Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 537 - seduta del 24-10-1990
Sul rinvenimento di scritti di Aldo Moro
1990 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 537
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , colleghi, è giusto che la Camera abbia chiesto di essere informata senza indugi sul rinvenimento nell' appartamento milanese di via Monte Nevoso , già alloggio di brigatisti, di fotocopie di lettere ed appunti scritti da Aldo Moro durante le otto settimane della sua prigionia. a nessuno però sfugge il dovere che il Governo ha di rispettare le prevalenti competenze della magistratura, in questo caso delle due magistrature di Milano e di Roma, cui spetta di dare risposte documentate, attraverso indagini approfondite della polizia giudiziaria ed acquisizioni di verificabili testimonianze e perizie; il tutto con la piena collaborazione del Governo. la risposta odierna non può quindi che essere interlocutoria, con l' intesa che il Parlamento, sia nelle sue istanze ordinarie, sia in sede di Commissione Gualtieri, sarà costantemente informato degli sviluppi. rispondendo a quanto ha detto poc' anzi il collega Cicciomessere, vorrei premettere che quando si parla in questa sede non si possono fare ipotesi o dare interpretazioni soggettive. credo invece che ci si debba attenere scrupolosamente alle risultanze provenienti da fonti responsabili, o comunque dichiarate. e se forse qualcuno, anche ai vertici dell' amministrazione dello Stato , non avendo una sufficiente dimestichezza con il lavoro delle nostre Commissioni, ritiene di poter fornire non delle informazioni, come è suo diritto dovere fare, ma delle tesi in via ipotetica, o di poter esprimere intuizioni di carattere personale, crea le confusioni a cui proprio adesso si è riferito l' onorevole Cicciomessere. io credo che questo derivi forse anche dalla mancanza di dimestichezza — ripeto — con il nostro modo di lavorare. ma senza dubbio, proprio sul fatto di Ustica, così complesso, così difficile a districarsi, nonostante tutto l' impegno e tutta la buona volontà che il Governo ha ribadito dando al magistrato che se ne sta occupando tutta la sua collaborazione, proprio in questo caso — dicevo — dire delle frasi, che poi rimbalzate danno l' idea di un' inversione completa di tesi da parte dell' amministrazione, originando contrasti tra quelle dell' amministrazione militare ed altre tesi, certo è qualcosa di estremamente spiacevole. io qui debbo dirlo perché ritengo che se noi veramente dessimo all' esterno la sensazione non, come in realtà è, di trovarci nella difficoltà di far luce su un avvenimento molto difficile e controverso, ma di voler coprire questa o quella sfera di responsabilità, trattandosi per altro di un avvenimento nel quale hanno lasciato la vita molte persone, veramente sarebbe inconcepibile — credo — che questo possa essere politicamente accettato. tornando al caso del rinvenimento, io vorrei però premettere una parola di amarezza per alcuni toni con cui viene rievocato il periodo certamente più tragico di tutta la storia repubblicana, durante il quale, se fummo sconfitti nel non poter salvare la vita di Aldo Moro, però tutti insieme riuscimmo a far fallire il disegno eversivo che le Brigate Rosse cercavano di sviluppare contro le istituzioni. man mano che il tempo passa, io vedo ricostruzioni anche, per così dire, un poco di comodo; vedo accentuarsi una contrapposizione tra una linea di fermezza ed una linea cosiddetta umanitaria, contrapposizione che in realtà, in tutte le persone responsabili, in quel momento non c' era. io credo che nessuno possa contestare che il Governo abbia fatto tutto quello che era possibile per cercare di avere, anzi di evitare la conclusione tragica che si è avuta. certamente non era possibile scendere a patti con i brigatisti. quando noi subimmo il ricatto di liberare 13 assassini, e assassini di servitori dello Stato, per poter ottenere la liberazione di uno di noi, avevamo la certezza, a parte l' immoralità di questo fatto, che se avessimo ceduto noi avremmo veramente dato la vittoria alle Brigate Rosse , perché tutto l' apparato dello Stato e le loro famiglie, tutti coloro che avevano visto compagni di lavoro morire sotto il fuoco delle Brigate Rosse , tante famiglie rimaste orfane in quella tragica stagione della nostra storia nazionale avrebbero avuto il diritto non solo di prendersela con noi, ma di incrociare le braccia e di non servire più questo Stato che non era capace nemmeno di difendere l' onore dei morti. io credo che questo non rappresenti un' opzione, come non lo rappresentò allora per noi. e credo che certamente per ognuno di noi che vivemmo quelle giornate sia stato il momento più brutto della nostra vita nel quale, forse, sentimmo — cosa che non ci capita in altri momenti — il disagio e la pena di avere responsabilità di carattere politico. avevamo però la certezza morale che la nostra forza consisteva nel fatto che ognuno di noi sapeva che, se fosse accaduto a se stesso , l' atteggiamento del pubblico potere avrebbe dovuto essere eguale. lo dissi ai miei figli: qualunque cosa mi forse accaduta o mi accadesse certamente mai avrebbero dovuto esserci cedimenti; non voglio dare — me ne guardo bene — dei giudizi sul contenuto di queste lettere, di questi manoscritti (nessuno di noi sa che cosa scriverebbe, o farebbe in circostanze del genere; è molto facile fare osservazioni!)... io credo che dobbiamo dire con fermezza che qualunque cosa venisse fuori non corrisponderebbe alla nostra volontà. noi dobbiamo difendere non il prestigio dello Stato, che è una cosa vaga, mal' esistenza dello Stato democratico . e in quel momento noi facemmo strettamente, con il cuore a pezzi, il nostro dovere. ragionare ora per allora è improprio, semina confusione e non giova certamente a fare ulteriore luce su quella tremenda vicenda dopo tanti processi e dopo che una commissione parlamentare — vorrei ricordarlo — ha pubblicato 56 volumi di conclusioni ed ha in programma di pubblicarne altri 30. sono documentazioni molto importanti, le quali — tornerò sull' argomento tra un attimo — proprio nei confronti del rinvenimento attuale di via Monte Nevoso , ci offrono una base per poter discutere con una certa obiettività e con ricchezza di informazioni. noi siamo dinanzi a tre problemi, ai quali poi si aggiungono due questioni particolari sulle quali tornerò. i problemi sono questi. innanzi tutto, il contenuto dei documenti che è stato reso in grandissima parte pubblico. il nostro paese, culla del diritto, e spesso pieno di dubbi: attualmente si confrontano due tesi, quella delle procure della Repubblica, in base alla quale tutto sarebbe, anche oggi, coperto dal segreto istruttorio e quindi non potrebbe essere pubblicato... vi è poi la tesi che la consegna del materiale al Parlamento sarebbe stata fatta non per la pubblicazione, ma per una doverosa risposta alle competenze della Commissione stragi. vi è un aspetto quanto mai delicato, vorrei dire patetico, che investe la famiglia dell' onorevole Moro, la quale vorrebbe giustamente che le lettere che riguardano affetti o situazioni familiari non fossero date alla pubblicazione. una parte di queste sono già state pubblicate, altre non lo saranno. la questione è all' esame del presidente della Commissione di concerto con le presidenze delle Camere: saranno sentiti anche i magistrati. è un aspetto che però non affronto in questo momento perché mi pare non rilevante agli effetti dell' esame di quanto è recentemente avvenuto. il punto di partenza è sul secondo aspetto: il rinvenimento nell' appartamento di via Monte Nevoso di una mole notevole di lettere e di appunti, insieme ad armi, a moneta (sia pure non più in corso legale) e ad altri oggetti meno rilevanti. siccome molti anche nelle interrogazioni e nelle interpellanze hanno domandato cosa fu rinvenuto dodici anni fa, questo non è un fatto che non risulta alle Camere in maniera estremamente certa, per ciò che si tratta di comunicazioni ufficiali! se noi prendiamo questi volumi delle risultanze della Commissione Moro, noi vediamo la pubblicazione delle lettere (si tratta sempre di copie, in parte dattiloscritte e in parte fotocopiate) che furono rinvenute nel covo di via Monte Nevoso in quella operazione degli inizi dell' ottobre del 1978. del resto, in parte le stesse e in parte altre lettere sono pubblicate in calce alla relazione di minoranza del nostro collega Franchi e del compianto collega Marchio, in uno dei volumi. quindi, tutto quello che fu rinvenuto nella perquisizione derivante dalla individuazione del covo e dall' arresto dei brigatisti in quella occasione, nell' ottobre del 1978, fa parte di documenti che già la Camera conosce. vi era dell' altro? qui naturalmente cominciano a partire le fantasie — anche, a me sembra, in modo gratuitamente irriverente nei confronti della memoria del generale Dalla Chiesa — (è cronaca di questi giorni), che addirittura, poi, divengono quasi patrimonio conoscitivo. a forza di ripeterle, sembra che siano delle constatazioni basate su qualche fatto obiettivo. nulla consente di poter ritenere e mi sembra, così stando le cose, nemmeno riguardoso per la sua memoria, che il generale Dalla Chiesa possa aver preso, o delegato (lui o i suoi collaboratori), delle carte e occultate o date a destinazioni che non erano le destinazioni rese ufficiali... senta, onorevole Mellini, io parlo di dati di fatto. naturalmente, se noi dobbiamo prendere brandelli di interrogatori, brandelli di notizie... io parlo di dati di fatto! perché ho detto questo? perché a me pare doveroso assumere una difesa di un servitore dello Stato, fino a prova contraria. non mi sembra giusto che si debba così insinuare... addirittura, poi — ci arriverò dopo — data l' oscurità del contorno di tutto ciò che sta accadendo, a me pare che ancora di più debbano non essere addotti come elementi certi o su cui costruire, elementi di cui non esiste una base. questo rinvenimento... qui naturalmente io ho le relazioni della polizia giudiziaria , le relazioni del magistrato. in genere, conosco la dialettica delle nostre discussioni. si disse: beh, allora uno legge i mattinali! certamente io debbo rifarmi a quelle che sono delle risultanze che vengono dagli uffici; non ho mia scienza diretta, né posso assumere, come nei processi all' americana, investigatori privati per cercare di avere un confronto di verità o una verità eventualmente confermata. comunque. c' è questo fatto: questo appartamento rimasto vuoto per una serie di motivi. prima, per un sequestro di carattere giudiziario, poi per una controversia, dato che la proprietà dei primi acquirenti era stata non perfezionata in quanto gli stessi acquirenti avevano avuto altri alloggi di carattere demaniale (non più locazioni di carattere privato). c' è stata una lunga non occupazione di questo appartamento, con sigilli che dai dati esistono, ma pare che non sempre siano esistiti. quindi su questo non ci metto proprio un accento particolare. comunque il nuovo proprietario, che finalmente acquista l' appartamento, dispone alcuni lavori di riatto durante i quali avviene ciò che è stato comunicato. un muratore dietro un piccolo armadio scorge una parete provvisoria, in altre parole una parete mimetizzata, che risultava essere un pannello sovrapposto. viene avvertita la forza pubblica vengono inviati gli agenti della Digos e chiamato il procuratore della Repubblica , perché questo muratore dal primo smantellamento del pannello aveva intravisto delle armi o un' arma, per cui aveva opportunamente ritenuto di avvertire i pubblici poteri della sicurezza. il resto è abbastanza conosciuto. alla presenza del magistrato è filmata l' intera operazione; il pannello viene rimosso e vengono messi a nudo i contenuti del nascondiglio. si rinviene un' arma di fabbricazione sovietica, una pistola Walther, numerose munizioni di vario calibro ed una consistente somma di denaro non più in uso. questo materiale (sempre sotto la vigilanza del magistrato e filmando ogni cosa), viene portato in questura al gabinetto della polizia scientifica ed immediatamente fotografato. parlo del materiale e non delle fotocopie delle letture rinvenute. alle 14,30 in questura, sempre alla presenza del magistrato che aveva curato che nell' abitazione di via Monte Nevoso fosse sigillato il plico, viene aperto questo raccoglitore e vengono fotografati (sempre in presenza del magistrato) tutti i fogli con accanto un numero progressivo. l' operazione dura alcune ore e tutti i reperti vengono sigillati e custoditi durante la notte presso la Digos di Milano. il giorno seguente tre elementi della Pubblica Sicurezza partono per Roma e consegnano il materiale alla direzione centrale della polizia criminale, previa verifica verbalizzata dell' integrità dei sigilli. nel frattempo era intervenuta (perché informata dell' avvenimento) la richiesta dell' autorità giudiziaria romana che questo materiale fosse messo a sua disposizione (parlo del materiale fotocopiato). non si è pertanto dato corso (secondo quanto riportato dalla relazione della Pubblica Sicurezza ) ad alcuna operazione tecnica in attesa che fossero chiarite le competenze delle due autorità giudiziarie. durante questo lasso di tempo il materiale è stato custodito in modo più cautelato possibile. il giorno successivo il sostituto procuratore di Roma, dottor Ionta, si reca personalmente al servizio di polizia scientifica e dispone il sequestro del plico contenente il carteggio riferibile all' onorevole Moro. a Milano nel frattempo si fa una nuova ispezione dell' appartamento ed a questo punto, non in forma paradossale, ma con una esattezza letteraria, è stato detto: perché sorgono dei dubbi? perché vi sono cose nella vita che sono vere, ma poco verosimili e come tali si stenta a crederci. devo però dire che il magistrato di Milano ha rilasciato la seguente dichiarazione: « non vi è alcun elemento che induca a ritenere o sospettare che quel materiale rinvenuto il 9 ottobre sia stato collocato o ricollocato nel nascondiglio successivamente al 1° ottobre 1978 » . la stessa opinione è stata espressa dagli organi di Pubblica Sicurezza . e siccome non voglio predicare bene e razzolare male, qui non devo esprimere una opinione personale, ma riferire le opinioni di coloro che sono qualificati ad esprimerle. nel frattempo sono state disposte una serie di indagini peritali che dovrebbero aiutare, anche con l' analisi dei materiali, a fare una luce completa, e possibilmente incontrovertibile, su questa vicenda. il terzo aspetto, oltre al contenuto delle carte e al loro rinvenimento, è stato colorito in modo certo non brillante dall' utilizzo che si è fatto di una parte di questi documenti, che sono cominciati a comparire presso un settimanale, ad essere offerti ad una delle catene televisive pubbliche e, per quello che si sa, anche offerti in giro. questo è un punto delicato perché, siccome... non è una novità, onorevole Natta, però non è una consolazione. speravo che in dodici anni migliorassimo come struttura pubblica , ma vedo che di miglioramenti vi è ancora bisogno. credo che questo sia il punto che politicamente è da approfondire in modo particolare. devo dire che, per quello che riguarda il Governo, le istruzioni che abbiamo impartito a tutti gli organi che possono, direttamente o indirettamente, contribuire a far luce su questo aspetto sono state di esercitare l' impegno assoluto e il massimo rigore. qui si è cercato di confondere un problema di direzione del Sismi con questa vicenda. siccome se ne è fatto un cenno, lo dico tra parentesi, ma lo dico subito: non c' entra niente. oltre tutto, trattandosi di un fatto che riguarda l' interno c' entrerebbero il Sisde ed altri organi, non c' entrerebbe il Sismi. per questo servizio è stato designato tempestivamente il nuovo direttore, proprio perché proroghe antecedenti sono durate diversi anni e per di più erano state ulteriormente prolungate perché non c' era una sostituzione preparata per questo delicato servizio. proprio per tale ragione l' altro giorno, nella sede più autorevole, dovendosi procedere alla nomina del segretario del Consiglio supremo di difesa, il Governo ha esposto il proposito di dare come successore all' ammiraglio Martini il prossimo febbraio, quando scadrà dal suo incarico, il generale D'Ambrosio , che nel frattempo è stato nominato segretario del Consiglio supremo di difesa, stabilendo che in febbraio l' ammiraglio Martini ricoprirà la carica di segretario del Consiglio supremo di difesa. quindi è normale che in questi mesi i due alti ufficiali lavorino cooperando nell' una e nell' altra direzione per quelle competenze che si acquisiscono certamente non solo con un passaggio materiale di carte o di consegne. io rispondo a quello che mi viene chiesto. onorevole Mancini, la sua curiosità è legittima; però, siccome io sono nella Pubblica Amministrazione da qualche anno, ho sempre constatato che la difficoltà ad avere una successione era perché non si era preparata tempestivamente. era quindi necessario prepararla tempestivamente. tornando al nostro tema che più direttamente ci interessa posso assicurare la Camera che accanto alle iniziative del magistrato (per quanto riguarda la questione di via Monte Nevoso sono iniziative autonome con l' ausilio della polizia giudiziaria ) per ciò che concerne la ricerca di individuazione della diffusione del materiale ci attiveremo direttamente anche perché — credo — abbiamo il dovere di sapere se c' è un' utilizzazione... qualcuno si è domandato se esistono altre copie, fotocopie, se esistono gli originali. gli organi competenti escludono che gli originali esistano, perché il signor Gallinari ha detto ciò. io mi permetto di dire che non è la Bibbia quella che può essere una dichiarazione di Gallinari. anzi, in un certo senso, un dato inquietante in tutta questa vicenda è dato dal fatto che attraverso tutta una serie di pentimenti, di dissociazioni e di larghezze da parte dell' amministrazione giudiziaria, ad esempio, non si sono avute indicazioni. come pure una delle cose che è stata messa in luce, e non facilmente spiegabile, è la circostanza che in tutto questo carteggio (quello di prima di via Monte Nevoso e quello che si è acquisito adesso in aggiunta) non vi sia una sola espressione da parte di Aldo Moro che riguardi la sua scorta. si tenga conto che non si trattava solo di collaboratori, perché tutti conoscevamo Leonardi e sappiamo che era un uomo di una fiducia, vorrei dire, familiare di Moro. certamente tutto questo può essere dato dal fatto che chi deteneva prigioniero Aldo Moro non consentiva che potesse parlare di ciò; ma è un punto che certamente fa sorgere gravi dubbi. ci sarà altro materiale? c' è chi vuole utilizzare questo materiale? a me era sfuggito il fatto che si parlerebbe di dodici anni data, come ha detto Cicciomessere, (ovviamente non ho letto tutto questo materiale), ma certo credo che dovremmo rivolgere un appello anche agli organi di informazione. per carità, so che è un terreno molto delicato, perché si potrebbe dire che si impedisce la ricerca della verità. niente affatto! se è esatto quello che ieri ha comunicato la magistratura di Milano (colui che ha inventato la notizia apparsa la settimana scorsa su L'Europeo ha confessato di essere completamente estraneo ai fatti del momento e di aver inventato tutto, solo allo scopo di ricavare quattrini: sarebbe reo confesso con dichiarazioni rese alla polizia e al giudice di Milano), tutto ciò dovrebbe insegnarci, con molta umiltà e rispetto della libertà di tutti, che non ci si deve prestare ad essere involontari strumenti di un eventuale disegno che va al di là, credo, di uno scoop giornalistico, ma che può veramente rappresentare qualcosa di fortemente nocivo per la correttezza della vita italiana e della stessa vita politica che deve trovare contrasti o convergenze non certo in questo modo di condurre una pseudo lotta politica, che mi rifiuterei di classificare come tale. resta da dire una parola per rispondere alle interrogazioni contenute nelle varie richieste oggi poste al Governo (mi riferisco in modo particolare all' ultima parte del documento presentato dall' onorevole Quercini) per quello che riguarda un fatto che è all' esame della Commissione Gualtieri, a cui non manca il lavoro. si tratta di quella istituzione di collaborazione alla sicurezza militare di cui si è parlato qualche mese fa in occasione della testimonianza resa dall' ammiraglio Martini ad un giudice di Venezia e ritengo sia stato opportuno domandare al Governo — che lo fa volentieri — di spiegare di che cosa si tratti. si tratta di una istituzione che esiste nel quadro della NATO e che, riproducendo quella che fu la vita vissuta nel periodo dell' occupazione nazista, prevedeva, in caso di occupazione da parte di forze nemiche, che vi fosse una rete di salvaguardia, sia informativa sia di reazione: tutto nel quadro dell' Alleanza, con regole estremamente rigide anche di controllo reciproco e con una successione nel tempo che ha visto, in un primo momento, togliere armi a disposizione di questa rete cautelativa (proprio per evitare che vi fossero armi diffuse nel territorio nazionale e concentrarle); e man mano adesso, nel clima di sicurezza che si sta fortunatamente sviluppando, ritengo che l' Alleanza possa facilmente attenuare o forse addirittura sopprimere questa forma di sicurezza. il documento è stato dato alla Commissione presieduta dal senatore Gualtieri ed è sembrato poi che fosse successo un giallo, ma di nessun giallo si trattava. cosa è successo? il giudice di Venezia, cui prima ho fatto riferimento, essendo stato richiesto dalla stessa Commissione Gualtieri di inviare le carte del processo di cui si sta occupando, ha mandato una lettera al presidente Gualtieri e, per conoscenze, al presidente del Consiglio dei ministri , domandandosi se il carattere riservato di queste documentazioni fosse tale da doversi preliminarmente richiedere — il giudice istruttore domanda questo al senatore Gualtieri... scusi, la lettera è questa, non è che sto... la lettera è questa. spiego: quale era il dubbio del giudice Casson? il suo dubbio, una volta avuta dal capo del servizio la conferma o la notizia che esiste questo nucleo, esisteva ed esiste questo nucleo, aveva il legittimo desiderio di vedere se persone coinvolte in questo fossero comunque tra quelle di cui lui si stava occupando per il processo di cui si tratta. allora, siccome non c' è assolutamente niente da nascondere, abbiamo aperto completamente al giudice Casson gli archivi ed egli ha potuto verificare tutta la situazione quale era. naturalmente anche con una parte che è più strettamente riservata, perché ritengo che, se vi fosse — come c' è in un' altra Commissione di questo Parlamento, la Commissione di vigilanza sui servizi — l' obbligo del segreto, allora si potrebbero mandare le stesse carte che si mandano al magistrato, ma alcune carte, specie poi in pendenza di procedure, devono mantenere una certa riservatezza. ma con grandissima facilità e senza che questo possa creare dei problemi — e dirò subito perché — ricevuta questa lettera e sentito il presidente Gualtieri, ho chiesto di poter soprassedere per un momento alla diramazione del documento che avevamo inviato per verificare se vi fosse qualche motivo di riservatezza particolare che non potesse essere diffuso. nello spazio di 24 ore abbiamo rimandato il testo con una dizione forse più chiara e che, anche se venisse completamente diffusa, non creerebbe alcun problema, però entrambi i testi sono a disposizione della commissione. faccio solo affidamento su una certa riservatezza della commissione che ci aiuterà anche in seguito a non dover mai ricorrere... posso dire che il testo vecchio il senatore Gualtieri in questo momento... sì, ho visto il biglietto, ma siccome è già stata data disposizione di mandarglielo... comunque, quando lei vedrà i due testi, siccome conosco la sua obiettività, onorevole Bellocchio, vedrà che non c' è niente da cui poter trarre illazioni che creino dei problemi. onorevoli colleghi , questo è quanto nei confronti di un avvenimento che senza dubbio crea in tutti noi, come ho già detto all' inizio del mio intervento, amarezza anche per il contorno politico che si è sviluppato. posso assicurare, però, che da parte dell' amministrazione dei servizi della Pubblica Sicurezza , in pieno accordo con i ministri che con me sono responsabili di queste branche dell' amministrazione, non verrà tralasciato alcunché perché si faccia chiarezza su quanto accaduto negli ultimi giorni. credo sia necessario e credo sia un preciso interesse di tutti. riteniamo che non sia questo il terreno sul quale si deve fare la lotta politica; certamente da parte nostra non è mai stato inteso come un terreno di lotta politica e non cambieremo opinione.