Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 72 - seduta del 06-12-1979
Sulle installazioni missilistiche in Europa
1979 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 72
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

la scelta che il Parlamento italiano è chiamato a compiere, la scelta che ciascuno di noi quest' oggi è responsabilmente chiamato a compiere, in termini morali prima ancora che politici, non è la scelta tra un sistema di difesa e l' altro, tra un missile e l' altro, tra una tattica e l' altra, tra una strategia e l' altra; è la tradizionale scelta di schieramento che in tre altre memorabili occasioni — le ho vissute tutte e tre — il Parlamento ha compiuto: la scelta che il Parlamento fece nel 1948-1949 (patto atlantico ); quella che fece nel 1951 (NATO); quella infine che fece tra il 1955 e il 1957 (trattati di Roma e nascita della Comunità Europea ). scelta di schieramento in tutte e tre quelle occasioni, scelta di schieramento in questa occasione, scelta tra lo schieramento occidentale, lo schieramento del mondo libero, e l' ambiguo mondo dei non allineati in un primo momento, degli « allineati e coperti » sotto la sferza sovietica, in un secondo momento del fatale viaggio senza ritorno di cui tanti parlano propagandisticamente per poi dimenticarsene. è questa una scelta delicata, difficile e molto responsabile per tutti gli Stati del mondo libero e lo è particolarmente per l' Italia, perché l' Italia ha il privilegio di ospitare il più grande ed anche il più subdolo fra i partiti comunisti dell' Occidente, partito che viene strumentalizzato dalla Unione Sovietica non senza successo, come si vede anche in questa occasione, come cavallo di Troia . per fortuna, o per dir meglio rispondendo a quella che è una consolidata tradizione nazionale ed anche parlamentare, il partito comunista è questa volta alle corde, ed è in condizione di almeno virtuale isolamento, come lo fu in tutte e tre le precedenti storiche occasioni. perché non si tratta, signor presidente del Consiglio ... non si tratta, dicevo, di votare per una fumosa e generica risoluzione di cosiddetta unità nazionale in termini di « fu ammucchiata » di sapore andreottiano; qui si tratta di assumere impegni precisi e responsabili, di militare in uno schieramento e di rompere con un altro schieramento, sicché io dico cosa assolutamente esatta quando affermo che il partito comunista italiano è alle corde, è isolato, malgrado generosi, e voglio ritenere ingenui — anche se il presidente del Consiglio ha dichiarato ripetutamente di non essere un ingenuo — riconoscimenti tattici e strategici rivolti in questa occasione dal Governo e dalla Democrazia Cristiana al partito comunista italiano. qui si tratta di non cedere al brutale ricatto — così lo ha definito il presidente del Consiglio — della Russia sovietica ; qui si tratta di scegliere tra la difesa e il cedimento al ricatto; di scegliere tra autonomia e sovranità nazionale e il cedimento al ricatto. il presidente del Consiglio è stato stamane applaudito — ed io condivido quegli applausi — quando ha detto che noi non siamo un paese a sovranità limitata ; vorrei allora invitare il presidente del Consiglio a non essere un presidente del Consiglio a sovranità limitata interna, quando parla come presidente del Consiglio in un paese che non è a sovranità limitata esterna. credo che il problema si ponga in questi corretti termini, che sono morali e politici, prima ancora di attenere alla difesa militare del nostro paese. si tratta, dicevo, di scegliere fra la difesa del nostro paese e dell' Occidente e il cedimento al ricatto. e non si parli di ricatto dell' equilibrio del terrore, perché si tratta di reagire proprio al ricatto del terrorismo fondato su un brutale squilibrio. è questa la realtà della posizione interna e della posizione internazionale. si è parlato da parte del partito comunista (legittimamente, nel quadro della sua propaganda) e da parte del presidente del Consiglio e dei rappresentanti della maggioranza (molto meno correttamente) di autonomia del partito comunista italiano nei confronti delle decisioni e degli atteggiamenti della Russia sovietica . io chiedo di quale autonomia si parli; i comunisti italiani avevano proprio oggi lo strumento adatto per dimostrare la loro autonomia, perché è di stanotte la decisione dei paesi del Patto di Varsavia ricordataci dal signor presidente del Consiglio . i paesi del Patto di Varsavia si sono espressi questa notte esattamente negli stessi termini in cui si è espresso ieri lo onorevole Berlinguer, dicendo le stesse cose, come la moratoria semestrale che dovrebbe rappresentare il cedimento al ricatto di Gromyko e dei paesi del Patto di Varsavia . nel momento in cui il partito comunista italiano parla, per bocca del suo segretario, esattamente lo stesso linguaggio di quei paesi nei confronti degli stessi problemi che sono stati da essi trattati stanotte per l' ultima volta, mi sembra sia pietosamente ridicolo parlare di autonomia del partito comunista italiano nei confronti delle scelte e degli ordini di marcia sovietici. d' altra parte, nel Parlamento europeo noi stiamo constatando de visu quale sia l' autonomia del partito comunista . nel Parlamento europeo , nella sessione del mese di settembre si è discusso, dopo dibattiti procedurali che sembravano non voler terminare, finalmente, per la prima volta, dei problemi della difesa unitaria dell' Europa, malgrado la strenua opposizione da parte del partito comunista e da tutte le sinistre europee a che si prendesse in esame il problema. il partito comunista parla tanto dei suoi avversari nei termini di reazionari e conservatori, ma non ha esitato in quella occasione, nel Parlamento europeo , ad allearsi con le forze più scioviniste d' Europa — e voi sapete bene quali siano: non sono certamente forze schierate politicamente a sinistra — , come, peraltro, tradizionalmente fa il partito comunista , pur di tentare di impedire che in Europa si discutesse unitariamente dei problemi della difesa. insisto, insistiamo sull' Europa, perché il provvedimento che siamo chiamati oggi ad approvare è molto più europeo che atlantico. lo è in atto e lo è in prospettiva. lo è in atto perché finalmente offre all' Europa un ombrello protettivo, che le può consentire di sopravvivere. lo è in prospettiva perché offre ai popoli di Europa, agli Stati d' Europa, alle nazioni d' Europa un lungo tempo di meditazione per potere, sotto la copertura dell' ombrello atlantico, provvedere, o per lo meno decidere, o avviarsi — speriamo provvedere — per una difesa autonoma del loro continente, tale da dargli una sostanziale capacità di riprendere un magistero in termini di pace, di distensione e di equilibrio fra le genti, e da sganciare l' Europa stessa definitivamente dalle nefaste conseguenze del trattato di Yalta. quanto al nostro voto di oggi, onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , anche se lei, non riuscendo neppure nella emozione a pronunziare il nome del primo firmatario della nostra risoluzione, si è portato in maniera singolarmente pallida, confermando la fragilità morale del Governo che lei presiede, noi siamo fedeli alla nostra tradizione e alla nostra coerenza. pertanto, voteremo in favore della risoluzione della maggioranza nelle parti che sono per noi accettabili, chiedendo, signora presidente, fin da questo momento la votazione per parti separate e, in particolare, chiedendo che si votino secondo le seguenti parti: « udite e approvate le dichiarazioni del Governo » (non si chiederà che noi votiamo in favore: voteremo contro) e i punti 4 e 5 della risoluzione stessa, nei confronti dei quali noi voteremo contro, perché riprendono apertamente posizioni che non riteniamo di condividere e che ci sembravano fino a ieri non condivise dal presidente del Consiglio , cioè le posizioni portate avanti qui dal gruppo parlamentare socialista, e per di più le si portano avanti ad oltranza. io vorrei pregare i colleghi della maggioranza di rileggere questo documento al punto 4, nel quale si dice testualmente, contraddicendo i punti precedenti: « auspica che sia possibile sospendere queste misure se il negoziato dovesse avviarsi in modo concreto e soddisfacente... » . signor presidente del Consiglio , che significa « dovesse avviarsi in modo concreto e soddisfacente » ? chi è l' arbitro? chi è il giudice? chi può dire se l' avvio soddisfacente di un negoziato sia soddisfacente davvero, e soprattutto se l' avvio soddisfacente, o apparentemente soddisfacente, garantisca una conclusione soddisfacente? in questo modo, voi non cedete al ricatto Gromyko, non cedete al ricatto comunista, cedete però al ricattuccio socialista, che si inserisce nel ricatto comunista. io vi dico questo, onorevoli colleghi della maggioranza, signor presidente del Consiglio , per confermare in questo modo, in linea di fatto, la differenza sostanziale che esiste tra noi e voi, come impostazioni politiche e — vorrei permettermi di dire — come impostazioni morali. dal 1949 ad oggi, dal patto atlantico alla NATO, all' Europa, noi abbiamo votato in favore di questi strumenti internazionali di difesa e di pace, e comunque di tutela della nostra civiltà, sebbene nel 1949, nel 1951 e nel 1955-1957 fossimo all' opposizione. votiamo oggi in favore della parte propositiva della risoluzione di maggioranza, sebbene siamo all' opposizione e vi sia un Governo che non è nemmeno capace di capire che disapprovare e respingere la nostra mozione, che dice esattamente le stesse cose di quella di maggioranza nelle parti da noi approvate, significa dare una patente di imbecillità e, comunque, di proterva faziosità al Governo che così si esprime, o comunque significa dargli una patente di debolezza congenita. che cosa ci divide, allora? l' arco costituzionale ? no! è l' arco morale, l' arco del coraggio! ci divide il fatto che noi diamo l' assoluta priorità agli interessi dello Stato italiano e della nazione ogni qualvolta si tratta di discutere e di decidere su problemi vitali per la salvezza del nostro popolo, della nostra civiltà, per l' integrità e la coerenza dei nostri impegni internazionali. e non ci fanno velo le situazioni interne; voi, invece, vi lasciate dominare da posizioni, da pregiudizi e da alleanze o semialleanze interne e sottoponete i vostri atteggiamenti, a livello internazionale, ai vostri interessi spesso di corrente, neppure di partito e certamente non di nazione, di Stato e di popolo. voi subordinate gli interessi del popolo italiano agli interessi dei vostri partiti o, addirittura, delle vostre correnti. si tratta di un atteggiamento vile che, soprattutto in questa occasione, non avevate il diritto di assumere, perché questo è uno dei momenti storici del coraggio del popolo italiano , del Parlamento e del Governo. così almeno avrebbe dovuto essere. l' onorevole Berlinguer, ieri, si è molto preoccupato ripetutamente di una controffensiva di destra in atto in tutta Europa. l' onorevole Berlinguer deve imparare da noi modestissimi una cosa: non si tratta di una controffensiva di destra, ma della risposta della destra europea (e sarà una risposta sempre più decisa e autorevole) alla offensiva del terrore condotta da sinistra contro l' Europa, condotta dal comunismo internazionale contro la libertà, la dignità e la difesa d' Europa. da parte nostra, confermiamo un atteggiamento di coerenza, di autonomia, di difesa della nostra libertà e della nostra civiltà: fronte al nemico! e, onorevoli colleghi (indicando i banchi dell' estrema sinistra ), il nemico d' Europa siede su quei banchi!