero di dare un colpo grave alla funzionalità globale della Camera. in particolare, nel settore finanziario tale discrasia colpisce e preoccupa. i ministri cercheranno di avere più frequenti rapporti, anche preventivi, ed io stesso intensificherò gli incontri con i capigruppo. dobbiamo mettere in conto che i mesi che abbiamo dinanzi non sono molti e che questa volta non dovrà esservi l' alibi giustificativo della legislatura accorciata. importanti norme costituzionali sono in corso di approvazione ed alcune incideranno in profondità sul nostro lavoro. la legge sul bicameralismo ed il decentramento, 1 articolo 81, la disciplina dei decreti legge , il rigore nelle amnistie non sono che alcuni temi che abbiamo la possibilità di condurre in porto , dando un ulteriore contributo alla notevole produttività della decima legislatura repubblicana. la censura che è stata presentata — come se non bastasse quella generale — contro il ministro Carli è profondamente ingiusta per la persona e comunque intempestiva, perché il Governo sta finendo di mettere a punto il disegno di riforma delle pensioni e non è lecito fare un processo ad intenzioni che non esistono. il rigore è necessario e la vera tutela dei pensionati non la si fa con invettive di lieve sapore demagogico, ma evitando che i conti relativi — aggravati dai fattori che tutti conosciamo — arrivino ad un livello di insostenibilità. gradualità e perequazione saranno certo di guida in questa responsabile operazione. al ministro Carli esprimo particolare gratitudine, perché con il suo prestigio personale, nazionale ed internazionale, non solo aiuta i risparmiatori ad avere fiducia nei rinnovi dei prestiti, ma sta dando alla conferenza europea per l' unione economico-monetaria un contributo di altissimo valore, che corregge l' immagine negativa che certi squilibri tuttora esistenti darebbero altrimenti alla nostra nazione. onorevoli Deputati , sarebbe logico, ma mi riservo di chiedere di poterlo fare dopo il Consiglio europeo e la prossima riunione del vertice dei paesi industrializzati , dedicare la nostra attenzione ai grandi problemi della costruzione comunitaria e della pace mondiale su cui si stanno avendo in questi giorni nuovi contributi. non l' ho fatto oggi per non sembrare a qualche collega meno benigno che volessi sfuggire ai temi specifici per cui ci siamo riuniti. forse la democrazia, onorevole Bassanini, non può che essere sempre incompiuta. ed è necessario sforzarsi di migliorare di continuo strutture e regole di convivenza. tuttavia, nell' ansia del rinnovamento non deve sfuggire che, anche con il sistema attuale, possono aversi mutamenti importanti ed emergere nuove espressioni rappresentative, quale che sia il giudizio politico che ognuno di noi può dame. non è casuale che ieri ed oggi abbiamo sentito evocare molte volte qui il voto del 9 giugno: mai quello della domenica successiva, che non ha dimostrato davvero che i partiti della maggioranza non godono del sostegno degli elettori. invito la Camera, qualora i proponenti non le ritirassero, a voler respingere tanto la mozione di sfiducia Occhetto ed altri quanto la mozione D'Amato Luigi ed altri contro il ministro Carli.