Marco PANNELLA - Deputato Maggioranza
X Legislatura - Assemblea n. 303 - seduta del 10-05-1989
Sul semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea
1989 - Governo Dini - Legislatura n. 12 - Seduta n. 294
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

non seguirò non dico l' abitudine, ma la tendenza che alcune volte riscontro nel presidente del gruppo democratico cristiano — del quale per altro, come tutti sanno, sono un fermo estimatore — a mettere in caricatura anche gravemente le posizioni degli altri per non dialogare nei momenti in cui forse un po' di stanchezza non glielo consiglia. qui nessuno ha contestato la legittimità per chicchessia di citare chicchessia: potete e possiamo citare Ruffini, Sturzo, Ferrari o chiunque altro. non ho contestato la legittimità, ho forse contestato un tantino quella che mi era sembrata una mancanza di buon gusto nel citare talune pagine, il contesto, la storia e la figura nobile di Ruffini — che fu tra gli undici che rifiutarono, a rischio grave, di votare per il Concordato — proprio per giustificare l' atteggiamento accanitamente filoconcordatario. ma in questo nostro mondo, in questa vostra televisione nulla si sa di giustizia e di libertà, nulla si sa di Ferrari, nulla si sa di Ruffini, nulla si sa dei cattolici liberali, contro i concordati sempre. tu ricordi Tortorella; io ricordo — altrettanto legittimamente, credo — il Concilio Vaticano II dove, a proposito di concordati, anche in regimi pluralistici, l' animus di fondo non era quello che tu attribuisci a Tortorella, ma era sicuramente molto più vicino a noi. così come non è, mi pare, molto corretto dire che in questo momento è in causa direttamente il principio concordatario. quello che è in causa, signora presidente e colleghi, per un tantino di rispetto della religiosità e dei temi, e non per continuare ad usarli come fanno il clericale laico o il clericale cattolico; quello che stiamo per votare non è nemmeno il principio neoconcordatario, né il testo del nuovo grande ispiratore di tutti, di « monsignor » Gennaro Acquaviva, socialista, il quale insegna dalle colonne del giornale che occorre una nuova cultura concordataria. la spudoratezza, la violenza sottoculturale di una posizione di questo genere può venire soltanto da convertiti che non credono né alle idee di ieri né a quelle alle quali si sono convertiti. onorevole Martinazzoli, noi invece ci pronunciamo contro quello che voi ci chiedete in omaggio (così ritenete) al vostro Concordato, quello « madamense » , e non quello di Benito Mussolini e del cardinale Gasparri, bensì quello di Casaroli e di colui che viene ispirato in queste cose da Gennaro Acquaviva. signora presidente, onorevoli colleghi , quel che cerchiamo di dire è che, nel caso in esame, si vuole mischiare quel sacro e questo profano. questo lo avete fatto quando avete chiesto, il 10 maggio, di impegnare il Governo ad elaborare in tempo utile ai fini del regolare inizio del nuovo anno scolastico la normativa necessaria e a sottoporla all' esame del Parlamento. in altre parole, tra due mesi saremo qui di nuovo a discutere di cose che riguardano la scuola, la circolare e quell' ora, nell' ambito di una visione neoconcordataria che era quella che Giulio Andreotti, molto assennatamente, ai tempi della prima bozza, diceva che sarebbe stata fonte non di accordo o di disaccordo, bensì di conflittualità continua, senza nemmeno la dignità degli scontri. voi, con questa risoluzione, chiedete ai nostri governi di perdere tempo, di farcelo perdere e di fare costantemente un mercato boario delle diverse interpretazioni. ed è per questo, signora presidente, che mi dolgo che non a caso il presidente del gruppo della Democrazia Cristiana — del quale apprezziamo, penso in molti, non solo la finezza letteraria (nel senso migliore della parola) ma anche la finezza di analisi e di attenzione — dica i suoi mauvais mots su chi è liberale sulla droga. no: io sono severo sulla droga, e chiedo che venga regolamentata; voi siete lassisti, come tutti coloro che vogliono impedire la regolamentazione dell' aborto e tutelare quello clandestino di massa. i lassisti siete voi, in queste cose! e allora questi mauvais mots che vengono lanciati a me pare costituiscano un elemento — certo, qui — di laica divisione nei confronti di chi compie il proprio dovere di parlamentare nel dire che questo non servirà al Governo, a noi e alla scuola. certo, noi radicali possiamo dirlo meglio di altri, perché il tipo di Concordato-cornice che avete fatto crea conflitti anche poco degni, così come è avvenuto per il divorzio e i diritti della donna; crea conflitti che voi dovreste sollevare — e non Guerzoni — sul diritto alle pensioni del clero, che avete spogliato in questa occasione. ecco, signora presidente, i motivi in base ai quali credo che, nella trasversalità di una certa integrità laica e cristiana, siamo chiamati ad esprimere un voto ragionevole su un atto della Camera che non ci pare ragionevole e non serve né il Governo, né il principio concordatario, che qui è stato scomodato, né la scuola, né infine i nostri dibattiti.