Giulio ANDREOTTI - Presidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 512 - seduta del 02-08-1990
Sulla sentenza di Bologna e sul servizio televisivo concernente i presunti rapporti tra i servizi segreti stranieri e la loggia P3
1990 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 512
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , farò una breve replica in conclusione di questo dibattito, che stamane ho potuto seguire personalmente; per quanto riguarda la seduta di ieri, ho invece dovuto limitarmi a leggere il resoconto stenografico . ho voluto fare tale precisazione perché l' onorevole Rodotà mi ha criticato per essermi assentato dall' Aula: io non antepongo alcun altro impegno a quelli parlamentari, ma dovendo parlare al Senato alle 18, e non avendo ancora il dono dell' ubiquità, non potevo... può darsi che la tecnologia consenta prima o poi anche questo! mi limito a tre punti essenziali, che non ritengo di aver trattato ieri in modo superficiale e che avevo cercato di elaborare. tuttavia, vorrei rilevare che nella prima parte del suo intervento (che leggeva), l' onorevole Tortorella ha affermato: « l' esposizione fatta dal presidente non risponde al quesiti ed alle proposte... » . ebbene, siccome l' onorevole Tortorella leggeva, ripeto, il suo intervento, non poteva già conoscere la mia risposta nel momento in cui scriveva il suo discorso: c' è sempre un certo rituale nelle nostre cose! a prescindere da questi particolari, vorrei soffermarmi su tre punti. e prima di tutto, che cosa ci si può ripromettere da una collaborazione con i paesi di nuova democrazia all' est, attraverso una forma di scambio di informazioni e di conoscenza di documenti dei loro archivi? noi abbiamo attivato tutto ciò che era possibile, sia attraverso le forme normali, cioè attraverso i contatti con i servizi informativi, i contatti con le polizie, sia attraverso passi ufficiali del ministero degli Esteri italiano con i ministeri degli Esteri di quei paesi. oltre a ciò — come già ho accennato — utilizziamo i contatti che vi sono (ultimo quello che ho avuto a Mosca con il presidente Gorbaciov) per dimostrare che non si tratta di una routine burocratica; vogliamo veramente trovare il modo, se possibile, di avere elementi, specie laddove — dobbiamo constatarlo con molto avvilimento — non riusciamo ancora a far luce su fatti gravissimi. possiamo riprometterci molto? non lo so, perché certamente quando cambia noi regimi di regola anche gli archivi, nei momenti di passaggio, sono piuttosto « alleggeriti » o qualche volta addirittura un po' artefatti. tuttavia, posso assicurare che non tralasceremo occasione per poter avere elementi anche da questo lato. naturalmente, quando si fa una relazione in Parlamento non si devono avere di mira risultati ad effetto, ma si devono dire le cose che si sanno e quelle che si possono accertare; ritengo che questo sia un dovere, anche se naturalmente forse non dà gloria e riconoscimenti immediati. un secondo argomento riguardava la trasmissione del Tg1, una trasmissione grave, e mi dispiace che alcuni colleghi — tra cui, stamane, anche l' onorevole Franco Russo — abbiano impostato non giustamente la loro critica nei confronti della presa di posizione del Governo. non si tratta di libertà di stampa : nessuno limita la libertà di stampa ; qui si tratta di una precisa posizione nei confronti di argomenti che comunque meritano ed esigono, credo, una certa verifica. a mia volta, sulla persona in questione, ho dovuto certo attingere alle fonti possibili ed ho citato a lungo una fonte autorevole, cioè il senato americano, che ritengo meriti tutto il nostro rispetto. per quanto riguarda detta persona, l' onorevole Franco Russo fa un sottile distinzione tra agente e collaboratore, ma non mi pare che questo sia un elemento così fondamentale nella nostra discussione! ritengo che non vi debba essere limitazione alcuna nella televisione di Stato, ovviamente; e penso che abbiamo fatto tutti dei passi in avanti anche in relazione a pubblicazioni che possono nuocere ai rapporti internazionali, in quanto possono ledere il prestigio di un altro paese. ero agli inizi della mia vita ministeriale, quale sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio , quando dovetti arrampicarmi sugli specchi perché dall' estrema sinistra si chiedeva di applicare l' articolo 2 della legge sulla Pubblica Sicurezza per sequestrare Il Travaso delle idee, che nella sua copertina mostrava Ribbentrop e Molotov insieme per un noto patto di cui oggi tutti siamo qui a deplorare l' esistenza, ma che allora si temeva potesse turbare i rapporti con una nazione quale l' Unione Sovietica . oggi tutti abbiamo fatto dei passi in avanti, e vorrei ricordare che esiste una legge nei confronti della televisione pubblica, che in questo periodo di grandi dibattiti abbiamo difeso. televisione della quale abbiamo ricordato tutta una serie di diritti, anche relativi a contribuzioni quali il canone, proprio per la sua natura tutta particolare. la legge che disciplina la Rai prevede l' obbligo di obbedire agli indirizzi della commissione parlamentare per l' indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. ebbene, tali indirizzi sono scritti e sanciti; se non sbaglio, sono stati redatti dal senatore Lipari, membro della suddetta commissione, che non è certo diffidente nei confronti della televisione di Stato. si afferma con molta chiarezza che « specie nel quadro di un sistema ancora incompleto, è essenziale che l' informazione svolta dal servizio pubblico si distingua per la qualità del messaggio oltre che per la scelta dei contenuti, fornendo ai destinatari tutti gli elementi necessari per formarsi autonomamente una propria ma non distorta rappresentazione della realtà » . credo, quindi, che il controllo delle fonti sia doveroso per tutti, ma in particolare per la televisione di Stato; la ripercussione che può avere una trasmissione che questa manda in onda, infatti, è certamente superiore a quella di un giornale o di una televisione privata. questa mattina, onorevole Franco Russo , lei ha detto: aprite gli archivi; certamente, non vi si troverà la dichiarazione di qualcuno che ha detto di essere andato a mettere una bomba sul treno. quando si legge un telegramma in cui taluno ha scritto che dopodomani ucciderà Olaf Palme, la situazione è più o meno la stessa... comunque, ieri credo di aver pesato le parole e di non aver fornito alcuna informazione che non corrisponda ad un nostro preciso dovere. quanto al terzo punto, voglio anticipare un dato che riguarda il segreto. credo che noi abbiamo compiuto un passo avanti notevole nella disciplina del segreto estendendo alla strage il divieto di farne uso, che esiste già per l' eversione. lei, onorevole Franco Russo , ha osservato che questo potere rimane sempre nelle possibilità del presidente del Consiglio , che può esercitarlo per ragioni di alto interesse dello Stato e con le garanzie della comunicazione alle Camere e della valutazione da parte della Commissione di vigilanza. si vuole eliminare anche questo? si può anche esaminare perché io credo che ciò che ha fortemente disturbato in questi anni è stato il fatto che, nella difficoltà di trovare i responsabili, si è sempre cercato o di invocare il segreto di Stato (anche là dove in pratica non è stato opposto) oppure, generalizzando i comportamenti di determinate persone, di attribuire le responsabilità ai servizi segreti in quanto tali. stamane ho sentito una bella proposta. sono d' accordo sul fatto che non sia giusto, visto che una sentenza ha stabilito il contrario, affermare che si sia trattato di un delitto fascista. ma poi, con grande disinvoltura, si propone di sostituire il termine e dire delitto di Stato, e ci si esprime in questi termini come se si trattasse di una frase generica. occorre invece stare attenti, perché noi continuiamo in definitiva a creare proprio attorno a questi fatti ulteriore confusione, il che non aiuta certo a conseguire dei risultati. per il resto, le sentenze devono essere rispettate. in un paese come il nostro, se vi è un settore che deve avere l' umiltà di riconoscere che per legge può sbagliare, questo è proprio la magistratura; tant' è vero che esistono i vari gradi di appello ed anche un terzo grado. ricordo che quando istituimmo le corti d' assise d' appello facemmo un salto di qualità che era doveroso. dobbiamo però stare attenti, perché se la sentenza di Sofri non piace, allora si dà addosso ai magistrati; se la sentenza di Bologna di primo grado piace, va tutto benissimo! se quella... certamente, io non voglio dire... però mi ha colpito, vede, in quel processo (e risulta dagli atti) proprio una cosa che riguarda un certo orientamento televisivo e il fatto di dare dei direttori delle diverse reti una specie di definizione. uno — si dice; è negli atti del processo — è democristiano; pazienza, però è « aperto » . un altro — si dice — è socialista e obbedisce. ora io sono del parere che sarebbe molto meglio se lasciassimo perdere queste catalogazioni. chiudo su tale argomento. voglio dire la cosa più importante del mio intervento. e certamente giustificato quel che ha detto Tortorella e che hanno ripetuto molti altri colleghi, cioè questo senso — diciamolo pure — di amarezza o di avvilimento per l' incapacità dello Stato nel suo complesso a fare giustizia. questo è vero! ed è vero non solo nei confronti di questi grandi fatti di strage; molte volte dobbiamo infatti constatarlo anche dinanzi ad una criminalità organizzata crescente e addirittura di fronte ed una criminalità che, sia pure non organizzata, è quantitativamente molto allarmante. allora dobbiamo vedere che cosa di concreto sia possibile fare. vediamo un momento, perché noi in fondo non possiamo criticare soltanto gli altri. ci siamo creati degli strumenti. noi abbiamo uno strumento di vigilanza parlamentare sui servizi; abbiamo una Commissione sulle stragi; abbiamo una Commissione contro la mafia. ebbene, questi sono strumenti, signori miei. se non bastano... è troppo comodo chiamare sempre in causa il Governo! io vorrei dire: se il Governo non collabora sufficientemente, crocefiggetelo, ma il Governo è pronto a dare tutta la sua collaborazione. abbiamo però anche questi strumenti di carattere straordinario. finiamola di dire soltanto: lo Stato, lo Stato! lo Stato siamo un po' tutti noi. se ci siamo creati degli strumenti particolari, utilizziamoli e cerchiamo di arrivare ad un risultato. perché lo dico? vorrei ricordare una cosa. quando sono diventato per la prima volta ministro della Difesa , nel lontano anno 1959 (preistoria!), il generale Cerica, che era un mio amico, mi disse: « ti do due consigli: non occuparti mai né delle forniture né dei servizi segreti » . io per molti anni ho seguito quei consigli... per le forniture li ho seguiti sempre; per i servizi segreti , fino a che non vennero le prime noie. però quando vennero poi i fatti (li ricordiamo tutti) del 1964, con l' inchiesta parlamentare sul Sifar, con alcuni processi e vorrei ricordare tra l' altro che alcuni giornalisti... onorevole Nicolini, lei è conosciuto come l' assessore dell' effimero, quindi non può dire a me... nel 1964, dopo l' inchiesta sul Sifar, vi erano state delle conclusioni molto esplicite, una delle quali atteneva alla riforma dei servizi. sta di fatto che nel 1976 ancora la riforma dei servizi non era stata fatta. come Governo, allora (un Governo che godeva, tra voti e « non sfiducia » , di una larga base), presentammo un progetto che a mio avviso era molto importante, che mirava a creare un servizio alle dirette dipendenze e sotto la responsabilità precisa del presidente del Consiglio , con una commissione parlamentare di vigilanza. cosa accadde? che i due responsabili dei servizi che vi erano in quel momento, quello militare — diciamo — e quello del ministero dell'Interno (fra l' altro con poca fantasia perché stilarono un documento che era identico), andarono dalla commissione, scavalcando i ministri e il presidente del Consiglio , e agitarono lo spettro di questo servizio unico, perché dissero che avrebbe creato sicuramente un centro di potere terribile. la Commissione che modificò ampiamente il testo governativo disse — leggo la relazione — che non era possibile avere un servizio: « l' istituzione di un servizio pubblico viene scartata perché ingiustificata sotto il profilo tecnico e perché sconsigliabile in quanto i rischi delle interferenze e delle strumentalizzazioni sarebbero maggiori rispetto a quelli che si presentano nell' attuale organizzazione » . poi siccome non bastavano due servizi, perché ne occorreva uno che coordinasse, se ne creò un terzo: il CESIS. io credo che si debba rivedere tutto ciò e penso, sinceramente, che in una situazione che è molto cambiata, anche dal punto di vista militare — oggi le truppe irachene sono entrate nel Kuwait, e quindi la situazione attuale è tale da richiedere anche una valutazione sul piano militare, pur se fortunatamente in Europa la situazione sul piano militare è molto diversa da quella che poteva essere una volta — , tale aspetto debba essere rivisto, insieme alla commissione parlamentare , per cercare di studiare, se è possibile, una soluzione. non si tratta infatti di creare un centro di potere, ma uno strumento veramente efficace, anche perché le frontiere tra la criminalità ordinaria, la criminalità organizzata , lo spionaggio, il controspionaggio, sono aperte. ritengo — si tratta di un' idea che sottopongo alla vostra attenzione e che formalizzeremo e studieremo con la Commissione di vigilanza — che oggi vi sia una duplicazione, sia nei servizi in Italia, sia in quelli all' estero, che certamente è dispersiva e richiede un' azione di coordinamento in un momento nel quale per legge abbiamo esteso la competenza dei servizi stessi anche alla collaborazione dell' Alto commissario per la lotta alla mafia. vorrei pertanto dire che, dal punto di vista concreto, questo dibattito potrebbe aiutare almeno a rivedere l' attuale situazione, possibilmente in tempi non lunghi: altrimenti, se passano decenni tra la valutazione di una necessità e la creazione di uno strumento, non possiamo prendercela con nessuno. vorrei ribadire qui una precisa posizione. credo che tutti siamo interessati profondamente a che vi sia il più possibile chiarezza nei confronti di responsabilità passate e trasparenza nei confronti dell' attività attuale. questo è, io ritengo, l' auspicio di tutti. in fondo, la classe politica ha pagato di persona la mancanza di sufficienti strumenti di prevenzione e di conoscenza in momenti nei quali abbiamo avuto l' assalto che ieri ho ricordato e che fu superato ma che ritengo, in circostanze diverse, potrebbe anche riprodursi. proprio per evitare tutto ciò dobbiamo, a mio avviso, cercare di agire; mi riserverò poi di affrontare le questioni nelle sedi proprie, perché anche questa mattina sono stati toccati una serie di argomenti particolari. vorrei dire — ed è la mia conclusione — che la collaborazione che diamo ai giudici è piena ed essa deve essere avvertita dai magistrati che non devono sentire limitazioni. certamente i tempi lunghi ci avviliscono. credo però che non possiamo farci prima una convinzione e cercare poi le prove della stessa: dobbiamo invece cercare le prove con uno stato d'animo imparziale e sereno. seguendo questa strada, certo — lo ripeto solennemente da questo banco — nessuno, dei servizi e non, si può sentire autorizzato, per qualunque fine, a non fare strettamente il proprio dovere. nessuno può essere autorizzato ad agire diversamente. certo, nessuno avrà mai la copertura del Governo, se non si atterrà scrupolosamente al proprio dovere. signor presidente , per quanto riguarda la mozione Occhetto numero 1-00418, prescindendo dalle premesse, per ciò che riguarda la seconda parte e cioè l' impegno del Governo a mettere a disposizione entro giorni le notizie che siano direttamente o indirettamente collegate alle stragi, compresa quella di Ustica, da parte mia non vi è alcuna difficoltà. noi metteremo a disposizione tutto ciò che abbiamo. in merito all' impegno per il Governo « ad assumere immediati contatti con i paesi dell'est nei cui archivi si ha motivo di ritenere che siano custodite notizie (...) » . si tratta di una cosa che abbiamo già fatto. averne discusso pubblicamente può aiutare quei paesi a corrispondere alle nostre richieste. circa l' impegno per il Governo « ad assumere analoghi contatti con le autorità USA in relazione a rapporti anche finanziari di funzionari e operatori della Cia con Licio Gelli ed altre persone coinvolte (...) » . si tratta anche qui di una cosa che abbiamo già fatto e ieri stesso ne ho dato contezza, per alcuni aspetti. non lesineremo altre possibilità per avere notizie in tale direzione. vi è poi l' impegno per il Governo « ad agevolare, per quanto è nelle sue prerogative, il corso delle proposte di legge relative alla temporaneità del segreto di Stato e al rafforzamento dei poteri del comitato parlamentare sui servizi di sicurezza » . sono d' accordo su questo, con l' aggiunta che mi riservo di fare delle proposte per la modifica dei servizi stessi. pertanto, signor presidente , accolgo il dispositivo di questa mozione. in ordine al dispositivo della mozione Mellini numero 1-00421 (mi riferirò soltanto alla parte dispositiva in quanto la premessa è troppo lunga), sono d' accordo sul fatto di chiedere agli stati esteri di darci tutta la loro possibile collaborazione e documentazione. signor presidente , sono d' accordo sul contenuto del primo « impegna » . non ci sono obiezioni. per quanto riguarda quello del secondo « impegna » , non posso accettare la frase: « (...) far cessare prassi, metodi ed atteggiamenti che hanno caratterizzato la cosiddetta giustizia dell' emergenza » . ciò non rientra nei nostri poteri e quindi non posso accoglierlo; dovrei sapere bene di cosa si tratta e quali siano i metodi che lo Stato può correggere per non avere la « giustizia dell' emergenza » . quindi, signor presidente , ripeto di non avere obiezioni per il primo ed il terzo « impegno » , mentre non posso accettare il contenuto del secondo per la frase cui ho fatto riferimento. per quanto riguarda la mozione Arnaboldi numero 1-00422, sono d' accordo, perché, in modo particolare per quanto riguarda il segreto di Stato , vi è un testo approvato dal Senato, ora all' esame della Camera, al quale il Governo ha dato la sua adesione. sono d' accordo (non vi sono obiezioni) sulla mozione Rodotà numero 1-00427. per quanto riguarda la mozione Lanzinger numero 1-00431, non ho obiezioni da muovere fino al penultimo comma della stessa, anche se si dovrebbe dire « eventuali responsabilità » , perché le responsabilità non si possono dare per acquisite. infine, nell' ultimo comma si fa riferimento a « episodi di indagine sui rapporti tra Cia e P2 compiuti da giornalisti con alto senso di deontologia professionale » ; sarei d' accordo, ove ciò riguardasse quei giornalisti che abbiano alto senso di deontologia professionale. per altro siccome una tale affermazione, oggi, sarebbe riferita all' episodio del quale ci occupiamo, sono totalmente contrario a questa parte. per il resto sono d' accordo. per quanto riguarda la risoluzione Rauti numero 6-00135, vi è la questione della lapide ed io non ho alcuna difficoltà a togliere l' aggettivo « fascista » , però ne avrei ad aggiungere l' aggettivo « di Stato » . prima ho sentito chi da una parte e dall' altra, quindi si cambi pure la lapide; per il resto non ho obiezioni. la risoluzione Quercini, numero 6-00136 concerne un problema di carattere militare collegato alle ipotesi, formulate in anni lontani, che l' Italia potesse essere oggetto di occupazione in caso di guerra. vorrei far presente alla Camera — e spero che l' onorevole Nicolini non consideri ciò che sto per dire come un diversivo — che parlando della NATO con il Primo Ministro dell' Ungheria ebbi modo di dirgli che pur avendo ricoperto per otto anni l' incarico di ministro della Difesa non avevo mai visto una sola programmazione di attacco, essendo quelli della NATO progetti di difesa. il Primo Ministro Antall ammise che avevo ragione e ricordò che in occasione del suo servizio militare l' esercitazione di quell' anno simulava l' occupazione della Valle Padana . quindi, non è cattiva volontà. ma dal momento che si tratta di una questione strettamente legata in passato a problemi militari, penso che sia bene che se ne occupi la Commissione, dove possono essere forniti con più facilità tutti gli elementi, contrariamente a quanto potrebbe accadere in una situazione come questa, nella quale si dovrebbe improvvisare. con questa modifica accetto la risoluzione Quercini ed altri numero 6-00136, dal momento che si tratta di fatti che è bene siano vagliati in una sede meno pubblica. infine, il Governo accoglie la risoluzione Scotti numero 6-00138 e ringrazia i colleghi che l' hanno illustrata ed appoggiata. signor presidente , ieri ed anche stamani ho espresso il mio giudizio, credo in maniera inequivoca, anzi, in modo da indurre l' onorevole Mattioli a ritenerlo fuori delle mie abitudini. non è fuori delle mie abitudini; si è trattato di un fatto molto grave. ho letto le istruzioni che la Commissione di vigilanza dà alla radiotelevisione su quello che deve essere un corretto modo di informare. so che il Consiglio d'amministrazione , ad eccezione dei membri rappresentanti di una parte politica di estrema sinistra — o almeno una volta si chiamavano così — , ha preso posizione ed ha reputato errato quanto è avvenuto. so che il giudice istruttore ha esaminato la vicenda, arrivando a delle conclusioni non certo favorevoli su quanto è avvenuto. non è quindi particolarmente necessario mettere o no tale inciso nel testo della risoluzione; si può benissimo eliminarlo. l' opinione del Governo resta però nettamente contraria a quel che è avvenuto.