Massimo D'ALEMA - Ministro della Difesa Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 556 - seduta del 22-11-1990
Sul sequestro della motonave "Achille Lauro"
1990 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 361
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , il voto del gruppo comunista sarà contrario alla manovra di bilancio presentata dal Governo. ci muove a ciò un giudizio radicalmente negativo sulle scelte proposte per il loro carattere inefficace ed iniquo, ed insieme una profonda e motivata sfiducia verso l' attuale Governo. cari colleghi , la discussione annuale sulla legge finanziaria e sul bilancio dello Stato è forse uno dei momenti in cui risulta più evidente un progressivo svuotamento delle istituzioni democratiche e quasi un senso di impotenza del Parlamento ad incidere sui meccanismi reali, sulle decisioni effettive che riguardano l' economia nazionale, lo sviluppo, la stessa spesa pubblica . sul Parlamento si rovescia ciclicamente una grande quantità di cifre improbabili, di previsioni inattendibili, di impegni di portata storica, secondo un copione ormai consueto che prevede, ad una certa data, la denuncia drammatica dello sfascio della finanza pubblica , la drammatizzazione del fabbisogno finanziario dello Stato, cui fa seguito l' annuncio di una storica manovra di risanamento, che consiste in tagli e prelievi casuali, ingiusti e indiscriminati. tagli e prelievi volti a colpire, direttamente o indirettamente, quel facile bersaglio che è rappresentato dalla massa dei lavoratori a reddito fisso e dai pensionati, attraverso il sistema fiscale contributivo e i ticket, nonché, indirettamente, mediante i tagli alla spesa sociale, agli enti locali e alla sanità. dopo qualche mese, gli stessi uomini e gli stessi partiti, magari in un altro governo, annunciano il fallimento della storica manovra dell' anno precedente e quindi si propongono di compierne una autenticamente storica. la legge finanziaria ed il bilancio di quest' anno si attengono strettamente a questo copione. si riflette in più in essi l' incertezza politica, lo scollamento di un quadro di governabilità, ma anche lo spirito conservatore di chi respinge una manovra che incida effettivamente sui meccanismi della finanza pubblica , che investa con scelte radicalmente riformatrici la questione fiscale, che punti ad una riforma della Pubblica Amministrazione (l' unica che può davvero incidere sui meccanismi di spesa, che può garantire una qualità dei servizi e un nuovo rapporto fra pubblico e privato), che punti, infine, ad uno spostamento di risorse da una gestione clientelare e dallo scambio corporativo verso lo sviluppo, il lavoro, l' ambiente, la cultura, la ricerca, la qualità della vita . certo, una svolta di questo tipo non sarebbe indolore. essa andrebbe a colpire un determinato sistema di potere e di consenso ed anche gli interessi di una oligarchia politica, affaristica e finanziaria che si è ormai formata intorno alla spesa pubblica e alla crisi dello Stato. tutto un sistema che si è costruito fondamentalmente intorno alla Democrazia Cristiana , partito Stato , e alla sua straordinaria capacità di cementare grandi e piccoli interessi, di omologare alleati di Governo (anche quelli animati dalle migliori volontà) e di invischiare per una certa fase la stessa opposizione in un equilibrio e in una pratica consociativi. ma il punto nuovo e che questo sistema non funziona più, che esso appare sempre più chiaramente come un freno ad un' effettiva modernizzazione del paese, che esso fa pagare un prezzo ormai insostenibile alla società italiana . in queste settimane in cui si è discusso qui della finanziaria e del bilancio sono accaduti due fatti nuovi di grande portata. da una parte, sono venuti alla luce i segni dell' esaurirsi di un ciclo di sviluppo e delle condizioni mondiali ed interne che lo hanno sostenuto (segni di difficoltà economiche e di recessione, licenziamenti e cassa integrazione guadagni : tutti annunci di una fase difficile), dall' altra, si è inasprito il conflitto sociale, essendo ancora aperto il contratto dei metalmeccanici, essendo viva la protesta e le rivendicazioni di grandi categorie, a partire da quella dei pensionati. non si può più dunque pensare che lo sviluppo spontaneo delle forze produttive e della ricchezza sociale possa continuare a sorreggere questo sistema di potere, questo Stato che non funziona, questo tipo di Stato e di gestione delle risorse pubbliche. contemporaneamente, abbiamo avuto l' aggravarsi di una crisi democratica, il logoramento dei rapporti fra i cittadini e lo Stato, già così minato (dalle leghe razziste al nord, dai poteri criminali al sud) ed oggi fortemente scosso dalla vicenda Gladio, dall' ondata di indignazione per i misteri e le menzogne di troppi anni, dalla richiesta di verità e di giustizia. quella che viene avanti è una spinta democratica, vigorosa ma legittima. e sarebbe davvero intollerabile scambiarla per un attacco alle istituzioni, essendo chiaro che solo verità e giustizia possono ridare prestigio alle istituzioni democratiche. e un passaggio delicato ed importante della vita del paese: c' è il rischio del combinarsi di una crisi sociale e di una crisi politica dello Stato democratico . e ciò rende ancora più evidente il nesso inscindibile fra sviluppo, equità sociale e riforma democratica dello Stato e del sistema politico italiano. noi vogliamo richiamare a questo tema la riflessione e la consapevolezza delle forze politiche democratiche. siamo preoccupati per l' affievolirsi del ruolo di una sinistra democristiana, per l' imbarazzo e l' incertezza che sembrano caratterizzare oggi il partito socialista . siamo preoccupati per il far quadrato intorno ai centri ed agli uomini del vecchio potere conservatore: sarebbe davvero un errore grave. per parte nostra sentiamo la necessità di una forte e rinnovata opposizione democratica, quella che abbiamo rappresentato qui. un' opposizione che ha difeso gli interessi dei lavoratori, delle donne, dei giovani e dei pensionati; un' opposizione che ha avanzato concrete e realistiche proposte di riforma. non è davvero questa una forza che punti allo sfascio delle istituzioni. è una forza consapevole, è una forza alternativa di Governo, è una forza che sa che la difesa delle istituzioni si può conseguire solo attraverso una profonda rigenerazione del sistema democratico. davvero non si pensi che questa forza si lasci intimidire: essa andrà avanti, trasformerà se stessa per aprire una nuova prospettiva al paese.