Bettino CRAXI - Presidente del Consiglio Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 327 - seduta del 28-07-1989
Sulla politica economica
1989 - Governo I Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 520
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli Deputati , onorevole presidente del Consiglio , se si sarà definitivamente diradato il pesante clima di confusione politica che tra le fila di una maggioranza in crisi aveva raggiunto nelle settimane e nei mesi scorsi le temperature più alte, se riprenderà corpo e si farà operante uno schietto spirito di collaborazione in luogo delle polemiche spigolose, aperte e continue che hanno diviso la coalizione, se gli indirizzi e i programmi annunciati verranno perseguiti, attuati e via via posti in fase di realizzazione, ebbene, se tutti questi fattori positivi potranno saldamente congiungersi, la strada del Governo si farà più larga di quanto non possa essere oggi, all' indomani di una crisi difficile, risolta dopo un travaglio lungo, complesso e non poco faticoso. non desidero compiere un' analisi retrospettiva degli avvenimenti ritornando sulle questioni che sono insorte, alcune delle quali particolarmente singolari. non voglio correre il rischio di ricreare distanze e neppure di rinfocolare polemiche che non darebbero in questo momento alcun frutto. osservo solo che se la coalizione dovesse ancora una volta entrare in crisi, per suoi errori o per sue contraddizioni, molto improbabilmente essa potrebbe ancora far conto su di una prova d' appello. necessariamente si porrebbe allora il problema di una diversa composizione degli equilibri politici e quindi della maggioranza parlamentare e del Governo. del resto, vedremo presto quale finirà con l' essere il corso delle cose. il buongiorno lo si vede subito, e con le prime luci si possono vedere e giudicare le intenzioni, l' impegno e la buona volontà delle forze politiche ed anche il peso delle loro proprie difficoltà e quindi il quadro reale delle possibilità. la maggioranza parlamentare ha alle sue spalle già in questa legislatura le esperienze di due governi ed un bilancio complessivo che, se non è interamente negativo, non è per la verità neppure entusiasmante e interamente soddisfacente. essa ha ancora di fronte a sé un lungo tratto di strada che può essere certamente percorso in modo utile e costruttivo. ed è in questo senso che si dirige e si dirigerà il nostro impegno. noi non siamo mai stati partigiani del vuoto politico, del gioco al massacro, delle soluzioni traumatiche; e tuttavia quando si alzano le cortine della confusione politica a rendere il cammino impraticabile, e quando le sfide nei rapporti politici raggiungono un acme paralizzante, allora non si dovrebbero avere esitazioni nell' affrontare il rischio delle necessarie verifiche democratiche. in ogni caso, il Governo e la maggioranza sanno di dover rendere un primo bilancio del proprio lavoro, di qui a meno di un anno, direttamente di fronte al corpo elettorale , in una consultazione che sarà amministrativa ma che, come tutte le consultazioni del resto, si presenta come una classica consultazione politica. per costruire un buon bilancio il Governo può contare su di un programma concreto e limitato, approvato e condiviso. esso è tutt' altro che tutto, ma è comunque certamente una buona base di partenza. può contare su di una larga maggioranza parlamentare , anche se ciò di cui avrà veramente bisogno sarà una buona disposizione dei rapporti politici tra i partiti e i gruppi della maggioranza, ed all' interno dei gruppi della maggioranza. il deterioramento dei rapporti politici tra i partiti della coalizione ed i riflessi sugli equilibri politici derivanti dalla stagione dei congressi e dal contorno di prove elettorali stanno del resto alla base della crisi politica che abbiamo attraversato, assai più di quanto non possano aver influito gli errori che da più parti sono stati contestati al precedente Governo. più che mai occorrono rapporti politici franchi, leali e realistici ad un tempo. partecipando ad una coalizione di Governo, noi abbiamo dato più volte prova di grande responsabilità e di grande lealtà; l' ultima prova, in ordine di tempo, è costituita dalla nostra decisione, anche per dovere di lealtà verso il Governo, di opporci allo sciopero generale che i sindacati promuovevano contro una misura malcalcolata e sfortunata negli esiti e nelle conseguenze, che il nuovo Governo ha ritenuto opportuno di revocare. abbiamo affrontato la situazione politica parlamentare e di Governo, sin dall' inizio della legislatura, con assoluto realismo e ben consapevoli delle nostre responsabilità democratiche, ma anche delle difficoltà e dei rischi che queste comportano. naturalmente, signor presidente del Consiglio , noi non manchiamo di guardarci intorno, e perciò non siamo affatto indifferenti a tutte le progettualità che vediamo muoversi attorno a noi: a quelle che hanno un fondamento di serietà (e quindi una prospettiva reale) ed a quelle che fioriscono e sfioriscono a cavallo delle stagioni. ve ne sono di natura tale da dirigersi espressamente contro di noi, ma ve ne sono altre che si rivolgono anche a noi ed altre ancora sulle quali noi stessi riflettiamo, immaginando un futuro diverso per il movimento socialista italiano. mi riferisco al movimento socialista in tutte le sue varie e così diverse espressioni, e quindi, per chiamare le cose con il loro nome, principalmente a quello di tradizione comunista ed a tutte le forze democratiche riformistiche capaci di esprimere una moderna azione di rinnovamento e di progresso. un futuro non più di divisione ma di unità, nel solco, rinnovato dopo tante esperienze e dopo tanti principi, miti ed insegne che la storia consiglia d' archiviare, di un socialismo liberale , democratico, europeo, occidentale. siamo stati e restiamo attentissimi a tutte le evoluzioni realizzate, annunciate e predicate ed alle trasformazioni possibili, probabili ed in corso ; e ci sforziamo di guardare le cose da vicino, con una certa prudenza ma senza grandi pregiudizi, in modo da poter vedere ciò che di nuovo e di positivo effettivamente si manifesta e ciò che di vecchio e di negativo ostruisce il cammino. egualmente noi siamo attenti alla vita delle nuove formazioni, dei movimenti verdi, nella cui identità, in particolare, noi riconosciamo valori e problematiche che consideriamo comuni; e attenti lo siamo tanto quando le loro impostazioni coincidono o sono conciliabili con le nostre, tanto quando esse divergono e ci appaiono impraticabili ed astratte. abbiamo affrontato, una dopo l' altra, le situazioni che si sono presentate in questa legislatura, mantenendo fermo un principio di collaborazione, una linea di favore per la stabilità e per la governabilità e mantenendo attivo un impulso di coerenza programmatica. la nostra disponibilità per questo non è venuta meno, anche quando è stata messa a dura prova. la nostra impostazione politica realistica non deriva dalla costrizione di uno stato di necessità. il nostro realismo è ancorato, ad un tempo, a motivi politici di convinzione e di responsabilità uniti insieme; deriva da una valutazione rigorosa delle forze in campo, dei loro orientamenti, delle alternative possibili, convincenti ed effettivamente praticabili. il nostro riformismo non è né piccolo né « minimalista » , come si diceva al tempo dei nostri bisnonni, né senza principi, come vorrebbero alcuni tra i più inconcludenti dei nostri critici. esso, tuttavia, ci porta, sulla base dell' esperienza, ad affrontare l' impegno delle coalizioni con una visione gradualistica, pragmatica e soprattutto con spirito di concretezza. il presidente del Consiglio , avendo avuto nel suo bagaglio anche l' insegna di concretezza, sarà più facilmente portato a comprendere il nostro modo pratico di vedere le cose, la natura e le esigenze che nascono dal nostro apporto e dalla nostra partecipazione al suo Governo. su basi di riformistica concretezza può continuare la vicenda della collaborazione tra socialisti, democristiani e laici; essa, come sappiamo, ha vissuto fasi alterne, ha visto e vede momenti di difficoltà e di divisione, ritrova in una nuova congiuntura politico-parlamentare il terreno di un impegno comune che non si è esaurito, e quella comune responsabilità di Governo di fronte al Parlamento ed al paese, di cui riconosciamo tutto il valore e tutta l' importanza. un' alleanza di Governo che, se non sempre è stata all' altezza delle sue promesse e delle sue ambizioni, tuttavia, a più riprese, attraverso varie esperienze ha espresso sovente, nella sua storia, risultati che hanno marcato significativamente il corso del progresso italiano. di questo rinnovato incontro tra democristiani, socialisti e laici ho dato un giudizio che appare certamente un po' diverso da quello che possiamo leggere in un editoriale del giornale che qualcuno considera il battitore libero e intelligente della sinistra di area comunista, secondo cui saremmo oggi di fronte « ad una operazione squallida e ripetitiva, fetente e pericolosa che » — aggiunge — « si caratterizza per la sua robustezza restauratrice e per l' incoraggiamento, diretto o indiretto, che ne viene a tutti i fenomeni di degenerazione in atto nella società e nello Stato. si tratta » — conclude — « della filosofia del duopolio cattosocialista, perfetto ibrido curialmodernista e laico-papalino » . mi auguro che questa non sia e non sarà la visione ed il linguaggio del presidente del Consiglio del governo ombra . nella vicina Inghilterra, culla di antichi istituti di libertà, l' istituzione del governo ombra ha almeno due secoli di vita. la « leale opposizione di sua maestà » (questa è la sua denominazione dall' inizio dell' 800) vive di una prassi costituzionale riconosciuta e consolidata. alla Camera dei Comuni il partito del governo ombra occupa il settore che fronteggia il partito al Governo, e rispetto ad esso rappresenta il possibile governo alternativo nello schema classico del sistema bipartitico britannico. trapiantato in Italia, l' istituto della leale opposizione di sua maestà incontra le difficoltà che inevitabilmente derivano da un sistema molto diverso. innanzitutto da questa parte dell' Aula, che dalla sinistra giunge sino ai confini del centro, sediamo anche noi che siamo al Governo. poi, un governo ombra di soli comunisti non ha alcuna possibilità di diventare un governo alternativo....... per giungere ad essere effettivamente tale avrebbe bisogno di altri consistenti apporti, ivi compreso il nostro. in queste condizioni, quello presieduto dall' onorevole Occhetto corre il rischio di essere non solo il governo ombra di un Governo vero, ma anche l' ombra di un governo ombra . comunque, se tutto questo gran parlare di ministri veri e di ministri-ombra servirà a far crescere la qualità e la responsabilità della dialettica politica, troverà il suo posto ed il suo spazio anche questo rito se non proprio alternativo, diciamo almeno propiziatorio. resta solo da osservare che la definizione di opposizione di sua maestà da noi equivale a dire opposizione di comodo, che certo nessuno vuole giacché quello che serve in una democrazia sana è che ciascuno faccia la parte che gli spetta, tenendo sempre, se è possibile, un occhio rivolto al bene comune e all' interesse generale. ci viene mossa l' accusa di essere alleati con forze conservatrici. tralascio di rispondere a tale accusa ricorrendo a polemiche facili e del resto convincenti sui compromessi storici, le unità nazionali, le unità democratiche, le larghe intese , le alternative democratiche, le alternative di programma e tutte le teoriche connesse che indubitabilmente conducono sempre allo stesso punto e muovono nella stessa direzione. riconosco invece che un certo coacervo di settori e di interessi conservatori è ben presente entro i confini della maggioranza parlamentare , e quando può preme e si fa sentire; certo, con qualche difficoltà in più da quando abbiamo messo in soffitta il voto segreto . del resto, si tratta di una razza che con paludamenti e collegamenti vari fiorisce anche fuori dei confini della maggioranza. mi auguro che l' onorevole Andreotti non vorrà mettere i panni della conservazione alla politica che il suo Governo si accinge ad intraprendere. nel corso della precedente legislatura, quando lavorammo fianco a fianco, in più occasioni sul tavolo di controverse questioni internazionali si presentarono scelte nette e difficili, questioni pratiche e questioni di principio, che marcavano bene il limite del confronto tra progressisti e conservatori, tanto in Europa che nel più ampio scacchiere delle alleanze e dei vertici internazionali. sempre, in queste occasioni, il Governo della Repubblica prese la posizione progressista che si contrapponeva a quella conservatrice, scelse la linea della riforma che si contrapponeva a quella dell' immobilismo. difese un principio che andava difeso. ebbene, quelle decisioni furono sempre prese con un intesa piena, convinta e solidale. sono certo che la politica estera del paese, che non è certo stata di orientamento conservatore, potrà seguire e sviluppare una linea di continuità nei principi e nei programmi di azione. è la politica estera di una grande nazione pacifica, animata da idee e da volontà di pace, di dialogo e di cooperazione. una politica estera imperniata sulla nostra vocazione europea, volta a far progredire verso l' unità politica, verso una nuova frontiera di solidarietà e di coesione, di integrazione e di sviluppo comune, l' Europa libera e democratica delle nazioni e delle patrie. l' accento posto sui nostri ritardi, sulle sfide che ci attendono, sulle trasformazioni che sono urgenti e necessarie in vista delle scadenze del mercato unico è certamente di per sé salutare. bisogna ora evitare il rischio che il richiamo al 92 divenga una giaculatoria di rito, fatta di un elenco di buoni propositi destinati a rimanere a mezz' aria in attesa di bruschi risvegli. c' è un ruolo europeo e italiano nel Mediterraneo, un ruolo che noi consideriamo essenziale verso tutti i paesi rivieraschi ed in particolare verso il grande Maghreb arabo, un ruolo di buon vicinato, di partner sicuro ed attivo, rivolto ad un' area che guarda all' Europa per la serenità del proprio avvenire e per il proprio sviluppo. c' è una politica di amicizia e di apertura di relazioni più estese e di relazioni nuove con tutti i nostri vicini non comunitari, jugoslavi, austriaci, svizzeri, albanesi, maltesi. una grande nazione industrializzata che sta nelle caselle di testa delle classifiche del mondo ha piena consapevolezza dei suoi doveri verso i paesi più poveri e si propone di organizzare sempre meglio il suo intervento di solidarietà e di aiuto allo sviluppo , aumentando il proprio impegno in uomini e mezzi. un paese libero, che difende con coraggio e senza ambiguità i diritti dei popoli alla propria sovranità ed alla propria indipendenza, solidale con chi si batte per conquistarli come con chi difende i diritti umani , ne denuncia le violazioni, lotta per garantirne l' affermazione ed il rispetto. in questo ambito, onorevoli colleghi , si misura sovente tutta la fragilità politica dell' Europa, le sue movenze sovente contraddittorie, la sua sostanziale impotenza non dico a risolvere, ma per lo meno a condizionare l' evoluzione di situazioni di tensione e di crisi che sono il tormento di regioni a noi vicine e che potrebbero tornare ad essere un tormento per i paesi europei che già l' hanno conosciuto. di fronte a crisi come quella palestinese, dove ad una grande speranza potrebbe succedere una disperante delusione, la peggiore cosa sarebbe quella di lavarsene le mani come l' antico romano di Gerusalemme. ma le prove maggiori, onorevole presidente del Consiglio , attendono il Governo sul fronte interno. purtroppo questo Governo, come i governi che lo hanno preceduto, è destinato ad urtare contro il muro delle difficoltà aggiuntive eretto dalle mancate riforme istituzionali . più in generale noi pensiamo che il sistema democratico non potrebbe che avvantaggiarsi da una sua riforma complessiva. noi ne siamo profondamente convinti. ne nascerebbe una democrazia più solida, meglio sorretta e vissuta dal consenso popolare. ne potrebbe derivare un grado maggiore di efficienza, di trasparenza, di modernità. il processo delle riforme, cui noi ci siamo riferiti guardando i modelli delle grandi democrazie occidentali, che comprende non una riforma, ma più di una, tra loro collegate ha incontrato un coro di ostilità tale da porlo fuori dall' ordine del giorno , ma non fuori dalla sfera della razionalità e della necessità. attorno alle questioni istituzionali si è creata persino una atmosfera mefitica, fatta per lo più di gravissime accuse etico-ideologico-politiche sconfinanti nel tragicomico e in cui si sono distinti alcuni bei nomi della politica, del giornalismo politico e della politologia di effetto. tutte cose fatte apposta per troncare ogni possibile discussione ed ogni serio confronto. ci viene ora proposta una politica di piccoli passi che noi naturalmente, realisticamente, non entusiasticamente, accettiamo, faute de mieux e nella speranza che almeno questi piccoli passi si facciano. d' altro canto, per la verità, giungere in porto con un insieme di riforme che riordino, potenzino, snelliscano, rendano più stabili ed anche più rappresentativi i poteri locali, non sarebbe un piccolo passo. sarebbe già questo un passo significativo, atteso da tempo immemorabile. è una riforma matura, necessaria e, mi auguro, nei suoi contorni essenziali, largamente condivisa. spero che ora, almeno in questo non si giunga ad elezioni amministrative con le cose ancora al posto in cui stavano. mi auguro che in un clima diverso, in condizioni politiche diverse, per una riflessione che i fatti stessi si incaricheranno di riportare di attualità, i problemi di una seria riforma delle nostre istituzioni possano essere riproposti all' ordine del giorno . per ora, di fronte alle cose come si presentano ed osservando l' orientamento delle forze politiche , mi consolo con la lettura ad alta voce di un pensiero di Max Weber , il quale scriveva: « la politica consiste in un lento e tenace superamento di dure difficoltà da compiersi con passione e discernimento. è perfettamente esatto e confermato da tutta l' esperienza storica che il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l' impossibile » . sono molte le urgenze che premono, molte questioni di fondo che condizioneranno tutta la vita e la linea di condotta del Governo. c' è, innanzitutto, un triplice interrogativo cui il Governo dovrà rispondere con azioni e politiche appropriate: mantenere alto — e come mantenere alto — lo sviluppo economico , correggerne il suo carattere diseguale in termini territoriali e sociali, ridurre l' enorme squilibrio della finanza pubblica . il divario nord sud resta il grande problema del paese, del suo progresso, della sua unità, del suo sviluppo sociale e civile. una distanza del sud che si mantiene elevata, nonostante lo sviluppo di questi anni, mentre, paradossalmente, esplodono proteste nelle province ricche e ricchissime del nord. tutto è complicato, tutto è difficile, ma lo sarebbe ancor di più, sino a diventare impossibile, se si invertissero le tendenze di un ciclo economico internazionale ed interno che continua a mantenere caratteri positivi. abbiamo chiesto e chiediamo di concentrare l' attenzione e l' impegno legislativo e di Governo su altre cinque questioni che consideriamo essenziali. la lotta alla droga innanzitutto: lotta internazionale e lotta interna; lotta di prevenzione, di difesa e di contrasto e azione di assistenza, di cura e di recupero. il pericolo è grande ed il male si allarga mentre i mezzi impiegati e di cui si dispone sono assolutamente insufficienti. una nuova legge è necessaria ed urgente e più ancora è necessario un clima di mobilitazione che non deve conoscere battute d' arresto. lo stesso giornale già citato ha scritto che il programma del Governo è: « botte ai tossicodipendenti » . questa non è altro che una delle tante espressioni offensive di una campagna irresponsabile ed infame che è stata scagliata in particolare contro di noi e contro chi la pensa come noi e che, come noi, ha mantenuto e difeso una posizione assolutamente equilibrata, umana e razionale opponendosi senza ambiguità tanto alla teoria della liberalizzazione della droga, che ha una sua suggestione ma che nel contempo comporta un rischio altissimo, quanto alla posizione di chi, di fatto, sostiene il principio della libertà di drogarsi. tutti vedono ormai quanto grande sia la posta in gioco . di fronte ai nuovi dati che vengono forniti e che ci sembrano spaventosi, di fronte ad una minaccia tanto grave che viene portata contro i nostri giovani, contro l' intera società e che sta investendo soprattutto le nostre regioni più deboli, meno difese e più facilmente inquinabili, ogni ritardo, ogni ambiguità ed ogni tentennamento diventa colpevole. certo ora noi non possiamo non riconoscere amaramente che difficilmente taglieremo i tentacoli della piovra se saremo costretti ad affrontarla con un esercito in cui si aggirano « corvi » , « talpe » , « sciacalli » e « serpenti a sonagli » . quello che sta accadendo in questi giorni nel punto più caldo della lotta al grande crimine, che si mostra padrone di tante vite, di tanti interessi, di tante realtà e probabilmente di tanti cittadini al di sopra di ogni sospetto, è francamente sconvolgente. la realtà supera ormai di gran lunga la fantasia. non so come si potrà porre rimedio a tale disastro. certo è che lo Stato deve riportare la sua autorità prima che la sfiducia che si diffonde tra i cittadini crei dei guasti morali irreparabili, per non dire degli arretramenti e delle sconfitte sconfitte che può subire ancora il fronte della lotta alla mafia criminale. sono necessari, dunque, un programma di riforme istituzionali ; una energica iniziativa nella lotta alla droga e alla criminalità organizzata ; un nuovo impulso alle politiche meridionali; una chiara regolamentazione del sistema radiotelevisivo, che definisca con equilibrio e faccia certi i diritti e i doveri di tutti; un programma di urgenza nel settore della casa, in particolare nelle aree urbane sovraffollate, con gli affitti alle stelle e gli sfratti alla porta; lo sviluppo della politica di difesa dell' ambiente, della natura e degli animali che vanno protetti dagli abusi e dagli eccessi di chi li caccia con pubblica licenza; una politica ecologica che si concentri sulle emergenze con le quali siamo alle prese, a cominciare da quella adriatica, ma che predisponga ed organizzi tutti gli strumenti necessari per le strategie di risanamento, di controllo, di lotta agli inquinamenti che ci minacciano. quando istituimmo il ministero dell'Ambiente intendevamo indicare una priorità, un nuovo compito istituzionale ben definito, una dimensione essenziale dell' azione pubblica, la necessità di recuperare un ritardo che non era solo operativo ma etico e culturale, prima ancora che politico. una priorità che il Governo, penso, conserverà senza dubbio tra le priorità della sua azione. ebbene, la situazione è sovraccarica di problemi ed il Governo potrà farvi fronte, sarà all' altezza del suo compito, solo se troverà al suo interno, nella maggioranza parlamentare , tra le forze politiche che formano la coalizione, il grado di coesione necessario, un grado di solidarietà sufficiente, un intento ed una volontà di vera collaborazione e se non sarà ostacolato ed immobilizzato da sfide paralizzanti. questo è stato del resto il nostro scrupolo sin dall' inizio delle consultazioni per la formazione del nuovo Governo, quando ci siamo preoccupati di chiarire ciò che meritava di essere chiarito, di evitare il possibile rimbalzo ravvicinato di progettualità che si erano presentate in modo negativo, e quindi ci siamo adoperati per ristabilire la normalità dei rapporti politici. onorevole presidente del Consiglio , noi assicuriamo al suo Governo una presenza socialista che è importante e qualificata. non le mancherà da parte nostra un sostegno pieno e leale. non siamo del resto nuovi alla collaborazione tra di noi, una collaborazione che abbiamo saputo improntare a chiarezza ed a lealtà per un buon governo del paese. come lei sa abbiamo orrore degli immobilismi, delle pause, dei rinvii, del tirare a campare che non serve. per questo non si potrebbe contare su di noi. ora il compito del Governo è quello innanzitutto di smentire e di rovesciare il pronostico avanzato dall' opposizione che parla polemicamente di questo Governo come di un « ritorno al passato » . per questo, per guardare in avanti, può e potrà contare su di noi.