Achille OCCHETTO - Deputato Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 596 - seduta del 22-02-1991
SIFAR
1991 - Governo III Moro - Legislatura n. 4 - Seduta n. 803
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , sembra che a nessuno possa sfuggire la novità di grandissimo rilievo che sta dinanzi a noi, perché da questa notte siamo entrati in una fase del tutto nuova: si è aperta un' importantissima pagina e nuove carte sono state fornite alla diplomazia su scala internazionale, in quanto si è avviata una concatenazione di eventi negoziali che può portare all' obiettivo fondamentale, il ritiro dal Kuwait, e che tuttavia potrà conoscere ancora momenti di difficoltà. tuttavia l' inizio è buono. andiamo infatti all' essenziale: noi tutti abbiamo giudicato, in questi giorni, il piano di pace presentato da Gorbaciov decisamente positivo; le stesse posizioni assunte dal presidente del Consiglio esprimevano un' attenzione verso quell' iniziativa di pace in quanto conforme alle risoluzioni dell' Onu. ebbene, questa notte è venuto da Mosca l' annuncio che tutti aspettavamo: il portavoce di Gorbaciov ci ha detto senza esitazione che l' Iraq ha risposto di sì al piano di Gorbaciov, dichiarandosi per la prima volta disponibile al ritiro incondizionato delle proprie truppe dal Kuwait. concordo quindi con l' apprezzamento pronunciato questa mattina dall' onorevole Andreotti, che rivela come tale affermazione abbia riacceso la fiducia nella fine del conflitto. questo ritiro, come abbiamo appreso, potrà realizzarsi nel contesto di alcune modalità, che sono certamente discutibili e che saranno discusse, ma che non possono in nessun modo offuscare e mettere in secondo piano il significato della decisione più importante, che rimane l' accettazione di un ritiro incondizionato dal Kuwait. naturalmente rimangono ancora aperte specificazioni che vanno valutate analiticamente, per quanto riguarda i contenuti e la concretezza delle loro definizioni. però, al fine di non lasciare nulla di intentato, deve essere chiaro, onorevoli colleghi , che, se in un piano di pace alcune modalità possono essere considerate più o meno accettabili da questa o quella parte e possono quindi essere oggetto di attenta negoziazione, ciò non toglie che tale negoziazione non debba in alcun modo fare passare in secondo piano il dato essenziale rispetto al quale tutte le forze in campo devono saper orientare positivamente la loro iniziativa. e il dato essenziale è che si è aperta una prospettiva di trattativa su una base negoziale estremamente concreta e che per la prima volta dall' inizio del conflitto la risorsa negoziale ritorna prepotentemente in campo. ebbene, signor presidente del Consiglio , a noi appare del tutto evidente che da questa considerazione preliminare discende una conseguenza primaria: che la trattativa deve essere in ogni modo tenuta aperta e deve essere altrettanto chiaro che il giudizio sulle proposte in campo non può essere formulato da una sola grande potenza. infatti non è sufficiente il giudizio positivo dell' Urss (con il quale mi sembra tuttavia sia difficile non concordare per l' essenziale), ma deve essere anche chiaro che non è sufficiente il giudizio dei soli USA o di una parte della coalizione. le modalità attraverso le quali la comunità internazionale deve decidere in questa fase sul come fare rispettare le risoluzioni dell' Onu devono essere discusse e valutate oltre che dall' insieme delle forze della coalizione che sono impegnate nel Golfo anche dalle Nazioni Unite . per tutti questi motivi, chiediamo che il governo italiano , in coerenza con giudizio positivo precedentemente formulato nei confronti dell' iniziativa sovietica, muova verso gli USA, verso gli altri partners dell' Alleanza, verso la Comunità Europea e verso l' Onu, tutti i passi necessari volti ad aprire una trattativa immediata. credo non possa sfuggire a nessuno che, nella fase che si è aperta, la stessa questione della cessazione del fuoco riveste aspetti nuovi, che vanno attentamente considerati, in quanto si colloca in un contesto diverso da quello che aveva condotto noi stessi a formulare tale richiesta al fine di favorire l' apertura di una trattativa. oggi infatti la cessazione del fuoco assume un valore molto più stringente e significativo, dal momento che è strettamente collegata ad un impegno preciso, ad un' immediata possibilità negoziale ed alla accettazione da parte dell' Iraq di ritirarsi dal Kuwait. credo che nessuno possa infatti non comprendere che la richiesta che il ritiro delle truppe irachene avvenga al riparo della sospensione delle ostilità militari è una richiesta più che ragionevole e che gli obiettivi in campo sono tali da non dover essere sacrificati ad inutili intransigenze negoziali. infatti, nulla può esimere la comunità internazionale dall' assunzione di una responsabilità di ben più ampia portata. questo è per davvero il momento di combattere insieme fanatismo ed inutili intransigenze. a tal fine noi riteniamo che il governo italiano debba tentare di tutto per far cessare le iniziative militari e perché le sorti della pace siano sottratte a decisioni unilaterali sul terreno militare. per questo occorre affidare al Consiglio di sicurezza dell' Onu la valutazione della nuova fase che si è determinata, in quanto spetta all' Onu il compito di prendere in esame la conformità delle iniziative di pace in campo con l' obiettivo fondamentale che ha ispirato le dodici risoluzioni: cioè la liberazione del Kuwait. non possiamo infatti non sottolineare, elevando un monito serio e severo, che ogni atto unilaterale, che in questo momento mettesse a repentaglio le prospettive di una trattativa, potrebbe essere giudicato come un atto che si muove al di fuori delle risoluzioni delle Nazioni Unite . infatti, onorevoli colleghi , anche alla luce della discussione in corso , la cessazione del fuoco è strettamente legata all' esecuzione di un accordo che deve essere perseguito con prontezza e che nello stesso tempo comporta la piena conferma e la coerente esecuzione da parte dell' Iraq delle posizioni annunciate da Tarek Aziz . e per tutti questi motivi che noi chiederemo alla Camera dei Deputati di impegnare il Governo a sostenere in tutte le sedi la ricerca di un' intesa sulla base del piano di pace sovietico e ad aprire, immediatamente dopo, la strada per avviare a soluzione, un sistema di sicurezza, tutti gli altri problemi della regione mediorientale, a partire dalla questione palestinese . onorevole Andreotti, lei questa mattina ha assunto un atteggiamento aperto e carico di fiducia per quanto è avvenuto questa notte a Mosca. da parte nostra noi chiediamo che tale fiducia non sia sostenuta soltanto dagli auspici e che non sia offuscata da incertezze e compromissioni che non vadano rapidamente alla sostanza della questione. chiediamo, al contrario, che sia sostenuta da atti concreti e conseguenti. per questo insistiamo sulla nostra risoluzione che impegna in modo più stringente il Governo a concrete iniziative. nello stesso tempo mi pare di poter assumere alcune affermazioni contenute nella replica dell' onorevole Andreotti e le sue valutazioni sulla nostra risoluzione come un' indicazione che va nel senso dell' apprezzamento del piano di Gorbaciov, inteso come uno strumento utile per la cessazione del fuoco e la liberazione del Kuwait e che facilita una soluzione pacifica dei problemi dell' area mediorientale. per questo giudicheremo il Governo alla prova dei fatti, votando naturalmente contro il sostegno dell' azione complessiva del Governo, in conformità alla nostra posizione di fondo sulla guerra e, quindi, astenendoci sulla replica del presidente del Consiglio a conclusione del dibattito. con questo atto noi mettiamo alla prova il Governo sulla base delle affermazioni del presidente del Consiglio , auspicando che non siano contraddette a motivo di contrasti interni al Governo. sentiamo in queste ore di trepidazione che la pace può essere più vicina. vediamo, con la necessaria freddezza, i rischi che ancora incombono sul mondo e sulle sorti della pace; dobbiamo però abituarci tutti a pensare che il governo del mondo deve essere veramente nelle mani di tutti, quindi anche in quelle dell' Italia. per questo è giunto il momento di far sentire con chiarezza la nostra voce, perché essa sovrasti il fragore delle armi e perché la parola passi immediatamente dalle armi alla trattativa. le sorti della pace, onorevole Andreotti, sono anche nelle nostre mani. facciamo quindi tutti e fino in fondo il nostro dovere.