Emma BONINO - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 583 - seduta del 12-11-1982
Sulla condizione politica del Governo
1982 - Governo II Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 583
  • Comunicazioni del governo

signora presidente, colleghe e colleghi, signor presidente del Consiglio , innanzitutto da parte nostra va un plauso ed un ringraziamento particolare a Sandro Pertini, il quale, rinviando di fatto il Governo alla Camera, ha dimostrato rispetto ed attenzione al dettato costituzionale, solo contro tutti quelli di voi che, di fatto, avrebbero voluto — ed in effetti avevano costruito — una crisi interamente extraparlamentare. detto questo, debbo subito aggiungere che per quanto ci riguarda questo Governo, morto e sfortunatamente risorto nello scorso agosto, se ne deve andare subito, prima che i ministri litigiosi ed incompetenti combinino altri e più disastrosi guai per il paese. la gente deve sapere e deve ricordare, signor presidente del Consiglio , che il suo è il Governo che ha insabbiato la riforma delle pensioni , che ha proposto e varato una manovra economica meglio conosciuta giustamente come « stangata » (manovra economica confusa, contraddittoria, iniqua e vessatoria solo per le classi più deboli), che non ha nemmeno tentato di dare una risposta ai senza casa ed ai senza lavoro . il suo è il Governo che ha consentito l' impegno per i prossimi anni di cifre faraoniche per le spese militari, contro la politica che noi radicali vi abbiamo proposto e vi proponiamo: una politica per la vita nel sud del mondo ed una politica per una migliore qualità della vita nel nostro paese. a queste proposte siete stati sordi e invece di occuparvi della gente, dei suoi bisogni e delle sue richieste, vi siete intensamente occupati, invece, di lottizzazioni, di spartizioni di potere, di « di donne » varie, di favorire le grandi e le piccole corporazioni, fino ad offrire al paese uno spettacolo non solo di incompetenza, ma anche di risse e di insulti offensivi. in questi anni vi siete riempiti la bocca, e vi piacevano molto, di paroloni come rigore, tetti invalicabili, moralizzazione, giustizia fiscale. avete invece portato il paese allo sfacelo economico e istituzionale, costellandolo e affogandolo, in realtà, di scandali e corruzioni. credo che a questo punto sia ormai caduta la maschera delle chiacchiere con cui, anche con queste parole, si è ingannato il paese. mentre, come anche lei ha riconosciuto qui, le file dei milioni di disoccupati si sono accresciute, i prezzi sono andati alle stelle, l' inflazione ha distrutto i piccoli risparmi delle famiglie, i partiti, imperterriti, hanno continuato a spartirsi le risorse della collettività. lei ha denunciato qui questa situazione; ma di chi è la responsabilità, signor presidente del Consiglio ? certamente non è interamente sua; ed al tentativo, che si sta realizzando all' interno della sua maggioranza, di fare di lei l' unico responsabile noi non ci associamo. mi pare che, se vi è un problema di collegialità di Governo, questo vale anche per le responsabilità di aver portato il paese allo sfacelo. quella che ho ricordato però è, di fatto, l' eredità che il suo Governo lascia al paese ed ogni cittadino che lo ha visto allegro, rassicurante e rubicondo ogni sera alla televisione, dovrà ricordarsi di lei e dei suoi litigiosi ministri quando tenterà invano di far quadrare i bilanci familiari. a questo punto mi consenta di aggiungere, a proposito della famosa lite tra Formica e Andreatta, che in effetti non si può — e lei non può — esprimere per amore di mediazione un giudizio equidistante fra i due. noi riteniamo — ed io personalmente — che la sortita di Formica sia stata un gesto irresponsabile, quasi di aggiotaggio, dinanzi al quale Andreatta ha tentato quanto meno di riparare il danno per i piccoli risparmiatori. ma quella sortita è tanto più grave perché dimostra a nostro avviso che, come sempre, si sono voluti sovrapporre calcoli di potere e di convenienza di partito ai problemi del paese. ma sulla questione della partitocrazia imperante torneremo dopo. voglio solo aggiungere, a questo punto, che noi crediamo sia venuto il momento di dire basta. anzi, lo ritenevamo già a luglio, prima ancora della morte dello « Spadolini primo » . pensiamo, infatti, che la parola debba passare alla gente e che non se ne possa più delle pantomime dei partiti. noi chiediamo qui elezioni subito, chiediamo che si data la possibilità alla gente per bene di prendere in mano le sorti del paese per un messaggio di speranza e di cambiamento a questa classe politica , così sorda ai valori e così attenta alla conservazione del potere e alle proprie fortune elettorali. chiediamo che i cittadini possano decidere, votando, se ridare la fiducia a chi ha portato alla bancarotta il nostro paese o a chi ha proposto e propone soluzioni alternative, sempre ammesso che, nonostante le vostre lottizzazioni selvagge dell' informazione, sia possibile per la gente esprimere giudizi con reale cognizione di causa. in questa sede non voglio limitarmi a leggere il comunicato stampa del gruppo radicale, anzi ritengo di dover dire che l' atteggiamento assunto dal collega Labriola sia intollerabile. se questo è il luogo del chiarimento, delle proposte diverse che si devono confrontare, non è tollerabile che il presidente del gruppo socialista legga qui solo un bollettino di morte dello « Spadolini-bis » e non porti qui il contributo della sua parte politica , in termini di proposte, di valutazioni, di dissensi, di consensi. con questo di fatto è arrivato a vanificare, sostanzialmente, l' invito del presidente Pertini, che ha chiesto che questo Parlamento fosse il centro del dibattito. Labriola ancora una volta dimostra che il partito socialista preferisce parlare al di fuori di esso, con patteggiamenti, con lottizzazioni, con spartizioni, con messaggi ambigui, con avvertimenti mafiosi. e via discorrendo. ma in quest' Aula di questo nobilissimo scontro da parte del gruppo socialista abbiamo avuto poche indicazioni. comunque, signor presidente del Consiglio , se vogliamo fare un' analisi molto breve dell' operato del suo Governo, anche perché ne abbiamo parlato poco più di due mesi fa, il 30 agosto, dobbiamo constatare un bilancio totalmente fallimentare dell' opera di questo Governo, perché non uno degli impegni assunti davanti al Parlamento (mi riferisco tanto alle emergenze dello « Spadolini primo » quanto alle questioni istituzionali dello « Spadolini-bis » ) è stato rispettato. ma, a proposito dello « Spadolini-bis » e delle riforme istituzionali , voglio fare qualche precisazione. paradossalmente, ma non troppo, il collega Mellini sostiene che lei (lei, ma non da solo, perché in questo hanno concorso in molti, sempre più volenterosi) ha realizzato un unico punto del suo programma, quello appunto delle riforme istituzionali . ma in che senso? lei evidentemente intendeva riferirsi, così come i partiti che componevano (parliamo al passato) alla sua maggioranza alla preabrogazione delle regole costituzionali, divenuta necessaria per il perfezionamento della partitocrazia, per l' affermazione definitiva del primato dei partiti sulle istituzioni repubblicane. se lei intendeva questo per riforme istituzionali , questo si è avverato, questo l' ha ottenuto. con il pretesto della governabilità, lei è riuscito ad imporre non soltanto alla maggioranza, ma anche al partito comunista , che lo ha riaffermato qui con l' intervento di Napolitano, l' abrogazione, ad esempio, del regolamento e della stessa figura del deputato, che la Costituzione vorrebbe sciolto da vincoli di mandato e rappresentante della nazione tutta. delle sue emergenze, in realtà, restano delle croci nel cimitero delle promesse, e la realtà vera è che lei lascia dietro di sé un paese in crisi, un' economia dissestata, la bancarotta delle finanze pubbliche. lei ha citato qui alcuni dati. io ne aggiungerò soltanto alcuni altri, perché credo bastino in realtà poche cifre per dare la dimensione dello sfacelo operante. come è noto, il tasso dell' inflazione ha abbondantemente superato il tetto da lei programmato, ormai avvicinandosi pericolosamente al 20 per cento ; il fabbisogno di cassa, che già nel 1982 ha superato i 73 mila miliardi, raggiungerà la cifra pazzesca di 100 mila miliardi; l' indebitamento pubblico ha superato i 400 mila miliardi; i disoccupati sono oltre 2 milioni 500 mila, e la disoccupazione giovanile sta crescendo in questo anno del 14 per cento circa; l' evasione fiscale supererà ampiamente i 40 mila miliardi, mentre quella contributiva è stimabile nell' ordine di 13 mila miliardi. questo per completare il quadro che anche lei ha voluto già annunciarci nella sua esposizione. ma non credo che questo sia il risultato di un destino cinico e baro, che si è particolarmente incattivito con il nostro paese o con il presidente del Consiglio . esisteranno delle responsabilità da qualche parte, esisteranno delle responsabilità da parte di chi ha governato in questi mesi e in questi anni. o no? siamo forse semplicemente soggetti ad un maleficio o ad una qualche stregoneria? oltre all' illustrazione dei dati, io credo che doverosamente un cenno pesante di autocritica nell' esposizione del Governo sarebbe stata necessaria. non ci si venga a dire che il mancato governo della finanza pubblica , la totale omissione delle scelte di politica economica , pure annunciate, sono imputabili, ad esempio, alla mancata approvazione delle leggi di bilancio! lei, presidente Spadolini, è stato l' unico presidente del Consiglio della storia repubblicana che ha potuto disporre non solo della totale subordinazione, da parte della quasi generalità dei gruppi parlamentari , alle scelte concernenti il programma dei lavori delle Camere, ma soprattutto della passiva accondiscendenza di tutte le forze politiche alla legiferazione ordinaria attuata attraverso il ricorso alla decretazione d' urgenza . rimangono, a testimonianza di questo privilegio di cui lei ha goduto, gli oltre cento decreti legge già emanati, con i quali, anche in quest' ultimo mese, ha anticipato la cosiddetta manovra finanziaria, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. di fronte a questa politica di bancarotta, non dissimile, se non per i prezzi che questo Governo non pagherà, da quella di noti finanzieri come Calvi e Sindona, il suo Governo, il ministro Lagorio e lei personalmente, si è distinto per due precise scelte che segneranno profondamente la storia del nostro paese e del nostro tempo: mi riferisco, da una parte, alla folle politica di riarmo e, dall' altra, all' ottusa, tremenda, politica di sterminio. lei ha consentito che il ministro della guerra, Lagorio, firmasse, per conto dei contribuenti, cambiali per più di 70 mila miliardi, al fine di sostenere il riarmo del nostro paese, con una conseguente politica avventuriera nei paesi del Medio Oriente e del Corno d' Africa . e, mentre non ha battuto ciglio sul deficit pubblico di 70 mila miliardi, ha invece dichiarato incompatibile la richiesta avanzata da migliaia di sindaci italiani per uno stanziamento straordinario di 3 mila miliardi, finalizzato alla sopravvivenza di almeno 3 milioni di vite umane . è una vecchia polemica, ma è fondamentale in questo caso. credo che il Governo, e lei personalmente, si sia assunto, nel 1982, la responsabilità orribile di non tentare il salvataggio, e quindi di condannare a morte, milioni di persone che invece si sarebbero potute salvare. anzi, era arrivato perfino ad imporre un voto di fiducia per impedire che la Camera deliberasse uno stanziamento pari a meno del 3 per cento del deficit pubblico previsto per il prossimo anno. dicevo prima che a me sembra che la principale preoccupazione, in questa sede, sia di fare in modo che invece di un dibattito parlamentare , che dia voce all' opinione degli eletti, responsabili di un mandato ricevuto, ai temi reali che angosciano il paese, alla crisi economica , ai sacrifici richiesti, si proceda soltanto alla registrazione delle decisioni, ancora una volta prese altrove, nei luoghi occulti, nelle zone P2, dove si esercita il potere dei « gran consigli » , delle quali all' esterno si avverte solamente un' eco cifrata ed ambigua. in una parola, ho l' impressione — ed il collega Labriola me lo ha dimostrato, con il suo intervento — che si voglia qui vanificare e respingere l' invito di Sandro Pertini per ricondurre, se non la vita, almeno la morte di questo Governo nell' ambito costituzionale ed istituzionale. in realtà, signor presidente del Consiglio , forse per obbedire alla campagna che lei ha voluto fare in questi anni e in questi mesi, addebitando solo al Parlamento l' incapacità e l' impossibilità di operare delle scelte, forse — dicevo — per rispondere a questa campagna, per tenere in piedi questo Governo, per coprire le manovre, le imboscate, le ritirate che avevano determinato la morte e la resurrezione dello « Spadolini primo » , non si è esitato a dichiarare lo stato di preabrogazione della Costituzione, a sospendere il regolamento e le sue garanzie, tutti, tutti d' accordo, maggioranza ed opposizione, introducendo questa incredibile, sperimentale (e mi auguro defunta anch' essa) sessione di bilancio , con le chiacchiere sulle « corsie preferenziali » , con l' acquiescenza all' abuso dei decreti legge (fatto denunziato, ma in realtà tollerato). si è fantasticato di riforme istituzionali , si sono ipotizzati governi forti, anzi fortissimi, presidenti del Consiglio con poteri da supercapi del Governo, si sono sentite fantasticherie di vario tipo, qui e soprattutto fuori di qui. la realtà è un' altra, e cioè che voi avete barato al tavolo del tressette col morto, proprio per far vivere un Governo che non c' è, che non c' era e che più che mai, più di tanti altri, è stato ed è dipendente e condizionato dalle lottizzazioni dei partiti. e così, allo sfacelo di un Governo che non ha saputo governare, dopo che con il ricatto della governabilità ha ottenuto anche dall' opposizione il sacrificio della legalità e della Costituzione, si aggiunge oggi lo sfacelo di una crisi fatta di risse, squagliamenti, omissioni, furbizie, alibi ed anche finzioni. la crisi economica , la tragedia della disoccupazione, delle stangate, dell' inflazione e dei prezzi alle stelle, diventano, in realtà, oggetto per voi solo di patteggiamento e di scaricabarile. credo che qui stia la gravità della situazione, non solo economica ma anche istituzionale. abbiamo inteso affermare, o almeno ipotizzare, che le liti tra Andreatta e Formica non sono risse tra comari, ma scontri di concezioni e di metodi per affrontare e risolvere la crisi. e allora, a mio avviso, questa è la sede per dibattere e condurre questo nobilissimo ed autorevolissimo scontro, impedendo che il Parlamento debba solo vedersi piovere addosso i modelli della zuffa. in realtà, la volontà politica che qui emerge è quella di uscire da quest' Aula il più presto possibile, per amministrare altrove nuove lottizzazioni e nuove contrattazioni. se così stanno le cose, come credo, noi ci opporremo a qualunque altro pasticcio ci venga riproposto in questa sede ed in termini di un nuovo Governo, che nuovo non sarà, ma altrettanto schiavo dei partiti, delle loro logiche, delle cosche, delle corporazioni. crediamo che, a questo punto, sia necessario rivolgersi al paese, ma solo a condizione che si possa porre il paese a conoscenza dei veri dati della crisi, in modo che giudichi con cognizione di causa. non so, per concludere, signor presidente del Consiglio , se anche questo intervento sarà giudicato da lei, come il precedente, un esempio di intervento di un partito di opposizione: forse non mi gratificherà di un simile complimento. questo, però, era ciò che mi sentivo di dire. credo che lo sfascio, anche istituzionale, sia tale che la ricorderò, signor presidente del Consiglio (se ancora farò politica, nei prossimi anni), come il capo del governo che più ha intasato la Camera con i decreti legge e che in questo modo ha imposto il programma, il calendario, l' ordine dei lavori alla Camera stessa; e fuori da quest' Aula la ricorderò come il presidente del Consiglio che non ha mostrato alcuna sensibilità per il problema dei valori, ma ha passato il suo tempo a tentare di ricomporre e di mediare tra i partiti, senza riuscire a compiere scelte precise, che invece sono doverose; e credo che a questo punto debba compierle il paese, per inviare a questa vecchia classe politica , stanca e sorda, un messaggio di speranza e di rinnovamento.