Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
X Legislatura - Assemblea n. 52 - seduta del 24-11-1987
1987 - Governo VII Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 668
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , colleghi, signor presidente del Consiglio , vorrei innanzi tutto felicitarmi con il presidente del Consiglio per un fatto stilistico, ma che ha una sua rilevanza politica. come già è stato osservato, ma a mio avviso indebitamente in modo critico, il presidente del Consiglio nella sua esposizione al Parlamento non ha praticamente parlato delle motivazioni, delle ragioni e dell' esito della crisi determinata dai liberali. credo che lei bene abbia fatto onorevole Goria: è stato nulla e lei lo ha trattato come nulla, mero vuoto di iniziativa politica, mero vuoto di responsabilità politica , mero vuoto di senso e di responsabilità istituzionale e di Governo. noi avevamo difeso in un primo momento la decisione degli amici liberali, pur rimproverando loro di avere poco accentuato i reali motivi d' ordine generale, l' insufficienza del Governo, per enfatizzare alcuni aspetti dell' ingiustizia e dell' inefficienza fiscale del nostro paese. ma, se non ci siamo uniti al facile coro dei critici nei confronti dei liberali, nel momento in cui hanno ritenuto coerente e doveroso aprire una crisi, adesso, a crisi superata, dobbiamo pur dire che si è trattato di un mero atto di insofferenza, di irresponsabilità, vuoto di ragioni politiche e di moralità politica, se la moralità politica comporta anzitutto il volere edificare, costruire qualcosa. sarebbe tuttavia ingeneroso anche altro, signor presidente del Consiglio . non solo, come ho appunto testé notato, rimproverarle quel trattare in modo veritiero, quale nulla, il nulla che è accaduto e che ha impedito al nostro presidente della Repubblica di andare in Inghilterra, oltre a tante altre cose, ma anche rimproverarle la debolezza del Governo della realtà del paese. mi sembra necessario dire a questo punto in modo preciso — non so se a nome del partito radicale , ma, per quel che mi riguarda, da radicale — che le critiche che le sono mosse vanno in primo luogo rivolte puntualmente a ciascuno dei partiti della coalizione di Governo. le critiche che le sono rivolte vanno innanzi tutto alla Democrazia Cristiana , al partito socialista , al partito liberale , al partito repubblicano e al partito socialdemocratico . in realtà lei non fa, signor presidente del Consiglio , che trarre delle conseguenze coerenti dalla mancanza di iniziativa e di rigore politico del partito socialista , della Democrazia Cristiana , del partito socialdemocratico e del partito repubblicano ; lei non fa, insomma, che governare come le chiede la coalizione che la sostiene nella sua certo faticosa e difficile responsabilità. forse perché mi importa innanzitutto cercare di comprendere gli errori della mia parte politica in senso lato, inizierò con alcune considerazioni rispetto alla responsabilità e alla corresponsabilità, nella sua debolezza, del partito socialista italiano. questo partito ha liquidato, a mio avviso in modo impolitico e allarmante, i risultati elettorali di giugno, correndo al riposo estivo — marino o marittimo — degli uni e degli altri, accettando un Governo dal programma basso, piatto e dalla composizione ancora più bassa e piatta. ricordiamo e teniamo d' occhio tutte le vicende intervenute dal febbraio al luglio, quali le abbiamo vissute e convissute con il partito socialista , attraverso le analisi fatte a marzo, aprile, maggio e giugno, in campagna elettorale . ricordiamo il momento in cui lei, in ottemperanza al mandato ampio che correttamente il presidente della Repubblica le aveva affidato — non dunque per una riconduzione al pentapartito — accennò ad una sua disponibilità a prendere in considerazione un Governo di programma che avesse come base sette partiti e non cinque. ebbene, lei si trovò ben presto solo: non ebbe il coraggio della propria audacia iniziale e i compagni socialisti — non meno che i suoi amici democratici cristiani — operarono, al di là dell' ipocrisia delle parole, per mutilarla dell' audacia, della coerenza e del rigore e per ricondurre tutto alla piattezza. essi erano, forse, interpreti involontari di quella cultura del « tanto peggio, tanto meglio » che contraddistingue gran parte della classe politica . se la Democrazia Cristiana riprende la guida di un Governo dal profilo basso, nella composizione e nel programma, tanto meglio per quanto dovremo di nuovo riassumere le responsabilità dell' Esecutivo, noi socialisti e noi laici. si liquidò, quindi, il senso di quelle elezioni. le elezioni — al di là delle menzogne artate, artificiali, della stampa italiana, stampa sciocca e di regime in gran parte — pur se avevano visto un 1,5 per cento in più per la Democrazia Cristiana , sanzionavano in realtà, e gravissimamente, il disegno democristiano e comunista che aveva portato allo scioglimento delle Camere , alla liquidazione — si diceva — del pentapartito per andare verso chissà che cosa. quelle elezioni avevano dato, con il successo dei Verdi, dei radicali, di democrazia proletaria ma anche con il successo socialista, una risposta consistente, una indicazione di tendenza . De Mita aveva proclamato morto il pentapartito, lo aveva assassinato con un comportamento parlamentare ridicolo e grottesco nei confronti del Governo Fanfani, piegando la Presidenza della Repubblica a quell' insieme di comportamenti che resteranno iscritti nella storia vera, nella cronaca parlamentare dell' Occidente: un Partito di maggioranza che sceglie uno dei suoi più prestigiosi rappresentanti per governare e riesce a fargli ufficialmente lo sgambetto e a dire che, se governasse a pieno titolo, sarebbe una iattura. De Mita , segretario di partito, nell' appello elettorale del 1983, aveva dichiarato una sola cosa: che, lui segretario, mai si sarebbe verificata di nuovo la iattura di una chiusura anticipata delle Camere e di nuove elezioni. questo era l' impegno solenne di De Mita , assunto nell' appello televisivo del 1983, dinanzi agli elettori: mai noi tollereremmo questo — diceva — perché sarebbe iattura. invece, si fece tutto — fuori Andreotti, lo sgambetto a tutti, falsificare le carte, giocare sui referendum — pur di tentare l' avventura di un grande recupero, di un successo democristiano, della mortificazione dei socialisti e dei laici, di riforme istituzionali da fare con i compagni comunisti grazie ad un loro momento, di certo grave a mio avviso, in cui vi è stata una loro perdita di lucidità che parte dal 29 marzo di quest' anno. in quel momento, avendo De Mita millantato loro — come i fatti hanno poi dimostrato — la morte del pentapartito, in cambio di questa morte nemmeno apparente, ma solo millantata, i compagni comunisti si sono prestati al gioco dello scioglimento delle Camere . dunque già a giugno e luglio avevamo la possibilità di dare una base programmatica e politica al Governo del paese, e quindi all' opposizione, compiendo un salto di democrazia. ma fu soprattutto la scarsa consapevolezza del valore di quei risultati nel partito che più di altri poteva e doveva difendere gli esiti positivi delle elezioni, cioè nel partito socialista , che contribuì in maniera possente ad indurre lei, signor presidente del Consiglio , e ufficialmente, addirittura più della Democrazia Cristiana , a fare una proposta, programmatica e di Governo, di ordinaria, bassa amministrazione. così come allora i cinque partiti furono responsabili di scarsa lucidità, imputabile al migliore di essi (per noi), cioè al partito socialista , adesso, più grave ancora per il paese e per noi tutti, si verifica la liquidazione dei risultati del referendum ad opera del partito socialista , il quale, dinanzi all' occasione offerta timidamente — e magari un po' vilmente, per come si sono svolti i fatti — dai liberali, invece di coglierla e di dire che i 21 milioni di voti, ottenuti nonostante i khomeinismi degli yuppies di Panorama, (che adesso, attraverso l' indipendente di sinistra Massimo Riva, sostiene, come Khomeini, che i « sì » erano ipocriti: abbiamo i « sì » ipocriti e i « sì » sinceri!) andavamo considerati in un certo modo, si è comportato come sappiamo. anche a livello semantico ed etimologico, quel che ho detto dimostra lo « yuppismo » di questa stampa, di questo quarto potere , non a caso « sessantottino » ; probabilmente, non avendo potuto scegliere, in alcune sue componenti, la lotta armata , adesso si vendica e rivolge le armi contro i socialisti, i radicali e contro chiunque possa legittimare in loro il sospetto che vi sia una continuità di speranza verso lo stato di diritto e la civiltà non violenta, che costituivano l' oggetto dell' odio viscerale di una componente del 68, quella che più facilmente si è riconvertita nei corridoi del potere reale, quindi del potere della stampa, nel nostro paese! dunque bisognava cogliere l' occasione della crisi aperta dai liberali, se non si voleva aprirne una per motivi tattici ( « che dire alla gente? » , « devo mantenere l' immagine dell' uomo di Governo » , e così via ). a quel punto, anche per quanto provocato dalla volontà di sfascio della Democrazia Cristiana fra marzo e aprile e per quanto sopravvenuto ed ampiamente previsto dal senatore democristiano Carli un anno e mezzo prima su La Repubblica (la crisi internazionale delle Borse, l' aggravamento della congiuntura finanziaria, economica e produttiva internazionale), occorreva, al di là dei tatticismi e della psicologica preparazione di ciascuno di noi (della Dc, del Psi, del partito radicale ), tirare presto le somme dell' errore compiuto. non avendo voluto onorare il coraggio del paese nelle elezioni politiche , occorreva decidere di rispettarlo oggi, onorando i 21 milioni di « sì » che hanno mostrato la tendenza ad una maggiore attenzione verso i problemi della riforma energetica, passata l' ubriacatura filonucleare di questi anni, che si è risolta nel non nucleare, nel non energetico, nel niente, come la conferenza sull' energia aveva ampiamente dimostrato! bisognava anche onorare i 21 milioni di « sì » dei referendum sulla responsabilità civile dei magistrati. in tali referendum si è misurata la forza repubblicana e demoproletaria: quel 4,5-5 per cento di differenza rispetto al referendum sull' inquirente. così come si è misurato l' apporto della Democrazia Cristiana nel referendum sulle politiche energetiche: solo un 7 per cento in più, nonostante la campagna dell' Enel e la convergenza del Movimento Sociale Italiano . dalla lettura di questi risultati, chi oggi non ha chiesto e non chiede che, a livello di Governo, ciò che non era stato fatto ad agosto sia fatto adesso, in realtà fa quello che ha fatto la stampa: consente il millantato credito, da parte della Dc, di un apporto reale ai « sì » , quando il suo apporto è misurato, sul piano della politica energetica , dallo spostamento di quel 7-8 per cento ottenuto dicendo « no » con il Movimento Sociale . cosa suggerivamo, quindi? fregola di poltrona, voglia di andare lì da parte dei radicali? mettetela pure in questi termini; ma chi governa le condizioni della società, della storia, delle proprie idee, dei propri programmi, dovrebbe essere capace anche di usare le bassezze, le piccolezze, le stupidità — se di ciò si fosse trattato — dei propri avversari. la voglia di « cadreghini » , di spartizione del potere da parte di alcuni Verdi e di tanti radicali, rappresenta, a questo punto la spiegazione del nostro discorso? ma questo cosa vuol dire? benissimo: si usa la pochezza di costoro per rafforzare le capacità, la qualità programmatica e di schieramento nel paese del Governo dei problemi esistenti o che devono ancora maturare. invece non è così. quanto ai compagni del partito socialista , ho già detto all' inizio del mio intervento quello che penso sulla operazione liberale, onorata giustamente, come si deve, da parte del presidente del Consiglio , il quale non ne ha parlato: del nulla non si parla. ma vi è un altro nulla del quale dobbiamo parlare: è il nulla della presenza socialista, che non è all' altezza delle posizioni degli anni precedenti e delle responsabilità assunte nei confronti di due elettorati, quello politico e quello referendario, rispettivamente, a marzo ed aprile, per il primo, e ad ottobre e novembre per il secondo. che cosa chiediamo, al di là dei « cadreghini » ? signor presidente del Consiglio , le chiediamo onestamente di poter presentare, in un mese, una riforma del piano energetico, con l' offerta di governare responsabilmente la riforma, con i compromessi (e non le compromissioni), che sono l' anima e l' attributo necessario della moralità politica. le chiediamo di dare questa opportunità a noi più e meglio che ad altri, anche perché le avevamo inviato quei « pezzi di carta » che lei sicuramente ricorderà, signor presidente del Consiglio , in cui spiegavano perché Verdi e radicali le chiedevano un nuovo ministero dell'Ambiente (con un ampliamento dei poteri), e un ministero sull' Europa, prima — tutto ciò era scritto in quel « pezzo di carta » che le avevamo inviato — prima che il disegno istituzionale europeo vada in crisi, e prima che la congiuntura economica internazionale acuisca tale crisi. signor presidente del Consiglio , l' ha conservato quel documento radicale? in esso vi erano tre punti: Europa, energia, giustizia. c' è da essere fieri come democristiani nel dire « no » , posto che quella non era l' occasione e per il momento non se ne doveva parlare? ma a pro di chi? a vantaggio di chi? era così grande e forte l' apporto di riforme, anche di settore che sono quelle importanti, le riforme senza spese. ebbene, niente! cos' è questo partito radicale , da qualcuno definito il partito di Cicciolina? vivaddio, sarà anche il partito di Cicciolina, ma è certo migliore del partito di De Rose , che abbiamo qui, il partito delle comunicazioni giudiziarie, malgrado i « no » democristiani, detti o non detti, sulla responsabilità dei giudici. in realtà, questi giudici, nel Mezzogiorno, sono responsabili, sistematicamente, di omissione di atti di ufficio nel colpire la corruzione, per poi inventarsi la corruzione di Tortora! — mi dispiace che non siano presenti in Aula, in questo momento, l' onorevole Rodotà e gli aedi dell' indipendenza della magistratura. mi dispiace che non sia qui il collega, o amico, Gianfranco Amendola per potergli chiedere: « ma dov' era l' ordine giudiziario italiano mentre tutta la Sicilia, tutta la Calabria, tutte le coste venivano cementificate in violazione di legge e vi nascevano città di 30 o 40 mila persone, dove procuratori generali e pretori transitavano, permettendo allacciamenti con Monello o altri? Gianfranco Amendola ha detto agli amici e colleghi Verdi che bisogna salvaguardare l' indipendenza dei magistrati, a difesa dell' ambiente e del territorio, quando costoro hanno omesso, sistematicamente, ideologicamente e puntualmente, tutti gli interventi nei confronti degli enti locali , perché venisse difesa la Sicilia, o la Calabria, o qualsiasi altra zona! dobbiamo, a questo punto, non avere falsi rispetti se vogliamo rispettare la funzione della giustizia, dell' amministrazione della giustizia ed i giudici che ci sono; non dobbiamo averli nemmeno per i giudici della buona coscienza a buon mercato che albergano nelle file della sinistra italiana, quelli che, per me, oggi assumono posizioni più pericolose dei giudici ufficialmente corporativisti. gli accenni più gravi al congresso di Genova, signor presidente del Consiglio , vengono sicuramente da quella componente della magistratura che ha presunzioni culturali e di guida culturale della società. il vicepresidente dell' Associazione nazionale magistrati ha detto testualmente: « dobbiamo proporre una cultura » . integrista, questo ragionamento, pericoloso, indebito! si tratta di una deformazione, perché anche Spagnuolo proponeva una cultura, ma era altra! anche Scaglione proponeva una cultura, ma era altra! ma il giudice che dice alla propria associazione, al Csm, a se stesso e al giudice in quanto tale che deve proporre una cultura assume una posizione marcata dalle derivazioni culturali corporativiste della concezione etica del diritto, che viene amministrato quindi da un personaggio etico, mai definibile in termini di diritto, e dalla realtà corporativista di uno Stato retto dai consigli degli ordini: dell' ordine dei giudici, dell' ordine dei giornalisti. l' ordine dei giudici, che esclude l' indipendenza del giudice garantita dalla Costituzione; l' ordine dei giornalisti, la cui legge, com' è formulata, esclude per il 99,99 per cento degli italiani la libertà costituzionale sancita dall' articolo 21 di manifestare liberamente, attraverso la stampa, le proprie opinioni. e infatti, se guardiamo gli elenchi telefonici ancora adesso vediamo, non solo per l' Inps o per l' Inail, ma anche per i consigli di questo o di quell' altro ordine, che le sigle sono sempre le stesse, quelle costituitesi dal punto di vista pubblicistico, tra il 1932 ed il 1939. le sedi a volte sono le stesse, quando non sono state sequestrate, grazie all' antifascismo, dai partiti postfascisti, detti antifascisti; altrimenti anche le sedi sono le stesse, come la dizione e il numero. quindi, ecco con chi abbiamo a che fare: una magistratura che offre delle mesdames au long , come la signora Paciotti, che dice al congresso nazionale dei magistrati, come appunto ha detto a Genova, che il problema è quello dell' etica. io dico che questo tono da pasionarie e da pontefici (che sanno parlare invece con tono sommesso, come si celebra un rito liturgico, appunto grave, freddo, non scomposto) rappresenta un pericolo al quale si deve rispondere. il pretore Sanza (che è tra i pochi, dico tra i pochi, che io stimo anche come magistrato nell' esercizio della propria professione, perché ha dimostrato coraggio contro la propria corporazione) dice testualmente: « noi dobbiamo evitare, nella gravità della situazione italiana, che siano solo Forattini ed altri a denunciare i pericoli che corre il nostro paese, e siano solo Forattini e gli altri a dire chiaramente che i socialisti hanno la camicia nera , o rischiano di averla » . ebbene, a questo punto occorre rispondere; e io ho fatto questo. ma la risposta deve venire da tutti, in concreto, assumendo al Governo del paese, non a chiacchiere, chi queste cose dice ed ha voluto, con i socialisti, ma forse un pochino prima, e con massima intransigenza. bisogna rispondere che, appunto, è frutto della concezione etica del diritto, la pretesa di Sanza di chiedere ai magistrati di denunciare il fascismo, lì dove c' è semplicemente a volte qualche tono autoritario (e sottolineo « tono » )... le grandi truffe culturali: il rafforzamento dell' Esecutivo è fascista! ma che imbecillità! che cos' è l' Esecutivo lì dove la democrazia classica funziona, nel mondo anglosassone? si parla di subalternità al Governo degli uffici del PM. naturalmente i compagni socialisti poi si vergognano, dicono che sì, ma che l' aveva detto X od Y... concedono troppo: a costoro bisogna rispondere che la misura per la quale la magistratura inquirente di prima istanza dipende ufficialmente dall' Esecutivo, che ne risponde, è in molti casi un cardine di democrazia. io non sono a favore di quella soluzione, ma questo devo rispondere. e invece no! si dice: « sì, l' avevamo detto in un primo momento, ma poi non più... l' aveva detto, non so... » « lo disse Federico Mancini , ma Federico Mancini lo abbiamo mandato a Strasburgo » . no! Sanza deve sapere che non è qualche guasconata, o qualche margine, che crea il pericolo di fascismo; lo crea la cultura etico-corporativista; e non a caso tutti i gentiliani della sinistra italiana, tutti i non crociani, sono stati presenti all' appuntamento con il « no » . ecco quello che ha fatto da base comune a questa unità: un certo gentilismo, che non è più quello di Ingrao, contro le posizioni crociane, o quelle salveminiane, o quelle della democrazia anglosassone; tutta questa e una nozione continentale della sacralità del diritto riferita ad un soggetto etico che cambia di volta in volta e che tollera il gioco delle elezioni, e non la democrazia! noi abbiamo il dovere, signor presidente del Consiglio , di dire ai compagni socialisti che è stato un grave errore non aver sentito la necessità di imporre ai radicali e ai Verdi l' assunzione nell' oggi di responsabilità di Governo, oltre ad aver fatto orecchie da mercante e aver lasciato tempo al tempo, quasi che il tempo di partito potesse sostituirsi a quello della vita dei cittadini, nel momento in cui la realtà del paese rischia di andare allo sfascio, per troppa ordinaria amministrazione . e poi che cosa si sarebbe rischiato? magari con la presenza radicale si poteva rischiare, amici democratici cristiani , che so io? che nel nostro frenetico attivismo ponessimo il problema della Guardia di Finanza , o gli altri problemi che da 15 anni, a livello di puntualità delle riforme che non comportano spesa, vi poniamo inutilmente! ma qui non c' è un' idea, non c' è un settore in cui venga fuori qualcosina! abbiamo avuto l' anticipo, l' antipasto, signor presidente della Camera: il pacchetto Visentini, che abbiamo votato, perché bisogna pur cominciare. cominciamo con i commercianti, ma è un inizio, altrimenti si crea una situazione iniqua! bisogna passare ai professionisti, bisogna passare a noi tutti; e contemporaneamente — dicevamo noi radicali — dobbiamo cessare di essere l' unico paese occidentale, o quasi, nel quale è impossibile un' imposta patrimoniale perché il catasto e le conservatorie non esistono. siamo l' unico, o quasi l' unico paese! ecco la voce di Governo, puntuale, attraverso anche il referendum. c' è qui Bruno Zevi, che lo ripete, e trova sordo anche me (apparentemente). occorre studiare cosa fare, proprio nel momento in cui dobbiamo portare avanti il problema di una nuova concezione del territorio; dobbiamo conservare, e conservare non vuol dire non muovere le cose: la conservazione è forse il più prometeico dei concepimenti. non c' è politica urbanistica; e a un certo punto sembra quasi che per noi, di cultura ambientalista, l' architettura diventi di per sé un peccato, perché siccome si costruisce con il cemento, si compie già un peccato consumistico. non c' è nulla che ci consente di dire che vorremmo aiutarvi, in questa legge finanziaria . nulla, neppure una cosa! sulla giustizia, a questo punto, dovremo riproporre qualcosa contro la storia scritta dal quarto potere , che in Italia ha la funzione dell' Accademia sovietica quando scrive la storia della rivoluzione. ancora adesso, pare, la maggior parte di voi è convinta che noi facemmo gli ostruzionismi contro le leggi sull' emergenza; leggi infauste, che adesso nessuno più difende, anche perché poi ci sono stati i Calogero, i Maddalena, gli Abate, questa categoria di giudici che hanno distrutto la legge, perfino quella di emergenza, che ne hanno abusato, con falsi ideologici sistematici, con usi repellenti: mandati di cattura a ripetizione, dolosamente, chiaramente e manifestamente speciosi: « tanto io ti fotto; e spicco un mandato per un reato che non hai commesso, ma tu resti dentro! e noi dovremo avere dei complessi dinanzi a Panorama, ai « no » , dinanzi ai Rodotà?! Rodotà qua, Rodotà là, Rodotà su, Rodotà giù! non si comprende più ormai, che testata si legga tanto le firme sono sempre la stessa (come negli anni Trenta , devo dire). non c' è cultura di Governo, non c' è volontà di Governo. noi dieci anni fa abbiamo sottoposto a referendum la smilitarizzazione della Guardia di Finanza per là sua professionalità e professionalizzazione: niente! stiamo parlando della patrimoniale, quindi del varo rapido della riforma delle conservatorie e del catasto; niente! continuiamo a dire che non è possibile applicare la legge Visentini per i proprietari dei ristoranti e non per noi, parliamoci chiaro, e per i cosiddetti liberi professionisti ; niente neanche di questo! dov' è il Governo? tra i grandi guai determinati dai compagni socialisti con la liquidazione sottocosto dei risultati elettorali, e quindi con la Presidenza del Senato data a Spadolini per accattivarlo, abbiamo adesso il nuovo grande leader del partito repubblicano La Malfa . ricordiamo quando c' era un altro La Malfa , che suscitava ben altro rispetto; allora si qualificava la propria magistratura interna come miserabili Torquemada da strapazzo e come mozzaorecchi; un La Malfa ben diverso, e non La Malfa le petit . ma in mezzo al tripudio della cultura repubblicana dei Firpo and Company si vedeva riproporre accenti che avevo amato nell' adolescenza e sui quali pare il Firpo avesse scritto poemi. ma lasciamo perdere. cui prodest ? a De Mita ? può darsi. ma a quale De Mita a quale politica? in otto mesi siete stati indotti ad essere obbedienti, come mai i compagni comunisti, pur negli anni peggiori, lo sono stati, perché poi dei dibattiti al loro interno c' erano. il voto contro il Governo Fanfani, lo scioglimento anticipato delle Camere, i « sì » ai referendum, tutto è stato giustificato con machiavellismi da Porta Portese , nei quali la parola perde qualsiasi valore. si dice « sì » per dire « no » , tant' è vero che poi si manda Silvia Costa, in un empito femminista, a fare l' ultimo appello elettorale; prova questa di maschilismo, perché la si dovrebbe mandare quando si è convinti di ciò che dice. invece si manda la compagna femmina, la compagna donna, e carina, a compiere il servizio di basso stile e tono, perché non si ha la faccia di farlo in prima persona. in genere sono tutti in fila: prima viene il segretario, poi il vicesegretario, poi i presidenti dei gruppi; e dicono: « vado io, no, vado io » . no, va Silvia Costa a recitare il proprio compitino sulla legittimità del machiavellismo da sottoscala nelle occasioni referendarie. poi c' è il vicepresidente del gruppo parlamentare , l' amico Cristofori, tanto per dimostrare che, al di là delle chiacchiere, tra andreottiani e demitiani, quando occorre fare i conti con lo stato di diritto ed avere una visione meno dozzinale del diritto, ci si comporta in questo modo. signor presidente , l' uso strumentale dei referendum è doveroso, secondo la nostra Costituzione. noi siamo in una democrazia politica, e democrazia politica significa usare strumentalmente ed ufficialmente, rispetto ai propri disegni, degli strumenti istituzionali che ci sono, e di rivendicare questa moralità politica. voi, Corte costituzionale , voi Corte anticostituzionale, avete creduto di seppellire l' istituto referendario impedendo, con la vostra giurisprudenza, che si celebrassero i referendum sui codici, sulla caccia, sui reati d' opinione. c' è stato un vero massacro da cacciatori da parte di questa Corte costituzionale « berettiana » , per non dire peggio ( « Beretta » : pam, pam, pam), che in realtà al di là della caccia, ha sparato contro la Costituzione che ci dava il diritto al referendum, per farlo pieno di ostacoli per poi venirci a dire: « ma il referendum era puntuale, non è che se ne può arguire tutta la... » . ma come? ci avete impedito di fare quello sui reati di opinione perché pare che, l' opinione non avendo rilevanza, non vi fosse a questo punto la coerenza propria dell' oggetto del referendum tra i 35 reati di opinione che volevamo abolire. arriviamo al punto di cui il giurista « Rodotà qua, Rodotà là » viene a contestare l' uso strumentale... « l' abrogazione? si crea un vuoto giuridico! » . l' avete detto tutti, Bodrato. ebbene, il punto più alto della riflessione teorica di questo secolo è quello che ha portato il nostro costituente ad aver paura del referendum propositivo , per proporre la dialettica del referendum abrogativo , per creare, se del caso, il vuoto giuridico. noi siamo stati imputati di ossequio totale alla lettera ed allo spirito della Costituzione, e siamo qui a rivendicarlo. se i compagni socialisti in qualche momento possono avere avuto qualche tono duro, è tipico di una cultura fascista, epica, di giudici del fascismo osare dire che la corporazione dei giudici deve avvisare il paese che fra i socialisti, i radicali, i democristiani e i comunisti c' è il pericolo di fascismo. e l' altro, Accattatis, che propone la cultura; e la Paciotti che propone l' eticità... ma dove siamo? questo Csm che dà un ammonimento è una panzana! i giudici severi con se stessi ... perché, quelli della P2? panzana! tre casi, ed erano quelli indifesi, che non erano iscritti nelle loro associazioni! ci imputano di aver assolto un po' di generali e di politici nostri. ma perché? perché i loro magistrati ci hanno assolto i nostri colleghi e i militari, e quindi ne abbiamo tratto le conseguenze. torno a dire: hanno visto franare l' Italia; la speculazione edilizia contro le leggi dei comuni, mentre i procuratori generali passeggiavano all' interno con i pretori e tutti quanti gli altri! mai un processo! ebbene, c' è anche un caso di fellonia dell' ordine giudiziario. dell' ordine... ma un radicale che è sempre stato contro gli ordini deve pur dirlo che è incompatibile, alla lunga con una Costituzione repubblicana, il giuramento repubblicano di una corporazione. c' è la fellonia dell' alleanza con il quarto potere , realizzata attraverso la sottrazione della difesa del diritto all' immagine, all' identità, alla reputazione ed all' onore, abolendo il rito direttissimo e instaurando un rito senza legge, ad arbitrio, sicché poi, quando il partito comunista faceva lotte, soprattutto insultando e denunciando, ci volevano cinque anni prima che L'Unità fosse giudicata. ma con Scalfari della Repubblica per questo uso politico, di potere della pubblicistica, sul piano del linciaggio dell' onorabilità e degli atti, ce ne vogliono adesso sei o sette o quattro. per me — lo affido ad Andò o a qualche altro tecnico — siamo perfino arrivati, in occasione di una cosa per Scalfari (oh, c' è Guarino!), dopo quattro anni, alla formalizzazione di una mia querela. poi c' è stato il proscioglimento in istruttoria formale, proposto dal giudice. ecco come poi si creano gli schieramenti! il povero Longo è stato fatto fuori dal quarto potere italiano, perché, se avesse potuto rispondere, sarebbe stato iniquo il linciaggio, dopo che il presidente della Repubblica , dopo le altre... ma è stato fatto fuori, mentre le realtà napoletane, nel caso Cirillo, con tutto quello che gronda dietro... l' istruttoria tenuta dal giustissimo Alemi per sette anni o sei anni, mentre nelle carceri, signor presidente del Consiglio , uno dopo l' altro, muoiono suicidati, tutti i testimoni dell' episodio... Dc, servizi segreti , P2, P38! e si faranno quando sarà morto anche l' ultimo; nel frattempo si fanno a proposito del... niente! qui noi diciamo — e mi avvio alla conclusione — che, se c' è stata (e, ahimè, c' è stata) superficialità e buona fede nel non pretendere adesso quel che già doveva essere preteso a luglio (adesso, dopo lo scontro referendario), l' assunzione a responsabilità programmatiche e di Governo di radicali e di Verdi, si sarebbe avuta se l' avessero voluta. da parte dei laici (lasciamo perdere La Malfa che di laico lo vedrete e lo vedremo tutti, quanto ha!) e dai compagni socialisti purtroppo non c' è malafede; fosse malafede o un cattivo calcolo, potremmo convincerli a farne uno buono. non capiscono quanto il tempo lavori per arrivare a quello cui i fascisti vogliono arrivare: un accordo (contro il Pci) di Pci, Democrazia Cristiana e partito socialista per una riforma istituzionale con la quale si dia qualcosa a livello di Presidenza della Repubblica. è questo il corso delle cose da giugno ad oggi; è questo che la condanna a non governare per il programma di non-governo, è questo che la coalizione le assegna. guai se come numero di sostenitori, signor presidente del Consiglio , o anche come ambizione delle iniziative lei volesse rilanciarsi e rilanciare! abbiamo da questo punto di vista motivi di grosso rammarico: sulla fame nel mondo (chi ne parla più?); su un rapporto Europa-Africa di un certo tipo. dopo il semestre italiano chi parla più degli USA d' Europa, dell' Unione Europea , in termini operativi? chi fa il conto delle settimane che vi abbiamo già fatto nei documenti di agosto (sessanta settimane per questo, cinquanta per quest' altro)? altrimenti verrà fuori il « bidone » del 1992, che sarà un « bidone » tragico a livello istituzionale, perché governeranno questo salto di unificazione le multinazionali dell' agroalimentare, del militare industriale, governeranno l' Europa del nord — se ci si arriverà — non attraverso gli USA d' Europa, ma attraverso l' autorità politica istituzionale. c' è stata perfino la liquidazione della parola « istituzionale » ; naturalmente il mondo socialista europeo ha appoggiato per settarietà Delors, presidente della Commissione che ha espunto persino la parola « istituzionale » nella sua mistificazione cattolico-economicista delle cose, e che adesso, naturalmente, ripaga il partito socialista francese, ma anche i socialisti italiani e gli altri, annunciando che è disposto a fare il Primo Ministro di Barre, se del caso, dando una botta gravissima, naturalmente, anche ai compagni socialisti francesi. abbiamo richiamato questi impegni di Governo e siamo battuti, signor presidente del Consiglio , compagni socialisti. non è vero, siamo i primi, siamo abbastanza laici per sapere che le idee camminano sulle gambe degli uomini, delle donne, delle persone; che c' è un tempo perché queste idee diventino fertili, feconde di leggi, di diritto, di Governo della società e dei propri sentimenti e delle proprie storie. non so cosa stabilirà il mio partito, ma credo che dopo 15 anni che abbiamo legiferato in modo indiretto sulla droga (e male, perché legiferavate voi); dopo 15 anni che abbiamo legiferato in modo indiretto sul diritto di famiglia (che non sarebbe stato approvato e sarebbero passati altri anni); dopo 15 anni che abbiamo legiferato in modo indiretto sulla legge numero 180 (sulla quale ci astenemmo preannunciandovi la truffa che vi era in essa); sulla base dei nostri referendum, delle nostre riforme dei tribunali militari, noi abbiamo operato, siamo stati più di qualsiasi altro partito, anche quantitativamente, forza del Governo effettivo. le piccole riforme, non controriformistiche, sono venute da noi, e male è incolto a tutti voi e al presidente Moro quando fummo battuti nel rifiutare l' ostruzionismo che si faceva con l' alibi dell' emergenza contro la riforma dei codici che noi chiedevamo da 10, 15 anni, in tutte le sue parti. da questi banchi non si è mai fatto l' ostruzionismo; si è lottato perché fosse interrotto quell' ostruzionismo che vedeva i decreti Cossiga, Andreotti, Reale, questa peste per la giuridicità italiana, riconosciuta oggi da tutti voi negli effetti (andate a leggere gli atti del Parlamento) e perché invece si votasse la riforma Conso-Pisapia, stampata nel 1979 come prima proposta di questo gruppo, qui (è agli Atti parlamentari ). era agibile, e subito. e sono venute, invece, le controriforme. innanzitutto quella sulla Pubblica Sicurezza . l' abbiamo smilitarizzata, ma l' abbiamo indebolita, l' abbiamo disarmata del meglio. la smilitarizzazione significava — dov' è Forleo? — costringerli ad avere i terminali nei commissariati, significava professionalità. questa era la concezione che la ispirava. invece, si è avuto il nulla: la « legge Reale » . poi leggiamo gli scrittori di dovunque, di tutte le testate, farci da controcanto, contro i morti della polizia e dei cittadini, contro i morti di « legge Reale » , dell' uso improprio, sbagliato e irresponsabile delle armi. come legislatori indiretti tentammo con il finanziamento pubblico dei partiti, anche di ammonirvi sulla « legge Reale » . siamo battuti? ogni forza ha il suo tempo. io non credo — lo dirò al congresso del mio partito — che un partito nazionale (quale che esso sia, ma noi soprattutto), non credo, dicevo, che dopo quest' ultimo anno, possa più sperare di dare un apporto di governo tempestivo alla realtà del nostro paese. non so quale sia la risposta, signor presidente del Consiglio , agli interrogativi che esistono, se qualcuno sa guardare alla sua funzione con umiltà e quindi con rispetto. io ho la nausea di questa storia del « governicchio » . non è laica, non va! non si può dire « governicchio » — Mezzogiorno: Mezzogiorno, Mezzogiorno, ed è subito sera ogni volta! l' ho sentito al congresso di Verona, a quello di Rimini, ancora a luglio; poi il presidente del Consiglio è stato costretto ad avere l' interim per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno. intanto le migliaia, le decine di migliaia o le centinaia di migliaia di miliardi vanno e chiedono... non so, io ero lontano, come sono lontano qui questa sera, perché avete voluto allontanarmi; mi avete allontanato da voi, forse anche da quest' Aula, come era legittimo e doveroso se il giudizio fosse stato di un certo tipo. debbo però anche dire che temo fortemente — e mi auguro di sbagliare — che la debolezza di Goria sia innanzitutto debolezza socialista, non democristiana. nella cultura democristiana, nell' antropologia democratico cristiana non si può proporre che il nulla per evitare contraddizioni laceranti. per noi c' era da scegliere altro. dopo di che avremo i sindaci democristiani di Palermo che dicono « no » sulla giustizia, mentre il vicesindaco indipendente di sinistra dice « sì » , ma L'Unità non lo scrive. era il giudice Rizzo. abbiamo il partito a più alto tasso di criminalità imputato dalla magistratura nel Mezzogiorno d' Italia: il partito repubblicano . il partito a più alto tasso di imputazioni, magari sbagliate, in Sicilia, in Calabria, in parte in Campania e nel sud delle Puglie è il partito repubblicano . abbiamo fatto uno studio in proposito e lo forniremo. magari gli amici repubblicani debbono essere difesi. questo partito, nella sua storia, ha rivendicato il dovere del finanziamento illegale dei partiti fin quando non ci fosse stato il finanziamento pubblico. al ministro Battaglia, che allora era semplicemente l' amministratore, non il tesoriere, del partito, i giudici mandarono una comunicazione giudiziaria per il petrolio e lo zucchero, e Ugo La Malfa , nella sua nobiltà, disse: « cosa? signor giudice, quello non c' entra, non conta nulla. e un dovere. l' unico problema è non farsi corrompere. i soldi ci vogliono. i soldi per il partito li ho rubati. io, La Malfa , ne rispondo. dovevamo prenderli » . queste sono le storie: i mozzaorecchi, i Torquemada da strapazzo, il disgusto, le nausee. cosa può accadere? non so. mi chiedeva prima un giornalista — gliene chiedo scusa, ma tanto vale che lo dica qui — cosa penso di D'Alema . i giornalisti non mi chiedono mai cosa penso. quindi mi chiedono cosa penso di niente (quando me lo chiedono). naturalmente ho risposto che preferisco il papà di Natta... al di là di questa battuta, che magari può dare fastidio a qualcuno, ci si condanna a governare dall' opposizione. e questo significa oggi tentare di governare ricercando un programma di Governo con i compagni del partito comunista , niente altro. altrimenti ci degradiamo e non rispondiamo ai compagni socialisti, come dobbiamo, con una fraterna capacità di dialogo, di collaborazione e di forza nel dissenso. altrimenti saremmo, come altri, una forza subalterna. che possiamo farci? qualche volta, per stanchezza, verrebbe voglia di esserlo ma, che sia a Napoli o a Strasburgo, non ci riusciamo. allora, lo si ripeta ai compagni, oggi c' è una fortuna: domani potrò non trovare conferma di che cosa sia il quarto potere in Italia, perché sarà in sciopero. domani vi è infatti lo sciopero della stampa; quindi posso tranquillamente dire che non si saprà nulla delle nostre posizioni e dei nostri discorsi perché i giornali non usciranno. ma se ne sarebbe saputo ancora meno se fossero usciti. domani, quindi, non si saprà nulla. devo ringraziare voi, compagni comunisti, per la vostra attenzione, ringrazio alcuni amici democristiani e socialdemocratici, e devo ringraziare anche De Michelis e i compagni socialisti per aver voluto ascoltarmi in attesa che il compagno De Michelis svolga il suo intervento. riferite che è opinione del radicale e federalista europeo Pannella che occorre rimboccarsi le maniche e aiutare la maggioranza di Governo che ha scelto di ripudiare, rimandandoli al domani, i radicali e i Verdi. questi potevano del resto anche essere indisponibili; in tal caso però la responsabilità sarà loro, mentre il dovere è quello di tentare con grande fretta, anzi con grande urgenza, di comprendere quale sia il programma di Governo , alternativo a questo non programma di non-governo, di cui il paese ha bisogno. già in passato noi radicali dicemmo che quello dei ministri-ombra poteva essere un buon criterio, ed anche che i ministri-ombra dovevano essere comunisti. lo dicemmo in anni di feroci polemiche (non dipendenti o indipendenti di sinistra, in particolare, almeno per quello che ci riguardava, poi il partito comunista amministra i propri eletti come vuole) per tentare la difficile, difficilissima strada di costruire le riforme, di contribuire alla governabilità, chiedendo noi quello che anche i compagni socialisti chiedono (a mio avviso però senza sufficiente vigore, tanto è vero che non riescono ad ottenere risultati). noi dobbiamo chiedere ai compagni comunisti e agli amici dell' opposizione che non vi sia più lo scrutinio segreto sulle leggi di spesa; noi non dobbiamo più avere bisogno continuamente degli Scalfaro, o del quarto potere , o della politica degli agguati. questo non ci serve! a noi invece serve un Governo che si aiuti a governare per dimostrare che non ha né idee né forza per farlo. per quanto ci riguarda noi proponiamo alcuni obiettivi prioritari come quelli — ne ho ricordato soltanto alcuni — che noi radicali siamo riusciti, dall' esterno di questo palazzo, oppure poveri e pochi dall' interno di esso, a dare al diritto positivo del nostro paese. vorrei chiederle scusa, signor presidente del Consiglio , perché da parte nostra si è un po' ecceduto rispetto al tono di tutti gli altri colleghi. le chiedo sinceramente scusa per alcune critiche personali che le sono state mosse dalla nostra parte; le ritengo ingenerose e indebite, anche se non so se siano vere o false in astratto. lei, signor presidente del Consiglio , non poteva fare di più, a meno che non dicesse: me ne vado. al riguardo, nessuno ha il diritto di esigere eroismi da parte di chicchessia, tanto più quando non sa che cosa verrà al suo posto. in quel che ho detto gioca forse la mia vecchia parzialità e settarietà, che alcuni ritengono antidemocristiana. di quel che non va e non andrà non faccio carico a lei (anche se dovrei farlo a livello di responsabilità istituzionale), ma agli amici laici e ai compagni socialisti, perché della loro ricchezza (che forse per lei sarebbe insostenibile) lei è depauperato, in base ad analisi politiche che ritengo sbagliate e che costituiscono una caduta della ripresa laica che ha caratterizzato il 1985, il 1986 e il primo quadrimestre del 1987. se in tema di giustizia lei presterà ascolto alle fortissime esigenze che noi avanzeremo nel corso della discussione sulla finanziaria, credo che lei farà un atto di grande governo. è possibile. ci sono riforme senza spese, che richiedono semplicemente, signor presidente , una certa scansione temporale e l' assunzione, al limite, di strumenti straordinari di realizzazione. non mi riferisco al problema della responsabilità civile del giudice, perché se questo fosse il suo intendimento, probabilmente la indurrebbero a negarla, stabilendo la responsabilità civile dello Stato e consegnando sempre di più alla mannaia della dipendenza dai provvedimenti disciplinari i giudici italiani, che invece devono essere liberati dal ricatto sempre più ampio di procedimenti disciplinari da Stato corporativo e da corporativismo. ho detto quello che mi sembrava possibile dire, senza mediazioni, anzi con la pretesa di non rappresentare una posizione di gruppo, ma la mia riflessione. mi auguro di essermi sbagliato, signor presidente del Consiglio , perché sono certo che nessuno, in questo paese né altrove, edificherà mai qualche cosa di positivo giocando, non fosse altro che per impreparazione psicologica o per lassismo, sulla vita della gente e del paese. coloro i quali tollerano il suo Governo dall' interno, ritenendolo piatto, inadeguato, ma lo tollerano, a mio avviso sono vittime della cultura del « tanto peggio, tanto meglio » , e comunque non hanno quel senso dello Stato e del Governo dello Stato, che invece io rivendico alla storia radicale, dal dicembre 1955 ad oggi. per la vita del diritto e il diritto alla vita, noi siamo stati classe di Governo e classe dirigente del paese: battuti, probabilmente, ma lo siamo stati!