Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 635 - seduta del 28-02-1983
Iniziative contro lo sterminio per fame nel mondo
1983 - Governo V Fanfani - Legislatura n. 8 - Seduta n. 635
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevole sottosegretario, tocca a me illustrare questa mozione unica, partita da un' iniziativa del gruppo radicale e che ha trovato il favore di tanti colleghi di tutte le parti politiche. tale mozione, pur non rispecchiando completamente le posizioni delle singole parti, ha a mio avviso il pregio di trovare un terreno comune sul quale le diverse parti politiche rappresentate in questa Camera possono svolgere il loro ruolo ed iniziare un lavoro comune che deve avere un significato. io credo, signor presidente e colleghi, che il dibattito di questi due giorni, pur limitato per questioni organizzative che conosciamo molto bene, sia stato inserito all' ordine del giorno per la sensibilità di tutti, che hanno preferito svolgerlo anziché chiudere i battenti per il congresso del partito comunista . sentiamo tutti la necessità di riprendere il discorso concernente le iniziative contro lo sterminio per fame; tale discorso ha impegnate) questa Camera in altre occasioni e con altri documenti e, a partire dal luglio dell' anno scorso , si trova in una sorta di impasse che non si riesce a sbloccare. mi riferisco, ad esempio, all' impasse in cui si trova la proposta di legge dei sindaci contro lo sterminio per fame che, indipendentemente dalle varie posizioni politiche (le nostre sono note, ma saranno comunque illustrate ancora in questo dibattito), è bloccata presso la Commissione esteri, anzi, per la precisione, non essendo stati risolti alcuni nodi fondamentali (in particolare quello del finanziamento), non trova le varie forze politiche disponibili a portarla in Assemblea. non voglio ripercorrere il dibattito dell' anno scorso , che ci ha impegnato in Commissione esteri; credo anzi che il dibattito relativo, più in generale, alla problematica nord sud e quello più particolare relativo allo sterminio per fame e per malnutrizione abbia, per quanto riguarda il nostro paese ed anche il nostro Parlamento, un iter di alcuni anni. se ancora non siamo riusciti a conseguire l' obiettivo che ci siamo proposti, è indubbio tuttavia che sia stato ottenuto il risultato della presa di coscienza da parte della classe politica e dell' opinione pubblica su questo tema; tanto è vero che , per parte nostra, avevamo ritenuto matura l' iniziativa legislativa dei sindaci, che si poneva obiettivi e strumenti precisi, così come il Governo, anche dietro pressione di questa proposta di legge popolare, aveva ritenuto di moltiplicare consistentemente le cifre che, fino al 1979, aveva stanziato per l' aiuto pubblico allo sviluppo. sicché siamo arrivati ad uno stanziamento triennale di 4.700 miliardi che, certo, per un paese come il nostro non rappresentano poca cosa. non è questa la sede (ne troveremo sicuramente altre, a partire dalla settimana in cui discuteremo il bilancio) per entrare nel merito della gestione dei 1.500 miliardi, con relativa polemica. per quanto ci riguarda, lo faremo in modo documentato soprattutto in occasione dell' esame del documento contabile che ho detto. a noi interessa in questo momento stabilire insieme se sia possibile uscire da quest' Aula del Parlamento, per investire l' opinione pubblica , in modo più massiccio e con l' aiuto degli strumenti a disposizione del Governo, in ordine a questa tematica, in tutta la sua drammaticità. ritengo non sia possibile negare (al di là dell' essere d' accordo o meno sul merito) l' impegno e la spinta che il nostro gruppo ha profuso in questa battaglia, che ha investito l' Assemblea più di una volta, a più riprese, con diversi documenti e diversi impegni del Governo. siamo partiti da una concezione molto semplice: cioè che una società civile che si porta dietro come una zavorra decine di milioni di morti, non è una società degna di questo nome, né si può più nascondere, se mai lo ha fatto, dietro l' alibi di una strage dovuta ad un destino « cinico e baro » . la segnalazione e l' individuazione di precise responsabilità politiche al riguardo è un passo avanti che ritengo sia stato fatto. sappiamo tutti, cioè, che una situazione di sottosviluppo non è una maledizione biblica e che ha, invece, precise ragioni, una causa, una storia. si può essere in disaccordo sulle varie responsabilità, ma siamo tutti convinti che si tratti di opera dell' uomo e non del destino e che, quindi, l' uomo, così come la produce, può intervenire per interromperla. ci siamo poi divisi, in modo anche (come lei sa, signor sottosegretario) molto aspro e molto duro, sul come intervenire. la nostra posizione, l' indicazione che fornivamo insieme con tanta parte degli amministratori locali, è stata definita demagogica o, comunque, battuta in Commissione esteri, che ha completamente rielaborato (e a nostro avviso travisato) i punti fondamentali del provvedimento. al di là di ciò, è stata scelta un' altra strada, quella che il Governo sta seguendo — a mio giudizio, con scarsissimi risultati — , in ordine alla cooperazione a medio e lungo termine, con sistemi, strumenti e strade tradizionali. torneremo in altra occasione su questo tema, ma desidero sottolineare che, battuta la nostra indicazione, neanche la vostra è riuscita ad andare avanti. ed è quel che più mi preoccupa: quando, cioè, si è arrivati ai finanziamenti, si è bloccato completamente tutto. quella cui mi sono riferita rimane una proposta di legge , rielaborata o travisata, a seconda delle diverse interpretazioni, ma certamente senza finanziamenti. al di là di ogni possibile discordia, è indubbio che non si tratta di una legge finanziata. di qui la difficoltà di mandarla avanti. noi abbiamo inteso, con questa e con altre iniziative, riproporre il problema all' attenzione quanto meno della classe politica , non essendo in nostro potere riproporla in modo adeguato all' opinione pubblica . perché tutto questo? certamente da luglio ad oggi, ma comunque negli ultimi anni, la situazione non solo non è migliorata ma, con particolare riguardo al dibattito est ovest e soprattutto a quello nord sud , il degrado della stessa non ha accennato, neppure minimamente ad arrestarsi. ritengo che il recente episodio dell' esodo dalla Nigeria dia una segnalazione di come possa venirsi a trovare anche un paese additato come esempio di sviluppo, quando tale sviluppo non è basato sui bisogni essenziali, ma è un cattivo sviluppo, fondato in pratica su una monocoltura e con investimenti che non sono adeguati alle esigenze della popolazione. e su questo episodio, con l' esodo che ne è seguito e che è stato documentato con servizi fotografici e giornalistici, si è innestato l' intervento del governo italiano , che credo sia stato uno dei più rilevanti, in termini di aiuti di emergenza e finanziari. credo che, però, tale intervento non possa essere limitato alla episodicità con cui, di tanto in tanto (o di sempre in sempre), si provvede ad emergenze particolari. se non si interverrà in modo più deciso, ad esempio per quanto riguarda la situazione dei paesi limitrofi, in particolare del Ghana, ci troveremo costretti, tra sei mesi, a inviare aiuti di emergenza al Ghana, appunto, oppure a organizzare uno splendido dibattito, alle ore 23,30, su quel notissimo e assai seguito telegiornale che è il Tg3, per discutere di questi aspetti! per questi motivi, ed anche per tentare di trovare un terreno comune su cui unirci per andare avanti, abbiamo pensato di sottoscrivere questa mozione, che riguarda riforme e iniziative che non comportano oneri finanziari. questo non significa che rinunciamo all' altra mozione che rimane una priorità politica del nostro gruppo e di cui chiediamo la immediata iscrizione all' ordine del giorno . ma tale fatto non dipende solo dalle forze politiche presenti in questo Parlamento, ma anche dalla volontà del Governo di sciogliere alcuni nodi, dicendo chiaramente non solo a noi, ma anche all' opinione pubblica , se intenda o meno finanziare quella famosa legge. ciò deve avvenire non in questa sede, ovviamente, ma in sede di esame del bilancio e della legge finanziaria . il Governo deve uscire da questa impasse e chiarire cosa intende fare. e noto a tutti che noi non pretendiamo che siano le nostre proposte ad essere approvate. quello che però pretendiamo è che si dica chiaramente se gli impegni assunti, anche da precedenti governi, sono mantenuti oppure vengono sospesi. vi sono state, in questa Camera, dichiarazioni formali, come in occasione della discussione della mozione con cui la Camera impegnò se stessa ed il Governo a creare un fondo straordinario di 3 mila miliardi per la sopravvivenza di un congruo numero di persone e comunque con l' obiettivo di diminuire i tassi di mortalità : ma tale impegno è finora rimasto lettera morta . diversi altri impegni sono stati assunti e mai rispettati: ora, noi pensiamo che ciò non corrisponde ad un rapporto serio tra Governo e Parlamento (e non solo tra Governo ed opposizione), anche se si tratta di una prassi consumata e consueta. si ricorderà che, come risultato dell' iniziativa dell' anno scorso , in sede di esame del bilancio della legge finanziaria , fu presentato, con la firma dei presidenti di tutti i gruppi, salvo il nostro e quello del MSI-Destra Nazionale , in data 6 aprile 1982, un ordine del giorno Ajello, accettato dal Governo (e che pertanto non fu neppure posto in votazione), ma che è poi stato del tutto disatteso. esso concerneva il bilancio e la legge finanziaria . a nulla sono valse interrogazioni, interpellanze, richieste di chiarimenti che fino ad ora non sono giunti. l' ordine del giorno chiedeva che i fondi stanziati per la cooperazione fossero iscritti tutti in un unico capitolo di bilancio, in modo che esso fosse più chiaro e più leggibile; chiedeva la destinazione di tali fondi prioritariamente al soddisfacimento dei bisogni fondamentali; chiedeva che i crediti di aiuto non fossero usati per finanziare la « legge Ossola » o i crediti all' esportazione, ma, sempre per operazioni destinate alla sopravvivenza, è stato del tutto disatteso, tanto che il bilancio relativo al 1983 è identico a quello relativo al 1982, persino nella sua articolazione, nella costituzione del fondo globale all' interno dello stato di previsione della spesa del ministero del Tesoro : ciò priva il Parlamento di qualunque possibilità di intervento in ordine alla destinazione dei fondi, lasciandogli solo una pura possibilità di analisi in termini di consuntivo. riteniamo che questa sia una prassi che non può essere accettata e che il Governo debba rispondere dei documenti, quali ad esempio, ordini del giorno , mozioni e risoluzioni, che accetta o che questa Camera approva, ma che purtroppo sono destinati a rimanere nei cassetti senza alcuna forma di attuazione. d' altra parte, non sappiamo più quale strumento attivare per ottenere il rispetto degli impegni assunti; infatti, soltanto per conoscere l' utilizzazione dei 1.500 miliardi di lire siamo stati impegnati alcuni mesi e, oltre agli strumenti tradizionali, quali interrogazioni e interpellanze — per altro rimaste senza risposta — abbiamo seguito altri canali rivolgendoci direttamente a funzionari di questo o di quel ministero. tutto ciò non è normale o comunque non dovrebbe esserlo per un Parlamento che chiede semplicemente di essere informato e di vedere rispettati i documenti e le delibere adottate. questo modo di procedere, a nostro avviso, colloca il problema della cooperazione tra nord e sud in una nebulosa, che stiamo cercando di dipanare, a fronte della quale vi sono interventi del Governo spesso dettati dalla improvvisazione e dalla episodicità. per riuscire a superare tutti gli ostacoli, che pure ci dividono, abbiamo presentato questa mozione, che ci auguriamo venga approvata, ma soprattutto applicata, visto che non implica stanziamento di fondi e che, a detta del Governo, la ristrettezza economica è l' unico ostacolo che impedisce una sua più incisiva azione. nel presentare la nostra mozione abbiamo cercato il consenso di tutti i colleghi perché siamo convinti che solo dal coinvolgimento del paese e dall' informazione precisa dell' opinione pubblica possa scaturire la forza necessaria per la creazione di una volontà politica tutt' ora mancante. nel corso di questi ultimi anni vi è stato intorno a questo problema — non intendiamo disconoscerlo — un interesse maggiore da parte degli organi di informazione, sia pure con grandi limitazioni. infatti, non credo sia importante la commozione di un' ora o di un giorno o le drammatiche immagini che vengono riversate nelle case, anche se a giusto titolo, perché drammatica è la situazione; perché tutto questo non dia il senso dell' impotenza, è necessario informare la gente su cosa è possibile fare, quali sono le iniziative in corso , quali sono le diverse teorie che si incontrano o si scontrano rispetto agli interventi nei confronti del terzo e del quarto mondo . certamente fotografare la situazione rappresenta un utile elemento di conoscenza; ma per dare un senso positivo non ci si deve limitare ad un simile comportamento. non è vero che il fenomeno non sia debellabile; non è vero che, di fronte a questa catastrofe, di fatto non ci sia nulla da fare. il problema reale è quello del confronto su che cosa si può fare; e soprattutto di quali siano le diverse proposte che in campo nazionale ed internazionale sono state fatte in questi anni, non dico per risolvere il problema — perché non è questione di oggi o di domani — , ma per lo meno per limitare drasticamente questo fenomeno. tutto questo non è avvenuto. non ho qui la rassegna stampa , ma potrei fargliela vedere, signor presidente : il caso della Nigeria è sintomatico. abbiamo avuto documentari, filmati, articoli di giornale, e così via , che descrivevano minutamente la situazione in quel paese; ma non si è aperto su questo tema un dibattito tra le forze politiche per vedere cosa fosse possibile fare, quali proposte fossero state avanzate anche in campo internazionale ; e soprattutto cosa si dovesse fare per non dimenticare questo episodio, per non ritrovarci, tra pochi mesi, ad occuparci, nelle stesse condizioni e con gli stessi strumenti, magari del Ghana o del Togo, per fornire aiuti dello stesso tipo. d' altra parte, l' importanza degli organi di informazione è nota a tutti, per qualunque aspetto della vita democratica ; credo che la massima del conoscere per deliberare, infatti, non sia stata ancora superata, e sia tuttora valida; ed anzi, per la drammaticità di questo tema, è in questi casi non solo utile, ma indispensabile. potranno essere necessari anche confronti molto duri. se infatti diverse forze politiche propongono diversi metodi di intervento, è indubbio che queste diverse proposte debbano essere conosciute, per essere valutate; e questo soprattutto in considerazione dei diversi obiettivi che si propongono. noi, ad esempio, ci proponiamo come obiettivo quasi unico quello di ridurre i tassi di mortalità . la linea tradizionale lungo la quale si sono mossi per tanti anni gli interventi per la cooperazione allo sviluppo è stata quella dell' aumento del reddito procapite; e abbiamo visto che questo, in realtà, non si traduce sempre, anzi, non si traduce quasi mai, in un benessere per le popolazioni. noi abbiamo proposto, dicevo, l' obiettivo della riduzione drastica dei tassi di mortalità , che certo è nuovo, rispetto alla linea tradizionale che puntava allo sviluppo, seguita in questi poco fortunati decenni dopo la proclamazione di quell' obiettivo da parte dell' Assemblea delle Nazioni Unite . riteniamo allora che la gente debba essere resa cosciente delle diverse proposte, delle diverse soluzioni, ed anche delle diverse cose che si fanno (o che non si fanno, a giudizio di alcune forze politiche ). ed è indubbio che, ad esempio, il servizio pubblico radiotelevisivo potrebbe essere indispensabile in questa operazione. io so bene che tale servizio non è alle strette dipendenze del Governo, lo so benissimo; ma quelli che noi vi chiediamo sono interventi di tipo politico perché le delibere della commissione parlamentare di vigilanza sono state fino ad oggi pressocché ignorate, in questo senso. esistono certamente altri campi di intervento; noi ne abbiamo segnalati alcuni: le scuole, per esempio, perché è indubbio che l' informazione dei giovani può rappresentare un punto fondamentale di inizio di una nuova sensibilità dell' opinione pubblica che, a mio avviso, ancora manca nel nostro paese. esistono altre iniziative che possono venire in mente ad altre forze politiche , o al Governo stesso. già nel corso del dibattito sulla fiducia abbiamo segnalato al Governo, per esempio, che era il caso di iniziare un' offensiva diplomatica per coinvolgere l' Assemblea delle Nazioni Unite , o addirittura il Consiglio di sicurezza . se è vero, infatti, che il problema dello sterminio per fame è anche un problema di pace, è anche vero che questi sono fenomeni destabilizzanti, e quindi forieri di attriti, interni ed internazionali; e quindi l' organo più idoneo a questa iniziativa può essere proprio il Consiglio di sicurezza . sappiamo altrettanto bene che non sono cose che si fanno dall' oggi al domani. ma segnalavamo al Governo un' iniziativa politica, una strada possibile da perseguire da qui ad un anno per sollevare questo problema come problema della pace e della sicurezza, oltre che come problema economico o morale, all' interno dell' Assemblea delle Nazioni Unite . altre proposte possono essere raccolte (questa mozione non intende essere esaustiva di tutte — le possibilità di intervento), ma possono essere avanzate da diversi gruppi e da diverse posizioni, dal Governo stesso, che ha in mano gli strumenti operativi e sicuramente sa meglio di noi quali ostacoli incontra; possono adottarsi iniziative da aggiungere o da inserire in un altro documento, proprio perché si crei nel nostro paese, in tutti gli agglomerati possibili, una sensibilità comune rispetto a questo problema. possiamo poi dividerci sulle soluzioni, e probabilmente è giusto sia così. ma certamente credo che il punto di unione che noi dobbiamo avere, cattolici o socialisti, comunisti o radicali o di qualunque altra forza politica , è che siamo almeno convinti della drammaticità della situazione, non più tollerabile a mio avviso, e che è già stata tollerata anche troppo, con interventi spesso marginali, per mettere in pace solo la nostra coscienza, ma che richiede da parte di tutti un impegno particolare ed anche una finalizzazione ad una gestione più chiara da parte del Governo. questi i motivi che ci hanno portato a questa mozione. noi ci auguriamo che da questo dibattito, pure limitato, riprenda forza un' iniziativa che altri gruppi e altri partiti vogliono portare avanti in prima persona e in modo più attivo di quanto non sia stato fatto fino ad ora, tenuto conto che, se non si interviene pesantemente, in modo massiccio e soprattutto anche immediato, noi continueremo e la nostra società civile continuerà a sopravvivere in un modo sempre più caotico e frastornato di guerre. penso agli episodi più recenti, che evidentemente non sono solo ascrivibili alla guerra; mi riferisco alla situazione dell' India e alla stessa situazione del Centro-America, in cui i problemi della fame e del sottosviluppo hanno un peso determinante, al di là poi degli incidenti bellici, che pure esistono e che nessuno vuole dimenticare. tutto ciò richiede — anche l' aggravamento della situazione politica internazionale richiedeva, secondo noi — una riflessione, che mancava da alcuni mesi, almeno per quanto riguarda questa Camera. ci auguriamo che questa riflessione, che abbiamo voluto sollecitare insieme a tanti colleghi, perché si conseguissero almeno questi risultati di dibattito e di presa di coscienza, ci auguriamo, dicevo, che trovi rispondenza in questa Camera e da parte del Governo, affinché si raggiunga un minimo di terreno comune in cui almeno affrontare il problema, senza lasciarlo marginalizzare da quella che è poi la scadenza di ogni giorno o la situazione economica del nostro paese o la situazione istituzionale o qualunque altra cosa, in modo che trovi un suo momento di espressione, che da questa Camera possa esprimersi anche nella società civile . riteniamo, ad esempio, che la campagna che si può fare nelle scuole ha un senso ed un valore fondamentale. riteniamo che il dibattito che si può aprire fra tutte le forze politiche , sui massimi organi di informazione, può avere un impatto decisivo. non è questione ovviamente di chiedere una particolare propaganda per questo o quel partito. quello che chiediamo sono confronti tra esponenti politici su quello che si può fare, che è stato fatto, sulle proposte che sono state archiviate od eluse, su quelle che sono state travisate e che sono state realizzate. certo, a parte questo momento, che io mi auguro di incontro, rimane la nostra richiesta, perché ne siamo convinti. ma, se voi siete convinti della strada che avete scelto in luglio, noi vi chiediamo di esserne convinti fino in fondo. voi quella proposta di legge popolare, se la volete perché ne siete convinti, o la finanziate e la approvate, oppure credo che abbiate il dovere di dire: « ci siamo sbagliati, non ci sono fondi, non intendiamo finanziare nulla » , in modo che la situazione sia chiara e la nostra impresa di vedere rispettati gli impegni, che poi la maggioranza e il Governo assumono, non sia del tutto vana. solo questo volevo dire, augurandomi che dagli altri interventi dei colleghi possano venire arricchimenti rispetto alla mozione in discussione. so, ad esempio, dell' esistenza di un documento del PDUP che giustamente investe nuovamente la Commissione di vigilanza sulla Rai-TV e non solo su questo tema, sul quale per altro ci sarebbe molto da dire. a questo proposito, anzi, credo che più presto avrà luogo il dibattito sulla relazione di quella commissione, meglio sarà. la mozione in discussione, che era aperta al contributo di tutti, ritengo possa offrire il minimo comune che dobbiamo a noi stessi, agli impegni assunti, a quelli che non abbiamo o non avete onorato, a quelli che possiamo assumere, uniti almeno nello sforzo di non trascurare questo tema, di non lasciarlo marginalizzare, ponendolo invece al centro del dibattito politico per quanto riguarda sia le responsabilità dell' opposizione sia quelle del Governo.