Marco PANNELLA - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 92 - seduta del 08-01-1980
1980 - Governo Pella - Legislatura n. 2 - Seduta n. 17
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

la ringrazio, signora presidente, anche perché ovviamente ci riserviamo di presentare un emendamento che valga a superare la sua preoccupazione: la sua decisione ci sembra quindi, come spesso accade, molto saggia. alla mozione. la ringrazio. signora presidente, vorrei ora annunciare il tema sostanziale della mia replica. solamente enunciarlo, affinché ci si intenda bene, e con il Governo e con le forze politiche , in quanto, prima di svolgerlo, devo esporre al presidente della Camera tre ordini di difficoltà che incontro nello adempiere a questo dovere di replica e a prendere la parola in quest' Aula. il tema — che, come ho detto, svolgerò dopo aver esposto alcune preoccupazioni e difficoltà al presidente della Camera , che è il pertinente interlocutore di tali preoccupazioni — è questo: il governo italiano , complice deliberato e consapevole di crimini contro l' umanità e di sterminio. questo il tema che mi appresto a svolgere, di fronte al sorriso, appena celato per buona educazione, del governo italiano , che lei da solo, signor sottosegretario Zamberletti, ha l' onore tutto intero, tra gli altri 78 componenti, di rappresentare dinanzi a noi. annunciare subito questo tema ci sembra leale, perché Norimberga ha costituito diritto e noi ci auguriamo e riteniamo necessario — come Pasolini e come altri che le classi dirigenti rispondano, come chiunque, anche nel momento fondamentale del diritto, dei crimini dei quali sono responsabili ma dei quali normalmente invece si ritengono non responsabili: anzi, da essi ritengono normalmente di poter quasi trarre gloria, come fu il caso dei nazisti. signora presidente, la mia preoccupazione (che non interessa sicuramente il segretario generale , perché non riguarda gli uffici ma lei, signora presidente) è determinato dal fatto che il mio, dopo quello del collega Ajello testé conclusosi, è l' ennesimo intervento ostruzionistico, lo ennesimo tentativo di vulnus, di ferita, contro questo Parlamento, contro il quale secondo il collega Gerardo Bianco e secondo, non Alfredo — sarebbe una grande cosa — ma Emanuele Rocco , noi saremmo scesi in guerra: noi staremmo, collega Bianco, testualmente « combattendo contro il Parlamento una guerra » a colpi di interventi come quello di Ajello e come il mio, cioè di tipo ostruzionistico. e questo appunto, mi preoccupa. la prima difficoltà — poi — che ho, signora presidente, è che non so bene a che titolo io possa prendere la parola. lei me lo ha detto, parlo in sede di replica, però, signora presidente, se noi avessimo oggi in molti avuto la pazienza di ascoltare il signor rappresentante del Governo, ci saremmo resi conto che il Governo, surrettiziamente, ha qui tentato, signora presidente, di parlare ai sensi dell'articolo 118 del regolamento per comunicazioni del Governo, e non sulle mozioni — come annunciato. ha tentato surrettiziamente di farci quelle comunicazioni, che però secondo il nostro regolamento aprono — non chiudono — un dibattito, sulle comunicazioni stesse del Governo. deponendole, invece nel chiuso di un dibattito sulle mozioni, sulle quali questo Governo non ha avuto nemmeno il buon gusto e la buona educazione di rendere formale attenzione. lei, signor sottosegretario, non ha avuto nemmeno da furbizia di sacrestia di menzionare le mozioni e gli impegni sui quali lei doveva esprimere il parere del Governo. lei ha fatto comunicazioni relative agli atti del Parlamento del 17 e del 20 settembre... vedo che lei adesso consente... ma lo ha fatto surrettiziamente, rispondendo, ma poi non rispondendo, ad altri strumenti che non erano mozioni approvate ed accettate da lei, Governo, ma mozioni sulle quali, invece, il Parlamento può ancora pronunciarsi negativamente. quindi, signora presidente, io dovrei qui iniziare un dibattito sulle comunicazioni del Governo relative alle risoluzioni approvate il 17 e il 20 settembre, invece devo concluderne uno su mozioni sulle quali il Governo non si è pronunciato. ecco la mia difficoltà! la ringrazio per questa concessione. stavo proprio rilevando politicamente e questo diritto politico lo rivendico così come quello di svolgerlo senza interruzioni regolamentari... se le avessi fatte, lei mi avrebbe dato la parola, forse, per un richiamo al regolamento , stavo solo svolgendo una considerazione politica pertinente al fatto che, a mio avviso — e mi si può interrompere politicamente, non in quanto autorità della Camera — il sottosegretario Zamberletti non ha risposto alle mozioni, ma ha tentato, surrettiziamente, per eludere — e lo dimostrerò, signora presidente — gli impegni assunti il 17 settembre al Senato e il 20 settembre alla Camera, di portare il discorso su altri strumenti ed altri documenti. signora presidente, le risulta che il sottosegretario Zamberletti abbia parlato di lutto nazionale? ha sentito pronunciare la parola? no! il dispositivo della mozione, sulla quale sto replicando, signora presidente, contiene il solo impegno per il Governo a proclamare il lutto nazionale, anche se vi è certamente la parte non dispositiva, le premesse, che sono importanti. quindi, semmai, in termini regolamentari, la Presidenza della Camera avrebbe potuto notare e far notare lei al Governo questo fatto provocatorio che nega dignità non all' interlocutore-persona, ma all' interlocutore-strumento e a tutto il dibattito che fin qui c' è stato. dicevo ieri che il Governo, attraverso la sua solitaria presenza, sottosegretario Zamberletti, allora dissi questo rendendole un omaggio personale che adesso ritengo superato e non meritato da questo momento in poi, dopo aver ascoltato il suo intervento ha partecipato a questo dibattito in cui noi siamo stati in 16 a fare interventi — ho ben inteso, colleghi giornalisti! « ostruzionistici » e tutti e 16 abbiamo parlato della riforma senza spese... vedo l' atteggiamento ridanciano del sottosegretario e del Governo rispetto a questo argomento, preferirei — lo confesso — un atteggiamento che, magari con ipocrisia, componesse il vostro volto dal sorriso di sacrestia al compianto di sacrestia, dinanzi ai trucidati di questa mattina. perché ride, signor sottosegretario? lei ride dinanzi ai trucidati di questa mattina; ed io lo denuncio questo fatto! lei stava ridendo; dinanzi ai trucidati di questa mattina. non è forse vero? lo so che lei è in buona fede , signor sottosegretario, nel dirmi di no, perché lei per « trucidati di questa mattina » intende solo i tre poliziotti assassinati dalla barbarie delle Brigate Rosse e non gli altri — che evocavo — 100 mila trucidati per guerra alimentare, sterminio e farne. non ci ha pensato nemmeno, e sì che è abituato da trent' anni a conversare con me. perché questi assassinati per sterminio, questo olocausto, signor sottosegretario, persino a lei come persona, ma sicuramente a voi Governo, non interessano se non nella misura in cui dovete ogni tanto schiacciare o scacciare il pidocchio radicale sulla nobile criniera dei vostri governi cristiani e delle vostre idealità socialiste e comuniste e quante altre vi sorreggono in questa direzione. dunque, signora presidente, noi chiedevamo una piccola riforma senza spese, un atto di pietà e di riparazione, di quelli che — voi lo sapete — possono essere vissuti in modo diverso: vado a confessarmi perché così posso continuare a farle quelle cose! o, altrimenti, con contrizione, dicendo che così si sarà aiutati a non farle più. e non vi è stata a caso, questa vostra resistenza a prendere in considerazione la proposta di lutto. lei non ha nemmeno nominato la parola, e sì che in 16 vi abbiamo detto: « non avete soldi? credete o dite di non avere soldi altro che per i Rovelli, per i vostri Sindona eccetera? credete di avere soldi solo per altro che per loro » ? vi abbiamo dato — anche in questo caso — una via di uscita: parlarne alla televisione, nelle scuole; parlarne con quel nastrino, che abbruna le nostre bandiere. se mai fosse pensabile, signor sottosegretario che io dovessi meritare da questo Stato altro che imputazioni, calci, sputi e pugni, collega Bianco, come un' ora fa nel Transatlantico....... ma dovessi, non so per quale sorta di aberrazione della storia, anzi della cronaca alla quale io appartengo, morire col rischio di qualche riconoscimento dello Stato, io vi prego di non più offendere le idee che abbiamo, non tirate fuori quelle nostre o vostre bandiere, non insultate le decine di milioni di assassinati del « vostro » olocausto, osando abbrunare ancora una volta le bandiere per la morte di un uomo, di un potente o di un collega. mentre lei rideva, signor sottosegretario non pensava nemmeno che oltre a quei tre ne erano stati trucidati altri 100 mila. noi riteniamo che (come si dice, onorevole sottosegretario e collega Bianco?) dinanzi alla morte siamo tutti uguali! Cristo è venuto in terra — mi pare — per spiegarci questo. pare! pare appunto che nella morte fossimo tutti uguali e dovevamo esserlo. dunque, signora presidente io parlo in replica ad una mozione che nel dispositivo chiedeva all' onorevole sottosegretario... dico veramente « onorevole » ! voi sapete che il collega e compagno Ajello, che — come ciascuno di noi — ha le sue caratteristiche e le sue singolarità, con la sua storia nel Psi, continua a chiamarvi « onorevoli » . io non lo dico mai, ma da oggi in poi — quando parlerò con voi — dirò « onorevoli rappresentanti del Governo » . meglio creare distanze, che confusioni... il lutto nazionale, la riforma: niente, non esistono, signora presidente! non una parola in quello che il Governo ha detto! ma siccome lei è venuta a leggere il suo compito senza avere minimamente risposto e corrisposto a tutti gli interventi « ostruzionistici » ... ma noi per voi, e per la stampa — non abbiamo mai parlato! collega Aglietta, compagno Crivellini, voi non avete mica parlato! cosa avete fatto per la stampa e la radiotelevisione italiana? che cosa si è detto per sei giorni? avete fatto: « ostruzionismo » ! la gente — che deve capire cosa avete fatto — alla fine penserà che voi, invece di fare la... o la..., avete « fatto » « lo » « ostruzionismo » voi dite, a volte: « chiedo scusa, vado a fare la... » e siamo stati qui per sette giorni a dire: ostruzionismo, ostruzionismo, ostruzionismo, invece di: coccodè! non è — invece — che siamo qui da una settimana a dire che i miliardi devono essere 4 mila invece che 200 e per spiegare il perché; non è che siamo stati qui a contrapporci sulle riforme senza spesa o meno; non è che siamo stati qui, signor sottosegretario Zamberletti e signori comunisti e democratici cristiani , a dire: onorate questo argomento, almeno, venendo qui ed essendo in 300 o 400; onoratelo, signor Governo. il vicolo che separa la sede dove è Francesco Cossiga da quella in cui siamo noi, non è che di tre o quattro metri e vi abbiamo fatto intendere che ci bastava un piccolo gesto. abbiamo detto: è mai possibile che il presidente del Consiglio , quello di Giorgiana Masi e di altre — analoghe — cose, non trovi cinque minuti per venire qui a sedersi durante i tanti giorni in cui dibattiamo di questo sterminio, di quello olocausto? quando si viene, giustamente, come presidente del Consiglio e ministro dell'Interno , se questo o quell' altro di noi è assassinato dai brigatisti rossi , neri, gialli e verdi, da questi infami compagni assassini o cittadini assassini, che hanno scelto l' assassinio... i compagni assassini, compagno comunista, esistono: Stalin è stato un compagno assassino, anche a livello delle stragi e lo chiamate ancora compagno Stalin! Breznev? quelli che sono in Afghanistan, sono compagni vostri, cugini, fratelli di fratelli, dai quali dissentite ma dei quali non chiedete nemmeno il ritorno a casa. e a questo proposito, di nuovo, domani, il Governo ripeterà la presa in giro regolamentare di oggi perché, grazie a Giulio Andreotti ed altri, non avremo un dibattito generale, vostre spontanee comunicazioni che apriranno una discussione generale sulla situazione afgana e le altre connesse; ma, turlupinatori di regolamenti e democrazia, voi tutti, verrete a fare quelle comunicazioni a conclusione dello svolgimento di mozioni che non avrete nemmeno lette (perché non le leggete), per non aprire un dibattito che potrebbe durare diversi giorni e far scavare un po', con qualche arma voitilana, e contro voi Democrazia Cristiana Di Giulio Andreotti, Gerardo Bianco e Flaminio Piccoli, e contro voi, compagni che dite che non ci sono compagni assassini e nemmeno chiedete che gli assassini di massa, nella storia, vengano depennati come compagni o, nell' attualità, se ne tornino a farsi ammazzare in casa propria, semmai, invece che ammazzare in Afghanistan! domani avremo un' altra truffa contro il regolamento perché in realtà sarà dibattito su comunicazioni, dibattito fittizio. la seconda delle difficoltà, signora presidente, è questa. all' inizio dell' anno ho udito il presidente Pertini (e tutti sanno come il gruppo radicale, prima e dopo la sua elezione, ha giudicato il presidente Pertini). in qualche misura mi pare egli stia ora avocando poteri non più dell' Esecutivo ma del Parlamento: egli ha dichiarato che c' è la guerra, in Italia; non ho detto che abbia dichiarato guerra, ma ha dichiarato che c' è la guerra. io non lo sapevo, signora presidente. stamane la presidente della Camera ha ribadito anche lei che c' è la guerra, in occasione di un evento sul quale, immagino, non vi sia alcun dubbio di come lo giudichiamo, noi, da sempre; e come, lo giudichiamo, adesso, tutti, in quest' Aula, probabilmente. compagni o camerati assassini, barbari; generali assassini, barbari; compagni assassini: chi assassina è assassino per qualsiasi motivo assassini! noi su questo non abbiamo atteso evoluzioni storiche. noi non abbiamo, nel nostro album di famiglia , altro che assassinati, e mai assassini, compagno che prima mi interrompevi! allora, signora presidente, il presidente della Repubblica dice che stiamo in guerra; la presidente della Camera ci ha ricordato questa mattina che è « guerra » , questa. così ieri sera, alla televisione di Stato si è detto, di nuovo, che stiamo in guerra e — con l' accordo posteriore e accaldato, appassionato del collega Gerardo Bianco , presidente del gruppo Dc — una vecchia scarpa del giornalismo di regime (che è stato già imputato per fatti anche più gravi dalla Commissione di vigilanza e dal Consiglio d'amministrazione della Rai-TV), un killer, un sicarietto — ma che per questo va molto in auge (quando c' è la guerra, cosa volete, spioni e killer e via dicendo, fanno carriera) dice alla TV di Stato che: « il gruppo radicale ha dichiarato guerra al Parlamento » signora presidente! questo è successo ieri alla televisione di Stato, signora presidente. tu, Ajello, stamattina hai sparato di nuovo, con lo « ostruzionismo » , con l' uso esasperato del regolamento (per la verità anche tu, stamattina, il regolamento non l' hai nemmeno nominato, comunque, e hai fatto forse male!). dunque c' è « guerra » , guerra al Parlamento e la televisione di Stato, denuncia « un formidabile attacco al Parlamento » . la televisione di Stato, signora presidente, sostiene quanto ho or ora testualmente riferito. « un formidabile attacco al Parlamento » ... Mimmo, sei... « formidabile » ! è nella cattiva direzione, ma siamo « formidabili » , compagni radicali! « formidabili » ! signora presidente, lei crede che sia facile, in questa Camera parlare, quando se parliamo di stabex — altra brutta parola! — fuori si dice che facciamo ostruzionismo, se siamo gli unici a rendere omaggio al Governo ascoltandolo, anche se adesso — per esempio — il sottosegretario Zamberletti giustamente sbadiglia (lei ha tutta la mia comprensione, sottosegretario Zamberletti, perché in questa cosa o ci si è dentro con passione, e allora si sopporta tutto, ma se si è fuori — come voi siete — e si è qui solamente per dovere d' ufficio si tratta di una fatica che non le invidio, signor sottosegretario Zamberletti). volevo semplicemente dire, signora presidente, che io ho avuto paura questa mattina, per esempio; ho avuto paura! sarò vile... oltre a qualche altra cosa di irriferibile che dal gruppo comunista pare, evocando alcuni ortaggi (se non del tipo « carciofi » , del tipo: « finocchi! » ), o evocando alcuni sinonimi dello sterco; o altre cose come fro..., fru..., fruscio, come epiteto contro di me, di tipo parasessuale..., ho avuto paura questa mattina, signora presidente, di alzarmi e farle un richiamo al regolamento (ed è pertinente al dibattito, perché si tratta di difficoltà espressive sulla fame, che io ho), per dirle che il vicepresidente del nostro gruppo, essendo presentatore di molti emendamenti ad un disegno di legge sulle servitù militari (di certo, naturalmente, « ostruzionistici » , signora presidente!), con altri del nostro gruppo, è costretto al silenzio, il vicepresidente del gruppo radicale. l' obiettore di coscienza che è stato a Gaeta e a Peschiera, Roberto Cicciomessere, perché diceva che non voleva spese militari, ma voleva che si mutassero in spese contro la fame... ed è stato nei penitenziari militari, proprio per questo. bene, lei, signora presidente, anzi e la Camera, tutti quelli che nella « guerra » sostengono il Parlamento, che noi invece feriamo ogni giorno, noi soli, avete stabilito che si possono avere attività legislative di Commissione contemporaneamente ai lavori di Aula. per colpa del nostro socialismo, ci è stato detto! mica è colpo vostra, no! no, è nostra... il deputato comunista Misiano, lo si espelleva sputandogli in faccia perché disertore, e ieri i colleghi dell' Msi, hanno giustamente ricordato che noi rivendichiamo la rappresentanza dei disertori e del comunista Misiano, signora presidente, non c' è più bisogno — oggi — di sputacchiarci per mandarci via, signora presidente, ci si costringe — di nuovo, oggi a scegliere tra Commissione difesa in sede legislativa e altri atti legislativi in Aula. automaticamente, senza sputi, signora presidente, ci si mette nella condizione di non poter compiere il nostro dovere in una delle sedi fondamentali. i sistemi diventano più raffinati: quelli della guerra alimentare non sono più, ad esempio, quelli dei tempi di Dickens, sono un tantino diversi, ma si muore « meglio » e si muore di più. si muore « meglio » perché di denutrizione e non sparati mentre si fa la rivolta per il pane attorno alla montagne Sainte Geneviève , a Parigi. si muore denutriti, come consenzienti, atoni, disanimati per mancanza di energia vitale. quindi, signora presidente, ho queste difficoltà, che le sto segnalando solo ora. il collega Cicciomessere aveva cercato di sottoporre al presidente della Camera come era suo diritto ma anche dovere, questa difficile situazione e condizione: doveva andare su mentre voleva stare qui, lui! vedete, penso alle ire del collega Bianco. ne ho fatte le spese io... ire contro i deputati democristiani che, hai voglia di telegrafargli, non vengono! no... che film è? guarda, è un film dell' orrore: è il tuo posto giusto, infatti. solo che tu ghigni, dinanzi alla morte, all' orrore e allo sterminio. che cosa a me interessi non ti interessa! figliolo bello, io non c' ero quando discutevate dei missili; c' era il mio gruppo ed io ero, guarda caso , accanto ai compagni comunisti, nel Parlamento europeo , a lottare per la fame. ero un po' lontano, assente — quindi — giustificato. ma devo anche dire che tu non c' eri un giorno fa, un anno fa, quando lottavamo (e non ci sarai fra sei mesi quando lotteremo) contro la NATO, della quale tu sei ardente sostenitore, perché sotto l' ombrello NATO pare che il tuo « socialismo » potrà meglio svolgersi, protetto da non so quali forze, contro quelle che altrimenti temi che, invece che in Afghanistan, vengano a casa tua... questo è un altro film dell' orrore!... è colpa tua se vuoi tali intermezzi, con le tue interruzioni un po'... intelligenti... ho detto comunque ed è esatto — che è un film dell' orrore e che il tuo posto è quello. signora presidente, è quindi un problema grave se abbiamo paura di chiederle... perché abbiamo avuto paura di chiederle, per richiamo al regolamento , di pensarci un momento, di volerci consentire di non stare a votare su, con Adele Faccio e gli altri, in Commissione... no! tanto per dire che certi radicali stamane, sono assenti giustificati! certo, signora presidente, ed è proprio per questo, per il tipo di risposta che lei ci ha dato, che ogni volta, visto l' articolo 30 del regolamento della Camera, visto che lei non ha cambiato il regolamento visto che ogni volta lei dà un giudizio di opportunità, è proprio per questo che noi formuliamo tali richieste. e, se mi consente, se riteniamo che nel suo giudizio di opportunità lei può migliorare la sua posizione, le diamo il nostro contributo, nel farle presente qualcosa che potrebbe non aver conosciuto nel momento nel quale ha dato quel giudizio di opportunità. non ci ha consentito, invece, di aiutarci — e di aiutarla, forse — per avere un giudizio che meglio conoscesse la condizione dei suoi parlamentari. ma è un' atmosfera generale, signora presidente... se facciamo un richiamo al regolamento , se ci troviamo, come adesso, nel quasi deserto, i pazienti colleghi che stanno in Aula, più o meno ci tollerano; ma se per caso vi sono più di 100 colleghi, in termini di antropologia culturale, il riflesso del democristiano di destra e del comunista — beh, « di sinistra » non lo dico, perché non starebbe più in quei banchi, ma del comunista più o meno di centro — è lo stesso: di insulto, di ira, di insofferenza. perché, signora presidente (ed è cosa che il presidente Ingrao ha deprecato ad alta voce, diverse volte), la televisione di Stato ha offeso, attraverso l' offesa alla verità ed a una parte di questa Assemblea, l' Assemblea tutta. noi non stiamo parlando qui perché facciamo « guerra » al Parlamento, noi non facciamo un « formidabile attacco » al Parlamento, né la guerra della quale il presidente della Repubblica ed il presidente della Camera parlano. il gioco è facile, signora presidente! mi dimetterò, oggi stesso, dalla Commissione di vigilanza sulla Rai-TV, perché vigila ad non vigilandum; vigila a che queste cose siano sempre più permesse! e ci opporremo con maggior vigore alla legge dell' editoria, collega Gerardo Bianco , perché noi 500,600,700 miliardi ai ladri di verità e agli, offensori del prestigio delle istituzioni, a coloro che tendono il pugnale sulla vostra gola, come Il Corriere della Sera , che controlla se nei termini previsti voi non affrontate quella certa discussione, e poi se la prende perché vi mettono a disposizione i telefoni interurbani, con lo sporco qualunquismo ricattatorio che ha caratterizzato quell' episodio. anche perché è meglio un popolo che sappia di non sapere che un popolo che crede di sapere e viene ingannato continuamente, quando si considerano le opposizioni « in guerra » contro lo Stato e il Parlamento... la ringrazio, signora presidente. signora presidente, debbo dire che mi auguro che gli stenografi conoscano, loro, il nome del compagno che continua a dire che questo argomento non mi interessa. io non l' ho mai sentito parlare in Aula, quindi non so chi sia; ma chiedo che questo contributo fondamentale politico, che ci viene dai banchi del partito comunista , sia registrato, onorando come si deve il nome di questo collega, che forse altrimenti resterebbe sconosciuto per tutta la legislatura. così domani, leggendo lo stenografico, saprò... debbo dire, signora presidente, che io ritengo che vi sia un diritto di interruzione: ed infatti lei lo rispetta. siccome le interruzioni mi giungono continuamente, spero che lei mi riconosca il diritto di replica alle interruzioni: o vuole riconoscere soltanto il diritto di interruzione? forse da qui, signora, sento meglio quello che mi viene diretto. no, signora: io dico semplicemente che, se lei è a un chilometro ed io a dieci metri, malgrado io sia un radicale, forse sento, mentre lei, non sente. certo, signora presidente. dicevo che non si è in condizioni facili. cominciamo ad avere paura, signora presidente, quando dai più alti seggi — e lo ripeto — si dice che siamo in guerra. perché debbo dire che non è vero? perché, semmai, c' è solo la guerra alimentare, signora presidente! coloro che assassinano settanta, o cinquanta, o trenta milioni di persone, di innocenti, certo questi, questi sono i nemici; essendo i potenti della terra, dei quali parlano Papa e Pertini, certo dobbiamo riconoscerli come attori di una guerra, e con la dignità tremenda, nazista, stalinista, di essere attori di una guerra e della storia. ma, signora presidente, io qui, a nome del gruppo radicale, protesto perché noi, nemmeno al tempo dell' assassinio, nemmeno al tempo della detenzione di Moro, noi che volevamo il dialogo con i criminali che lo detenevano, mai avevamo accettato la proposta che venissero riconosciuti come forza armata, come interlocutori nella « guerra » che Curcio e gli altri hanno sempre ritenuto (così come ritiene anche Almirante), di aver aperta. per anni il partito comunista e la Democrazia Cristiana hanno risposto ad Almirante che era fascista dire che si trattava di guerra, perché significava dare ai terroristi dignità di esercito e di combattenti e riconoscere quindi in loro un « valore » , costitutivo ed associativo, che in qualche misura qualificasse ed assolvesse la barbarie dei loro assassini. e adesso che, d' un tratto, bisognerà anche creare il comitato di difesa dei codici fascisti Rocco, dinanzi ai peggioramenti ignobili, che il tecnico del giure Rocco non avrebbe mai consentito che venissero proposti, perché avrebbe giustamente ritenuto che con essi il fascismo sarebbe caduto nel ridicolo, prima di cadere nel tragico, accettando le leggi che ora voi avete il coraggio di proporre,... si parla di « guerra » ! signora presidente, il gruppo radicale dice: « alt! » ; lo dice qui, ora, in questa occasione, perché prima ho avuto paura, signora presidente, di dirlo. in quest' Aula cominciamo ad avere paura, perché poi, alla sera, la televisione dirà che noi abbiamo fatto chissà cosa, e la gente dovrà crederlo, o peggio la gente dovrà credere che la televisione di Stato è fascista, e che quindi non bisogna crederla, che sempre mente. dunque, dicevo, ora, e solo ora, le rispondiamo, signora!: la « guerra » , non c' è. perché i nostri compagni-assassini delle Brigate Rosse o i camerati-neri, delle brigate nere o i generali delle stragi di Stato sono assassini, ma non sono esercito unito da nessun valore che noi intendiamo riconoscere. se è una vostra « guerra » , non è guerra della e per la Repubblica. costoro non sono esercito combattente! no, non siamo in guerra! quando lo saremo, o riterrete che lo saremo, porterete alla Camera o lo stato di guerra o lo stato di eccezione. altrimenti non ripetete più questo che per noi è un affronto alla verità e l' apologia di assassini criminali che non ci fanno « guerra » , ma che hanno il barbaro istinto di trucidare barbaramente delle persone indifese alle spalle, o dopo averle per 30-40 giorni tenute e così torturate... fratelli, compagni, assassini! e i Fioroni non sono comprati dai fiorini delle riduzioni delle pene... signora presidente, in parte ha ragione, glielo ho già detto: avevo paura di parlarne nella sede giusta perché se avessi stamane, poc' anzi , alzato un dito, e lei lo sa signora presidente! credo si stia creando un cattivo rapporto, sicuramente per colpa nostra, che comunque deploro, tra di noi, ma se per un istante riflette, così come so, so che lei vorrà fare — se, rispondendo al dovere di essere un uomo e un deputato coraggioso e leale, avessi alla fine della sua commemorazione questa mattina, in quella sede, alzato un dito, lei sa signora che gli affronti di tipo sessuale e parasessuale non sarebbero stati nulla e che il pugno che per molto meno Gerardo Bianco mi hai dato in Transatlantico, del quale mi hai chiesto scusa e che volentieri scuso, si sarebbe tradotto in qualche altra peggiore cosa! c' è dunque pertinenza signora presidente perché voglio arrivare a dire che alle vittime di questa che voi avete proclamato guerra e che guerra non ha da essere perché quegli assassini non meritano, nemmeno dai militaristi che siete, contro noi antimilitaristi, l' onore delle armi. per conto nostro nessun assassino, nemmeno degli eserciti regolari, merita l' onore delle armi, delle nostre armi, del dialogo e della tolleranza. ma signora presidente se le vittime di questi assassini meritano che il segretario di un partito risulti « in missione » perché va ai funerali di quelle vittime; mentre il nostro regolamento per quanto riguarda la missione vuole che questa sia missione della Camera e la Camera stessa che solo negli anni Trenta ha consentito missioni di Camera, come se fossero missioni di Camera, a missioni di partito magari nobilissime... sapete che se avessimo potuto andare a Palermo saremmo andati. questo credo non ci sarà l' ignobile tentativo di metterlo in discussione da parte dei nessuno... certo, ma vedi, Gerardo Bianco , le leggi sono a volte porte strette... dico semplicemente, Gerardo, che è un errore dire, per una piccola questione di tornaconto e di numero legale , che Zaccagnini è in missione della Camera; Zaccagnini non andava computato nella missione! se qualcuno ieri sera ci fosse venuto a dire: vogliamo andare tutti a Palermo, rinunciate allo scrutinio segreto , cosa credete? (se non altro perché non siamo imbecilli, anche se pravi), che vi avremmo detto che non dovevate andare a Palermo? invece, questi piccoli, accorgimenti: Zaccagnini, segretario della Dc, il segretario del partito, si muove: ed è considerato in missione di Stato. di questo, devi chiedere alla tua coscienza la risposta! signora presidente, le dirò che se lei si sente troppo spesso costretta ad interrompermi, questo nuoce al... se lei avesse avuto la bontà di non interrompermi, io sarei già giunto al punto di collegamento....... ci sono arrivato, signor presidente , con un salto ad ostacoli, che forse non ritenevo necessario compiere. questo è il punto: dinanzi a tre trucidati, o a un trucidato — il presidente di una regione — lo Stato si muove. e il segretario del partito, come negli anni Trenta , va non in rappresentanza del partito, ma dello Stato, ed ora è in missione. arriviamo a tanto, signor presidente ! la nostra mozione chiedeva invece semplicemente di abbrunare le bandiere per 40 milioni di persone assassinate, non chiedeva nessuna missione, onorevole Zamberletti. chiedeva un gesto formale che non vi costava niente. Sindona vi costa, Caltagirone vi costa, Vitalone — per un altro verso — vi costa, ma questo non vi sarebbe costato nulla. perché non lo fate? Gerardo Bianco ci è testimone, anche l' amico Zamberletti lo è: sono due mesi che vi stiamo rompendo l' anima con questo lutto, ma almeno fate questo, pensate quanto Pertini e Wojtyla sarebbero contenti. cogliete l' occasione: non volete tirare fuori i quattrini? che vi costa? abbrunatele! noi vi crederemo sinceri... niente, non una parola, invece, signor presidente , e allora vengo al punto: perché non è stata detta una parola su tutti gli argomenti del dibattito, su tutti? onorevole sottosegretario, è vero che quando lei ci dice che arriviamo — ma il conto lo dobbiamo fare noi — allo 0,14 o 0,13, il collega Ajello ha smentito l' unico dato che lei ci ha dato? lei ha detto: « ma noi qui siamo al 70 per cento d' aiuto multinazionale » e il compagno Ajello ha risposto: « grazie, siete al 70 per cento perché il montante lo avete a tal punto ignominiosamente ridotto » ... signor sottosegretario, se lei avesse lealmente, secondo il regolamento, parlato in apertura di dibattito, ed io fossi intervenuto, adesso avrebbe il diritto di replica, ma della sua slealtà politica e di Governo adesso paghi lei il prezzo e taccia, non può replicare, perché non siamo in sede di dibattito sulle sue comunicazioni. dico semplicemente che quando lei, onorevole sottosegretario, sostiene spudoratamente quanto ho detto (ma anche il suo conto è comunque che noi versiamo lo 0,14 per cento , o lo 0,13, il che significa lo 0,1), ciò vuol dire che lo Stato italiano, ovvero il Governo democristiano e degli altri, ritiene di fare il possibile con lo 0,1. ma cosa vuole dire « il possibile » ? quando voi proponete la stessa somma, ma anche di più, per le guardie di finanza, per distoglierle dai loro compiti istituzionali che sono quelli di impedire le evasioni fiscali e le esportazioni di capitali all' estero e date loro i carri armati e le armi per l' ordine pubblico , io dico che siete pazzi a fare queste cose, perché sfasciate lo Stato e sottraete danaro ai bambini che muoiono di fame, di denutrizione; anche a Napoli oltre che altrove. quindi tutto è relativo, come questa cifra dello 0,1 che tranquillizza la vostra coscienza cristiana, socialista e comunista. però la realtà non cambia: voi, su questo terreno, siete presenti che per lo 0,1 per cento . ma allora, perché al Parlamento europeo avete votato un mese fa per « almeno lo 0,7 » , e subito? perché lo avete votato, voi democristiani, socialisti e comunisti? ma c' erano altre proposte, senza spese: voi non volete dunque il lutto, non volete questo gesto. ma che cosa vi costava che le assemblee nelle scuole fossero dedicate alla presa di coscienza di questo problema? avreste fatto una figura meno indecente di quella che siete soliti fare su queste cose; noi stessi avremmo riconosciuto il valore di una tale iniziativa. non ci avete dato nemmeno la soddisfazione (ci mancherebbe, altro ci vuole per soddisfarci) non avete avuto neppure quel minimo di correttezza parlamentare ed umana — me lo si consenta — personale, di dire una sola parola sul lutto, una parola sulle scuole. niente, non esistevano, perché? perché lei era leale verso il suo tentativo sleale di dare surrettiziamente qui la risposta alle mozioni del 17 e del 20 settembre. e la terza proposta? la Rai-TV? i vostri interventi, le iniziative delle forze comuniste e socialiste, Di Rocco (non Alfredo, purtroppo)? che cosa vi costava? niente: quindi non le iniziative con spesa, non le iniziative senza spesa. voi eravate impegnati dal Senato e da voi stessi « a riferire con la massima, adeguata urgenza sugli interventi immediati e straordinari, adottati e da adottare il 17 settembre per la salvezza di quanti altrimenti sono destinati, secondo le previsioni ufficiali, a sicura morte nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi » . voi non solo non avete fatto quegli interventi, che vi eravate impegnati a fare « per la salvezza di quanti sono destinati a sicura morte nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi » . sono milioni! nel Nicaragua avete dato un aiuto — che non è forse ancora giunto — che può riguardare 1.000 o 2 mila persone! no, era ripreso l' obiettivo del Senato e aggiunto, non « precisato » , quello del Nicaragua e della Cambogia. la stessa reazione di un esponente della maggioranza, che dà una interpretazione autentica di quello che l' altro giorno si è votato, qual è? è che si è votato il testo che tutti possono leggere. ma in realtà, per voi, si trattava della buona azione da boy scout del giorno, per accompagnare qualcuno, poche persone, alla morte per fame con tre mesi di ritardo. abbiamo quindi in realtà un dato politico sconvolgente. essendo intervenuta nel frattempo la richiesta dello 0,7 del Parlamento europeo ed essendo intervenuta una presa di coscienza che, senza l' aiuto dell' opinione pubblica , è forse difficile far comprendere un adeguato intervento, il Governo e le forze di maggioranza, accusandoci di parlare non di queste cose per « ostruzionismo » , sono riusciti a creare una barriera nell' informazione della nostra opinione pubblica , nell' impedire appunto che si onori la morte e l' assassinio dei trucidati di questa mattina e di ieri mattina e di domani mattina. continuando, in questo caso, con predilezione razzista, a ritenere che chi ci è vicino, e appartiene alla nostra razza, al nostro partito, al nostro Stato, merita, da solo, un giorno di quel compianto, che ufficialmente non intendiamo dare nemmeno per un' ora al mezzo miliardo di assassinati nella guerra alimentare in corso , nel periodo di dieci o quindici anni. questa è la realtà. cosa dobbiamo trarne, come convinzione, signora presidente? io non replico; noto solo che, malgrado quello che giustificava l' intervento del Governo nell' economia di questo dibattito, secondo il nostro regolamento, ed era la presa di posizione sulle mozioni, il sottosegretario non a caso era solo ed è stato lasciato solo. era un emblema giusto: il Governo ha abusivamente occupato questo spazio, perché non ha detto una parola sulla morte, sul lutto, che era il dispositivo della mozione sulla quale interveniva. è un fatto di scorrettezza, mi pare, istituzionale, perché non ha detto poi una parola nemmeno sulla scuola, sulla televisione; e su tutte le altre cose. il Governo è stato reso tranquillo dall' annuncio al buio dei compagni comunisti, i quali gli hanno detto che siccome i radicali sono « cattivi » , non voteranno contro, alla fine di questo dibattito: perché bisogna discuterne seriamente in Commissione! tra una « serietà » e l' altra, signora presidente, andremo chissà quando a discutere in Commissione. poi ancora mancheranno i dati Enel frattempo la morte scandirà vincente, il ritmo della storia contemporanea. noi non ci alzeremo per commemorare le vittime, perché quella commemorazione non verrà mai, ogni giorno la morte di cento, duecento, trecentomila persone colpevoli di essere lontani da Roma e colpevoli appunto di non morire assassinate nella « guerra » condotta dalle Brigate Rosse ma assassinate dall' assetto economico; a questo punto, assassinate dai consapevoli, deliberati comportamenti, dalle scelte politiche di affamamento e di contributo allo sterminio e all' olocausto nel quale si concreta l' atto politico che, non a caso, noi abbiamo voluto dilatare fino alla fine nella fiducia che ci venisse almeno l' ambiguo diritto alla speranza da un Governo incalzato non solo da noi, ma dalle parole del presidente della Repubblica , dei pontefici, se non dalle loro coscienze; incalzato, signora presidente, dalla necessità di rendere credibile che per loro la vita è sacra, presupposto necessario dello sdegno scagliato contro i vostri nemici, nella vostra « guerra » ... perché per me non sono nemici della guerra, per me questi sono un' altra cosa, sono criminalità, sono i « vostri » nemici, nella « vostra » guerra. se si muore di piombo delle Br si è commemorati, si è uccisi, ma se si è uno dei 17 milioni e rotti dei bambini dell' Unicef e se si è, come d' altra parte è sempre successo,... uno dei bambini di Altamura, chi mai si è alzato, qui..?