signora presidente, onorevoli colleghi , se in Aula non ci fosse tanto rumore, potrei cominciare il mio intervento. signor presidente del Consiglio , almeno per quel che riguarda il nostro gruppo, credo che vi saranno molti interventi, e in questo dibattito i vari apporti dovranno essere forniti in modo articolato... signor presidente , non intendo supplire ai suoi compiti, ma non riesco a parlare! collega socialista, iscriviti a parlare in Aula, invece di rivolgerti ai tuoi colleghi! meno male ! speriamo che non ripeta in Aula le tesi, apparentemente socialiste, del Psi, che sono in realtà — ed entriamo subito nel dibattito — qualcosa che va denunciato come espressione non di riformismo, ma di trasformismo; e nemmeno di opportunismo radicale o gambettiano. quindi, ascolteremo con interesse anche i compagni e colleghi socialisti, i quali in questa circostanza ci devono, e devono a tutti, la spiegazione della interpretazione del riformismo quale viene applicato in questa circostanza, attraverso giochi tattici, che mi sembrano forse consentire il sorriso o il divertimento — « ma come sono bravi! come sono riusciti a fare lo sgambetto alla Democrazia Cristiana ! come sono riusciti a mettere in imbarazzo Galloni! » — di coloro che vedono la politica in questo modo, ma che non consentono certo, in prospettiva, al partito socialista di assicurarsi i voti cattolici, ma legittimano piuttosto un trasferimento a Galloni e alla Democrazia Cristiana dei voti laici di tipo moderato. vorrei chiedere ai colleghi la cortesia di un po' di silenzio. le chiedo scusa, signora presidente. forse sarà perché a quest' ora non siamo abituati a dibattere su dichiarazioni così importanti. signora presidente, non vorrei disturbare i colleghi Scalfaro e Piccoli. tra l' altro, si tratta di colleghi così autorevoli e così appassionatamente coinvolti in vicende di questa natura, per tutta la loro storia (umana, religiosa, confessionale, politica, di Governo, di partito, eccetera), che in fondo nell' interrompere i rari scambi, che hanno tra di loro forse su problemi non di potere ma di idee, come quello che stanno avendo in questo momento, provo un certo rimorso. può anche darsi, onorevole Goria, che, avendola ascoltata, non siano più molto motivati ad ascoltare questo dibattito. la verità, comunque, signor presidente del Consiglio , è che, per quel che mi riguarda, ho preso subito la parola, pur rendendomi perfettamente conto che bisognava meglio riflettere su quanto ho ascoltato. ho, però, un elemento di tranquillità: so che i colleghi del mio gruppo (che interverranno quasi tutti) ed io stesso con loro, avremo meglio il modo di valutare quello che lei ci ha detto. sembra strano, tuttavia, (ho chiesto anche ad altri colleghi), non aver sentito pronunciare neanche una volta la parola « Costituzione » o l' espressione « diritti costituzionali » ; ma può darsi che io mi sbagli. giusto! ma che cosa paghiamo qui? paghiamo questi « patti madamensi » , che sono stati un atto di imprudenza e — come tutti i frutti dei trasformismi, sostanzialmente e culturalmente parlando — l' espressione dell' incapacità di durare, di rappresentare nel tempo qualcosa di valido. certo, in termini di drammaticità degli errori, gli accordi di Villa Madama non hanno nulla a che fare con quelli del 1929: sono piccole acque morte, non « acque vive » ..., sono piccoli stagni, sono il putridume delle illusioni politiche! i compagni socialisti, durante la scorsa campagna elettorale , volevano togliere alla conferenza episcopale italiana quello che Mussolini poteva togliere in base al trattato del 1929 ma che essi non possono più toglierle: il diritto di fare politica come vuole. se un prete, un vescovo o un cardinale vuole fare politica, in relazione al trattato del 1929 chiarissimamente commetteva un abuso; in relazione, invece, agli « accordi madamensi » questo non è chiaro per niente. non ho capito perché i compagni socialisti (che poi hanno perpetrato la piccola vendetta postelettorale, mediante cioè una dichiarazione anticlericale un mese dopo, se non vado errato) poi si sono doluti. ma che cosa c' è da dolersi? la mia visione delle cose è questa: spero che prima o poi cominceremo a meritare di nuovo qualche prete non « spretato » o comunque non osteggiato, qualche canonico, qualche vescovo, qualche cardinale, se a loro farà piacere. vorrei vedere qui quelle persone che da trent' anni parlano di politica in Italia, su divorzio, aborto, le leggi, lo Stato, il trattato, l' economia; se le avessimo qui, sarebbe un grosso apporto ed eviteremmo di perdere tempo. insomma, per me, saremo veramente laici quando le sottane, le tonache, i colori, su su fino al livello cardinalizio, potranno venire ad interpretare quello che fa parte della storia del nostro paese. abbiamo, invece, questa posizione intollerante, indebita, non dei compagni socialisti, i quali si dolgono che la conferenza episcopale , la Chiesa italiana si occupi dei propri interessi e voglia affidare ad un partito (e proprio a quello) i propri interessi. ebbene, quando Dio vuole perdere qualcuno nella storia, si sa quello che fa! se, appunto, la conferenza episcopale vuole affidare alla Democrazia Cristiana la cura della anime, della religiosità e di altre questioni, è affar suo. vuol dire che, forse, il Signore ci ha pensato, e ha cominciato a regolare i conti con chi ha amministrato, speculandoci sopra, i problemi dello spirito, della religiosità, del divino, e per decenni abusandone dove, essendo un po' quello che i compagni socialisti sono tatticamente oggi rispetto alle tradizioni e al patrimonio laico, cercando di sfruttarle qua e là, e, quindi, anche di svenderle qua e là. d' altronde , lo sfruttamento può essere fatto in diversi sensi! dovremmo dire, presidente, che voi pagate una difficoltà! ben vi sta, a tutti quanti! l' avete votato, il Concordato « madamense » , malgrado quello che vi dicevamo! noi avevamo detto che il Concordato-quadro significava far valere il Concordato anche il giorno in cui — vi chiedo scusa — si porrà un problema di competenza dei servizi igienici, a Roma, nell' ambito di qualche questione di perimetro passando dai problemi di insegnamento, a quelli di attribuzione. in quei casi, avremo delle intese sui servizi igienici di un fabbricato o di una parte di un fabbricato! infatti, presidente, non è che lei non abbia voluto citare la Costituzione. la Costituzione non era da citare! il Concordato di Craxi, di cui egli è tanto fiero e che deve passare alla storia, è stato una solenne imbecillità in termini di calcolo politico, anche se qualcuno ha creduto che fosse qualcosa di diverso. io esprimo la mia solidarietà, non nel contenuto, ma in merito alla sua posizione, al ministro della pubblica istruzione . da radicale, da socialista, da membro dell' area ideale del 20 per cento , devo dire che il sistema delle « scianghette » e delle « cappotte » non ha nulla a che vedere con la nostra area, con il nostro tipo di laicità. non ho proprio nulla a che vedere con quella laicità che dissacra tutto, che non ha nulla di sacro al proprio interno, che rimette tutto in causa, che non si sente minimamente vincolata neanche dalle tradizioni e dalle posizioni tradizionali. questa è una posizione tradizionalmente trasformista che ricalca grosso modo le disinvolture crispine e mussoliniane, che erano trasformiste e anticlericali proprie di chi poi però cercava, ogni volta che poteva, di difenderei propri averi da bravo ateo, da non credente né nella religione né nella religiosità ma nemmeno negli ideali. e questa è poi la caratteristica dell' ateo di un certo tipo. prima annotazione: signor presidente del Consiglio noi stiamo pagando, voi state pagando, tutti stiamo pagando (se ne può uscire fuori con maggiore o minore accortezza) l' esistenza di un Concordato-quadro. noi l' avevamo detto. certo, la stampa non riferì quanto noi dicemmo, non ci aiutò molto. pochi avvertirono queste cose, perché questa Camera era stata pressoché unanime. non c' erano nemmeno tutti i colleghi della sinistra indipendente. bene, bene! vi ringrazio! allora c' erano tutti i colleghi della sinistra indipendente, c' eravamo noi. ma devo dire che le tesi contrapposte non sono state presentate nella loro chiarezza. vi furono anche le riserve liberali, che erano sostanziose. avemmo delle riserve da parte repubblicana che erano, o sembravano serie. però va detto che nella vita politica, ad un certo punto, dobbiamo richiamarci non solo alle parole dette anche alle posizioni e ai voti che sono stati espressi. ci auguriamo che questa sia una giornata di riflessione. gli amici liberali...... appunto non votarono, si astennero. però, qui è Rodi e qui si salta! sulla tassa sulla salute i liberali hanno annunciato la possibilità di una crisi di Governo , nel caso in cui il Governo non rettifichi il tiro, nel caso in cui (mi pare di aver letto) la « piccola truffa » dell' altro giorno dello 0,50 non venga corretta nella direzione da loro richiesta. allora, visto che c' è una mozione nella quale si chiede di nuovo al Governo il superamento del Concordato vogliamo vedere se, di qui a domani, i liberali su una questione simile saranno disposti a dire che su questo punto ci potrà essere crisi di Governo . altrimenti è poi inutile dire: « ma... ma... » ! il segretario del partito repubblicano Giorgio La Malfa , che, mi pare, un momento fa ha onorato — cosa rarissima! — il Governo e la Camera della sua presenza, ha fatto benissimo, probabilmente, a criticare Craxi. ma vorrei dire che non si deve essere bravi soltanto nel criticare Craxi! adesso, in concreto, voglio vedere quale sarà il discorso e il comportamento dei repubblicani rispetto al Governo, in questa circostanza e in questa situazione. non possiamo continuare questo marché des dupes , per cui tutti dicono tutto ma poi, in concreto, politicamente, si consente che questa situazione continui ad andare avanti. noi radicali non abbiamo evidentemente nessun dubbio, nessuna esitazione a ricordare che, in qualche misura, su questo siamo prevenuti. e evidente che non abbiamo nessun affetto, nessuna serenità nei confronti di un insegnamento della religione che a nostro avviso turba e ferisce perfino la religiosità, che necessariamente, storicamente vive come catechesi e non come altro; in cui le attitudini pedagogiche, quello che si inserisce storicamente nella realtà scolastica è semmai, tutt' al più , la valorizzazione, la maggiore informazione su realtà e interpretazioni confessionali ed è invece impoverimento di tutto quello che è tensione religiosa e religiosità; è, tutt' al più , qualche indicazione sul sacro, così come si è iconizzato in questa o in quella confessione, a danno del divino, a danno del dato di fondo, quello del rispetto di ogni altra posizione nei riguardi dei credenti. riteniamo questa cosa profondamente negativa, diseducante, dannosa per la religiosità civile sia delle persone che dello Stato, anche perché espressione non del cattolicesimo o della cultura cattolica (che, in quanto tale, non esiste), ma di un certo tipo di cultura cattolica, quella che continua ad esprimersi nelle sue illusioni e nelle sue deviazioni di tipo temporalista e paleocostantiniana (e nemmeno neocostantiniana), con le quali dobbiamo fare i conti costantemente. in quest' occasione, ci auguriamo che il dibattito parlamentare consenta alle forze laiche e alle forze cristiane, di non dividersi secondo lo spartiacque di partito o di gruppo, perché, a me sembra abbastanza impoverente e incredibile che funzionino gli spartiacque di gruppo anche in un' occasione di tal genere, quasi che, appunto, tutti appartenessimo ad un certo tipo di cultura, per cui voi siete tutti dei cattolici per i quali esiste la cultura cattolica e non culture diverse, per i quali, insomma, che sia Agostino o Tommaso è la stessa roba! nessuna diversità! nessuna diversità nemmeno fra chi si richiama a tradizioni nobilissime, anche integraliste, e quelli che sono cattolici liberali! non si riesce a sentire uno di voi che parli — ma con fierezza — a nome della tradizione cattolico-liberale, che è stata, in certi momenti, necessariamente anticlericale; e non mi riferisco solo quella modernista, che lo è stata perché vittima di un vero e proprio terrorismo ideologico e di persecuzione. in questa occasione ci auguriamo, signor presidente del Consiglio , che vi sia da parte del Governo una maturazione. mi sembra che nei banchi del Governo non vi siano i compagni socialisti. sono felice di vedere (onore al nostro Parlamento!) il compagno Spini, in compagnia, però, soltanto di un altro compagno. noi constatiamo il grado di interesse, di partecipazione e di ricchezza di esposizione sulla questione. bene, cominciamo con il dire che uno dei temi del dibattito concerne i rapporti tra Stato e Chiesa. è un problema, questo, dal quale non vogliamo essere avvelenati costantemente. noi, infatti, siamo contro l' emergere (puntuale, ad ogni stagione) di ogni cosa. il problema di cui oggi stiamo parlando è lo stesso che ha consentito ad una sezione di nuova formazione (dal punto di vista sostanziale ma potremmo dire anche di cittadinanza, di rito avellinese) della Corte di cassazione (ho avuto delle sorprese quando sono andato a vedere la sua composizione) di interpretare l' articolo 11 del trattato come purtroppo noi radicali avevamo detto che si doveva interpretare (per questo, votammo contro una revisione del Concordato che non interessasse anche il trattato). fra poco arriveremo al punto che tutto potrà essere un bene centrale della Chiesa, una istituzione centrale. lo Ior è un' istituzione centrale! qualsiasi altra operazione, eventualmente di truffa ai danni della Chiesa, oltre che ai danni della società, diventerà centrale, non solo, quindi, di portata nazionale, internazionale o multinazionale (per sua stessa definizione). quindi, anche se fossero coinvolte, per esempio, la Banca del Lussemburgo e la Banca di Andorra, ci verrebbe comunicato che si tratta di un istituto centrale, che quindi non può essere toccato dalla nostra giurisdizione. insomma, è una vergogna che non sia il Governo della Repubblica a prendere l' iniziativa di rivedere il trattato del 1929. so bene, signor presidente del Consiglio , che a lei non piace che ci si accalori nel dibattito; sta di fatto, comunque, che sono ormai 35 anni che si continua a dire che il trattato del 1929 è vecchio, è pericoloso, è fradicio, è putrefacente, ma mai un Governo della Repubblica — e di questo ci si rende conto quando si sentono le motivazioni fornite dalla Corte di cassazione sulla questione Ior — ha preso una iniziativa in merito. bene, mi auguro che arrivi il momento in cui, sbagliando o no, i compagni del partito socialista , in particolare il compagno Craxi, ritengano opportuno, in termini elettorali, porre anche il problema del trattato. abbiamo la speranza che quando sarà caduto l' attuale presidente del Consiglio e sarà di nuovo il turno di un capo del governo socialista (gli unici che possono mandare avanti decentemente, soprattutto se dimenticano, di fatto, i loro condizionamenti riformistici ed ideali...), allora avremo... onorevole Goria, cosa dovremo aspettare? che vi sia un presidente del Consiglio socialista, che possa andare a Villa Madama a firmare un nuovo trattato, come è avvenuto per il nuovo Concordato? perché? che bisogno c' è? oltretutto, il trattato fa acqua da tutte le parti. ritengo, altresì, che, anche dal punto di vista dei confini, la vecchia visione da cui prese le mosse tale trattato debba essere considerata superata. dobbiamo allora porci il vero problema e cioè che la Città del Vaticano , (concepita, in quel modo, nell' Ottocento) dovrà diventare proprio uno Stato, dando ad esso, dal punto di vista territoriale e culturale, possibilità diverse. tutto deve essere ridiscusso, perché niente può essere considerato un tabù! indubbiamente, se i compagni socialisti (lo dico in questa sede perché in tal modo può darsi — ma ne dubito — che i compagni socialisti leggano gli atti ufficiali del Parlamento) non svolgono un minimo di consultazione con le altre forze laiche, di opposizione o no, con l' area del 20 per cento o con quella del 15 per cento , come si legge sui giornali... io non ho avuto la tessera socialista perché non mi è stata data. devo però anche dire che se non l' ho ottenuta è dipeso probabilmente dal fatto che forse io non sarei un socialista disposto a leggere sui giornali non del partito, tutti i giorni e puntualmente, ciò che ha deciso il partito; ad apprendere, sempre dai giornali non del partito, quale sia la mia posizione e quella del partito proprio, magari, su temi così importanti. per quanto mi riguarda — ed ho terminato, presidente. — poiché tutti o quasi i compagni del gruppo federalista europeo interverranno, intendevo assicurare personalmente e semplicemente un apporto che è, lo riconosco, di tipo quasi extraparlamentare, visto che questa vicenda non è stata tutta e soltanto parlamentare. intendevo dire, inoltre, che il gioco dei ruoli e delle posizioni non mi può vedere connivente e complice fino a questo punto; che questo tipo di tatticismi non ci è piaciuto e non ci sembra servire né alla Repubblica né alla posizione del Parlamento né a quella del Governo né a quella delle opposizioni né a quella dei laici né a quella di nessuno. per carità, siamo nel regno della casuistica. so benissimo, Spini, che il partito socialista potrà adesso spiegarci come sia ineccepibile la sua posizione. tuttavia le ineccepibilità formali e formalistiche di questa o di quella posizione sono come quelle cui, per esercizio, il presidente del Consiglio si è dedicato. voi mi direte che ciò è del tutto lecito e legittimo, che va bene , che è laico, riformista e denso di tensioni ideali, ed anche di capacità concreta di Governo. per quel che mi riguarda, io dico che su questo terreno noi prepariamo la sconfitta delle forze riformiste, su questi comportamenti prepariamo la sconfitta delle tensioni laiche e cristiane ai loro livelli migliori, per andare invece — con la cultura di monsignor Acquaviva (o di non so come si chiama) che sembra di nuovo prevalente in questo momento nel partito socialista e nel paese e che si vuole prevalga nei governi — verso il rischio di aggravare sempre di più i problemi che si pretende di risolvere. è tutto qui, signora presidente, signor presidente del Consiglio , colleghi. vi ringrazio della pazienza con la quale mi avete ascoltato. temo però che i miei suggerimenti faranno la fine di quello (da noi proposto ieri sera) di organizzare finalmente, dopo il 1953, il primo vero dibattito generale sulla politica estera e sulle sue finalità generali, un dibattito cioè sulla politica estera della fine del secolo e non, come ogni volta, sul Libano e su altre cose particolari. so che il ministro degli Esteri personalmente è d' accordo su questo, ma è anche vero che i precedenti presidenti delle Commissioni esteri del Parlamento su questo tema non ci hanno sentito dato che ciò avrebbe significato decidere su questi problemi, istruirli, compiere delle hearings, studiare, eccetera. allo stesso modo, fin quando continueremo a risolvere i problemi legati al rapporto Stato-Chiesa mediante strumenti di questo tipo (che sono poi, ripeto, di tipo necessariamente casuistico, quasi delle esercitazioni, di volta in volta, di ineccepibilità formale di una cosa o di un' altra), recheremo molto danno, a quel che c' è di meglio non solo nelle tradizioni del nostro Parlamento e del nostro Governo, nelle tradizioni laiche della nostra società, ma sicuramente anche nella parte migliore delle tradizioni religiose del mondo confessionale, a tutto vantaggio delle tradizioni irreligiose ed ateistiche del mondo confessionale, di quello della simonia come regola, di coloro i quali regolarmente puntano su Cesare, sugli averi e non sull' essere perché, disperati come sono — senza spese ed anche senza spem — , hanno bisogno della loro sicurezza storica e sono, ogni volta, gli stessi che in fondo organizzano il furto ed i mercanti del tempio.