Pier Ferdinando CASINI - Deputato Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 570 - seduta del 10-01-1991
Sull'eccidio di Bologna
1991 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 570
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , credo che in una circostanza come questa sia necessario, per quanto possibile, mettere da parte in questa sede le polemiche (soprattutto quando sono strumentali) e valorizzare i motivi di unità e di concordia che vi possono essere tra le forze politiche . la Democrazia Cristiana anzitutto ritiene di doversi associare a quanti si inchinano in questo momento al ricordo di Andrea Moneta , Otello Stefanini e Mauro Mitilini, solidarizzando (non in una formula ritualistica) con le loro famiglie, alle quali ci sentiamo tutti profondamente vicini, con l' Arma dei carabinieri , così duramente provata, e anche con la città di Bologna, teatro di diverse e ripetute aggressioni criminali. noi riteniamo che in presenza di fatti come questi non servano indagini o analisi dietrologiche. non servono valutazioni retrospettive sulla realtà bolognese, teatro tragico di questi avvenimenti ripetuti. noi riteniamo che sia un po' avvilente (se ci è consentito questo termine) il dibattito che si è aperto a posteriori in queste ore sul modello (o presunto tale) realizzato nella nostra città. mi riferisco al modello amministrativo a cui noi, come parte politica , non abbiamo mai creduto, e non per valutazione di partito ma perché siamo convinti che una città, un territorio sono soggetti attivi e passivi degli input, delle problematiche che esistono e che sono presenti in un paese e in un territorio più vasti. basta pensare d' altronde al quartiere del Pilastro, che certo sarebbe delittuoso criminalizzare perché in esso la stragrande maggioranza dei cittadini è costituita da persone oneste e per bene, a cui oggi deve rivolgersi la solidarietà di tutta la nostra Assemblea. però basta pensare a quel quartiere per capire quanto sarebbe sbagliato continuare a soffermarsi sull' esistenza di presunti modelli. noi non abbiamo mai pensato (e non lo pensiamo nemmeno ora) che sia importante fare valutazioni sociologiche da strapazzo (tali le ha definite l' onorevole Zangheri, ed io concordo con lui). io credo che di sociologia se ne sia fatta anche troppa. non crediamo nemmeno che vi possa essere un disegno particolare che collega i gravi fatti stragistici degli scorsi anni con gli ultimi efferati crimini. a questo proposito riteniamo un po' azzardata la definizione contenuta nell' interpellanza comunista in base alla quale si tende a vedere questo delitto come un tentativo di condizionamento del pacifico svolgimento della vita democratica . certo, questo è un tentativo di sovvertimento della legalità democratica e della vita pacifica di una città. l' allusione che traspare dalla mozione comunista è però tutt' altra cosa. noi crediamo che il ministro dell'Interno , che ha avanzato varie ipotesi all' indomani dell' episodio (ipotesi che impegnano il Governo a compiere indagini a 360 gradi per ricercare gli autori di questo efferato delitto) sia andato al centro del problema quando ha evidenziato come diverse operazioni delle forze dell'ordine nell' area bolognese possano aver scatenato questa violenza omicida. riteniamo che diverse ipotesi vadano davvero fatte e a tale proposito, con grande umiltà ma anche con determinazione, rileviamo come la Democrazia Cristiana da tempo ha sostenuto che l' area emiliano-romagnola è bersaglio di nuove insidie criminali, di infiltrazioni di criminalità mafiosa e camorristica (basti pensare ai ricatti e ai condizionamenti mafiosi registratisi lungo la via Emilia ). vi è la possibilità che l' area emiliano-romagnola sia un possibile referente di questa nuova efferata triangolazione, che vede da un lato l' esistenza di un humus di criminalità comune; da un altro una preoccupante diffusione di nuove forme mafiose e camorristiche che identificano nella possibilità di investimenti remunerativi il possibile bersaglio di attività illecite; infine un collegamento con le attività che vedono un enorme sviluppo nell' area romagnola del commercio di stupefacenti. noi riteniamo che tutte queste ipotesi vadano approfondite con la necessaria attenzione: non vi possono essere verità preconfezionate e non possiamo dimenticare che questo fatto viene — come hanno ricordato i colleghi intervenuti in precedenza — a collocarsi come ultimo anello di una catena criminale. il cinque ottobre l' uccisione di un cittadino della nostra città: Primo Zecchi; successivamente l' incursione nel campo nomadi con l' uccisione di due zingari. noi riteniamo che vi siano diversi disegni criminali, ma non possiamo escludere corresponsabilità e l' esistenza di un unico filo che leghi questi diversi eventi. condividiamo ciò che il ministro Scotti ha detto alla città di Bologna: che deve esservi un impegno eccezionale del Governo, in termini di prevenzione e di repressione, affinché si dotino di uomini e di mezzi le forze dell'ordine impegnate nell' area emiliano-romagnola. non possiamo infatti attribuire alla sola casualità il fatto che questo sia il terzo evento criminale registratosi nel periodo natalizio. riteniamo che ciascuno in questa vicenda debba fare con lealtà la propria parte. e non possiamo esimerci, signor presidente , dal rilevare in quest' Aula che riteniamo che un fatto grave si sia verificato nella città di Bologna, proprio all' indomani dei tragici eventi: il giorno successivo a quello dell' omicidio dei due nomadi e dell' incursione nel campo nomadi, il sindaco di Bologna, nell' esprimere, con la solidarietà di tutti i cittadini, l' esecrazione per quanto avvenuto, ha voluto rivolgere una critica — secondo noi completamente fuori misura e fuori tempo — nei confronti delle forze dell'ordine , a suo giudizio — mi limito a riferirlo — male organizzate e mal dirette, assumendosi in tal modo una grande responsabilità. o vi sono elementi certi in base ai quali il primo cittadino può motivare giudizi così forti, politicamente così significativi, o dobbiamo al minimo dedurre che vi è stata da parte sua una grave inavvertenza e mancanza di consapevolezza della situazione. il fatto che all' indomani del verificarsi di questi episodi il tema dominante nella città siano la discussione ed il livello di incomunicabilità tra il sindaco e la prefettura significa, a mio parere, che esiste una grave incognita che pesa sulla vita della nostra comunità. non è possibile che, nel momento in cui sarebbero necessarie la massima solidarietà ed unità, non solo delle forze politiche ma di tutti gli organismi che sono a diverso titolo interessati a battere la sfida criminale in atto, i criminali ottengano paradossalmente il risultato di mettere in evidenza una divisione tra i rappresentanti in sede locale dello Stato ed i rappresentanti degli enti locali . riteniamo che questa incomunicabilità vada al più presto superata, ci adoperiamo per tale risultato, ma non possiamo fare a meno di evidenziare che proprio chi ha voluto additare a responsabilità precise i rappresentanti dello Stato si è assunta la responsabilità di dar vita a questo indecoroso dibattito extra istituzionale, che è a mio parere fortemente lesivo in una situazione che richiederebbe la massima convergenza ed unità. gli enti locali non sono un contropotere rispetto allo Stato centrale, ma sono anch' essi Stato inteso in termini generali: deve esservi una corresponsabilità ed una univocità dell' azione del potere pubblico tendente a dare risposta ai cittadini angosciati di fronte all' attuale vicenda. per questo ci auguriamo che venga al più presto superata tale polemica. ci adopereremo in tal senso e crediamo che anche il Governo (che certo l' avrà già fatto) debba adoperarsi in tale direzione. desidero formulare un' ultima considerazione: possiamo esprimere ogni tipo di valutazione di carattere generale , ma non vi è dubbio che dobbiamo evidenziare rispetto al dibattito in corso nel nostro paese un grave clima di degrado morale, che rischia di essere il fertile terreno per la diffusione di una mentalità criminale e delinquenziale. vi è anche troppo garantismo, vi è troppa disattenzione, a volte forse anche in quest' Aula, per le sacrosante ragioni di chi ci deve difendere e un po' troppa attenzione verso le ragioni di chi in qualche modo ha sbagliato. non rinnego l' esigenza di un' attenzione ed anche di una possibile vocazione rieducativa dello Stato, ma non possiamo ritenere che le forze dell'ordine possano a volte essere lasciate in condizione di isolamento morale e materiale da parte dello Stato. credo che questo sia stato anche il senso di un richiamo moralmente molto significativo che è venuto nel corso dei funerali dei tre ragazzi. ritengo che dobbiamo qui compiere un' analisi anche autocritica molto forte, indipendentemente dalle parti politiche di appartenenza e dalle vocazioni ideologiche di ciascuno. non bastano le promesse di rito, non basta la solidarietà di maniera: sarebbe un' occasione sprecata per il Parlamento se non cogliessimo il significato profondo di questo sacrificio; un sacrificio che a mio parere costituisce un esempio per le giovani generazioni ma deve costituire anche un monito preciso verso chi, come il legislatore, ha responsabilità alte di condizionare la vita politica e amministrativa del nostro paese.