Marco PANNELLA - Deputato Appoggio
X Legislatura - Assemblea n. 295 - seduta del 02-05-1989
Concernenti gli attentati di Milano e di Roma
1989 - Governo Ciampi - Legislatura n. 11 - Seduta n. 226
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , signor ministro degli Esteri , colleghi, quando secondo il buonsenso e il senso comune si ha ragione, e per anni ed anni si continua ad avere inutilmente ragione, bisognerebbe forse un tantino riflettere da dove derivano i guai. il senso comune da anni ed anni dice che occorre che i cittadini palestinesi si vedano riconosciuti i loro diritti di popolo all' autonomia e all' indipendenza. non credo che vi siano obiezioni di principio a questa affermazione, quindi bisogna vedere dove principiano i guai; come mai, cioè, questa cosa così evidente non accade e come mai non esiste un governo provvisorio di questo Stato proclamatosi come esistente. ricordiamo tutti i precedenti, in particolare quello del FLN algerino, che ben prima delle aperture, anche segrete, di De Gaulle si è costituito in GPRA (governo provvisorio della Repubblica algerina). nel momento in cui a livello diplomatico ovunque e costantemente da anni si chiede questo riconoscimento, e sale nei nostri parlamenti questa richiesta, non si capisce — o si capisce fin troppo — perché mai l' Olp non fornisca lo strumento del riconoscimento. sarebbe molto diverso se qui noi avessimo da riconoscere il governo provvisorio della Repubblica palestinese: non so se sarei d' accordo o no, perché vorrei vederlo, ma indubbiamente ci troveremmo dinanzi ad una richiesta che ha precedenti. ti dico che ci penserei due volte! qui, infatti, se si entra in un Governo, quello che si rischia è tutt' al più quello che fanno i compagni socialisti e i loro ministri; in quegli ambienti, invece, l' entrata in un Governo può essere l' anticamera della tomba, se si entra senza tenere conto che cosa c' è dietro. comunque, hai toccato il tema. che cosa impedisce ad Arafat e all' Olp di istituire un governo provvisorio ? probabilmente il solo modo per far un governo provvisorio sarebbe quello di riconoscere come titolari dei dicasteri-chiave persone che non sono però presentabili decentemente agli occhi dell' opinione pubblica internazionale. non ho altra spiegazione possibile, se non quella che l' aggiunta ad un potere di fatto di un potere di diritto ad alcuni componenti dell' Olp potrebbe costituire rischi, magari già formali, di golpe (un ministro dell'Interno che arresta il presidente del Consiglio o cose del genere ). questo è un aspetto sul quale mi auguro di avere lumi dal nostro ministro degli Esteri , che sappiamo con quanta puntualità e da quanto tempo è attento ai problemi dell' area e a questo in particolare. che cosa non consente all' Olp, compagni di democrazia proletaria , di fornirci quello strumento, praticamente quasi tecnico, che agevola il riconoscimento? credo che dietro questa semplice, clamorosa, evidentissima realtà ce ne sia un' altra (questa formale) altrettanto chiara. nel momento in cui si passasse alla consegna all' Olp dei cittadini palestinesi, come voi volete, accadrebbe probabilmente non solo quello che accade già adesso quando un sindaco si permette di avere idee strane e viene ammazzato la sera prima, o quando un altro sindaco, quello di Betlemme, in poche ore deve, malgrado il suo prestigio internazionale, smentire le dichiarazioni che ha reso sull' intifada; accadrebbe magari e in modo più cruento quello che è accaduto con Fahrat Abbass in una situazione però infinitamente diversa, più « europea » , nella quale, come sappiamo, egli, non appena si è sostanziato il potere del Governo, è stato eliminato per far luogo a Ben Bella e ad un Governo dittatoriale. in quel periodo andai ad Algeri dopo aver lavorato con il FLN e non con le organizzazioni europee di appoggio al FLN a Parigi. essendo io in quel momento giornalista de il giorno, quella fu l' occasione della rottura con tale giornale. io scrissi, infatti, che ad Algeri avevo trovato in carcere più gente con Ben Bella e compagnie fratelli di quanta non ne avessi trovata in periodo francese. siccome in quel momento l' Eni non voleva e non poteva permettersi che il suo giornale affermasse queste cose, soprattutto provenienti da qualcuno che, durante la guerra di indipendenza, aveva assunto le proprie responsabilità anche se con difficoltà (già allora ero un non violento ), l' articolo non fu pubblicato ed io me ne andai, purtroppo non solo da il giorno ma dal giornalismo perché da quel momento non vi fu più spazio per scrivere qualcosa. ed allora? allora noi non vogliamo, ed i più anziani tra di noi non vogliono, signor presidente , signor ministro degli Esteri , dimenticare la loro e la nostra tremenda responsabilità assunta quando, pur avendo compreso chiarissimamente, perché era evidente, a che cosa portasse un certo tipo di indipendenza dell' Indocina, della Cambogia e di tutta quell' area, dinanzi alle richieste pressanti dei bonzi che si bruciavano per richiamare la nostra attenzione e non quella dei loro nemici, ed avendo fatto noi la stessa scelta di conformismo di sinistra, inutile, stupido e qualche volta turpe, secondo la quale ha ragione chiunque combatte ed affida la propria causa a milioni di morti, in genere contadini (che non sono neppure eroi perché non si contano), abbiamo edificato la catastrofe di questo secolo in Indocina. non ci siamo infatti preoccupati del come, di quale Governo e di quali diritti erano in gioco ed abbiamo concorso a far passare la Cambogia da un regime coloniale, che presentava però alcune interessanti anche se contraddittorie caratteristiche, all' olocausto; perché la sola parola adeguata a definire la situazione del popolo cambogiano è proprio questa: milioni di sterminati deliberatamente perché « colti » , alfabetizzati e quindi corrotti. noi stiamo rischiando, signor ministro degli Esteri — le chiedo scusa per questa mia apparente divagazione — cose non diverse in Sudafrica. la demagogia ed il conformismo — non importa se nascono da sinistra, anzi è peggio — stanno ipotecando una realtà anche se sulla base di principi sacrosanti. chi è per l' apartheid? ma visto che, pur dinanzi al fatto che su quattromila neri assassinati tremila lo sono perché collaborazionisti, noi non facciamo all' Anc un discorso molto chiaro a livello di governi e soprattutto politico di partiti, può anche accadere che l' eroina Winnie Mandela d' un tratto non è più — come dire? — invitabile! nella storia del Medio Oriente c' è anche di peggio. noi stiamo constatando che il conformismo sta preparando tragedie e disastri. quando mai in questa Camera abbiamo fatto dibattiti sull' elementare diritto alla vita del cittadino siriano? sul diritto alla vita dei sottufficiali dell' accademia sterminati in una notte in sei o settecento perché il nostro interlocutore, presidente Assad, temeva che al loro interno vi fossero venti o trenta potenziali putschisti dell' indomani? quando mai abbiamo svolto un dibattito sui diritti del popolo iracheno o dei curdi? noi non vogliamo fare tetre e tristi statistiche, non vogliamo ricordare che i curdi sono sterminati a decine e a centinaia di migliaia e che il problema non è politico, né statuale, né governativo e che dinanzi all' intifada noi continuiamo a dire che si tratta di una sorta di guerra del Risorgimento. ci sono morti, sono morti di 8, 12,13, 14 anni. allora, delle due l' una: o siamo coerenti e diciamo che gli israeliani sono i nuovi nazisti perché vanno a cercare i bambini di 7, 8, 10,12, 14 anni per ammazzarli, salvando gli uomini e le donne maturi, oppure dobbiamo trovare qualche altra spiegazione, magari in qualche manuale di guerra partigiana che fa sì che i ragazzini vengano inviati in prima linea perché la sera ci sia in tutto il mondo l' annuncio che un bambino di 10 o 12 anni è stato assassinato dai boia israeliani. delle due l' una: o i boia israeliani vanno a cercare i bambini, o i bambini sono mandati a cercare i boia israeliani! cosa accadrebbe a Roma o a Parigi, signor presidente , signor ministro degli Esteri , se da parte dei diseredati (ci sono, ci sono, ci sono!), dei baraccati (ci sono, ci sono, ci sono nella società duale!), se a decine di migliaia venissero in centro a buttare bombe molotov o facessero ostruzioni stradali con sassi, sassi, sassi? Giorgiana Masi , voglio dire, non solo e non tanto. apprezzo — ci tengo a dirlo — l' impegno dei compagni di DP, mi auguro solo che i compagni di democrazia proletaria approfondiscano anche questa loro posizione come hanno approfondito tutte le altre. non una parola, compagni di DP, oltre questo. fra cinque anni, penso, saremo insieme, magari sempre più vicini e uniti ed io mi auguro che voi abbiate ragione, perché sarebbe una felicità per tutti, Mario, se le cose andassero secondo il tuo schema. ma non avvertite — ve ne supplico — come mancanza di prudenza interiore, come meccanica e ingiustificata trasposizione da altre aree e da altri momenti della storia, le preoccupazioni che ho per Arafat perché non riesce o non fa o non ci fornisce lo strumento tecnico del riconoscimento (il governo provvisorio ), perché non si pone ufficialmente come si deve il problema del perché un sindaco che dissente la notte viene ammazzato (aveva detto solo che magari l' intifada poteva essere amministrata diversamente) e perché il sindaco di Betlemme rischia di fare la stessa fine se nel giro di poche ore non dichiara di avere scherzato. l' aiuto che possiamo dare e che dobbiamo dare — a mio avviso — è rigoroso e coerente con i principi del diritto internazionale . ancora una volta i principi non esistono inutilmente e forse vale la pena qualche volta di non fare l' economia di un' analisi del perché ci vengono trasmessi certi principi e perché è necessario almeno un Governo che si autoproclami tale perché vi sia riconoscimento. l' Olp, Arafat, sanno, ad esempio, che non violenti come siamo, da un anno, due, tre, chiediamo che compiano il passo di costituirsi in governo provvisorio . hanno costituito lo Stato, hanno proclamato il presidente (magari il presidente si attribuirà un dicastero e dirà: ecco, c' è un fetta di Governo), ma il Governo, no! perché? quali sarebbero presumibilmente, nel momento in cui consegnassimo i palestinesi ad un GPRP che si costituisce, le chanches che alcuni vizietti terroristici di certi settori, per il momento disciplinati o taciturni all' interno dell' Olp, in quella situazione non facessero subito il regicidio, il tirannicidio o non eliminassero Arafat, come hanno cercato di fare a Tripoli — Mario — con i siriani e ti ricordi — dammi atto — che fummo in pochissimi che non dormimmo una notte per garantirci la vita di Arafat, proprio noi. presentiamo allora i nostri complimenti sinceri alla maggioranza dei parlamentari italiani che mostrano così di essere uniti da buone intenzioni: ma i problemi di Governo, colleghi, sono altri ed attengono al come dar corpo e governare le buone intenzioni. credo che la nostra mozione indichi un cammino apparentemente più lungo e nuovo, ma forse ponga oggi qualche riflessione in più. desidero dire al signor ministro degli Esteri che dobbiamo a lui la realizzazione di un comportamento dell' Italia sull' atto unico del Lussemburgo che approvammo di cuore: fummo gli ultimi a firmarlo e lo firmammo — vero signor ministro? — con riserva che a metà del cammino (e metà del cammino è già trascorsa) la Commissione ed il Consiglio riferissero sullo stato di attuazione dell' Atto. non lo abbiamo chiesto! dobbiamo chiederlo, perché le cose vanno male. la logica della Commissione e dell' atto unico è per esempio quella gravissima (contro la quale da federalisti vorremmo che il Parlamento italiano si pronunciasse per aiutare il Governo, se su questo intende muoversi) del non allargamento della nostra Comunità, in base al presupposto sbagliato che quanto più la allarghiamo tanto più la annacquiamo. se invece non la allarghiamo politicamente e storicamente, diventeremo da una parte una dipendenza delle multinazionali, nella loro logica oggettiva, e dall' altra una dipendenza della Banca Centrale tedesca: questo è il cammino del 92. abbiamo invece, nel Medio Oriente e nella fattispecie, l' esigenza di una comunità di Stati con un' unica difesa ed un' unica politica estera che garantisca la sicurezza del territorio contro tutto (innanzitutto contro il nemico di oggi, che viene, come sappiamo, non da questo o da quell' uomo, ma da altre cose). in Ungheria ed altrove non si può essere interessati, ma si può solo temere la comunità economica europea (che possiamo solo temere ormai anche noi), se non si percorre la strada del progetto, della proposta Spinelli di trattato, della proposta del Parlamento europeo , che comporta l' allargamento a coloro che hanno necessità di USA moderni per garantire ed assicurare democrazia politica, benessere, governo dei malesseri della nostra società e del nostro tempo. bisogna dire qui, allora — come diciamo nella nostra mozione, con alcune sintonie in altri documenti — nell' ambito di una posizione di base chiara, limpida, che riteniamo un atto di Governo gravissimo, irresponsabile quello che la maggioranza, forse, dei parlamentari italiani auspica con superficialità e che è quello di consegnare ad un Olp, che è al punto in cui è, la vita ed il diritto del popolo palestinese , delle donne e degli uomini di Palestina, quello di continuare a ritenere che l' intifada sia una guerra del Risorgimento, che va riconosciuta. no, l' intifada va interrotta, come cercavano di dire i nostri interlocutori di Betlemme e di molti altri posti. deve essere chiaro all' Olp che l' intifada le nuoce, che perseguire questa linea (Israele complice e corresponsabile), presentando un bilancio dei bambini mandati in prima linea , ammazzati dagli israeliani (nell' ambito di duecento risse e confronti ci scappa il morto) è pericoloso per Arafat e per l' Olp, quali ci si presentano (non dico: quali siano o meno). tutto qui! ho sentito gli interventi di Salvoldi e degli altri, degli amici e dei colleghi che vogliono andare avanti su questa linea... il problema non è quello di riconoscere i diritti dei popoli. intanto, ogni volta che nella storia si parla di diritto dei popoli sento odore di bruciato, come quando sento parlare di diritto della famiglia, perché questi diritti servono in genere a far dimenticare un po' il diritto dell' uomo o della donna, il diritto della persona , cioè i diritti di base. mi pare che questo accada storicamente. oggi abbiamo appreso che il diritto dei popoli o è fondato sul preventivo diritto della persona , oppure è semplicemente il diritto del popolo siriano o del popolo cambogiano ad essere massacrato dal potere, in base al principio della non ingerenza. la Comunità Europea , quindi, deve essere la comunità degli Stati di democrazia politica del Mediterraneo oltre che dell' Europa, in particolare dell' Europa centrale. sono i federalisti che pongono questa esigenza! con grande chiarezza invece oggi i cosiddetti « realisti » dell' atto unico non vogliono in realtà l' allargamento, non vogliono la crescita istituzionale. mi si consenta di dire en passant che i meriti che abbiamo accumulato, pur con molti difetti, come italiani, come Governo e Parlamento, non mi sembra siano colti fino in fondo dai loro attori principali. a quanto si sa la Democrazia Cristiana non presenterà candidati europei nelle sue liste. vorrei aprire a questo riguardo una parentesi: ma come? abbiamo combattuto assieme, colleghi democristiani, signor ministro degli Esteri ! abbiamo combattuto assieme per dare queste caratteristiche alle elezioni! le abbiamo strappate, e voi, che siete forza cristiana, adenaueriana, degasperiana, non ve ne accorgete! avete paura di non eleggere un simile candidato? di metterlo capolista? ma via! rivolgo quindi un invito ufficiale in tal senso al collega Forlani e alla Dc. i compagni comunisti hanno già realizzato un obiettivo, con il gesto Duverger: mi auguro che non si fermino qui. cercheremo noi nelle nostre diverse sedi nazionali, nei diversi partiti nazionali dei federalisti europei, di spingere anche in questa direzione. a me pare che si stia perdendo la concretezza di quella politica che è nostra, che ci è comune, nella quale dovremmo in fondo cercare di acquisire un patrimonio comune. è necessario quindi dire fin da adesso, tutti insieme, in questa campagna elettorale , in rottura con la procedura dell' atto unico , con il criterio del non allargamento, che noi esigiamo che gli Stati d' Europa diventino gli USA d' Europa, che siano subito una federazione. dall' Ungheria alla Palestina vi è l' esigenza oggi di fornire questo strumento di governo della speranza, di Governo anche delle realtà dei popoli. se ciò non avviene questi dibattiti sono stanchi, marginali e privi di consistenza, e le buone intenzioni fini a se stesse continueranno ad aumentare. magari due terzi dei parlamentari diranno: ma perché no? io vorrei invece arrivare davvero ad assicurare i diritti democratici fondamentali, fra i quali quello dell' autogoverno, della vita, della giustizia, in Medio Oriente , in Palestina e nello stesso Stato di Israele , per evitare che si deteriorino come si stanno deteriorando in base alla logica di guerra. per queste ragioni non possiamo unirci all' auspicio che si riconosca uno Stato, anche perché non sappiamo bene come si possa riconoscere uno Stato che non ha governo, in quanto chi dovrebbe autoproclamarsi tale non può e non vuole farlo. ci troviamo dinanzi a fatti che conosciamo. non possiamo dire che vedremo dopo chi sarà il capo del governo e cosa succederà un anno o un mese dopo che il Governo governerà un territorio e uno Stato concreto. un anno passa tremendamente presto. ecco quindi il motivo per il quale — oltre a quello rappresentato dal fatto che sono un assoldato dal Mossad ed un filoisraeliano più estremista di chiunque altro! — non credo, signor presidente , signor ministro degli Esteri che, se davvero le misure che vengono qui invocate fossero realizzate dal nostro Governo, avremmo con buona probabilità fornito un contributo al buon esito di questo dramma. abbiamo sicuramente dato un contributo terrorizzante trent' anni fa affinché l' olocausto dell' Indocina e della Cambogia fosse obbligato e fossero battuti coloro che si univano alla lotta non violenta per l' indipendenza, per il diritto e per la libertà. i bonzi venivano a Roma e li ricevevamo noi in via XXIV Maggio , dove allora si trovava la sede del partito radicale , che contava allora duecento iscritti. nessun altro lo faceva. noi cercavamo di ottenere da Capitini, finché è stato in vita, che li ricevesse: erano portatori di una strategia e di una analisi di tutta evidenza, realizzatesi poi in storia in modo allucinante. come deputati del gruppo federalista europeo non siamo disponibili ad aggiungerci alle vostre buone intenzioni, colleghi; ci auguriamo che il nostro Governo voglia, com' è suo compito, governare e guidare un processo caratterizzato dalla intransigente difesa del modo di realizzare un' indipendenza. questo risultato non si ottiene solo col dirci, per esempio, come sicuramente avverrà questa sera, che un bambino di nove, di dodici o di quattordici anni è stato assassinato dagli israeliani, o che questo potrà accadere domani o dopodomani!