Francesco COSSIGA - Presidente del Consiglio Maggioranza
VIII Legislatura - Assemblea n. 72 - seduta del 06-12-1979
Installazioni missilistiche in Europa
1979 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 72
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , desidero esprimere anzitutto il mio più vivo ringraziamento a coloro che sono intervenuti, consentendo un ampio e approfondito dibattito sul problema, allargato a tutti i suoi aspetti, e con riferimento anche ai tempi principali della realtà internazionale del momento, alla luce delle linee direttrici della nostra politica estera . negli interventi svolti — ed ho colto in quelli di tutti gli schieramenti un tono di profonda ed intima responsabilità — credo di aver individuato alcuni punti fondamentali, sui quali ritengo opportuno soffermarmi. innanzitutto è risultato confermato lo amplissimo schieramento di forze politiche sulle linee direttrici della nostra politica estera , che già nel 1977 aveva consentito, sia al Senato sia alla Camera, l' adozione di due fondamentali risoluzioni. ancora una volta — e di ciò non posso che compiacermi pubblicamente — è stata ribadita la pressoché unanime adesione delle forze politiche italiane ai nostri due costanti punti di riferimento : l' Alleanza Atlantica e la comunità economica europea. nello stesso tempo è anche emersa una sostanziale concordanza sull' attiva, impegnata prosecuzione da parte del Governo della sua azione in favore della distensione e della pace nel mondo. concordanza si è avuta sulla necessità che obiettivo essenziale della nostra politica estera è — e deve rimanere — la distensione, che il Governo persegue e deve perseguire con sue iniziative in tutti i fori appropriati. è stato osservato che, nel mio intervento, non si è accennato alla drammaticità dell' attuale situazione internazionale. mi sia consentito, a questo riguardo, ricordare che, proprio partendo per il Consiglio europeo di Dublino, ho fatto delle pubbliche dichiarazioni per sottolineare le preoccupazioni del governo italiano , affermando che viviamo situazioni che minacciano la pace e la sicurezza dei popoli del mondo. alle tensioni politiche si aggiungono tensioni economiche, rese ancora più difficili dalla crisi energetica , dalla diminuzione della crescita economica , dall' aumento dell' inflazione e della disoccupazione. consapevole di tale grave situazione, mi sono pertanto rivolto, anche in sede di Consiglio europeo , a tutti i nostri partners della Comunità, invitandoli ad una comune azione, diretta a dare una risposta adeguata ai problemi che ci sono dinanzi e, ancora di più, alle sfide degli anni 80. nel mio intervento non ho ripetuto queste dichiarazioni — e volutamente — per evitare che nel dibattito in corso fossero inseriti, per mia iniziativa, gli elementi di drammaticità dell' attuale situazione internazionale e che ciò potesse apparire come strumento e motivo di pressione nei confronti di questa Assemblea. non avrei certo trascurato di parlare della grave situazione in Iran e delle altre crisi nel mondo se avessi dovuto introdurre un dibattito generale di politica estera . circa l' Iran, vorrei comunque ricordare che il nostro rappresentante permanente presso le Nazioni Unite è intervenuto nella riunione del Consiglio di sicurezza dell' Onu — pur non essendone l' Italia membro — per stigmatizzare quanto sta accadendo a Teheran nei confronti degli ostaggi americani. l' onorevole Giuliano ha sostenuto che la decisione all' ordine del giorno della NATO renderà l' Europa ancora più dipendente dagli USA. mi permetta di dirle che è vero il contrario. debbo riferirmi alle ipotesi strategiche sulle quali purtroppo si basano le relazioni tra le due superpotenze, tra i due schieramenti e sulle quali si gioca l' equilibrio e la pace mondiale, ipotesi strategiche che ci costringono ad usare terminologie e fraseologie che certamente fanno orrore a tutti coloro che sono costretti ad utilizzarle. consentendo di escludere ogni ipotesi di anticipato ricorso all' ombrello nucleare strategico degli USA, la possibilità di una risposta flessibile della NATO sul teatro europeo — ed è proprio questo che, con la decisione suddetta, si intende conservare — elimina il rischio dell' abbassamento della soglia della risposta nucleare totale. la decisione che è all' ordine del giorno della NATO risponde, inoltre, alla necessità, che l' Italia ha più volte ribadito, che l' Europa non sia un oggetto, uno spazio della politica mondiale delle grandi potenze, ma si sviluppi, pur nel sistema di alleanze del quale fa parte, quale soggetto politico proprio. tale è e rimarrà la linea fondamentale di politica estera dell' Italia, e a noi duole che essa sembri non essere compresa dall' Unione Sovietica , che non riconosce la Comunità Europea , al contrario di quanto ha ormai fatto la generalità dei paesi del mondo. è stato affermato da altri che non sussisterebbe una esigenza di deterrenza e di sicurezza della NATO in Europa, da soddisfare con lo schieramento delle forze nucleari di teatro a lungo raggio, in quanto vi sarebbe sempre la possibilità della risposta nucleare totale da parte degli USA. giustamente l' onorevole Battaglia, nel suo intervento, non ha accolto siffatta argomentazione, che equivarrebbe ad accettare una ipotesi il cui superamento è stato considerato da tutti come un argine all' olocausto totale: è, invece, la strategia flessibile — in termini politici e militari che configura una forma di controllo, di limitazione spaziale e qualitativa di possibili conflitti o di prevenzione di essi. ciò ha impedito che i fatti della Cecoslovacchia o, più gravemente, quelli del Vietnam o dell' Africa costituissero occasioni di scontro tra le due superpotenze. riequilibrare la situazione in Europa significa non abbassare la soglia nucleare totale e mantenere, invece, ad entrambe le parti, una pluralità di opzioni che garantiscano come ha detto l' onorevole Battaglia il controllo politico sugli appostamenti militari, consentendo di prevenire al massimo i conflitti. su un piano generale condivido naturalmente la valutazione che sempre l' onorevole Battaglia ha dato dell' equilibrio militare in termini di equilibrio politico, garanzia di pace e pilastro dell' ordine internazionale. ognuno degli argomenti e dei dati da lei portati con tanta convinzione, onorevole Berlinguer, è stato da noi valutato con rispetto ed attenzione, anche se con risultati differenti da quelli cui lei è pervenuto. solo un argomento — glielo dico con cortese franchezza — non credo possa essere preso in considerazione: mi riferisco alle dichiarazioni del ministro Gromyko. se esse, infatti, sono state pronunciate non con spirito diplomatico, ma con spirito militare — mi sia consentito dirlo — hanno il sapore di un ricatto brutale, purtroppo non ignoto alla storia d' Europa. l' essere a questo posto mi è, dal punto di vista personale, totalmente indifferente. onorevole Pajetta, lei mi conosce e sa che dicendo questo cose sono sincero. certo non aspiro ad essere un Facta della politica estera del nostro paese e non intendo essere partecipe di quella che, al di là delle certo buone intenzioni di molti — anzi, ne sono certo, di tutti in questa Assemblea — potrebbe essere una nuova rovinosa scelta di Monaco. non credo che l' Unione Sovietica non tratterà. l' Urss è una grande potenza con responsabilità mondiali ed oggi, nella gestione degli affari del mondo, non vi è altra alternativa all' infuori della trattativa su basi di parità e di reciproca sicurezza. se le parole di Gromyko non mirassero ad impostare forzosamente il negoziato sulla piattaforma sovietica e se esse fossero irreversibili, ciò significherebbe allora, veramente, che l' Urss non vuole modificare lo squilibrio determinatosi in Europa, e gravi interrogativi si porrebbero allora sull' idea che l' Urss ha della evoluzione politica europea ; ma questo sinceramente, io non voglio crederlo. qualunque argomento sarei pronto ad accettare, per quanto mi concerne, non farò mai accettare al paese, come argomento, la durezza ultimativa del ministro Gromyko. non ho difficoltà — qualunque commento possa avere questa mia affermazione — a riconoscere che le posizioni del partito comunista italiano non sono quelle dell' Urss. l' ho più volte detto nella mia relazione. però tengo ad affermarlo con energia, perché questa è la verità: il governo italiano ha deciso la sua posizione in piena autonomia ed indipendenza, così come hanno fatto altri paesi d' Europa, così come faranno tutti i paesi della NATO, un' alleanza in cui i paesi che ne fanno parte non sono paesi a sovranità limitata , ma a sovranità piena. il Governo del nostro paese, del suo paese, onorevole Berlinguer, mi consenta di dirglielo con la responsabilità che si deve avere verso il capo di un grande partito che si trova all' opposizione, è il Governo libero, autonomo e dignitoso di un paese indipendente e sovrano, e tale vogliamo mantenerlo con il concorso di tutti. ringrazio l' onorevole Berlinguer per avermi dato atto che non c' è stata da parte mia strumentalizzazione a fini di politica interna . e se in questo dibattito posso avere un rammarico, e forse anche uno scrupolo, è che le mie dichiarazioni non siano state in grado di presentare i problemi in modo compiuto e che le mie argomentazioni non siano state così efficaci da evitare divaricazioni. io infatti non credo — e per quanto mi riguarda non voglio — che le decisioni che ci accingiamo a prendere possano e debbano significare il ritorno a contrapposizioni frontali, mentre ritengo che, pur nelle differenze che si potranno riscontrare tra di noi, vi siano non pochi spazi di convergenza, in un settore così importante com' è quello della politica estera e della difesa del nostro paese. mi è stato, diciamo così, più o meno benevolmente rimproverato di non aver dato spazio alla iniziativa di gruppi di cattolici. io ho ben presenti le aspirazioni di pace del popolo italiano e ho ben presenti, se me lo si consente per l' ispirazione della mia vita, anche se tanto imperfetta, le aspirazioni cristiane alla pace, che però sono tanto più ampie e profonde e vanno tanto al di là di quelle che interessano la sola politica degli Stati. per queste posizioni io ho il più alto e profondo rispetto. ma che cosa esprimono poi veramente queste posizioni? esse affondano le loro radici in una visione della vita che è la mia visione della vita, una visione della vita che è di molti in quest' Aula, nella Democrazia Cristiana e — sia chiaro — fuori della Democrazia Cristiana : in una visione della vita che vuole la pace vera, che non è quella certo dell' equilibrio del terrore, ma non è neanche quella della resa di fronte alla violenza, all' oppressione, all' intimidazione, ad ogni forma di imperialismo; che vuole la libertà in un senso profondo e reale, globale, che riguarda la persona, in tutti i suoi aspetti; che vuole la vita, ma una vita ricca di ogni valore spirituale e religioso, di dignità. molti di questi io li conosco, li ammiro e ne accetto con profonda comprensione il valore di testimonianza profetica. non è messaggio politico il loro, ma messaggio morale, in cui potrà ma non è così per tutti — non esserci posto per i Cruise e per i Pershing, ma non vi è certo posto neanche per gli ss20 e per i Backfire, né per la politica di potenza dell' Unione Sovietica . ma vi è un momento in cui ognuno deve dare, secondo le sue specifiche responsabilità, una dimensione concreta alla sua scelta di vita mediante decisioni concrete, storicamente prudenti, poiché credo che anche la prudenza, e cioè la misura del tempo, della storia, del possibile, sia una virtù. preferirei non avere le responsabilità che ho oggi; ma, poiché le ho, sarebbe assai poco cristiano che non me le assumessi secondo quello che la mia coscienza mi detta, lasciando altri liberi di operare scelte diverse; ma non si appellino altri per questa scelta al mio intimo sentire religioso. vi è una aspirazione di pace, ma anche di giustizia, di carità ma anche di prudenza. io rispetto quei cattolici che non la pensano come me; ma credo improprio citare quelli che la pensano come me, perché io sono qui non come rappresentante del mondo cattolico, ma come presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana , che è cattolico nel suo sentire e nella sua ispirazione, ma che si guarda bene — forse apparirò un po' troppo laico, ma credo che questa sia sana laicità — dall' utilizzare sentimenti e valori così alti ed intimi per piegare a suo favore tesi politiche in materia che riconosco opinabile. l' onorevole Zaccagnini ha chiaramente tracciato quelle che sono state le tappe dell' impegno dell' Italia per giungere a vedere rafforzata la sua posizione sul piano internazionale. l' Alleanza Atlantica come egli ha detto — è stata all' origine aspramente osteggiata; ma, nei suoi trent' anni di vita, ha dimostrato la sua piena capacità di essere uno strumento di solidarietà difensiva, rivolto a rendere possibile il dialogo, la distensione e il consolidamento della pace: questo è bene non dimenticarlo mai. nel condividere, quindi, pienamente le valutazioni dell' onorevole Zaccagnini, credo sia doveroso da parte mia ricordare che le esigenze della sicurezza sono un elemento inalienabile delle responsabilità governative in tutti i paesi. i membri europei dell' alleanza — ha detto giustamente l' onorevole Zaccagnini — non possono lasciare esclusivamente sulle spalle degli USA gli impegni della difesa occidentale. nell' ambito dell' alleanza, quale rapporto multilaterale di solidarietà, le esigenze difensive di tutti i paesi trovano e debbono trovare sempre equilibrato riconoscimento. è evidente che, per le armi nucleari di teatro a lungo raggio, come per qualsiasi altro apprestamento militare, la dissoluzione o l' allentamento dell' Alleanza Atlantica porterebbe di necessità all' istituzione di rapporti bilaterali tra gli USA e singoli paesi europei per continuare a garantire la propria difesa e non credo, sinceramente, che questo sia il risultato che si possa auspicare, nemmeno da parte di coloro che più sollecitamente si prefiggono la fine dei blocchi. il quadro dello squilibrio venutosi a creare, in rapida crescita, in mancanza di ammodernamento delle forze nucleari di teatro a lungo raggio della NATO, è stato qui analizzato accuratamente. le cifre citate indicano perché la NATO, dopo due anni di accertamenti, valutazioni ed auspici espressi in tutti i comunicati ufficiali dei suoi vertici e delle sue sessioni ministeriali, non potesse ulteriormente ritardare le deliberazioni necessarie per poter continuare ad assolvere le sue responsabilità di organizzazione militare integrata di difesa. in particolare, mi riferisco a quanto è stato precisato circa i sistemi nucleari schierati sui sommergibili sia americani sia sovietici. i dati citati mi esimono da un contraddittorio specifico nei confronti di ciò che l' onorevole Berlinguer ha detto. in relazione ai missili nucleari strategici Poseidon, è sufficiente rilevare che se allo scopo di dimostrare che lo squilibrio in Europa è minore, si vogliono conteggiare fra i sistemi di teatro quei Poseidon ai quali può far ricorso il comando atlantico — sistemi che sono conteggiati negli accordi di SALT II insieme agli altri Poseidon — , cesserebbe di esistere la parità nucleare strategica tra gli USA e l' Urss. non è ammissibile, comunque, questo sistema di conteggio dei Poseidon, se esso non è applicato anche ai sistemi nucleari di analoga capacità spiegati sui sommergibili sovietici. del pari, non è valido il riferimento a sistemi strategici, quali sono i già citati Poseidon americani, nonché i Polaris britannici e i missili francesi, d' altronde non integrati nella NATO, quando si discute di forze nucleari di teatro. è stata citata più volte una dichiarazione del ministro della Difesa americano Brown: « la NATO, per dare concretezza alla sua volontà di perseguire lo equilibrio nucleare di teatro ai livelli più bassi possibili, deve risvegliare un effettivo e reale interesse negoziale nell' Unione Sovietica » . so bene che questo è un discorso duro, ma è un discorso duro sul quale, in questi anni, si è retta la pace nel nostro continente e nel mondo intero. e tale obiettivo è conseguibile solo se la risposta dell' alleanza al programma di ammodernamento del proprio potenziale di teatro si pone in termini di assoluta credibilità. non può però essere credibile un programma relativo a sistemi di teatro senza che ci sia, contestualmente, l' impegno a schierare detti sistemi, in prospettiva, sul teatro europeo, ove — come dirò appresso — fosse necessario. è evidente che dalla decisione di dare il via alla produzione e all' effettiva disponibilità operativa dei nuovi sistemi il passo è lungo, molto lungo. non è un mistero che i primi missili potrebbero essere disponibili solo tra quattro anni e che potrebbero essere introdotti in servizio solo gradualmente, tant' è che per il completamento del programma sarebbero necessari altri due anni. la NATO avrà pertanto il tempo e il modo di commisurare strettamente il suo programma ai risultati del negoziato con l' Urss al livello che sarà concordato tra le parti, e questa è la posizione del governo italiano . non vi è quindi contraddizione tra le dichiarazioni citate, come noi le intendiamo, e la volontà di negoziare, come noi vogliamo perseguirla. nessun dubbio, pertanto, deve esistere sulla determinazione della NATO a schierare in Europa i sistemi di teatro che verranno costruiti dagli USA, se necessario, come nessun dubbio deve esistere fin d' ora sulla volontà e sulla capacità della NATO di ridimensionare il proprio programma in proporzione alla disponibilità dell' Unione Sovietica ad accettare più bassi livelli di equilibrio tra le contrapposte forze nucleari di teatro; e noi auspichiamo che questo livello possa essere per l' una e l' altra parte il livello zero. dall' onorevole Manca è stata sintetizzata la situazione in una maniera che mi sembra del tutto adeguata e che condivido pienamente. se nell' ambito internazionale e strategico esiste una parità — egli ha detto — , non si possono lasciare sussistere pericolosi equilibri regionali. per questo va perseguito l' obiettivo di un ristabilimento dell' equilibrio nel campo eurostrategico, essendo l' equilibrio anche una categoria di politica regionale. concordo parimenti con le altre valutazioni essenziali espresse dall' onorevole Manca nel senso che non è possibile prescindere dal punto di partenza , e cioè che questa questione è sorta per l' alterazione dell' equilibrio in Europa, intervenuta a causa della produzione e dello schieramento dei missili ss20. per questo non è del pari possibile, da un punto di vista obiettivo, porre su uno stesso piano il blocco della decisione di avviare un processo di riequilibrio e la sospensione della produzione degli ss20 perché forze nucleari di teatro della NATO non sono né prodotte né schierate, mentre forze nucleari di teatro sovietiche sono prodotte, schierate e continuano a prodursi, per cui allo stato dei fatti, non è realistico pensare ad una rinuncia ad operare per un riequilibrio da parte di chi risulta essere in posizioni di crescente inferiorità. molto appropriatamente l' onorevole Spinelli ha sottolineato che il problema che si pone in ogni regione è quello di un equilibrio globale nel quadro mondiale, ma che è necessario che in ogni regione, ciascuna con i suoi problemi, sia raggiunta una situazione più ordinata possibile. del pari, confermo di ritenere giusta la valutazione, che ho già formulato martedì e a favore della quale l' onorevole Spinelli ha presentato un ulteriore argomento, e cioè che la sollecitazione formulata in Italia con vigore e convinzione dal partito comunista per un ritardo di sei mesi nella decisione, corrisponderebbe semplicemente a dire che l' Italia si trova ora in una posizione incerta. da ciò lo ammonimento dell' onorevole Spinelli affinché l' Italia non si metta al di fuori del gioco, proprio in vista di un negoziato decisivo per l' Europa e per il mondo e non si ponga nelle condizioni di non contare là dove essa qualcosa può contare. abbiamo conosciuto questa notte il comunicato della riunione dei ministri del Patto di Varsavia . è di ieri la notizia che l' Unione Sovietica ha iniziato il ritiro dalla Repubblica democratica tedesca dei 20 mila soldati sovietici e dei mille carri armati , come Breznev aveva annunciato già nel suo discorso del 6 ottobre a Berlino quale « dimostrazione di buona volontà pacifica » . all' avvenimento è stata data, da parte sovietica, particolare pubblicità. il governo italiano si compiace sinceramente di questo ritiro, che — come ho già rilevato nel mio intervento di apertura del dibattito — si inserisce positivamente nelle trattative MBFR di Vienna per la riduzione bilanciata delle forze nell' Europa centrale, perché sembra far uscire dal blocco e dall' impasse costituita dall' impossibilità di cifrature in termini di uomini e di mezzi. si è domandato l' altro ieri l' onorevole Zanone quanto l' Unione Sovietica sia ben disposta ad accogliere le sollecitazioni a sospendere la produzione e a smantellare in tutto o, in parte le nuove armi nucleari da essa già schierate. nessuna nuova costruttiva indicazione è venuta nemmeno dal comunicato dei ministri del Patto di Varsavia . essi si sono infatti limitati a rivolgersi ai governi dei paesi della NATO per invitarli a sedersi subito al tavolo delle trattative, prima di prendere le annunciate decisioni di ammodernamento e di proposte negoziali. ciò perché queste decisioni, secondo i ministri dell' est, sono in contraddizione con la base negoziale enunciata dal premier Breznev nel suo discorso dell' ottobre scorso, che per loro è costituita solo dall' offerta di ritirare dai distretti militari occidentali dell' Urss i missili ss20 in essi schierati. quindi tale offerta non può ovviamente alterare l' impostazione del Governo, da me già illustrata che pertanto rimane a mio avviso valida e coerentemente alla quale ci accingiamo ad assumere a Bruxelles le deliberazioni nelle competenti sedi dell' alleanza. onorevoli colleghi , le decisioni che il Governo ha preso e la posizione che esso si appresta ad assumere nelle sedi della NATO rientrano nella sua competenza costituzionale. non si tratta infatti di modificare le nostre alleanze, la cui ratifica è stata autorizzata dal Parlamento, non si tratta di modificare le linee della nostra politica estera , elaborata dai precedenti governi ed approvata e confermata, anche di recente, a larga maggioranza dal Parlamento. non si tratta neanche di modificare la strategia flessibile adottata dalla NATO che, come ho già chiarito, è volta ad evitare, come si dice con brutta espressione ma che purtroppo è ormai entrata nella fraseologia strategica d' ambo le parti, lo olocausto nucleare totale, consentendo una più vasta gamma di opzioni, anche a più basso livello, per la dissuasione su scala regionale e per il controllo dei conflitti che disgraziatamente potessero accendersi. anzi, la decisione all' ordine del giorno della NATO si muove proprio nel senso di non abbandonare, ma di rendere possibile questa strategia da parte delle potenze della NATO. il Governo sarebbe stato pronto ad assumersi, in via esclusiva, questa responsabilità, sottoponendosi successivamente al controllo del Parlamento. Rende omaggio al Parlamento, che nel suo potere di controllo e di indirizzo vuole partecipare ad essa, ed è perciò che tutte le forze politiche , tutti i membri che siedono in questa Camera dei Deputati , si assumeranno questa responsabilità con altrettanta chiarezza che il Governo. è un dovere che ritengo tutti noi abbiamo di fronte al paese per salvaguardare l' immagine stessa dell' Italia, quale paese capace di lealtà e chiarezza nei rapporti internazionali. onorevoli colleghi , ringrazio la Democrazia Cristiana , il partito liberale italiano, il partito repubblicano , il partito socialista democratico italiano e il partito socialista italiano per l' adesione espressa, ognuno nella sua tradizione, alle posizioni espresse dal Governo. rispetto le posizioni diverse da quella del Governo, perché le so legate ad altre tradizioni e a profondi convincimenti. onorevoli colleghi , alla fine di questo dibattito il Governo formula l' auspicio che i timori, le passioni, le diversità e le divergenze che si sono manifestate possano, nel permanente rispetto delle reciproche posizioni, ricomporsi in tutti in una dimensione di speranza e di comune, anche se differenziato, impegno per la pace e la sicurezza del nostro paese, e per la pace ed il progresso dell' Europa. con serenità, con buona fede , con pacata fermezza, il Governo conferma le sue decisioni e le sue proposte, e ne assume pienamente la responsabilità di fronte al Parlamento e al paese.