Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 516 - seduta del 25-09-1990
Sulla situazione dell'ordine pubblico e della giustizia
1990 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 516
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevole colleghi, credo che sia più utile, dato l' andamento del dibattito, rispondere, sia pure in modo disadorno e non eccessivamente organico, ai vari punti che sono stati qui trattati e in modo particolare alle molte proposte che sono giunte e che ritengo debbano formare oggetto della più attenta considerazione in una riunione, che faremo al più presto possibile, del comitato interministeriale della sicurezza. ritengo che piuttosto che leggere un discorso prefabbricato sia più utile che io faccia così, riferendomi ad alcune note che ho potuto io stesso prendere e che in mia assenza ha gentilmente preso per me il collega Vassalli, il quale poi mi ha riferito. inizio con il chiedere scusa per l' assenza del ministro dell'Interno , che per ragioni di salute — che mi auguro siano rapidissimamente superate — non ha potuto prendere parte di persona a questa riunione importante del Parlamento. questo dibattito sulla criminalità e sulla sicurezza dei cittadini era già stato messo in programma dalla Camera quando alla triste catena di morti violente si sono aggiunti gli efferati omicidi del brigadiere Antonio Marino e del giudice Rosario Livatino, con un ulteriore squarcio, autenticamente barbarico, a Casoria, con un bambino trucidato solo perché testimone involontario di un delitto. tali amare novità danno un' aggravata urgenza ad un nostro riesame, al quale ci ha richiamato anche il messaggio del presidente della Repubblica , letto stamani dalla nostra presidente. dobbiamo però evitare che si indulga all' emotività, non tanto qui ma fuori di qui, anche se umanamente è comprensibile, perché occorre una grande obiettività nell' analisi dello stato delle cose , delle concrete conseguenze degli indirizzi nazionali e internazionali che siamo andati adottando e recependo lungo decenni di vita democratica , dell' efficacia di strumenti, anche straordinari; che abbiamo messo in campo per combattere la piovra mafiosa, dell' allineamento degli orari di lavoro degli agenti dell' ordine ai parametri generali di una legislazione sociale, dell' applicazione di alcuni punti specifici della legge Gozzini, in se stessa valida e da difendersi, delle contraddizioni operate con la proliferazione dei domicili obbligati per elementi di particolare pericolosità, con un sistema che soltanto da due anni è stato abolito, che non sono stati mai inviati, per quello che so, in scomode e controllabili isole, ma spesso in località addirittura profittevoli per il loro proselitismo. e potrei continuare. l' uomo della strada può anche lasciarsi guidare da stati d' animo episodici e commossi; noi dobbiamo con coraggio e coerenza distinguere gli indirizzi fondamentali della costruzione democratica, che devono restare intatti, ed i modi per fronteggiare un' emergenza che non è solo congiunturale. da qui l' appello ad un senso generale di corresponsabilità: occorre evitare di disorientare gli spiriti, alternando disinvoltamente esaltazioni globali del nuovo codice di procedura penale con critiche acute ad esso, addebito alle amnistie e ai condoni di un ritenuto incremento di delitti e spinte per continuare su una tradizione pressappochista che ne reclama persino le estensioni, dall' applauso per i maxiprocessi alla loro denigrazione tecnico-giuridica. il dibattito odierno, dal quale, come ho detto, il Governo trarrà al più presto conseguenze operative, ha avuto a mio avviso un taglio responsabile e poco intriso, salvo qualche eccezione, di pregiudizialismo politico. proposte concrete sono state avanzate da più parti; su alcune ritornerò tra un attimo. credo che sia su questo terreno che vada trovata quella crescente convergenza che in altro momento, a prescindere da formule governative, ci consentì di non essere sopraffatti, di reagire, e infine di sconfiggere il terrorismo. il Governo riafferma la netta ed inequivocabile volontà di agire contro i fenomeni mafiosi di ogni tipo e di ogni zona, senza condiscendenza alcuna e mobilitando tutte le energie e gli strumenti possibili. non siamo però, onorevoli colleghi , all' anno zero. numerosi provvedimenti legislativi ed amministrativi sono stati adottati e, attraverso riunioni del citato comitato interministeriale e contatti con le rappresentanze della magistratura e degli avvocati, si sono analizzate situazioni e studiati rimedi. purtroppo ci si è spesso trovati dinanzi a tesi contrapposte, sostenute con eguale tenacia, quasi dogmatica. cito, a titolo di esempio, la richiesta dell' ordine forense perché, sia pure a lieve correzione dell' insufficienza dei giudici, si utilizzasse la norma di reciprocità che vi è tra giudici ed avvocati immettendo nei ruoli della magistratura alcuni professionisti del foro, dotati di specifiche caratteristiche, come richiesto. ebbene, accogliendo la contrarietà dell' Associazione dei magistrati, il Consiglio superiore ha respinto la relativa proposta, che pure si limitava a sei unità. anche su un' ipotesi di reclutamento straordinario, o almeno di sveltimento dei concorsi, l' avversione, dirò così, sindacale dei togati è stata molto netta. mi auguro che per quest' ultimo punto almeno ci sia fra di noi concordanza per adottare un rimedio. nella legislatura attuale i provvedimenti votati in materia di giustizia dal Parlamento sono stati numerosi. non starò qui a farvi una elencazione perché, in modo particolare, i colleghi che seguono questa materia ne sono informati quanto me e più di me. vorrei solo ricordare che, per quanto riguarda quest' anno e il Governo attuale, d' intesa molto attenta con i ministri dell' Interno e di grazia e Giustizia, abbiamo cercato di adottare provvedimenti di carattere sia legislativo, con proposte alle Camere, sia amministrativo. delle proposte di carattere legislativo un numero discreto è divenuto in un anno legge dello Stato: si tratta esattamente di 16 provvedimenti, di cui alcuni di un certo rilievo, a cominciare proprio, come ho detto prima, dall' applicazione del nuovo codice di procedura penale . questo ha in sé un meccanismo molto opportuno, cioè quello per cui, a mano a mano che l' esperienza dimostra necessari alcuni cambiamenti, questi possono essere operati senza il lungo iter della legge, ma soltanto con una proposta del ministro guardasigilli e del Consiglio dei ministri e il parere di un' apposita commissione parlamentare . questo strumento è stato già notevolmente utilizzato. un pacchetto di ulteriori modifiche è all' esame della commissione; sugli altri punti, che anche stamane sono stati qui accennati, noi concordiamo. tutto questo porta a correzioni che per altro non incidono sul giudizio positivo che dev' essere dato del codice di procedura penale . anche se qualche volta il ricredersi può essere da persone sagge, credo sarebbe molto grave se, dopo lunghi annidi elaborazione, dopo una sollecitazione quasi unanime (ricordo le posizioni assunte anche dalle associazioni rappresentative, tanto dei magistrati quanto degli avvocati: l' ipotesi di un breve rinvio fu accompagnata da critiche molto feroci quasi universali) dovessimo oggi ritenere che tutto è sbagliato. non faremmo davvero onore a coloro che hanno lavorato a questa elaborazione, e credo che comunque sarebbe ingiusto. molti colleghi hanno evocato il problema dell' insufficienza numerica dei magistrati. non sto qui a fare delle comparazioni; qualcuno ha voluto farle, e certamente in Francia ci sono mille giudici in meno che da noi; probabilmente però li hanno procedure più celeri per il cammino della giustizia. al riguardo debbo fare un' osservazione. noi ci troviamo in una posizione molto delicata nei confronti della Convenzione europea dei diritti dell' uomo , che abbiamo tutti sottoscritto. ci troveremmo veramente in grande imbarazzo — vorrei dire anche morale — se ora, alla prima scadenza, non dovessimo più essere in grado di confermare la nostra adesione. la procedura che la Convenzione europea dei diritti dell' uomo prevede (mi riferisco ai ricorsi individuali: un esame prima in sede di Commissione e poi in sede di Consiglio) ha fatto sì che stiamo già ricevendo un discreto numero di condanne, quasi tutte per un termine non ragionevole del processo. credo che dobbiamo anche da questo prendere spunto per verificare se, quando si fanno delle proposte per cercare di sveltire i termini, esse non debbano essere correlate anche all' adempimento di un nostro obbligo di carattere internazionale. non nascondo che sono preoccupato del fatto che, oltre alle 12 condanne inflitteci, abbiamo pendenti presso la commissione 450 ricorsi individuali. siccome tali ricorsi sono motivati più o meno con lo stesso costrutto delle cause che abbiamo perduto, dei ricorsi in cui siamo stati soccombenti, credo che molto presto sorgerà un problema, che studieremo insieme ai membri del Consiglio superiore della magistratura proprio durante quelle riunioni che si terranno a seguito delle sollecitazioni del presidente della Repubblica . ritengo tuttavia che a tale questione non potremo sfuggire, ma presto dovremo farcene carico. per quanto riguarda le oltre mille vacanze in organico dei magistrati, esclusa, per la contrarietà di cui ho detto poc' anzi , la possibilità di ricorrere ad avvocati che abbiano esercitato la professione per un elevato numero di anni e siano in possesso di titoli estremamente qualificati, come ho già avuto modo di dire esiste una disputa, che dobbiamo riaprire, in ordine al modo di accelerare il procedimento penale. al riguardo ricordo che il guardasigilli ha delle sue proposte. durante una trasmissione televisiva sui problemi del nuovo codice, ad un' osservazione di questo genere un autorevole membro del Consiglio superiore mi dette delle... simboliche bacchettate sulle mani perché dicevo che si tratta di un problema che dobbiamo affrontare. questo personaggio sosteneva invece che tutto era a posto e che i concorsi erano in atto. noi sappiamo però che essi richiedono del tempo, e che per accelerarli bisogna rivedere alcune modalità di espletamento (fatta salva la qualità dei giudici, che nessuno vuole mettere in discussione). vi è poi un altro problema che si è posto e che l' ultimo Consiglio dei ministri ha cercato di risolvere mediante una proposta che mi auguro verrà presto esaminata dal Parlamento: mi riferisco alla possibilità di impiego di magistrati laddove vi sono evidenti carenze. colleghi, il nostro sistema è quasi paradossale. questa mattina anche l' onorevole Rizzo ha formulato una proposta che riteniamo valida e se essa risolverà i problemi tutti ne saremo lieti. qual è il paradosso? avendo stabilito che il magistrato può cambiar sede solo a domanda (salvo la prima destinazione per i giovani vincitori di concorso), potrebbe verificarsi l' ipotesi — non certo astratta — che se nuovi magistrati non subentrano a quelli che chiedono di essere trasferiti, l' esercizio della giustizia rischierebbe di interrompersi. non si tratta certo di un attentato all' inamovibilità del magistrato, bensì di una constatazione. qual è la proposta formulata questa mattina? qualche collega si è scandalizzato perché si è parlato di incentivi di carattere finanziario. a parte la valutazione che ognuno può dare, sarebbe impossibile configurare tali incentivi solo per i magistrati, dato che anche altre categorie dello Stato sono considerate a rischio. qualche collega ha criticato il ministro Vassalli perché tra le ipotesi di lavoro ha contemplato anche questa che mi accingo a formulare. ad onor del vero tale proposta era stata avanzata due anni fa dal Consiglio superiore della magistratura , ed il Governo quindi non se ne assume la piena paternità. la proposta in pratica è quella di dare benefici di carriera a coloro che vanno in sedi particolarmente disagiate, in sedi a rischio, il cui problema sarà così risolto. credo che potremo ricorrere rapidamente a questa misura che, se troverà l' adesione dei magistrati, potrà soddisfare tutti. onorevole Mellini, se lei ha un' altra proposta la formuli pure. io ho seguito con attenzione il suo intervento di questa mattina, ma non ho riscontrato alcuna proposta alternativa a questa. se lei ne ha delle altre ne possiamo discutere. onorevole Mellini, le opinioni individuali in questo campo contano poco; l' essenziale è che noi responsabilmente cerchiamo di risolvere un problema che esiste. esistono infatti dei tribunali nei quali il lavoro è sospeso per mancanza di giudici. riteniamo pertanto che questa proposta debba essere rapidamente presa in considerazione. per quanto riguarda l' organizzazione degli uffici, vedremo insieme con il guardasigilli (ne abbiamo parlato anche in riunioni tenute con i magistrati e con gli avvocati) se l' Iri attraverso le sue società specializzate in tema di informatica e di organizzazione potrà dare un contributo alla ristrutturazione del modo di lavoro e delle attrezzature relative. finora con l' Iri vi è stata una notevole incomunicabilità al riguardo e si è registrata una certa difficoltà psicologica nell' ambiente; credo però che su questo aspetto dobbiamo cercare di spingere, perché è uno dei modi con cui può essere, almeno in parte, superato l' insieme delle difficoltà che riscontriamo. su alcuni temi che sono stati evocati stamane e oggi pomeriggio vorrei rilevare che quando facemmo, poco dopo la formazione del Governo, la prima riunione del comitato interministeriale della sicurezza ci ponemmo tre obiettivi molto precisi. il primo era di pervenire ad un coordinamento maggiore su questo tema che pure è storico ed estremamente pieno di difficoltà, con il risultato di sancire, come poi fu fatto, che alla attività dell' Alto commissariato dessero il proprio contributo anche i servizi informativi, il Sismi, il Sisde e il CESIS. il secondo obiettivo riguardava i latitanti. non vorrei dire che in materia si è fatto moltissimo, ma va sottolineato che in otto mesi 4 mila latitanti sono stati individuati ed arrestati; il che significa che l' indirizzo fornito dal comitato interministeriale della sicurezza ha dato il suo frutto. anche le proposte che sono state avanzate circa il terzo obiettivo, quello dei sequestri di persona , uno dei fenomeni più inquietanti che in passato... lei allarga le braccia prima di sapere che cosa sto per dire, onorevole Mellini: mi sembra incredibile! in quella riunione, oltre ad individuare alcuni mezzi di utilizzazione tecnologica per determinate ispezioni in zone particolarmente difficili, cercammo di segnare le strade di un disegno di legge che abbiamo poi presentato. so che questo disegno di legge incontra difficoltà, soprattutto sul punto concernente il blocco dei beni che verrebbero usati per pagare il riscatto; se ne discuterà e si vedrà se questa disposizione sia giusta o no. non voglio dire che tra i due problemi ci sia una connessione assoluta, ma indubbiamente aver suscitato un' attenzione più acuta per il fenomeno dei sequestri di persona ed aver anche individuato quelle specie di stazioni di posta che consentivano il trasferimento dal nord in Calabria, qualche risultato lo ha dato... io non voglio vantarmi di questo, ma semplicemente rilevare che l' annuncio di determinati provvedimenti e di un indirizzo più severo in questo campo potrebbe aver provocato la convinzione che fosse meno facile continuare a commettere reati come questo. forse non è necessariamente così, ma al riguardo un opinione vale un' altra; vedrà il Parlamento se deve essere approvata quella linea o se invece è da ritenere non giusta. in sede di riforma del codice di procedura penale abbiamo già introdotto mezzi che rendono nell' insieme un po' più facile la prevenzione di questo ed altri tipi di reato. quest' anno abbiamo anche rivisto — si tratta di un punto di particolare rilievo — i requisiti per ottenere il beneficio degli arresti domiciliari. lo ha ricordato stamane l' onorevole Violante e ciò rappresenta già un passo avanti per evitare che di questo beneficio possano trarre vantaggio coloro che hanno commesso reati collegati all' appartenenza ad associazioni mafiose, a droga ed altri reati. il numero molto elevato dei soggetti sottoposti agli arresti domiciliari comporta conseguenze molto serie sull' utilizzo del personale delle forze dell'ordine (carabinieri, polizia e Guardia di Finanza ). poiché infatti — ed è giusto che sia così — nell' ultimo contratto di lavoro del personale di polizia (che viene automaticamente applicato anche ai carabinieri) le ore lavorative sono state ridotte da 40 a 38, occorre un discreto numero di unità in più per svolgere lo stesso lavoro. si pensi — erano certamente altri momenti e nessuno pensa che si possa tornare indietro — che in passato, con orari molto più lunghi, fino quasi a giungere ad una mobilitazione a tempo pieno durante il giorno e la notte, si corrispondeva ad esigenze per le quali è oggi necessario personale tre volte più numeroso di quello impiegato allora. non voglio sostenere con queste considerazioni che l' istituto degli arresti domiciliari debba essere cancellato, ma occorre rivederne la portata sia perché non comporta sempre i benefici che auspicheremmo ottenere sia per l' impegno che richiede nell' utilizzazione delle forze di Pubblica Sicurezza . per quanto riguarda l' articolo 13 della legge per la prevenzione della delinquenza mafiosa, desidero rilevare che è già stata limitata la concessione di benefici a favore di condannati per reati di particolare gravità. ritengo tuttavia che su questa strada possano essere accolte alcune proposte avanzate nell' odierno dibattito. non si tratta infatti di revocare un indirizzo umanitario, corrispondente poi alla finalità della rieducazione del reo sancita dalla Costituzione, bensì di valutare con un certo realismo per evitare che inasprimenti generalizzati pongano nel nulla una serie di finalità proprie della legge Gozzini e di altri provvedimenti, che riteniamo debbano essere assolutamente salvaguardati. stamane è stato altresì rinnovato il discorso del coordinamento tra le forze di polizia tramite un' azione diretta del ministero dell'Interno . è qualcosa che si cerca di fare ed anche in questo caso qualche risultato è stato ottenuto. abbiamo sentito indicare cifre relativamente alle carenze di organico della Pubblica Sicurezza nelle varie zone del paese. ebbene, dobbiamo essere attenti al riguardo a non raccogliere cifre inesatte. vi sono zone — come ho detto — in cui la criminalità è particolarmente intensa e per le quali si potrebbe quasi pensare che nessun aumento delle unità di polizia e dei carabinieri sarebbe sufficiente. si è detto poc' anzi della situazione di Agrigento e devo rilevare che in questa città, pur essendo previste nuove assegnazioni di personale, operano attualmente 542 unità della Polizia di Stato , 313 unità dei carabinieri e 354 unità della Guardia di Finanza . non sto qui a leggere le cifre, ma rilevo che non abbiamo dormito in quest' anno, essendo stata istituita in Italia meridionale una discreta serie di commissariati di Pubblica Sicurezza e di altri insediamenti, compresi i casi delle due città citate in questa sede, Palma di Montechiaro e Canicattì. a tale riguardo, in risposta alla domanda su che fine avesse fatto la monografia redatta dall' Alto commissariato su Palma di Montechiaro , devo dire che questa monografia è stata immediatamente trasmessa dal ministero dell'Interno a tutti gli uffici comprese le altre prefetture per le connessioni esistenti. non è quindi rimasta negli archivi e non si è cercato di non trarne delle conseguenze. per quanto riguarda l' Alto commissariato , sono lieto che stamani non si siano ripetute qui le enunciazioni critiche sull' esistenza stessa che ho ascoltato in una delle riunioni della Commissione antimafia... sono sicuro che le stesse persone che ne sostengono l' inutilità ed invitano a scioglierlo, se lo sciogliessimo farebbero dei cortei affermando che vogliamo fare un grande favore alla mafia e che siamo chissà come succubi di poteri occulti . ritengo quindi che il nostro compito fosse quello di dotare l' Alto commissariato delle forze necessarie, come avviene oggi con 417 unità e con i mezzi, sia per quanto riguarda le dotazioni finanziarie sia per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche, che ci sono stati richiesti. penso che questo sia il nostro dovere. si è parlato questa mattina di quanto è avvenuto a Gioia Tauro dove un lavoro di notevoli dimensioni dell' Enel è stato bloccato per richiesta dell' Alto commissario ; era stato poi chiesto al tribunale della libertà se questo provvedimento venisse confermato; è stato confermato e vi è un ricorso in Cassazione. è una questione che dobbiamo studiare perché da tutte le parti si chiede che il personale, che si trova a non poter lavorare dato il sequestro dei cantieri, venga retribuito a spese dello Stato. riteniamo che questo costituirebbe un principio... onorevole Mancini, il problema che stiamo studiando e che si pone è questo. stiamo studiando le misure da adottare. ho pregato personalmente il prefetto Sica di farci una proposta che indichi la strada da seguire per affidare, nella fase in cui sono stati congelati i diritti dei vincitori degli appalti, ad un terzo la continuazione dei lavori. se occorre un provvedimento legislativo ho detto che siamo pronti ad adottarlo. ciò sarebbe giusto, ma quello che non sarebbe... allo stato attuale esiste una controversia di carattere giuridico pendente davanti al magistrato e, se non c' è un atto avente forza di legge, difficilmente un prefetto o chiunque altro può autorizzare un terzo a prendere in consegna questi lavori. credo che sia così: comunque ho pregato il prefetto Sica di recarsi subito sul posto, proprio perché riteniamo che non sia giusto e che rappresenti un fatto abbastanza emblematico il trovarci di fronte al blocco di un lavoro. devo dire che, sulla carta ciò non sarebbe dovuto accadere, nel senso che per l' assegnazione dei lavori vi sono i certificati liberatori, proprio in relazione alla legge antimafia; credo che in questo caso la procedura fosse stata seguita. se non bastano le norme di cui disponiamo, dobbiamo cercare di elaborarne altre. per quanto riguarda gli appalti dei quali si è parlato molto questa mattina ed anche stasera, un passo avanti notevole è già stato compiuto proprio con la legislazione più recente. riteniamo che essa non basti ed abbiamo fatto preparare un provvedimento che credo possa essere approvato dal Consiglio dei ministri questa settimana, per rendere ancora più trasparente il dominio degli appalti. naturalmente, occorre conciliare — e bene — tutte le regole di speditezza con quelle di garanzia. esiste, ad esempio, una proposta in quel testo, della quale discuteremo, che mi pare abbastanza pericolosa: essa prevede che gli aumenti per le revisioni possano essere attribuiti fino ad una cifra pari al 10 per cento dell' opera a giudizio tecnico del direttore dei lavori. ho l' impressione che, se avremo una maggiore trasparenza, potranno d' altra parte verificarsi non minori induzioni in tentazione. devo dire che si è comunque percorsa molta strada sotto il profilo della trasparenza degli appalti; ritengo che, con il nuovo provvedimento, vi saranno buone possibilità di evitare difficoltà. una proposta che è qui tornata ad affacciarsi è quella che riguarda le armi. si è detto che, per quel che concerne in particolare alcune zone nelle quali il tasso di criminalità specifica è molto elevato, occorre adottare provvedimenti straordinari in relazione ai quali ritengo che già possano servire le norme contenute nel testo unico del 1931 (qualche volta anche le leggi più antiche possono essere utili). esprimerò pertanto parere favorevole, nella riunione del comitato interministeriale di sicurezza, all' ipotesi che qui è stata avanzata in relazione ad un censimento delle armi in possesso dei cittadini, alla revisione dei porto d' armi ed alla eventuale sospensione di ogni uso delle armi, compreso quello connesso alla caccia, in alcune zone. tutto ciò, tra l' altro, potrebbe rappresentare una penalizzazione capace di creare un qualche sostegno alla lotta contro la mafia che non sempre ci viene dato da parte di tutti; sottoporremo quindi all' esame del comitato per la sicurezza questa proposta, che mi è sembrata molto ragionevole. sono consapevole del fatto che si dirà che le persone per bene rimarranno senz' armi... Beccaria viveva in momenti forse un po' più tranquilli dell' attuale, onorevole Mellini, o almeno così credo; pur essendo anziano, ancora non c' ero! un terzo punto, del quale parlerò molto rapidamente, è relativo alla connessione dell' attività mafiosa con la vita politica ed amministrativa. mi limito a due osservazioni. per quanto riguarda la connessione con la vita amministrativa, si è parlato in questa sede di candidature e si è fatto riferimento ad alcuni casi di persone che sono state candidate ed anche elette pur avendo carichi di carattere penale. certamente il problema è prima di tutto di sensibilità e di responsabilità dei partiti. però potremmo ritenere che sia opportuno, magari per un periodo, fino a che le cose non si normalizzino, stabilire nel campo delle incompatibilità una più larga gamma nei confronti anche di determinati soggetti. so bene che, mentre tutti affermiamo che anche il semplice sospetto deve essere addotto a motivo di possibilità di togliere dalla competizione, dobbiamo regolarlo in modo che dia una certa garanzia. altrimenti sarebbe piuttosto facile, come qualche volta accade in materia di gare, che l' insinuazione, anche anonima, porti alcuni concorrenti ad essere estraniati. allora, invece di compiere un' opera di bonifica, finiamo con il fare il contrario. credo... onorevole Tortorella, intanto adesso stavo parlando di candidature e non di imprese, forse lei non mi ha seguito... ho posto un problema che esiste. se si tratta di una norma di legge nulla quaestio , perché allora l' incompatibilità è un fatto giuridico e si è ineleggibili. se invece da un lato si tratta di un problema di costume o dall' altro se riteniamo che il costume non basti ed occorra fare un' eccezione, come è avvenuto in altri casi (ed anche il sospetto ad esempio, viene ad essere addotto come elemento sufficiente per non essere ammesso a determinate gare) sono dell' avviso che, nell' interesse di tutti debba essere regolata con molto rigore per evitare che vi possano essere forme di utilizzo non corretto di una norma. detto questo, credo che si debba avere qualcosa di più. abbiamo compiuto alcuni studi e, anche in relazione all' ultima legge che abbiamo approvato sulle autonomie locali, vi è un richiamo sul quale formuleremo alcune proposte. mi riferisco alla possibilità che la Corte dei conti sia chiamata ad una attività particolarmente impegnata proprio in materia di controllo della legittimità e della correttezza del lavoro anche delle amministrazioni locali . so che in via di principio la Corte dei conti non è contraria e penso che sia un modo per poterci aiutare concretamente ad avere una forma di maggiore garanzia e di maggiore tutela al riguardo. vorrei fare un' ultima osservazione. stamane una collega ha rilevato che facciamo leggi che non servono e ha citato quella sulla droga. non voglio riaprire qui una discussione fra chi è ad essa favorevole o contrario. devo dire però che in due mesi sono state tratte in arresto per spaccio, non per uso di stupefacenti, 4.124 persone. ritengo che questo rappresenti almeno un dato sull' esistenza di un fenomeno che richiedeva, come ha richiesto, un nostro intervento. credo che chi ha ritenuto valida quella legge possa oggi vedere che essa sta ottenendo risultati. onorevoli colleghi , iniziando il mio intervento ho affermato che mi è sembrato — non credo di essermi sbagliato — che vi sia una disponibilità diversa dinanzi ad alcune linee concrete, perché siano il più rapidamente possibile trasformate in norme legislative o di comportamento. abbiamo derogato anche ad alcune norme comunitarie concernenti ad esempio, la libera circolazione dei capitali, con riferimento al capitolo molto difficile del riciclaggio del denaro. con disposizioni interne abbiamo infatti posto alcune limitazioni proprio in questa direzione, spiegando alla Comunità che siamo stati indotti a tale atteggiamento non certo dalla mancanza di spirito comunitario. ho omesso di trattare un argomento affrontato in questo dibattito, sul quale credo sia bene dire qualche parola: la collaborazione internazionale nella lotta alla criminalità che quest' anno si è fortemente intensificata. a questo riguardo abbiamo realizzato una serie di contatti ed abbiamo raggiunto alcuni accordi bilaterali , anche con i paesi dell'est che presentano una nuova struttura politica, per cercare di ottenere il più possibile un ampio coordinamento ed una tempestiva conoscenza dei dati. tra pochi giorni sottoporremo al comitato interministeriale per la sicurezza una serie di problemi ed individueremo adeguati disegni di legge da presentare. a questo proposito, desidero esprimere gratitudine al presidente della Camera , che stamane ha affermato che proporrà alla conferenza dei presidenti di gruppo di esaminare nei prossimi giorni, prima che l' Assemblea affronti la legge finanziaria , alcuni provvedimenti pendenti in materia di giustizia. riteniamo che le leggi, da sole, non bastino; tuttavia occorre rilevare che se i provvedimenti divengono esecutivi tardivamente, perdono gran parte della loro efficacia. l' impegno del Governo è comunque totale non si tratta infatti di un punto particolare del nostro programma, ma di qualcosa di veramente prioritario. come hanno sottolineato anche molti di voi, mi auguro che quando si dovranno adottare le decisioni si incontrino minori difficoltà di quelle registrate in un altro momento, ricordato poc' anzi dall' onorevole Biondi. signor presidente , quasi tutti i documenti presentati contengono una parte che rappresenta un contributo positivo allo sforzo di rendere più efficaci gli strumenti di cui disponiamo, di introdurre nuovi strumenti o meccanismi più efficienti. la situazione in cui mi trovo, quindi, è la seguente. dal momento che i documenti di indirizzo presentati contengono alcuni punti sui quali non siamo d' accordo, dovrei accettare solo la risoluzione della maggioranza, Scotti Vincenzo ed altri numero 6-00149 e non accettare nessuno degli altri documenti. ma questo non sarebbe giusto perché, come ho già detto, in questi ultimi sono prevalenti i punti sui quali vi è convergenza. vorrei pertanto pregare i presentatori degli altri documenti di accettare un compromesso: il Governo li accetta come raccomandazione, impegnandosi a sottoporre i vari punti all' attenzione del comitato interministeriale per la sicurezza, compresi quelli sui quali gli uffici mi hanno dato pareri contrari. ad esempio, per quanto riguarda le mozioni Rizzo numero 1-00440 e Ronchi numero 1-00436, non credo che, laddove si fa riferimento al rapporto tra armi e criminalità, si intenda affermare che tutti coloro che detengono armi sono responsabili della criminalità. certamente non è così; siamo di fronte ad un mezzo, direi anche emblematico, per cercare di dare una scossa alla situazione esistente. per questo motivo, accetto anche tale punto come raccomandazione e mi impegno a sottoporre il tutto al comitato interministeriale per la sicurezza. mi riservo, inoltre, di dare conto al Parlamento di tutte le valutazioni che tale comitato esprimerà in proposito.