Giuliano AMATO - Deputato Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 390 - seduta del 18-12-1989
Sulla vicenda Mondadori
1989 - Governo VI Andreotti - Legislatura n. 10 - Seduta n. 390
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , onorevole sottosegretario, la vicenda che stiamo vivendo ricorda a me ciò che accadde, quando io, onorevole Cristofori, facevo il suo mestiere, durante l' elaborazione di quella che poi è diventata la legge numero 67, la legge sull' editoria. proprio mentre stavamo lavorando sulla concentrazione e sui suoi limiti esplose il caso Gemina-Rizzoli; come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio , ritenni che il caso fornisse insegnamenti di cui tener conto ai fini della elaborazione delle norme che avevamo davanti e proposi quella che venne chiamata una ipotesi di emendamento, che andava a scavare nei temi di concentrazione, controllo e collegamento. Salvo il collega Bassanini — lo ricordo ancora — trovai un « no » compatto da parte di tutte le forze politiche , che ritennero che a caldo non fosse possibile adottare norme in una materia tanto delicata. è possibile che io meritassi allora quella ramanzina; vedo però che oggi non vale più per molti e ne desumo che più dei principi di metodo valgono probabilmente le eterne categorie cui Carl Schmitt riconduceva la politica. norme sulla concentrazione, non solo nell' editoria, ma anche nel « multimediale » come si dice in gergo, sono tuttavia urgenti e necessarie. io sono sicuramente per la libertà di stampa e per la libertà di espressione, quali che siano le influenze che in concreto le singole proprietà tentano di esercitare su coloro che svolgono la professione giornalistica. dentro e fuori il Parlamento ho sentito sulla particolare vicenda Fininvest-Mondadori valutazioni che francamente non condivido. non vedo qui nè Leviatano nè Behemoth: per la verità, ho visto nella stampa italiana qualche aspirante leviatano, ma non qui. vedo caso mai il problema posto da un editore puro di mezzi televisivi o di mezzi a stampa, come quello di cui si parla nella vicenda Fininvest-Mondadori, ma mi pare un problema totalmente diverso. tuttavia, il problema si pone, come si pone per gli operatori di mercato, onorevole sottosegretario. non possiamo più proseguire in una situazione di pluriennale incertezza, che non fa capire quale rapporto ci sia tra ciò che è consentito oggi e ciò che sarà consentito domani; e non possiamo fare una legislazione che alternativamente serva a sanare o a punire situazioni esistenti: abbiamo bisogno di una legislazione che sia urgente e lungimirante. mi dichiaro dunque soddisfatto di quanto lei ha detto, proprio perché su questi due poli lei ha incardinato le sue dichiarazioni: urgente e lungimirante. lungimirante significa non impasticciare le nozioni di controllo e di collegamento per risolvere casi concreti. anche in questa Camera sento parlare di norme che mi lasciano fortemente perplesso e che per risolvere casi concreti portano il controllo là dove c' è soltanto collegamento. bisogna essere lungimiranti, tenendo conto della possibile evoluzione del mercato pubblicitario in una prospettiva europea. bisogna essere lungimiranti tenendo proprio conto della prospettiva europea! ho letto in alcuni documenti presentati dai colleghi che tale questione potrebbe riguardare l' Europa per possibile violazione degli articoli 85 e 86 del trattato. non mi pare che questo sia il caso: non viene toccato il commercio tra gli Stati e non c' è abuso di posizione dominante qualificata da comportamenti come tipizzato nell' articolo 86. una direttiva che riguardi l' interstatale e il comunitario è necessaria, ma va vista in sede comunitaria. il problema europeo, e con questo concludo il mio intervento, è caso mai un altro e a tale riguardo non possiamo pretendere tutto e il contrario di tutto : tutti noi vogliamo giustamente preservare una cultura europea nei mezzi di comunicazione di massa dalla possibile invasione di prodotti di culture extraeuropee, americane o giapponesi (che spesso riteniamo non adeguati o comunque tali da non meritare l' invasione); tutti noi siamo contrari a misure protezionistiche e non vogliamo che la difesa dell' Europa avvenga attraverso la « fortezza Europa » , attraverso la divisione in quote del mercato; tutti noi vogliamo, e le vogliamo sinceramente, norme antitrust che sui mercati nazionali evitino posizioni dominanti in materia editoriale, come giustamente diceva l' onorevole Scotti, perché in questa materia non ci limitiamo a voler contrastare l' abuso, ma vogliamo contrastare la posizione dominante. ma queste realtà vanno fatte quadrare; si tratta di trovare una possibile conciliazione tra le ineludibili norme antitrust nazionali e l' esigenza di far sviluppare sul mercato europeo imprese che siano competitive rispetto a quelle d' oltreoceano e che possono salvaguardare la cultura europea non avvalendosi di norme protezionistiche. non è una conciliazione facile. probabilmente si può trovare la soluzione di tale problema se, al di là di una certa soglia raggiunta sui mercati nazionali spingiamo le imprese nazionali europee verso l' investimento europeo e verso la programmazione europea. è questo uno sforzo che i governi nazionali e gli organi comunitari devono compiere. richiamiamo il nostro Governo a compiere tale sforzo, per fare la sua parte in Italia e nelle sedi comunitarie.