Amintore FANFANI - Deputato Opposizione
X Legislatura - Assemblea n. 182 - seduta del 03-10-1988
Informativa urgente del Governo sui gravi incidenti avvenuti a Genova in occasione del vertice dei G8
1988 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 24
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , onorevoli colleghi , le norme in vigore — riguardanti i contesti della base storico-dottrinaria della proposta governativa e dell' esame parlamentare della legge finanziaria e di bilancio — fanno obbligo al Governo di presentare, entro il 30 settembre al Parlamento una serie di documenti, mettendolo così in condizione di avviare, fin dal primo giorno feriale di ottobre, gli esami preparatori delle decisioni di sua competenza. informo che venerdì scorso sono stati trasmessi puntualmente alla Camera dei Deputati ed al Senato tutti i documenti prescritti e cioè la relazione previsionale programmatica per l' anno 1989 e gli allegati: la relazione delle amministrazioni interessate sulle leggi pluriennali di spesa e relativo quadro riassuntivo; la relazione sull' attività del nucleo di valutazione per l' anno 1988; la relazione programmatica per il 1989, redatta dal ministro delle partecipazioni statali , con uniti i programmi degli enti di gestione; la relazione sullo stato della Pubblica Amministrazione (redatta dal ministro per la Funzione pubblica ); la relazione sullo stato della ricerca scientifica per il 1988 (redatta dal ministro per il coordinamento delle iniziative per la ricerca scientifica e tecnologica). così oggi, 3 ottobre, i ministri competenti sono stati convocati dinanzi a questa Assemblea per illustrare la relazione economico-finanziaria previsionale e programmatica per il 1989. ringrazio lei, signor presidente , di avermi dato la parola per richiamare l' attenzione degli onorevoli Deputati sulle condizioni economico-sociali dell' Italia nel periodo compreso tra l' autunno del 1987 e l' autunno del 1988. indicati nel quadro sociale i miglioramenti e i peggioramenti della situazione italiana, le sue carenze persistenti, i pericoli incombenti, le attese di utili progressi, risulterà il programma che il Governo ha tenuto presente per interventi capaci di rinforzare le primissime misure adottate a partire dal maggio 1988, subito dopo la fiducia, e quelle proposte nel piano triennale approvato dal Parlamento alla fine di luglio. l' insieme di tali elementi e delle odierne prese di posizione offrono in primo luogo segnali, e poi preparano il terreno per la realizzazione del proposito, più volte espresso e sottolineato dal presidente del Consiglio , di arrivare ad aggiornare le nostre istituzioni, le strutture e le procedure all' evoluzione culturale, tecnologica ed organizzativa verificatasi in questi ultimi anni nella società mondiale. nel 1988 il quadro economico internazionale è stato caratterizzato da un andamento più soddisfacente di quanto fosse prevedibile l' ottobre scorso, quando, dopo la crisi dei mercati azionari, gli effetti destabilizzanti temuti non si sono verificati, soprattutto per una gestione della politica economica dei paesi industrializzati che ha potuto avvalersi dell' accorta cooperazione internazionale, incoraggiata dal vertice di Venezia del giugno 1987. il clima di fiducia è anzi nettamente migliorato: una robusta spesa per investimenti e consumi ha rafforzato la crescita reale del reddito nell' insieme dei paesi industrializzati , ed anche di taluni di quelli in via di sviluppo. la continuazione anche quest' anno del vigoroso sviluppo del secondo semestre 1987 sta stimolando la crescita del volume del commercio mondiale di circa il 7,5 per cento , e nell' insieme dei paesi industrializzati la crescita reale del prodotto lordo si prevede intorno al 4 per cento . l' Europa nel suo insieme dovrebbe beneficiare nel 1988 di un tasso di crescita economica pari al 3 per cento . carattere particolarmente positivo dell' attività economica nel complesso dei principali paesi industrializzati è l' elevato ritmo di incremento degli investimenti fissi lordi; ciò, insieme ad una progressione dei costi interni abbastanza moderata, contribuirà a mantenere nel 1988 la crescita dei prezzi al consumo ad un tasso di poco superiore al 3 per cento . tuttavia il mercato del lavoro risulterà caratterizzato da una situazione insoddisfacente per l' insieme dei paesi europei , dato che anche quest' anno il livello della disoccupazione tenderà a stabilizzarsi intorno a tassi superiori al 10 per cento della forzalavoro. è importante il profilarsi della riduzione degli squilibri esterni, anche in termini di valore, oltre che di volume, benché, pur se ridotti e decrescenti, questi squilibri, prospettandosi tuttora elevati, scoraggiano la volontà dei mercati finanziari , con conseguente freno alla attuale vigorosa fase di ripresa economica . le migliorate prospettive di sviluppo del commercio mondiale hanno fatto godere nel 1988 all' economia italiana spinte alla crescita maggiori di quanto fosse prevedibile nel settembre 1987. l' incremento del prodotto interno può risultare pari al 3,6 per cento , cioè maggiore di quello del 1987. la prosecuzione della fase espansiva ha tratto alimento, oltre che da una domanda estera maggiore del previsto, anche da una domanda interna che, come nel 1987, registra tassi di incremento superiori a quello medio dei precedenti anni 80. il maggiore reddito disponibile delle famiglie, in seguito ad una dinamica delle retribuzioni dei redditi non salariali superiore al tasso di inflazione , ha incentivato un' espansione dei consumi privati. quanto agli investimenti, il miglioramento delle aspettative delle imprese e la prosecuzione dei processi di razionalizzazione hanno generato, per il secondo anno consecutivo, un' accentuata spesa per macchinari ed attrezzature. anche sulla spesa per costruzioni, dopo la flessione del 1987, si è avuto un recupero, causato però, in buona parte , da una intensificazione del programma di opere pubbliche . non si sono avute particolari tensioni in fatto di prezzi. il lieve incremento rispetto alle previsioni è stato causato dalla crescita delle retribuzioni dei fattori interni, moderatamente più elevata delle stime iniziali, oltre che da una crescita delle tariffe ed altri prezzi pubblici superiore di circa un punto a quanto programmato. l' interruzione della discesa dei prezzi non ha tuttavia impedito che anche quest' anno sì riducesse il differenziale d' inflazione dell' Italia rispetto ad altri paesi industrializzati . però la riduzione, marginale riguardo al complesso dei paesi industrializzati , è di più marcata rispetto a quella degli altri principali paesi, con una eccezione per la Francia. per quanto concerne i conti con l' estero, il disavanzo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti economica dovrebbe risultare superiore di circa 3.500 miliardi rispetto a quello del 1987. il peggioramento è dovuto in parte all' esaurirsi di ragioni di scambio e soprattutto ad un andamento delle partite invisibili peggiore del previsto. in questo contesto, il maggiore impatto esercitato sui prezzi all' importazione dal rafforzamento del dollaro è stato praticamente neutralizzato dal calo del prezzo del petrolio. l' espansione economica ha migliorato l' andamento occupazionale; l' aumento degli occupati, infatti, dovrebbe essere pari all' 1 per cento , contro lo 0,2 del 1987, estendendosi, per la prima volta dopo diversi anni, anche all' occupazione industriale. tuttavia il notevole incremento delle forze di lavoro giovanili e femminili fa sì che, malgrado gli accennati parziali aumenti occupazionali, il tasso di disoccupazione registri soltanto una diminuzione del suo ritmo di crescita, assestandosi sul 12 per cento . i conti della finanza pubblica non hanno ridotto sensibilmente i pesanti condizionamenti che il quadro finanziario esercita sul controllo della domanda e sulla gestione della politica monetaria . diversamente dal 1987, la copertura in titoli del fabbisogno ha incontrato difficoltà per le scadenze a medio e lungo termine. il mutamento degli orientamenti degli investitori, unitamente alle pressanti necessità di finanziamento del disavanzo del debito pubblico e all' andamento al rialzo dei tassi internazionali, ha rinnovato ostacoli alla politica di graduale riduzione dei tassi d'interesse avviata dalle autorità monetarie all' inizio del 1988. la crescita della moneta dovrebbe mantenersi all' interno della fascia prefissata come obiettivo, mentre gli aggregati creditizi potrebbero registrare un incremento superiore a quello inizialmente previsto per una forte accelerazione degli impieghi bancari nel primo semestre dell' anno. il contesto internazionale nel quale si dovrà muovere l' economia italiana nel 1989 e negli anni successivi si profila complessivamente favorevole ad una crescita. tuttavia, rischi di tensioni finanziarie o di sfavorevoli evoluzioni dell' economia reale non possono essere esclusi se si considerano l' ampiezza degli squilibri esistenti e le difficoltà di coordinamento delle politiche macroeconomiche. le incertezze delle prospettive sono poi accresciute da eventi politici imminenti, quali i risultati delle elezioni del novembre negli USA, lo svolgimento delle riforme in corso nell' Unione Sovietica , le vicende in atto nel Medio Oriente ; né è da trascurare l' importanza del fatto che è ormai prossima l' unificazione del mercato europeo. tutte le novità prevedibili, e specialmente quelle che riguardano la Cee, incidono inevitabilmente fin da adesso sulle scelte di politica economica che il Governo sta ora proponendo al Parlamento. constatazioni e previsioni preoccupanti indussero il Governo, subito dopo la sua costituzione, a ricorrere ad urgenti provvedimenti per contenere il fabbisogno pubblico e controllare l' espansione della domanda interna . in luglio poi, al fine di impostare una manovra a più ampio raggio, il Governo formulò il documento di programmazione economico-finanziaria , relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 1988-1992. presentato al Parlamento, esso conseguì il consenso di questa Camera, con la risoluzione del 21 luglio, e del Senato, con ordine del giorno del 28 luglio 1988. obiettivo fondamentale prescelto era quello della riduzione progressiva nel triennio del fabbisogno nel settore pubblico al netto degli interessi, fino a realizzare un leggero avanzo al termine della manovra, con contestuale e progressiva riduzione degli interessi pagati per il servizio del debito. l' operazione era considerevole, dato che il debito del settore statale ormai si constatava aver raggiunto, al termine del 1987, più di 883 mila miliardi di lire , per il servizio del quale era occorso in quell' anno un esborso di 76 mila miliardi, il che, in caso di non interrotta crescita, avrebbe portato entro il 1990 a far superare col debito l' ammontare del prodotto interno lordo . la previsione di arrivare ad un milione di miliardi di debito pubblico in una prossima vigilia non poteva non indurre a dare priorità al problema di riportare il debito entro limiti sopportabili, però evitando temibili contraccolpi nei settori dell' occupazione, dell' ordine pubblico , dello sviluppo e di una cooperante partecipazione per l' unificazione del mercato europeo. la realistica conoscenza della situazione imponeva che entità, modi e tempi della manovra non pregiudicassero gli obiettivi di stabilità democratica e di crescita, con ciò richiedendo opportuni coordinamenti di tutti gli aspetti della politica con quello del risanamento del bilancio. ed è proprio il caso di aggiungere che l' importanza del risultato da perseguire, la delicatezza delle varie fasi per raggiungerlo, l' universalità dello sforzo necessario chiedevano al Governo, e in primo luogo all' onorevole collega ministro del Tesoro , ferma decisione e preveggente impegno a procurarsi in ogni area sociale e in ogni area politica grande comprensione e leale concorso ad individuare bene il da farsi, prestando utili appoggi. il breve intervallo trascorso dall' adozione delle ricordate misure non dà modo di accertarne gli effetti. non sfugge che l' approfondimento delle previsioni dei rischi e l' attesa dei prescelti obiettivi hanno portato taluno a confondere i rilievi sulla situazione con la sufficiente preparazione tecnica della legge finanziaria , preparazione che resta tuttora attenta a dialoghi chiarificatori, non turbati da calcoli sottili e talora — lasciatemelo dire — perfino maliziosi. si è constatato che l' attenzione posta dal Governo ha confermato che il vero e intricato impegno da assumere riguardava il controllo dell' inflazione e dello sviluppo, sia del reddito sia dell' occupazione. i segnali di ripresa dell' occupazione non sono ancora soddisfacenti: il tasso di disoccupazione risulta, infatti, crescere dal 12 per cento del 1987 al 12,2 del 1988, con un aumento del nostro divario rispetto alla media dei paesi industrializzati che è del 7,1 per cento . tenendo presente che l' aumento del costo del lavoro per unità di prodotto nel corso del 1988, accresciuto del 4,7 per cento , può limitare la competitività delle nostre produzioni e contenere in conseguenza il tasso di sviluppo del reddito, spingendo ad adottare tecniche risparmiatrici di forze di lavoro , si perviene alla conclusione che la dinamica dei redditi da lavoro costituisce uno degli aspetti fondamentali del problema della disoccupazione. infatti, seppur nell' anno in corso si è manifestata, per la prima volta, una leggera crescita dell' occupazione anche nell' industria, l' incremento è dovuto interamente all' occupazione indipendente mentre, perfino nel settore dei servizi privati, si è avuta ridimensionata la crescita dell' occupazione dipendente (+1,5 per cento ) rispetto a quella del lavoro autonomo (+3 per cento ). la possibilità di fare assumere al sistema un tasso di sviluppo più sostenuto resta condizionata dall' operare del vincolo esterno. l' instabilità nel breve periodo dei tassi di cambio — e in particolare l' instabilità del valore del dollaro — modifica le modalità secondo cui il vincolo esterno finisce con l' operare. le reazioni delle quantità al variare del tasso di cambio intervengono con consistente ritardo; mentre gli effetti sui ricavi e costi in lire si avvertono più prontamente. attualmente il recupero della moneta statunitense, dopo il ridimensionamento del suo valore esterno, non produce ancora una ripresa significativa delle nostre esportazioni verso l' area del dollaro, né un rallentamento delle importazioni. mentre gli effetti dell' apprezzamento del dollaro si avvertono nella modifica delle ragioni di scambio e quindi sulle grandezze espresse in termini di valore. le nostre esportazioni verso gli USA, che nel 1985, quando il dollaro era quotato intorno alle 1900 lire raggiungevano i 18.400 miliardi di lire , l' anno scorso si sono contratte a 14.500 miliardi. alle suddette difficoltà che si frappongono all' assunzione da parte dell' economia italiana di un sentiero più marcatamente espansivo, si aggiungono quelle connesse con la rarefazione delle risorse disponibili per il finanziamento degli investimenti privati, conseguente al drenaggio operato sul mercato finanziario per soddisfare il fabbisogno pubblico. le condizioni di redditività delle imprese consentono un sostenuto processo di accumulazione, alimentato dall' autofinanziamento, oltre che dal ricorso al mercato. ma la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese e l' aumento del loro numero risultano ostacolati dalle peculiari difficoltà del loro accesso al mercato, accentuate dalle entità del prelievo effettuato dall' operatore pubblico. la previsione che il commercio mondiale potrebbe continuare ad espandersi sia pure di un tasso del 5,6 per cento , cioè minore di quello del 7,8 per cento registrato finora, nonché la stima del complesso dei paesi industrializzati , attorno all' 8,2 per cento , inducono a ritenere che il Pil del nostro paese, nel 1989, possa crescere intorno al 3 per cento . in tale contesto le esportazioni dovrebbero aumentare del 4,5 per cento , mentre la crescita della domanda interna dovrebbe ridursi dal 4,2 per cento del 1988 al 3,5 per cento del 1989. e ciò per una decelerazione dei consumi delle famiglie più accentuata di quella degli investimenti fissi. simile evoluzione potrebbe far proseguire l' aumento dell'occupazione ad un tasso prossimo all' 1 per cento . una ulteriore decelerazione dell' inflazione potrebbe aversi con il contenimento del costo del lavoro per dipendente, che potrebbe passare dal 7,5 per cento di aumento dell' anno in corso ad un accrescimento più contenuto del 5,9 per cento , nel 1989, e contemporaneamente ad una dinamica della produttività di poco superiore al 2 per cento . il deflattore del Pil dal 5 per cento del 1988 dovrebbe ridursi al 4,3 per cento , e quello dei consumi familiari dal 4,8 per cento dell' anno in corso al 4 per cento . in questa prospettiva il tasso di aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, dovrebbe scendere dal 4,7 per cento del 1988 a circa il 3,8 per cento nel 1989. purtroppo, tale andamento continuerà ad esercitare effetti negativi sulla competitività delle nostre produzioni sia limitando gli sbocchi esteri sia riducendo opportunità di lavoro all' interno, come conseguenza della elevata concorrenzialità dei prodotti esteri. un più ampio utilizzo delle nostre risorse ed in particolare delle forze di lavoro richiede viceversa maggiore competitività. un più marcato sostegno alla crescita da parte della domanda interna , è, inoltre, improponibile se non si allenta il vincolo esterno, pena l' ulteriore aggravio dei nostri problemi di equilibrio dei conti con l' estero. in questa prospettiva, una riqualificazione della composizione della domanda interna a favore degli investimenti, grazie al contributo prospettico, all' espansione della capacità produttiva e alla riduzione dei costi, appare in linea con le esigenze obiettive del sistema. altre difficoltà affiorano ove ci si ponga in una prospettiva di medio periodo, come è indispensabile fare in vista del processo di integrazione economica dell' Europa. in primo luogo, l' abbattimento di ogni barriera alla libera circolazione delle merci, dei servizi e dei prodotti tra i paesi della comunità pone su basi pressanti, ma anche più integrali, il problema della nostra competitività internazionale. questa non dipende soltanto dalla capacità delle singole imprese, ma dall' efficienza globale del sistema, quale risulta dal concorso dell' attività del settore privato, da quella della produzione dei pubblici servizi ed infine dal governo dell' economia. la prevedibile prospettiva di medio termine fa emergere con tutta evidenza l' esigenza di restituire efficienza al settore dei servizi pubblici . ma non vanno trascurate nemmeno le difficoltà che incontrerà il governo dell' economia. con la liberalizzazione dei flussi finanziari, in regime di tendenziale fissità dei cambi all' interno dell' area monetaria europea, il peso relativo finora assegnato alla strumentazione di tipo monetario è destinato a ridursi. di converso, maggiore affidamento potrà apporsi sugli strumenti della politica fiscale . quindi merita particolare attenzione l' evoluzione di strutture e di comportamento delle relazioni sociali, a seguito dell' affacciarsi sulla scena di nuove modalità aggregative. in più, l' avvio di un effettivo processo di assorbimento della disoccupazione, anche per la sua concentrazione territoriale e la sua peculiare distribuzione per età, postula il passaggio da un processo di accumulazione, modellato sull' esigenza di una riduzione dei costi, ad un processo tendente all' espansione della struttura produttiva. il sintetico esame, onorevoli colleghi , delle tendenze e delle difficoltà che lo sviluppo della nostra economia dovrà affrontare nel breve periodo e nel medio termine, concorre a individuare i cardini dell' attività di programmazione ed a prevedere le conseguenti modificazioni del quadro evolutivo. per la maggiore competitività del sistema, premessa dell' espansione dell' occupazione, si richiede generale maggiore efficienza, anche per il grande comparto dei servizi pubblici . non si tratta tanto di ridurre l' entità delle risorse assorbite per la produzione degli attuali livelli, si tratta di migliorarne gli standard e, a parità di risorse, di accrescerne il volume prodotto. questa linea è particolarmente necessaria nel settore dei servizi sociali pubblici. poiché un' insoddisfacente soddisfazione dei bisogni sociali — in via diretta o indiretta — traspone sul settore privato il relativo onere, peggiorando l' efficienza complessiva del sistema e rallentandone ulteriormente la crescita. più efficiente impiego delle risorse e migliore controllo della finanza pubblica richiedono adozione di coerenti comportamenti da parte dei diversi attuatori delle decisioni da prendere e ciò sollecita attenzione all' attuale stato della finanza locale , non sempre capace di sviluppare una gestione efficiente delle risorse messe a sua disposizione. ciò porta a convenire sull' esigenza di restituire un' appropriata ma consistente autonomia impositiva agli enti locali , ponendoli in grado di commisurare, però, le spese disposte alla produzione di servizi localmente richiesti dai cittadini delle singole comunità chiamati a ben valutare il merito delle nuove imposizioni necessarie. le diverse ed anche forti reazioni riscontrabili in particolari categorie di cittadini, richiesti di sopportare gli effetti diretti e indiretti di specifiche modifiche delle imposizioni in atto, segnalano come non basti comprovare che gli aumenti preannunciati giovino a fronteggiare una situazione ormai pericolosissima. a questa giustificazione è necessario accompagnare l' inconfutabile prova che le previste innovazioni, se modificano il quadro delle contribuzioni e l' aggregato dei contribuenti, cercano anche di rispettare meglio la giustizia contributiva, colpendo non chi paga già, ma chi persiste ad evadere il fisco. ed il riferimento al rispetto della giustizia offre utili indicazioni ai moderatori della spesa in campo retributivo. appropriate osservazioni sollecitano in questo momento a contenere l' aumento delle retribuzioni unitarie entro il limite del 5 per cento , sia per quanto riguarda il settore privato, sia per l' impiego pubblico, salvo particolari eccezioni nel comparto scuola. va tenuto presente che la più elevata dinamica delle retribuzioni nominali rispetto a quella dei prezzi, comporterà un aumento del reddito reale dell' 1 per cento , mentre ulteriori aumenti registrerà il reddito disponibile, per effetto dei provvedimenti assunti in materia di imposta sul reddito delle persone fisiche . si aggiunga che il contenimento dell' inflazione richiede che la politica tariffaria e dei prezzi amministrati per il 1989 limiti con notevole rigore il pur necessario processo di adeguamento. pertanto sembra secondare la manovra adottabile non facendo superare ai relativi aumenti il tasso del 3 per cento almeno per il 1989, mantenendosi di un punto al di sotto dell' attesa crescita degli altri prezzi. un' altra richiesta per la manovra proponenda riguarda l' attenuazione della pressione della domanda pubblica sul risparmio disponibile e una più sensibile riduzione dei tassi nominali d' interesse. l' accoglienza recentemente riservata alle emissioni dei titoli del debito pubblico preannuncia la richiesta revisione delle precedenti aspettative che configuravano una tendenza all' ampliamento del divario tra tassi nominali interni ed esterni. l' analisi previsionale ha confermato necessario ed urgente conseguire alcuni importanti risultati nel medio termine. nel triennio 1990-1992, il prodotto interno lordo dovrebbe crescere a tassi superiori al 3 per cento in termini reali, il tasso di incremento degli investimenti si dovrebbe riportare al di sopra del 5 per cento ; quello delle esportazioni dovrebbe salire al 5,6 per cento in media, mentre la dinamica delle importazioni subirà un ridimensionamento, con un tasso medio di aumento del 5,8 per cento . come conseguenza, il saldo corrente della bilancia dei pagamenti mostrerà una tendenza alla riduzione rispetto al Pil. per quanto riguarda infine il processo inflazionistico, il deflattore del Pil risulterà aumentare del 3,6 per cento annuo, ossia ad un tasso quasi in linea con quello medio dei paesi industrializzati ; mentre quello dei consumi delle famiglie potrebbe decelerare dall' attuale tasso del 4,8 per cento a quello del 4 per cento nel 1989, e del 3,3 per cento in ciascuno degli anni del successivo triennio. l' analisi previsionale conferma che gli indirizzi assunti dal Governo nel presentare la legge sul recupero triennale del deficit, ed approvati dal Parlamento, hanno trovato appropriato sviluppo nella complessa manovra proposta con la legge finanziaria per il 1989. la manovra mira a ridurre il fabbisogno tendenziale del Tesoro di un importo di circa 24 mila miliardi e ciò agendo sia dal lato delle entrate quanto sulla spesa. per quanto riguarda in particolare l' entrata, la manovra lorda è stata dell' ordine di 10.700 miliardi. sul lato della spesa, si è operato tramite una ricognizione della spesa autorizzata dal bilancio statale partendo dallo stato di previsione di ciascun ministero. non va dimenticato che il contenuto della manovra non è soltanto di carattere quantitativo. varie modalità furono assunte come idonee anche ad incidere sugli automatismi che hanno sinora condotto alla progressiva lievitazione della spesa. altre sono state proposte per dare inizio ad un' opera di razionalizzazione e di recupero di efficienza soprattutto nei settori del contributo statale ai servizi sociali , sanitari, previdenziali ed assistenziali e delle comunicazioni, nonché alle richieste della finanza locale e regionale e alle retribuzioni per il personale. nel suo complesso la manovra ridurrà l' incidenza del fabbisogno del settore statale di circa un punto nel 1989, portandolo al 10,2 per cento del Pil e riducendolo in termini assoluti a 117.350 miliardi in conformità col piano di rientro del luglio 1988. tutto ciò senza sacrificare il contributo del settore pubblico al processo di accumulazione. gli estensori della relazione previsionale e programmatica non avevano il compito di anticipare la riforma dello Stato. si sono dedicati ad accertare ritardi, errori, carenze, possibilità per nuove spinte allo sviluppo dell' economia. ma incoraggiando il risanamento di una grave situazione finanziaria, indicando anche le vie di necessari progressi, censurando pratiche e norme inadeguate, sollecitando riforme funzionali di indispensabili servizi, hanno inteso concorrere a preparare terreno, atmosfera, mezzi, visioni, quali premessa indispensabile e facilitatrice proprio della riforma dello Stato in corso di avviamento. così secondando l' arricchimento della libera democrazia politica, con l' accentuazione della fisionomia di una moderna, partecipativa democrazia economica, che — come molti dei presenti ricorderanno — fu e resta profilata in non pochi articoli della nostra Costituzione. il lavoro compiuto è stato accurato e, allo stato, risulta idoneo a raggiungerei traguardi prefissati; eventuali differenze che la realtà dovesse far risultare potranno essere opportunamente valutate ed affrontate entro il prossimo mese di febbraio con proposta di manovre correttive. come previsto, infatti, dalle modifiche che il legislatore ha di recente apportato alle norme sulla legge finanziaria , entro tale data dovrà essere trasmessa al Parlamento da parte del ministro del Bilancio una relazione contenente i dati sull' andamento dell' economia nell' anno precedente e l' aggiornamento per l' esercizio in corso . onorevole presidente , non mi resta quindi che prenotare per tale data l' arrivo di opportune indicazioni.