Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
VIII Legislatura - Assemblea n. 583 - seduta del 12-11-1982
1982 - Governo II Spadolini - Legislatura n. 8 - Seduta n. 583
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , signor presidente del Consiglio , mi accade di prendere la parola subito dopo che l' onorevole Labriola, che io credo abbia parlato a nome del gruppo socialista, e probabilmente anche a nome del suo partito, ha giustiziato il suo secondo Governo, signor presidente del Consiglio . e allora, poiché si sapeva in anticipo, non da oggi, ma da ieri, da ieri l' altro, quale sarebbe stato l' atteggiamento del partito socialista , poiché si sapeva in anticipo — e mi sarà facile dimostrarlo con poche citazioni — quale sarebbe stato il comportamento della Democrazia Cristiana , che cosa è venuto a fare, signor presidente del Consiglio ? io lo dico con tutto il rispetto che si deve all' istituto: che cosa è venuto a fare questa sera alla Camera dei Deputati ? e non mi si risponda, signor presidente del Consiglio , che in questo modo la crisi di Governo è rientrata in Parlamento; non mi si dica e non ci si dica che in questo modo lei e il signor presidente della Repubblica avete costituzionalizzato una crisi che altrimenti sarebbe stata una delle tante, delle troppe crisi extraparlamentari ; perché in questo momento noi non stiamo discutendo — e lei non ha potuto discutere — dello « Spadolini-bis » , ma stiamo ancora discutendo dello « Spadolini numero uno » . al momento della crisi dell' agosto scorso, come lei ben sa (in quel momento gli scrupoli costituzionali del signor presidente della Repubblica non sono apparsi in qualche evidenza), lei è stato autorizzato dalla Presidenza della Repubblica, e purtroppo successivamente anche dalla Camera, a fotocopiare il precedente fallito Governo; sicché abbiamo speso invano 80 giorni che sarebbero stati preziosi; la crisi non risolta si è aggravata (invece di avere una crisi risolta di Governo abbiamo avuto un Governo permanentemente in crisi); non è stato risolto alcun problema; le scadenze sono rimaste inevase. adesso siamo qui, e ci si racconta da parte del presidente del Consiglio , per conto del presidente della Repubblica , che in questo modo la crisi si può risolvere correttamente, costituzionalmente, senza ulteriori strappi alla legalità. e allora, ripeto, che cosa è venuto a fare, signor presidente del Consiglio ? abbiamo ascoltato da lei (ed io ne ho ascoltato tanti: purtroppo sono giunto alla ottava legislatura) il più penoso, il più squallido, il più remissivo, il più nulla e tutto tra i discorsi che mai in quest' Aula e nell' Aula del Senato abbia pronunziato un presidente del Consiglio . lei ha fatto il processo al suo stesso Governo, ha fatto il processo a se stesso , ha fatto il processo alla sua impotenza, ha fatto il processo alla sua incapacità di mediare, ha fatto il processo alle scadenze inevase, ha fatto il processo a quel pentapartito che lei stranamente continua ad affermare non avere alternative; ha fatto il processo ad una alternativa che non ha alternative nemmeno in se stessa . che cosa è venuto a fare? che cosa le ha detto il presidente della Repubblica nella recente udienza, per convincerla a mutare atteggiamento? perché, prima di entrare nello studio del presidente della Repubblica , lei aveva detto press' a poco le cose che ha detto quest' oggi, gliene diamo atto: lei aveva già detto praticamente di aver dato le dimissioni perché il suo compito di mediazione era fallito; lei aveva già ammesso che non si trattava soltanto delle bizze di due ministri, ma si trattava del venir meno di quel principio istituzionale, costituzionale, e direi anche morale, della collegialità, che giustifica l' esistenza di un Governo e gli dà la possibilità di poter funzionare. uscendo dalla seduta del Consiglio dei ministri , lei era stato chiarissimo. che cosa le ha detto il presidente della Repubblica ? voglio dire: lei ha forse qualche speranza o qualche velleità o qualche volontà di continuare a fare in questa situazione il presidente del Consiglio ? lei pensa — perché nessuno ce lo ha spiegato — , a conclusione di questo dibattito alla Camera, e poi forse al Senato, di chiedere un voto? lei pensa di chiedere un voto di fiducia ? e, se per caso lei pensasse di chiedere un voto di fiducia , a nome di chi lo presenterebbe? a nome di tutto il Governo, noi pensiamo; e quindi anche a nome dei due ministri litigiosi, dei due ministri che hanno fatto fallire il principio della collegialità e che non hanno accettato la sua profferta di autoesclusione, cioè di dimissioni spontanee? e veramente imbarazzante, ma io dirò di più: è paradossale, signor presidente del Consiglio , la situazione in cui lei ha messo noi, mettendoci anche se medesimo! non è una cosa seria; è un dibattito da farsa, penoso, degno degli ultimi atti della vita stentata del Governo, che noi riteniamo abbia ormai concluso il suo ciclo. allora, signor presidente del Consiglio , si voglia rendere conto, per non far perdere troppo tempo al Parlamento, che non c' è niente da fare, che il viottolo che le ha indicato il presidente della Repubblica non porta assolutamente, e non può portare, alla reviviscenza con una operazione bocca a bocca del suo agonizzante Governo. abbiamo udito ora il rappresentante del partito socialista ; ma avevamo letto nei giorni scorsi, come le ricordavo poco fa, dichiarazioni di esponenti del partito socialista , dichiarazioni apparse sul quotidiano ufficiale del partito socialista , che non lasciavano dubbio. il vicesegretario, onorevole Martelli, ha dichiarato l' altro giorno alla televisione di Stato: « il logoramento dell' azione di governo è apparso sempre più evidente. il partito socialista cercherà di chiarire nel dibattito parlamentare quali sono le alternative realistiche nella situazione che si è creata » . Avanti! ha scritto: « il partito socialista vuole chiarire non solo le responsabilità, ma soprattutto le prospettive che bisogna imboccare nell' interesse del paese e le soluzioni possibili, che in rapporto ad esse potranno essere realisticamente determinate » . ancora, il quotidiano del partito socialista ha scritto: « nessuno può credere, nessuno può far credere che la causa della crisi risieda in un isolabile eccesso polemico tra i titolari di due ministeri economici » . cioè il partito socialista , prima di annunciare questa sera, attraverso le brevi parole dell' onorevole Labriola — brevi e chiare, dobbiamo dire — , che questa esperienza è finita, lo aveva fatto sapere ufficialmente a tutti gli indirizzi. altrettanto dicasi per la Democrazia Cristiana ; se debbo essere più preciso, i due protagonisti della Democrazia Cristiana e del partito socialista , l' onorevole De Mita e l' onorevole Craxi, finora si sono ben guardati dal parlare: hanno fatto parlare i loro legittimi portavoce, i loro rappresentanti. per quello che riguarda la Democrazia Cristiana , posso darvi una anteprima. domani mattina su Il Popolo — è una anteprima che mi è stata trasmessa, non ho rubato nei cassetti della Democrazia Cristiana — appare un articolo del costituzionalista Roberto Ruffilli, in cui tra l' altro si dice: « forse a ben guardare nei governi Spadolini ha inciso negativamente il fatto di porsi come espressione di un compromesso instabile fra la spinta ad un Governo eccezionale ed un Governo del presidente della Repubblica da una parte e dall' altra un Governo dei partiti costituente la norma, la norma corretta e non di abuso, nella nostra democrazia, al di là della prevaricazione condannabile dei medesimi. ma nella nostra democrazia la via regia rimane quella di governi di coalizione fra partiti che tengano conto del seguito elettorale di ognuno di essi — veda quanto è garbato questo richiamino del giornale della Democrazia Cristiana , onorevole presidente del Consiglio ! — e che consentano di legare la politica nazionale, oltre che magari all' immagine personale, ad un consenso radicato nel paese e per questo non ci sono adesso canali alternativi ai partiti » . e poi la botta finale che è diretta più al presidente della Repubblica che a lei, ma in questo momento è diretta a tutti e due, sull' organo ufficiale della Democrazia Cristiana : « si vuole solo ricordare che il presidenzialismo strisciante non è una soluzione valida, oltre a non essere efficace » . mi pare che questo giudizio sia piuttosto pungente da parte dell' organo ufficiale della Democrazia Cristiana , ancora più pungente dei giudizi e delle previsioni che ho letto riferendole al partito socialista e al suo giornale. si attacca, da parte della Democrazia Cristiana , il presidenzialismo strisciante e non farà piacere al signor presidente della Repubblica essere definito strisciante: ma indubbiamente la seduta di oggi e la sua presenza qui, signor presidente del Consiglio , o è un assurdo pasticcio, o si muove nel quadro di un presidenzialismo strisciante che ha trovato in lei lo strumento. e la cosa non credo le possa far piacere, perché non credo le possa fare, naturalmente dal punto di vista politico, grande onore, signor presidente del Consiglio . signor presidente del Consiglio , fra qualche settimana o fra qualche mese, ne stia certo, ci rivedremo in campagna elettorale . non lo dico come chi desideri ardentemente la verifica elettorale, lo dico come chi ne è sicuro. e lo dico come chi ne è sicuro in una prospettiva che potrebbe essere positiva se si riuscisse a dare luogo ad una campagna elettorale precostitutente, se cioè la tematica istituzionale e costituzionale che — nessuno può contestarcelo — è stata da noi promossa or sono parecchi anni, e che è stata da noi ufficialmente ripresa al termine del nostro abbastanza recente congresso nazionale di Roma; se, dicevo, la tematica istituzionale e costituzionale fosse l' oggetto e al tempo stesso il soggetto di un aperto dibattito senza esclusioni e senza preclusioni fra tutte le forze politiche del nostro paese e se si giungesse non dico — per carità, non è pensabile nella situazione politica del nostro paese — ad un' intesa fra le forze politiche circa le soluzioni da adottare, ma ad un' intesa tra tutte le forze politiche responsabili circa la necessità che si rivedano gli istituti fondamentali del nostro paese; allora sì, signor presidente del Consiglio , avrebbe un senso quello che lei giustamente ha detto stasera, cioè che i problemi economici e sociali si collegano, se vogliamo tentare di risolverli, ai problemi istituzionali e costituzionali. ne vuole una prova? uno dei motivi per i quali i suoi governi sono falliti, uno dei motivi per i quali sono falliti in precedenza tanti altri governi, il motivo di fondo per il quale sono destinati a fallire se non si adottano rimedi, ma in termini seri, istituzionali e costituzionali; uno dei motivi per i quali si va purtroppo — e non lo dico con compiacimento — verso il fallimento, verso la bancarotta, non dello Stato, ma del regime e quindi del mondo del lavoro e della produzione, uno dei motivi, forse il motivo fondamentale, consiste nella mancanza di organi programmatori. quello che sta succedendo a proposito della legge finanziaria e che lei stesso, signor presidente del Consiglio , questa sera ha confessato, le pare piccola cosa? non siete riusciti, all' insegna della collegialità, a varare concordemente degli emendamenti alla legge finanziaria . abbiamo appreso dai giornali di oggi, da indiscrezioni, perché lei si è ben guardato dal fornire spiegazioni — e sarebbe stato molto importante — che il Governo ha partorito — parturiunt montes — sedici pagine in cui sono contenute alcune proposte di emendamenti da parte dei vari ministri, tutte discordanti dalle direttive dell' ufficio studi di Palazzo Chigi , il quale ha diramato le sedici paginette con giudizi pesantemente negativi nei confronti degli emendamenti proposti dai ministri economici, non soltanto socialisti, ma anche democristiani. in ottanta giorni non avete neppure partorito un accordo su alcuni emendamenti alla legge finanziaria , non potreste farlo e — almeno in questo, onorevole presidente del Consiglio , ci dia ragione, non dico ascolto — non è colpa dei singoli personaggi, non è colpa sua, non è colpa dei suoi ministri, non è colpa del signor presidente della Repubblica più in alto: il sistema è in crisi, l' intero sistema. e quello che è più in crisi nel sistema o più esattamente quello che, essendo in crisi nel sistema, mette maggiormente in crisi il popolo lavoratore italiano nei ceti produttivi e sociali, è l' impossibilità del raccordo tra il dato istituzionale ed il dato sociale ed economico. si va allo sbando, alla carlona ; i vostri uffici studi competentissimi non sono assolutamente in grado di porre rimedio a questa situazione. stiamo subendo contestualmente i danni del processo inflattivo e di quello recessivo e li subiamo contestualmente più di qualunque altro paese al mondo. le statistiche parlano chiaro: siamo tanto generosi da non attribuirvene personalmente la colpa, a meno che non continuiate ad insistere in una volontaria cecità « di palazzo » , che è vergognosa. spero che siffatte tentazioni non alberghino nel suo animo e mi auguro che rapidamente, a conclusione di questo dibattito, lei si decida a confermare le sue dimissioni. avrebbe fatto molto bene a confermarle dinanzi al presidente della Repubblica , senza cedere ad un appello privo di ogni significato concreto e per giunta non giudicabile positivamente dagli italiani, i quali vogliono che non si perda ancora tempo. nel mese di agosto affermammo che la soluzione non poteva che essere elettorale, ma nel senso che ho precisato, in vista di una campagna elettorale diversa dalle altre, in vista di un tentativo globale di voltar pagina, di cambiare volto; e lo dico a nome di un partito che non ha ambizioni « di palazzo » (sarebbe ridicolo se le avesse, comunque non le abbiamo proprio). se in agosto, invece di risponderci e di rispondere a tanti settori dell' opinione pubblica che le elezioni ci avrebbero fatto perdere tempo, non aveste voluto perdere del tempo, e se in questo momento non ne voleste perdere ancora, per l' Italia ci sarebbero speranze di salvezza sociale, economica, politica e morale che si stanno spegnendo. voglia Iddio, signor presidente del Consiglio , che il suo « Spadolini-due » non abbia recato ancora più danni di quanto non sembri da questo dibattito.