Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 71 - seduta del 05-12-1979
Installazioni missilistiche in Europa
1979 - Governo I Cossiga - Legislatura n. 8 - Seduta n. 71
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghe e colleghi, signor ministro, nella seduta del 31 ottobre scorso, il collega Gerardo Bianco , prendendo la parola dopo che era stata esposta la tesi radicale sul problema oggi in discussione, secondo la quale il nostro gruppo aveva riproposto come unico dato veramente serio, come unica strada percorribile rispetto al realismo politico che ha contraddistinto altre scelte, quella del disarmo unilaterale dell' Italia, il collega Gerardo Bianco — dicevo — sostenne che i radicali, nella loro presa di posizione, sono addirittura « angelici » . lo ritengo un enorme complimento e ringrazio il collega Bianco, che normalmente non ha questo tipo di atteggiamento rispetto ai componenti del gruppo radicale. la tesi che ho appena esposto — e che dopo di me esporranno altri colleghi perché, com' è noto, siamo sempre presenti — mi spinge — oggi più di ieri, anche in considerazione del fatto che ho ascoltato gli interventi del collega Zaccagnini e del presidente del Consiglio dei ministri — a pormi una domanda alla quale non sono ancora riuscita a dare risposta. ho scritto, infatti, un biglietto al presidente del Consiglio perché mi aiutasse a rispondere a tale domanda che, per altro, rivolgo ora ai colleghi che sono favorevoli all' installazione dei missili americani sul territorio italiano. probabilmente si tratta di un quesito banale, ma va benissimo: siamo « angelici » ed anche banali. l' assunto dal quale si parte è più o meno questo: poiché siamo per la pace e per il disarmo e anzi soprattutto perché siamo per il disarmo, accettiamo di armarci con 100 missili nucleari. questo era l' assunto. a questo punto vorrei sapere: se, invece, foste per il riarmo e per la guerra, posso sapere cosa fareste? quale sarebbe il vostro atteggiamento? dal momento che i 100 missili nucleari sono dovuti al fatto che siete per il disarmo, vorrei sapere quale sarebbe il vostro atteggiamento se foste per il riarmo. sono due giorni che continuo a chiedermi la stessa cosa. né mi si può rispondere che, se foste per il riarmo, accettereste 300 missili, perché è troppo banale. si può forse fare la scelta della bomba ai neutroni che allora, nella logica della deterrenza nucleare, è certo straordinaria... ed è certo più efficace. devo dire, comunque, che tutti gli interventi finiscono con l' accettazione dei missili, anche se partono dall' asserzione di essere favorevoli al disarmo. evidentemente, in tutto quanto ho appena detto, c' è qualcosa che non torna e non torna perché i dati, poi, sono quelli che sono. ho sentito qui tutti interventi di esperti; c' è chi calcola e chi non calcola. io, invece, ritengo che questo dibattito è soprattutto ed essenzialmente di carattere politico. inoltre esso non è di carattere — diciamo — di equiparazione delle potenze, altrimenti qualcuno mi dovrebbe rispondere ad un' altra domanda. la costruzione e l' installazione degli ss20 e dei Backfire è nota da due o tre anni; pertanto non posso pensare che la NATO lo abbia saputo soltanto un mese fa, altrimenti comincerei ad avere alcuni dubbi anche sui dati di informazione della NATO. quindi, immagino che essa sia a conoscenza di questa situazione da due o tre anni, cioè da quando la cosa è iniziata. forse non lo sapeva il governo italiano , questo è anche possibile, anzi probabilmente è certo perché nessuno lo ha informato... certamente, quindi i governi non si sono passate le informazioni! normalmente si passano altre informazioni quando c' è il passaggio delle consegne, ma questa è sfuggita! comunque la NATO sicuramente lo sapeva. allora, posso sapere perché questa disparità delle potenze, ammesso che ci sia, è venuta fuori con questa drammatizzazione un mese fa? com' è che improvvisamente, e solo un mese fa, è venuto fuori che l' Urss e il Patto di Varsavia hanno questa strapotenza e che, quindi, si è rotto l' equilibrio? non è, evidentemente, accettabile la risposta: l' abbiamo saputo un mese fa. perché ciò non è vero. se la NATO ne fosse venuta a conoscenza un mese fa, come ho detto prima, dovremmo avere allora dei problemi molto più grossi. quindi, si sapeva da prima; ma la cosa è stata drammatizzata un mese fa. forse bisognerebbe cercare le ragioni per cui è stata drammatizzata o resa pubblica un mese fa. forse è successo qualcosa d' altro in questo periodo; forse c' è un problema del terzo mondo e degli armamenti in quelle zone; forse c' è un problema di materie prime e del loro accaparramento; forse c' è un problema del petrolio (non ultima la crisi in Iran); forse questa risposta americana alla strapotenza Urss, nota già da prima, è, in realtà, un puro e semplice avvertimento di stampo un pochino mafioso, ma è un avvertimento nel senso che se la Russia corre ad accaparrarsi alcuni territori per gestire i giacimenti petroliferi del sottosuolo, anche l' America non intende essere da meno. noi ci infiliamo in questa logica. ma se questo è lo scenario politico, allora diciamolo francamente e, per favore, non tiriamo in ballo la difesa dei cittadini, perché la cosa sarebbe un pochino ridicola! difesa da chi e da che cosa? se il problema è quello di una guerra nucleare , allora mi pare che siamo su un altro livello. ma che adesso si debbano installare questi euromissili per ragioni di difesa dei cittadini europei, scusate, ma è un ragionamento che non tiene proprio. d' altra parte, — e questa mi pare la lacuna più grave del suo intervento — il presidente del Consiglio non ha accennato minimamente a quale sia lo scenario internazionale attuale, per cui non si può fare i conti semplicemente tra Europa, Russia e USA, in quanto anche il problema dei blocchi è diventato diverso. in altre parole, il problema delle superpotenze è diverso. mi pare che in tutto l' intervento del presidente del Consiglio , che ho letto attentamente, non ci sia alcun accenno alla posizione della Cina. eppure questo è un problema molto grosso, se vogliamo parlare di equilibrio. infatti, questa dove si schiera? ma siccome pare che il problema sia quello dell' Europa... ma non è possibile, io non voglio dar retta a nessuno, figuriamoci alla Cina. dico solo che non è possibile che il nostro presidente del Consiglio , nel momento in cui si fa una scelta di questo grado, pensi solo al problema Stati Uniti-Europa-Russia , perché mi pare che, ormai, le forze in giuoco abbiano per esempio, un elemento in più: la Cina e il modo in cui essa si schiera. ma non basta, vi è anche tutto un problema, credo, che è quello del terzo mondo che, non dico noi italiani ovviamente. ma le due grandi potenze hanno armato e straarmato e che evidentemente ormai giuoca un ruolo. anche noi li armiamo, ma con il poco che abbiamo o almeno con le armi convenzionali che abbiamo. ma ormai è in gioco un problema di terzo mondo , che è armato, che noi, americani, russi e tutti i paesi industrializzati abbiamo armato e che è ormai sulla scena e che può essere oggi armato a comando e lo è ancora per la stragrande maggioranza. anche il terzo mondo è diviso in due blocchi , diviso in due zone di influenza, per il momento ancora soggetto o a un blocco o ad un altro, ma in realtà ha la potenzialità di muoversi da solo. allora, rispetto a questo scenario che a mio avviso è quello più importante e rispetto alla precarietà dell' equilibrio mondiale oggi esistente, credo che qualunque gesto di armamento sia un gesto che rischia — a mio avviso — di far precipitare questo precarissimo equilibrio in una situazione che difficilmente qualcuno, non certo noi, sarà in grado di controllare. può darsi, ma il problema è che fino a quando si discute di ipotesi va tutto bene, le cose cambiano quando si fa una sola scelta concreta che è quella di accettare questi missili. ho sentito vari calcoli di ingegneria militare e anche se non sono un esperto devo dire che quanto è emerso dalla Commissione difesa è abbastanza opinabile per ciò che riguarda i dati. vi è stata una dichiarazione ufficiale, in sede di Commissione difesa, da cui emerge che non esistono i dati sulla NATO, mentre è stato passato un dossier in cui vi sono tutti gli armamenti del Patto di Varsavia ; pertanto abbiamo dovuto constatare una notevole scarsità di informazioni sui dati militari della NATO in Europa. d' altra parte, possiamo anche continuare a citare il libro bianco dei socialdemocratici tedeschi, ma probabilmente bisognerebbe anche aggiungere che questo libro bianco della difesa tedesca termina dicendo: « un confronto complessivo dei potenziali nucleari dell' est e dell' ovest indica l' esistenza di una complessiva equivalenza sostanziale e la deterrenza è per il momento assicurata » . evidentemente è una citazione come un' altra e a questo proposito forse sarebbe opportuno stare un po' attenti alle citazioni perché ricordo troppo bene una frase, che mi aveva molto colpita anche da ragazzina, del cardinale Richelieu che diceva: « datemi una frase sola di un uomo e riuscirei a farlo impiccare » . non ho neanche fatto la Resistenza, che è la mia colpa più grande. lei ha ragione, ma fisicamente c' è sempre, è il cervello che qualche volta manca. bisognerebbe fare una distinzione. esattamente. è un po' cattivo, signor presidente . dicevo che comunque, anche questi dati sono poco controversie quindi bisogna stare attenti a fare citazioni sia da una parte che dall' altra. ma proprio perché a volte provocatori, a volte angelici e a volte non particolarmente simpatici, credo che il contributo che possiamo dare rispetto a questo problema è proprio quello di insistere; pertanto, preso atto del fallimento di una strategia trentennale della distensione basata sull' equilibrio del terrore, preso atto del fallimento di questa strategia trentennale della deterrenza e così via , forse bisogna ricercare una strada nuova, un gesto che sia diverso. credo che mai come in questi anni, in cui tutti parlano di riequilibrio, noi abbiamo avuto conflitti così numerosi, anche se non in Europa. non credo che ci debba guidare una visione così limitata dei problemi, anche se oggi devo dire di aver sentito ripetere più volte che siamo in pace da trent' anni . comunque, devo dire che non mi consola molto il fatto di pensare che siamo in pace semplicemente perché il teatro dei conflitti si è spostato da un' altra parte. ritengo che sia limitato e anche un poco razzista pensare di non avere problemi soltanto perché il confronto tra le superpotenze si svolge in altre zone. credo che il contributo che noi dobbiamo dare come italiani e come europei, ma soprattutto come cittadini, sia quello di far capire che se una strategia è stata fallimentare per trent' anni non vi è nessun motivo per continuarla; anzi, vi sono solo motivi validi per cercarne un' altra! d' altra parte, abbiamo detto molto spesso che i mezzi non giustificano il fine, ma talvolta prefigurano il fine che si vuole raggiungere. se fosse vero che la strapotenza del Patto di Varsavia o dell' Urss ha portato ad un disequilibrio, non credo che sia una buona strada da seguire quella di dire: riequilibriamo allora ad un livello più alto, anche dal punto di vista della complessità e della tecnologia di questi armamenti. perché, se un avversario bisogna battere, credo sia buona regola non batterlo usando gli stessi suoi mezzi. anche la scelta di mezzi diversi può prefigurare un fine diverso. questo per noi è un problema molto importante: scegliere e studiare dei metodi diversi, che diano un chiaro segno di quello che vogliamo. sta finendo con il 1980 il famoso decennio del disarmo, lanciato dalle Nazioni Unite ; e devo dire che è un po' amaro il fatto di constatare che nel decennio del disarmo l' unico risultato reale è stato quello di spendere sempre più soldi in armamenti: tutti per via del disarmo, per carità! veramente mi chiedo: se fossimo per il riarmo, che cosa avremmo fatto? se il decennio delle Nazioni Unite fosse stato il decennio del riarmo, io non oso immaginare che cosa sarebbe successo! meno male che si trattava del decennio del disarmo, altrimenti oggi ognuno circolerebbe con una bomba ai neutroni da qualche parte! devo dire che gli interventi che ho ascoltato fin qui, salvo alcuni, non solo non mi hanno convinta per nulla, ma mi hanno posto in una situazione di estremo disagio e di estremo malessere. ritengo infatti che una delle cose più intollerabili sia quella di fare esattamente l' opposto di quello che si dice. per esempio, il 20 settembre, in merito ad un chiacchieratissimo dibattito sulla farne nel mondo, che è stato per altro ricordato da tutti, il Parlamento a stragrande maggioranza ha votato quanto segue: « impegna il Governo a prendere le opportune iniziative in ogni sede internazionale, al fine di operare un congruo trasferimento di risorse impiegate in spese militari, verso progetti di sviluppo idonei ad incrementare la produzione di alimenti essenziali per la sopravvivenza » . dopo aver votato questo paragrafo, la prima azione reale, concreta, del governo italiano è quella di accettare gli euromissili. mi pare che siamo un po' in contraddizione, ma soprattutto sono in contraddizione coloro che hanno votato la risoluzione del 20 settembre, e si apprestano domani a votare la risoluzione per la installazione dei Pershing e dei Cruise sul nostro territorio. d' altra parte non mi pare che a questo dibattito — devo dire, forse un po' a scusante del presidente Cossiga — le forze politiche abbiano offerto grandi contributi; e mi riferisco in particolare alla posizione del partito socialista . proprio perché da anni fanno politica, i socialisti hanno la sezione internazionale, l' ufficio per i rapporti con l' estero, per cui credo abbiano anche degli esperti in materia. poi ne hanno perso uno, ma qualche altro sarà rimasto. ebbene, non posso credere che il partito socialista o il compagno Manca, che è intervenuto ieri, sia così angelico anche lui, per dirla come Gerardo Bianco , o così ingenuo da pensare che sia veramente percorribile la clausola della dissolvenza. forse è percorribile la clausola della dissolvenza del partito socialista italiano — questo è un altro discorso — ma la clausola della dissolvenza per l' impegno alla installazione dei missili è veramente ridicola, scusatemi, compagni socialisti. come al solito non ci sono, ma non è un problema: come sempre gli appelli ai socialisti cadono nel vuoto. vediamo perché quella clausola è ridicola: si accetterebbero, infatti, i missili, partirebbero quindi gli investimenti, si metterebbe in moto tutto il complesso industriale e militare degli USA, con il peso e le dimensioni che ha in quel paese (pensiamo al ruolo sicuramente determinante che ha avuto nel Vietnam: è un po' in crisi in questo ultimo periodo, ma certo da questa condizione potrebbe risollevarsi) e, poi, se si arrivasse ad una trattativa, si bloccherebbe tutto. scusate, ma tutto questo è ridicolo. non è mai successo: è successo piuttosto che armi obsolete sono state sostituite da altre più avanzate e più micidiali. immaginiamo la situazione: ci sono i missili pronti, si arriva ad una trattativa e gli USA che cosa fanno di questi missili? li mettono nei giardini pubblici con i fiori sopra o ne fanno omaggio al Campidoglio? si mette in moto — continuo nella illustrazione della proposta socialista — tutto questo apparato militare, con le lobbies politiche che ha negli USA, come per altro dappertutto, anche da noi, dove sono un po' più piccoline, ma anche loro sicuramente con un peso politico. si impegnano 6-7 mila miliardi; inizia la ricerca, si costruiscono i missili e a questo punto, secondo l' acume, l' idea straordinaria di questi nostri compagni socialisti, se a metà o alla fine della produzione si arriva ad una trattativa, di questi missili non si sa bene che cosa succeda: verranno forse buttati in mare, o usati nei giardini pubblici o usati per fare le montagne russe dei bambini. è questa una posizione che se non fosse presa come io credo, in assoluta malafede, sarebbe per lo meno ridicola. ma evidentemente, siccome il problema del partito socialista è quello che insomma non si sa mai bene dove stare.... i missili sono lì, installati; d' accordo? allora, il problema qual è? certo, ma io non sto parlando solo contro questa cosa. dico semplicemente che non ritengo tollerabile, se si vuole prendere un' iniziativa per chiedere immediatamente di aprire le trattative e di chiedere lo smantellamento di questi missili ma sapete, ci sono appelli anche all' interno del Patto di Varsavia ; c' è un' opinione pubblica anche al di là; più soffocata che da noi, ma è su quella che dobbiamo fare perno. ma certo che ci può essere. il problema è di costruirne degli altri... ma non è la mia tesi, è la tesi del gruppo socialista, se mi consenti... mi pare che l' attenzione sia grandissima, presidente, anzi mi rallegro di questa cosa. volevo precisare al collega Dell'Unto che io vorrei avere inventato strane teorie o avere questa originalità; peccato che invece l' abbia inventata tale signor Brown, che ritengo lei conosca benissimo, il quale ha detto che le cose sono inscindibili: se si cominciano a costruire i missili, li devono installare. questo mi pare anche logico, mi pare abbastanza logico. ora, io credo che un' iniziativa autonoma del nostro Governo, proprio perché dichiara di essere per il disarmo — se fosse vero! — che faccia leva anche su altre parti di opinione pubblica , anche del Patto di Varsavia (penso per esempio a Ceausescu), sia una strada da percorrere, anche se lunga. comunque, io non credo che la strada del disarmo sia percorribile se ci si continua ad armare; non credo veramente che sia più percorribile perché trent' anni di storia mi hanno dimostrato l' esatto contrario. trenta anni di storia: SALT II , ora si concluderà il SALT III , e poi si andrà avanti di SALT in SALT, esalteremo non so dove. d' accordo? infatti, non è ancora concluso il SALT II , e si pensa — ritengo obbligatoriamente ad aprire la trattativa sul SALT III . poi andremo avanti, suppongo, perché ogni livello di armamento avrà un livello di trattativa, lunga, complessa, eccetera, ma ogni livello di armamento avrà un livello di trattativa. e la cosa più divertente è che tutti continuano a dire di volere una trattativa al più basso livello possibile. come si fa a dire « al più basso livello possibile » e arrivare alle testate nucleari? evidentemente il livello di trattativa. e la cosa più divertente è che tutti continuano a dire di volere una trattativa al più basso livello possibile. come si fa a dire « al più basso livello possibile » e arrivare alle testate nucleari? evidentemente il livello di trattativa continuerà e sarà sempre di più al più alto livello , perché è ancora tanto se riusciremo a bloccare gli armamenti al livello tecnologico al quale sono arrivati. questo è evidente. non potremo certo fare una trattativa per tornare alle fionde, suppongo. no? se siamo al livello delle testate nucleari è ancora tanto che si arrivi ad una trattativa e a un controllo di quel livello di armamenti. potremo fare una trattativa sull' uso delle carabine, anche perché probabilmente non se ne trovano più in giro. quindi, la trattativa al più basso livello possibile è un modo di dire un po' ridicolo per dire che tenteremo di fare la trattativa al livello al quale saremo arrivati. detto questo, io credo che probabilmente sarebbe più onesto e più serio dire quello che abbiamo deciso per il riarmo. perché questa è la situazione. e credo che questa situazione, per cui per un certo periodo è più avanti il Patto di Varsavia , poi, per un altro periodo, sarà più avanti la NATO, e poi avanti di questo passo, è semplicemente una escalation di cui non vedo la fine, ma solo dei pericoli molto gravi. e se anche non arrivassimo alla catastrofe — cosa che io mi auguro — è indubbio che noi assistiamo sempre di più al fatto che ingentissime somme di denaro vengono spese in questi strumenti. guardiamo allora il bilancio del governo italiano , il nostro bilancio, votato da tutti — almeno fino all' anno scorso quando eravamo in un certo clima, poi vedremo quest' anno — : il bilancio della difesa ha registrato l' anno scorso un aumento di 800 miliardi. va anche considerato che le leggi di riammodernamento dei tre corpi, approvate circa tre anni fa, tra il 1976 e il 1977, con una previsione di spesa di tremila miliardi, sono arrivate ormai ad un onere di circa diecimila miliardi. io voglio solo far presente che con sforzo enorme il governo italiano ha stabilito il raddoppio, cioè ha stabilito 200 pidocchissimi miliardi in più per interventi contro la fame del mondo facendolo pesare come se fosse chissà che cosa, in una situazione in cui il solo bilancio della difesa ha visto 800 miliardi in più, senza contare quelli delle tre leggi di ammodernamento, approvate dal Parlamento con un impegno, credo, per tremila miliardi e, ora, comportanti un onere di 10 mila miliardi. allora, se questo è il disarmo, se queste sono le iniziative di pace per il terzo mondo , per la fame, eccetera, scusatemi, io non mi raccapezzo più. ci sono, infatti, delle contraddizioni stridenti tra quello che votate quando non vi costa nulla, perché si votano solo delle parole, e quello che invece decidete su problemi che costano qualcosa in termini finanziari. d' altra parte, credo che la posizione assunta in questi giorni e in queste settimane dal partito comunista , cioè l' invito a sospendere l' installazione di questi missili per almeno sei mesi e lanciare in quei sto frattempo una trattativa reale con il Patto di Varsavia , e con l' Unione Sovietica in particolare, sia il male minore. questo è vero anche perché, se abbiamo aspettato tre anni (il disequilibrio di forze che si lamenta c' è da tre anni), forse potremmo fare un tentativo serio di trattativa e aspettare altri sei mesi. nessuno mi ha spiegato come mai la situazione sia diventata drammatica il 1° ottobre (non so quale giorno della settimana fosse né quale fosse il santo in calendario), non ho capito perché il problema sia scoppiato proprio il 1° ottobre. meglio: la ragione è anche troppo chiara, ma non ha nulla a che vedere con la difesa dei cittadini e con la rottura dell' equilibrio internazionale. ebbene, credo sia una strada che dobbiamo assolutamente percorrere, quella di una iniziativa autonoma del governo italiano , che si faccia carico realmente del problema, con un po' di peso, se ne ha. ho sentito qui, oggi, il collega Enrico Berlinguer ribadire ancora che l' Alleanza Atlantica non è in discussione. credo che proprio per questo, perché non c' è una reale volontà di opporsi a questa politica dei due blocchi , a questa politica di condizionamento reale che da essi viene esercitata, la richiesta di moratoria di sei mesi perde un po' del peso politico che potrebbe avere, mentre credo invece che la unica strada possibile sia quella di rimettere in discussione completamente la strategia dei blocchi contrapposti, e quindi anche la nostra posizione, o quello che abbiamo assunto o che ci viene imposto di volta in volta. ma se non siamo in grado, come alleati — si dice — paritari all' interno della NATO, di far valere certe perplessità o di far valere questa richiesta di moratoria di sei mesi, mi volete spiegare quali alleati paritari saremmo mai? lo sanno anche i bambini che non siamo alleati paritari, questo è vero, ma allora è una ammissione, questa, che dobbiamo fare e qui dobbiamo semplicemente dire che noi dobbiamo ratificare scelte compiute altrove da altri e nei momenti in cui servono, certo non a noi, ma ad altri. le difficoltà dell' amministrazione Carter sono note a tutti; sappiamo anche che, probabilmente, il far accettare questo piano per l' installazione dei missili Pershing e Cruise è ciò che le consentirà di arrivare alla ratifica del SALT II da parte del Congresso, così come all' aumento delle spese militari nella misura del 5 per cento e, probabilmente, le consentirà di risolvere alcuni problemi di politica interna . ma, certo, questo non può essere gabellato come un problema di difesa dell' Europa di fronte all' attacco comunista. eppure, l' opinione pubblica sempre di più pone questi problemi. non voglio riferirmi specificamente ai cattolici, come altri hanno fatto, ma voglio semplicemente dire al compagno — se mi permette — o al collega Enrico Berlinguer che, quando si cita l' appello dei cattolici (cosa che mi fa molto piacere), forse sarebbe bene non citarne una parte sola, ma citare anche la seconda parte....... la parte in cui quegli stessi cattolici propongono e sostengono il disarmo unilaterale. sarà forse perché sono molto legata, evidentemente, a questa teoria, perché la sento profondamente mia, perché ci credo come unico dato di serietà politica rispetto al vostro realismo politico , che è fallimentare da trenta anni; sarà forse utopia, ma credo che una volta ogni tanto scegliere l' utopia rispetto al bilancino ed al pallottoliere possa rappresentare un atto ed un gesto che in certe occasioni dovremmo fare. ma in quale pace siamo vissuti? la tua, quella dell' Europa, perché il teatro di guerra si è spostato altrove. questa è una visione assolutamente razzista! stiamo attenti, è colpa nostra per lo meno per omissione. tutti state parlando di situazione globale, di risposta globale. ritengo, invece, che occorra andare al di là: non è possibile pensare che, poiché abbiamo qui la pace da trent' anni , non importa che si combatta altrove. il teatro di confronto si è spostato, probabilmente, perché le grandi potenze hanno avuto interesse a spostarlo, se è vero come è vero , che in questo momento ci si contende la materia prima , di cui noi godiamo poi in secondo stadio, ma che non possediamo; se l' avessimo, infatti, vorrei vedere dove si troverebbe il teatro di guerra! è da rifiutare la logica secondo cui ci si mette semplicemente d' accordo che tra ricchi non ci si fa la guerra, anche perché è più facile farla con i poveri ed è, in termini immediati, più vincente o comunque più semplice. ciò significa infatti, a mio giudizio, avvolgersi sempre di più in una spirale che porterà presto questi paesi poveri a seccarsi di essere poveri, di essere depredati e di essere usati come teatro di scontro. siamo davanti ad una specie di cartello del petrolio, ma molto più debole del cartello del grano. spesso sento dire: « i paesi arabi, i detentori del petrolio, ci pongono di fronte ad un ricatto » ; ma forse bisognerebbe anche sforzarsi di capire quale sia oggi il cartello del grano. gli alimenti sono un' arma. diceva e dice McNamara, di fronte al comportamento del suo Governo: « non capisco perché vogliate mandare degli americani a morire ammazzati da qualche parte, quando disponiamo di armi di ricatto, che sono le armi alimentari, e, in particolare, del cartello del grano, che è straordinario, ferreo, retto da quattro paesi, USA, Canada, Australia ed Argentina. siamo in grado di mettere alla fame interi paesi, non si capisce perché vogliate continuare con la guerra » . McNamara dice queste cose e le diceva soprattutto rispetto al Vietnam, che ha comportato problemi di politica interna per il suo paese, sostenendo che la possibilità del ricatto alimentare consente di avere molto più potere, senza generare rivolte al proprio interno. credo che quello in corso oggi sia uno dei dibattiti più importanti, non tanto e non solo rispetto al problema della installazione dei Pershing o dei Cruise, ma perché costituisce l' occasione per compiere uno sforzo per andare al di là della questione del rapporto Europa-Unione Sovietica . sarebbe assai grave invece affrontarlo — come si ha l' aria di fare — nel senso che installeremo questi missili per giungere ad una situazione di riequilibrio, mentre invece le implicazioni politiche a livello internazionale e mondiale sono molto più pesanti, a mio avviso, e molto più gravi. se tale fosse la nostra visione, compiremmo un' opera di cecità politica. per tali ragioni, il dibattito odierno è per noi estremamente importante, al di là del problema degli euromissili. pur tenendo conto del fatto che questo nostro Governo, e forse anche quelli che lo hanno preceduto, non adotta una valida linea di politica estera , forse il contributo che ciascuno di noi dovrebbe offrire, invece di accettare supinamente le azioni altrui, è quello di tentare di capire che cosa si sta attuando oggi nel mondo intero, senza pensare che la questione degli armamenti è diversa e separata dalla questione del petrolio, o è diversa e separata dal problema della fame nel mondo e dallo sterminio per fame, perché, invece, le connessioni fra queste importanti questioni sono profonde. qualunque scelta, infatti, da noi operata in uno di questi tre campi si ripercuote drammaticamente e rovinosamente sugli altri due. per questo, se arriveremo ad un voto, vi chiedo di pensare con coscienza non tanto e non solo a questi missili, quanto ai soldi buttati per costruire strumenti di morte, all' equilibrio precario a livello internazionale che la scelta che farete sicuramente turberà, al di là delle scadenze immediate. se è vero, inoltre, quello che abbiamo detto il 20 settembre scorso, e cioè che è necessario instaurare con il terzo mondo rapporti diversi, dobbiamo smetterla con questa corsa agli armamenti, rifilandoli anche al terzo mondo , quando le popolazioni del terzo mondo , al di là delle volontà dei singoli governanti affamatori che le due superpotenze sostengono ed impongono, indipendentemente dal colore politico che hanno e che assumono, sono come tutti noi, che hanno dei diritti, ma che noi, consapevolmente o almeno per omissione, contribuiamo a mantenere nello stato di fame in cui si trovano. noi non ne siamo fuori, colleghi, non è vero che non siamo corresponsabili: credo che una parte proporzionata alle nostre responsabilità l' abbiamo anche noi, perché il commercio degli armamenti tocca anche noi, e molto da vicino.