Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 618 - seduta del 19-06-1991
SIFAR
1991 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 805
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il mio compito sarebbe brevissimo se dovessi motivare soltanto il rifiuto della fiducia a questo Governo. si è detto all' inizio che un rimpasto non sarebbe stato adeguato perché si sarebbe dovuto, attraverso la crisi, dar vita ad un nuovo Governo cambiandone il programma e che il centro di questa novità programmatica avrebbero dovuto essere le riforme istituzionali , da tempo agitate ma mai seriamente affrontate. invece, in conclusione, la crisi si è trasformata in un rimpasto non riuscito che ha segnato (abbiamo tutti ascoltato l' appassionata denuncia dell' onorevole La Malfa ) la fine, almeno per il momento — e speriamo per sempre — del pentapartito. per di più, invece che un dibattito programmatico aperto e alla luce del sole, l' occhio del tifone ha investito una lotta aspra, per l' assegnazione del dicastero delle poste, che presiede alla gestione nel settore delle comunicazioni e dell' informazione, fondamentale sotto molti aspetti e decisivo della vita democratica . tanto basta e avanza per motivare la più netta e totale sfiducia. ma andiamo alla sostanza dei fatti. questa crisi ministeriale non è stata rituale, non ha seguito la routine delle precedenti. essa è stata la rappresentazione eloquente di una crisi di fondo che va assai al di là della fine di un ministero e dell' inizio di un altro. usando una formula gramsciana si può definirla ormai « crisi organica dello Stato e della politica » . senza alcun piacere e senza il gusto della polemica dico che sono davvero colpito e preoccupato perché, onorevoli della maggioranza, non avete colto assolutamente l' inquietudine, l' insofferenza e il fastidio che attraversa il paese e che monta nel paese. aggiungo anzi che vi siete comportati con autolesionismo — credo inconsapevole — fornendo un' ulteriore e robusta dose di fatti e di argomenti che incrementano ed accelerano la crisi di fiducia di cui portate la massima responsabilità. attenzione: state alimentando smarrimento e disaffezione nei confronti della politica e dei partiti. la democrazia stessa potrebbe soffrirne. e non ve lo dico solo io — ve lo ha detto anche pochi minuti fa l' onorevole La Malfa — ma soprattutto il paese. ma una cosa deve essere molto chiara. noi saremo i primi a combattere ogni forma di generico qualunquismo, quel qualunquismo che è l' altra faccia di tutto un modo perverso di gestire la cosa pubblica . così non vogliamo limitarci a segnalare la crisi; sentiamo il dovere ed abbiamo l' ambizione, nazionale e democratica, di indicare la strada per risolvere la crisi, vogliamo contribuire a risolverla. tanto più dunque dobbiamo dirvi con severità che sulla strada che avete seguito in questa occasione non avete certo tolto argomenti a quanti sono decisi o tentati di buttare con l' acqua sporca anche il bambino. la reazione perversa che porta al rifiuto dei partiti in quanto tali viene alimentata se si resta inchiodati ad un vecchio sistema di potere. lei, onorevole Forlani, ha considerato l' attuale travaglio del Pds come parte del concreto quadro politico italiano di oggi e di ciò la ringrazio; ma — se mi consente — lo ha fatto in modo sicuramente strumentale. il nostro travaglio, per usare il suo termine (ed io dico il nostro coraggio innovativo), è un esempio o almeno un termine di confronto di ciò che vuol dire autoriforma di un partito in funzione di una riforma della politica, delle istituzioni, dello Stato ed al servizio della nazione. così ha detto con certezza che il nostro è il tempo politico caratterizzato dalla caduta dei muri; sono d' accordo ed ho avuto modo di dirlo il 10 novembre 1989, e noi abbiamo fatto la nostra parte. ora riflettete se, non facendo voi la vostra, alla fine non vi tocchi un travaglio anche più arduo. ma, onorevole Forlani, non potete scambiare un dibattito fecondo per mancanza di una linea politica precisa. nel corso di questa crisi nessun' altra forza politica ha avuto una linea di condotta altrettanto coerente ed una capacità di proposta così limpida. abbiamo proposto un metodo ed una procedura per avviare ed incardinare una fase costituente; abbiamo indicato una strada che garantisce un equilibrato rapporto tra la responsabilità del Parlamento ed il necessario ricorso al parere degli elettori. esattamente su questo punto ha gettato la spugna questo Governo e la maggioranza che lo esprime: non venite dunque a parlarci di coesione e di convergenza! abbiamo anche indicato una precisa linea di riforma istituzionale , che è quella di dare ai cittadini il potere di determinare direttamente con il voto gli indirizzi, i programmi e la maggioranza di Governo, di attribuire ad una sola Camera — con un ridotto numero di membri — il potere legislativo , di rafforzare i poteri e le competenze delle regioni facendo capo ad una seconda assemblea nazionale , la Camera delle regioni, di regolare e riformare poteri e strumenti essenziali come la Pubblica Amministrazione e l' informazione. ebbene, onorevole Forlani, non mi risulta che nella Dc — sia pure senza il nostro travaglio — vi sia unanimità di posizioni su nessuno di questi temi, né sul metodo, né sugli strumenti di riforma costituzionale , né sulle proposte di riforma. la nostra invece è una grande riforma forte e coerente e che tuttavia siamo disposti a confrontare con le posizioni di chiunque altro mostri la disponibilità a misurarsi davvero sullo stesso terreno. noi la riforma delle istituzioni la vogliamo davvero; anche per questo daremo tutto il nostro sostegno al referendum per una nuova disciplina delle preferenze, che può introdurre un' innovazione limitata ma significativa ed incisiva e che può dare impulso ad un più generale processo di riforma. lo svolgimento di questa crisi di Governo — a differenza di tutte le precedenti — ha reso evidente l' improduttività delle coalizioni coatte, ripetitive e senza alternative. l' esito inevitabile della coalizione coatta è la somma zero sul terreno delle riforme. certo, noi lo sappiamo, l' unico argomento su cui la Democrazia Cristiana può fare affidamento è la difficoltà al prender corpo di un' alternativa. chiediamo pertanto ai compagni socialisti di meditare su questo fatto. la nostra condotta nel corso della crisi ha offerto un sicuro riscontro, solo che si voglia passare dall' agitazione propagandistica all' effettiva volontà di avviare una riforma del sistema politico e di aprire una fase nuova nella vita della Repubblica. con l' intervento in questo dibattito dell' onorevole Alfredo Reichlin abbiamo proposto una precisa connessione fra riforma istituzionale ed innovazioni nella linea di condotta sui problemi economici e sociali. su alcuni problemi di politica economica Craxi ha ieri esposto opinioni e propositi convergenti con quelli precedentemente enunciati da Reichlin. è dunque possibile delineare basi programmatiche comuni a sinistra, prima fra tutte la riforma fiscale ; su altre questioni sarebbe auspicabile cercare e trovare un comune orientamento riformatore, a partire dalle questioni dei tempi poste dai movimenti femminili fino a quella dei servizi per gli anziani ricordata poco fa dall' onorevole Andò. tuttavia mi sembra che resti ancora da parte del partito socialista una profonda incertezza, anche se il richiamo ad un ampio arco di forze di sinistra che Craxi ha qui voluto fare potrebbe essere interpretato — con un certo ottimismo della volontà, me ne rendo conto — come un primo accenno alla possibilità di aprire una strada nuova. siamo pronti a percorrere quella strada sulla base del rispetto reciproco e di una feconda ricerca programmatica. anche a sinistra vi è un obbligo: quello di mettere finalmente le carte in tavola , giocare a viso aperto e assumersi davvero la responsabilità dell' alternativa. fra poco voteremo sulla fiducia al Governo che qui è stato presentato. noi negheremo questa fiducia; presto l' itinerario formale prescritto dalla Costituzione sarà compiuto e si dirà — naturalmente sarà legale — che il Parlamento ha espresso e che il Governo ha ottenuto la fiducia. ma tutti ci rendiamo conto che tale fiducia sarà data in un momento estremamente delicato, nel quale cresce come beffardo contrappunto la sfiducia del paese verso le istituzioni democratiche. la crisi ed il varo di questo Governo hanno segnato e segnano un ulteriore aggravamento della situazione. noi, al contrario, vogliamo dedicare tutte le nostre energie per ricreare una piena e costruttiva fiducia fra i cittadini, la politica e le istituzioni. proprio per questo, neghiamo la nostra fiducia al settimo Governo presieduto dall' onorevole Andreotti.