Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
X Legislatura - Assemblea n. 138 - seduta del 08-06-1988
1988 - Governo I Amato - Legislatura n. 11 - Seduta n. 171
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signora presidente, io credo che se noi avessimo affrontato, come Parlamento, come Camera dei Deputati , i tanti temi che sono stati evocati per iniziativa del presidente Martinazzoli e degli amici e colleghi democratici cristiani , se su questi avessimo fatto alcuni mesi, o anni, di hearings, di riflessione e di lavoro accurato di ricerca a livello parlamentare, probabilmente saremmo arrivati a risultati importanti e seri. il fatto che si sia arrivati a questa discussione sull' onda di una ripresa della polemica antiabortista (come viene chiamata, mentre io ritengo che sostanzialmente si tratti della riproposizione della vecchia posizione farisaica, della vecchia posizione filo aborto clandestino di massa), il fatto che vi si sia giunti un po' strumentalmente, forse per dare una risposta tranquillizzante da parte della Democrazia Cristiana ai vari fermenti fondamentalisti che attraversano tutti i settori della politica e della cultura in questo momento, non solo in Italia, evidentemente porta ad un dibattito, che, pur se introdotto dai testi interessanti, sui quali ed a partire dai quali si interviene, non mi pare che presenti, sotto il profilo della moralità parlamentare, una sua seria opportunità. per quanto mi riguarda, vorrei soffermarmi semplicemente su due punti apparentemente marginali. nella mozione Martinazzoli numero 1-00074 viene affermato (a tre riprese, mi pare) che il problema è quello di difendere la vita dal concepimento alla morte, dalla fase nascente alla fase morente. mediante questa affermazione si rischia di proporre una querelle e una polemica di tipo ideologico che non so a chi possa, in realtà, tornare utile. nella nostra mozione richiamiamo e ricordiamo opportunamente (anche se in modo implicito) che se vi è una forza antiindividualistica (nel senso negativo usato da alcune « famiglie » della cultura cattolica), e contraria all' atomizzazione della società, questa è rappresentata proprio da quell' iniziativa radicale, che da quarant' anni nel nostro paese ha inteso contrastare il passo a quella « società radicale » , secondo la definizione data, a suo tempo da Gianni Baget Bozzo , che era invece la società cattolica e democratico cristiana , come era stata determinata da vent' anni , allora, da quaranta, oggi, di potere della Democrazia Cristiana . se esistono zone, come esistono, peggio che d' ombra, difficili, di tragedie evitabili, quindi ancora più dolorose, queste non possono esser (come leggo ogni tanto sul Sabato, come sento dire da Comunione e liberazione , come mi pare di sentire riecheggiare nelle mozioni scritte con stile diverso) ricondotte all' agnosticismo, all' individualismo, o (se vogliamo rifarci a precedenti ormai più classici) al dramma dell' umanesimo ateo di De Lubac o ad altre tesi che, tra il tardo Maritain e De Lubac , con l' esclusione completa di Mounier e di tanti altri esponenti del pensiero cattolico in Europa, si sono venute affermando. chiedere oggi al Parlamento, attraverso una mozione, di affermare, surrettiziamente, in qualche modo giocando solo di sponda, che la persona umana, non la vita umana , ma la persona, l' individuo, il soggetto di diritti e di doveri, nasca nel momento stesso del concepimento, credo significhi dar luogo ad un dibattito che non serve a nessuno. non Dio, ma voi sapete se queste cose invece normalmente mi stimolino e mi appartengano. in quest' Aula si sono vissute ore brutte, orribili: quelle nelle quali si tentò, da parte della Dc e del partito comunista , di imporre il voto sulla legge numero 194, purché non si tenesse il referendum, mediante questo combinato disposto di concessioni non molto decorose. la legge numero 194 culturalmente è indecorosa, è ipocrita, è una legge nella quale il medico viene invocato come sacerdote, pubblico ufficiale , tutto; è una legge su cui infatti noi radicali, proprio noi, votammo contro: non dobbiamo dimenticarlo. è una legge nella quale, in fondo, l' unica moralità era quella dell' unità nazionale , così come accadde per la legge numero 180, per i tribunali militari e per tutto il resto. allora l' importante era che l' unità nazionale riuscisse ad impedire che il paese si pronunciasse o che si formassero schieramenti liberi dalle urgenze di potere, politiche ed istituzionali, per arrivare a risolvere le questioni in termini di compatibilità con gli schieramenti di potere che si attuavano e ad approvare le leggi che non solo non hanno tutelato il diritto alla vita ma sicuramente, negli anni dal 1976 al 1979, hanno portato un attacco gravissimo alla vita del diritto. più che il nostro slogan, il nostro emblema è: per la vita del diritto e per il diritto della vita. i due termini sono inscindibili, sono realtà identiche. è indubbio che questa legge è marcata politicamente dalla caratteristica della legislazione di emergenza consociativa del 1976-1979, nella quale si sono unite, al punto più basso e in termine di espediente, tutte le componenti che l' hanno voluta o tollerata in alternativa al referendum. dicevo, quindi, che venire qui oggi auspicando, presidente Martinazzoli, che il Parlamento dichiari in questo modo che la persona, il soggetto di diritto, nasce nel momento del concepimento, significa fare strazio di tutta la sofferenza teologica in corso , a partire da quella antica di monsignor Chiavacci . quest' ultimo, come lei sa, aveva pure tentato a suo tempo di difendere quanto meno la concepibilità della « pillola del giorno dopo » con un' argomentazione fenomenologica, secondo la quale — come è noto — in termini fisiologici viene espulso dalla natura un alto numero di zigoti appena fissati. vi era quindi una riflessione su questo eccessivo estremismo teologico. non parlo di Adriana Zarri o di altri. mi riferisco invece, tra l' altro, alla riflessione ed al dibattito che ebbero luogo, in questo caso, in Francia, con la partecipazione anche dell' attuale cardinale Lustiger, che allora era un semplice sacerdote. che cosa vogliamo? vogliamo mettere i voti se, in nome della vecchia, antica cultura aristotelica...! no, non mi importa. atto e potenza: devo dire che su ciò sento talora la necessità di una franca brutalità. ogni volta mi si dice: questo è in potenza un uomo o una donna? è una persona? rispondo: benissimo, quando ordinate un uovo, se vi danno una gallina non protestate, tanto avete chiesto una gallina in potenza. non possiamo — devo dire — esporci al voler far recepire allo stato delle definizioni che la stessa teologia cattolica oggi ricerca con interesse, a volte con angoscia, e che appartengono alla filosofia. che cosa vuol dire? noi possiamo affermare che esiste assoluta parità, non solo di diritti ma di caratteristiche naturali, fra lo zigote (non arriviamo nemmeno all' embrione, presidente Martinazzoli) e la persona? lo zigote sarebbe quindi, ovviamente, per le sue dimensioni, la persona la più debole, più povera, più indifesa, quella che sarebbe più crudele, evidentemente, non tutelare e quindi ammazzare? non dico ancora una volta che credo di aver raccolto da una educazione per forza di cose cattolica — quand' anche non lo fosse stata intenzionalmente — la grande differenza fra il concepire ed il procreare, che state testardamente da quindici anni eliminando, anche come sollecitazione ad una riflessione comune. sono anni che vi dico che con la riforma del codice canonico del 1917, se ben ricordo, venne per la prima volta superato, con la possibilità del battesimo intrauterino, un divieto storico in forza del quale era peccato battezzare tutto quello che ictu oculi non rappresentasse una realtà umana singolarizzata e animata. ricordiamo i vecchi dibattiti precristiani e i successivi che sono passati attraverso le più diverse definizioni, dal Concilio di Vienna (non solo quello di Trento) alle varie fasi dell' Efferatum: almeno qualcosa come trentasette fra encicliche e pronunciamenti pontifici vennero enumerati nell' arco di quattro secoli. ricordiamo che all' incirca nello stesso tempo venivano massacrati, condannati e bruciati in Spagna, dall' Inquisizione, alcuni medici per le loro analisi scientifiche, perché era blasfemo voler dare il carattere di persona, di donna, di uomo, anche potenzialmente, a quello che era qualcosa che invece si riteneva teologicamente non animato, giacché la teologia allora prevalente considerava il periodo di sessanta giorni come termine minimo indispensabile per l' animazione del feto. non possiamo fare economia, come voi ne fate (con la pretesa che questa sia la vostra questione laica) di 1.900 annidi teologia; non possiamo dimenticare tutti i problemi dell' ilomorfismo, le differenze tra San Basilio , Sant'Agostino e San Tommaso . tutto questo fa parte della vostra, della nostra storia. in virtù di che cosa oggi, presidente Martinazzoli (forse dello scientismo?), recuperate il positivismo e quindi dite che in base alle ultime acquisizioni scientifiche si può sostenere che c' è una persona, un uomo, nel momento stesso in cui c' è lo zigote, nel momento stesso in cui l' ovulo è stato penetrato dallo zigote? ma esiste un materialismo, se mi consentite, più frenetico, più intollerabile, più spaventoso di questo? è possibile pensare che un disegno divino, o diritti e doveri morali coincidano con il fatto puramente biochimico dell' incontro, quanto mai provvisorio (chiavacci e gli scienziati lo sottolineano), fra l' ovulo e lo spermatozoo? non dimentichiamo che l' ovulo fecondato, nel momento in cui si attacca a una parete, è espulso in percentuali a volte del 40,50 per cento , e ciò è un fatto naturale e molto spesso del tutto inconsapevole. cosa vuol dire « dal momento » ...? stiamo attenti! a me fa paura questa affermazione, nell' ambito poi di una mozione che rivela perfettamente lo stile del suo estensore; e forse qualcuno sa quanto io ritenga che quello stile sia segno di cultura, e anche di politica e di nostro mestiere, di grande importanza e di grande valore per tutti noi. allora voler inserire sin dal momento del concepimento lo Stato, Cesare...! attenzione: noi siamo Camera dei Deputati , presidente Martinazzoli; perché se dicessimo a noi stessi, a coloro che amiamo nel nostro operare di ogni giorno, che dobbiamo far sì che così sia in base ai nostri comportamenti, che vi sia concepimento, che vi sia questo sogno, nello stesso tempo divino, cattolico e luciferino, dell' uomo e della donna che concepiscono una vita, con questa concezione immacolata, se possibile, appunto, di una vita sarebbe del tutto diverso. dobbiamo sentire che per qualsiasi motivo si incontrino lo spermatozoo e l' ovulo da quel momento, il momento tecnico del concepimento, là vi è uomo e donna, là vi è soggetto di diritti, là vi è soggetto di riflessione. ma proporre in Parlamento, allo Stato, questa concezione, che cosa è altro se non l' eco esatta della cultura opposta a quella cattolica liberale, a quella rosminiana, a quella manzoniana, a quella di Lord Newton o degli altri, quella in base alla quale si sa che quel Cesare, invocato nei recessi più intimi, più profondi e più importanti della vita, è nemico ed è abusivo? non si tratta solo della civiltà e della generazione costantiniana, ma è il rischio che Tommaso Moro denuncia in un certo modo: il rischio di invocare, attraverso la forza della sanzione, o anche del terrorismo in qualche misura congenito, della legge dello Stato e di Cesare, un certo comportamento morale. vorrei pregare profondamente gli estensori della mozione democristiana non di rinunciare ad alcunché di loro, ma di non costringerci a votare contro questa parte. vorrei pregarli di rinunciare ad affermare in un Parlamento repubblicano che dal concepimento alla morte (quella accertabile scientificamente) si è nello stesso modo soggetto ed oggetto di diritto. l' equiparazione tra lo zigote (non parlo nemmeno dell' embrione) e l' uomo, la donna, il bambino, il vecchio, per me ha un suono quasi blasfemo, forse perché sono ateo (o non so che cosa sono)... ma la moralità, la grazia... questo fa parte della quinta essenza, quello che ci viene trasmesso dal mondo cristiano, incluso quello cattolico. noi, come Parlamento, vogliamo statuire — non è blasfemo? — che nel momento dell' incontro... e vogliamo riandare alla casistica, e magari costringere i successori di monsignor Chiavacci ed altri, dopo il suo linciaggio, a dire: ma persino il Parlamento repubblicano e laico ha invece già risposto? è così? non è una visione allucinata? non è quella la visione di un cardinale di Firenze che, mentre Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia venivano arrestati per sottoporre questo problema alla coscienza del paese attraverso l' assunzione delle proprie responsabilità, d' un tratto, mentre la legge stava per essere approvata, denunciava che nel futuro avremmo avuto delle Buchenwald e delle Auschwitz di embrioni e di feti? questo cardinale e — dov' è Carlo Casini ? — il magistrato della procura della Repubblica di Firenze di allora, Carlo Casini , dinanzi all' aborto clandestino di massa, dinanzi alle centinaia di migliaia di aborti clandestini consumati in quel modo, senza possibilità di dialogo per consentirci... scusami, Tina, si vede che alla nostra età tu sei superdotata a livello di ascolto! o abbassano i tecnici il livello dell' audio, o io... sì, ma allora, devono abbassare loro il volume. tu fai segno a me, ma io non ce la faccio; parlo in questo modo soprattutto quando sono stanco, e ti chiedo scusa. il problema è quindi tecnico. signor presidente , alcuni colleghi si lamentano giustamente che il suono della mia voce arriva troppo forte, ma credo che esista un apposito strumento per impedirlo. personalmente questo è il mio modo di appassionarmi alle cose; soprattutto — vi chiedo scusa di questa indiscrezione personale — quando si è molto stanchi, come lo sono io, ciò accade ancora più facilmente. in conclusione, vorrei davvero che questo dibattito fosse marcato da un atto di amicizia e di tolleranza, tanto varrà poco. e possibile? è possibile, magari con una dichiarazione comune , extra-Aula o d' Aula, in modo che questo non appaia come la rinuncia di checchessia da parte di chicchessia? è possibile che l' affermazione (che appare per tre volte nella mozione Martinazzoli) « dal concepimento alla morte » venga espressa in modo diverso, o che venga ritirata? noi dobbiamo votare su questo. e siete proprio certi in questo caso che è proprio quello che volete dire? volete dire, cioè, che davvero, nel momento in cui un atto viene compiuto, in quel momento, vi è tutta la sacralità della vita dell' individuo (non della vita umana , su questo è inutile che ricamiamo noi e gli altri: la vita umana è un contenitore del quale fa parte anche la vita autonoma dello spermatozoo, la vita degli ovuli e così via )? se quello che voi volete affermare è questo, temo che otterrete esattamente l' opposto, proprio quello per il quale vi siete tormentati. eravate ossessionati da questa visione dell' aborto, nel momento in cui diveniva scomodo per le vostre coscienze perché non era più clandestino. e a proposito di questo io affermo che radicali e Chiesa sono stati « gli altri » da una parte, mentre dall' altra vi erano « gli indifferenti » . noi infatti abbiamo sollevato un problema che la Chiesa non riusciva più mondanamente a sollevare. era una predicazione ormai stanca, un po' biascicata per colpa della nostra società. eppure, si è ritornati a parlare di questo, e dell' amore nel matrimonio e nel sacramento, della libertà, della responsabilità, del senso della vita, della differenza tra il concetto di vita umana e di persona e di individuo, della grave, tremenda ed anche felice responsabilità, che abbiamo costantemente, di rischiare di sbagliare assumendo di volta in volta decisioni a dimensione umana e storica a partire dalle nostre consapevolezze. ebbene, quanti (voi lo avete visto in quegli anni) sono stati mobilitati su questa idea delle Auschwitz dell' aborto, mentre sulla realtà di 40 o 50 milioni di persone che morivano di fame, solo dopo (e con noi) si è tentato di fare qualcosa e adesso si è smesso di fare checchessia con quelle vergognose leggi sulla cooperazione e lo sviluppo e la loro vergognosa attuazione, rispetto alla quale lì c' è davvero una mezza Auschwitz o più Auschwitz all' anno! uno dei peggiori peccati (mi si insegnava una volta), uno dei più farisei ma anche dei più filistei, era quello di omissione. e allora, dinanzi a queste cose...? va bene , si discute di queste cose, vi sono queste crociate sull' aborto, sulla pena di morte in Inghilterra (su questi temi che ritornano)...! io però non credo che questo sia un elemento da crociata. vi è una cosa che è abbastanza infame (lasciatemelo dire), ed è per questo che io sento comunque e professo infinitamente più vicinanza a Comunione e liberazione e agli altri che a quella pattuglia di donne che, grazie al tradimento sul referendum sulla legge numero 194, mentendo alle donne, hanno edificato la loro carriera politica; quelle donne che dissero che noi radicali volevamo precludere l' uso delle strutture pubbliche per fare precipitare l' aborto nelle mani del capitalismo privato, mentre noi volevamo soltanto che l' intera struttura sanitaria nazionale, ivi compresa quella privata, gli fosse aperta. sapevamo, infatti, che l' Italia povera, con la norma sull' obiezione di coscienza ed il monopolio pubblico di Stato dell' aborto, sarebbe stata di nuovo costretta all' aborto clandestino con meccanismi infami, come in tanta parte del sud, dove per vincere il concorso, con o senza l' appoggio di questo o quell' esponente democristiano o del vescovo, si deve essere obiettori di coscienza . e poi a 500 metri dall' ospedale vi sono le cliniche che praticano, magari con le stesse persone, l' aborto clandestino perché nell' ospedale pubblico, con l' obiezione di coscienza , la cosa è impossibile. quindi, personalmente il rispetto per le donne c' è, non per queste femministe « del cavolo » , che sono arrivate cinque anni dopo le Adele Faccio, le Emma Bonino, le Adelaide Aglietta, le battaglie che abbiamo fatto, le richieste per spiegarci come si dovevano fare; quelle femministe che andarono a mentire, nello strazio dell' unità nazionale (strazio di leggi, di verità e di democrazia), raccontando appunto che, dei due referendum, quello cattolico voleva far tornare all' aborto clandestino di massa tutti quanti ed il nostro voleva lasciare all' indiscriminata, selvaggia industria del profitto l' aborto, mentre volevamo semplicemente fare ciò che ho detto prima. vorrei dire alla sottosegretaria Mariapia Garavaglia, ad altre colleghe presenti (con le quali ci stiamo guardando), che questo è un vostro problema di diritto positivo , questa norma della legge numero 194. oppure, si fa fuori la 194, si torna al divieto di aborto! in coscienza, oggi questa storia del monopolio di Stato, questa storia dell' obiezione di coscienza e questa disciplina sono cose repellenti. tutto ciò significa semplicemente che da tante contrade del sud o dell' Italia povera si deve andare in altre regioni per abortire, con tutto quello che ciò comporta. e aberrante! e magari si deve essere obiettori di coscienza per dimostrare di essere buoni cattolici, con tutto ciò che questo comporta nel mondo ospedaliero. queste cose dobbiamo assolutamente rivederle e penso che sarebbe più probabile poterlo fare se non ci scontrassimo con la necessità di votare a maggioranza. la persona — non la vita umana , Martinazzoli (qui è indubbio che si stia parlando di persona e non di vita umana ) — nasce ed è soggetto nel momento in cui, in termini scientifici, vi è l' incontro dell' ovulo con lo spermatozoo. per lo meno, troviamo per questo momento una nuova definizione. non era bello il termine « concezione » o « concepimento » , per indicare tale incontro, perché questo si realizza anche in uno stupro, anche quando tutto accade senza amore, anche..., anche..., anche...! facciamo almeno questo piccolo salvataggio semantico e non chiamiamo più né « concezione » né « concepimento » ciò che ha, mi pare, teologicamente, culturalmente e letterariamente un valore diverso. vogliamo concepire una vita insieme? vogliamo che il nostro amore sia capace di concepire qualcosa, vogliamo vederne il frutto, proiettarlo? si tratta di responsabilità! so benissimo che vi è poi, inconsapevole, la tradizione sessuofobica che preme: se tu fai l' amore solo per il piacere e invece ti viene un figlio, tanto peggio per te, così impari! l' amore si deve fare solo per concepire nell' ambito del matrimonio, come se la grazia della concezione, la grazia del concepimento nell' amore fosse assicurata per contratto soltanto all' interno dell' istituto matrimoniale. la teologia ci ha insegnato che non è così: non si può certo dire che poiché uno è sposato, ogni volta che copula concepisce! vorrei, se possibile, sgombrare il campo, colleghi della Camera dei Deputati e colleghi democristiani, da questo di più presente in un testo che non voglio dire sia ben scritto (perché lo sottovaluterei), ma che è comunque scritto in modo così felice, anche se risente di valutazioni con cui non concordo. non andiamo però a mettere ai voti questa affermazione, che neanche in un' assemblea di teologi potrebbe essere messa ai voti! tutto qui: si trattava di una questione molto marginale. la nostra mozione è complessa, come la vostra. credo che il problema del diritto alla vita e della vita del diritto si ponga per noi come una situazione di identità: non vi è diritto alla vita se non vi è vita del diritto. stiamo attenti a tutto questo. la legge numero 194 è un bel monumento di cultura casuistica e ipocrita e naturalmente le cose non vanno come previsto: non è che il medico ascolta, dà un consiglio, poi mette in rapporto la « roba » economica con quella spirituale e con quella fisica! c' è da vergognarsi che siano state scritte tutte queste cose: sono una settimana di riflessione, il medico che deve valutare l' incidenza che la povertà, le condizioni economiche possono avere sulle condizioni psichiche della donna! è un monumento della cultura infame, tremenda e della politica mortale (mortale non solo per Moro) che abbiamo vissuto dal 1976 al 1980! strazio di cultura, di politica, di tutto! non vi era un' oncia di nobiltà che riuscisse ad essere scritta e sanzionata da questo Parlamento in quegli anni! sono anni tremendamente vicini, come per Moro, come per Giorgiana Masi , come per Peteano. la menzogna dietro la quale si è sepolta la storia di quegli anni e il degrado del nostro diritto portano ogni giorno scorie e crisi anche su questo fronte. tuttavia sarebbe molto bello, e credo, cristiano (ma non sta certo a me dire se, possa essere anche tale) se trovassimo alcune cose da fare insieme. mi riferisco naturalmente a quelli che non sono stati indifferenti, perché la linea di partizione non è stata tra la Chiesa e i radicali, ma — l' ho sempre detto allora e lo ripeto adesso — tra, da un lato, i radicali, la Chiesa e tutti coloro che hanno dato letteralmente corpo, voce e mano a questi imperativi della coscienza, a queste necessità sociali e gli indifferenti dall' altro. se questo fosse possibile, miglioreremmo anche, sulla base di un diritto positivo apparentemente più liberale ed aperto (ma non si tratterebbe di questo: sarebbe solo più decente) una legge di Cesare. forse, onorevole Martinazzoli, onorevoli colleghi , potremmo meglio cercare di rispondere a questi interrogativi che dobbiamo, non solo per tolleranza ma anche per convinzione, farci l' omaggio di considerare appartenenti a chiunque di noi che solo si interroghi, per un istante, sul senso della propria e dell' altrui vita.