Emma BONINO - Deputato Opposizione
X Legislatura - Assemblea n. 574 - seduta del 16-01-1991
Sulla situazione del Golfo Persico
1991 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 574
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghe e colleghi, signor presidente del Consiglio mi sono a lungo interrogata in queste ore per capire quale fosse il voto che potesse esprimere, interpretare ed affermare in modo chiaro due convinzioni che profondamente sento. la prima convinzione attiene al mio deciso schierarmi, come non violenta, a difesa del diritto, e del diritto internazionale e quindi, a fianco delle Nazioni Unite ed a sostegno della applicazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza . diritto internazionale che si deve affermare anche con l' uso della forza in extrema ratio quando tutte le armi della diplomazia (e non dei vari pellegrinaggi) e delle pressioni internazionali siano fallite e le armi della non violenza attiva, che non vi appartengono come cultura, non siano state neppure tentate. l' altra convinzione è il mio « no » più fermo, più convinto e più intransigente alla politica estera basata sugli affari, sul commercio delle armi, sulle tangenti, politica che avete perseguito con pervicacia ed ostinazione anche di fronte ai tragici e fallimentari risultati. lei, signor presidente del Consiglio ha « giustificato » poco fa, parlando di slancio ecumenico, l' aiuto militare dato da tanti paesi, compreso il nostro, negli anni passati al dittatore Saddam Hussein . i risultati che abbiamo di fronte dimostrano il fallimento e la tragedia che questo slancio ha procurato. ma quanti altri dittatori, criminali e sanguinari, ci vorranno ancora prima che ci si convinca che bisogna voltare pagina? quanti altri Siad Barre , quanti Menghistu, quanti Pinochet alimenterete ancora prima comprendere che il vero « affare » è aiutare la democrazia, che esportare democrazia può rendere di più che esportare armi, è più vantaggioso delle stesse tangenti, che la democrazia non è il lusso dei paesi ricchi, ma l' unico, il vero presupposto del diritto e della pace? stretta tra queste due contrastanti convinzioni non riuscivo a « trovare » il voto giusto. ma poi mi sono resa conto che non di questo si trattava, non questa era la posta in gioco . la nostra opposizione alla vostra politica di sterminio e di sopraffazione non cederà e non arretrerà di un millimetro: ma non è questo oggi il problema: non è lei, signor presidente del Consiglio , non è la politica del Governo, oggi il punto da cui partire e su cui confrontarsi. oggi il confronto sui cui schierarsi si svolge altrove: da una parte l' istituzione garante del diritto internazionale , il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , dall' altra l' Iraq e Saddam Hussein con la violazione di quello stesso diritto oltre che dei diritti della persona di migliaia di irakeni o kuwaitiani. dopo 40 anni di paralisi prodotti dalla politica dei veti incrociati , della guerra fredda USA Urss, oggi per la prima volta sulla scena mondiale con chiarezza si pronuncia ed agisce il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ; istituzione indispensabile e ancora fragile e che proprio per questo necessita dell' appoggio politico di tutti e che ogni « distinguo » oggettivamente indebolisce. paradossalmente proprio la caduta del muro di Berlino , la fine della guerra fredda che aveva stabilito senza proclamarle regole e leggi (magari ingiuste) pone il mondo intero nella condizione di trovare o meglio di finalmente realizzare e riconoscere il ruolo delle Nazioni Unite come giudice super partes dei conflitti internazionali. non a lei quindi, signor presidente , non a questo Governo non alla vostra politica do oggi il mio voto favorevole, ma come cittadina del mondo come nonviolenta; voto sì al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite , sì al diritto, perché si affermi e si rafforzi questa istituzione internazionale, perché i diritti fondamentali della persona che voi e i vari governi non avete garantito possano essere assicurati con intransigenza, fermezza ed equità almeno nel prossimo futuro. in queste istituzioni ripongo le speranze, in questa direzione continuerà il mio impegno perché non si ripropongano situazioni di crisi come quella che stiamo attualmente vivendo. e mi auguro che i difensori intransigenti del diritto, i non violenti decidano finalmente di organizzarsi nel partito radicale trasnazionale per accelerare questo processo, perché un concreto passo avanti sia compiuto nella predisposizione di strumenti idonei a garantire il diritto e la pace. e a proposito di pace voglio aggiungere che non dalla pace bianca, nordista, europeista e persino un po' razzista sto parlando — quella che tanto commuove o mobilita in questi giorni — ma della pace e del diritto per tutti, bianchi e neri, lituani, gialli o somali. vogliamo che non sia necessario morire né di armi né di fame per garantire pace e diritto. sarete chiamati a rispondere nei prossimi giorni sui temi della giustizia, del diritto e della vita, rispetto ai quali vi chiediamo che vi dimostriate credibili ed usiate un solo peso e una sola misura.